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Dopo l’introduzione della macchina
a vapore, la diffusione della catena di
montaggio per la produzione di mas-
sa e la realizzazione dell’automazione
attraverso l’elettronica e l’informatica,
per la produzione industriale è arriva-
to il momento di una nuova svolta: la
quarta rivoluzione industriale. Questa
punta a incrementare al massimo la
produttività per mantenere la compe-
titività a livello internazionale, grazie ai
sistemi di produzione cyber-fisici,in cui
mondo fisico - mondo degli atomi - e
mondo virtuale - mondo dei bit - si
fondono nella produzione industriale.
I sistemi cyber-fisici (anche conosciuti
come cyber physical systems - CPS),
sono costituiti da macchine intelligenti
dotate di tre sottoinsiemi fondamen-
tali: sensori, attuatori e sistemi di con-
trollo intercomunicanti (intelligenza
decentralizzata), connesse in rete, in
grado di interagire tra di loro e con
gli esseri umani, scambiando in tempo
reale informazioni e organizzando la
produzione automaticamente e auto-
nomamente. I più diffusi CPS sono i
robot e le moderne macchine utensili
a controllo numerico, per produzio-
ne sia additiva che sottrattiva. Stan-
no comparendo sul mercato anche
intere unità di produzione integrate
che integrano robot, stampanti 3D e
macchine utensili di vario tipo.
I CPS costituiscono l’elemento cen-
trale delle fabbriche intelligenti (smart
factory) che permettono una forte
personalizzazione dei prodotti sul-
la base delle esigenze dei clienti, la
tracciabilità dei prodotti lungo tutto
il ciclo produttivo, una maggiore ef-
ficienza energetica con conseguente
diminuzione dei costi, e un’accelera-
zione dei tempi decisionali grazie alla
costante disponibilità di informazioni
in tempo reale.
I robot industriali
I robot industriali sono largamente
utilizzati, a partire dagli Anni ’70, per
l’automazione delle linee di produ-
zione soprattutto dell’industria auto-
mobilistica e degli elettrodomestici.
Le applicazioni più comuni dei robot
industriali sono:saldatura.,verniciatura,
lavorazioni di manifattura sottrattiva
e additiva, imballaggio e logistica, as-
semblaggi, finiture, controllo qualità. In
queste funzioni, i robot sostituiscono
gli esseri umani in compiti pericolosi
e gravosi come spostare pesi consi-
derevoli, mantenere livelli estremi di
concentrazione e lavorare in ambien-
ti ostili contaminati da vapori, polve-
ri e rumore, o trasportare oggetti in
modo autonomo (AGV – automatic
guided vehicle).
Le soluzioni di automazione tipiche
delle attuali fabbriche, basate preva-
lentemente su soluzioni non robotiche
come macchine CNC e controlli di
automazione tradizionali (PLC), sono
efficienti nei loro ambiti,ma non hanno
la flessibilità dei robot programmabi-
li, in grado di svolgere compiti anche
molto diversificati.
In funzione del loro grado di intelli-
genza, i robot sono classificati in tre
generazioni. I robot di prima genera-
LE TECNOLOGIE ABILITANTI:
SISTEMI CYBERFISICI E ROBOT
92 marzo 2017
Giancarlo Magnaghi
Consulente
g.magnaghi@studiomagnaghi.it
INDUSTRIA 4.0
zione (non autonomi) sono in grado
semplicemente di eseguire in modo
rigido sequenze prestabilite di opera-
zioni, mentre quelli di seconda gene-
razione hanno la capacità di costruire
un’immagine (modello interno) del
mondo esterno, di perfezionarla con
l’esperienza (machine learning) e quin-
di ottimizzare il funzionamento anche
in presenza di fenomeni di disturbo
non prevedibili a priori.
I robot di terza generazione, invece,
sono dotati di intelligenza artificiale che
li rende autonomi e in grado di com-
portarsi in modo non deterministico.
Il bisogno di sicurezza quando gli uo-
mini devono lavorare insieme ai robot
ha portato alla creazione dei robot
collaborativi conosciuti come ‘cobot’
(COllaborative roBOT).
Arrivano i cobot
I cobot sono tipicamente più snelli e
antropomorfi rispetto ai tradizionali
robot di produzione e sono dotati di
sensori intelligenti e sistemi di visione
in grado di analizzare il mondo esterno
e di evitare le collisioni. L’aspetto dei
cobot è talvolta umanoide e tende a
differenziarsi da quello dei robot tra-
dizionali. Per esempio,Yumi di ABB è
dotato di due braccia, CR-35iA, pro-
dotto da Fanuc, è di colore verde per
distinguerlo dagli altri robot, tutti gialli
ed è dotato di un rivestimento soffice
(soft skin) per ridurre i danni in caso
di urti. I cobot Baxter e Sawyer di
Rethink Robotics,invece,si distinguono
per l’aspetto simpaticamente umano.
Un ulteriore beneficio dei robot col-
laborativi è la flessibilità, infatti, con-
trariamente ai robot delle catene di
montaggio,possono essere facilmente
ri-impiegati quando cambiano i pro-
dotti.Questo è molto importante poi-
ché i cicli di produzione sono sempre
più brevi. Inoltre, i moderni sistemi
robotizzati collaborativi comunicano
tra di loro e avvertono gli operatori
umani se ci sono delle anomalie.
I cobot stanno diventando sempre più
performanti, flessibili e intelligenti e
stanno trainando la crescita del mer-
cato dei robot, poiché sono sicuri e
facili da usare, e alcuni modelli iniziano
ad avere prezzi più convenienti grazie
all’utilizzo di componenti dell’elettroni-
ca di consumo,come i microprocessori
ARM, le schede Arduino e Raspberry
Pi e altre tecnologie derivate dai per-
sonal robot. Esempi di questa nuova
generazione sono i robot umanoidi
venduti dall’inglese Enginereed Arts
con prezzi che variano da 11.000 a
65.000 euro, o il robottino Nao robot
prodotto da Aldebaran Robotics che
costa intorno ai 7.000 euro.
Universal Robots, pioniere danese nel
settore dei cobot ha presentato nel
2016 il suo Universal Robots+ conce-
pito per coinvolgere sviluppatori ester-
ni nell’ideazione e creazione di acces-
sori, attuatori o strumenti in grado di
aumentare le capacità della macchina,
come già avviene in altri ambiti open
source come domotica e stampa 3D,
con l’obiettivo di creare una commu-
nity per far fronte allo strapotere dei
grandi produttori e ottimizzare i costi
di ricerca e sviluppo.
Il mercato della robotica
Il mercato globale della robotica (tutte
le applicazioni) è stato di 28,3 miliardi
di dollari nel 2015 ed entro il 2020
raggiungerà 151,7 miliardi di dollari.
A trainare le vendite sarà la sempre
maggiore richiesta di cobot, ma anche
di robot per uso privato,con particola-
re riguardo ai social robot, evoluzione
dei robot personali dotati di un elevato
grado di intelligenza:riconoscono volti,
voci e stati d’animo e si comportano
in modo empatico.
Per decenni, il comparto industriale è
stato il principale ambito di applicazio-
ne della robotica (a livello mondiale,
oltre il 50% dei robot sono impiegati
dai costruttori automobilistici e dalla
loro filiera), ma negli ultimi anni lo svi-
luppo tecnologico e la riduzione dei
costi di produzione hanno permesso
a robot sempre più sofisticati e intelli-
genti di penetrare in molti altri settori
come difesa,chirurgia,intrattenimento,
giardinaggio e pulizie.
Secondo IFR (International Federation
of Robotics), nel quinquennio 2010-
2014 le installazioni di robot industria-
li hanno registrato una crescita del
48%. Nel 2016 sono stati venduti nel
mondo 290.000 robot, di cui 21.000
in Germania e 7.200 in Italia. L’Italia
è il secondo mercato europeo dopo
la Germania. WinterGreen Research
stima che il mercato dei soli robot in-
dustriali raggiungerà i 48,9 miliardi di
dollari entro il 2021, con una cresci-
ta annua dell’11%, soprattutto grazie
ai cobot, capaci di lavorare a fianco
dell’uomo in totale sicurezza. Il primo
mercato è quello asiatico,trainato dal-
la Cina che ha superato il Giappone,
mentre l’Europa è al secondo posto.
In totale sono almeno 4mila le impre-
se che producono robot o apparten-
gono alla filiera di produzione, di cui
oltre 70 in Italia, tra produttori con-
solidati, startup, integratori di sistemi
e società di servizi, raggruppati nella
Associazione Italiana di Robotica e
Automazione (SIRI – www.robosiri.
it). il principale produttore italiano di
robot industriali è Comau, tra i top
ten mondiali del settore.
I costi dei robot industriali variano ti-
picamente dai 25.000 ai 700.000 euro,
in funzione delle dimensioni e delle
applicazioni: la loro convenienza di-
pende dai vantaggi che possono of-
frire rispetto al lavoro umano. Come
succede per la manifattura additiva,un
vantaggio strategico è la possibilità di
riportare la produzione nei Paesi in-
dustrializzati nei casi in cui la somma
dei risparmi relativi alla mano d’opera,
alla minore difettosità dei prodotti,alla
maggiore efficienza della fabbrica e ai
trasporti di materie prime e materiali,
riesce a compensare i costi di acquisto
e gestione dei robot (back-shoring).
93marzo 2017
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  • 1. Dopo l’introduzione della macchina a vapore, la diffusione della catena di montaggio per la produzione di mas- sa e la realizzazione dell’automazione attraverso l’elettronica e l’informatica, per la produzione industriale è arriva- to il momento di una nuova svolta: la quarta rivoluzione industriale. Questa punta a incrementare al massimo la produttività per mantenere la compe- titività a livello internazionale, grazie ai sistemi di produzione cyber-fisici,in cui mondo fisico - mondo degli atomi - e mondo virtuale - mondo dei bit - si fondono nella produzione industriale. I sistemi cyber-fisici (anche conosciuti come cyber physical systems - CPS), sono costituiti da macchine intelligenti dotate di tre sottoinsiemi fondamen- tali: sensori, attuatori e sistemi di con- trollo intercomunicanti (intelligenza decentralizzata), connesse in rete, in grado di interagire tra di loro e con gli esseri umani, scambiando in tempo reale informazioni e organizzando la produzione automaticamente e auto- nomamente. I più diffusi CPS sono i robot e le moderne macchine utensili a controllo numerico, per produzio- ne sia additiva che sottrattiva. Stan- no comparendo sul mercato anche intere unità di produzione integrate che integrano robot, stampanti 3D e macchine utensili di vario tipo. I CPS costituiscono l’elemento cen- trale delle fabbriche intelligenti (smart factory) che permettono una forte personalizzazione dei prodotti sul- la base delle esigenze dei clienti, la tracciabilità dei prodotti lungo tutto il ciclo produttivo, una maggiore ef- ficienza energetica con conseguente diminuzione dei costi, e un’accelera- zione dei tempi decisionali grazie alla costante disponibilità di informazioni in tempo reale. I robot industriali I robot industriali sono largamente utilizzati, a partire dagli Anni ’70, per l’automazione delle linee di produ- zione soprattutto dell’industria auto- mobilistica e degli elettrodomestici. Le applicazioni più comuni dei robot industriali sono:saldatura.,verniciatura, lavorazioni di manifattura sottrattiva e additiva, imballaggio e logistica, as- semblaggi, finiture, controllo qualità. In queste funzioni, i robot sostituiscono gli esseri umani in compiti pericolosi e gravosi come spostare pesi consi- derevoli, mantenere livelli estremi di concentrazione e lavorare in ambien- ti ostili contaminati da vapori, polve- ri e rumore, o trasportare oggetti in modo autonomo (AGV – automatic guided vehicle). Le soluzioni di automazione tipiche delle attuali fabbriche, basate preva- lentemente su soluzioni non robotiche come macchine CNC e controlli di automazione tradizionali (PLC), sono efficienti nei loro ambiti,ma non hanno la flessibilità dei robot programmabi- li, in grado di svolgere compiti anche molto diversificati. In funzione del loro grado di intelli- genza, i robot sono classificati in tre generazioni. I robot di prima genera- LE TECNOLOGIE ABILITANTI: SISTEMI CYBERFISICI E ROBOT 92 marzo 2017 Giancarlo Magnaghi Consulente g.magnaghi@studiomagnaghi.it INDUSTRIA 4.0
  • 2. zione (non autonomi) sono in grado semplicemente di eseguire in modo rigido sequenze prestabilite di opera- zioni, mentre quelli di seconda gene- razione hanno la capacità di costruire un’immagine (modello interno) del mondo esterno, di perfezionarla con l’esperienza (machine learning) e quin- di ottimizzare il funzionamento anche in presenza di fenomeni di disturbo non prevedibili a priori. I robot di terza generazione, invece, sono dotati di intelligenza artificiale che li rende autonomi e in grado di com- portarsi in modo non deterministico. Il bisogno di sicurezza quando gli uo- mini devono lavorare insieme ai robot ha portato alla creazione dei robot collaborativi conosciuti come ‘cobot’ (COllaborative roBOT). Arrivano i cobot I cobot sono tipicamente più snelli e antropomorfi rispetto ai tradizionali robot di produzione e sono dotati di sensori intelligenti e sistemi di visione in grado di analizzare il mondo esterno e di evitare le collisioni. L’aspetto dei cobot è talvolta umanoide e tende a differenziarsi da quello dei robot tra- dizionali. Per esempio,Yumi di ABB è dotato di due braccia, CR-35iA, pro- dotto da Fanuc, è di colore verde per distinguerlo dagli altri robot, tutti gialli ed è dotato di un rivestimento soffice (soft skin) per ridurre i danni in caso di urti. I cobot Baxter e Sawyer di Rethink Robotics,invece,si distinguono per l’aspetto simpaticamente umano. Un ulteriore beneficio dei robot col- laborativi è la flessibilità, infatti, con- trariamente ai robot delle catene di montaggio,possono essere facilmente ri-impiegati quando cambiano i pro- dotti.Questo è molto importante poi- ché i cicli di produzione sono sempre più brevi. Inoltre, i moderni sistemi robotizzati collaborativi comunicano tra di loro e avvertono gli operatori umani se ci sono delle anomalie. I cobot stanno diventando sempre più performanti, flessibili e intelligenti e stanno trainando la crescita del mer- cato dei robot, poiché sono sicuri e facili da usare, e alcuni modelli iniziano ad avere prezzi più convenienti grazie all’utilizzo di componenti dell’elettroni- ca di consumo,come i microprocessori ARM, le schede Arduino e Raspberry Pi e altre tecnologie derivate dai per- sonal robot. Esempi di questa nuova generazione sono i robot umanoidi venduti dall’inglese Enginereed Arts con prezzi che variano da 11.000 a 65.000 euro, o il robottino Nao robot prodotto da Aldebaran Robotics che costa intorno ai 7.000 euro. Universal Robots, pioniere danese nel settore dei cobot ha presentato nel 2016 il suo Universal Robots+ conce- pito per coinvolgere sviluppatori ester- ni nell’ideazione e creazione di acces- sori, attuatori o strumenti in grado di aumentare le capacità della macchina, come già avviene in altri ambiti open source come domotica e stampa 3D, con l’obiettivo di creare una commu- nity per far fronte allo strapotere dei grandi produttori e ottimizzare i costi di ricerca e sviluppo. Il mercato della robotica Il mercato globale della robotica (tutte le applicazioni) è stato di 28,3 miliardi di dollari nel 2015 ed entro il 2020 raggiungerà 151,7 miliardi di dollari. A trainare le vendite sarà la sempre maggiore richiesta di cobot, ma anche di robot per uso privato,con particola- re riguardo ai social robot, evoluzione dei robot personali dotati di un elevato grado di intelligenza:riconoscono volti, voci e stati d’animo e si comportano in modo empatico. Per decenni, il comparto industriale è stato il principale ambito di applicazio- ne della robotica (a livello mondiale, oltre il 50% dei robot sono impiegati dai costruttori automobilistici e dalla loro filiera), ma negli ultimi anni lo svi- luppo tecnologico e la riduzione dei costi di produzione hanno permesso a robot sempre più sofisticati e intelli- genti di penetrare in molti altri settori come difesa,chirurgia,intrattenimento, giardinaggio e pulizie. Secondo IFR (International Federation of Robotics), nel quinquennio 2010- 2014 le installazioni di robot industria- li hanno registrato una crescita del 48%. Nel 2016 sono stati venduti nel mondo 290.000 robot, di cui 21.000 in Germania e 7.200 in Italia. L’Italia è il secondo mercato europeo dopo la Germania. WinterGreen Research stima che il mercato dei soli robot in- dustriali raggiungerà i 48,9 miliardi di dollari entro il 2021, con una cresci- ta annua dell’11%, soprattutto grazie ai cobot, capaci di lavorare a fianco dell’uomo in totale sicurezza. Il primo mercato è quello asiatico,trainato dal- la Cina che ha superato il Giappone, mentre l’Europa è al secondo posto. In totale sono almeno 4mila le impre- se che producono robot o apparten- gono alla filiera di produzione, di cui oltre 70 in Italia, tra produttori con- solidati, startup, integratori di sistemi e società di servizi, raggruppati nella Associazione Italiana di Robotica e Automazione (SIRI – www.robosiri. it). il principale produttore italiano di robot industriali è Comau, tra i top ten mondiali del settore. I costi dei robot industriali variano ti- picamente dai 25.000 ai 700.000 euro, in funzione delle dimensioni e delle applicazioni: la loro convenienza di- pende dai vantaggi che possono of- frire rispetto al lavoro umano. Come succede per la manifattura additiva,un vantaggio strategico è la possibilità di riportare la produzione nei Paesi in- dustrializzati nei casi in cui la somma dei risparmi relativi alla mano d’opera, alla minore difettosità dei prodotti,alla maggiore efficienza della fabbrica e ai trasporti di materie prime e materiali, riesce a compensare i costi di acquisto e gestione dei robot (back-shoring). 93marzo 2017 INDUSTRIA 4.0