4. Una forza unificatrice
La Chiesa cattolica garantisce unità culturale e religiosa all’Occidente
europeo, diviso in regni romano-germanici.
Si ispira all’impero di Roma, conservando caratteri e tradizioni romane
(latino).
Tramontato il sogno di Giustiniano, la Chiesa rimane per secoli l’unica
istituzione di carattere universale (cattolica) in Occidente.
Il suo successo è dato dal coinvolgimento dei vescovi e dal primato di quello
di Roma.
5. L’Europa cristiana
Fondamentale è la conversione al cattolicesimo dei germani, che punta a
estirpare l’arianesimo per ottenere integrazione.
Fra V e VI secolo si elaborano credenze e comportamenti che avrebbero
segnato il Medioevo.
Decisivi sono due fattori:
monachesim
o
cultura
classica
7. Il primato del Papa sulla cristianità
Radicamento dei
vescovi
Primato del vescovo di Roma
Inizialmente
onorifico dal
Concilio di
Nicea (325)
Titolo
di
Papa
dal
384
Pontificat
o di
Leone I
8. Leone I
Secondo la tradizione, ferma Attila a Mantova.
Da Roma riprende il titolo di pontifex maximus.
Afferma il principio del primato di Pietro (vescovo di Roma ricava il suo potere
dall’essere vicario di Pietro, a cui Cristo aveva affidato la sua Chiesa).
9. Conflitto con l’Impero d’Oriente
Primato di Roma tensioni con l’imperatore d’Oriente per il
CESAROPAPISMO (l’imperatore d’Oriente deteneva anche autorità in ambito
religioso)
I pontefici romani si oppongono all’influenza esercitata dagli imperatori
d’Oriente: papa Gelasio I (492-496) invia lettera all’imperatore Anastasio I,
nella quale afferma l’AUTONOMIA DELLA CHIESA rispetto al potere politico
e l’esistenza di due distinte autorità (politica = imperatore; spirituale = papa),
entrambe derivanti da Dio.
Il potere politico doveva realizzare la volontà divina: si afferma la
SUPREMAZIA del potere SPIRITUALE su quello TEMPORALE (controversia
tipicamente medievale).
10. Monachesimo
Monachesimo occidentale è cenobitico.
Minore autonomia rispetto all’autorità ecclesiastica, perché i monasteri
devono sorgere in accordo con i vescovi.
Grazie a questo legame, il monachesimo diventa strumento fondamentale di
evangelizzazione in Occidente (in aree rurali e in GB-Irlanda).
Funzione evangelizzatrice differenzia considerevolmente il monachesimo
occidentale da quello orientale, più ascetico e legato alla preghiera.
11. Il monachesimo irlandese
Dal V secolo il movimento di evangelizzazione attraverso il monachesimo si
fa intensissimo.
I celti d’Irlanda vengono convertiti da monaci della Britannia, guidati da San
Patrizio (432).
Il monachesimo irlandese eredita elementi orientali: ascetismo estremo,
ideale della peregrinatio, esilio volontario al mondo che diventa missione di
evangelizzazione e martirio.
13. Monachesimo benedettino
Le caratteristiche del monachesimo occidentale sono però stabilite da
Benedetto da Norcia (480-547), che nel 529 fonda il monastero di
Montecassino.
Introduce la Regola, con il rispetto di tre voti: povertà, castità e carità.
Sono però evitati gli eccessi del monachesimo irlandese e si diffonde proprio
per la sua moderazione, affermandosi pienamente con il pontificato di
Gregorio Magno (590-604).
Fusione fra momenti di preghiera e di lavoro: ORA ET LABORA.
Scansione della giornata nelle ore canoniche di preghiera, lavoro, studio e
lettura individuale.
Il monastero benedettino diventa struttura efficiente e autosufficiente.
15. Povertà, obbedienza, stabilità -
cultura
Attività in forma comunitaria
Obbedienza alla figura dell’abate
Monaci tenuti alla permanenza stabile fino alla morte nel monastero
(stabilitas).
Attività intellettuale e studio di venti ore settimanali: ogni monastero ha una
biblioteca e uno scriptorium, dove i manoscritti venivano copiati e miniati.
Vengono aperte anche scuole monastiche per i novizi.
Contributo fondamentale per la conservazione della cultura classica.
18. Una provincia bizantina
La guerra greco-gotica (535-553) e la conquista bizantina prostrano l’Italia
da centro del Mediterraneo a provincia bizantina con la Prammatica
sanzione.
Governo bizantino autoritario, esoso e debole: forti tensioni con aristocrazia
italica.
In questo quadro si inserisce l’arrivo dei Longobardi in Italia.
19. L’Italia divisa
Longobardi in migrazioni secolari dalla Scandinavia all’Europa centrorientale
(Pannonia=Ungheria).
Dal 568, spinti dagli Avari, si muovono verso Occidente guidati da Alboino.
Nel 569 entrano in Italia dal Friuli e conquistano Pavia, poi capitale del loro
regno.
Si impossessano dell’Italia settentrionale, della Toscana e di un’area estesa
centro-meridionale, dall’Umbria alla Basilicata.
20. E i Bizantini?
Scelgono la linea difensiva: mantengono Roma e il Lazio, le zone costiere e a
Sud strategiche per i commerci mediterranei (Pentapoli adriatica, area
veneta, Liguria – poi ceduta ai Longobardi – e le isole).
Italia da allora divisa: non più “Italia”, ma
Longobardia Romània
21. La “questione longobarda” –
quando storia e politica si
incontranoQuali caratteri ha la dominazione longobarda in Italia? Non c’è una risposta
univoca per scarsità delle fonti: Historia Longobardorum di Paolo Diacono
(789, duecento anni dopo l’arrivo dei Longobardi) e Editto di Rotari (643).
Durante il Risorgimento, la dominazione longobarda è vista in maniera
estremamente negativa.
Oggi la posizione è più sfumata: non è uniforme una dominazione che dura
due secoli; dopo la conflittualità iniziale, integrazione fra le due componenti,
anche linguistica.
Rivendicazioni autonomistiche e Longobardi oggi?
22. Come cambia la società
Il dominio longobardo ha costituito una FRATTURA STORICA
Uscita dell’Italia
dal sistema
imperiale
Scomparsa
dell’aristocrazia
senatoria come
ceto dirigente
(uccisi, sottomessi)
Non c’è integrazione:
Longobardi estranei
alla cultura latina e
ariani, con massa
pagana
Per l’Italia epoca di
regresso
economico e
dissoluzione
strutture civili
23. Un potere frammentato
Longobardi: struttura politica e sociale rudimentale, basata sui clan.
Si stabiliscono in campagna, suddivisi in FARE (gruppi di guerrieri legati da
antenato comune).
Nelle città risiedono i DUCHI, comandanti militari che governano su territori
estesi.
Esiste un re, ma i duchi sono molto autonomi.
Sommatoria di domini locali, cosa che accentua la frammentazione politica
dell’Italia.
24. Successioni difficili – i duchi
Nel 572 Alboino è assassinato da una congiura ordita dalla moglie
Rosmunda (e Bizantini), nel 574 anche Clefi viene ucciso
Assoluto sopravvento dei
DUCHI fino a
elezione di Autari (584-
590): unità contro minaccia
bizantina
25. Nascita di uno stato longobardo
Dopo Autari, con Agilulfo e Rotari, i domini vengono ampliati con Veneto
(tranne Venezia), parte di Emilia e Liguria.
Si rafforza l’autorità del sovrano, con la limitazione del potere dei duchi:
nuova gerarchia.
Sovrano e la
sua corte a
Pavia (626
capitale)
Gastaldi: funzionari
nominati dal
sovrano, poteri
giudiziari e
amministrativi
In realtà Spoleto e
Benevento restano
autonomi: autorità
solo in Nord e
Toscana
26. L’Editto di Rotari - 643
Tentativo di affermare il potere centrale
Rotari trasforma in leggi scritte le norme consuetudinarie del diritto
longobardo.
Questo per garantire equità e uniformità e imporre l’autorità pubblica al posto
di quella privata dei clan.
Dalla FAIDA GUIDRIGILDO: risarcimento in
denaro per danno o offesa
Principio scritto per il popolo dei longobardi, ma con
influenza romana, in latino: TERRITORIALITA’
DELLE LEGGI
27. L’avvicinamento dei due popoli
Mentalità longobarda sta cambiando: ruolo importante giocato dalla Chiesa,
con Gregorio Magno, mediatore fra Longobardi, Bizantini e popolazione
romana.
Matrimoni misti Latino volgare Conversione al
CATTOLICESIMO
28. Il Papato tra Longobardi e
Bizantini
Con i Longobardi cresce il prestigio della Chiesa in Italia, perché si
indebolisce il potere bizantino e per l’operato di Gregorio Magno (590-604).
Il Papa nei territori dell’Italia centrale sostituisce un imperatore ormai assente:
è lui che tratta con i Longobardi per il pagamento dei tributi e per la
conversione al cattolicesimo, in accordo con la regina Teodolinda.
Nello stesso tempo, il Papa tratta con i Franchi in funzione antilongobarda,
ponendo le basi di un accordo che sarebbe durato fino al IX secolo.
29. Gregorio Magno
Ruolo centrale del Pontefice.
Amministrazione efficiente delle proprietà della Chiesa: rendite fondiarie per
donazioni, solida base economica per sfamare durante carestie, compiere
opere di carità e difendere Roma.
Patrimonio di San Pietro che da Roma e Lazio si svilupperà in entità politica,
il futuro
A ciò si sommano i tentativi di evangelizzazione alle estremità dell’Europa:
angli e sassoni; monachesimo benedettino.
STATO DELLA CHIESA