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            CITTA’ DELL’ALTRA ECONOMIA


                 Centro Studi e Documentazione




                 Cosa posso fare io?

                       Una proposta



                                       (a cura di Alberto Castagnola )




Serie Strumenti n. 1


                       Roma, agosto 2008


                                                                    1
COME SI CAMBIANO LE COSE? COME SI CAMBIA LA POLITICA?
                      COSA VUOL DIRE CAMBIAMENTO?

"Non sono i più forti della specie a sopravvivere, né i più intelligenti, ma i più bravi a reagire ai
cambiamenti". Charles Darwin


Tutti noi vorremmo che "le cose cambiassero", ma se si chiede a qualunque persona, soprattutto se
impegnata politicamente, COSA esattamente si dovrebbe cambiare e soprattutto CHI dovrebbe
cominciare, c'è da scommettere che le risposte sarebbero molto simili a questa: si dovrebbe
iniziare... da qualcun altro, da qualche altra parte, in qualche altro momento… e via così, magari
con dovizia di particolari.
E' una tendenza universale, si cerca sempre di non pagare nessun prezzo personale, di prescrivere
medicine che solo gli altri dovrebbero ingoiare.

Infatti consideriamo “eroi” coloro che, invece, danno per scontato che un costo va pagato, e sono
disposti a sborsarlo, subito, senza recriminare, senza aspettare che lo faccia prima qualcun altro,
perché sanno che altrimenti niente cambia.

Tutti noi altri allora cosa siamo, dei vigliacchi traditori? Ma no, il fatto è che non c'è niente di più
complesso su questa terra della natura umana, quindi è il caso di guardare le contraddizioni in cui
siamo immersi e prenderne atto, spezzando nel frattempo alcune lance a favore della comprensione
per quello che ancora non riusciamo a ottenere con il nostro impegno politico, perché di questo si
tratta: cambiare il mondo non è possibile, l'unico che posso cambiare realmente è me stesso, ma
questa è un'impresa difficile e costosa.

I costi da considerare non sono monetari, è una questione di consapevolezza, e questa è la parola
più impegnativa che esista, perché solo così riusciamo a cambiare: diventando coscienti.

Il fatto è che l'essere umano è abitudinario, quindi cambiare non è semplice, ci sono resistenze
naturali al cambiamento - in certe circostanze deviare dal conosciuto è rischioso per la
sopravvivenza -, ma altre ragioni sono più complesse, ad esempio è più facile imitare che
controbattere, adeguarsi invece di obiettare, e inoltre oggi sembra che modificare il proprio stile di
vita voglia dire soltanto "perdere": privilegi e ricchezze, comodità e apparenti vittorie sociali.

Diventare consumatori consapevoli, quindi molto sobri, potrebbe plausibilmente modificare alcune
ingiustizie, ma nessuno di noi è in grado di tornare magicamente al passato, a prima delle comodità:
è veramente difficile rinunciare spontaneamente al frigorifero, alla doccia calda, alla lavatrice, che
ormai consideriamo il minimo sindacale per vivere, per non parlare poi di tutto il corredo di
accessori che sono diventati apparentemente indispensabili.
In effetti, se provo a pensare di fare a meno del computer, come prima reazione mi dico che non
servirebbe a salvare i bambini che muoiono di fame, quindi perché dovrei privarmene, è
comodissimo, mi permette di fare tante cose, ci sto scrivendo proprio ora, e poi le email sono una
grande invenzione, uno strumento politico formidabile ecc.

Tuttavia basta ragionarci cinque minuti di più e mi rendo conto che invece sono stata furbescamente
indotta a considerare "ormai indispensabile" questa tecnologia, mentre so bene che la mia vita
sarebbe molto più divertente se scendessi in piazza a chiacchierare con i miei vicini di quartiere.



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Eppure ho difficoltà a farlo, ed ecco che devo riconoscere che questo mio comportamento,
sebbene io non sia una consumatrice sfrenata e incosciente, diventa un'altra tessera di un
puzzle conforme alle esigenze del liberismo, della tecnocrazia, delle vendite miliardarie
delle multinazionali dell'hardware e del software, mentre nel mio animo mi ritrovo a
considerare ormai “lussuosa” una bella sfida a tressette, perché sembra che nessuno
abbia più tempo, neanche per le cose necessarie, figuriamoci per il divertimento fine a se
stesso! (Se ci si pensa bene, lussuoso è un termine associato a qualcosa di raro, di molto
difficile da trovare, e cosa c'è di più raro, nel nostro isterico stile di vita del vero tempo
libero, quello in cui non si fa nulla di "utile"?).

L’importante è il dubbio

In questa altalena di considerazioni non si sta affatto comodi, a volte mi sento stupida, a volte fessa,
a volte quasi brava, insomma una bella gatta da pelare per l'autostima, però non cerco più di
spianare gli spigoli, li guardo e vado avanti per tentativi ed errori. Questo è uno dei prezzi da pagare
per cambiare: accettare di essere imperfetti, scomposti, ma non smettere di tentare altre vie.

Pur non volendo affatto autoflagellarmi per queste contraddizioni, ritengo tuttavia necessario
rifletterci sopra, pensando che l'unica strada possibile sia quella di essere, almeno, molto
consapevole, provando sempre e comunque a pensare prima di comprare qualsiasi cosa, e devo dire
che da qualche anno a questa parte ho davvero eliminato almeno l'80% di quelli che prima
consideravo acquisti "necessari".

Queste scelte non sono state però il frutto di uno sforzo intellettuale, è successo nel tempo che la
dignità dei miei comportamenti ha proficuamente sostituito, con successo e gioia, quei brevissimi e
finti momenti di soddisfazione che seguivano all'acquisto, e che erano diventati sempre più brevi, e
sempre meno eccitanti, nonostante a volte alzassi il tiro, in merito al livello di lusso (esempio: un
viaggio all'estero, brivido durato in fin dei conti solo alcune ore).
C'è ancora molto da scrostare, ma ho visto che la parte difficile è l'inizio, il resto si srotola come
fosse ovvio, senza più alcun pensiero di "depaueperamento", senza alcun rimpianto, anzi...

Per quello che vale una testimonianza personale, credo di poter affermare che l'unico modo per
arrivare a non consumare passi attraverso una scelta individuale e libera, nel senso che se questo
comportamento viene adottato soltanto come spinta "politicante", magari per l'appartenenza a un
gruppo più o meno no global, potrebbe risultare posticcio, ideologico, quindi passibile di un senso
di frustrazione, mentre può essere dirompente solo se si comprende fino in fondo quanta dignità ci
viene tolta nel rispondere come schiavi e burattini agli "ordini" del mercato, un vero padrone con la
frusta.

Se ripercorro la mia vita mi accorgo di quanto sia stato profondo e progressivo il condizionamento a
consumare senza fine: quando ero bambina era un lusso incredibile avere le pastarelle la domenica e
un vestito nuovo da mettere a natale e pasqua.
Già dopo una decina d'anni, senza l'automobile di famiglia e almeno una gita al mese i vicini
pensavano che fossimo pezzenti.
Ancora un decennio e... seconda casa, almeno due macchine, orologi, abiti costosi e un numero
indecente di altre cose hanno fondato l'epoca degli eterni scontenti, quelli che sono disposti a fare la
fila per diverse ore pur di avere un pezzo di alta moda a saldo (sic!).
Pochissimi sono disposti ad ammettere che questa compulsione è molto vicina ad una malattia
fatale, anche se ci sono ormai cliniche specializzate nella sindrome da "compratori coatti", i drogati
degli acquisti, intossicati come qualsiasi eroinomane.


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Chi sono i consumisti?

Il fatto però è che neppure i più "impegnati" fra noi riescono facilmente a prendersi abbastanza in
giro sulla reale necessità (?) dell'ultimo videofonino, e accampano cento spiegazioni
apparentemente razionali, mentre i magnati della telefonia gongolano per la facilità con cui sono
riusciti a convincere centinaia di milioni di persone a cambiare modello ogni tre mesi, dopo averli
già convinti che senza il cellulare si viene radiati dalla società, in un bel circolo vizioso in cui la
minaccia si auto-avvera, nel senso che ormai se dici che non hai il cellulare ti guardano strano e
diventi in un istante un barbone o un lunatico, comunque uno da scansare.

Reggere a questi ostracismi non è affatto facile. E' un prezzo non banale da pagare se si vuole
vivere sui propri valori, non su quelli statisticamente più diffusi.
Ecco di nuovo il punto centrale: c'è un costo per cambiare, anche se non è in denaro, ma non per
questo è meno oneroso, anzi, lo è molto di più, perché riguarda la capacità di sopportare il rischio di
esclusione, un vero spauracchio per un essere umano: basta pensare che la peggiore punizione
inventata per i cattivi non è il carcere, ma la cella di isolamento.

Nulla di nuovo: tutto il meccanismo dell'induzione al consumo si fonda sulla paura di restare soli,
sulla necessità umana di essere uguali agli altri per ottenere accettazione, o sull’avidità di essere
superiori, di guardare i meno ricchi dall’alto in basso. Nelle ricerche sulla felicità viene fuori che
non è importante in assoluto il proprio reddito, è importante averlo più alto del vicino.
Tutte spinte che con la razionalità non hanno nulla a che vedere, e che tuttavia possono essere
oggetto di riflessione personale, per diventare capaci di uscire dal mucchio, per ottenere una
maturazione individuale, per "essere" politici, non solo parlare di politica.

La grande illusione di poter cambiare il mondo delegando questo cambiamento ai politici di
professione dovrebbe essere ormai parte delle favolette da raccontare ai nipotini: il potere è una
droga talmente micidiale da modificare il dna, quindi ogni politico in realtà pensa solo a mantenere,
non a cambiare, lo stato delle cose, ossia la propria posizione privilegiata.

Eppure anche i migliori tra i movimentisti, quelli che questa illusione della delega l'hanno già
buttata, non riescono con facilità a guardare se stessi per primi, ad affondare i denti affilati
dell'autocritica dentro la loro propria carne, e difficilmente accettano di fermarsi a verificare ogni
singolo comportamento alla luce di quanto hanno appreso dai pensatori antiliberisti: se restano
teorie, per quanto ineccepibili, saranno solo un bell'esercizio di stile, mentre sarebbe bene accettare
la grande sfida di monitorare minuto per minuto il proprio agire, non con lo scopo di farsi un
processo infinito, ma per essere sempre più coscienti della complessità del cambiamento e dei suoi
costi. Pochissimi accettano di fermarsi a pagare questi prezzi, pochissimi sono disponibili a
guardarsi dentro, a portare a galla le contraddizioni, e il meccanismo più diffuso è la negazione: no,
io non c'entro, il problema è...

Proprietà privata e storia personale

Una lunga e sfibrante discussione può accendersi con facilità appena si tenti, come ho fatto
personalmente qualche volta, di ragionare sul tema della "proprietà privata". Apriti cielo se viene
rammentato che quest'ultima è assimilata da Marx al furto, e che la sinistra nacque proprio sulla
dimostrazione di questo principio. Tutti uniti e pronti a scaldarsi, nel dire che i tempi sono cambiati,
che è molto più razionale comprare una casa che non farlo e via di questo passo, passando
all'automobile, alle tecnologie, al supermercato.


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Si dimentica con un colpo di spugna che siamo inseriti fino al collo negli effetti devastanti che,
appunto, la proprietà privata ha prodotto, dal possesso delle terre al dogma della superiorità sociale
(morale!?) di chi possiede più cose, più case, e tutto il mondo è in guerra per la religione della
proprietà privata! Eppure facciamo finta che la cosa riguardi solo i capitalisti.

Sebbene comprensibile umanamente, questo atteggiamento tuttavia fa parte del problema di cui
stiamo parlando: sono gli altri a dover cambiare, non io, non adesso, non qui. Ma allora chi, quando,
dove???

Come si vede continuo a fare l'altalena anche in queste righe, non solo con me stessa, ma con tutti,
perché capisco certe contraddizioni, e nel frattempo non posso fare a meno di vedere che sono
queste le note stonate dell'azione politica in cui i movimenti sono impegnati: vogliamo il
cambiamento ma lo chiediamo al di fuori di noi stessi, critichiamo il "sistema dominante", ma non
ci domandiamo quanto siamo anche noi impregnati di convinzioni pericolose.

Mi è capitato di discutere su questo argomento scottante: la differenza tra valore e denaro. Ho
chiesto a diversi movimentisti se fossero consapevoli che ormai attribuiamo un valore a qualunque
cosa solo se quest'ultima ha un costo definibile in denaro, più alto è il prezzo e più la cosa è "di
valore", mentre dovrebbe essere sempre possibile distinguere nettamente tra i due concetti.
Perfino i più preparati hanno grandi difficoltà a valutare la preziosità di qualcosa, qualsiasi cosa, se
non viene monetizzata in qualche modo. L'esempio è venuto fuori in occasione di alcuni corsi di
formazione che ho condotto gratuitamente: diversi partecipanti si sentivano dispensati dall'essere
puntuali, dal restare per tutto il tempo previsto, dal coinvolgersi pienamente nelle esercitazioni e via
dicendo, e alla mia richiesta di spiegazioni raccontavano di impegni improrogabili, e altre priorità.

Ma quando, non convinta delle scuse, ho fatto la domanda precisa: "Se avessi pagato diecimila euro
per questo corso, verresti puntuale, rimarresti fino all'ultimo minuto, daresti il massimo?" Ebbene,
anche i più reticenti hanno dovuto ammettere che in quel caso avrebbero attribuito all'evento un
carattere di assoluta preziosità, a fronte di un alto costo in denaro.

Conclusione? Al di fuori di qualsiasi giudizio morale, vale la pena di accorgersi che è difficile
scrollarsi di dosso il dio denaro, è difficile pagare il prezzo del vero esame di se stessi, di un reale
tentativo di valutare uomini e cose con altri metri, di ridisegnare relazioni genuine tra persone, non
più fondate sulla mercificazione di qualsiasi elemento. Siamo imbevuti di equivoci, ben inseriti
molto al di sotto della pelle, ed è il caso di farci i conti, non di negarli con argomentazioni
intellettuali.

In una situazione simile mi sono sentita addirittura rimproverare duramente della gratuità del corso:
mi hanno detto che ero io a svalutare la mia "pur eccellente professionalità" (!?), e che in questo
modo prestavo il fianco al dubbio che lo facessi per fini poco chiari (!). La confusione tra valore e
denaro era completa.
E' molto difficile constatare che i germi del capitalismo hanno attecchito comodamente dentro
ciascuno di noi, perché sono stati inseriti con grande dispendio di risorse e tecniche sopraffine, per
molti decenni, quindi per identificarli e poi sperimentare strategie efficaci per eliminarli occorre
dedicare molta attenzione, tempo, energie, a questo compito specifico: un costo non indifferente.
Proprio perché cambiare vuol dire cambiare se stessi, e questo è indubbiamente il prezzo più alto.

Il costo del cambiamento è interiore

Il punto centrale si ripresenta, come un ritornello: l'ostacolo maggiore al cambiamento sociale non
sta nella difficoltà di convincere i cattivi capitalisti a rinunciare ai loro profitti (causa persa, tra

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l'altro, in partenza), ma proprio nel modificare quanto esiste al nostro interno di congeniale,
connivente, allineato al capitalismo, non solo in quanto consumatori, ma proprio in quanto asserviti
alla religione della proprietà privata.

L'errore più ingenuo è quello di crederci immuni, magari perché abbiamo approfondito i temi
alternativi, dall'equo e solidale al biologico, dai GAS alle MAG, dal disarmo alle malefatte
dell'Organizzazione mondiale del commercio, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario
Internazionale, dagli appelli per la pace ai bilanci partecipati e via documentando.

Il vero costo da pagare per il cambiamento non sta nel trascorrere tempo nei dibattiti, specie quelli
belli, che spesso sono autoreferenziati, quindi gratificanti: è molto più costoso staccarci per qualche
ora da tutto e da tutti, farci alcune domande vere, per esempio fare un elenco delle cose di cui siamo
convinti di non poter fare a meno, valutare con onestà come mai ci siamo così attaccati, e chiederci
se quando parliamo di economia solidale e alternativa questo riguardi anche le nostre proprietà
private, o se invece troviamo mille e una motivazione per giustificare la nostra realtà come
un'eccezione che merita la massima comprensione...

Non si tratta di andare di colpo a vivere sotto i ponti e chiedere l'elemosina, tuttavia è il caso di
renderci consapevoli che non siamo credibili per nessuno se al nostro interno non risolviamo alcune
contraddizioni di fondo.

Vale la pena di ricordare che le persone che prendiamo ad esempio nella storia sono proprio quelle
che trasudavano coerenza da tutti i pori, perché i loro comportamenti visibili e invisibili, privati e
pubblici, erano la conseguenza fattiva delle loro idee. Gandhi, fuori dalla retorica, era davvero
convincente, perché agiva seguendo alcuni irrinunciabili principi, e viveva ogni minuto della sua
giornata in modo conforme a quei principi, appunto: "Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel
mondo".

Naturalmente viene facile affermare che di questi eroi ne nascono pochi, uno ogni miliardo, uno
ogni dieci secoli, e che noi invece siamo solo dei piccoli esseri tartassati dal lavoro precario, dalla
televisione, dalla pubblicità, dal mutuo.
Ammesso e non concesso che sia vero, allora sarebbe almeno il caso di non chiedere più la luna, e
smetterla di imprecare contro il sistema dominante, di prendersela con i capitalisti, che almeno sono
chiari nella loro sete infinita di profitto, piantarla di pensare che il “compromesso” sia come il
brodo di pollo contro l'influenza, facile e di sicuro effetto.

Magari questo significa, speriamo, che arriverà prima o poi un punto di saturazione, nel quale la
consapevolezza del danno procurato dai consumi smodati diventerà più forte di tutto, e allora non si
tratterà più di "rinuncia", ma di scelta libera nel modificare la nostra direttrice della vita.

Ma per ora fare a meno delle “cose” sembra una sconfitta, sebbene sia il contrario, ossia una grande
vittoria, la liberazione da una enorme schiavitù, perché sono le cose i nostri veri padroni, noi siamo
convinti di possederle, ma sono loro ad avere il potere su di noi, ci fanno diventare schiavi, pupazzi
invasati dall'isteria del possesso a tutti i costi. Vedere questa schiavitù non vuol dire
automaticamente uscirne, ma di sicuro sarebbe già un bel passo avanti. Quanti di noi sono disposti a
rinunciare domattina al telefonino? Tanto per dirne una sola...

Vostro Onore, la difesa chiama a deporre...

E' opportuno ribadire ancora una volta che il cambiamento è difficile, e può avvenire solo in certe
condizioni.

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Per esempio un vero problema risiede nel fatto che per buttare via qualcosa senza rimpianti bisogna
prima averla.

Questa realtà è una "debolezza" della struttura umana, tanto è vero che tutti i paesi che escono da
regimi imposti, per prima cosa vogliono possedere denaro per comprare qualunque cosa, essendo
stati privati di questa possibilità.
In questo senso non mi convince la spiegazione che sia soltanto la diabolica capacità (peraltro reale
ed efficacissima) del capitalismo di affascinare le genti di ogni latitudine: esiste una caratteristica
profonda dell'individuo umano, ossia la scorciatoia comoda e veloce dell'imitazione, che è una
strada eccellente di apprendimento, una via che nella crescita del bambino è fondamentale: la
maggior parte delle abilità si apprendono nei primi anni di vita imitando i genitori.
Questa strategia è regolare e necessaria fino a quando l'individuo diventa adulto, fase nella quale
dovrebbe invece pensare solo con la propria testa e non imitare più nessuno.

Ma molto spesso, per non dire quasi sempre, la via dell'imitazione risulta molto comoda anche da
adulti. Si arriva con facilità al conformismo, dettato dal desiderio di non creare conflitti tra se stessi
e la propria comunità di appartenenza, in altre parole per farsi accettare è più facile seguire l'onda
che andare contro corrente.

Nel nostro mondo occidentale, che si è arricchito seguendo meccanismi di grande ingiustizia
nell'uso delle risorse, andare contro corrente oggi significa scegliere deliberatamente di non
consumare, di non comprare, di non uniformarsi ai valori correnti che mettono denaro e possesso al
primo posto.

Per fare questa scelta liberamente, tuttavia, bisogna comunque avere un certo grado di maturazione,
di consapevole accettazione del costo che hanno queste scelte, del rischio di andare incontro a
critiche, prese in giro, isolamento, giudizi forti, in altre parole: non consumare costa parecchio, e
non si può pagare in moneta.

Costa l'incomprensione di parenti e amici, l'incertezza della propria verità contro le facili certezze
del pensiero uniformato, avendo come unica costante il dubbio delle proprie scelte, la lucida analisi,
impietosa sebbene serena, della difficoltà di distinguere tra convinzione e ideologia, tra felicità nel
mettere in pratica i propri valori e masochismo nel mettersi contro quasi tutti quelli che ci
conoscono.
Questi comportamenti non sono automatici, sono frutto di grande impegno nel togliersi da dentro
tutte le appiccicose false convinzioni su noi stessi e sulle nostre motivazioni ad agire. Se nella
famiglia tutti, genitori, fratelli, nipoti ecc… si sono appena comprati l’ultimo modello della tv al
plasma, non è facile sentirsi dire “Ma perché tu no?” come se avessimo la peste…

C’è da riflettere, perché per ora solo le catastrofi naturali impongono all'improvviso un ritorno ai
(pochi) bisogni fondamentali, ma non ci sembra opportuno dover essere “svegliati” dalla catastrofe,
forse sarebbe più intelligente svegliarsi autonomamente.

Duecento anni fa (che sembrano tanti, ma nella storia umana sono un battito di ciglia), non
esistevano il telefono, il treno, l'aereo, il frigo, la lavatrice, gli abiti confezionati, gli orologi al
quarzo, il computer e il cellulare, la macchina, gli scooter, internet, le penne a sfera e i blue jeans,
gli antibiotici e la plastica, la tv e i dvd... l'elenco sarebbe enorme (magari può diventare un gioco..),
ma una cosa è certa: l'umanità si trova in una fase di cambiamento accelerato a cui non è abituata.
Qualcuno ha calcolato che solo 50 fa in un negozio c'erano di media 500 cose, adesso in un
supermercato anche piccolo si sta intorno alle 15.000, per arrivare al megastore, che è come una
città, dove ci sono alcuni milioni di oggetti: di fronte a un tale bombardamento i nostri sensi si

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confondono, si perde la lucidità, perché l’ “iper-stimolazione” è uno sconquasso per la mente,
quindi occorre una grande padronanza di sé per smascherare i falsi bisogni, per non farsi attirare
dalle mille sirene, come fece Ulisse facendosi legare, e allora ecco che il cambiamento che occorre
sta proprio nella coscienza di quello che facciamo, di ogni gesto, di ogni singolo comportamento, in
tempo reale, velocemente.

Nel passato ci volevano millenni perché qualcosa, anche minima, cambiasse, mentre adesso, se
penso alla vita che conducevano i miei nonni, non trovo neanche una vaga somiglianza.

Questa velocità di cambiamento è una nuova facoltà da assimilare, anche in politica, dove nuove
forme e regole di governo dovranno necessariamente prendere il posto delle vecchie, modalità che
ancora non riusciamo neanche ad immaginare, anche se credo che sarà possibile solo quando
finiranno le illusioni, quelle del “boom economico” e delle false certezze dell’ “Avere”, che tanti
guai hanno procurato al pianeta, ma anche alla psiche delle persone, che mai come in questo
periodo consumano psicofarmaci in quantità industriali, perché il grande equivoco che ci si possa
realizzare attraverso le cose, le proprietà, il denaro, sta portando ad una vera epidemia di malattie
mentali.

Per scongiurare questo flagello generale è il caso di mettere mano al proprio cambiamento, perché è
l’unico in grado di rendermi cosciente e responsabile delle mie azioni, sia personalmente che
collettivamente, di ogni singolo gesto, per velocizzare la reale introduzione di altri modi di vivere.

Dunque ci sono diversi argomenti da portare come avvocati difensori di tutti quelli che hanno tante
difficoltà a cambiare, a vivere secondo criteri di sobrietà, a valutare se stessi non più in base a
quanto si possiede, ma a come si è dentro… tuttavia, sebbene non si tratti di emettere alcuna
sentenza, quanto piuttosto di renderci consapevoli degli ostacoli, forse vale la pena di guardare più
dentro che fuori, più ai nostri comportamenti che agli avversari politici, anche perché delle forti
incoerenze tra idee e azioni… proprio quegli stessi avversari ne fanno abbondante abuso.

Cambiare se stessi è difficile, eppure è forse l’unica via per rendere vive le migliori idee che
conosciamo e amiamo.

Accettare le proprie contraddizioni è il primo passo, serve ad osservare i comportamenti senza
dover ricorrere al brutto espediente dei “due pesi e due misure”, tipo… che il capitalismo è brutto
solo quando lo esercitano gli altri, mentre quando io obbedisco alla proprietà privata sono scusabile.

Non si tratta di auto-flagellarsi, ché già è uno sport fin troppo praticato, ma dopo le recenti e
implacabili vicende elettorali magari converrebbe ricominciare da qualche parte in modo
sistematico e profondo, per esempio ricordando un fatto ultimamente un po’ trascurato, ossia che “il
personale è politico”.

Franca Angi
Roma 2008




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Vi presentiamo una proposta

E’ ormai una sensazione piuttosto diffusa che i danni all’ambiente siano sempre più gravi e che le
politiche di intervento degli organismi internazionali e degli Stati più industrializzati stentino a
decollare o sono addirittura inesistenti, malgrado l’urgenza di intervenire, ribadita da una serie di
rapporti scientifici che si susseguono con una cadenza impressionante.
In assenza di un radicale cambiamento del sistema economico dominante, sarebbero assolutamente
necessari una decisa pressione dal basso, una seria e continuativa azione di denuncia, la
elaborazione di proposte concrete di cui intere popolazioni si facessero portatrici. Purtroppo siamo
ancora lontani da una situazione di questo tipo, ma non possiamo assistere senza reagire a fenomeni
sempre più gravi come le modifiche del clima o la perdita di foreste primarie che ancora per poco
preservano il patrimonio genetico originale dell’umanità.
La ipotesi che stiamo perseguendo da alcuni anni si basa su una presa di coscienza e una assunzione
di responsabilità da parte di singole persone o di famiglie che vogliono realmente preoccuparsi del
loro futuro. Alla domanda che tante volte ci viene rivolta, “ma io cosa posso fare di fronte a
fenomeni di questa portata”, vorremmo che si rispondesse con piccole azioni concrete di modifica
delle nostre abitudini di consumo (ognuna delle quali contribuisce ai peggiori danni ambientali), in
modo da sperimentare concretamente un modello di consumo ben diverso da quello che ci viene
continuamente imposto. Siamo convinti che se l’esperienza viene attuata seriamente e soprattutto
tende a coinvolgere fin dall’inizio altre persone, può diventare una forma di pressione non
trascurabile, in quanto contiene in se la negazione delle logiche più distruttive del modello nel quale
siamo immersi e dal quale ci sembra così difficile uscire.

Il percorso che vi proponiamo prevede diversi livelli, che ciascuno può realizzare in base a sue
libere scelte; nessuna azione richiede impegni gravosi o tempi irrealistici, mentre i risultati sono
immediatamente verificabili e permettono un uso molto più intelligente delle risorse a propria
disposizione. Le spese più onerose si evidenzieranno solo nella fase finale del percorso e saranno
comunque chiari i tempi di recupero delle cifre impegnate e i vantaggi anche monetari che possono
derivarne. Nelle prime fasi potrete cominciare a sottrarvi ad alcuni dei meccanismi più gravi e
pesanti che vi vengono imposti dall’esterno, riducendo alcuni dei danni al pianeta e alla vostra
salute che derivano dai consumi inutili e senza limiti ai quali siete stati abituati dalle pubblicità e dai
sistemi di distribuzione. Successivamente comincerete ad intravedere una modalità di consumo
delle risorse naturali molto più razionale e piacevole, e potrete cominciare a costruire un modello
significativo per voi e che avrete molta voglia di condividere con altri.

Nel testo troverete delle indicazioni e dei suggerimenti, ordinati secondo livelli successivi, e per
ognuno di essi potrete acquisire altre fonti e strumenti di informazione e di guida. Tutto il percorso
però deve essere libero e adatto alle proprie esigenze e priorità, mentre naturalmente non siete
obbligati a seguire la progressione dei livelli, il cui scopo è solo di essere un aiuto e un modo di
facilitare l’accesso ai materiali di documentazione. Questi ultimi saranno spesso utili non per voi,
ma se decidete di convincere qualche altra persona, sono cioè degli strumenti didattici adatti alla
diffusione dell’esperienza che avete deciso di intraprendere. Analogamente, non esitate a ritornare
ai livelli precedenti se vi rendete conto che una “vecchia abitudine” ha ripreso il sopravvento sulle
modalità di consumo e di comportamento che avete deciso di acquisire per rispettare il pianeta.

Vi segnaliamo inoltre che la Città dell’Altra Economia comprende al suo interno, e accoglie spesso
per incontri e convegni, esperti di problemi ambientali e tecnici, che saranno felici di mettere le loro
conoscenze a vostra disposizione; una economia alternativa e solidale prevede come funzioni
essenziali lo scambio di esperienze e il dono di conoscenze, fermo restando che tutte le persone
coinvolte stanno anch’esse vivendo esperienze analoghe e possono non fornirvi verità assolute, ma
solo indicazioni derivanti dai lavori di costruzione e sperimentazione in corso.
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Primo livello

Piccole azioni, individuali o familiari, per sottrarsi ai meccanismi di danno ambientale e acquistare
coscienza del proprio ruolo di consumatore; in genere non comportano spese e danno luogo a dei
risparmi che possono essere quantificati e aumentati nel tempo. Richiedono la revisione delle
vecchie abitudini, spesso diventate degli obblighi non eliminabili, e la adozione duratura di nuove
abitudini che permettono di vivere rispettando il pianeta e la natura e ponendo le basi per la
costruzione di una economia e di un mondo completamento diverso. L’attuazione di un certo
numero di suggerimenti porta anche ad immaginare una società alternativa dove la solidarietà
vissuta permette di instaurare relazioni e rapporti interamente nuovi.


                                Il risparmio energetico in casa

   1. Spegnere la luce uscendo da una stanza vuota

   2. Man mano che si fulmina una lampadina normale (a incandescenza), sostituirla con una
      fluorescente a basso consumo. Pur essendo più costosa, dura otto volte di più e consuma
      quattro volte di meno.

   3. Nei luoghi meno frequentati (scale, cantine, soffitte, ecc.) si può applicare un interruttore a
      tempo, mentre nei vialetti di accesso alla casa si possono installare delle luci a cellula
      fotoelettrica

   4. Tenere pulite le lampadine: la polvere riduce la loro efficienza luminosa (fino al 15% in
      meno)

   5. L’illuminazione con lampade da terra o da parete è migliore perché non crea zone d’ombra e
      fornisce una luce diffusa

   6. Non lasciare computer ed elettrodomestici connessi alla fonte di elettricità (stand by, accesi
      ma non in funzione), staccare i carica batterie o telefonini

   7. Non accostare la lavatrice al frigorifero (i motori consumano meno se intorno l’aria è a
      temperatura ambiente)

   8. Usare la lavatrice a temperature basse (30°-60°) e solo a pieno carico

   9. Pulire frequentemente filtri e vaschette dei detersivi

   10. Se non abitate in una città con molto smog e molto piovosa, stendere i panni al sole è gratis
       e non spreca energia

   11. Mettere sempre i coperchi sulle pentole che devono bollire o cuocere, si eliminano le perdite
       di calore

   12. Se i piatti sporchi sono normalmente pochi, si possono lavare a mano con alcuni
       accorgimenti (lasciare in ammollo la sera, sperimentare i detersivi più efficaci e meno
       inquinanti, usare l’acqua calda dove si è bollita la pasta, ecc.)


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13. Nella lavastoviglie, potete rinunciare all’asciugatura dei piatti ad aria calda: aprire lo
    sportello e lasciare che i piatti si asciughino da soli permette di risparmiare il 45% di energia
    su un ciclo completo

14. Mettere sempre il sale nell’apposito contenitore, affinché l’impianto di decalcificazione
    rimanga efficiente

15. Preferire l’uso di lavapiatti e lavatrice nelle ore serali e notturne (se non disturba i vicini)
    quando le centrali vengono impiegate di meno e possono erogare elettricità senza
    sovraccarichi di potenza

16. Aprite il frigorifero meno volte al giorno per il tempo più breve possibile

17. Regolare il termostato a seconda della temperatura dell’ambiente: una temperatura troppo
    bassa (meno di 3 gradi centigradi) fa aumentare i consumi anche del 10-15% senza
    migliorare la conservazione del cibo

18. Non introdurre alimenti caldi o liquidi scoperti che contribuiscono alla formazione di
    ghiaccio sulle pareti

19. La zona più fredda è quella in basso

20. Spegnere il forno un po’ prima della fine della cottura lasciando i cibi all’interno

21. Non usare i termosifoni per asciugare i vestiti

22. Non usare il condizionatore tenendo aperte porte e finestre

23. Limitare l’immagazzinamento di calore durante le ore più calde, ad esempio abbassando le
    tapparelle

24. Non cambiare aria alla casa con il riscaldamento acceso

25. Rinfrescare la casa durante le ore notturne e favorire la circolazione dell’aria tenendo aperte
    le finestre

Avete scoperto qualche altra semplice forma di risparmio energetico casalingo?




                                  Il risparmio dell’acqua


1. L’acqua del rubinetto di regola è buona e molto controllata fino al termine della locale rete
   di distribuzione

2. Se avete dubbi sulle tubature (o sui cassoni) del vostro palazzo, l’amministratore deve fare
   effettuare le analisi e provvedere alle eventuali riparazioni



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3. In caso di presenza percepibile di cloro e derivati, versare l’acqua in una brocca larga e
   metterla in frigo per farlo evaporare

4. La presenza di calcare nell’acqua non è un fattore pericoloso per la salute e anzi è un
   elemento di prevenzione per alcune malattie cardiovascolari

5. L’acqua del rubinetto può essere usata per lattanti e dopo lo svezzamento, poiché è tarata a
   valori medi validi per tutte le età

6. I riduttori di flusso, reperibili presso negozi di idraulica e di ferramenta, si applicano a tutti i
   rubinetti e alla doccia e mescolando acqua e ossigeno riducono dal 30 al 50% il consumo di
   acqua, conservandone il potere detergente

7. Far riparare subito le perdite di acqua dai rubinetti e dalle tubature

8. Inserendo un mattone o delle pietre nello sciacquone del wc si può ridurre notevolmente
   l’acqua utilizzata

9. Si può raccogliere la pioggia installando una cisterna in terrazza e usarla per innaffiare fiori
   e ortaggi coltivati in casa o all’aperto

10. Non aprire l’acqua a scroscio e usare delle bacinelle di raccolta per un secondo uso (quella
    del lavaggio della verdura servirà per i fiori, quella dei lavaggi personali per il wc e così via)

11. Una doccia di 4 minuti consuma 50 litri di acqua, ma ne serve molto meno se si chiude il
    flusso mentre ci si insapona o ci si strofina

12. Il lavaggio a mano del vasellame non grasso può richiedere poca acqua se effettuato in un
    catino, mentre per il risciacquo basta un filo di acqua

13. Basta un bicchiere pieno per sciacquare i denti e un filo di acqua corrente per lavare lo
    spazzolino. Per fare la barba, basta un catino di acqua per inumidire e sciacquare rasoio e
    pennello. Rubinetto chiuso anche mentre si insaponano capelli, viso,mani e così via.

14. Le verdure biologiche si lasciano immerse in poca acqua e si apre il rubinetto solo per il
    risciacquo. Quelle non biologiche possono essere immerse in acqua e bicarbonato

15. L’acqua dove si è bollita la pasta è ottima per sgrassare piatti e pentole

16. Innaffiare i fiori sempre verso sera: l’acqua evapora più lentamente e viene in maggior
    misura assorbita dalla terra.

17. Utilizzare detersivi ed igienizzanti ecologici, dopo aver verificato la loro efficacia rispetto al
    prezzo.

18. Non usare acque minerali: spesso provengono dalle stesse sorgenti che alimentano i rubinetti
    delle case, sono meno controllate e più esposte a inquinamenti improvvisi delle falde,
    possono avere una concentrazione di varie sostanze in misura superiore a quella permessa
    agli acquedotti comunali, sono conservate in bottiglie di plastica che aumentano i rifiuti e
    inquinano l’ambiente per i lunghi trasporti su camion. E inoltre incidono moltissimo sul
    peso durante il trasporto della spesa dal supermercato a casa.

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19. Se per motivi di salute si devono proprio acquistare particolari acque minerali, leggere
    sempre sull’etichetta la scadenza di conservazione; scegliere un’acqua della zona e non una
    che proviene da lontano; scegliere quelle in bottiglia di vetro e con il vuoto a rendere; tenere
    l’eventuale acqua in bottiglia di plastica lontano da fonti di calore e al riparo dai raggi solari

Quando siete al bar o al ristorante, vi vergognate a chiedere “l’acqua di brocca o del
sindaco o di San Rubinetto”?




                                       Ridurre i rifiuti

1. Iniziate a non comprare prodotti inseriti in imballaggi eccessivi, a partire dal pane nella
    plastica, dai salumi in busta, dai prodotti da forno in scatole rigide di cartone piene per due
    terzi, e così via. Chiedetevi se siano realmente necessari scatole che all’interno hanno
    vaschette di plastica e poi incarti e ancora sacchetti di plastica, ecc. e preferire i prodotti
    analoghi contenuti in un singolo pacco.

2. Scegliete il “formato famiglia”, invece di tanti vasetti o pacchetti monodose

3. Se consumate il latte crudo (non pastorizzato) potete averlo in bottiglie di vetro a rendere,
    invece che di plastica da gettare. Eliminate gradualmente i vostri contenitori di plastica,
    favorendo quelli in vetro

4. E’ possibile trovare detersivi per lavatrici in forma di “ricarica”, cioè contenuti in buste da
    vuotare nel contenitore più grande iniziale, che così può essere usato a lungo; molti
    supermercati hanno ormai dei distributori di detersivi alla spina, dove cioè si riempie il
    vostro contenitore che si usa così più e più volte.

5. Per frutta e verdura, carne e formaggi, evitare le buste in plastica preconfezionate e farsi
    servire al banco

6. Evitate i contenitori in tetrapak (cartoni a molti strati) perché difficili da riciclare per la
    difficoltà di separare lo strato di carta da quelli in alluminio o plastica

7. Evitate i prodotti “usa e getta”, forse fanno risparmiare il tempo di lavaggio ma danneggiano
    gravemente e per lungo tempo l’ambiente.

8. Scegli prodotti, durevoli, riparabili, intercambiabili: dobbiamo rifiutare i prodotti progettati
    per essere usati per un tempo ridotto e predefinito

9. Al supermercato e alle botteghe usate le vostre borse (specie se in iuta o in tela lavabile)
    rifiutando le buste in plastica

10.Riducete il volume dei vostri rifiuti, comprimendo ad esempio le bottiglie di plastica e le
    lattine in alluminio

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11.Raccogliete a parte la carta (giornali e riviste, testi scritti e posta, ecc.) e portatela una volta
    alla settimana nei contenitori stradali (cassonetti bianchi) ad essa destinati. Ricordate che le
    buste con le finestrelle trasparenti non devono andare con il resto della carta e che molti testi
    al computer possono essere stampati dai due lati, mentre le pagine scritte possono essere
    utilizzate sull’altro lato per appunti o brutte copie.

12.Raccogliete a parte la plastica e il vetro (bottiglie, contenitori di liquidi e detersivi, barattoli
    per yogurt e conserve, bicchieri rotti, ecc.) e portateli nei contenitori stradali ad essi
    destinati. Fate attenzione che il vetro piano e i cristalli non vanno con bottiglie e vasetti,
    perché contengono sostanze particolari.

13.Non gettate nei cassonetti il materiale elettronico che scartate e verificate, prima di comprare
    i nuovi apparecchi, se il venditore ritira quelli vecchi.

14. Prima di gettare un oggetto, verificate se è possibile ripararlo: esistono ancora artigiani
   specializzati, oltre a risparmiare e a ridurre i rifiuti contribuiamo a non farli sparire.

15. Prima di gettare dei beni durevoli (mobili, vestiti, elettrodomestici, ecc.) cercate di venderli
    o donarli alle numerose organizzazioni che ne riciclano e recuperano una gran parte

Resterete sorpresi del ridotto volume di tutto ciò che resta ( e ancora molto potrebbe
essere recuperato e riciclato, qualora fosse organizzata la Raccolta Differenziata Porta a
Porta!)


                   Cambiare mobilità per salvaguardare il clima


1. Se siete costretti ad usare un auto, mantenete una velocità moderata in autostrada e sulle
   strade esterne e urbane: andare a 125 chilometri all’ora invece che a 110 comporta un
   aumento del consumo del 20%

2. Uno stile di guida tranquillo permette di risparmiare dal 5 al 25% di carburante

3. Spegnere il motore durante soste lunghe (ai passaggi a livello, ai semafori lunghi, sotto i
   tunnel, per parcheggi temporanei)

4. Spegnere tutti i dispositivi elettrici quando non sono realmente necessari (condizionatore,
   sbrinatore, fari, fari antinebbia)

5. Evitate di riscaldare il motore a veicolo fermo

6. Usate al minimo il condizionatore

7. Controllate spesso la pressione dei pneumatici

8. Non utilizzate accessori che aumentano la resistenza all’aria e non caricate eccessivamente
   la vettura: viaggiare con i finestrini aperti e con portapacchi inutili comporta aumenti di
   consumo del 2% in città e fino al 20% su percorsi extraurbani

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9. Usate l’auto ogni settimana un po’ meno e usate un motorino di piccola cilindrata

10. Provate ad arrivare ad un mezzo pubblico con la vostra auto, lasciandola in sosta fino al
    momento del viaggio di ritorno,

11. Provate a organizzare sul vostro posto di lavoro o con dei vicini dei trasporti in comune,
    magari non tutti i giorni, usando a turno una sola auto (car- pooling): aumentano anche le
    relazioni, praticamente impossibili sui mezzi pubblici

12. Se in città esistono dei servizi efficienti di car - sharing (condivisione di un parco auto
    comune), provate a vedere se vi conviene; all’inizio può sembrare un cambiamento
    complesso, ma ci si fa presto l’abitudine

13. E’ in fase sperimentale un sistema “Roadsharing”, una specie di autostop informatizzato.
    Chi offre un passaggio si registra sul sito indicando luogo di partenza e di arrivo, e resta in
    attesa di chi sta cercando un passaggio in quella direzione; analogamente chi cerca un
    passaggio precisa le sue esigenze. Il contatto tra domanda e offerta è stabilito dal sito.

14. L’aereo inquina anche 10 volte di più di un auto: su percorsi di 500-2000 chilometri
    conviene il treno, specie se tenete conto dei tempi che si aggiungono a quelli del volo
    (andare e tornare dall’aeroporto, controlli, scali tecnici, voli cancellati, ecc.) e della fatica di
    guidare

15. Fate diventare biciclette e bici elettriche il vostro mezzo di spostamento, magari
    aggiungendo un cesto e un portapacchi per la spesa

16. Aumentate il tempo delle vostre camminate, in particolare di quelle senza uno scopo preciso

Da quanto tempo non girate per una città d’arte senza meta, guardandovi in giro e
curiosando tra la gente e i monumenti?



                      Per una alimentazione corretta e gustosa


1. Iniziare e finire la giornata con un bicchiere di acqua

2. Sul lavoro, avere a portata di mano una caraffa di acqua da bere a intervalli; se si è in giro
   portare con se una bottiglia di acqua e un bicchiere di alluminio a telescopio

3. Aumentare la quantità di frutta e vegetali, che oltre a contenere acqua, sono ricchi di sali
   minerali e altre sostanze importanti per la salute dell’organismo

4. Acquistare frutta e verdura durante la rispettiva stagione (anche se le abbiamo dimenticate e
   siamo confusi dalla contemporanea presenza di piante e frutti che maturavano in periodi
   diversi) e diamo la preferenza a cibi che sono prodotti nelle vicinanze e di cui conosciamo la
   reale provenienza: potete risparmiare più del 30% dei pesticidi che assumiamo giornalmente



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5. Acquistare prodotti biologici (controllando che non abbiano prezzi eccessivi), provenienti da
   produttori certificati o autocertificati

6. Evitare gli alimenti cosiddetti freschi in buste di plastica e confezioni sottovuoto, macedonie
   pronte, minestre pronte, polenta cotta, piatti precotti, ecc.. I surgelati non si sa quando e
   dove sono stati cotti o pescati, e comunque la loro lavorazione richiede molta energia

7. Frequentare mercatini periodici dove sono presenti produttori diretti, che siano in grado di
   garantire la qualità dei prodotti (anche se non ufficialmente biologici) e che permettono di
   evitare i ricarichi di negozi e supermercati

8. Cereali, legumi, ortaggi e frutta devono costituire la base della dieta giornaliera, nella quale
   inserire altri alimenti in quantità moderate

9. Tra i cereali troviamo riso, granturco, frumento, avena, ma anche orzo, miglio, segale. Tra
   gli altri alimenti (amilacei) si colloca la patata. Questi alimenti apportano carboidrati, cioè
   energia, all’organismo e sono anche una fonte di proteine ma in bassa misura (5-10%).
   Questi alimenti devono sempre essere abbinati a fonti importanti di proteine, come carne,
   pesce, legumi.


10. Carne, pesce, uova, latte, formaggi, sono alimenti ricchi di proteine animali, di ferro, e di
    vitamine del gruppo B e PP. Però vanno consumati con moderazione per il contenuto di
    grassi saturi e perché contengono anche sostanze conservanti, residui di antibiotici e di
    pesticidi e spesso anche sostanze ormonali sintetiche (usate per ingrassare gli animali, negli
    alimenti per pesci di allevamento, ecc.).

11. Le proteine vegetali si trovano soprattutto nei legumi (piselli, fagioli, soia, lenticchie, ceci,
    fave, ecc.), fonti minori sono le noci, i semi e i cereali. Una dieta che combina cereali e
    legumi può fornire la gamma degli aminoacidi essenziali

12. Sia i grassi saturi (formaggi, latte intero, panna, burro, carni grasse e loro derivati che
    insaturi (oli vegetali, di semi e di oliva) vanno consumati in quantità molto ridotte a causa
    del loro alto livello energetico

13. Le sostanze grasse tendono a ossidarsi (diventano rancide e vanno conservate fuori del
    contatto con l’aria. I grassi solidi (burro, strutto, ecc.) vanno conservati in frigo. L’olio di
    oliva spremuto a freddo è la qualità da preferire, poiché questa lavorazione permette la
    conservazione di preziose sostanze nutritive che difendono l’organismo dai “radicali liberi”
    (ritenuti causa di invecchiamento, di disfunzioni delle funzioni cellulari e di tumori)

14. Il consumo di adeguate quantità di frutta e di ortaggi assicura il fondamentale apporto
    vitamine, minerali, e acidi organici, consente di ridurre la densità energetica delle diete e
    riduce la sensazione di fame dato il potere saziante di questi alimenti.

15. Mangiare la frutta lontano dai pasti, dopo averla lavata bene e sbucciata se non proviene da
    agricoltura biologica

16. Meglio stufare o cuocere i cibi nella pentola a vapore, che conserva al massimo i valori
    nutritivi


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17. Comprare i cibi freschi permette di eliminare l’olio di conservazione dei cibi in scatola

   18. Per l’alimentazione dei bimbi piccoli meglio ricavare in casa purè filtrati di verdure e frutta
       e cuocere biscotti casalinghi, evitando così di introdurre nella loro dieta i primi additivi
       chimici

   19. Le intolleranze e le allergie verso gli alimenti sono sempre più diffuse in quanto legate
       all’uso di alimenti di produzione industriale; è opportuno ricorrere a medici e analisi
       specializzate, ma anche ridurre drasticamente l’uso familiare di alimenti sottoposti a
       processi industriali e che contengono residui di pesticidi, conservanti, coloranti, potenziatori
       di sapore, additivi e altri prodotti chimici

   20. Gli organismi transgenici (detti OGM) sono piante e animali nel cui DNA sono stati inseriti
       dei geni estranei al suo patrimonio genetico originale. Si sarebbe dovuto rispettare il
       principio dell’affinità tra le specie, cioè non si sarebbero dovute incrociare specie troppo
       diverso tra loro oppure un appartenente al mondo animale con uno del mondo vegetale.
       Le specie transgeniche finora diffuse per scopi alimentari sono 5: mais, soia, colza, cotone e
       le colture di lieviti. Attualmente in Europa possono essere commercializzati prodotti
       alimentari che derivano da 16 organismi transgenici: una varietà di soia, una di mais, i
       derivati di sette varietà di colza e di quattro varietà di mais, gli oli derivati da due varietà di
       cotone e i cibi o i mangimi che contengono vitamina B2 (ottenute da colture del Bacillus
       Subtilis, batterio transgenico). Non si conoscono gli effetti che tali alimenti possono avere
       con l’uso prolungato sull’organismo umano e quindi sono da evitare.

   21. Pur essendo in gran parte destinati all’alimentazione del bestiame, sono sicuramente in
       circolazione alimenti transgenici; è obbligatoria la segnalazione in etichetta, ma in Italia non
       è ancora rispettata la direttiva europea. Marche e Puglia hanno vietato la coltivazione di
       alimenti OGM. Sono inoltre disponibili liste di prodotti e di case produttrici sicuramente da
       evitare

   22. Se si vuole ridurre i danni ambientali e alla salute derivanti dall’allevamento di bestiame e
       dalla pesca industriale, si possono ridurre o eliminare i consumi di carne, aumentando gli
       altri alimenti che contengono le stesse sostanze garantite dalla carne; manca solo la vitamina
       B12 che dovrà essere assunta a parte con un integratore

   23. Sostituire i pasti al ristorante (tranne quelli biologici e vegetariani) con cene tra amici con
       alimenti biologici, locali, di stagione e appena colti e con ricette che salvaguardano i valori
       nutritivi e i sapori originari

   24. Fare la pasta e il pane in casa, fare lo yoghourt e preparare le marmellate più semplici
       devono rientrare a far parte della normale cucina quotidiana

   25. Masticare trenta volte un boccone fa digerire meglio e mangiare meno

Parlate con orgoglio delle vostre conquiste in cucina?




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RIQUADRO

Pensate che qualche lettura possa sostenere i vostri sforzi? Sapere che altri sono passati attraverso la
vostra esperienza vi aiuta a superare le difficoltà e vi permette di affrontare con il sorriso sulle
labbra le inevitabili ricadute, gli eccessi di serietà, le prese in giro degli amici?
Vi segnaliamo alcune fonti di intelligenza, ironia e divertimento, per tenere desta la vostra
attenzione contro le lusinghe del sistema economico e il peso delle piccole abitudini accumulate
negli anni.
In primo luogo due libri che raccontano le esperienze di giornalisti o esperti che hanno
sperimentato per molti mesi cosa accade se si cerca di uscire dal mondo del consumismo illimitato e
di creare una sfera di vita da consumatore critico e responsabile, sono un aiuto ironico e sincero per
superare difficoltà e debolezze:

Judith Levine, Io non compro, un anno senza acquisti,un’esperienza per riflettere sul potere del
mercato, Ponte alle Grazie, Milano 2006

Leo Hickman, La vita ridotta all’osso, Ponte alle Grazie, Milano 2007

Poi una pubblicazione periodica,

La rivista “Internazionale” ha una rubrica settimanale di consigli per comportamenti e acquisti

Infine, se proprio non volete leggere, almeno un film divertente:

Morgan Spurlock, Super Size Me, un film di epiche porzioni, cosa potrebbe accaderti se per un
mese intero mangiassi solo al fast food?, Fandango Libri, www.fandango.it

Attenzione!

   a) Siete sicuri che le scelte risparmiose da voi effettuate sono diventate delle nuove “buone
       abitudini”? Qualche ricaduta nei vizi consumistici precedenti è normale e non deve creare
       sensi di colpa, poiché non dovete dimenticare che siete stati esposti per decenni alle
       tentazioni e alle imposizioni delle pubblicità e dei sistemi di distribuzione e quindi non è
       certo facile sottrarsi completamente e adottare comportamenti ben diversi (continuando a
       rimanere esposti alle suggestioni esterne, talvolta molto sottili e ben nascoste)
   b) Siete rimasto solo nelle vostre scelte oppure familiari e amici le rispettano o addirittura le
       invidiano? Avete coinvolto (senza imposizioni, si spera!) il resto del vostro nucleo
      familiare?
   c) Avete già pensato di esaminare le bollette di luce e acqua per verificare l’entità dei risparmi
       acquisiti? Se volete essere accurati dovete analizzare due o tre di quelle precedenti per
       evidenziare la spesa media di ogni voce e poi fare il confronto con le bollette successive,
       tenendo conto di eventi che possono aver influito sui risparmi (molte cene con tanti amici,
       una o due feste, ecc.)
   d) Avete già cercato di coinvolgere i vostri amici o colleghi nella vostra esperienza? Che tattica
       avete seguito?
   e) Cominciate a cercare di spegnere le luci quando siete in casa di altri o al lavoro, oppure
       guardate con dolore una fontanella senza rubinetto che spreca un liquido prezioso? Siete
       sulla buona strada, pronti per affrontare gli impegni del livello successivo


Secondo livello
                                                                                                     18
I suggerimenti talvolta comportano dei piccoli lavori o alcune spese, oppure possono essere accolti
solo al momento di fare dei lavori in casa o di pensare a mezzi di trasporto diversi, quindi è
necessario valutare bene i risparmi possibili e quanto tempo occorre per “rientrare” delle spese
affrontate. E’ opportuno che tutto il nucleo familiare condivida l’impostazione dei rapporti con la
natura e il mondo esterno, le iniziative da prendere sono molto più piacevoli se condivisi con
parenti ed amici ugualmente motivati. Occorre anche pensare in anticipo ai modi in cui presentare le
proprie scelte all’esterno, in particolare i vicini o i gruppi di incontro ai quali si partecipa, in
particolare i gruppi di acquisto solidale.


                               Il risparmio energetico e la casa

   1. Se comprate dei nuovi elettrodomestici (dopo aver valutato attentamente se ne vale la pena),
      chiedete quelli di categoria A (A+, A++, ecc.) che consumano meno energia

   2. Quanti sono i piccoli elettrodomestici di cui potete fare tranquillamente a meno?

   3. Termosifoni, scaldabagni, forni che usano l’energia elettrica hanno un rendimento molto
      basso e quindi devono essere usati il meno possibile

   4. Collegare la lavatrice al tubo dell’acqua calda (e ai pannelli solari termici se già installati)
      permette di risparmiare il 20% di energia assorbito dal boiler interno

   5. Il risparmio di energia può aumentare montando all’ingresso dell’acqua della lavatrice un
      decalcificatore magnetico che permette di lavare a temperature inferiori e di risparmiare
      metà dei detersivi

   6. Scegliere lavapiatti di categoria A, non superare i 50 gradi, pulire periodicamente le pale per
      evitare che i fori si otturino, nonché i filtri e gli ugelli. Evitare prelavaggio e asciugatura
      automatica

   7. Invece delle pile usa e getta (la cui produzione richiede molta più energia di quanta non ne
      eroghino), utilizzare quelle ricaricabili con un caricabatteria da collegare alle spine di casa.
      La soluzione più ecologica sarebbe una ricarica da pannello solare o a manovella

   8. Un misuratore di carica può verificare quanta energia rimane in una pila. Quelle mezze
      scariche possono essere utilizzate per apparecchi a basso consumo (sveglie, telecomandi)

   9. Una accurata coibentazione della casa può far risparmiare fino al 25% di energia. Si possono
      applicare pannelli isolanti di fibre naturali sulla pareti che danno verso l’esterno, isolare il
      pavimento del sottotetto, applicare strisce di gomma o guarnizioni sui bordi degli infissi,
      foderare il cassonetto delle tapparelle avvolgibili, apporre dei rotoli di stoffa alla parte
      inferiore delle portefinestre, ecc.

   10. Applicare dove possibile i doppi vetri alle finestre

   11. Piante sui terrazzi, alberi vicino ai muri, piante rampicanti sui muri esterni, alberi
       frangivento in giardino, ecc. modificano anche di 5 o 6 gradi il fabbisogno energetico di una
       casa (sia per riscaldare che per refrigerare)


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12. Un impianto termico a metano riduce del 50% le emissioni di anidride carbonica e del 30%
    quelle di ossido di azoto rispetto agli impianti a gasolio

13. Caldaie e caminetti a pellets o cippato ( fatti di residui di legno) riducono anche del 50% i
    costi di gestione e quindi permettono di compensare il costo di acquisto in tempi brevi

14. Inserire una valvola termostatica per regolare e diversificare le temperature nei diversi
    locali; si può risparmiare anche il 20% di energia; un cronotermostato permette di regolare
    per giorni e settimane i gradi e gli orari di accensione

15. Inserire un miscelatore in uscita dallo scaldabagno, tarando la temperatura fra 37 e 40 gradi;
    installare un timer per l’accensione regolata; verificare che il serbatoio dell’acqua sia ben
    coibentato

16. Contro il caldo esterno, utilizzare tende diverse secondo le stanze

17. I ventilatori consumano molto meno dei condizionatori. Quelli a pale (specie se a turbo)
    muovono l’aria di tutta la stanza possono ridurre la temperatura corporea anche di 5 gradi

18. Dovendo acquistare una lavastoviglie, scegliere i modelli ad alta efficienza ( con lavaggio a
    pioggia e riutilizzo dell’acqua di lavaggio) e verificare la presenza del marchio europeo
    IMQ e della ecolabel; evitare i modelli “lava e asciuga”, sono comodi ma consumano molta
    energia

19. Acquistare frigoriferi che non contengano Cfc, Hcfc, Hfc, i loro costi di esercizio sono
    minori e non si rischia di danneggiare la fascia di ozono che ci difende dai raggi del sole

20. Sbrinare il freezer quando lo strato di ghiaccio supera i 5 mm. altrimenti i consumi
    aumentano anche oltre il 30%; pulire dalla polvere la serpentina posta sul retro

21. I condizionatori di classe A costano di più ma consumano meno energia; non impostare una
    temperatura troppo diversa da quella esterna; pulire periodicamente i filtri che accumulano
    polvere e batteri pericolosi per la salute

22. Preferire i ferri da stiro più leggeri (massimo 1200 watt), a vapore e con dispositivo anti
    calcare

23. Le batterie degli apparecchi elettronici costituiscono un rifiuto pericoloso, quindi è sempre
    da preferire l’alimentazione elettrica; le batterie ricaricabili durano molto di più e il loro
    costo è recuperabile in breve tempo; le batterie alcaline e al litio garantiscono le migliori
    prestazioni; vanno tolte le batterie dagli apparecchi di uso non frequente. Le batterie
    scariche vanno assolutamente depositate negli appositi contenitori

24. Per una illuminazione migliore, tinteggiare le pareti di bianco; lampade da terra o da parete
    non creano zone di ombra; per lavorare, leggere o cucinare illuminare con apposite lampade
    i piani di lavoro; le plafoniere sono più adatte per bagni e zone di passaggio; usare le
    lampade al neon solo nei luoghi di lavoro e senza abbagliare

25. Per i locali senza luce diretta è possibile catturare la luce con dei dispositivi detti “tubi
    solari”: sono tubi riflettenti con una estremità sul tetto o su un muro esterno e l’altra sul


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soffitto della stanza da illuminare. La spesa energetica è nulla e l’investimento si recupera in
   poco tempo

26. Se avete spazi sufficienti sul tetto o intorno alla casa per installare pannelli fotovoltaici per
    la produzione di energia o termici per ottenere acqua calda, oppure piccoli rotori eolici se la
    zona è ventosa, potete richiedere dei preventivi. Sarete sorpresi dallo scoprire che una spesa
    del genere può essere recuperata in un tempo molto breve

Sono stati divertenti o stancanti i lavori suggeriti per rendere la vostra casa più leggera sul
pianeta?


                                 Il risparmio dell’acqua


1. Esistono in commercio sciacquoni del wc a doppio pulsante, con diverse erogazioni di
   acqua; oppure si può modificare quello già installato agendo sull’asticella del galleggiante
   interno al serbatoio (si possono risparmiare fino a 25.000 litri all’anno)

2. Se l’acqua non ha un gusto gradevole o non è potabile, sono possibili tre soluzioni: se
   dipende dai tubi vecchi e arrugginiti dell’edificio, si può munire il rubinetto di un filtro
   meccanico a rete; se le cause sono a monte, si possono usare delle cartucce filtranti con una
   miscela di carbone attivo e scambiatore di ioni (sono efficaci per ridurre la durezza
   carbonica dell’acqua, e contro la presenza di cloro e di alcuni metalli ma non eliminano le
   sostanze inquinanti); per l’eccesso di magnesio e calcio si può installare un impianto di
   addolcimento (chiamando degli esperti)

3. Un sistema risolutivo a largo spettro è il depuratore domestico ad osmosi inversa, utile per
   rimuovere metalli pesanti; è costoso, ma efficace e duraturo e si recupera la spesa in circa
   due anni. C’è il rischio di una eccessiva demineralizzazione se non è ben tarato

4. Si può bere acqua del rubinetto aromatizzata alle erbe (menta e basilico), oppure con gocce
   di oli essenziali al limone o all’arancio amaro. Le spremute sono poco costose e fresche; si
   può acquistare una bottiglietta di succo di mirtillo da diluire (costa quanto una lattina di
   bibite chimiche); la bibita di liquirizia si ottiene da due bastoncini di liquirizia lasciati
   sciogliere in una caraffa di acqua fresca. E infine il “guaranito” importato dal commercio
   equo e solidale.

5. In fase di ristrutturazione della casa si può chiedere di abbinare la colonna degli scarichi di
   cucina, della doccia, della vasca da bagno, della lavatrice o della lavapiatti a quella del wc.

6. Sul balcone si può installare un serbatoio in plastica per raccogliere l’acqua piovana,
   deviandola dalle grondaie e usandola per innaffiare o per il wc

7. Nei giardini domestici evitare od eliminare pavimentazioni impermeabilizzanti.

8. La neve artificiale sulle Alpi consuma tanta acqua quanto una città di un milione di abitanti;
   anche le piscine e i campi da golf consumano quantità eccessive di acqua

9. Lavare l’auto con un secchio invece che con la pompa


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10. Perché non provare a scrivere sui prodotti di più largo consumo la quantità d’acqua che è
    necessaria per produrli?

Avete provato a calcolare quanta acqua consumate ogni giorno? E i membri del vostro
nucleo familiare?



                                       Ridurre i rifiuti

   1. Adottare per i bimbi il pannolino ecologico lavabile, tutto cotone (ora anche biologico),
      così da eliminare i pannolini usa e getta, costosi e inquinanti e che, soprattutto,
      contenendo dei gel chimici superassorbenti, possono provocare irritazioni

   2. Anche gli assorbenti per le donne diventano per ragioni igieniche dei rifiuti
      indifferenziati e se dispersi nell’ambiente persistono a lungo senza modificarsi. Oggi
      possono esser sostituiti dalle pratiche “coppette” di lattice, lavabili e utilizzabili per
      lunghi periodi senza inquinare (rappresentano una spesa mensile di 30 centesimi di
      euro).

   3. Usare la carta igienica riciclata al 100%, marchio Ecolabel, sbiancata con cloro e
      imballata in amido di mais inseribile nei compost, acquistabile a prezzi uguali a quella
      normalmente in circolazione

   4. Evitare i bagnoschiuma, contengono tensioattivi schiumogeni che finiscono nei fiumi

   5. Evitare i deodoranti composti da oscuri ingredienti e gli antitraspiranti che chiudono i
      condotti sudoriferi e infiammano le ghiandole; usare invece la pietra di allume di
      potassio inumidita, acqua e bicarbonato, il normale borotalco

   6. Per la barba, rasoio di metallo, non usa e getta; escludere i pennelli da barba di tasso o
      con base in avorio

   7. I barattoli di vetro con coperchio a vite possono essere riusati senza limiti per riempirli
      di marmellate, succhi, conserve, vegetali sottolio, creme di semi oleosi, ecc.

   8. Se è proprio necessario usare stoviglie monouso, acquistare quelle biodegradabili in
      Mater B a base di amido di mais o i Pla, a base di acido polilattico

   9. Prima di gettare un tessuto, un oggetto, un foglio di carta usata, pensare intensamente ai
      nuovi usi che ne potremmo fare ( un patchwork, un vestito per bambini, un blocco per
      appunti, ecc.) senza porre limiti all’immaginazione

   10. I computer dichiarati “vecchi” dal mercato che deve inseguire modelli sempre nuovi,
       possono essere aggiornati e rimessi in circolazione dotati di software libero; i dannosi
       rifiuti di origine elettronica che intasano e avvelenano le discariche sono ormai
       insostenibili

   11. Molti oggetti, di stoffa, di legno, ecc. con un po’ di fantasia possono essere trasformati
       in giocattoli (preferiti da molti bambini rispetto a quelli supermeccanici)


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12. Le nostre case sono invase da piccoli contenitori di plastica mezzi vuoti (detersivi,
       saponi, shampoo, schiume, creme, cosmetici, ecc.): forse è ora di avviarli al cassonetto
       dopo averli accuratamente sciacquati

   13. Molti imballaggi (buste di plastica, scatole di cartone, ecc.) possono essere usati più
       volte; mettere da parte quelli che prevedete potranno esservi utili

   14. Verificare sempre la possibilità di riparare un oggetto che non funziona, prima di
       gettarlo via; esistono dei piccoli riparatori (calzolai, rammendatrici, arrotini, falegnami,
       orologiai, sarte, restauratori, rilegatori, ecc.) che con poca spesa prolungheranno la sua
       vita utile

   15. Se pensate di gettare un oggetto di casa, un vecchio libro, un mobile vecchio stile, ecc.
       verificate se può ancora essere utile a qualcun altro; esistono dei mercatini dell’usato che
       permettono il baratto diretto tra le persone e organizzazioni di volontariato che
       raccolgono cose vecchie per recuperarle

   16. Le pile esauste, i medicinali scaduti, i toner di copiatrici e stampanti, gli oli fritti, ecc.
       devono essere gettate negli appositi contenitori differenziati: sono tossici e pericolosi e
       possono perfino inquinare, rendendoli inutilizzabili, gli altri rifiuti

   17. Avete mai provato a sverniciare un vecchio mobile e a dargli nuova vita con vernici
       ecologiche?



                  Cambiare mobilità per salvaguardare il clima


1. Proporsi di non utilizzare l’auto per percorsi compresi tra i tre e i cinque chilometri
2. Convertire le auto a benzina in auto con impianti a metano o a GPL

3. Per auto diesel cercare di usare le tipologie meno inquinanti (blu diesel, gasolio bianco).
   L’uso del biodiesel (proveniente dal trattamento chimico di oli vegetali di colza, girasole e
   soia) riduce l’inquinamento, ma contribuisce ad aumentare i prezzi delle materie prime
   agricole e danneggia i paesi tormentati dalla fame e dalla malnutrizione

4. Sostituire l’auto con il treno per i percorsi superiori a 100 chilometri dalla propria abitazione

5. Ridurre al minimo gli ingressi nei grandi e medi centri urbani, usando l’auto solo per
   arrivare ai parcheggi di scambio intermodale e utilizzando poi i mezzi pubblici, con
   preferenza le metropolitane (anche quelle leggere di superficie)

6. Dovendo proprio acquistare una auto nuova, preferire i mezzi di piccola o media cilindrata

7. Dare inoltre la preferenza ad auto ibride (a doppia alimentazione) o che sperimentano
   carburanti meno inquinanti

8. Al momento dell’acquisto verificare attentamente la presenza di apparati che riducono le
   emissioni inquinanti e il rispetto delle norme europee in vigore o di cui è prevista
   l’approvazione nell’immediato futuro

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9. Durante l’uso verificare scrupolosamente il funzionamento degli apparati di controllo delle
   emissioni, affinché siano rispondenti ai livelli minimi previsti dalle norme in vigore o
   consigliate

10. Cambiare la marmitta catalitica quando è esaurita la sua funzionalità

11. Montare pneumatici ricostruiti, cioè che provengono da processi di riciclaggio e riutilizzo di
    vecchie gomme

12. Fare attenzione al corretto smaltimento dei rifiuti dell’auto: olio esausto, liquido dei freni o
    del cambio, batterie, pneumatici sostituiti devono essere consegnati agli appositi centri di
    raccolta per rifiuti pericolosi, dove saranno riciclati

13. Le auto elettriche non sono veicoli a emissione zero ma ad emissione differita, cioè che
    inquinano al momento della ricarica e dello smaltimento delle batterie, anche se
    contribuiscono molto a ridurre lo smog nei centri urbani

14. Acquistando una bicicletta, date la preferenza a quelle prodotte con il riutilizzo delle lattine
    di alluminio

15. Verificate la possibilità di acquistare piccoli carrelli trainati dalla bicicletta, di uso comune
    in molti paesi europei


                       Per una alimentazione sana e alternativa


1.    Entrare a far parte o costituire un gruppo di acquisto solidale è una esperienza ormai molto
     diffusa e permette di stabilire rapporti diretti con produttori agricoli e di consumare frutta e
     verdure di stagione (in qualche caso consegnate a casa settimanalmente): a prezzi molto più
     bassi dei mercati rionali si mangiano alimenti appena colti

2. Se si dispone di un giardino anche piccolo è possibile autoprodurre un notevole gruppo di
   alimenti: da tre a sei metri quadri, coltivati poche ore a settimana, possono fornire verdure a
   una famiglia di 3-4 persone per tutto l’anno

3. Anche un balcone può ospitare una piccola produzione di odori e piante per condire i cibi:
   basilico, menta, rosmarino, salvia, timo, erba cipollina, ecc. ma anche insalata, cavoli,
   sedani a coste, ecc.

4. Su un terrazzo si possono addossare alle pareti piante rampicanti, disporre delle cassette di
   legno sulle ringhiere (verso l’interno e verso l’esterno) mentre dei vasi più grandi possono
   ospitare piccoli alberi da frutta e può essere realizzata una piccola serra in un angolo riparato
   per avere prodotti anche d’inverno

5. Coltivare germogli in un barattolo è davvero interessante. Ricchissimi di sali minerali
   (calcio, ferro, fosforo) proteici e disintossicanti, i germogli di semi vari potrebbero da soli
   tenervi in vita E poi niente pesticidi, niente trasporti, niente terra, niente imballaggi, solo un
   barattolo e un po’ d’acqua. Si inizia con grani non decorticati di frumento, avena, ceci, orzo,
   soia mung, semi di girasole e zucca, ecc. Si mangiano in insalata o appena sbollentati

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6. Quasi tutti i vegetali si possono trasformare in conserve e le frutta in marmellate, con un po’
      di pratica si imparano le proporzioni da rispettare e le modalità di preparazione dei barattoli
      per garantire la conservazione

   7. Quasi tutte le frutta e molte verdure si possono essiccare al sole, basta disporre di un balcone
      soleggiato; stendere su delle tavole e coprire con dei veli tipo zanzariere

   8. Esistono migliaia di piante selvatiche commestibili o utilizzabili per migliorare la salute.
      Seguire un corso di riconoscimento delle piante apre la strada per una attività di raccolta
      divertente e interessante per chi voglia lavorare in una prospettiva innovativa

   9. Studiare le ricette che permettono di utilizzare i prodotti locali e provenienti dal Sud del
      mondo, le spezie meno conosciute, le erbe non coltivate e raccolte, è fondamentale per
      variare la dieta e per utilizzare al massimo le caratteristiche di ogni alimento (contro la
      standardizzazione dei prodotti trasformati industrialmente)

   10. Per far uscire i bambini dai vincoli di bevande molto pubblicizzate, patatine piene di
       “potenziatori di sapori” (vere e proprie droghe per la loro bocca) e merendine industriali è
       necessario recuperare le conoscenze della pasta e dei sughi fatti in casa, dei ciambelloni e
       delle crostate delle nostre nonne, dei succhi di frutta senza prodotti chimici e avviare un
       processo lento di vera e propria rieducazione del gusto (invitando anche i loro piccoli amici
       finché non saranno invidiosi dei cibi “diversi” da voi preparati).


RIQUADRO

Molti dei suggerimenti contenuti in questa parte del percorso sono tratti da alcune fonti
fondamentali, che potreste utilmente consultare in quanto contengono i motivi che portano a
ipotizzare la nuova modalità di consumo, l’elenco dei rischi che si corrono e che si cerca di evitare e
molti dettagli sul modo di realizzare l’innovazione. In sostanza il percorso è puramente indicativo,
l’analisi approfondita è stata lavoro prezioso di questi autori, che quasi sempre hanno
personalmente sperimentato quanto suggeriscono e sono ricchi di indicazioni pratiche e operative
per guidare la realizzazione.
Ulteriori indicazioni di obiettivi facilmente raggiungibili e maggiori informazioni su quelli già
indicati sono essenziali se si vogliono capire i motivi profondi delle scelte da fare e se si vuole
raggiungere una maggiore conoscenza relativa alle scelte già fatte:

Albert K. Bates, Manuale di sopravvivenza alla fine del petrolio, riflessioni, consigli e ricette per
fare a meno dell’oro nero, AAM Terra Nuova, Firenze, aprile 2008 (con bibliografia e ricette di
cucina)

Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli, manuale di ecoazioni individuali e collettive,
Serie Bianca Feltrinelli, Milano, aprile 2007 (con bibliografia)

Comune di Venezia, Progetto Cambieresti? (Consumi, ambiente, risparmio energetico, stili di
vita), undici schede di informazioni e consigli, www.cambieresti.net.

Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al consumo critico, informazioni sul comportamento
delle imprese per un consumo consapevole, EMI, Bologna, ultima edizione aggiornata


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Terzo livello
E’venuto il momento di guardarvi intorno, di rendervi conto che la vostra esperienza non è isolata
ma è parte di un movimento dal basso che coinvolge un numero crescente di persone. Potete
cominciare a chiedervi cosa potete fare intorno a voi, per vostra iniziativa e pressione, per
diffondere le nuove abitudini di risparmio e consumo. Si tratti di campagne, gruppi di acquisto o
pressioni politiche, l’incisività e la tenuta delle attività intraprese dipende molto dalle capacità
vostre e di chi avete coinvolto. Occorrono preparazione, conoscenze, motivazioni non superficiali,
capacità di creare contatti e alimentare relazioni sociali. E’ necessario avere idee chiare sugli
obiettivi delle singole iniziative, sulla adeguatezza dei mezzi rispetto agli scopi perseguiti, sulla
funzionalità delle reti, sulle capacità collettive e personali di incidere sui meccanismi di danno
considerati obiettivi prioritari. Ciascuno deve trovare la collocazione adatta alle sue caratteristiche
personali, tutti devono sapere che ruolo hanno e come devono svolgerlo. Solo una spinta
organizzata dal basso è oggi in grado di incidere su una situazione particolarmente grave. E’ un
compito e insieme una responsabilità, condivisi e partecipati, ma dove l’apporto personale, di tutte
le persone, è essenziale. Le indicazioni sono largamente esemplificative, completate il quadro con le
vostre informazioni e una analisi accurata del contesto nel quale intendete muovervi.


                            Il risparmio energetico fuori di casa


   1. Tutte le misure adottate per la vostra casa possono essere imitate in tutti gli uffici pubblici e
      in tutte le imprese private. Ogni vostra partecipazione a pressioni esercitate in questa
      direzione anche nel comune più piccolo è utile e conveniente per i contribuenti

   2. Riempiendo di pannelli solari lo 0,4 delle superfici costruite in Italia, (che sono il 10% del
      territorio) si potrebbe coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica del paese. Quindi ogni
      decisione, azione o campagna con questo obiettivo è di massima utilità e l’apporto della
      vostra esperienza essenziale

   3. L’ideale sarebbe che le normative edilizie nazionali e locali prevedessero tetti coperti da
      pannelli solari in tutte le case di nuova costruzione e incentivassero le abitazioni e i
      condomini disposti a dotare le loro costruzioni con i pannelli

   4. Ormai esistono anche in Italia interi quartieri alimentati con energia solare. E’ essenziale
      spingere le altre comunità ad imitare questi esempi di impiego oculato dei soldi pubblici.

   5. Per evitare di far peggiorare la situazione del clima è necessario ridurre le emissioni di CO2
      di oltre il 60% di quelle attuali, quindi occorre esercitare pressioni non soltanto sui principali
      “produttori”, ma su tutti coloro che anche in misura contenuta contribuiscono al flusso di
      emissioni. E’ essenziale partecipare a campagne e iniziative con questi obiettivi

   6. Dobbiamo ridurre le risorse naturali che utilizziamo in una misura compresa tra il 70 e il
      90% dei consumi attuali; per questo tutte le iniziative di consumo critico e responsabile
      vanno sostenute e richiedono la partecipazione di tutti

   7. E’ importante tenere sempre presente la quantità di acqua che è necessaria per produrre
      ciascun bene e quindi scegliere di usare quei prodotti che a monte hanno consumato meno
      acqua
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8. Si devono riconvertire a produzioni più rispettose dell’ambiente tutte le industrie che
   danneggiano gravemente il pianeta; in ogni territorio occorre conoscere i danni causati dalle
   aziende locali ed esercitare ogni possibile pressione perché modifichino sia pure
   gradualmente i loro processi produttivi

9. Ogni sede o locale può essere adibito a funzioni diverse a secondo degli orari; a proprietari,
   enti ed organizzazioni possono essere presentate delle richieste che aumentino l’uso sociale
   di parte delle scuole, degli uffici comunali, degli ospedali, dei cinema, ecc. nelle diverse ore
   del giorno

10. Si può esercitare una importante pressione su ogni nuova costruzione nel vostro quartiere o
    paese, cercando di far applicare le regole della bioarchitettura (impatto emissioni zero,
    energie rinnovabili, recupero acqua piovana, ecc.) e della bioedilizia (materiali edili, qualità
    degli arredamenti, vernici non tossiche, ecc.), prendendo a modello i bioquartieri, l’edilizia
    biopopolare, le ecoscuole

11. Si può lottare contro l’inquinamento acustico esterno (traffico, musiche, fabbriche, locali
    notturni) presentando un esposto al sindaco che deve intervenire, misurare i rumori ed
    effettuare sequestri

12. Sono moltissimi i territori inquinati da impianti chimici, centrali di energia, inceneritori,
    discariche, allevamenti, ecc. E’ essenziale creare un comitato di protesta che elabori anche
    proposte alternative, per difendere l’ambiente e la salute degli abitanti

13. Si possono appoggiare tutte le iniziative connesse con il diritto alla casa (contro le case
    sfitte, per ottenere case di edilizia popolare, a sostegno delle occupazioni di edifici vuoti,
    ecc.)

14. Si devono denunciare tutti gli episodi di abusivismo relativi al vostro territorio

15. Proteggere e richiedere il verde urbano: non solo ville e parchi ma anche giardini pubblici e
    aiuole spartitraffico coltivate

16. Invitare nel proprio quartiere o comune la casamobile dell’energia e del risparmio: rivolgersi
    a Paea o al Centro Sereno Regis di Torino

17. Chiedere al vostro Comune di rendere “verdi” cioè ecocompatibili tutti i suoi acquisti



                                 Il risparmio dell’acqua

   1. E’ importante tenere sempre presente la quantità di acqua che è necessaria per produrre
      ciascun bene e quindi scegliere di usare quei prodotti che a monte hanno consumato
      meno acqua

   2. Controllare che l’ente acquedotti locale o il comune effettuino tutti i controlli di qualità
      richiesti dalla legge e rendano pubblici i risultati


                                                                                                     27
3. Controllare lo stato di inquinamento di tutti i corsi d’acqua del vostro territorio e se
   necessario promuovere un comitato di sorveglianza di bacino, cioè che coinvolga tutte le
   popolazioni dei territori attraversati da fiumi e torrenti

4. Organizzare gite e visite alle sorgenti d’acqua del vostro territorio e alle centrali di
   potabilizzazione, per sensibilizzare la popolazione ad un uso corretto del prezioso
   liquido

5. Esercitare pressioni affinché gli enti locali svolgano una azione di promozione
   dell’acqua pubblica, in contrapposizione alle pubblicità insistenti delle acque cosiddette
   minerali

6. Organizzare delle “prove gusto”: la maggioranza dei consumatori non riesce a
   distinguere tra acqua del rubinetto e acque in bottiglia; metter cartelli nelle mense che
   usano l’acqua in brocca; esercitare pressioni su ristoranti e bar affinché passino all’acqua
   in brocca

7. L’acqua non deve essere privatizzata. Se l’ente locale ha già commesso questo errore
   (anche nella forma di società per azioni con la presenza del Comune), occorre esercitare
   decise pressioni per la sua ripubblicizzazione e per l’inserimento dei cittadini negli
   organi di controllo della gestione

8. Devono essere eliminate le tariffe minime (cioè l’acqua da pagare comunque) perché
   rappresentano un incentivo allo spreco nelle famiglie di più piccole dimensioni e
   installati dei contatori per ogni appartamento in modo che ogni nucleo possa controllare
   facilmente gli effettivi consumi e possa iniziare a ridurli

9. La promozione a tappeto dei riduttori di flusso domestici e negli edifici pubblici è una
   campagna che ogni ente locale dovrebbe avviare, specie se su richiesta dei cittadini;
   anche l’installazione di rubinetti nelle fontanelle è una azione che ridurrebbe la spesa
   collettiva per il consumo di acqua

10. Le reti di adduzione e di distribuzione dell’acqua richiederebbero una azione molto
    consistente di riduzione delle perdite; si potrebbe iniziare dal vostro territorio

11. I sistemi di fitodepurazione (igienizzare le acque attraverso particolari piante) sono
    convenienti e molto ecologici

12. Incentivare la raccolta dell’acqua piovana nelle case e nei locali pubblici potrebbe essere
    una misura alla portata di tutti gli enti locali

13. Controllare lo stato dei permessi di pesca e degli allevamenti artificiali

14. Esercitare pressioni per l’eliminazione di tutti gli scarichi illegali in fiumi e torrenti

15. Suggerire a produttori e cooperative di inserire nelle etichette dei prodotti da essi
    venduti la quantità di acqua che è stata necessaria per realizzarli




                                                                                                 28
Ridurre i rifiuti e recuperare “materie seconde”


1. Promuovere nel vostro Comune la raccolta differenziata fino a superare almeno il 60% del
   totale dei rifiuti è una azione fondamentale, ad alta priorità e urgente perché la utilità di
   discariche e inceneritori per lo smaltimento è assolutamente nulla, anzi dannosa in quanto
   non permette il recupero di molte materie prime essenziali (metalli, carta, plastica, ecc.)

2. Promuovere la raccolta differenziata porta a porta è ancora più utile, perché l’obiettivo 80%
   non è così difficile da raggiungere in poco tempo, purché la popolazione sia stata
   debitamente sensibilizzata e istruita

3. Naturalmente la riduzione a monte dei rifiuti agevola tutte le operazioni successive: ciò
   significa drastica riduzione degli imballaggi superflui, il recupero degli alimenti in scatola
   prossimi alla scadenza o in contenitori danneggiati che non pregiudicano la qualità del
   prodotto, il riuso e il riciclaggio spinto di arredamenti e utensili di casa

4. La frazione residua va ulteriormente ridotta con un apposito trattamento non inquinante

5. E’ necessario promuovere il passaggio da una tassa proporzionata alla taglia della casa a una
   tariffa applicata alla reale produzione in peso dei rifiuti, nonché l’adozione di incentivi a chi
   tratta il compost a domicilio

6. L’uso della carta riciclata dovrebbe diventare obbligatorio per una serie di prodotti di largo
   consumo (carta per uffici, buste per lettere, ecc.), mentre dovrebbe essere fatta rispettare la
   legge che impone agli enti pubblici di acquistare, nella misura minima del 30% della spesa,
   prodotti riciclati

7. Sono da sostenere i comitati che chiedono una moratoria nella costruzione di nuovi
   inceneritori finché non si sarà realizzata in misura cospicua la raccolta differenziata su tutto
   il territorio nazionale e saranno state adottate norme per la drastica riduzione degli
   imballaggi inutili

8. Proporre nelle mense, negli uffici, nelle scuole l’installazione di distributori automatici di
   prodotti biologici e del commercio equo e solidale (con imballaggi ridotti all’essenziale)

9. Partecipare con creative azioni di sostegno e di pubblicizzazione la giornata del “non
   acquisto”: un modo per sottrarsi almeno per 24 ore alle sollecitazioni continue del sistema
   distributivo

10. Rifiutare le buste di plastica per la spesa e sollecitare l’adozione da parte dei supermercati
    delle buste di tela o iuta

                    Cambiare la mobilità per salvaguardare il clima

       1. Partecipare a campagne e iniziative a favore dell’ampliamento delle zone urbane
          vietate alle auto e completamente disponibili per i pedoni; le corsie preferenziali per
          i trasporti pubblici urbani dovrebbero superare il 50% delle strade



                                                                                                 29
2. Sostenere la pressione per la ripubblicizzazione dei trasporti pubblici, da considerare
      beni comuni preziosi

   3. Richiedere alle aziende con più di 300 dipendenti di ricercare e mantenere sistemi
      collettivi di trasporto dei dipendenti stessi sui tragitti comuni casa-ufficio

   4. Proporre biglietti integrati che oltre alla rete di autobus e metropolitane,
      comprendano l’uso del car sharing e di biciclette.

   5. Proporre tessere aziendali e scolastiche scontate da offrire ai dipendenti e studenti
      che scelgano di usare i mezzi pubblici per recarsi sul posto di lavoro o di studio;
      biglietti scontati per eventi dovrebbero essere offerti a chi dimostra di aver utilizzato
      mezzi pubblici per raggiungere il luogo dell’evento

   6. Esercitare pressioni per avere mezzi pubblici urbani elettrici (anche se sono utili
      contro lo smog ma non contro le emissioni se sono ricaricati con energia termo
      elettrica come avviene in Italia; i mezzi solari non sono ancora stati sperimentati
      nelle attuali condizioni del traffico

   7. L’aria condizionata sui mezzi pubblici è spesso eccessiva e fa consumare il 20% in
      più di carburante; una protesta sistematica dei passeggeri potrebbe eliminare le
      pratiche scorrette

   8. E’ importante sostenere le proteste di viaggiatori pendolari in una fase in cui i tagli
      alle ferrovie e alle linee di bus per le periferie rendono il servizio sempre più
      inadeguato

   9. Partecipare alle richieste collettive di piste ciclabili, itinerari dedicati e moderazione
      della velocità per i mezzi pubblici e privati per garantire la sicurezza di ciclisti e
      pedoni; insistere per la disponibilità di bici (anche elettriche) nelle aree urbane
      centrali, da prelevare e restituire senza limitazioni

   10. Gli aerei sono rimasti fuori dalle normative dell’accordo di Kyoto: una campagna
       non solo nazionale dovrebbe esercitare una decisa pressione per l’approvazione di
       norme limitative degli inquinamenti derivanti dai voli aerei


                 Alimentarsi senza danneggiare il pianeta


1. Nei condomini con giardini interni si può proporre di coltivare alberi da frutta e un
   piccolo orto, magari affidati alle cure di anziani esperti e di bambini interessati; si
   risparmia sulle spese per il mantenimento di piante solo ornamentali e si possono creare
   occasioni di raccolti collettivi ma anche produrre il compost per tutte le piante da
   balcone

2. Chi è esperto di essiccazione di cibi o di produzione di marmellate e conserve potrebbe
   offrirsi di tenere corsi di autoproduzione ai condomini o ai municipi

3. Si può cercare di acquistare varietà antiche o rare di frutta e verdure in modo da
   garantirne la sopravvivenza e la coltivazione

                                                                                                30
4. Adottare un albero a distanza, rivolgendosi ad Archeologia Arborea, vicino Perugia, un
          rifugio di alberi da frutto in via di estinzione

       5. Esiste un movimento di “Seed Savers” (salvatori di semi), impegnato nella salvaguardia
          di varietà di piante minacciate di scomparsa: perché non sostenerlo in una delle tante
          attività che svolge?

       6. Avete mai notato quanti spazi urbani potrebbero essere valorizzati con piccole
          coltivazioni di orti o di fiori, rendendo la città più verde e più pulita?

       7. Molti comuni permettono di coltivare terreni demaniali incolti o aree confiscate alla
          mafia

       8. Sono in corso di sperimentazione accordi tra cittadini e agricoltori, per coltivare senza
          retribuzione parte dei terreni e condividere il raccolto

       9. “Orto in condotta” è il progetto di Slow Food per mettere in rete tutte le scuole che
          hanno un orto biologico

       10. Perché non collaborare alla organizzazione di mercati periodici nei quali scambiare i
           semi e le esperienze di coltivazione di piante rare o minacciate di estinzione?


RIQUADRO

Le guide per i comportamenti alternativi, elaborate sia da enti locali che da campagne e
associazioni, si stanno moltiplicando; ne segnaliamo alcune:

Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al risparmio responsabile, informazioni sul
comportamento delle banche per scelte consapevoli, EMI, Bologna,

Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al vestire critico, EMI, Bologna, 2007

Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al telefono critico, il mondo della telefonia messo a
nudo, Terre di Mezzo, Milano, ottobre 2007

Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, Più ortaggi, legumi e frutta,
educazione alimentare e del gusto nella scuola primaria, (guida e manuale per l’insegnante,
quaderni di esercizi per l’alunno), 2008

WWF-Enea, Risparmio ed efficienza energetica in casa, GenerAzione Clima, Roma (Via Po 25c,
00198, www.wwf.it)

Lea, Ecoguida, guida al risparmio energetico in casa, LEA Civitavecchia e Roma

Arpal, E’ ora di cambiare aria, Regione Liguria e Sistema Ligure di educazione ambientale,
(www.regione.liguria)

Assforseo, Il sole per tutti, Rete informativa territorio ambiente, ( Energetica, www.energetica.eu e
rete per l’autocostruzione del solare termico, www.autocostruzionesolare.it)

                                                                                                      31
Luca Martinelli, Piccola guida al consumo critico dell’acqua, dal rubinetto alle minerali,
vademecum per l’uso responsabile di un bene comune, Terre di mezzo, Milano (Altraeconomia,via
Calatafimi 10, 20122, segreteria@altreconomia.it )

AMA, Butta bene dalla A alla Zeta, Raccolta differenziata porta a porta, (www.amaroma.it,
numero verde 800 867 035)

Regione Campania, Centra l’obiettivo, rifiutali con intelligenza, vademecum per il cittadino,
(www.rifiuti.regione.campana.it)

ENI, 24 consigli per l’ambiente, (www.30percento.it)

MICHELIN, La mobilità che vorrei, (www.michelinfascuola.it)




26 COSE CHE POTETE FARE SUBITO PER GESTIRE LA VOSTRA ANSIA
Sommario: KATHY MCMAHON
Energy Bulletin

Se non state provando un qualche grado di apprensione adesso, non state leggendo le notizie. Ecco alcuni dei
miei suggerimenti per trasformare questa energia emotiva in azioni costruttive:

1) PREFIGGETEVI COME OBIETTIVO DI RIDURRE LE VOSTRE SPESE in modo tangibile – del 10%, del
20%, del 30%, persino del 50%, e stabilite un programma per attuarlo. La riduzione dei costi è il modo più
veloce per aumentare il vostro reddito – più veloce che guadagnare più soldi.
2) FATE ATTENZIONE AL DENARO CHE SPRECATE senza trarne alcun beneficio, come la luce che rimane
accesa, i computer che rimangono accesi notte e giorno, i “carichi fantasma” come gli orologi dei forni a
microonde, che consumano più energia degli stessi forni a microonde. Se prenderete dimestichezza con il vostro
contatore dell’elettricità e annotate le letture prima e dopo aver spento questi carichi fantasma, avrete la prova
concreta che state risparmiando denaro.
3) Stabilite un SISTEMA A TRE FASCE per gli acquisti: a) le necessità; b) le cose utili; e c) altro. Mettete
tutto ciò che comprate in una di queste categorie per una settimana ed esaminate l’elenco. Ad esempio se
acquistate vestiario, potreste aver acquistato delle calze e delle scarpe nuove di lusso. Mentre la gran parte
delle persone metterebbero le calze sotto la “a” o la “b”, quasi tutti noi considereremmo le scarpe di lusso come
“altro”, a meno che non siano una necessità per il lavoro. La Grande Contrazione della Spesa è incominciata.
Superatela di un margine sufficiente in modo da non farvi mordere il di dietro.
4) Prendete in considerazione di ACQUISTARE IL CIBO NELLA SUA FORMA PIÙ BASILARE, e in
grandi quantità. Per esempio, invece di comprare un preparato per pancake, comprate la farina, il grasso
alimentare e il lievito. Questo di per sé, non solo migliorerà la vostra dieta, ma vi costerà un decimo di quanto
costerebbe il preparato già pronto. Per qualsiasi cosa che preparano i “Generals” (General Foods, General Mills,
ecc.) VE NE FANNO PAGARE il privilegio.
5) SEMPLIFICATE. Passate in rassegna ciascun acquisto e chiedetevi se qualche altro oggetto andrebbe bene
lo stesso. Il consumismo produce prodotti specializzati che aumentano la domanda. Quanto più è specializzato
[un prodotto], tanto più facile è far pagare ai consumatori un prezzo elevato per esso. Schiuma da barba,
invece di un buon sapone schiumoso. Un prodotto per pulire i vetri, anziché l’aceto. Fate un po’ di ricerca e
scoprirete come vivevano i vostri antenati senza la maggior parte dei prodotti che stanno sotto i vostri lavandini
o tra i vostri articoli da toletta. Poi riducete [il superfluo] e comprate [il resto] in grandi quantità.
6) CERCATE LA QUALITÀ. Cercate prodotti durevoli che potranno costare di più, ma che sono ben fatti e che
dureranno per molto tempo. Vi accorgerete che le versioni più economiche non possono essere rimpiazzate
facilmente quando si guastano. Comprate ora per il lungo termine e non pensando solo al prezzo. Trovo che gli
oggetti di migliore qualità vengono rimpiazzati da prodotti più scadenti allo stesso prezzo. Comprate gli oggetti
di qualità finché si trovano ancora, e assicuratevi che rientrino nella Fascia A. (Vedi #3)
7) Passate ad un’ECONOMIA FATTA DI CONTANTI. Fatelo e basta. Cominciate col decidere quanti soldi
spendete solitamente usando carte di credito e assegni e prelevate tale somma in contanti per una settimana,
due settimane, un mese. Se voi e i membri della vostra famiglia la spendete prima della scadenza di tale
periodo, rimanete a casa e smettete di spendere, finché inizia il periodo successivo. La ricerca di mercato ha
mostrato che passando ad un’economia di contanti, i consumatori spendono in media il 20-25% in meno che se
usassero una carta di credito. Usate questa ricerca a VOSTRO vantaggio. Abituatevi ad usare la valuta, non la
plastica.


                                                                                                               32
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Cosa posso fare io? Una proposta di Alberto Castagnola

  • 1. 14 CITTA’ DELL’ALTRA ECONOMIA Centro Studi e Documentazione Cosa posso fare io? Una proposta (a cura di Alberto Castagnola ) Serie Strumenti n. 1 Roma, agosto 2008 1
  • 2. COME SI CAMBIANO LE COSE? COME SI CAMBIA LA POLITICA? COSA VUOL DIRE CAMBIAMENTO? "Non sono i più forti della specie a sopravvivere, né i più intelligenti, ma i più bravi a reagire ai cambiamenti". Charles Darwin Tutti noi vorremmo che "le cose cambiassero", ma se si chiede a qualunque persona, soprattutto se impegnata politicamente, COSA esattamente si dovrebbe cambiare e soprattutto CHI dovrebbe cominciare, c'è da scommettere che le risposte sarebbero molto simili a questa: si dovrebbe iniziare... da qualcun altro, da qualche altra parte, in qualche altro momento… e via così, magari con dovizia di particolari. E' una tendenza universale, si cerca sempre di non pagare nessun prezzo personale, di prescrivere medicine che solo gli altri dovrebbero ingoiare. Infatti consideriamo “eroi” coloro che, invece, danno per scontato che un costo va pagato, e sono disposti a sborsarlo, subito, senza recriminare, senza aspettare che lo faccia prima qualcun altro, perché sanno che altrimenti niente cambia. Tutti noi altri allora cosa siamo, dei vigliacchi traditori? Ma no, il fatto è che non c'è niente di più complesso su questa terra della natura umana, quindi è il caso di guardare le contraddizioni in cui siamo immersi e prenderne atto, spezzando nel frattempo alcune lance a favore della comprensione per quello che ancora non riusciamo a ottenere con il nostro impegno politico, perché di questo si tratta: cambiare il mondo non è possibile, l'unico che posso cambiare realmente è me stesso, ma questa è un'impresa difficile e costosa. I costi da considerare non sono monetari, è una questione di consapevolezza, e questa è la parola più impegnativa che esista, perché solo così riusciamo a cambiare: diventando coscienti. Il fatto è che l'essere umano è abitudinario, quindi cambiare non è semplice, ci sono resistenze naturali al cambiamento - in certe circostanze deviare dal conosciuto è rischioso per la sopravvivenza -, ma altre ragioni sono più complesse, ad esempio è più facile imitare che controbattere, adeguarsi invece di obiettare, e inoltre oggi sembra che modificare il proprio stile di vita voglia dire soltanto "perdere": privilegi e ricchezze, comodità e apparenti vittorie sociali. Diventare consumatori consapevoli, quindi molto sobri, potrebbe plausibilmente modificare alcune ingiustizie, ma nessuno di noi è in grado di tornare magicamente al passato, a prima delle comodità: è veramente difficile rinunciare spontaneamente al frigorifero, alla doccia calda, alla lavatrice, che ormai consideriamo il minimo sindacale per vivere, per non parlare poi di tutto il corredo di accessori che sono diventati apparentemente indispensabili. In effetti, se provo a pensare di fare a meno del computer, come prima reazione mi dico che non servirebbe a salvare i bambini che muoiono di fame, quindi perché dovrei privarmene, è comodissimo, mi permette di fare tante cose, ci sto scrivendo proprio ora, e poi le email sono una grande invenzione, uno strumento politico formidabile ecc. Tuttavia basta ragionarci cinque minuti di più e mi rendo conto che invece sono stata furbescamente indotta a considerare "ormai indispensabile" questa tecnologia, mentre so bene che la mia vita sarebbe molto più divertente se scendessi in piazza a chiacchierare con i miei vicini di quartiere. 2
  • 3. Eppure ho difficoltà a farlo, ed ecco che devo riconoscere che questo mio comportamento, sebbene io non sia una consumatrice sfrenata e incosciente, diventa un'altra tessera di un puzzle conforme alle esigenze del liberismo, della tecnocrazia, delle vendite miliardarie delle multinazionali dell'hardware e del software, mentre nel mio animo mi ritrovo a considerare ormai “lussuosa” una bella sfida a tressette, perché sembra che nessuno abbia più tempo, neanche per le cose necessarie, figuriamoci per il divertimento fine a se stesso! (Se ci si pensa bene, lussuoso è un termine associato a qualcosa di raro, di molto difficile da trovare, e cosa c'è di più raro, nel nostro isterico stile di vita del vero tempo libero, quello in cui non si fa nulla di "utile"?). L’importante è il dubbio In questa altalena di considerazioni non si sta affatto comodi, a volte mi sento stupida, a volte fessa, a volte quasi brava, insomma una bella gatta da pelare per l'autostima, però non cerco più di spianare gli spigoli, li guardo e vado avanti per tentativi ed errori. Questo è uno dei prezzi da pagare per cambiare: accettare di essere imperfetti, scomposti, ma non smettere di tentare altre vie. Pur non volendo affatto autoflagellarmi per queste contraddizioni, ritengo tuttavia necessario rifletterci sopra, pensando che l'unica strada possibile sia quella di essere, almeno, molto consapevole, provando sempre e comunque a pensare prima di comprare qualsiasi cosa, e devo dire che da qualche anno a questa parte ho davvero eliminato almeno l'80% di quelli che prima consideravo acquisti "necessari". Queste scelte non sono state però il frutto di uno sforzo intellettuale, è successo nel tempo che la dignità dei miei comportamenti ha proficuamente sostituito, con successo e gioia, quei brevissimi e finti momenti di soddisfazione che seguivano all'acquisto, e che erano diventati sempre più brevi, e sempre meno eccitanti, nonostante a volte alzassi il tiro, in merito al livello di lusso (esempio: un viaggio all'estero, brivido durato in fin dei conti solo alcune ore). C'è ancora molto da scrostare, ma ho visto che la parte difficile è l'inizio, il resto si srotola come fosse ovvio, senza più alcun pensiero di "depaueperamento", senza alcun rimpianto, anzi... Per quello che vale una testimonianza personale, credo di poter affermare che l'unico modo per arrivare a non consumare passi attraverso una scelta individuale e libera, nel senso che se questo comportamento viene adottato soltanto come spinta "politicante", magari per l'appartenenza a un gruppo più o meno no global, potrebbe risultare posticcio, ideologico, quindi passibile di un senso di frustrazione, mentre può essere dirompente solo se si comprende fino in fondo quanta dignità ci viene tolta nel rispondere come schiavi e burattini agli "ordini" del mercato, un vero padrone con la frusta. Se ripercorro la mia vita mi accorgo di quanto sia stato profondo e progressivo il condizionamento a consumare senza fine: quando ero bambina era un lusso incredibile avere le pastarelle la domenica e un vestito nuovo da mettere a natale e pasqua. Già dopo una decina d'anni, senza l'automobile di famiglia e almeno una gita al mese i vicini pensavano che fossimo pezzenti. Ancora un decennio e... seconda casa, almeno due macchine, orologi, abiti costosi e un numero indecente di altre cose hanno fondato l'epoca degli eterni scontenti, quelli che sono disposti a fare la fila per diverse ore pur di avere un pezzo di alta moda a saldo (sic!). Pochissimi sono disposti ad ammettere che questa compulsione è molto vicina ad una malattia fatale, anche se ci sono ormai cliniche specializzate nella sindrome da "compratori coatti", i drogati degli acquisti, intossicati come qualsiasi eroinomane. 3
  • 4. Chi sono i consumisti? Il fatto però è che neppure i più "impegnati" fra noi riescono facilmente a prendersi abbastanza in giro sulla reale necessità (?) dell'ultimo videofonino, e accampano cento spiegazioni apparentemente razionali, mentre i magnati della telefonia gongolano per la facilità con cui sono riusciti a convincere centinaia di milioni di persone a cambiare modello ogni tre mesi, dopo averli già convinti che senza il cellulare si viene radiati dalla società, in un bel circolo vizioso in cui la minaccia si auto-avvera, nel senso che ormai se dici che non hai il cellulare ti guardano strano e diventi in un istante un barbone o un lunatico, comunque uno da scansare. Reggere a questi ostracismi non è affatto facile. E' un prezzo non banale da pagare se si vuole vivere sui propri valori, non su quelli statisticamente più diffusi. Ecco di nuovo il punto centrale: c'è un costo per cambiare, anche se non è in denaro, ma non per questo è meno oneroso, anzi, lo è molto di più, perché riguarda la capacità di sopportare il rischio di esclusione, un vero spauracchio per un essere umano: basta pensare che la peggiore punizione inventata per i cattivi non è il carcere, ma la cella di isolamento. Nulla di nuovo: tutto il meccanismo dell'induzione al consumo si fonda sulla paura di restare soli, sulla necessità umana di essere uguali agli altri per ottenere accettazione, o sull’avidità di essere superiori, di guardare i meno ricchi dall’alto in basso. Nelle ricerche sulla felicità viene fuori che non è importante in assoluto il proprio reddito, è importante averlo più alto del vicino. Tutte spinte che con la razionalità non hanno nulla a che vedere, e che tuttavia possono essere oggetto di riflessione personale, per diventare capaci di uscire dal mucchio, per ottenere una maturazione individuale, per "essere" politici, non solo parlare di politica. La grande illusione di poter cambiare il mondo delegando questo cambiamento ai politici di professione dovrebbe essere ormai parte delle favolette da raccontare ai nipotini: il potere è una droga talmente micidiale da modificare il dna, quindi ogni politico in realtà pensa solo a mantenere, non a cambiare, lo stato delle cose, ossia la propria posizione privilegiata. Eppure anche i migliori tra i movimentisti, quelli che questa illusione della delega l'hanno già buttata, non riescono con facilità a guardare se stessi per primi, ad affondare i denti affilati dell'autocritica dentro la loro propria carne, e difficilmente accettano di fermarsi a verificare ogni singolo comportamento alla luce di quanto hanno appreso dai pensatori antiliberisti: se restano teorie, per quanto ineccepibili, saranno solo un bell'esercizio di stile, mentre sarebbe bene accettare la grande sfida di monitorare minuto per minuto il proprio agire, non con lo scopo di farsi un processo infinito, ma per essere sempre più coscienti della complessità del cambiamento e dei suoi costi. Pochissimi accettano di fermarsi a pagare questi prezzi, pochissimi sono disponibili a guardarsi dentro, a portare a galla le contraddizioni, e il meccanismo più diffuso è la negazione: no, io non c'entro, il problema è... Proprietà privata e storia personale Una lunga e sfibrante discussione può accendersi con facilità appena si tenti, come ho fatto personalmente qualche volta, di ragionare sul tema della "proprietà privata". Apriti cielo se viene rammentato che quest'ultima è assimilata da Marx al furto, e che la sinistra nacque proprio sulla dimostrazione di questo principio. Tutti uniti e pronti a scaldarsi, nel dire che i tempi sono cambiati, che è molto più razionale comprare una casa che non farlo e via di questo passo, passando all'automobile, alle tecnologie, al supermercato. 4
  • 5. Si dimentica con un colpo di spugna che siamo inseriti fino al collo negli effetti devastanti che, appunto, la proprietà privata ha prodotto, dal possesso delle terre al dogma della superiorità sociale (morale!?) di chi possiede più cose, più case, e tutto il mondo è in guerra per la religione della proprietà privata! Eppure facciamo finta che la cosa riguardi solo i capitalisti. Sebbene comprensibile umanamente, questo atteggiamento tuttavia fa parte del problema di cui stiamo parlando: sono gli altri a dover cambiare, non io, non adesso, non qui. Ma allora chi, quando, dove??? Come si vede continuo a fare l'altalena anche in queste righe, non solo con me stessa, ma con tutti, perché capisco certe contraddizioni, e nel frattempo non posso fare a meno di vedere che sono queste le note stonate dell'azione politica in cui i movimenti sono impegnati: vogliamo il cambiamento ma lo chiediamo al di fuori di noi stessi, critichiamo il "sistema dominante", ma non ci domandiamo quanto siamo anche noi impregnati di convinzioni pericolose. Mi è capitato di discutere su questo argomento scottante: la differenza tra valore e denaro. Ho chiesto a diversi movimentisti se fossero consapevoli che ormai attribuiamo un valore a qualunque cosa solo se quest'ultima ha un costo definibile in denaro, più alto è il prezzo e più la cosa è "di valore", mentre dovrebbe essere sempre possibile distinguere nettamente tra i due concetti. Perfino i più preparati hanno grandi difficoltà a valutare la preziosità di qualcosa, qualsiasi cosa, se non viene monetizzata in qualche modo. L'esempio è venuto fuori in occasione di alcuni corsi di formazione che ho condotto gratuitamente: diversi partecipanti si sentivano dispensati dall'essere puntuali, dal restare per tutto il tempo previsto, dal coinvolgersi pienamente nelle esercitazioni e via dicendo, e alla mia richiesta di spiegazioni raccontavano di impegni improrogabili, e altre priorità. Ma quando, non convinta delle scuse, ho fatto la domanda precisa: "Se avessi pagato diecimila euro per questo corso, verresti puntuale, rimarresti fino all'ultimo minuto, daresti il massimo?" Ebbene, anche i più reticenti hanno dovuto ammettere che in quel caso avrebbero attribuito all'evento un carattere di assoluta preziosità, a fronte di un alto costo in denaro. Conclusione? Al di fuori di qualsiasi giudizio morale, vale la pena di accorgersi che è difficile scrollarsi di dosso il dio denaro, è difficile pagare il prezzo del vero esame di se stessi, di un reale tentativo di valutare uomini e cose con altri metri, di ridisegnare relazioni genuine tra persone, non più fondate sulla mercificazione di qualsiasi elemento. Siamo imbevuti di equivoci, ben inseriti molto al di sotto della pelle, ed è il caso di farci i conti, non di negarli con argomentazioni intellettuali. In una situazione simile mi sono sentita addirittura rimproverare duramente della gratuità del corso: mi hanno detto che ero io a svalutare la mia "pur eccellente professionalità" (!?), e che in questo modo prestavo il fianco al dubbio che lo facessi per fini poco chiari (!). La confusione tra valore e denaro era completa. E' molto difficile constatare che i germi del capitalismo hanno attecchito comodamente dentro ciascuno di noi, perché sono stati inseriti con grande dispendio di risorse e tecniche sopraffine, per molti decenni, quindi per identificarli e poi sperimentare strategie efficaci per eliminarli occorre dedicare molta attenzione, tempo, energie, a questo compito specifico: un costo non indifferente. Proprio perché cambiare vuol dire cambiare se stessi, e questo è indubbiamente il prezzo più alto. Il costo del cambiamento è interiore Il punto centrale si ripresenta, come un ritornello: l'ostacolo maggiore al cambiamento sociale non sta nella difficoltà di convincere i cattivi capitalisti a rinunciare ai loro profitti (causa persa, tra 5
  • 6. l'altro, in partenza), ma proprio nel modificare quanto esiste al nostro interno di congeniale, connivente, allineato al capitalismo, non solo in quanto consumatori, ma proprio in quanto asserviti alla religione della proprietà privata. L'errore più ingenuo è quello di crederci immuni, magari perché abbiamo approfondito i temi alternativi, dall'equo e solidale al biologico, dai GAS alle MAG, dal disarmo alle malefatte dell'Organizzazione mondiale del commercio, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, dagli appelli per la pace ai bilanci partecipati e via documentando. Il vero costo da pagare per il cambiamento non sta nel trascorrere tempo nei dibattiti, specie quelli belli, che spesso sono autoreferenziati, quindi gratificanti: è molto più costoso staccarci per qualche ora da tutto e da tutti, farci alcune domande vere, per esempio fare un elenco delle cose di cui siamo convinti di non poter fare a meno, valutare con onestà come mai ci siamo così attaccati, e chiederci se quando parliamo di economia solidale e alternativa questo riguardi anche le nostre proprietà private, o se invece troviamo mille e una motivazione per giustificare la nostra realtà come un'eccezione che merita la massima comprensione... Non si tratta di andare di colpo a vivere sotto i ponti e chiedere l'elemosina, tuttavia è il caso di renderci consapevoli che non siamo credibili per nessuno se al nostro interno non risolviamo alcune contraddizioni di fondo. Vale la pena di ricordare che le persone che prendiamo ad esempio nella storia sono proprio quelle che trasudavano coerenza da tutti i pori, perché i loro comportamenti visibili e invisibili, privati e pubblici, erano la conseguenza fattiva delle loro idee. Gandhi, fuori dalla retorica, era davvero convincente, perché agiva seguendo alcuni irrinunciabili principi, e viveva ogni minuto della sua giornata in modo conforme a quei principi, appunto: "Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo". Naturalmente viene facile affermare che di questi eroi ne nascono pochi, uno ogni miliardo, uno ogni dieci secoli, e che noi invece siamo solo dei piccoli esseri tartassati dal lavoro precario, dalla televisione, dalla pubblicità, dal mutuo. Ammesso e non concesso che sia vero, allora sarebbe almeno il caso di non chiedere più la luna, e smetterla di imprecare contro il sistema dominante, di prendersela con i capitalisti, che almeno sono chiari nella loro sete infinita di profitto, piantarla di pensare che il “compromesso” sia come il brodo di pollo contro l'influenza, facile e di sicuro effetto. Magari questo significa, speriamo, che arriverà prima o poi un punto di saturazione, nel quale la consapevolezza del danno procurato dai consumi smodati diventerà più forte di tutto, e allora non si tratterà più di "rinuncia", ma di scelta libera nel modificare la nostra direttrice della vita. Ma per ora fare a meno delle “cose” sembra una sconfitta, sebbene sia il contrario, ossia una grande vittoria, la liberazione da una enorme schiavitù, perché sono le cose i nostri veri padroni, noi siamo convinti di possederle, ma sono loro ad avere il potere su di noi, ci fanno diventare schiavi, pupazzi invasati dall'isteria del possesso a tutti i costi. Vedere questa schiavitù non vuol dire automaticamente uscirne, ma di sicuro sarebbe già un bel passo avanti. Quanti di noi sono disposti a rinunciare domattina al telefonino? Tanto per dirne una sola... Vostro Onore, la difesa chiama a deporre... E' opportuno ribadire ancora una volta che il cambiamento è difficile, e può avvenire solo in certe condizioni. 6
  • 7. Per esempio un vero problema risiede nel fatto che per buttare via qualcosa senza rimpianti bisogna prima averla. Questa realtà è una "debolezza" della struttura umana, tanto è vero che tutti i paesi che escono da regimi imposti, per prima cosa vogliono possedere denaro per comprare qualunque cosa, essendo stati privati di questa possibilità. In questo senso non mi convince la spiegazione che sia soltanto la diabolica capacità (peraltro reale ed efficacissima) del capitalismo di affascinare le genti di ogni latitudine: esiste una caratteristica profonda dell'individuo umano, ossia la scorciatoia comoda e veloce dell'imitazione, che è una strada eccellente di apprendimento, una via che nella crescita del bambino è fondamentale: la maggior parte delle abilità si apprendono nei primi anni di vita imitando i genitori. Questa strategia è regolare e necessaria fino a quando l'individuo diventa adulto, fase nella quale dovrebbe invece pensare solo con la propria testa e non imitare più nessuno. Ma molto spesso, per non dire quasi sempre, la via dell'imitazione risulta molto comoda anche da adulti. Si arriva con facilità al conformismo, dettato dal desiderio di non creare conflitti tra se stessi e la propria comunità di appartenenza, in altre parole per farsi accettare è più facile seguire l'onda che andare contro corrente. Nel nostro mondo occidentale, che si è arricchito seguendo meccanismi di grande ingiustizia nell'uso delle risorse, andare contro corrente oggi significa scegliere deliberatamente di non consumare, di non comprare, di non uniformarsi ai valori correnti che mettono denaro e possesso al primo posto. Per fare questa scelta liberamente, tuttavia, bisogna comunque avere un certo grado di maturazione, di consapevole accettazione del costo che hanno queste scelte, del rischio di andare incontro a critiche, prese in giro, isolamento, giudizi forti, in altre parole: non consumare costa parecchio, e non si può pagare in moneta. Costa l'incomprensione di parenti e amici, l'incertezza della propria verità contro le facili certezze del pensiero uniformato, avendo come unica costante il dubbio delle proprie scelte, la lucida analisi, impietosa sebbene serena, della difficoltà di distinguere tra convinzione e ideologia, tra felicità nel mettere in pratica i propri valori e masochismo nel mettersi contro quasi tutti quelli che ci conoscono. Questi comportamenti non sono automatici, sono frutto di grande impegno nel togliersi da dentro tutte le appiccicose false convinzioni su noi stessi e sulle nostre motivazioni ad agire. Se nella famiglia tutti, genitori, fratelli, nipoti ecc… si sono appena comprati l’ultimo modello della tv al plasma, non è facile sentirsi dire “Ma perché tu no?” come se avessimo la peste… C’è da riflettere, perché per ora solo le catastrofi naturali impongono all'improvviso un ritorno ai (pochi) bisogni fondamentali, ma non ci sembra opportuno dover essere “svegliati” dalla catastrofe, forse sarebbe più intelligente svegliarsi autonomamente. Duecento anni fa (che sembrano tanti, ma nella storia umana sono un battito di ciglia), non esistevano il telefono, il treno, l'aereo, il frigo, la lavatrice, gli abiti confezionati, gli orologi al quarzo, il computer e il cellulare, la macchina, gli scooter, internet, le penne a sfera e i blue jeans, gli antibiotici e la plastica, la tv e i dvd... l'elenco sarebbe enorme (magari può diventare un gioco..), ma una cosa è certa: l'umanità si trova in una fase di cambiamento accelerato a cui non è abituata. Qualcuno ha calcolato che solo 50 fa in un negozio c'erano di media 500 cose, adesso in un supermercato anche piccolo si sta intorno alle 15.000, per arrivare al megastore, che è come una città, dove ci sono alcuni milioni di oggetti: di fronte a un tale bombardamento i nostri sensi si 7
  • 8. confondono, si perde la lucidità, perché l’ “iper-stimolazione” è uno sconquasso per la mente, quindi occorre una grande padronanza di sé per smascherare i falsi bisogni, per non farsi attirare dalle mille sirene, come fece Ulisse facendosi legare, e allora ecco che il cambiamento che occorre sta proprio nella coscienza di quello che facciamo, di ogni gesto, di ogni singolo comportamento, in tempo reale, velocemente. Nel passato ci volevano millenni perché qualcosa, anche minima, cambiasse, mentre adesso, se penso alla vita che conducevano i miei nonni, non trovo neanche una vaga somiglianza. Questa velocità di cambiamento è una nuova facoltà da assimilare, anche in politica, dove nuove forme e regole di governo dovranno necessariamente prendere il posto delle vecchie, modalità che ancora non riusciamo neanche ad immaginare, anche se credo che sarà possibile solo quando finiranno le illusioni, quelle del “boom economico” e delle false certezze dell’ “Avere”, che tanti guai hanno procurato al pianeta, ma anche alla psiche delle persone, che mai come in questo periodo consumano psicofarmaci in quantità industriali, perché il grande equivoco che ci si possa realizzare attraverso le cose, le proprietà, il denaro, sta portando ad una vera epidemia di malattie mentali. Per scongiurare questo flagello generale è il caso di mettere mano al proprio cambiamento, perché è l’unico in grado di rendermi cosciente e responsabile delle mie azioni, sia personalmente che collettivamente, di ogni singolo gesto, per velocizzare la reale introduzione di altri modi di vivere. Dunque ci sono diversi argomenti da portare come avvocati difensori di tutti quelli che hanno tante difficoltà a cambiare, a vivere secondo criteri di sobrietà, a valutare se stessi non più in base a quanto si possiede, ma a come si è dentro… tuttavia, sebbene non si tratti di emettere alcuna sentenza, quanto piuttosto di renderci consapevoli degli ostacoli, forse vale la pena di guardare più dentro che fuori, più ai nostri comportamenti che agli avversari politici, anche perché delle forti incoerenze tra idee e azioni… proprio quegli stessi avversari ne fanno abbondante abuso. Cambiare se stessi è difficile, eppure è forse l’unica via per rendere vive le migliori idee che conosciamo e amiamo. Accettare le proprie contraddizioni è il primo passo, serve ad osservare i comportamenti senza dover ricorrere al brutto espediente dei “due pesi e due misure”, tipo… che il capitalismo è brutto solo quando lo esercitano gli altri, mentre quando io obbedisco alla proprietà privata sono scusabile. Non si tratta di auto-flagellarsi, ché già è uno sport fin troppo praticato, ma dopo le recenti e implacabili vicende elettorali magari converrebbe ricominciare da qualche parte in modo sistematico e profondo, per esempio ricordando un fatto ultimamente un po’ trascurato, ossia che “il personale è politico”. Franca Angi Roma 2008 8
  • 9. Vi presentiamo una proposta E’ ormai una sensazione piuttosto diffusa che i danni all’ambiente siano sempre più gravi e che le politiche di intervento degli organismi internazionali e degli Stati più industrializzati stentino a decollare o sono addirittura inesistenti, malgrado l’urgenza di intervenire, ribadita da una serie di rapporti scientifici che si susseguono con una cadenza impressionante. In assenza di un radicale cambiamento del sistema economico dominante, sarebbero assolutamente necessari una decisa pressione dal basso, una seria e continuativa azione di denuncia, la elaborazione di proposte concrete di cui intere popolazioni si facessero portatrici. Purtroppo siamo ancora lontani da una situazione di questo tipo, ma non possiamo assistere senza reagire a fenomeni sempre più gravi come le modifiche del clima o la perdita di foreste primarie che ancora per poco preservano il patrimonio genetico originale dell’umanità. La ipotesi che stiamo perseguendo da alcuni anni si basa su una presa di coscienza e una assunzione di responsabilità da parte di singole persone o di famiglie che vogliono realmente preoccuparsi del loro futuro. Alla domanda che tante volte ci viene rivolta, “ma io cosa posso fare di fronte a fenomeni di questa portata”, vorremmo che si rispondesse con piccole azioni concrete di modifica delle nostre abitudini di consumo (ognuna delle quali contribuisce ai peggiori danni ambientali), in modo da sperimentare concretamente un modello di consumo ben diverso da quello che ci viene continuamente imposto. Siamo convinti che se l’esperienza viene attuata seriamente e soprattutto tende a coinvolgere fin dall’inizio altre persone, può diventare una forma di pressione non trascurabile, in quanto contiene in se la negazione delle logiche più distruttive del modello nel quale siamo immersi e dal quale ci sembra così difficile uscire. Il percorso che vi proponiamo prevede diversi livelli, che ciascuno può realizzare in base a sue libere scelte; nessuna azione richiede impegni gravosi o tempi irrealistici, mentre i risultati sono immediatamente verificabili e permettono un uso molto più intelligente delle risorse a propria disposizione. Le spese più onerose si evidenzieranno solo nella fase finale del percorso e saranno comunque chiari i tempi di recupero delle cifre impegnate e i vantaggi anche monetari che possono derivarne. Nelle prime fasi potrete cominciare a sottrarvi ad alcuni dei meccanismi più gravi e pesanti che vi vengono imposti dall’esterno, riducendo alcuni dei danni al pianeta e alla vostra salute che derivano dai consumi inutili e senza limiti ai quali siete stati abituati dalle pubblicità e dai sistemi di distribuzione. Successivamente comincerete ad intravedere una modalità di consumo delle risorse naturali molto più razionale e piacevole, e potrete cominciare a costruire un modello significativo per voi e che avrete molta voglia di condividere con altri. Nel testo troverete delle indicazioni e dei suggerimenti, ordinati secondo livelli successivi, e per ognuno di essi potrete acquisire altre fonti e strumenti di informazione e di guida. Tutto il percorso però deve essere libero e adatto alle proprie esigenze e priorità, mentre naturalmente non siete obbligati a seguire la progressione dei livelli, il cui scopo è solo di essere un aiuto e un modo di facilitare l’accesso ai materiali di documentazione. Questi ultimi saranno spesso utili non per voi, ma se decidete di convincere qualche altra persona, sono cioè degli strumenti didattici adatti alla diffusione dell’esperienza che avete deciso di intraprendere. Analogamente, non esitate a ritornare ai livelli precedenti se vi rendete conto che una “vecchia abitudine” ha ripreso il sopravvento sulle modalità di consumo e di comportamento che avete deciso di acquisire per rispettare il pianeta. Vi segnaliamo inoltre che la Città dell’Altra Economia comprende al suo interno, e accoglie spesso per incontri e convegni, esperti di problemi ambientali e tecnici, che saranno felici di mettere le loro conoscenze a vostra disposizione; una economia alternativa e solidale prevede come funzioni essenziali lo scambio di esperienze e il dono di conoscenze, fermo restando che tutte le persone coinvolte stanno anch’esse vivendo esperienze analoghe e possono non fornirvi verità assolute, ma solo indicazioni derivanti dai lavori di costruzione e sperimentazione in corso. 9
  • 10. Primo livello Piccole azioni, individuali o familiari, per sottrarsi ai meccanismi di danno ambientale e acquistare coscienza del proprio ruolo di consumatore; in genere non comportano spese e danno luogo a dei risparmi che possono essere quantificati e aumentati nel tempo. Richiedono la revisione delle vecchie abitudini, spesso diventate degli obblighi non eliminabili, e la adozione duratura di nuove abitudini che permettono di vivere rispettando il pianeta e la natura e ponendo le basi per la costruzione di una economia e di un mondo completamento diverso. L’attuazione di un certo numero di suggerimenti porta anche ad immaginare una società alternativa dove la solidarietà vissuta permette di instaurare relazioni e rapporti interamente nuovi. Il risparmio energetico in casa 1. Spegnere la luce uscendo da una stanza vuota 2. Man mano che si fulmina una lampadina normale (a incandescenza), sostituirla con una fluorescente a basso consumo. Pur essendo più costosa, dura otto volte di più e consuma quattro volte di meno. 3. Nei luoghi meno frequentati (scale, cantine, soffitte, ecc.) si può applicare un interruttore a tempo, mentre nei vialetti di accesso alla casa si possono installare delle luci a cellula fotoelettrica 4. Tenere pulite le lampadine: la polvere riduce la loro efficienza luminosa (fino al 15% in meno) 5. L’illuminazione con lampade da terra o da parete è migliore perché non crea zone d’ombra e fornisce una luce diffusa 6. Non lasciare computer ed elettrodomestici connessi alla fonte di elettricità (stand by, accesi ma non in funzione), staccare i carica batterie o telefonini 7. Non accostare la lavatrice al frigorifero (i motori consumano meno se intorno l’aria è a temperatura ambiente) 8. Usare la lavatrice a temperature basse (30°-60°) e solo a pieno carico 9. Pulire frequentemente filtri e vaschette dei detersivi 10. Se non abitate in una città con molto smog e molto piovosa, stendere i panni al sole è gratis e non spreca energia 11. Mettere sempre i coperchi sulle pentole che devono bollire o cuocere, si eliminano le perdite di calore 12. Se i piatti sporchi sono normalmente pochi, si possono lavare a mano con alcuni accorgimenti (lasciare in ammollo la sera, sperimentare i detersivi più efficaci e meno inquinanti, usare l’acqua calda dove si è bollita la pasta, ecc.) 10
  • 11. 13. Nella lavastoviglie, potete rinunciare all’asciugatura dei piatti ad aria calda: aprire lo sportello e lasciare che i piatti si asciughino da soli permette di risparmiare il 45% di energia su un ciclo completo 14. Mettere sempre il sale nell’apposito contenitore, affinché l’impianto di decalcificazione rimanga efficiente 15. Preferire l’uso di lavapiatti e lavatrice nelle ore serali e notturne (se non disturba i vicini) quando le centrali vengono impiegate di meno e possono erogare elettricità senza sovraccarichi di potenza 16. Aprite il frigorifero meno volte al giorno per il tempo più breve possibile 17. Regolare il termostato a seconda della temperatura dell’ambiente: una temperatura troppo bassa (meno di 3 gradi centigradi) fa aumentare i consumi anche del 10-15% senza migliorare la conservazione del cibo 18. Non introdurre alimenti caldi o liquidi scoperti che contribuiscono alla formazione di ghiaccio sulle pareti 19. La zona più fredda è quella in basso 20. Spegnere il forno un po’ prima della fine della cottura lasciando i cibi all’interno 21. Non usare i termosifoni per asciugare i vestiti 22. Non usare il condizionatore tenendo aperte porte e finestre 23. Limitare l’immagazzinamento di calore durante le ore più calde, ad esempio abbassando le tapparelle 24. Non cambiare aria alla casa con il riscaldamento acceso 25. Rinfrescare la casa durante le ore notturne e favorire la circolazione dell’aria tenendo aperte le finestre Avete scoperto qualche altra semplice forma di risparmio energetico casalingo? Il risparmio dell’acqua 1. L’acqua del rubinetto di regola è buona e molto controllata fino al termine della locale rete di distribuzione 2. Se avete dubbi sulle tubature (o sui cassoni) del vostro palazzo, l’amministratore deve fare effettuare le analisi e provvedere alle eventuali riparazioni 11
  • 12. 3. In caso di presenza percepibile di cloro e derivati, versare l’acqua in una brocca larga e metterla in frigo per farlo evaporare 4. La presenza di calcare nell’acqua non è un fattore pericoloso per la salute e anzi è un elemento di prevenzione per alcune malattie cardiovascolari 5. L’acqua del rubinetto può essere usata per lattanti e dopo lo svezzamento, poiché è tarata a valori medi validi per tutte le età 6. I riduttori di flusso, reperibili presso negozi di idraulica e di ferramenta, si applicano a tutti i rubinetti e alla doccia e mescolando acqua e ossigeno riducono dal 30 al 50% il consumo di acqua, conservandone il potere detergente 7. Far riparare subito le perdite di acqua dai rubinetti e dalle tubature 8. Inserendo un mattone o delle pietre nello sciacquone del wc si può ridurre notevolmente l’acqua utilizzata 9. Si può raccogliere la pioggia installando una cisterna in terrazza e usarla per innaffiare fiori e ortaggi coltivati in casa o all’aperto 10. Non aprire l’acqua a scroscio e usare delle bacinelle di raccolta per un secondo uso (quella del lavaggio della verdura servirà per i fiori, quella dei lavaggi personali per il wc e così via) 11. Una doccia di 4 minuti consuma 50 litri di acqua, ma ne serve molto meno se si chiude il flusso mentre ci si insapona o ci si strofina 12. Il lavaggio a mano del vasellame non grasso può richiedere poca acqua se effettuato in un catino, mentre per il risciacquo basta un filo di acqua 13. Basta un bicchiere pieno per sciacquare i denti e un filo di acqua corrente per lavare lo spazzolino. Per fare la barba, basta un catino di acqua per inumidire e sciacquare rasoio e pennello. Rubinetto chiuso anche mentre si insaponano capelli, viso,mani e così via. 14. Le verdure biologiche si lasciano immerse in poca acqua e si apre il rubinetto solo per il risciacquo. Quelle non biologiche possono essere immerse in acqua e bicarbonato 15. L’acqua dove si è bollita la pasta è ottima per sgrassare piatti e pentole 16. Innaffiare i fiori sempre verso sera: l’acqua evapora più lentamente e viene in maggior misura assorbita dalla terra. 17. Utilizzare detersivi ed igienizzanti ecologici, dopo aver verificato la loro efficacia rispetto al prezzo. 18. Non usare acque minerali: spesso provengono dalle stesse sorgenti che alimentano i rubinetti delle case, sono meno controllate e più esposte a inquinamenti improvvisi delle falde, possono avere una concentrazione di varie sostanze in misura superiore a quella permessa agli acquedotti comunali, sono conservate in bottiglie di plastica che aumentano i rifiuti e inquinano l’ambiente per i lunghi trasporti su camion. E inoltre incidono moltissimo sul peso durante il trasporto della spesa dal supermercato a casa. 12
  • 13. 19. Se per motivi di salute si devono proprio acquistare particolari acque minerali, leggere sempre sull’etichetta la scadenza di conservazione; scegliere un’acqua della zona e non una che proviene da lontano; scegliere quelle in bottiglia di vetro e con il vuoto a rendere; tenere l’eventuale acqua in bottiglia di plastica lontano da fonti di calore e al riparo dai raggi solari Quando siete al bar o al ristorante, vi vergognate a chiedere “l’acqua di brocca o del sindaco o di San Rubinetto”? Ridurre i rifiuti 1. Iniziate a non comprare prodotti inseriti in imballaggi eccessivi, a partire dal pane nella plastica, dai salumi in busta, dai prodotti da forno in scatole rigide di cartone piene per due terzi, e così via. Chiedetevi se siano realmente necessari scatole che all’interno hanno vaschette di plastica e poi incarti e ancora sacchetti di plastica, ecc. e preferire i prodotti analoghi contenuti in un singolo pacco. 2. Scegliete il “formato famiglia”, invece di tanti vasetti o pacchetti monodose 3. Se consumate il latte crudo (non pastorizzato) potete averlo in bottiglie di vetro a rendere, invece che di plastica da gettare. Eliminate gradualmente i vostri contenitori di plastica, favorendo quelli in vetro 4. E’ possibile trovare detersivi per lavatrici in forma di “ricarica”, cioè contenuti in buste da vuotare nel contenitore più grande iniziale, che così può essere usato a lungo; molti supermercati hanno ormai dei distributori di detersivi alla spina, dove cioè si riempie il vostro contenitore che si usa così più e più volte. 5. Per frutta e verdura, carne e formaggi, evitare le buste in plastica preconfezionate e farsi servire al banco 6. Evitate i contenitori in tetrapak (cartoni a molti strati) perché difficili da riciclare per la difficoltà di separare lo strato di carta da quelli in alluminio o plastica 7. Evitate i prodotti “usa e getta”, forse fanno risparmiare il tempo di lavaggio ma danneggiano gravemente e per lungo tempo l’ambiente. 8. Scegli prodotti, durevoli, riparabili, intercambiabili: dobbiamo rifiutare i prodotti progettati per essere usati per un tempo ridotto e predefinito 9. Al supermercato e alle botteghe usate le vostre borse (specie se in iuta o in tela lavabile) rifiutando le buste in plastica 10.Riducete il volume dei vostri rifiuti, comprimendo ad esempio le bottiglie di plastica e le lattine in alluminio 13
  • 14. 11.Raccogliete a parte la carta (giornali e riviste, testi scritti e posta, ecc.) e portatela una volta alla settimana nei contenitori stradali (cassonetti bianchi) ad essa destinati. Ricordate che le buste con le finestrelle trasparenti non devono andare con il resto della carta e che molti testi al computer possono essere stampati dai due lati, mentre le pagine scritte possono essere utilizzate sull’altro lato per appunti o brutte copie. 12.Raccogliete a parte la plastica e il vetro (bottiglie, contenitori di liquidi e detersivi, barattoli per yogurt e conserve, bicchieri rotti, ecc.) e portateli nei contenitori stradali ad essi destinati. Fate attenzione che il vetro piano e i cristalli non vanno con bottiglie e vasetti, perché contengono sostanze particolari. 13.Non gettate nei cassonetti il materiale elettronico che scartate e verificate, prima di comprare i nuovi apparecchi, se il venditore ritira quelli vecchi. 14. Prima di gettare un oggetto, verificate se è possibile ripararlo: esistono ancora artigiani specializzati, oltre a risparmiare e a ridurre i rifiuti contribuiamo a non farli sparire. 15. Prima di gettare dei beni durevoli (mobili, vestiti, elettrodomestici, ecc.) cercate di venderli o donarli alle numerose organizzazioni che ne riciclano e recuperano una gran parte Resterete sorpresi del ridotto volume di tutto ciò che resta ( e ancora molto potrebbe essere recuperato e riciclato, qualora fosse organizzata la Raccolta Differenziata Porta a Porta!) Cambiare mobilità per salvaguardare il clima 1. Se siete costretti ad usare un auto, mantenete una velocità moderata in autostrada e sulle strade esterne e urbane: andare a 125 chilometri all’ora invece che a 110 comporta un aumento del consumo del 20% 2. Uno stile di guida tranquillo permette di risparmiare dal 5 al 25% di carburante 3. Spegnere il motore durante soste lunghe (ai passaggi a livello, ai semafori lunghi, sotto i tunnel, per parcheggi temporanei) 4. Spegnere tutti i dispositivi elettrici quando non sono realmente necessari (condizionatore, sbrinatore, fari, fari antinebbia) 5. Evitate di riscaldare il motore a veicolo fermo 6. Usate al minimo il condizionatore 7. Controllate spesso la pressione dei pneumatici 8. Non utilizzate accessori che aumentano la resistenza all’aria e non caricate eccessivamente la vettura: viaggiare con i finestrini aperti e con portapacchi inutili comporta aumenti di consumo del 2% in città e fino al 20% su percorsi extraurbani 14
  • 15. 9. Usate l’auto ogni settimana un po’ meno e usate un motorino di piccola cilindrata 10. Provate ad arrivare ad un mezzo pubblico con la vostra auto, lasciandola in sosta fino al momento del viaggio di ritorno, 11. Provate a organizzare sul vostro posto di lavoro o con dei vicini dei trasporti in comune, magari non tutti i giorni, usando a turno una sola auto (car- pooling): aumentano anche le relazioni, praticamente impossibili sui mezzi pubblici 12. Se in città esistono dei servizi efficienti di car - sharing (condivisione di un parco auto comune), provate a vedere se vi conviene; all’inizio può sembrare un cambiamento complesso, ma ci si fa presto l’abitudine 13. E’ in fase sperimentale un sistema “Roadsharing”, una specie di autostop informatizzato. Chi offre un passaggio si registra sul sito indicando luogo di partenza e di arrivo, e resta in attesa di chi sta cercando un passaggio in quella direzione; analogamente chi cerca un passaggio precisa le sue esigenze. Il contatto tra domanda e offerta è stabilito dal sito. 14. L’aereo inquina anche 10 volte di più di un auto: su percorsi di 500-2000 chilometri conviene il treno, specie se tenete conto dei tempi che si aggiungono a quelli del volo (andare e tornare dall’aeroporto, controlli, scali tecnici, voli cancellati, ecc.) e della fatica di guidare 15. Fate diventare biciclette e bici elettriche il vostro mezzo di spostamento, magari aggiungendo un cesto e un portapacchi per la spesa 16. Aumentate il tempo delle vostre camminate, in particolare di quelle senza uno scopo preciso Da quanto tempo non girate per una città d’arte senza meta, guardandovi in giro e curiosando tra la gente e i monumenti? Per una alimentazione corretta e gustosa 1. Iniziare e finire la giornata con un bicchiere di acqua 2. Sul lavoro, avere a portata di mano una caraffa di acqua da bere a intervalli; se si è in giro portare con se una bottiglia di acqua e un bicchiere di alluminio a telescopio 3. Aumentare la quantità di frutta e vegetali, che oltre a contenere acqua, sono ricchi di sali minerali e altre sostanze importanti per la salute dell’organismo 4. Acquistare frutta e verdura durante la rispettiva stagione (anche se le abbiamo dimenticate e siamo confusi dalla contemporanea presenza di piante e frutti che maturavano in periodi diversi) e diamo la preferenza a cibi che sono prodotti nelle vicinanze e di cui conosciamo la reale provenienza: potete risparmiare più del 30% dei pesticidi che assumiamo giornalmente 15
  • 16. 5. Acquistare prodotti biologici (controllando che non abbiano prezzi eccessivi), provenienti da produttori certificati o autocertificati 6. Evitare gli alimenti cosiddetti freschi in buste di plastica e confezioni sottovuoto, macedonie pronte, minestre pronte, polenta cotta, piatti precotti, ecc.. I surgelati non si sa quando e dove sono stati cotti o pescati, e comunque la loro lavorazione richiede molta energia 7. Frequentare mercatini periodici dove sono presenti produttori diretti, che siano in grado di garantire la qualità dei prodotti (anche se non ufficialmente biologici) e che permettono di evitare i ricarichi di negozi e supermercati 8. Cereali, legumi, ortaggi e frutta devono costituire la base della dieta giornaliera, nella quale inserire altri alimenti in quantità moderate 9. Tra i cereali troviamo riso, granturco, frumento, avena, ma anche orzo, miglio, segale. Tra gli altri alimenti (amilacei) si colloca la patata. Questi alimenti apportano carboidrati, cioè energia, all’organismo e sono anche una fonte di proteine ma in bassa misura (5-10%). Questi alimenti devono sempre essere abbinati a fonti importanti di proteine, come carne, pesce, legumi. 10. Carne, pesce, uova, latte, formaggi, sono alimenti ricchi di proteine animali, di ferro, e di vitamine del gruppo B e PP. Però vanno consumati con moderazione per il contenuto di grassi saturi e perché contengono anche sostanze conservanti, residui di antibiotici e di pesticidi e spesso anche sostanze ormonali sintetiche (usate per ingrassare gli animali, negli alimenti per pesci di allevamento, ecc.). 11. Le proteine vegetali si trovano soprattutto nei legumi (piselli, fagioli, soia, lenticchie, ceci, fave, ecc.), fonti minori sono le noci, i semi e i cereali. Una dieta che combina cereali e legumi può fornire la gamma degli aminoacidi essenziali 12. Sia i grassi saturi (formaggi, latte intero, panna, burro, carni grasse e loro derivati che insaturi (oli vegetali, di semi e di oliva) vanno consumati in quantità molto ridotte a causa del loro alto livello energetico 13. Le sostanze grasse tendono a ossidarsi (diventano rancide e vanno conservate fuori del contatto con l’aria. I grassi solidi (burro, strutto, ecc.) vanno conservati in frigo. L’olio di oliva spremuto a freddo è la qualità da preferire, poiché questa lavorazione permette la conservazione di preziose sostanze nutritive che difendono l’organismo dai “radicali liberi” (ritenuti causa di invecchiamento, di disfunzioni delle funzioni cellulari e di tumori) 14. Il consumo di adeguate quantità di frutta e di ortaggi assicura il fondamentale apporto vitamine, minerali, e acidi organici, consente di ridurre la densità energetica delle diete e riduce la sensazione di fame dato il potere saziante di questi alimenti. 15. Mangiare la frutta lontano dai pasti, dopo averla lavata bene e sbucciata se non proviene da agricoltura biologica 16. Meglio stufare o cuocere i cibi nella pentola a vapore, che conserva al massimo i valori nutritivi 16
  • 17. 17. Comprare i cibi freschi permette di eliminare l’olio di conservazione dei cibi in scatola 18. Per l’alimentazione dei bimbi piccoli meglio ricavare in casa purè filtrati di verdure e frutta e cuocere biscotti casalinghi, evitando così di introdurre nella loro dieta i primi additivi chimici 19. Le intolleranze e le allergie verso gli alimenti sono sempre più diffuse in quanto legate all’uso di alimenti di produzione industriale; è opportuno ricorrere a medici e analisi specializzate, ma anche ridurre drasticamente l’uso familiare di alimenti sottoposti a processi industriali e che contengono residui di pesticidi, conservanti, coloranti, potenziatori di sapore, additivi e altri prodotti chimici 20. Gli organismi transgenici (detti OGM) sono piante e animali nel cui DNA sono stati inseriti dei geni estranei al suo patrimonio genetico originale. Si sarebbe dovuto rispettare il principio dell’affinità tra le specie, cioè non si sarebbero dovute incrociare specie troppo diverso tra loro oppure un appartenente al mondo animale con uno del mondo vegetale. Le specie transgeniche finora diffuse per scopi alimentari sono 5: mais, soia, colza, cotone e le colture di lieviti. Attualmente in Europa possono essere commercializzati prodotti alimentari che derivano da 16 organismi transgenici: una varietà di soia, una di mais, i derivati di sette varietà di colza e di quattro varietà di mais, gli oli derivati da due varietà di cotone e i cibi o i mangimi che contengono vitamina B2 (ottenute da colture del Bacillus Subtilis, batterio transgenico). Non si conoscono gli effetti che tali alimenti possono avere con l’uso prolungato sull’organismo umano e quindi sono da evitare. 21. Pur essendo in gran parte destinati all’alimentazione del bestiame, sono sicuramente in circolazione alimenti transgenici; è obbligatoria la segnalazione in etichetta, ma in Italia non è ancora rispettata la direttiva europea. Marche e Puglia hanno vietato la coltivazione di alimenti OGM. Sono inoltre disponibili liste di prodotti e di case produttrici sicuramente da evitare 22. Se si vuole ridurre i danni ambientali e alla salute derivanti dall’allevamento di bestiame e dalla pesca industriale, si possono ridurre o eliminare i consumi di carne, aumentando gli altri alimenti che contengono le stesse sostanze garantite dalla carne; manca solo la vitamina B12 che dovrà essere assunta a parte con un integratore 23. Sostituire i pasti al ristorante (tranne quelli biologici e vegetariani) con cene tra amici con alimenti biologici, locali, di stagione e appena colti e con ricette che salvaguardano i valori nutritivi e i sapori originari 24. Fare la pasta e il pane in casa, fare lo yoghourt e preparare le marmellate più semplici devono rientrare a far parte della normale cucina quotidiana 25. Masticare trenta volte un boccone fa digerire meglio e mangiare meno Parlate con orgoglio delle vostre conquiste in cucina? 17
  • 18. RIQUADRO Pensate che qualche lettura possa sostenere i vostri sforzi? Sapere che altri sono passati attraverso la vostra esperienza vi aiuta a superare le difficoltà e vi permette di affrontare con il sorriso sulle labbra le inevitabili ricadute, gli eccessi di serietà, le prese in giro degli amici? Vi segnaliamo alcune fonti di intelligenza, ironia e divertimento, per tenere desta la vostra attenzione contro le lusinghe del sistema economico e il peso delle piccole abitudini accumulate negli anni. In primo luogo due libri che raccontano le esperienze di giornalisti o esperti che hanno sperimentato per molti mesi cosa accade se si cerca di uscire dal mondo del consumismo illimitato e di creare una sfera di vita da consumatore critico e responsabile, sono un aiuto ironico e sincero per superare difficoltà e debolezze: Judith Levine, Io non compro, un anno senza acquisti,un’esperienza per riflettere sul potere del mercato, Ponte alle Grazie, Milano 2006 Leo Hickman, La vita ridotta all’osso, Ponte alle Grazie, Milano 2007 Poi una pubblicazione periodica, La rivista “Internazionale” ha una rubrica settimanale di consigli per comportamenti e acquisti Infine, se proprio non volete leggere, almeno un film divertente: Morgan Spurlock, Super Size Me, un film di epiche porzioni, cosa potrebbe accaderti se per un mese intero mangiassi solo al fast food?, Fandango Libri, www.fandango.it Attenzione! a) Siete sicuri che le scelte risparmiose da voi effettuate sono diventate delle nuove “buone abitudini”? Qualche ricaduta nei vizi consumistici precedenti è normale e non deve creare sensi di colpa, poiché non dovete dimenticare che siete stati esposti per decenni alle tentazioni e alle imposizioni delle pubblicità e dei sistemi di distribuzione e quindi non è certo facile sottrarsi completamente e adottare comportamenti ben diversi (continuando a rimanere esposti alle suggestioni esterne, talvolta molto sottili e ben nascoste) b) Siete rimasto solo nelle vostre scelte oppure familiari e amici le rispettano o addirittura le invidiano? Avete coinvolto (senza imposizioni, si spera!) il resto del vostro nucleo familiare? c) Avete già pensato di esaminare le bollette di luce e acqua per verificare l’entità dei risparmi acquisiti? Se volete essere accurati dovete analizzare due o tre di quelle precedenti per evidenziare la spesa media di ogni voce e poi fare il confronto con le bollette successive, tenendo conto di eventi che possono aver influito sui risparmi (molte cene con tanti amici, una o due feste, ecc.) d) Avete già cercato di coinvolgere i vostri amici o colleghi nella vostra esperienza? Che tattica avete seguito? e) Cominciate a cercare di spegnere le luci quando siete in casa di altri o al lavoro, oppure guardate con dolore una fontanella senza rubinetto che spreca un liquido prezioso? Siete sulla buona strada, pronti per affrontare gli impegni del livello successivo Secondo livello 18
  • 19. I suggerimenti talvolta comportano dei piccoli lavori o alcune spese, oppure possono essere accolti solo al momento di fare dei lavori in casa o di pensare a mezzi di trasporto diversi, quindi è necessario valutare bene i risparmi possibili e quanto tempo occorre per “rientrare” delle spese affrontate. E’ opportuno che tutto il nucleo familiare condivida l’impostazione dei rapporti con la natura e il mondo esterno, le iniziative da prendere sono molto più piacevoli se condivisi con parenti ed amici ugualmente motivati. Occorre anche pensare in anticipo ai modi in cui presentare le proprie scelte all’esterno, in particolare i vicini o i gruppi di incontro ai quali si partecipa, in particolare i gruppi di acquisto solidale. Il risparmio energetico e la casa 1. Se comprate dei nuovi elettrodomestici (dopo aver valutato attentamente se ne vale la pena), chiedete quelli di categoria A (A+, A++, ecc.) che consumano meno energia 2. Quanti sono i piccoli elettrodomestici di cui potete fare tranquillamente a meno? 3. Termosifoni, scaldabagni, forni che usano l’energia elettrica hanno un rendimento molto basso e quindi devono essere usati il meno possibile 4. Collegare la lavatrice al tubo dell’acqua calda (e ai pannelli solari termici se già installati) permette di risparmiare il 20% di energia assorbito dal boiler interno 5. Il risparmio di energia può aumentare montando all’ingresso dell’acqua della lavatrice un decalcificatore magnetico che permette di lavare a temperature inferiori e di risparmiare metà dei detersivi 6. Scegliere lavapiatti di categoria A, non superare i 50 gradi, pulire periodicamente le pale per evitare che i fori si otturino, nonché i filtri e gli ugelli. Evitare prelavaggio e asciugatura automatica 7. Invece delle pile usa e getta (la cui produzione richiede molta più energia di quanta non ne eroghino), utilizzare quelle ricaricabili con un caricabatteria da collegare alle spine di casa. La soluzione più ecologica sarebbe una ricarica da pannello solare o a manovella 8. Un misuratore di carica può verificare quanta energia rimane in una pila. Quelle mezze scariche possono essere utilizzate per apparecchi a basso consumo (sveglie, telecomandi) 9. Una accurata coibentazione della casa può far risparmiare fino al 25% di energia. Si possono applicare pannelli isolanti di fibre naturali sulla pareti che danno verso l’esterno, isolare il pavimento del sottotetto, applicare strisce di gomma o guarnizioni sui bordi degli infissi, foderare il cassonetto delle tapparelle avvolgibili, apporre dei rotoli di stoffa alla parte inferiore delle portefinestre, ecc. 10. Applicare dove possibile i doppi vetri alle finestre 11. Piante sui terrazzi, alberi vicino ai muri, piante rampicanti sui muri esterni, alberi frangivento in giardino, ecc. modificano anche di 5 o 6 gradi il fabbisogno energetico di una casa (sia per riscaldare che per refrigerare) 19
  • 20. 12. Un impianto termico a metano riduce del 50% le emissioni di anidride carbonica e del 30% quelle di ossido di azoto rispetto agli impianti a gasolio 13. Caldaie e caminetti a pellets o cippato ( fatti di residui di legno) riducono anche del 50% i costi di gestione e quindi permettono di compensare il costo di acquisto in tempi brevi 14. Inserire una valvola termostatica per regolare e diversificare le temperature nei diversi locali; si può risparmiare anche il 20% di energia; un cronotermostato permette di regolare per giorni e settimane i gradi e gli orari di accensione 15. Inserire un miscelatore in uscita dallo scaldabagno, tarando la temperatura fra 37 e 40 gradi; installare un timer per l’accensione regolata; verificare che il serbatoio dell’acqua sia ben coibentato 16. Contro il caldo esterno, utilizzare tende diverse secondo le stanze 17. I ventilatori consumano molto meno dei condizionatori. Quelli a pale (specie se a turbo) muovono l’aria di tutta la stanza possono ridurre la temperatura corporea anche di 5 gradi 18. Dovendo acquistare una lavastoviglie, scegliere i modelli ad alta efficienza ( con lavaggio a pioggia e riutilizzo dell’acqua di lavaggio) e verificare la presenza del marchio europeo IMQ e della ecolabel; evitare i modelli “lava e asciuga”, sono comodi ma consumano molta energia 19. Acquistare frigoriferi che non contengano Cfc, Hcfc, Hfc, i loro costi di esercizio sono minori e non si rischia di danneggiare la fascia di ozono che ci difende dai raggi del sole 20. Sbrinare il freezer quando lo strato di ghiaccio supera i 5 mm. altrimenti i consumi aumentano anche oltre il 30%; pulire dalla polvere la serpentina posta sul retro 21. I condizionatori di classe A costano di più ma consumano meno energia; non impostare una temperatura troppo diversa da quella esterna; pulire periodicamente i filtri che accumulano polvere e batteri pericolosi per la salute 22. Preferire i ferri da stiro più leggeri (massimo 1200 watt), a vapore e con dispositivo anti calcare 23. Le batterie degli apparecchi elettronici costituiscono un rifiuto pericoloso, quindi è sempre da preferire l’alimentazione elettrica; le batterie ricaricabili durano molto di più e il loro costo è recuperabile in breve tempo; le batterie alcaline e al litio garantiscono le migliori prestazioni; vanno tolte le batterie dagli apparecchi di uso non frequente. Le batterie scariche vanno assolutamente depositate negli appositi contenitori 24. Per una illuminazione migliore, tinteggiare le pareti di bianco; lampade da terra o da parete non creano zone di ombra; per lavorare, leggere o cucinare illuminare con apposite lampade i piani di lavoro; le plafoniere sono più adatte per bagni e zone di passaggio; usare le lampade al neon solo nei luoghi di lavoro e senza abbagliare 25. Per i locali senza luce diretta è possibile catturare la luce con dei dispositivi detti “tubi solari”: sono tubi riflettenti con una estremità sul tetto o su un muro esterno e l’altra sul 20
  • 21. soffitto della stanza da illuminare. La spesa energetica è nulla e l’investimento si recupera in poco tempo 26. Se avete spazi sufficienti sul tetto o intorno alla casa per installare pannelli fotovoltaici per la produzione di energia o termici per ottenere acqua calda, oppure piccoli rotori eolici se la zona è ventosa, potete richiedere dei preventivi. Sarete sorpresi dallo scoprire che una spesa del genere può essere recuperata in un tempo molto breve Sono stati divertenti o stancanti i lavori suggeriti per rendere la vostra casa più leggera sul pianeta? Il risparmio dell’acqua 1. Esistono in commercio sciacquoni del wc a doppio pulsante, con diverse erogazioni di acqua; oppure si può modificare quello già installato agendo sull’asticella del galleggiante interno al serbatoio (si possono risparmiare fino a 25.000 litri all’anno) 2. Se l’acqua non ha un gusto gradevole o non è potabile, sono possibili tre soluzioni: se dipende dai tubi vecchi e arrugginiti dell’edificio, si può munire il rubinetto di un filtro meccanico a rete; se le cause sono a monte, si possono usare delle cartucce filtranti con una miscela di carbone attivo e scambiatore di ioni (sono efficaci per ridurre la durezza carbonica dell’acqua, e contro la presenza di cloro e di alcuni metalli ma non eliminano le sostanze inquinanti); per l’eccesso di magnesio e calcio si può installare un impianto di addolcimento (chiamando degli esperti) 3. Un sistema risolutivo a largo spettro è il depuratore domestico ad osmosi inversa, utile per rimuovere metalli pesanti; è costoso, ma efficace e duraturo e si recupera la spesa in circa due anni. C’è il rischio di una eccessiva demineralizzazione se non è ben tarato 4. Si può bere acqua del rubinetto aromatizzata alle erbe (menta e basilico), oppure con gocce di oli essenziali al limone o all’arancio amaro. Le spremute sono poco costose e fresche; si può acquistare una bottiglietta di succo di mirtillo da diluire (costa quanto una lattina di bibite chimiche); la bibita di liquirizia si ottiene da due bastoncini di liquirizia lasciati sciogliere in una caraffa di acqua fresca. E infine il “guaranito” importato dal commercio equo e solidale. 5. In fase di ristrutturazione della casa si può chiedere di abbinare la colonna degli scarichi di cucina, della doccia, della vasca da bagno, della lavatrice o della lavapiatti a quella del wc. 6. Sul balcone si può installare un serbatoio in plastica per raccogliere l’acqua piovana, deviandola dalle grondaie e usandola per innaffiare o per il wc 7. Nei giardini domestici evitare od eliminare pavimentazioni impermeabilizzanti. 8. La neve artificiale sulle Alpi consuma tanta acqua quanto una città di un milione di abitanti; anche le piscine e i campi da golf consumano quantità eccessive di acqua 9. Lavare l’auto con un secchio invece che con la pompa 21
  • 22. 10. Perché non provare a scrivere sui prodotti di più largo consumo la quantità d’acqua che è necessaria per produrli? Avete provato a calcolare quanta acqua consumate ogni giorno? E i membri del vostro nucleo familiare? Ridurre i rifiuti 1. Adottare per i bimbi il pannolino ecologico lavabile, tutto cotone (ora anche biologico), così da eliminare i pannolini usa e getta, costosi e inquinanti e che, soprattutto, contenendo dei gel chimici superassorbenti, possono provocare irritazioni 2. Anche gli assorbenti per le donne diventano per ragioni igieniche dei rifiuti indifferenziati e se dispersi nell’ambiente persistono a lungo senza modificarsi. Oggi possono esser sostituiti dalle pratiche “coppette” di lattice, lavabili e utilizzabili per lunghi periodi senza inquinare (rappresentano una spesa mensile di 30 centesimi di euro). 3. Usare la carta igienica riciclata al 100%, marchio Ecolabel, sbiancata con cloro e imballata in amido di mais inseribile nei compost, acquistabile a prezzi uguali a quella normalmente in circolazione 4. Evitare i bagnoschiuma, contengono tensioattivi schiumogeni che finiscono nei fiumi 5. Evitare i deodoranti composti da oscuri ingredienti e gli antitraspiranti che chiudono i condotti sudoriferi e infiammano le ghiandole; usare invece la pietra di allume di potassio inumidita, acqua e bicarbonato, il normale borotalco 6. Per la barba, rasoio di metallo, non usa e getta; escludere i pennelli da barba di tasso o con base in avorio 7. I barattoli di vetro con coperchio a vite possono essere riusati senza limiti per riempirli di marmellate, succhi, conserve, vegetali sottolio, creme di semi oleosi, ecc. 8. Se è proprio necessario usare stoviglie monouso, acquistare quelle biodegradabili in Mater B a base di amido di mais o i Pla, a base di acido polilattico 9. Prima di gettare un tessuto, un oggetto, un foglio di carta usata, pensare intensamente ai nuovi usi che ne potremmo fare ( un patchwork, un vestito per bambini, un blocco per appunti, ecc.) senza porre limiti all’immaginazione 10. I computer dichiarati “vecchi” dal mercato che deve inseguire modelli sempre nuovi, possono essere aggiornati e rimessi in circolazione dotati di software libero; i dannosi rifiuti di origine elettronica che intasano e avvelenano le discariche sono ormai insostenibili 11. Molti oggetti, di stoffa, di legno, ecc. con un po’ di fantasia possono essere trasformati in giocattoli (preferiti da molti bambini rispetto a quelli supermeccanici) 22
  • 23. 12. Le nostre case sono invase da piccoli contenitori di plastica mezzi vuoti (detersivi, saponi, shampoo, schiume, creme, cosmetici, ecc.): forse è ora di avviarli al cassonetto dopo averli accuratamente sciacquati 13. Molti imballaggi (buste di plastica, scatole di cartone, ecc.) possono essere usati più volte; mettere da parte quelli che prevedete potranno esservi utili 14. Verificare sempre la possibilità di riparare un oggetto che non funziona, prima di gettarlo via; esistono dei piccoli riparatori (calzolai, rammendatrici, arrotini, falegnami, orologiai, sarte, restauratori, rilegatori, ecc.) che con poca spesa prolungheranno la sua vita utile 15. Se pensate di gettare un oggetto di casa, un vecchio libro, un mobile vecchio stile, ecc. verificate se può ancora essere utile a qualcun altro; esistono dei mercatini dell’usato che permettono il baratto diretto tra le persone e organizzazioni di volontariato che raccolgono cose vecchie per recuperarle 16. Le pile esauste, i medicinali scaduti, i toner di copiatrici e stampanti, gli oli fritti, ecc. devono essere gettate negli appositi contenitori differenziati: sono tossici e pericolosi e possono perfino inquinare, rendendoli inutilizzabili, gli altri rifiuti 17. Avete mai provato a sverniciare un vecchio mobile e a dargli nuova vita con vernici ecologiche? Cambiare mobilità per salvaguardare il clima 1. Proporsi di non utilizzare l’auto per percorsi compresi tra i tre e i cinque chilometri 2. Convertire le auto a benzina in auto con impianti a metano o a GPL 3. Per auto diesel cercare di usare le tipologie meno inquinanti (blu diesel, gasolio bianco). L’uso del biodiesel (proveniente dal trattamento chimico di oli vegetali di colza, girasole e soia) riduce l’inquinamento, ma contribuisce ad aumentare i prezzi delle materie prime agricole e danneggia i paesi tormentati dalla fame e dalla malnutrizione 4. Sostituire l’auto con il treno per i percorsi superiori a 100 chilometri dalla propria abitazione 5. Ridurre al minimo gli ingressi nei grandi e medi centri urbani, usando l’auto solo per arrivare ai parcheggi di scambio intermodale e utilizzando poi i mezzi pubblici, con preferenza le metropolitane (anche quelle leggere di superficie) 6. Dovendo proprio acquistare una auto nuova, preferire i mezzi di piccola o media cilindrata 7. Dare inoltre la preferenza ad auto ibride (a doppia alimentazione) o che sperimentano carburanti meno inquinanti 8. Al momento dell’acquisto verificare attentamente la presenza di apparati che riducono le emissioni inquinanti e il rispetto delle norme europee in vigore o di cui è prevista l’approvazione nell’immediato futuro 23
  • 24. 9. Durante l’uso verificare scrupolosamente il funzionamento degli apparati di controllo delle emissioni, affinché siano rispondenti ai livelli minimi previsti dalle norme in vigore o consigliate 10. Cambiare la marmitta catalitica quando è esaurita la sua funzionalità 11. Montare pneumatici ricostruiti, cioè che provengono da processi di riciclaggio e riutilizzo di vecchie gomme 12. Fare attenzione al corretto smaltimento dei rifiuti dell’auto: olio esausto, liquido dei freni o del cambio, batterie, pneumatici sostituiti devono essere consegnati agli appositi centri di raccolta per rifiuti pericolosi, dove saranno riciclati 13. Le auto elettriche non sono veicoli a emissione zero ma ad emissione differita, cioè che inquinano al momento della ricarica e dello smaltimento delle batterie, anche se contribuiscono molto a ridurre lo smog nei centri urbani 14. Acquistando una bicicletta, date la preferenza a quelle prodotte con il riutilizzo delle lattine di alluminio 15. Verificate la possibilità di acquistare piccoli carrelli trainati dalla bicicletta, di uso comune in molti paesi europei Per una alimentazione sana e alternativa 1. Entrare a far parte o costituire un gruppo di acquisto solidale è una esperienza ormai molto diffusa e permette di stabilire rapporti diretti con produttori agricoli e di consumare frutta e verdure di stagione (in qualche caso consegnate a casa settimanalmente): a prezzi molto più bassi dei mercati rionali si mangiano alimenti appena colti 2. Se si dispone di un giardino anche piccolo è possibile autoprodurre un notevole gruppo di alimenti: da tre a sei metri quadri, coltivati poche ore a settimana, possono fornire verdure a una famiglia di 3-4 persone per tutto l’anno 3. Anche un balcone può ospitare una piccola produzione di odori e piante per condire i cibi: basilico, menta, rosmarino, salvia, timo, erba cipollina, ecc. ma anche insalata, cavoli, sedani a coste, ecc. 4. Su un terrazzo si possono addossare alle pareti piante rampicanti, disporre delle cassette di legno sulle ringhiere (verso l’interno e verso l’esterno) mentre dei vasi più grandi possono ospitare piccoli alberi da frutta e può essere realizzata una piccola serra in un angolo riparato per avere prodotti anche d’inverno 5. Coltivare germogli in un barattolo è davvero interessante. Ricchissimi di sali minerali (calcio, ferro, fosforo) proteici e disintossicanti, i germogli di semi vari potrebbero da soli tenervi in vita E poi niente pesticidi, niente trasporti, niente terra, niente imballaggi, solo un barattolo e un po’ d’acqua. Si inizia con grani non decorticati di frumento, avena, ceci, orzo, soia mung, semi di girasole e zucca, ecc. Si mangiano in insalata o appena sbollentati 24
  • 25. 6. Quasi tutti i vegetali si possono trasformare in conserve e le frutta in marmellate, con un po’ di pratica si imparano le proporzioni da rispettare e le modalità di preparazione dei barattoli per garantire la conservazione 7. Quasi tutte le frutta e molte verdure si possono essiccare al sole, basta disporre di un balcone soleggiato; stendere su delle tavole e coprire con dei veli tipo zanzariere 8. Esistono migliaia di piante selvatiche commestibili o utilizzabili per migliorare la salute. Seguire un corso di riconoscimento delle piante apre la strada per una attività di raccolta divertente e interessante per chi voglia lavorare in una prospettiva innovativa 9. Studiare le ricette che permettono di utilizzare i prodotti locali e provenienti dal Sud del mondo, le spezie meno conosciute, le erbe non coltivate e raccolte, è fondamentale per variare la dieta e per utilizzare al massimo le caratteristiche di ogni alimento (contro la standardizzazione dei prodotti trasformati industrialmente) 10. Per far uscire i bambini dai vincoli di bevande molto pubblicizzate, patatine piene di “potenziatori di sapori” (vere e proprie droghe per la loro bocca) e merendine industriali è necessario recuperare le conoscenze della pasta e dei sughi fatti in casa, dei ciambelloni e delle crostate delle nostre nonne, dei succhi di frutta senza prodotti chimici e avviare un processo lento di vera e propria rieducazione del gusto (invitando anche i loro piccoli amici finché non saranno invidiosi dei cibi “diversi” da voi preparati). RIQUADRO Molti dei suggerimenti contenuti in questa parte del percorso sono tratti da alcune fonti fondamentali, che potreste utilmente consultare in quanto contengono i motivi che portano a ipotizzare la nuova modalità di consumo, l’elenco dei rischi che si corrono e che si cerca di evitare e molti dettagli sul modo di realizzare l’innovazione. In sostanza il percorso è puramente indicativo, l’analisi approfondita è stata lavoro prezioso di questi autori, che quasi sempre hanno personalmente sperimentato quanto suggeriscono e sono ricchi di indicazioni pratiche e operative per guidare la realizzazione. Ulteriori indicazioni di obiettivi facilmente raggiungibili e maggiori informazioni su quelli già indicati sono essenziali se si vogliono capire i motivi profondi delle scelte da fare e se si vuole raggiungere una maggiore conoscenza relativa alle scelte già fatte: Albert K. Bates, Manuale di sopravvivenza alla fine del petrolio, riflessioni, consigli e ricette per fare a meno dell’oro nero, AAM Terra Nuova, Firenze, aprile 2008 (con bibliografia e ricette di cucina) Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli, manuale di ecoazioni individuali e collettive, Serie Bianca Feltrinelli, Milano, aprile 2007 (con bibliografia) Comune di Venezia, Progetto Cambieresti? (Consumi, ambiente, risparmio energetico, stili di vita), undici schede di informazioni e consigli, www.cambieresti.net. Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al consumo critico, informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, EMI, Bologna, ultima edizione aggiornata 25
  • 26. Terzo livello E’venuto il momento di guardarvi intorno, di rendervi conto che la vostra esperienza non è isolata ma è parte di un movimento dal basso che coinvolge un numero crescente di persone. Potete cominciare a chiedervi cosa potete fare intorno a voi, per vostra iniziativa e pressione, per diffondere le nuove abitudini di risparmio e consumo. Si tratti di campagne, gruppi di acquisto o pressioni politiche, l’incisività e la tenuta delle attività intraprese dipende molto dalle capacità vostre e di chi avete coinvolto. Occorrono preparazione, conoscenze, motivazioni non superficiali, capacità di creare contatti e alimentare relazioni sociali. E’ necessario avere idee chiare sugli obiettivi delle singole iniziative, sulla adeguatezza dei mezzi rispetto agli scopi perseguiti, sulla funzionalità delle reti, sulle capacità collettive e personali di incidere sui meccanismi di danno considerati obiettivi prioritari. Ciascuno deve trovare la collocazione adatta alle sue caratteristiche personali, tutti devono sapere che ruolo hanno e come devono svolgerlo. Solo una spinta organizzata dal basso è oggi in grado di incidere su una situazione particolarmente grave. E’ un compito e insieme una responsabilità, condivisi e partecipati, ma dove l’apporto personale, di tutte le persone, è essenziale. Le indicazioni sono largamente esemplificative, completate il quadro con le vostre informazioni e una analisi accurata del contesto nel quale intendete muovervi. Il risparmio energetico fuori di casa 1. Tutte le misure adottate per la vostra casa possono essere imitate in tutti gli uffici pubblici e in tutte le imprese private. Ogni vostra partecipazione a pressioni esercitate in questa direzione anche nel comune più piccolo è utile e conveniente per i contribuenti 2. Riempiendo di pannelli solari lo 0,4 delle superfici costruite in Italia, (che sono il 10% del territorio) si potrebbe coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica del paese. Quindi ogni decisione, azione o campagna con questo obiettivo è di massima utilità e l’apporto della vostra esperienza essenziale 3. L’ideale sarebbe che le normative edilizie nazionali e locali prevedessero tetti coperti da pannelli solari in tutte le case di nuova costruzione e incentivassero le abitazioni e i condomini disposti a dotare le loro costruzioni con i pannelli 4. Ormai esistono anche in Italia interi quartieri alimentati con energia solare. E’ essenziale spingere le altre comunità ad imitare questi esempi di impiego oculato dei soldi pubblici. 5. Per evitare di far peggiorare la situazione del clima è necessario ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 60% di quelle attuali, quindi occorre esercitare pressioni non soltanto sui principali “produttori”, ma su tutti coloro che anche in misura contenuta contribuiscono al flusso di emissioni. E’ essenziale partecipare a campagne e iniziative con questi obiettivi 6. Dobbiamo ridurre le risorse naturali che utilizziamo in una misura compresa tra il 70 e il 90% dei consumi attuali; per questo tutte le iniziative di consumo critico e responsabile vanno sostenute e richiedono la partecipazione di tutti 7. E’ importante tenere sempre presente la quantità di acqua che è necessaria per produrre ciascun bene e quindi scegliere di usare quei prodotti che a monte hanno consumato meno acqua 26
  • 27. 8. Si devono riconvertire a produzioni più rispettose dell’ambiente tutte le industrie che danneggiano gravemente il pianeta; in ogni territorio occorre conoscere i danni causati dalle aziende locali ed esercitare ogni possibile pressione perché modifichino sia pure gradualmente i loro processi produttivi 9. Ogni sede o locale può essere adibito a funzioni diverse a secondo degli orari; a proprietari, enti ed organizzazioni possono essere presentate delle richieste che aumentino l’uso sociale di parte delle scuole, degli uffici comunali, degli ospedali, dei cinema, ecc. nelle diverse ore del giorno 10. Si può esercitare una importante pressione su ogni nuova costruzione nel vostro quartiere o paese, cercando di far applicare le regole della bioarchitettura (impatto emissioni zero, energie rinnovabili, recupero acqua piovana, ecc.) e della bioedilizia (materiali edili, qualità degli arredamenti, vernici non tossiche, ecc.), prendendo a modello i bioquartieri, l’edilizia biopopolare, le ecoscuole 11. Si può lottare contro l’inquinamento acustico esterno (traffico, musiche, fabbriche, locali notturni) presentando un esposto al sindaco che deve intervenire, misurare i rumori ed effettuare sequestri 12. Sono moltissimi i territori inquinati da impianti chimici, centrali di energia, inceneritori, discariche, allevamenti, ecc. E’ essenziale creare un comitato di protesta che elabori anche proposte alternative, per difendere l’ambiente e la salute degli abitanti 13. Si possono appoggiare tutte le iniziative connesse con il diritto alla casa (contro le case sfitte, per ottenere case di edilizia popolare, a sostegno delle occupazioni di edifici vuoti, ecc.) 14. Si devono denunciare tutti gli episodi di abusivismo relativi al vostro territorio 15. Proteggere e richiedere il verde urbano: non solo ville e parchi ma anche giardini pubblici e aiuole spartitraffico coltivate 16. Invitare nel proprio quartiere o comune la casamobile dell’energia e del risparmio: rivolgersi a Paea o al Centro Sereno Regis di Torino 17. Chiedere al vostro Comune di rendere “verdi” cioè ecocompatibili tutti i suoi acquisti Il risparmio dell’acqua 1. E’ importante tenere sempre presente la quantità di acqua che è necessaria per produrre ciascun bene e quindi scegliere di usare quei prodotti che a monte hanno consumato meno acqua 2. Controllare che l’ente acquedotti locale o il comune effettuino tutti i controlli di qualità richiesti dalla legge e rendano pubblici i risultati 27
  • 28. 3. Controllare lo stato di inquinamento di tutti i corsi d’acqua del vostro territorio e se necessario promuovere un comitato di sorveglianza di bacino, cioè che coinvolga tutte le popolazioni dei territori attraversati da fiumi e torrenti 4. Organizzare gite e visite alle sorgenti d’acqua del vostro territorio e alle centrali di potabilizzazione, per sensibilizzare la popolazione ad un uso corretto del prezioso liquido 5. Esercitare pressioni affinché gli enti locali svolgano una azione di promozione dell’acqua pubblica, in contrapposizione alle pubblicità insistenti delle acque cosiddette minerali 6. Organizzare delle “prove gusto”: la maggioranza dei consumatori non riesce a distinguere tra acqua del rubinetto e acque in bottiglia; metter cartelli nelle mense che usano l’acqua in brocca; esercitare pressioni su ristoranti e bar affinché passino all’acqua in brocca 7. L’acqua non deve essere privatizzata. Se l’ente locale ha già commesso questo errore (anche nella forma di società per azioni con la presenza del Comune), occorre esercitare decise pressioni per la sua ripubblicizzazione e per l’inserimento dei cittadini negli organi di controllo della gestione 8. Devono essere eliminate le tariffe minime (cioè l’acqua da pagare comunque) perché rappresentano un incentivo allo spreco nelle famiglie di più piccole dimensioni e installati dei contatori per ogni appartamento in modo che ogni nucleo possa controllare facilmente gli effettivi consumi e possa iniziare a ridurli 9. La promozione a tappeto dei riduttori di flusso domestici e negli edifici pubblici è una campagna che ogni ente locale dovrebbe avviare, specie se su richiesta dei cittadini; anche l’installazione di rubinetti nelle fontanelle è una azione che ridurrebbe la spesa collettiva per il consumo di acqua 10. Le reti di adduzione e di distribuzione dell’acqua richiederebbero una azione molto consistente di riduzione delle perdite; si potrebbe iniziare dal vostro territorio 11. I sistemi di fitodepurazione (igienizzare le acque attraverso particolari piante) sono convenienti e molto ecologici 12. Incentivare la raccolta dell’acqua piovana nelle case e nei locali pubblici potrebbe essere una misura alla portata di tutti gli enti locali 13. Controllare lo stato dei permessi di pesca e degli allevamenti artificiali 14. Esercitare pressioni per l’eliminazione di tutti gli scarichi illegali in fiumi e torrenti 15. Suggerire a produttori e cooperative di inserire nelle etichette dei prodotti da essi venduti la quantità di acqua che è stata necessaria per realizzarli 28
  • 29. Ridurre i rifiuti e recuperare “materie seconde” 1. Promuovere nel vostro Comune la raccolta differenziata fino a superare almeno il 60% del totale dei rifiuti è una azione fondamentale, ad alta priorità e urgente perché la utilità di discariche e inceneritori per lo smaltimento è assolutamente nulla, anzi dannosa in quanto non permette il recupero di molte materie prime essenziali (metalli, carta, plastica, ecc.) 2. Promuovere la raccolta differenziata porta a porta è ancora più utile, perché l’obiettivo 80% non è così difficile da raggiungere in poco tempo, purché la popolazione sia stata debitamente sensibilizzata e istruita 3. Naturalmente la riduzione a monte dei rifiuti agevola tutte le operazioni successive: ciò significa drastica riduzione degli imballaggi superflui, il recupero degli alimenti in scatola prossimi alla scadenza o in contenitori danneggiati che non pregiudicano la qualità del prodotto, il riuso e il riciclaggio spinto di arredamenti e utensili di casa 4. La frazione residua va ulteriormente ridotta con un apposito trattamento non inquinante 5. E’ necessario promuovere il passaggio da una tassa proporzionata alla taglia della casa a una tariffa applicata alla reale produzione in peso dei rifiuti, nonché l’adozione di incentivi a chi tratta il compost a domicilio 6. L’uso della carta riciclata dovrebbe diventare obbligatorio per una serie di prodotti di largo consumo (carta per uffici, buste per lettere, ecc.), mentre dovrebbe essere fatta rispettare la legge che impone agli enti pubblici di acquistare, nella misura minima del 30% della spesa, prodotti riciclati 7. Sono da sostenere i comitati che chiedono una moratoria nella costruzione di nuovi inceneritori finché non si sarà realizzata in misura cospicua la raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale e saranno state adottate norme per la drastica riduzione degli imballaggi inutili 8. Proporre nelle mense, negli uffici, nelle scuole l’installazione di distributori automatici di prodotti biologici e del commercio equo e solidale (con imballaggi ridotti all’essenziale) 9. Partecipare con creative azioni di sostegno e di pubblicizzazione la giornata del “non acquisto”: un modo per sottrarsi almeno per 24 ore alle sollecitazioni continue del sistema distributivo 10. Rifiutare le buste di plastica per la spesa e sollecitare l’adozione da parte dei supermercati delle buste di tela o iuta Cambiare la mobilità per salvaguardare il clima 1. Partecipare a campagne e iniziative a favore dell’ampliamento delle zone urbane vietate alle auto e completamente disponibili per i pedoni; le corsie preferenziali per i trasporti pubblici urbani dovrebbero superare il 50% delle strade 29
  • 30. 2. Sostenere la pressione per la ripubblicizzazione dei trasporti pubblici, da considerare beni comuni preziosi 3. Richiedere alle aziende con più di 300 dipendenti di ricercare e mantenere sistemi collettivi di trasporto dei dipendenti stessi sui tragitti comuni casa-ufficio 4. Proporre biglietti integrati che oltre alla rete di autobus e metropolitane, comprendano l’uso del car sharing e di biciclette. 5. Proporre tessere aziendali e scolastiche scontate da offrire ai dipendenti e studenti che scelgano di usare i mezzi pubblici per recarsi sul posto di lavoro o di studio; biglietti scontati per eventi dovrebbero essere offerti a chi dimostra di aver utilizzato mezzi pubblici per raggiungere il luogo dell’evento 6. Esercitare pressioni per avere mezzi pubblici urbani elettrici (anche se sono utili contro lo smog ma non contro le emissioni se sono ricaricati con energia termo elettrica come avviene in Italia; i mezzi solari non sono ancora stati sperimentati nelle attuali condizioni del traffico 7. L’aria condizionata sui mezzi pubblici è spesso eccessiva e fa consumare il 20% in più di carburante; una protesta sistematica dei passeggeri potrebbe eliminare le pratiche scorrette 8. E’ importante sostenere le proteste di viaggiatori pendolari in una fase in cui i tagli alle ferrovie e alle linee di bus per le periferie rendono il servizio sempre più inadeguato 9. Partecipare alle richieste collettive di piste ciclabili, itinerari dedicati e moderazione della velocità per i mezzi pubblici e privati per garantire la sicurezza di ciclisti e pedoni; insistere per la disponibilità di bici (anche elettriche) nelle aree urbane centrali, da prelevare e restituire senza limitazioni 10. Gli aerei sono rimasti fuori dalle normative dell’accordo di Kyoto: una campagna non solo nazionale dovrebbe esercitare una decisa pressione per l’approvazione di norme limitative degli inquinamenti derivanti dai voli aerei Alimentarsi senza danneggiare il pianeta 1. Nei condomini con giardini interni si può proporre di coltivare alberi da frutta e un piccolo orto, magari affidati alle cure di anziani esperti e di bambini interessati; si risparmia sulle spese per il mantenimento di piante solo ornamentali e si possono creare occasioni di raccolti collettivi ma anche produrre il compost per tutte le piante da balcone 2. Chi è esperto di essiccazione di cibi o di produzione di marmellate e conserve potrebbe offrirsi di tenere corsi di autoproduzione ai condomini o ai municipi 3. Si può cercare di acquistare varietà antiche o rare di frutta e verdure in modo da garantirne la sopravvivenza e la coltivazione 30
  • 31. 4. Adottare un albero a distanza, rivolgendosi ad Archeologia Arborea, vicino Perugia, un rifugio di alberi da frutto in via di estinzione 5. Esiste un movimento di “Seed Savers” (salvatori di semi), impegnato nella salvaguardia di varietà di piante minacciate di scomparsa: perché non sostenerlo in una delle tante attività che svolge? 6. Avete mai notato quanti spazi urbani potrebbero essere valorizzati con piccole coltivazioni di orti o di fiori, rendendo la città più verde e più pulita? 7. Molti comuni permettono di coltivare terreni demaniali incolti o aree confiscate alla mafia 8. Sono in corso di sperimentazione accordi tra cittadini e agricoltori, per coltivare senza retribuzione parte dei terreni e condividere il raccolto 9. “Orto in condotta” è il progetto di Slow Food per mettere in rete tutte le scuole che hanno un orto biologico 10. Perché non collaborare alla organizzazione di mercati periodici nei quali scambiare i semi e le esperienze di coltivazione di piante rare o minacciate di estinzione? RIQUADRO Le guide per i comportamenti alternativi, elaborate sia da enti locali che da campagne e associazioni, si stanno moltiplicando; ne segnaliamo alcune: Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al risparmio responsabile, informazioni sul comportamento delle banche per scelte consapevoli, EMI, Bologna, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al vestire critico, EMI, Bologna, 2007 Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al telefono critico, il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di Mezzo, Milano, ottobre 2007 Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, Più ortaggi, legumi e frutta, educazione alimentare e del gusto nella scuola primaria, (guida e manuale per l’insegnante, quaderni di esercizi per l’alunno), 2008 WWF-Enea, Risparmio ed efficienza energetica in casa, GenerAzione Clima, Roma (Via Po 25c, 00198, www.wwf.it) Lea, Ecoguida, guida al risparmio energetico in casa, LEA Civitavecchia e Roma Arpal, E’ ora di cambiare aria, Regione Liguria e Sistema Ligure di educazione ambientale, (www.regione.liguria) Assforseo, Il sole per tutti, Rete informativa territorio ambiente, ( Energetica, www.energetica.eu e rete per l’autocostruzione del solare termico, www.autocostruzionesolare.it) 31
  • 32. Luca Martinelli, Piccola guida al consumo critico dell’acqua, dal rubinetto alle minerali, vademecum per l’uso responsabile di un bene comune, Terre di mezzo, Milano (Altraeconomia,via Calatafimi 10, 20122, segreteria@altreconomia.it ) AMA, Butta bene dalla A alla Zeta, Raccolta differenziata porta a porta, (www.amaroma.it, numero verde 800 867 035) Regione Campania, Centra l’obiettivo, rifiutali con intelligenza, vademecum per il cittadino, (www.rifiuti.regione.campana.it) ENI, 24 consigli per l’ambiente, (www.30percento.it) MICHELIN, La mobilità che vorrei, (www.michelinfascuola.it) 26 COSE CHE POTETE FARE SUBITO PER GESTIRE LA VOSTRA ANSIA Sommario: KATHY MCMAHON Energy Bulletin Se non state provando un qualche grado di apprensione adesso, non state leggendo le notizie. Ecco alcuni dei miei suggerimenti per trasformare questa energia emotiva in azioni costruttive: 1) PREFIGGETEVI COME OBIETTIVO DI RIDURRE LE VOSTRE SPESE in modo tangibile – del 10%, del 20%, del 30%, persino del 50%, e stabilite un programma per attuarlo. La riduzione dei costi è il modo più veloce per aumentare il vostro reddito – più veloce che guadagnare più soldi. 2) FATE ATTENZIONE AL DENARO CHE SPRECATE senza trarne alcun beneficio, come la luce che rimane accesa, i computer che rimangono accesi notte e giorno, i “carichi fantasma” come gli orologi dei forni a microonde, che consumano più energia degli stessi forni a microonde. Se prenderete dimestichezza con il vostro contatore dell’elettricità e annotate le letture prima e dopo aver spento questi carichi fantasma, avrete la prova concreta che state risparmiando denaro. 3) Stabilite un SISTEMA A TRE FASCE per gli acquisti: a) le necessità; b) le cose utili; e c) altro. Mettete tutto ciò che comprate in una di queste categorie per una settimana ed esaminate l’elenco. Ad esempio se acquistate vestiario, potreste aver acquistato delle calze e delle scarpe nuove di lusso. Mentre la gran parte delle persone metterebbero le calze sotto la “a” o la “b”, quasi tutti noi considereremmo le scarpe di lusso come “altro”, a meno che non siano una necessità per il lavoro. La Grande Contrazione della Spesa è incominciata. Superatela di un margine sufficiente in modo da non farvi mordere il di dietro. 4) Prendete in considerazione di ACQUISTARE IL CIBO NELLA SUA FORMA PIÙ BASILARE, e in grandi quantità. Per esempio, invece di comprare un preparato per pancake, comprate la farina, il grasso alimentare e il lievito. Questo di per sé, non solo migliorerà la vostra dieta, ma vi costerà un decimo di quanto costerebbe il preparato già pronto. Per qualsiasi cosa che preparano i “Generals” (General Foods, General Mills, ecc.) VE NE FANNO PAGARE il privilegio. 5) SEMPLIFICATE. Passate in rassegna ciascun acquisto e chiedetevi se qualche altro oggetto andrebbe bene lo stesso. Il consumismo produce prodotti specializzati che aumentano la domanda. Quanto più è specializzato [un prodotto], tanto più facile è far pagare ai consumatori un prezzo elevato per esso. Schiuma da barba, invece di un buon sapone schiumoso. Un prodotto per pulire i vetri, anziché l’aceto. Fate un po’ di ricerca e scoprirete come vivevano i vostri antenati senza la maggior parte dei prodotti che stanno sotto i vostri lavandini o tra i vostri articoli da toletta. Poi riducete [il superfluo] e comprate [il resto] in grandi quantità. 6) CERCATE LA QUALITÀ. Cercate prodotti durevoli che potranno costare di più, ma che sono ben fatti e che dureranno per molto tempo. Vi accorgerete che le versioni più economiche non possono essere rimpiazzate facilmente quando si guastano. Comprate ora per il lungo termine e non pensando solo al prezzo. Trovo che gli oggetti di migliore qualità vengono rimpiazzati da prodotti più scadenti allo stesso prezzo. Comprate gli oggetti di qualità finché si trovano ancora, e assicuratevi che rientrino nella Fascia A. (Vedi #3) 7) Passate ad un’ECONOMIA FATTA DI CONTANTI. Fatelo e basta. Cominciate col decidere quanti soldi spendete solitamente usando carte di credito e assegni e prelevate tale somma in contanti per una settimana, due settimane, un mese. Se voi e i membri della vostra famiglia la spendete prima della scadenza di tale periodo, rimanete a casa e smettete di spendere, finché inizia il periodo successivo. La ricerca di mercato ha mostrato che passando ad un’economia di contanti, i consumatori spendono in media il 20-25% in meno che se usassero una carta di credito. Usate questa ricerca a VOSTRO vantaggio. Abituatevi ad usare la valuta, non la plastica. 32