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Tra il XIII e il XIV secolo, le città dell’Italia centro-settentrionale furono protagoniste
di un processo di concentrazione del potere nelle mani di una sola persona chiamata
a governare le fazioni cittadine e riportare pace, giustizia e ordine.

                            Tali governi autoritari non avevano limite di tempo e divenivano
                            tendenzialmente ereditari.


Questo passaggio dai Comuni alle Signorie portò:
 alla riunificazione territoriale di vaste zone della penisola italiana
 a una riduzione dei poteri locali presenti nella penisola.


                                        Si trattò di un fenomeno paragonabile a quello che
                                        nello stesso periodo stava avvenendo alle grandi
                                        monarchie europee       ossia quel processo che
                                        prevedeva l’egemonia totale di uno su tutti.



  PERÒ a differenza delle grandi potenze straniere, quali
  Francia, Spagna e Inghilterra, i diversi stati italiani non
  riuscirono ad impossessarsi di vaste aree e per questo
  divennero il bersaglio delle grandi potenze straniere.
Rapporti esteri
Le origini del Ducato di Ferrara risalgono al Re
                              longobardo Desiderio. Infatti tale territorio faceva parte
                              dell’esarcato di Ravenna divenuto Dominio della Chiesa
                              con la Donazione di Sutri del 728. Successivamente
                              divenne parte dei possedimenti dei Canossa; dopo la
                              morte della gran Contessa Matilde di Canossa Ferrara
Stemma degli
                              pose fine al’antico Ducato consolidando l’istituzione
estensi
                              comunale.

Il Comune di Ferrara durò circa 150 anni. Nel          Il titolo Ducale fu ottenuto
1208 infatti la famiglia degli Estensi raccolse il     nel 1471. Alla guida del
potere nelle proprie mani con Azzo VI d’Este e         Ducato si avvicendarono
istaurò la Signoria. Ferrara, che faceva               quattro esponenti della
formalmente parte dello Stato                          famiglia fino al 1598, anno
Pontificio, estese il suo dominio a Modena e           in cui il Ducato per
Reggio, che appartenevano all’Impero.                  mancanza di eredi tornò
Pertanto gli Estensi divennero feudatari del           ad appartenere ai
Papa e dell’Imperatore.                                possedimenti Papali.
Fu istituito nel 1130 da Ruggero II d’Altavilla che ricevette il titolo di Rex
                   Siciliae dal Papa. Al potere si succedettero poi gli Hohestaufen e nel 1263
                   Carlo I d’Angiò. Tale avvenimento determinò una guerra tra gli
                   Aragona, imparentati con gli Hohenstaufen, e gli Angiò, conclusasi nel 1302
                   con la Pace di Caltabellotta, cui seguì la divisione del regno in due: Regno di
                   Napoli (sotto gli Angioini) e Regno di Sicilia (sotto gli Aragonesi).

                              Tra i sovrani angioini del XIV secolo il più importante fu
                              Roberto d’Angiò che era molto stimato dagli intellettuali italiani
                              suoi contemporanei come il Villani, il Petrarca e Boccaccio.
                              Decise di raccogliere a Napoli un importante gruppo di teologi
                              scolastici. Barlaamo di Seminara, maestro di greco di Petrarca e
Roberto D’Angiò               amico di Boccaccio, fu uno dei più celebri teologi alla corte di
detto il saggio               questo sovrano.
     Alla morte di Giovanna II d’Angiò nel 1435, l’eredità del Regno di Napoli fu contesa tra
     Renato d’Angiò e Alfonso V re di Sicila e Aragona. Nel 1441 Alfonso conquistò Napoli e
     riunificò il regno; nel 1447 fu designato erede al Ducato di Milano. Le rivendicazioni del
     Ducato alla morte di Filippo Maria Visconti da parte degli aragonesi furono contrastate dai
     francesi che sostenevano Francesco Sforza. L’espansionismo ottomano che minacciava il
     Regno di Napoli costrinse Alfonso a rinunciare a Milano. Papa Niccolò V riconobbe
     Francesco Sforza come Duca di Milano, e coinvolse Alfonso d'Aragona nella Lega
     italica, un'alleanza volta consolidare il nuovo assetto territoriale della penisola.
Mantova fu un libero comune tra il XII e il XIII secolo e si
difese strenuamente contro l’Imperatore germanico. Nel
1273 approfittando delle lotte per le
investiture, Pinamonte Bonacolsi prese il potere e la sua
famiglia governò la città per tutto il secolo successivo.
                                                                             Stemma dei
                                                                             Gonzaga
             Nel 1328 l’ultimo Bonacolsi fu detronizzato dai Gonzaga.
             Luigi Gonzaga era infatti stato nominato Podestà nel 1318 e
             in seguito divenne Capitano del Popolo. I Gonzaga ottennero
             il titolo di Marchesi di Mantova nel 1433 dall’Imperatore e
             Mantova divenne ufficialmente una Signoria.


Il primo Duca di Mantova fu Federico II, che ottenne il titolo da Carlo V nel 1530. L'anno
successivo, la famiglia ottenne il Marchesato di Monferrato per matrimonio. Il Ducato
resistette circa un secolo quando, a causa dell’indebolimento della linea diretta di eredità
della famiglia Gonzaga, il territorio divenne preda di importanti famiglie straniere, francesi
e tedesche.
Nell’XI secolo la rivalità con Venezia e Pisa e la rivincita
                 musulmana sugli stati crociati avevano posto fine alla potenza
                 marittima di Genova e alle sue ricche colonie mediorientali.
                 I Genovesi decisero dunque di espandersi nell’entroterra e presero
                 controllo di quasi tutta la Liguria. In questo periodo di relativa
                 tranquillità, però, a Genova scoppiò una guerra civile. A causa di
                 rivalità tra due famiglie feudatarie , alle quali si allearono gran
Genova nel XVI   parte di quelle presenti nelle campagne genovesi, la città divenne
secolo           teatro di continue lotte tra le due fazioni e la guerra civile proseguì
                 fino al Trecento, nonostante il potere politico della città passò prima
                 nelle mani di un Podestà esterno e poi di un Doge.
                 Durante il Quattrocento però la Repubblica genovese fu soggetta a
                 domini stranieri. Per tre volte i francesi tentarono di istaurare una
                 loro egemonia sul territorio genovese; anche i milanesi che
                 cercavano uno sbocco sul mare governarono alcuni decenni su
                 Genova. Nel 1528, però, grazie all’alleanza con gli Asburgo, Genova
                 respinse la Signoria e ritornò ad essere una Repubblica.
IL Comune di Milano compì già nella seconda metà del Duecento alcuni
                    passi nella direzione della Signoria. In particolare alcuni membri della
                    famiglia Della Torre imposero nel controllo popolare del comune la carica
                    di "anziano del popolo", presieduta da un esponente dei Torriani.
                    Dopo la definitiva vittoria in battaglia dei Visconti su Napo Torriani, i
                    Visconti imposero la propria signoria su Milano per quasi due secoli. I
                    Visconti ottennero il titolo di vicario imperiale , cioè rappresentante
                    dell'imperatore, il titolo di principe e duca, che portò dunque Milano ad
                    essere un principato ereditario, l'affidamento al Signore della nomina dei
Il biscione         membri del consiglio cittadino.
visconteo è uno
degli emblemi         La città aveva da sempre un contado vasto e rapporti con i comuni
più significativi     vicini, in un'area che si estendeva fino al Piemonte occidentale, alla
dell'antico           Marca Trevigiana e all'Emilia. Gian Galeazzo Visconti portò il
Ducato                Ducato alla sua massima estensione ponendo sotto il suo dominio
                      anche aree della Toscana e dell’Umbria. Sottomise le piccole città
                      promettendo la presenza di un signore che imponeva un potere
                      esterno non coinvolto nelle fazioni locali che dunque poteva porre
                      fine ai disordini interni.
Morto Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza nel 1450 acquisì il titolo
               ducale grazie al suo matrimonio con Bianca Maria Visconti.
               Gli Sforza avevano fatto uso di una politica matrimoniale che permise di
               avere legami con i Savoia (Galeazzo Maria sposò Bona di Savoia), con gli
               Aragona (Gian Galeazzo sposò Isabella d’Aragona) e con gli Asburgo
               (Bianca Maria fu data in moglie all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo).
               Sotto la reggenza di Ludovico il Moro Milano conobbe un periodo
               d’oro, con la presenza alla corte ducale di artisti come Leonardo e il
               Bramante, e di molti altri pittori, musicisti e poeti. Un'amante di
Casato degli   Ludovico, Cecilia Gallerani, venne ritratta da Leonardo nel famosissimo
Sforza         dipinto della Dama con l'ermellino, mentre la chiesa delle Grazie venne
               ricostruita dal Bramante, e nel suo refettorio Leonardo realizzò il
               celeberrimo Cenacolo.
               I figli di Ludovico il Moro, coinvolti nelle guerre tra Francia ed
               Impero, regnarono sotto la protezione degli Asburgo, ai quali, dopo la
               morte di Francesco II senza eredi, passò il ducato.

                                                               Cenacolo
                                                               _ Leonardo
                                                               Da Vinci _
Il Ducato di Savoia nasce nel 1416 a seguito dell’assegnazione del titolo ducale da
parte dell’imperatore Sigismondo al conte Amedeo VIII di Savoia. Prima di Amedeo
VIII detto il Pacifico, i Savoia avevano il titolo di Conti e i loro possedimenti si
estendevano per lo più verso il territorio francese. Con l’estinzione del ramo di
Acaia, Amedeo VIII unì gran parte del Piemonte ai domini sabaudi.
Il Governo era nelle mani del Duca, nonostante fossero presenti anche gli Stati
Generali che avevano funzioni amministrative e il Senato che si occupava della
giustizia.
Unificando gran parte del Piemonte sotto il potere sabaudo si impose la Signoria in
molti Comuni. Ad esempio Cuneo, Chieri, Ivrea e Vercelli tra il XIV e il XV secolo
divennero sabaude.
                                La prima Arma utilizzata dalla casa ducale fino al XVII secolo
                                era divisa in quattro parti: in alto a sinistra le pretese territoriali
                                della dinastia (Cipro, Armenia, Gerusalemme); in alto a destra
                                la provenienza della casa (Vitichindo, ovvero la Sassonia). In
                                basso le conquiste di Aosta Nizza Saluzzo e il Monferrato. La
                                croce bianca su campo rosso era l’emblema della precedente
                                contea.
La nascita dello Stato Pontificio risale all’epoca della dissoluzione del
               potere bizantino in Italia centrale e alla costituzione del ducato romano
               nel VI secolo. Le donazioni carolinge, come la Donazione di Sutri (728), la
               Promissio carisiaca (754) e la Constitutio romana (824) furono basi
               fondanti nella genesi dello Stato Pontificio.
               Dopo un lungo periodo di ascesa, lo Stato della Chiesa entrò in crisi con
               Bonifacio VIII. Con il celebre «oltraggio di Anagni» il Papa ricevette
               un'umiliazione che ebbe ampia risonanza. Dopo Benedetto XI la Santa
               Sede iniziò a subire l'influenza politica della componente francese, che
Stemma dello   fece trasferire la sede pontificia ad Avignone e monopolizzarono per
Stato della    lungo tempo i conclavi, facendo eleggere pontefici francesi. Lo Stato
Chiesa         Pontificio, a causa della lontananza della sede papale, fu dilaniato dalle
               lotte interne delle famiglie nobiliari romane.
               Al ritorno a Roma della Sede Papale, fu affidato al cardinale Albornoz il
               compito di riconquistare i territori perduti e di rimettere ordine nella
               capitale. Furono riconquistati in varie fasi il
               Lazio, Spoleto, Urbino, Rimini, Forlì (piegata solo grazie ad una crociata
               proclamata da Innocenzo VI tra il 1355 e il 1359), le Marche e alcune zone
               della Pianura Padana necessarie ad alimentare il reddito dello stato. Solo
               Bologna rimase indipendente. Lo Stato Pontificio venne dunque diviso in
               sei provincie rette da Legati e da un Rettore.
La città di Siena divenne comune consolare nel XII e iniziò in questo periodo ad
espandersi e stringere alleanze principalmente con i comuni vicini contro la
potenza crescente di Firenze.
Alla fine del XII secolo Siena, sostenendo la causa ghibellina, si ritrovò contro la
guelfa Firenze: celebre è la battaglia di Montaperti combattuta nel 1260, nella
quale i senesi distrussero l'esercito fiorentino.
Nel 1289 fu istituito il Governo dei Nove. Sotto questo nuovo governo Siena
raggiunge il suo massimo splendore, sia economico che culturale, divenendo
una tra le città più importanti della Toscana e d’Italia.

                          Dopo la peste del 1348 cominciò la decadenza della
                          Repubblica senese, che raggiunse l'epilogo nel 1555, anno
                          in cui la città dovette arrendersi alla supremazia fiorentina.
                          Filippo II di Spagna cedette ai Medici le sue conquiste
                          senesi, i quali lasciarono una forte autonomia a
                          Siena, lasciando il potere in mano al governo dei Monti
                          senesi e ad un governatore e un auditore
                          generale, entrambi di nomina granducale. I vecchi territori
                          della Repubblica assunsero il nome di "Stato Nuovo" e
Giulio di Cosimo          divennero parte del Granducato di Toscana.
I con veduta
della città di
Siena
La Repubblica Veneta fu la più duratura della
                storia e fu per secoli una delle maggiori potenze
                europee. Nel XIII secolo fu istituito il Maggior
                Consiglio, una classe di governo ristretta a pochi
                soggetti. Dalla fine del Duecento alla seconda
                metà del Trecento il potere dell’oligarchia fu
                rafforzato ulteriormente a discapito della ricca
                borghesia: infatti fu bloccata ogni possibilità di
                ascesa sociale e l’oligarchia divenne una classe
                ereditaria.
                L'accesso a questo collegio fu limitato
Doge in
                ufficialmente nel 1297 a coloro che ne avevano
processione     fatto parte negli ultimi quattro anni . Nel 1323 il
nel centro di   consiglio era diventato una struttura
Venezia ( XVI   completamente chiusa, a cui si accedeva per
secolo)         diritto di nascita.
                Il capo del governo era il Doge, eletto a vita, ma
                costretto a rimettere il proprio mandato a seguito
                di risultati del proprio governo ritenuti
                insoddisfacenti.
Nel XIV secolo Venezia si trovò però a fronteggiare gli scontri
                         marittimi con Genova per il domino del Mediterraneo e le lotte
                         con Verona per l’espansione nel Veneto. Inoltre Milano e
                         l’espansione di Gian Galeazzo Visconti verso il Veneto
                         minacciavano la repubblica e le sue vie commerciali con la
                         Pianura Padana e le zone transalpine. Anche la conquista di
                         Costantinopoli da parte dei turchi confermò l’esigenza di
                         Venezia di espandersi nell’entroterra per avere risorse agricole
                         dalle campagne venete. Le conquiste di Venezia ( Dal lago di
Bandiera della           Garda al fiume Adda e la città di Ravenna) le consentirono
Repubblica di            quindi e la sicurezza dell’approvvigionamento per la
Venezia                  popolazione.

Tali avvenimenti consentirono alla Repubblica di Venezia di raggiungere nel
Cinquecento il suo massimo splendore sia per i traffici commerciali che erano
molto sviluppati, sia per la buona amministrazione della città.
L’Italia in quel periodo, però, divenne preda della Francia e Venezia fu coinvolta
in numerose guerre, partecipò ad esempio alla Lega Santa, promossa dal papa
Giulio II, con Inghilterra, Spagna ed Impero per scacciare i Francesi dalla Penisola.
Inoltre le scoperte geografiche che spostarono sull’Atlantico il centro del
commercio e il pericolo costante che la presenza dei turchi nel Mediterraneo
provocava ai traffici marittimi, portarono ad un lungo periodo di continue guerre
dalle quali la città uscì stremata.
Firenze divenne Comune autonomo
                                           all’inizio del XII secolo e rimase tale per
                                           più di due secoli. Ci fu una prima fase
                                           consolare; poi, in seguito alle rivolte di
                                           mercanti e artigiani, fu nominato un
                                           podestà. Il governo della città era in mano
                                           ad un consiglio oligarchico e ad uno
                                           collegiale del quale facevano parte i
                                           rappresentanti delle Arti. Dopo la rivolta
                                           dei Ciompi, però, il potere fu limitato a
                                           poche famiglie aristocratiche.
     Città di Firenze
     nel XVI secolo


A seguito di una profonda crisi economica, Firenze si trovò in una situazione di
instabilità politica. Si decise dunque di affidare il governo a un nobile francese, Gualtieri
VI di Brienne, duca nominale di Atene. La sua politica fece ben presto pentire i
fiorentini: le numerose rivolte popolari e una congiura del “popolo grasso”, portarono nel
giorno di Sant’Anna alla “cacciata del Duca d’Atene”.
Il popolo, escluso dal governo, tentò varie volte di abbattere
                          l'oligarchia, finché si alleò alla famiglia Medici. Nel 1433 Cosimo
                          de’ Medici fu esiliato; l'anno seguente i suoi sostenitori
                          ottennero il priorato e Cosimo fu richiamato a Firenze. Il suo
                          ritorno segnò l'inizio della Signoria dei Medici.
                          I Medici ottennero dal popolo il potere di decidere i candidati
                          agli uffici del Comune. In toal modo, di fatto mantennero il
                          govern della città. Stipulando alcune alleanze, evitarono che
                          Milano o Venezia assumessero il predominio nell'Italia
                          settentrionale ed consolidarono il dominio di Firenze in
                          Toscana.
La celebre Arma
Dei Medici                 La Signoria dei Medici a Firenze si può dividere in tre fasi:


           Un primo periodo conclusosi con il ritorno di un governo repubblicano,
           influenzato dagli insegnamenti del priore domenicano Girolamo
           Savonarola (che fu giustiziato nel 1498 ).
 Una seconda fase dal 1512, quando i Medici tornarono al potere con l’aiuto degli
spagnoli, fino al 1527, anno nel quale i fiorentini ristabilirono una
Repubblica, estromettendo nuovamente i Medici.

      Sostenuti da Impero e Papato i Medici tornarono al potere nel 1530 e divennero
     Duchi di Firenze, e nel 1569 granduchi di Toscana, regnando per due secoli.
Il 1494 va considerata come data cardine per la fine
del periodo di equilibrio e di relativa pace all’interno
del territorio italiano ( che si era stabilito attraverso la
Pace di Lodi) e come inizio per un lungo periodo di
conflitti che prende il nome di “ Guerre d’Italia” che
porteranno alla fine della libertà italiana ( che sarà
riconquistata soltanto nel 1866 con la III guerra di
indipendenza).



                                                           Le guerre d’Italia sono une serie di otto
                                                           conflitti combattuti principalmente sul
                                                           territorio italiano che hanno avuto luogo
                                                           nella prima metà del XVI secolo (dal 1494
                                                           al 1559) e come obbiettivo avevano la
                                                           supremazia europea da parte di uno dei
                                                           maggiori stati nazionali a danno degli altri.
Inizialmente erano state avviate da alcuni
sovrani francesi, discesi in Italia con lo scopo
di rivendicare i loro diritti ereditari sul Regno
di Napoli e sul Ducato di Milano.
                           Ben presto si estesero in tutta
                           Europa coinvolgendo, oltre alla
                           Francia la Spagna e il sacro
                           romano impero.
Carlo VIII, re di Francia, rivendicando il diritto al trono siciliano
per la parentela con Maria d'Angiò e incoraggiato da Ludovico
Sforza, che vedeva in lui l’uomo adatto per fronteggiare
Ferdinando I, re di Napoli, nel 1494 entrò in Italia. Prima di
avviare l'impresa, Carlo VIII si assicurò la neutralità delle
maggiori potenze europee con una serie di concessioni territoriali
e finanziarie: con il trattato di Senlis del 1493 lasciò le regioni
dell'Artois e della Franca Contea a Massimiliano I d'Asburgo;
con il trattato di Barcellona cedette alla Spagna di Ferdinando
d'Aragona la Cerdagnae il Rossiglione lungo il versante francese
dei Pirenei, mentre a Enrico VIII Tudor promise ingenti
elargizioni finanziarie in cambio di un non-intervento inglese. In
Italia le signorie si schierarono o a favore o contro Carlo VII, in
base alle loro aspirazioni economiche e finanziarie.
Carlo VIII puntava, inoltre, ad estendere i suoi domini verso
l’oriente
Carlo VIII raggiunge il regno di Napoli senza incontrare resistenze. Questa sua rapida avanzata
  si ripercuote sulla politica italiana:
 → A Milano Ludovico il Moro eredita il Ducato dal nipote Gian Galeazzo, vincendo le
 pretese dinastiche avanzate dagli aragonesi.
 → A Firenze i Medici vengono cacciati dalla città che viene proclamata repubblica.
 → A Napoli il ceto baronale accoglie trionfalmente il sovrano, mentre Venezia si impadronisce di
 alcuni porti pugliesi.
             MA LA VELOCE DISCESA DI CARLO VIII SPAVENTA ANCHE LE
             SIGNORIE CHE LO HANNO AIUTATO!!!

→ lo Stato pontificio, Milano e Venezia si coalizzano, formando una lega antifrancese che ottiene
l'appoggio dell'imperatore Massimiliano e della Spagna.

     COSÌ Carlo VIII è costretto a risalire la penisola per non essere isolato nel sud Italia, ma
     giunto a Fornovo, sul Taro (località vicino a Parma) il suo esercito si scontra con la lega
     dell’esercito antifrancese nel luglio 1495.

   Carlo VIII, seppure non sconfitto, è costretto a riparare in Francia, dove muore il 7 luglio
   1498, mentre medita una seconda spedizione italica.
 Viene definitivamente dimostrata la crisi politica e la debolezza militare
degli stati italiani, peggiorata in seguito alla formazione della lega
antifrancese.
             Viene stipulata la Pace di Noyon con la quale si stabilisce che ,alla
            Spagna venne confermata l'attribuzione del Regno di Napoli e di Sicilia
            ed ai francesi il Ducato di Milano. Questo pose fine ad un periodo di
            controversie fra francesi e spagnoli che durava dal tempo di Carlo VIII di
            Francia e Ferdinando II di Aragona, che dopo aver conquistato il regno di
            Napoli e non aver pensato ad una divisione equa del sud Italia aveva
            deciso di combattere per il possesso di Napoli.
            La Repubblica di Venezia perse l'alta valle del fiume Isonzo (Gastaldia di
            Tolmino con Plezzo ed Idria) a favore della Contea di Gorizia e Gradisca
            che era ormai sottoposta alla sovranità della monarchia
            asburgica, nonché l'Ampezzano sempre a favore della monarchia
            asburgica.
A Carlo VIII succede Luigi XII che rifacendosi ai diritti ereditati dalla nonna
Valentina Visconti intraprese una nuova campagna espansionistica in Italia
conquistando il Ducato di Milano, dopo aver attuato un’azione diplomatica.

             Infatti nel 1499 Luigi XII attraverso il trattato di
              Blois:
                                          Agli svizzeri, le cui truppe
 Ottiene l’appoggio di Venezia
                                         costituiscono la parte principale
che mira ad estendere i propri
                                         dell’esercito francese, promette la
domini di Terraferma
                                         Contea di Bellinzona

                  Al Papa promette che
                 avrebbe appoggiato il figlio
                 Cesare Borgia nel suo progetto
                 di conquista della Romagna

        Così Milano viene espugnata il 2 settembre 1499 e Ludovico il
        Moro è costretto a riparare in Germania presso Massimiliano
        D’Asburgo ( marito di Bianca Maria Sforza, nipote del Moro)
MA aiutato da quest’ultimo e dalle sue forze armate riesce a
riprendere il controllo di Milano, per un breve periodo.




     Fino al 1500 quando viene fatto prigioniero e
     cacciato in Francia dove morirà nel 1508.

         Successivamente, in seguito al fallimento di Carlo VII nella
         conquista del meridione italiano decide di stipulare il Trattato di
         Granada con Ferdinando il Cattolico.

  Attraverso questo trattato la Spagna prende il controllo di
   Napoli
   Sicilia
   Calabria
   Puglia
  Mentre alla Francia tocca quello di:
   Campania
   Abruzzo
La repubblica di Venezia inseguito alla morte di Luigi XII e all’instabilità delle
signorie italiane e dai loro nuovi assesti si trova ad essere l’unico stato
forte, indipendente e solido nelle antichissime strutture istituzionali in grado di
fronteggiare le grandi potenze estere e addirittura di sconfiggere l’imperatore
ottenendo così Fiume e Trieste.

     In seguito a ciò il nuovo Papa, Giulio II promuove la lega di Cambrai alla quale prendono
     parte, oltre al Papa, il sovrano Asburgico, la Spagna e Luigi XII.


                  Tale lega ha lo scopo di limitare il potere di Venezia, alla quale dichiara
                  guerra e il 14 maggio 1509 la sconfigge presso Agnadello.


       Ciò portò a:
        Venezia mantiene la sua integrità politica e rinuncia alle sue conquiste
       territoriali successive al 1494
        Giulio II diventa il nuovo protagonista delle politica europea che si dispiega in
       territorio italiano e resosi conto che quest’ultima lega potrebbe aumentare il potere
       francese si fa promotore di una nuova lega, LA LEGA SANTA.
Per attenuare il potere sempre crescente del Papa Luigi XII promuove uno scisma convocando a Pisa
un concilio con lo scopo di deporre il Papa.

         Alla Lega Santa aderiscono:
          Inghilterra
          Venezia
          Gli svizzeri
          la Spagna

  I due eserciti si scontrano a Ravenna nell’aprile del 1512; l’esito di questa
  battaglia è favorevole per i francesi ma la morte del generale Gastone Di
  Foix non gli consente di approfittare di questo successo. Cosicché la Francia
  è costretta a rinunciare a Milano che viene occupato dagli svizzeri che
  pongono al governo Massimiliano Sforza. Successivamente anche Firenze
  viene occupata, questa volta da truppe spagnole che ristabiliscono il potere
  dei Medici, Papa Giulio II riesce ad estendere i suoi domini ecclesiastici
  annettendo Parma, Modena e Reggio.

                      Si riesce, così, ad escludere i Francesi dalla
                      penisola italiana.
Ma nel 1513, con la morte di Giulio II, il suo disegno espansionistico viene interrotto dal
suo successore, Leone X il quale conduce una politica di conciliazione tra i vari stati
regionali con l’obbiettivo di ristabilire ordine ed equilibrio tra i vari ducati, signorie e
repubbliche italiane.
Che spesso non vengono ricordati essendo di minore importanza rispetto ai primi tre:

     1) QUARTA GUERRA (1521-1526) nella quale si contendono la Francia e la
         Spagna per ottenere il dominio sulla penisola italiana e l’egemonia europea

      2) QUINTA GUERRA (1526-1530) chiamata anche
      guerra della lega di Cognac
       3) SESTA GUERRA (1535-1538)
      4) SETTIMA GUERRA (1542-1546)
      5) OTTAVA GUERRA (1551-1559)
Successivamente con la pace di Cateau-Cambrésis si conclusero, quindi, le cosiddette Guerre d'Italia e
con questi accordi vennero regolati gli equilibri europei fino alla pace di Westfalia, del 1648, con la
Spagna quale principale arbitro della politica continentale.
La pace è in particolare importante nella storia d'Italia, poiché segna la vera conclusione di quei
conflitti che in poco meno di settant'anni avevano frantumato l'antica politica dell'equilibrio e fatto
diventare la penisola, da soggetto della politica europea, a un oggetto di essa, un mero campo di
battaglia aperto alle potenze straniere. Al tempo stesso l'accordo rappresenta il definitivo
consolidamento del dominio spagnolo in Italia, che determinò per più di centocinquant'anni, nel bene
e nel male, la storia italiana.
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Signorie italiane1

  • 1.
  • 2. Tra il XIII e il XIV secolo, le città dell’Italia centro-settentrionale furono protagoniste di un processo di concentrazione del potere nelle mani di una sola persona chiamata a governare le fazioni cittadine e riportare pace, giustizia e ordine. Tali governi autoritari non avevano limite di tempo e divenivano tendenzialmente ereditari. Questo passaggio dai Comuni alle Signorie portò:  alla riunificazione territoriale di vaste zone della penisola italiana  a una riduzione dei poteri locali presenti nella penisola. Si trattò di un fenomeno paragonabile a quello che nello stesso periodo stava avvenendo alle grandi monarchie europee ossia quel processo che prevedeva l’egemonia totale di uno su tutti. PERÒ a differenza delle grandi potenze straniere, quali Francia, Spagna e Inghilterra, i diversi stati italiani non riuscirono ad impossessarsi di vaste aree e per questo divennero il bersaglio delle grandi potenze straniere.
  • 4. Le origini del Ducato di Ferrara risalgono al Re longobardo Desiderio. Infatti tale territorio faceva parte dell’esarcato di Ravenna divenuto Dominio della Chiesa con la Donazione di Sutri del 728. Successivamente divenne parte dei possedimenti dei Canossa; dopo la morte della gran Contessa Matilde di Canossa Ferrara Stemma degli pose fine al’antico Ducato consolidando l’istituzione estensi comunale. Il Comune di Ferrara durò circa 150 anni. Nel Il titolo Ducale fu ottenuto 1208 infatti la famiglia degli Estensi raccolse il nel 1471. Alla guida del potere nelle proprie mani con Azzo VI d’Este e Ducato si avvicendarono istaurò la Signoria. Ferrara, che faceva quattro esponenti della formalmente parte dello Stato famiglia fino al 1598, anno Pontificio, estese il suo dominio a Modena e in cui il Ducato per Reggio, che appartenevano all’Impero. mancanza di eredi tornò Pertanto gli Estensi divennero feudatari del ad appartenere ai Papa e dell’Imperatore. possedimenti Papali.
  • 5. Fu istituito nel 1130 da Ruggero II d’Altavilla che ricevette il titolo di Rex Siciliae dal Papa. Al potere si succedettero poi gli Hohestaufen e nel 1263 Carlo I d’Angiò. Tale avvenimento determinò una guerra tra gli Aragona, imparentati con gli Hohenstaufen, e gli Angiò, conclusasi nel 1302 con la Pace di Caltabellotta, cui seguì la divisione del regno in due: Regno di Napoli (sotto gli Angioini) e Regno di Sicilia (sotto gli Aragonesi). Tra i sovrani angioini del XIV secolo il più importante fu Roberto d’Angiò che era molto stimato dagli intellettuali italiani suoi contemporanei come il Villani, il Petrarca e Boccaccio. Decise di raccogliere a Napoli un importante gruppo di teologi scolastici. Barlaamo di Seminara, maestro di greco di Petrarca e Roberto D’Angiò amico di Boccaccio, fu uno dei più celebri teologi alla corte di detto il saggio questo sovrano. Alla morte di Giovanna II d’Angiò nel 1435, l’eredità del Regno di Napoli fu contesa tra Renato d’Angiò e Alfonso V re di Sicila e Aragona. Nel 1441 Alfonso conquistò Napoli e riunificò il regno; nel 1447 fu designato erede al Ducato di Milano. Le rivendicazioni del Ducato alla morte di Filippo Maria Visconti da parte degli aragonesi furono contrastate dai francesi che sostenevano Francesco Sforza. L’espansionismo ottomano che minacciava il Regno di Napoli costrinse Alfonso a rinunciare a Milano. Papa Niccolò V riconobbe Francesco Sforza come Duca di Milano, e coinvolse Alfonso d'Aragona nella Lega italica, un'alleanza volta consolidare il nuovo assetto territoriale della penisola.
  • 6. Mantova fu un libero comune tra il XII e il XIII secolo e si difese strenuamente contro l’Imperatore germanico. Nel 1273 approfittando delle lotte per le investiture, Pinamonte Bonacolsi prese il potere e la sua famiglia governò la città per tutto il secolo successivo. Stemma dei Gonzaga Nel 1328 l’ultimo Bonacolsi fu detronizzato dai Gonzaga. Luigi Gonzaga era infatti stato nominato Podestà nel 1318 e in seguito divenne Capitano del Popolo. I Gonzaga ottennero il titolo di Marchesi di Mantova nel 1433 dall’Imperatore e Mantova divenne ufficialmente una Signoria. Il primo Duca di Mantova fu Federico II, che ottenne il titolo da Carlo V nel 1530. L'anno successivo, la famiglia ottenne il Marchesato di Monferrato per matrimonio. Il Ducato resistette circa un secolo quando, a causa dell’indebolimento della linea diretta di eredità della famiglia Gonzaga, il territorio divenne preda di importanti famiglie straniere, francesi e tedesche.
  • 7. Nell’XI secolo la rivalità con Venezia e Pisa e la rivincita musulmana sugli stati crociati avevano posto fine alla potenza marittima di Genova e alle sue ricche colonie mediorientali. I Genovesi decisero dunque di espandersi nell’entroterra e presero controllo di quasi tutta la Liguria. In questo periodo di relativa tranquillità, però, a Genova scoppiò una guerra civile. A causa di rivalità tra due famiglie feudatarie , alle quali si allearono gran Genova nel XVI parte di quelle presenti nelle campagne genovesi, la città divenne secolo teatro di continue lotte tra le due fazioni e la guerra civile proseguì fino al Trecento, nonostante il potere politico della città passò prima nelle mani di un Podestà esterno e poi di un Doge. Durante il Quattrocento però la Repubblica genovese fu soggetta a domini stranieri. Per tre volte i francesi tentarono di istaurare una loro egemonia sul territorio genovese; anche i milanesi che cercavano uno sbocco sul mare governarono alcuni decenni su Genova. Nel 1528, però, grazie all’alleanza con gli Asburgo, Genova respinse la Signoria e ritornò ad essere una Repubblica.
  • 8. IL Comune di Milano compì già nella seconda metà del Duecento alcuni passi nella direzione della Signoria. In particolare alcuni membri della famiglia Della Torre imposero nel controllo popolare del comune la carica di "anziano del popolo", presieduta da un esponente dei Torriani. Dopo la definitiva vittoria in battaglia dei Visconti su Napo Torriani, i Visconti imposero la propria signoria su Milano per quasi due secoli. I Visconti ottennero il titolo di vicario imperiale , cioè rappresentante dell'imperatore, il titolo di principe e duca, che portò dunque Milano ad essere un principato ereditario, l'affidamento al Signore della nomina dei Il biscione membri del consiglio cittadino. visconteo è uno degli emblemi La città aveva da sempre un contado vasto e rapporti con i comuni più significativi vicini, in un'area che si estendeva fino al Piemonte occidentale, alla dell'antico Marca Trevigiana e all'Emilia. Gian Galeazzo Visconti portò il Ducato Ducato alla sua massima estensione ponendo sotto il suo dominio anche aree della Toscana e dell’Umbria. Sottomise le piccole città promettendo la presenza di un signore che imponeva un potere esterno non coinvolto nelle fazioni locali che dunque poteva porre fine ai disordini interni.
  • 9. Morto Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza nel 1450 acquisì il titolo ducale grazie al suo matrimonio con Bianca Maria Visconti. Gli Sforza avevano fatto uso di una politica matrimoniale che permise di avere legami con i Savoia (Galeazzo Maria sposò Bona di Savoia), con gli Aragona (Gian Galeazzo sposò Isabella d’Aragona) e con gli Asburgo (Bianca Maria fu data in moglie all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo). Sotto la reggenza di Ludovico il Moro Milano conobbe un periodo d’oro, con la presenza alla corte ducale di artisti come Leonardo e il Bramante, e di molti altri pittori, musicisti e poeti. Un'amante di Casato degli Ludovico, Cecilia Gallerani, venne ritratta da Leonardo nel famosissimo Sforza dipinto della Dama con l'ermellino, mentre la chiesa delle Grazie venne ricostruita dal Bramante, e nel suo refettorio Leonardo realizzò il celeberrimo Cenacolo. I figli di Ludovico il Moro, coinvolti nelle guerre tra Francia ed Impero, regnarono sotto la protezione degli Asburgo, ai quali, dopo la morte di Francesco II senza eredi, passò il ducato. Cenacolo _ Leonardo Da Vinci _
  • 10. Il Ducato di Savoia nasce nel 1416 a seguito dell’assegnazione del titolo ducale da parte dell’imperatore Sigismondo al conte Amedeo VIII di Savoia. Prima di Amedeo VIII detto il Pacifico, i Savoia avevano il titolo di Conti e i loro possedimenti si estendevano per lo più verso il territorio francese. Con l’estinzione del ramo di Acaia, Amedeo VIII unì gran parte del Piemonte ai domini sabaudi. Il Governo era nelle mani del Duca, nonostante fossero presenti anche gli Stati Generali che avevano funzioni amministrative e il Senato che si occupava della giustizia. Unificando gran parte del Piemonte sotto il potere sabaudo si impose la Signoria in molti Comuni. Ad esempio Cuneo, Chieri, Ivrea e Vercelli tra il XIV e il XV secolo divennero sabaude. La prima Arma utilizzata dalla casa ducale fino al XVII secolo era divisa in quattro parti: in alto a sinistra le pretese territoriali della dinastia (Cipro, Armenia, Gerusalemme); in alto a destra la provenienza della casa (Vitichindo, ovvero la Sassonia). In basso le conquiste di Aosta Nizza Saluzzo e il Monferrato. La croce bianca su campo rosso era l’emblema della precedente contea.
  • 11. La nascita dello Stato Pontificio risale all’epoca della dissoluzione del potere bizantino in Italia centrale e alla costituzione del ducato romano nel VI secolo. Le donazioni carolinge, come la Donazione di Sutri (728), la Promissio carisiaca (754) e la Constitutio romana (824) furono basi fondanti nella genesi dello Stato Pontificio. Dopo un lungo periodo di ascesa, lo Stato della Chiesa entrò in crisi con Bonifacio VIII. Con il celebre «oltraggio di Anagni» il Papa ricevette un'umiliazione che ebbe ampia risonanza. Dopo Benedetto XI la Santa Sede iniziò a subire l'influenza politica della componente francese, che Stemma dello fece trasferire la sede pontificia ad Avignone e monopolizzarono per Stato della lungo tempo i conclavi, facendo eleggere pontefici francesi. Lo Stato Chiesa Pontificio, a causa della lontananza della sede papale, fu dilaniato dalle lotte interne delle famiglie nobiliari romane. Al ritorno a Roma della Sede Papale, fu affidato al cardinale Albornoz il compito di riconquistare i territori perduti e di rimettere ordine nella capitale. Furono riconquistati in varie fasi il Lazio, Spoleto, Urbino, Rimini, Forlì (piegata solo grazie ad una crociata proclamata da Innocenzo VI tra il 1355 e il 1359), le Marche e alcune zone della Pianura Padana necessarie ad alimentare il reddito dello stato. Solo Bologna rimase indipendente. Lo Stato Pontificio venne dunque diviso in sei provincie rette da Legati e da un Rettore.
  • 12. La città di Siena divenne comune consolare nel XII e iniziò in questo periodo ad espandersi e stringere alleanze principalmente con i comuni vicini contro la potenza crescente di Firenze. Alla fine del XII secolo Siena, sostenendo la causa ghibellina, si ritrovò contro la guelfa Firenze: celebre è la battaglia di Montaperti combattuta nel 1260, nella quale i senesi distrussero l'esercito fiorentino. Nel 1289 fu istituito il Governo dei Nove. Sotto questo nuovo governo Siena raggiunge il suo massimo splendore, sia economico che culturale, divenendo una tra le città più importanti della Toscana e d’Italia. Dopo la peste del 1348 cominciò la decadenza della Repubblica senese, che raggiunse l'epilogo nel 1555, anno in cui la città dovette arrendersi alla supremazia fiorentina. Filippo II di Spagna cedette ai Medici le sue conquiste senesi, i quali lasciarono una forte autonomia a Siena, lasciando il potere in mano al governo dei Monti senesi e ad un governatore e un auditore generale, entrambi di nomina granducale. I vecchi territori della Repubblica assunsero il nome di "Stato Nuovo" e Giulio di Cosimo divennero parte del Granducato di Toscana. I con veduta della città di Siena
  • 13. La Repubblica Veneta fu la più duratura della storia e fu per secoli una delle maggiori potenze europee. Nel XIII secolo fu istituito il Maggior Consiglio, una classe di governo ristretta a pochi soggetti. Dalla fine del Duecento alla seconda metà del Trecento il potere dell’oligarchia fu rafforzato ulteriormente a discapito della ricca borghesia: infatti fu bloccata ogni possibilità di ascesa sociale e l’oligarchia divenne una classe ereditaria. L'accesso a questo collegio fu limitato Doge in ufficialmente nel 1297 a coloro che ne avevano processione fatto parte negli ultimi quattro anni . Nel 1323 il nel centro di consiglio era diventato una struttura Venezia ( XVI completamente chiusa, a cui si accedeva per secolo) diritto di nascita. Il capo del governo era il Doge, eletto a vita, ma costretto a rimettere il proprio mandato a seguito di risultati del proprio governo ritenuti insoddisfacenti.
  • 14. Nel XIV secolo Venezia si trovò però a fronteggiare gli scontri marittimi con Genova per il domino del Mediterraneo e le lotte con Verona per l’espansione nel Veneto. Inoltre Milano e l’espansione di Gian Galeazzo Visconti verso il Veneto minacciavano la repubblica e le sue vie commerciali con la Pianura Padana e le zone transalpine. Anche la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi confermò l’esigenza di Venezia di espandersi nell’entroterra per avere risorse agricole dalle campagne venete. Le conquiste di Venezia ( Dal lago di Bandiera della Garda al fiume Adda e la città di Ravenna) le consentirono Repubblica di quindi e la sicurezza dell’approvvigionamento per la Venezia popolazione. Tali avvenimenti consentirono alla Repubblica di Venezia di raggiungere nel Cinquecento il suo massimo splendore sia per i traffici commerciali che erano molto sviluppati, sia per la buona amministrazione della città. L’Italia in quel periodo, però, divenne preda della Francia e Venezia fu coinvolta in numerose guerre, partecipò ad esempio alla Lega Santa, promossa dal papa Giulio II, con Inghilterra, Spagna ed Impero per scacciare i Francesi dalla Penisola. Inoltre le scoperte geografiche che spostarono sull’Atlantico il centro del commercio e il pericolo costante che la presenza dei turchi nel Mediterraneo provocava ai traffici marittimi, portarono ad un lungo periodo di continue guerre dalle quali la città uscì stremata.
  • 15. Firenze divenne Comune autonomo all’inizio del XII secolo e rimase tale per più di due secoli. Ci fu una prima fase consolare; poi, in seguito alle rivolte di mercanti e artigiani, fu nominato un podestà. Il governo della città era in mano ad un consiglio oligarchico e ad uno collegiale del quale facevano parte i rappresentanti delle Arti. Dopo la rivolta dei Ciompi, però, il potere fu limitato a poche famiglie aristocratiche. Città di Firenze nel XVI secolo A seguito di una profonda crisi economica, Firenze si trovò in una situazione di instabilità politica. Si decise dunque di affidare il governo a un nobile francese, Gualtieri VI di Brienne, duca nominale di Atene. La sua politica fece ben presto pentire i fiorentini: le numerose rivolte popolari e una congiura del “popolo grasso”, portarono nel giorno di Sant’Anna alla “cacciata del Duca d’Atene”.
  • 16. Il popolo, escluso dal governo, tentò varie volte di abbattere l'oligarchia, finché si alleò alla famiglia Medici. Nel 1433 Cosimo de’ Medici fu esiliato; l'anno seguente i suoi sostenitori ottennero il priorato e Cosimo fu richiamato a Firenze. Il suo ritorno segnò l'inizio della Signoria dei Medici. I Medici ottennero dal popolo il potere di decidere i candidati agli uffici del Comune. In toal modo, di fatto mantennero il govern della città. Stipulando alcune alleanze, evitarono che Milano o Venezia assumessero il predominio nell'Italia settentrionale ed consolidarono il dominio di Firenze in Toscana. La celebre Arma Dei Medici La Signoria dei Medici a Firenze si può dividere in tre fasi:  Un primo periodo conclusosi con il ritorno di un governo repubblicano, influenzato dagli insegnamenti del priore domenicano Girolamo Savonarola (che fu giustiziato nel 1498 ).  Una seconda fase dal 1512, quando i Medici tornarono al potere con l’aiuto degli spagnoli, fino al 1527, anno nel quale i fiorentini ristabilirono una Repubblica, estromettendo nuovamente i Medici.  Sostenuti da Impero e Papato i Medici tornarono al potere nel 1530 e divennero Duchi di Firenze, e nel 1569 granduchi di Toscana, regnando per due secoli.
  • 17. Il 1494 va considerata come data cardine per la fine del periodo di equilibrio e di relativa pace all’interno del territorio italiano ( che si era stabilito attraverso la Pace di Lodi) e come inizio per un lungo periodo di conflitti che prende il nome di “ Guerre d’Italia” che porteranno alla fine della libertà italiana ( che sarà riconquistata soltanto nel 1866 con la III guerra di indipendenza). Le guerre d’Italia sono une serie di otto conflitti combattuti principalmente sul territorio italiano che hanno avuto luogo nella prima metà del XVI secolo (dal 1494 al 1559) e come obbiettivo avevano la supremazia europea da parte di uno dei maggiori stati nazionali a danno degli altri.
  • 18. Inizialmente erano state avviate da alcuni sovrani francesi, discesi in Italia con lo scopo di rivendicare i loro diritti ereditari sul Regno di Napoli e sul Ducato di Milano. Ben presto si estesero in tutta Europa coinvolgendo, oltre alla Francia la Spagna e il sacro romano impero.
  • 19. Carlo VIII, re di Francia, rivendicando il diritto al trono siciliano per la parentela con Maria d'Angiò e incoraggiato da Ludovico Sforza, che vedeva in lui l’uomo adatto per fronteggiare Ferdinando I, re di Napoli, nel 1494 entrò in Italia. Prima di avviare l'impresa, Carlo VIII si assicurò la neutralità delle maggiori potenze europee con una serie di concessioni territoriali e finanziarie: con il trattato di Senlis del 1493 lasciò le regioni dell'Artois e della Franca Contea a Massimiliano I d'Asburgo; con il trattato di Barcellona cedette alla Spagna di Ferdinando d'Aragona la Cerdagnae il Rossiglione lungo il versante francese dei Pirenei, mentre a Enrico VIII Tudor promise ingenti elargizioni finanziarie in cambio di un non-intervento inglese. In Italia le signorie si schierarono o a favore o contro Carlo VII, in base alle loro aspirazioni economiche e finanziarie. Carlo VIII puntava, inoltre, ad estendere i suoi domini verso l’oriente
  • 20. Carlo VIII raggiunge il regno di Napoli senza incontrare resistenze. Questa sua rapida avanzata si ripercuote sulla politica italiana: → A Milano Ludovico il Moro eredita il Ducato dal nipote Gian Galeazzo, vincendo le pretese dinastiche avanzate dagli aragonesi. → A Firenze i Medici vengono cacciati dalla città che viene proclamata repubblica. → A Napoli il ceto baronale accoglie trionfalmente il sovrano, mentre Venezia si impadronisce di alcuni porti pugliesi. MA LA VELOCE DISCESA DI CARLO VIII SPAVENTA ANCHE LE SIGNORIE CHE LO HANNO AIUTATO!!! → lo Stato pontificio, Milano e Venezia si coalizzano, formando una lega antifrancese che ottiene l'appoggio dell'imperatore Massimiliano e della Spagna. COSÌ Carlo VIII è costretto a risalire la penisola per non essere isolato nel sud Italia, ma giunto a Fornovo, sul Taro (località vicino a Parma) il suo esercito si scontra con la lega dell’esercito antifrancese nel luglio 1495. Carlo VIII, seppure non sconfitto, è costretto a riparare in Francia, dove muore il 7 luglio 1498, mentre medita una seconda spedizione italica.
  • 21.  Viene definitivamente dimostrata la crisi politica e la debolezza militare degli stati italiani, peggiorata in seguito alla formazione della lega antifrancese.  Viene stipulata la Pace di Noyon con la quale si stabilisce che ,alla Spagna venne confermata l'attribuzione del Regno di Napoli e di Sicilia ed ai francesi il Ducato di Milano. Questo pose fine ad un periodo di controversie fra francesi e spagnoli che durava dal tempo di Carlo VIII di Francia e Ferdinando II di Aragona, che dopo aver conquistato il regno di Napoli e non aver pensato ad una divisione equa del sud Italia aveva deciso di combattere per il possesso di Napoli. La Repubblica di Venezia perse l'alta valle del fiume Isonzo (Gastaldia di Tolmino con Plezzo ed Idria) a favore della Contea di Gorizia e Gradisca che era ormai sottoposta alla sovranità della monarchia asburgica, nonché l'Ampezzano sempre a favore della monarchia asburgica.
  • 22. A Carlo VIII succede Luigi XII che rifacendosi ai diritti ereditati dalla nonna Valentina Visconti intraprese una nuova campagna espansionistica in Italia conquistando il Ducato di Milano, dopo aver attuato un’azione diplomatica. Infatti nel 1499 Luigi XII attraverso il trattato di Blois:  Agli svizzeri, le cui truppe  Ottiene l’appoggio di Venezia costituiscono la parte principale che mira ad estendere i propri dell’esercito francese, promette la domini di Terraferma Contea di Bellinzona  Al Papa promette che avrebbe appoggiato il figlio Cesare Borgia nel suo progetto di conquista della Romagna Così Milano viene espugnata il 2 settembre 1499 e Ludovico il Moro è costretto a riparare in Germania presso Massimiliano D’Asburgo ( marito di Bianca Maria Sforza, nipote del Moro)
  • 23. MA aiutato da quest’ultimo e dalle sue forze armate riesce a riprendere il controllo di Milano, per un breve periodo. Fino al 1500 quando viene fatto prigioniero e cacciato in Francia dove morirà nel 1508. Successivamente, in seguito al fallimento di Carlo VII nella conquista del meridione italiano decide di stipulare il Trattato di Granada con Ferdinando il Cattolico. Attraverso questo trattato la Spagna prende il controllo di  Napoli  Sicilia  Calabria  Puglia Mentre alla Francia tocca quello di:  Campania  Abruzzo
  • 24. La repubblica di Venezia inseguito alla morte di Luigi XII e all’instabilità delle signorie italiane e dai loro nuovi assesti si trova ad essere l’unico stato forte, indipendente e solido nelle antichissime strutture istituzionali in grado di fronteggiare le grandi potenze estere e addirittura di sconfiggere l’imperatore ottenendo così Fiume e Trieste. In seguito a ciò il nuovo Papa, Giulio II promuove la lega di Cambrai alla quale prendono parte, oltre al Papa, il sovrano Asburgico, la Spagna e Luigi XII. Tale lega ha lo scopo di limitare il potere di Venezia, alla quale dichiara guerra e il 14 maggio 1509 la sconfigge presso Agnadello. Ciò portò a:  Venezia mantiene la sua integrità politica e rinuncia alle sue conquiste territoriali successive al 1494  Giulio II diventa il nuovo protagonista delle politica europea che si dispiega in territorio italiano e resosi conto che quest’ultima lega potrebbe aumentare il potere francese si fa promotore di una nuova lega, LA LEGA SANTA.
  • 25. Per attenuare il potere sempre crescente del Papa Luigi XII promuove uno scisma convocando a Pisa un concilio con lo scopo di deporre il Papa. Alla Lega Santa aderiscono:  Inghilterra  Venezia  Gli svizzeri  la Spagna I due eserciti si scontrano a Ravenna nell’aprile del 1512; l’esito di questa battaglia è favorevole per i francesi ma la morte del generale Gastone Di Foix non gli consente di approfittare di questo successo. Cosicché la Francia è costretta a rinunciare a Milano che viene occupato dagli svizzeri che pongono al governo Massimiliano Sforza. Successivamente anche Firenze viene occupata, questa volta da truppe spagnole che ristabiliscono il potere dei Medici, Papa Giulio II riesce ad estendere i suoi domini ecclesiastici annettendo Parma, Modena e Reggio. Si riesce, così, ad escludere i Francesi dalla penisola italiana. Ma nel 1513, con la morte di Giulio II, il suo disegno espansionistico viene interrotto dal suo successore, Leone X il quale conduce una politica di conciliazione tra i vari stati regionali con l’obbiettivo di ristabilire ordine ed equilibrio tra i vari ducati, signorie e repubbliche italiane.
  • 26. Che spesso non vengono ricordati essendo di minore importanza rispetto ai primi tre: 1) QUARTA GUERRA (1521-1526) nella quale si contendono la Francia e la Spagna per ottenere il dominio sulla penisola italiana e l’egemonia europea 2) QUINTA GUERRA (1526-1530) chiamata anche guerra della lega di Cognac 3) SESTA GUERRA (1535-1538) 4) SETTIMA GUERRA (1542-1546) 5) OTTAVA GUERRA (1551-1559) Successivamente con la pace di Cateau-Cambrésis si conclusero, quindi, le cosiddette Guerre d'Italia e con questi accordi vennero regolati gli equilibri europei fino alla pace di Westfalia, del 1648, con la Spagna quale principale arbitro della politica continentale. La pace è in particolare importante nella storia d'Italia, poiché segna la vera conclusione di quei conflitti che in poco meno di settant'anni avevano frantumato l'antica politica dell'equilibrio e fatto diventare la penisola, da soggetto della politica europea, a un oggetto di essa, un mero campo di battaglia aperto alle potenze straniere. Al tempo stesso l'accordo rappresenta il definitivo consolidamento del dominio spagnolo in Italia, che determinò per più di centocinquant'anni, nel bene e nel male, la storia italiana.