SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 151
Descargar para leer sin conexión
Dr. Luciano Berzè
Consigliere nazionale con delega ai
Principi contabili e sistemi di controllo e revisione


REVISIONE LEGALE
L’INIZIO DI UN PERCORSO
L’OBIETTIVO

In un momento di incertezza europea e
nazionale
fare il punto della situazione



•    Analizzare i problemi
•    Proporre delle soluzioni
LO SCENARIO


D.LGS 27 GENNAIO 2010 N.39


IFAC - International Auditing and Assurance
Standards Board (IAASB)
ISA CLARIFIED 2009
LO SCENARIO

IL PERCORSO DELL’UNIONE EUROPEA
Dal commissario Mc Creevy (NL) a Barnier (F)
Una progressiva adozione o verso la compatibilità?
Regolamento o direttiva?

IL LIBRO VERDE SULLA REVISIONE (2010)
Con centinaia di risposte preoccupate soprattutto per
le piccole e medie imprese e professionisti
(complessità e costi)
LO SCENARIO

   IN TUTTO QUESTO CHE FARE ??

          ANALIZZARE
      FORMULARE PROPOSTE
   DISCUTERE (CONSULTAZIONE)
    DIFFONDERE COMPETENZE
GLI STRUMENTI

LE LINEE GUIDA PER L’ORGANIZZAZIONE DEL
COLLEGIO SINDACALE CHE FA LA REVISIONE
LEGALE

L’APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DI REVISIONE
INTERNAZIONALI NELLE IMPRESE DI DIMENSIONE
MINORE
LE LINEE GUIDA PER IL
COLLEGIO SINDACALE

Punti di partenza:

1.Norme del codice civile
2.Natura del collegio (organo e non fornitore)
3.Composizione dell’organo (collegiale)
4.Coordinamento con i principi di revisione
5.Coordinamento con la deontologia
professionale
LE LINEE GUIDA PER IL
COLLEGIO SINDACALE

                  LE SCELTE

Non sono norme di deontologia professionale
ma riferimenti tecnici (migliori pratiche)

La natura organica del collegio sindacale
prevale sui principi di revisione
LE LINEE GUIDA PER IL
COLLEGIO SINDACALE

               CONSEGUENZE SU

Inizio e cessazione incarico

Organizzazione del collegio

Gestione del dissenso
LA REVISIONE DELLE PMI

                    PRESUPPOSTI
ART.11 D.LGS. 39/2010 La revisione legale è svolta in
conformità ai principi di revisione adottati dalla
Commissione europea ai sensi dell’articolo 26,
paragrafi 1 e 2, della direttiva 2006/43/CE (PER LE
NON EIP?)

STANDARD INTERNAZIONALI (ISA 2009 – ISA GUIDE)
LA REVISIONE DELLE PMI

                  PRESUPPOSTI

CNDCEC PR001 E PR002

STANDARD TECNICI E NON DEONTOLOGICI

TAGLIO PRATICO E APPLICABILITÀ ALLE PMI
LA REVISIONE DELLE PMI

                 ASSUNZIONI
    necessarie per comprendere la portata
                dell’intervento

1. IL DOCUMENTO RICALCA L ’ IMPOSTAZIONE
ADOTTATA DA IFAC PER L’ ISA GUIDE nella struttura
e nella logica con gli opportuni adattamenti in
considerazione delle esigenze della giurisdizione e
della prassi nazionale.
LA REVISIONE DELLE PMI

                 ASSUNZIONI
    necessarie per comprendere la portata
                dell’intervento

2. È UN PRIMO CONTRIBUTO PRATICO ALLO
SVOLGIMENTO DELLA REVISIONE LEGALE DI UNA
PMI. In futuro: casi pratici di svolgimento del
processo di revisione e software.
LA REVISIONE DELLE PMI

                 ASSUNZIONI
    necessarie per comprendere la portata
                dell’intervento

3. NON SONO NUOVI PRINCIPI i principi
internazionali di revisione prevedono che tutte le
revisioni contabili siano svolte con un unico
insieme di regole comuni, con procedure e
documentazione scalabili e semplificate per le
PMI
LA REVISIONE DELLE PMI

                 ASSUNZIONI
    necessarie per comprendere la portata
                dell’intervento

4. NON SOSTITUISCONO I PRINCIPI, ma li
accompagnano nell ’ applicazione nella realtà
delle PMI. I principi internazionali di revisione
rimangono il riferimento tecnico.
LA REVISIONE DELLE PMI

                  ASSUNZIONI
     necessarie per comprendere la portata
                 dell’intervento

5. ADATTAMENTO LINGUISTICO l’uso dell’indicativo presente
in luogo della traduzione letterale dei requirement (con il
“deve”) è stato deciso per allineare il testo alla prassi
normativa del Consiglio ma ne lascia inalterato il
contenuto prescrittivo.
LA REVISIONE DELLE PMI

             SCELTE E PROPOSTE

IDENTIFICAZIONE A LIVELLO QUANTITATIVO DELLE
PMI (SOLO QUALITATIVO?)

TAGLIO PRATICO (CARTE DI LAVORO)

SEGUIRÀ ESEMPIO SVOLTO
DIFFONDERE COMPETENZE

COSA SIGNIFICA?
ESSERE PORTATORI DEL SAPERE TECNICO
(STANDARD SETTING - SPECIALIZZAZIONE -
ANIMAZIONE TERRITORIALE)

ESSERE   PORTATORI     DI   UNA     CULTURA
ORGANIZZATIVA (POSSIAMO FARE ANCORA
TUTTO DA SOLI? NO. LA SOLUZIONE: LE SOCIETA’
DI LAVORO PROFESSIONALE)
QUESTIONI APERTE


REVISIONE: L ’ EQUIPARAZIONE ALL ’ ACCESSO E
PER LA FORMAZIONE - LE CONVENZIONI PER
L ’ OPERATIVITA DELLA NORMATIVA - IL
CONTROLLO DI QUALITÀ

REVISORI: ACCESSO – GESTIONE REGISTRO
CONSULTAZIONE


FINO AL 30 NOVEMBRE 2011
PARTECIPATE!


consultazionerevisione@commercialisti.it
Michele Testa
Presidente della Commissione per lo studio e la statuizione
                 dei principi di revisione
        Dottore commercialista e revisore contabile



L’impianto dei principi di
revisione internazionali
Lo Standard Setter dei principi
    di revisione internazionali

     • IFAC (International Federation of Accountants)
•   Organizzazione mondiale della professione economico-contabile cui
    aderiscono 158 membri e associati provenienti da 122 paesi. Elabora
    standards internazionali in materia di:
   etica - International Ethics Standards Board for Accountants (IESBA);
   revisione contabile - International Auditing and Assurance Standards Board
    (IAASB);
   formazione professionale - International Accounting Education Standards
    Board (IAESB);
   contabilità per il settore pubblico - International Public Sector Accounting
    Standards Board (IPSASB).
Lo Standard Setter dei principi
 di revisione internazionali

• IFAC predispone, inoltre, guide operative ed altri strumenti di
  supporto per:
 professionisti individuali o piccoli e medi studi professionali
  (Small and Medium Practices Committee);
 professionisti impiegati nel settore pubblico, nel commercio,
  nell'industria e nel settore del non-profit (Professional
  Accountants in Business Committee);
 professionisti operanti in paesi emergenti (Developing Nations
  Committee).
Lo Standard Setter dei principi
 di revisione internazionali

• Organi di governo di IFAC sono il Council ed il Board.
• Il Council, composto da un rappresentante per ogni membro,
  si riunisce annualmente per definire le linee strategiche e
  programmatiche.
• Il Board è composto dal presidente e da 21 membri
  provenienti da 18 paesi associati, eletti ogni tre anni dal
  Council. È responsabile della definizione delle politiche
  operative, dell’attuazione dei programmi ed in generale della
  supervisione dell’operatività di IFAC.
Lo Standard Setter dei principi
    di revisione internazionali

                    • PIOB (Public Interest Oversight Board)
•   Costituito nel febbraio del 2005 per garantire che il processo di elaborazione degli
    standards adottato da IFAC, sia improntato su criteri di trasparenza e persegua
    pubblici interessi.
•   Il PIOB supervisiona l’attività di standards setter di IFAC ed è composto da 10
    membri nominati da:
   Commissione europea;
   Word Bank;
   International Organization of Securities Commissions (IOSCO);
   Basel Committee on Banking Supervision;
   International Association of Insurance Supervisors.
La Classificazione dei Pronouncement
    dello IAASB

       • INTERNATIONAL AUDITING AND ASSURANCE
               STANDARDS BOARD (IAASB)
•   Emana standards in materia di:
 revisione contabile del bilancio (audit);
 revisione limitata (review);
 altri incarichi di attestazione (assurance);
 incarichi speciali (related service);
 controllo di qualità della revisione.
La Classificazione dei Pronouncement
  dello IAASB

 International Standars on Auditing (ISA): si applicano negli incarichi di
  revisione contabile volti ad esprimere un giudizio professionale sul bilancio
  (c.d. audit);

 International Standards on Review Engagements (ISRE): si applicano negli
  incarichi di revisione limitata (c.d. review);

 International Standards on Assurance Engagements (ISAE): si applicano negli
  incarichi di “assurance” diversi dai precedenti;

 International Standards on Related Services (ISRS): si applicano negli
  incarichi di revisione speciali (per es. nello svolgimento di procedure di
  revisione concordate e negli incarichi di compilazione di dati contabili affidati
  al revisore).
La Classificazione dei Pronouncement
 dello IAASB


• Per ciascuna di tali categorie lo IAASB emana anche guide
  applicative ed interpretative (practice statement):
 IAPS (guide applicative degli ISA),
 IREPS (guide applicative degli ISRE),
 IAEPS (guide applicative degli ISAE,
 IRSPS (guide applicative degli IRS).
La Classificazione dei Pronouncement
dello IAASB
                          CODICE ETICO IFAC

          STANDARD INTERNAZIONALI SUL CONTROLLO DI QUALITA’


   AUDIT E REVIEW            INCARICHI DI     INCARICHI SPECIALI
  DELL’INFORMATIVA        ASSURANCE DIVERSI
    FINANZIARIA           DA AUDIT E REVIEW



 ISA           ISRE            ISAE                 ISRS


IAPS           IREPS          IAEPS                IRSPS
La Classificazione dei Pronouncement
  dello IAASB

                    • Assurance engagements
Il revisore esprime un giudizio professionale.
• Il Framework dello IAASB definisce due tipi di incarichi di assurance:

 Reasonable assurance (ragionevole sicurezza): l’incarico è volto ad
  ottenere sufficienti elementi probativi tali da ridurre il rischio di revisione
  ad un livello accettabilmente basso. Il revisore esprime un giudizio in
  termini affermativi (ad esempio: ”mi risulta che l’oggetto sia corretto”);
La Classificazione dei Pronouncement
  dello IAASB

 Limited assurance (sicurezza limitata): l’incarico è volto ad ottenere
  sufficienti elementi probativi tali da ridurre il rischio di revisione ad un
  livello considerato accettabile, ma comunque inferiore alla tipologia di
  incarico di cui sopra. Il revisore esprime un giudizio in termini negativi
  (ad esempio: “non mi risulta che l’oggetto sia sbagliato”).

Se gli incarichi di cui sopra hanno ad oggetto i bilancio d’esercizio, o
  comunque l’informativa finanziaria, si parla di audit nel primo caso
  (ragionevole sicurezza) e di review nel secondo caso (sicurezza
  limitata).
Si applicano i principi ISA, ISRE, ISAE.
La Classificazione dei Pronouncement
 dello IAASB

                     • Related services
Il revisore non esprime alcun giudizio né fornisce
   conclusioni ma si limita a riportare i risultati emersi dalle
   procedure concordate con il committente. Spetta agli
   utilizzatori trarre le conclusioni dalla relazione fornita dal
   revisore.


Si applicano i principi ISRS.
Il Clarity Project

 • Progetto IAASB 2004 - 2009

 • Tutti i 36 ISA e l’ISQC 1 nel nuovo format:
     1 documento nuovo
     20 documenti redrafted
     16 documenti revised

 • Non solo un nuovo format:
     2008 Auditing Handbook: 490 pagine
     2009 Auditing Handbook: 815 pagine
La Struttura dei Clarified ISA

  •   Sezioni di ogni ISA:
        Introduzione
        Obiettivi
        Definizioni (quasi sempre)
        Regole
        Linee guida ed altro materiale esplicativo
  •   Tutte le sezioni costituiscono l’ISA
  •   L’intero testo dell’ISA è rilevante per:
        Comprenderne gli obiettivi
        Applicarne correttamente le regole
Il Ruolo del CNDCEC


           • Fase di implementazione degli ISA
• Il CNDCEC, attraverso il lavoro svolto dalla Commissione per
  lo studio e la statuizione dei principi di revisione, ha concluso
  la traduzione dei nuovi ISA.


• In attesa dell’adozione degli ISA da parte della EU, il
  CNDCEC sta valutando, di concerto con Consob, di
  prevederne l’applicabilità per le revisioni legali dei bilanci
  2011.
Il Ruolo del CNDCEC


                 • Fase di applicazione degli ISA
• Il CNDCEC, utilizzando i lavori della Commissione per i principi di
  revisione, ha elaborato e posto in pubblica consultazione:
 una guida per l’applicazione degli ISA nelle imprese di dimensioni
  minori;
 le linee guida per l’organizzazione del lavoro all’interno del collegio
  sindacale incaricato della revisione legale dei conti e, pertanto, tenuto
  ad adottare i principi di revisione.
• Nel corso del 2012 il CNDCEC intende rendere disponibile un supporto
  informatico (software di revisione)
L’applicazione dei Principi di Revisione
internazionali nelle imprese di minori dimensioni


                  • Evidenze sistemiche introduttive
• Il CNDCEC, utilizzando i lavori della Commissione per i principi di
  revisione nonché i principi internazionali di revisione ISA Clarified, ha
  prodotto un documento che si basa sulle seguenti assunzioni:
 I principi internazionali di revisione prevedono che la revisione sia
  svolto con un unico set di regole e procedure documentate, ma che
  possono essere semplificate e ridotte per le imprese di minori
  dimensioni;
 I principi di revisione nazionali PR 001 e 002, continuano ad essere
  standard tecnico di riferimento per l’espressione del giudizio sul
  bilancio in coerenza con le peculiarità del diritto domestico.
L’applicazione dei Principi di Revisione
internazionali nelle imprese di minori dimensioni


                 • Evidenze sistemiche introduttive


• Ed infine assunzione generale:


 Questo documento con i suoi allegati non sostituisce in
  alcun modo i principi internazionali di revisione, che
  sono il riferimento tecnico insostituibile;
L’applicazione dei Principi di Revisione
internazionali nelle imprese di minori dimensioni


                          • Logiche di approccio
• I modelli organizzativi della revisione rappresentati sono uniformati
  all’approccio basato sull’identificazione e valutazione dei rischi di errori
  significati nel bilancio:

 Questo esclude l’utilità di controlli indistinti di tutte le
  operazioni contabili;
 Obbliga a concentrarsi sulle aree di bilancio identificate
  dal revisore come maggiormente rischiose;
L’applicazione dei Principi di Revisione
internazionali nelle imprese di minori dimensioni


                     • Logiche di approccio
• Di conseguenza,:
 Determina la scelta delle procedure di revisione più
  appropriate mediante l’applicazione del Giudizio
  professionale, adeguatamente documentata;
 L’appropriatezza delle procedure è legata anche alla
  dimensione      e complessità dell’impresa, con la
  conseguente proporzionalità delle procedure alle
  circostanze specifiche.
L’applicazione dei Principi di Revisione
internazionali nelle imprese di minori dimensioni


            • Definizione di impresa di dimensioni minori

• Aspetti Qualitativi:

 Concentrazione della proprietà e della Direzione in un numero limitato
  di soggetti;
 Presenza di una o più delle caratteristiche: semplicità o linearità delle
  operazioni, delle registrazioni contabili, numero limitato delle linee
  produttive o dei prodotti, dei controlli interni, dei livelli direzionali
  responsabili, ovvero di dipendenti con molteplicità di funzioni.
L’applicazione dei Principi di Revisione
internazionali nelle imprese di minori dimensioni


             • Definizione di impresa di dimensioni minori
• Aspetti Quantitativi:
 Utile riferimento a quanto prescritto all’Art. 27 del D.Lgs. n. 127/91 e ai
  limiti dimensionali dell’attivo patrimoniale, dei ricavi delle vendite e
  prestazioni e del numero di dipendenti occupati;
 Mancato superamento di due dei tre limiti dimensionali definiti:
    a. Totale delle attività;
    b. Ricavi delle vendite e prestazioni (A1);
    c. Dipendenti medi occupati: da nota integrativa aumentati dei collaboratori.
L’applicazione dei Principi di Revisione
internazionali nelle imprese di minori dimensioni

   • Modalità di applicazione dei Principi di revisione internazionali
                                      (ISA)
 • I Principi Internazionali riconoscono un approccio applicativo
    proporzionale in considerazione di:
  Dimensioni;
  Complessità.
 • L’obiettivo della Revisione è quello di accrescere il livello di fiducia
    degli utilizzatori del bilancio,
 • Fiducia che passa attraverso il Giudizio del Revisore, che acquisisce
    una ragionevole sicurezza (livello elevato) che il bilancio non contenga
    errori significativi;
Laura Pedicini
Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti
e degli Esperti Contabili


L’applicazione dei principi di
revisione internazionali alle
imprese di dimensioni minori
Le fasi del processo di revisione

                                Identificazione e valutazione del rischio
    Flowchart della revisione

                                 attraverso la conoscenza dell’impresa




                                          Risposta al rischio




                                              Reporting
Accettazione e mantenimento

                  Competenza e capacità
                  Rispetto dei principi etici applicabili
                  (indipendenza)
   Accettazione   Integrità del cliente
                  Termini dell’incarico



                  Competenza e capacità
                  Rispetto dei principi etici applicabili
                  (indipendenza)
  Mantenimento    Integrità del cliente
                  Precedente revisione
                  Termini dell’incarico (dopo il primo triennio)
Accettazione e mantenimento

                        Competenza e capacità



    Conoscenza del settore e delle specifiche tematiche
    dell’incarico
    Disponibilità di personale in possesso di tali conoscenze
    Possibilità di ricorrere eventualmente a degli esperti, ecc


                          Integrità del cliente




     Reputazione della società e del suo management
     Atteggiamento della direzione in merito ai principi contabili e
     all’importanza dell’ambiente di controllo interno
     Motivazioni della mancata conferma del revisore precedente
Indipendenza
(art. 10 del DLgs 39/2010)

              Il revisore prima di accettare l’incarico:




     Valuta le possibili circostanze che minacciano la propria
     indipendenza e la rilevanza delle stesse
     Individua le possibili misure di salvaguardia a fronte delle
     minacce
     Accetta l'incarico di revisione solo qualora le misure di
     salvaguardia a fronte delle minacce individuate siano tali che la
     sua indipendenza non possa ritenersi, da parte di un terzo
     ragionevole ed informato, compromessa
Lettera di incarico

Contiene le condizioni indispensabili per lo svolgimento della revisione,
ovvero
                 Identificazione del bilancio sottoposto a revisione e
                 del quadro delle regole di redazione del bilancio

                 Obiettivo e portata della revisione, incluse le
                 modalità di svolgimento dell’incarico

                 Responsabilità del revisore

                 Responsabilità della direzione

                 Tipo di relazione di revisione
Significatività

Gli errori sono considerati significativi quando ci si può ragionevolmente
attendere che essi, considerati singolarmente o nel loro insieme, siano in
grado di influenzare le decisioni economiche prese dagli utilizzatori sulla
base del bilancio.
Il revisore stabilisce due livelli di significatività

                 Significatività per il bilancio nel suo
                 complesso



                 Significatività operativa
Significatività

    Valore di        ISA Guide IFAC   Prassi nazionale
   riferimento
                     % min   % max    % min    % max
Ricavi                 1       3       0,5        1
Risultato              3       7       n/d      n/d
operativo
Utile ante imposte    n/d     n/d       5        10
Totale attivo          1       3       0,5        1
Patrimonio netto       3       5        1         5
La fase di reporting

                        Aggiornamento della valutazione dei rischi


                           Aggiornamento della significatività
    Fase di reporting




                          Comunicazione delle criticità rilevate


                               Attestazioni della Direzione


                                 Conclusioni raggiunte


                                   Decisioni rilevanti


                                 Relazione di revisione
La fase di reporting

          Aggiornamento della valutazione dei
                       rischi

        Prima di concludere la revisione il
        revisore valuta, sulla base delle
        procedure di revisione svolte e degli
        elementi probativi acquisiti, se le
        valutazioni dei rischi di errori
        significativi a livello di asserzioni
        continuino ad essere appropriate.
La fase di reporting

             Aggiornamento della significatività

         Il revisore modifica la significatività per il
         bilancio nel suo complesso nel caso in cui,
         nel corso della revisione contabile, venga a
         conoscenza di informazioni che lo
         avrebbero indotto a stabilire sin dall’inizio
         un importo diverso.
         La significatività operativa, invece,
         potrebbe essere modificata più spesso e
         indipendentemente da modifiche alla
         significatività per il bilancio nel suo
         complesso.
La fase di reporting

             Comunicazione delle criticità rilevate

      Il revisore comunica alla Direzione gli errori
      identificati nel corso della revisione, diversi da
      quelli chiaramente trascurabili, e chiede alla
      stessa la loro correzione.
      Qualora la Direzione si rifiuti di correggere un
      errore, il revisore comprende le motivazioni e
      valuta l’effetto degli errori non corretti sul
      bilancio.
      Il revisore richiede alla Direzione e, ove
      appropriato, ai responsabili delle attività di
      governance un’attestazione scritta se essi
      ritengono che gli errori non corretti non siano
      significativi per il bilancio nel suo complesso.
La fase di reporting

                    Attestazioni della Direzione

     Al termine del lavoro il revisore richiede il rilascio della
     lettera di attestazione, sottoscritta dal legale
     rappresentante della società, mediante la quale viene
     messo chiaramente in evidenza che il sottoscrittore
     ritiene di aver adempiuto alle proprie responsabilità e
     conferma il fatto che:
     sono state fornite al revisore tutte le informazioni
     pertinenti come concordato nei termini dell’incarico di
     revisione;
     tutte le operazioni sono state registrate e riflesse in
     bilancio.
La fase di reporting

                    Conclusioni raggiunte

   Identificazione, riepilogo e aggregazione degli errori
   significativi.
   Riesame della strategia generale di revisione e del
   piano di revisione.
   Correzione degli errori.
   Valutazione dell’effetto degli errori non corretti.
   Verifica della sufficienza e appropriatezza degli
   elementi probativi acquisiti.
   Svolgimento di procedure di analisi comparativa finali.
La fase di reporting


                    Decisioni rilevanti

       Il revisore documenta gli aspetti
       significativi emersi nel corso della
       revisione, le conclusioni raggiunte al
       riguardo, nonché i giudizi professionali
       significativi formulati per giungere a tali
       conclusioni.
La fase di reporting

                       Relazione di revisione

     Il contenuto della relazione finale del revisore è
     disciplinato dall’art. 14 del DLgs n. 39/2010 il cui tenore
     è rimasto sostanzialmente invariato rispetto alla
     precedente normativa civilistica.

     PR 002 “Modalità di redazione della relazione di
     revisione ai sensi dell’art. 14 del decreto legislativo 27
     gennaio 2010 n. 39”

     PR 001 “Il giudizio sulla coerenza della relazione sulla
     gestione con il bilancio”
Dr.ssa Valeria Fazi
(Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili)



L’applicazione dei principi di revisione
internazionali alle imprese di dimensioni minori
Rischio di revisione


Il rischio che il revisore esprima un
giudizio non appropriato nel caso in
cui il bilancio sia significativamente
errato
Processo generale di
revisione                                    P     P
    Identificazione e valutazione dei    S   R   G R
       rischi di errori significativi    C   O   I O
                                         E   F   U F
                                         T   E   D E
    Acquisizione di elementi probativi
                                         T   S   I S
         sufficienti e appropriati
                                         I   S   Z S
     sull’esistenza o meno di errori
               significativi             C   I   I I
                                         I   O   O O
                                         S   N     N
    Formazione ed espressione di un      M   A     A
    giudizio sul bilancio basato sugli   O   L     L
       elementi probativi acquisiti          E     E
Le tre componenti del
rischio di revisione
•Il rischio intrinseco: la possibilità che un’asserzione relativa ad una
classe di operazioni, un saldo contabile o un’informativa contenga un
errore che potrebbe essere significativo, singolarmente o insieme ad
altri, indipendentemente da qualunque controllo ad essa riferito.
•Il rischio di controllo: il rischio che un errore, che potrebbe riguardare
un’asserzione relativa ad una classe di operazioni, un saldo contabile o
un’informativa e che potrebbe essere significativo, singolarmente o
insieme ad altri, non sia prevenuto, o individuato e corretto, in modo
tempestivo dal controllo interno dell’impresa.
•Il rischio di individuazione: il rischio che le procedure svolte dal revisore
per ridurre il rischio di revisione ad un livello accettabilmente basso non
individuino un errore che è presente e che potrebbe essere significativo,
considerato singolarmente o insieme ad altri errori.
Rischio di errori significativi

 RISCHIO INTRINSECO + RISCHIO DI CONTROLLO =
        RISCHIO DI ERRORI SIGNIFICATIVI


Il rischio che il bilancio sia significativamente
errato prima di essere sottoposto a revisione
contabile.
Procedure per la valutazione
del rischio

             Indagini presso la Direzione
           Procedure di analisi comparativa
               Osservazioni e ispezioni
      Informazioni acquisite in periodi precedenti
Rischio e imprese minori

                                       Meno strutturate …
 (limitato reporting periodico; mancanza di un controllo sistematico con indicatori economico-finanziari;
pochi dipendenti e poca segregazione delle funzioni; mancata formalizzazione delle procedure; mancanza
                                     di amministratori indipendenti)


                                        … ma anche:

                                          Il proprietario                        Rilevazione e
    Il proprietario-
                                       amministratore può                         valutazione
  amministratore può
   svolgere azioni di                   forzare i controlli                     delle procedure
    controllo molto                       più facilmente                         più semplice
         efficaci

Quindi: atteggiamenti, consapevolezza e azioni della direzione o del proprietario-
amministratore rivestono particolare importanza
Rischio e imprese minori

E’ improbabile che in un’impresa di dimensioni minori esista un
processo prestabilito per la valutazione del rischio. In tali casi, è
probabile che la direzione identifichi i rischi mediante il proprio diretto
coinvolgimento nell’attività.


                  Indipendentemente dalle circostanze
               è tuttavia sempre necessaria un’indagine
 sui rischi identificati e su come essi vengono gestiti dalla direzione.
Attività di pianificazione
Valutazione del rischio        Procedure conseguenti              Giudizio e Relazione

Strategia Generale di revisione
Caratteristiche dell’incarico
Obiettivi di reportistica
Fattori rilevanti ed esperienza (significatività, fattori di rischio, etc.)
Individuazione risorse necessarie

          Aggiornamento continuo e modifica della strategia e del piano

                              Piano di revisione dettagliato
                 Natura, tempistica ed estensione delle procedure pianificate
                             Procedure di revisione conseguenti


    Comunicazioni alla direzione e ai responsabili delle attività di governance

 Attenzione!!! La natura, la tempistica e l’estensione delle procedure non devono essere discusse
           in dettaglio con la direzione e non devono essere modificate su sua richiesta
La definizione della
STRATEGIA GENERALE
 •Identificare la portata della revisione.
 •Definire obiettivi di reporting e
 scadenze.
 •Considerare i fattori rilevanti
      nell’indirizzare il lavoro del team.
 •Valutare le conoscenze precedenti.
 •Determinare le risorse e i periodi di
      intervento.
Il ruolo della pianificazione
  La pianificazione è lo strumento per:
  • Identificare aree importanti.
  • Anticipare i problemi.
  • Lavorare con efficacia ed efficienza.
  • Selezionare team adatto.
  • Facilitare la supervisione.
  • Coordinare lavoro di più team o
  esperti.
Risposte generali


  Risposte generali possono includere:
   • sensibilizzazione del team
   • personale esperto
   • maggiore supervisione
   • imprevedibilità nei controlli da
     svolgere
   • modifiche a natura, estensione e
     tempistica dei controlli
Piano di lavoro
             Valutazione dei rischi

        Piano di revisione
        dettagliato

     Procedure di revisione conseguenti


   Natura                             Estensione
                 Tempistica
Le procedure di conformità

Sono volte a valutare e verificare l’efficacia operativa dei controlli, posti in essere
  dall’impresa oggetto di revisione, al fine di ridurre gli errori e le inesattezze.


                         LE PROCEDURE DI CONFORMITÀ
                               sono costituite da:


    • ANALISI DOCUMENTAZIONE DI SUPPORTO DEI CONTROLLI
    • INTERVISTA AL PERSONALE ADDETTO AI CONTROLLI
    • OSSERVAZIONI DELLE MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE DEI CONTROLLI
    • RIESECUZIONE DEI MEDESIMI CONTROLLI DA PARTE DEL REVISORE
Imprese minori

Possono non essere presenti molte delle attività di controllo che potrebbero essere
individuate dal revisore;
ovvero
può essere limitata l’ampiezza con cui l’impresa ha documentato la loro esistenza o
il loro funzionamento.
In tali casi, può essere più efficiente per il revisore svolgere procedure di revisione
conseguenti che siano principalmente procedure di validità.

In alcuni rari casi, tuttavia, l’assenza di attività di controllo o di altre componenti del
controllo può rendere impossibile acquisire elementi probativi sufficienti ed
appropriati.
Le procedure di validità



     LE PROCEDURE DI                     LE VERIFICHE DI
    ANALISI COMPARATIVA                    DETTAGLIO




 • SVILUPPO DI UN’ASPETTATIVA      • RICHIESTA DI CONFERMA
   INDIPENDENTE                      ESTERNA
 • CALCOLO DELLE DIFFERENZE        • RICERCA DI PASSIVITA’ NON
 • IDENTIFICAZIONE DI DIFFERENZE     REGISTRATE
   SIGNIFICATIVE                   • VERIFICA DEL RISPETTO DEL
 • ANALISI DELLE DIFFERENZE          PRINCIPIO DELLA COMPETENZA
   SIGNIFICATIVE                   • VERIFICA CORRETTA
                                     CLASSIFICAZIONE
Procedure di validità

Perché il revisore svolge sempre procedure di validità?

                             Perché:
 • la valutazione del rischio da parte del revisore è soggettiva e
   come tale non può identificare tutti i rischi di errori
   significativi;
 • ci sono limiti intrinseci nel controllo interno, che includono
   la possibilità di forzature dei controlli da parte della
   direzione.
Piano di lavoro

2 regole FONDAMENTALI

     Scelte possibili per        SOLO procedure di conformità            NO
     classi di operazioni
       saldi contabili e
                                  SOLO procedure di validità:      SI
         informativa                verifiche di dettaglio
        SIGNIFICATIVI
                                       MIX conformità - validità   SI

                                 SOLO procedure di analisi comparativa          NO
    Scelte possibili in
     risposta a rischi               SOLO procedure di dettaglio           SI
      SIGNIFICATIVI
                            MIX analisi comparativa-verifiche di dettaglio SI
Piano di lavoro

2 regole FONDAMENTALI

    ISA
             AREE significative        Procedure di validità
   330.18




     ISA     RISCHI significativi
             (approccio basato solo      Test di dettaglio
    330.21
              su procedure validità)
Documentazione

IL REVISORE DOCUMENTA:

La strategia generale.

Il piano di revisione.

Eventuali modifiche durante lo   svolgimento della
revisione.
IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO
          DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI
STEFANO PIZZUTELLI

Componente della Commissione per lo studio e la
statuizione dei principi di revisione
IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO
DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI



                                   REVISIONE LEGALE
      COLLEGIO SINDACALE
                                       DEI CONTI




           Organo sociale
       a composizione plurima          FUNZIONE
             e paritetica
IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO
DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI


          FONTI NORMATIVE
                Codice civile
                 (artt. 2397-2409, art. 2409-bis; art. 2409-septies; art. 2429)
                D.Lgs. n. 39/2010 (VIII Direttiva)




                                    PROBLEMA
             Il D.Lgs. n. 39/2010 regola la revisione legale dei conti
       con riferimento precipuo a revisore singolo e società di revisione
IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO
DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI

                              DEFINIZIONI


 COLLEGIO SINDACALE: il “RESPONSABILE DELLA REVISIONE”
                       il riferimento è al collegio nella sua interezza


 PERSONALE PROFESSIONALE: ausiliari e dipendenti del sindaco
IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO
DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI


                                 DEFINIZIONI

 PRINCIPI DI REVISIONE: in attesa dell’adozione da parte della Commissione
 Europea:
               gli ISA sono un punto di riferimento tecnico
               sono applicabili il PR001 ed il PR002
               il principio internazionale ISQC1 è un riferimento tecnico
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO



            LE ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO DI REVISIONE
                         ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO
   L’impostazione della revisione legale è fondata sullo svolgimento di attività preliminari
       dirette ad assumere la decisione di accettare o mantenere l’incarico attraverso
        l’acquisizione di una comprensione della natura e della portata dell’incarico




                     Il codice civile non dispone nulla in merito alle valutazioni
             che il COLLEGIO SINDACALE deve eseguire prima di accettare l’incarico
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                     ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO

     verificare     l’adeguatezza delle competenze e le capacità di
        svolgere l’incarico, inclusa la disponibilità di tempo e di risorse
       verificare l’integrità del cliente
       verificare di essere in grado di poter rispettare i principi
        deontologici, inclusa l’indipendenza
       stabilire se siano presenti le condizioni indispensabili per lo
        svolgimento dell’incarico e acquisire la comune comprensione
        con la direzione delle stesse
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                        ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO

     AUSPICABILE: una riunione preliminare antecedente alla nomina
        !
        per effettuare collegialmente le indicate valutazioni

       Le valutazioni vanno documentate nelle carte di lavoro
            (cfr. Linea guida R. 30.60)
Inizio e cessazione dell’incarico


                           VALUTAZIONE DELL’INCARICO
  I     sindaci accettano l’incarico solo se ritengono di disporre
      collegialmente delle competenze, delle capacità e della disponibilità
      di risorse adeguate
     I sindaci acquisiscono adeguate informazioni sull’integrità della
      società

 Fattori da tenere in considerazione:
       •   conoscenza del settore
       •   disponibilità di personale adeguato
       •   possibilità di ricorrere ad esperti
       •   capacità di completare l’incarico nei termini
       •   reputazione della società e del management
       •   situazione finanziaria ed economica della società
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO




                         TERMINI DELL’INCARICO

       Identificano   le condizioni per effettuare la revisione del
       bilancio
       Contengono      la   chiara   individuazione   delle   relative
       responsabilità
       Sono trattati nell’ISA 210
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                          TERMINI DELL’INCARICO
   I termini dell’incarico includono:
        obiettivo e portata della revisione
        responsabilità del collegio sindacale in merito all’espressione del
         giudizio
        responsabilità della direzione
        identificazione del quadro normativo sull’informazione finanziaria
         applicabile
        riferimento alla diversa forma ed al contenuto previsti per le
         relazioni da emettere in relazione ai diversi esiti del lavoro svolto
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO



                        TERMINI DELL’INCARICO
  Il collegio sindacale può giungere allo loro definizione mediante:
   una lettera di incarico
   altro idoneo accordo scritto che identifica i termini dell’incarico:
      • delibera assembleare di nomina che individui espressamente le
         condizioni indispensabili per lo svolgimento dell’incarico
      • delibera assembleare di nomina che dia mandato all’organo
         amministrativo per la definizione dei termini dell’incarico
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                                         MODALITÀ
         I sindaci, se preventivamente informati della proposta di nomina,
          tengono una riunione preliminare per definire di comune accordo la
          proposta di termini dell’incarico, riportandoli nella lettera di incarico
         È opportuno che l’individuazione dei termini e la quantificazione dei
          tempi e delle risorse siano anteriori alla nomina, perché l’assemblea
          è tenuta alla determinazione del corrispettivo




N!   I compensi devono essere determinati in modo da garantire la qualità e l’affidabilità dei
                                        lavori
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                              INDIPENDENZA

   I sindaci non accettano l’incarico, ovvero, in corso di svolgimento, vi
   rinunciano, qualora tra essi, o la rete a cui appartengono e la società
   sussistano relazioni:
                          finanziarie
                          d’affari
                          di lavoro
                          di altro genere, dirette o indirette
   dalle quali un terzo informato, obiettivo e ragionevole trarrebbe la
   conclusione che l’indipendenza del sindaco risulti compromessa
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                               INDIPENDENZA


      Principi di indipendenza previsti nell’art. 10, comma 12, D.Lgs.
       39/2010
      Nelle more del previsto regolamento attuativo:
       •   Art. 2409- quinquies c.c. (incompatibilità sindaco-revisore)
       •   Codice deontologico
       •   Norme di comportamento del collegio sindacale
       •   Code of Ethics for Professional Accountants (IFAC)
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO



                     MINACCE PER L’INDIPENDENZA


       Autoriesame (controllo di dati o elementi che egli stesso o
        appartenenti alla sua rete hanno contribuito a determinare o a
        redigere)
       Interesse personale (conflitto di interessi o interesse finanziario -
        dipendenza finanziaria)
       Esercizio del patrocinio legale o di attività di consulente tecnico di
        parte
       Familiarità, eccessiva fiducia, confidenzialità
       Intimidazione
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO




              VALUTAZIONE DELL’INDIPENDENZA




                                    DIPENDENTI
              RETE
                                    E AUSILIARI
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO



                                    RETE


 Struttura alla quale appartiene al sindaco:
     che è finalizzata alla cooperazione e
     che persegue chiaramente la condivisione degli utili o dei costi, o fa
      capo ad una proprietà, un controllo o una direzione comuni e condivida
      prassi e procedure comuni di controllo della qualità, la stessa strategia
      aziendale, uno stesso nome ovvero una parte rilevante delle risorse
      professionali


N!   La ripartizione dei costi senza cooperazione nello svolgimento dell’attività non
                                  costituisce rete
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO



     Laddove l’analisi delle minacce dovesse evidenziare che esse siano
      eccessive e non siano disponibili o non possono essere applicate misure
      di salvaguardia adeguate per ridurle ad un          livello accettabile, il
      candidato sindaco non accetta l’incarico ovvero vi rinuncia
     Quando un componente ha notizia di una situazione che possa mettere a
      rischio l’indipendenza propria o di un altro componente informa il
      collegio e gli amministratori affinché procedano alla sostituzione del
      sindaco non indipendente. In caso di inerzia, il collegio sindacale
      convoca l’assemblea ai sensi dell’art. 2406, comma 2, c.c.
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO



                        MISURE DI SALVAGUARDIA


       acquisizione di informazioni e loro documentazione in relazione ai
        rapporti e alle relazioni intrattenute
       periodico monitoraggio di tali situazioni e relazioni
       adeguata comunicazione e discussione delle questioni rilevanti per
        l’indipendenza con gli altri sindaci e con gli amministratori
       modifica, limitazione o cessazione di taluni tipi di relazioni o rapporti
        con la società o con la rete
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                                   INDIPENDENZA
           CARTE DI LAVORO: documentazione nelle carte di lavoro:
       procedure adottate per prevenire e rilevare le minacce
       identificazione delle minacce all’indipendenza, la valutazione della
        loro rilevanza e le misure di salvaguardia adottate
       verifica della sussistenza delle procedure per tutti i componenti e
        dell’adeguatezza dei requisiti di indipendenza
       verifica della sussistenza dei requisiti per dipendenti ed ausiliari




   N!     La conformità ai principi di indipendenza sarà oggetto del controllo qualità
INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO


                          CESSAZIONE DALL’INCARICO

       Ai componenti del collegio sindacale si applicano le norme del
        codice civile in tema di cessazione dall’ufficio e di sostituzione del
        sindaco


       Non si applicano ai sindaci le norme in tema di revoca, dimissioni
        dall’incarico e risoluzione consensuale (cfr. bozza decreto attuativo)
COORDINAMENTO TRA LE FUNZIONI
DI VIGILANZA E DI REVISIONE



   Il collegio definisce la strategia di revisione e la pianificazione del
   lavoro tenendo conto delle attività svolte nella funzione di vigilanza

    Ad esempio:
        La vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto e il dovere di
         attivarsi in caso di denunce, offrono al collegio un osservatorio
         privilegiato in ordine alla conformità a leggi e regolamenti, nonché
         per la valutazione di errori significativi dovuti a frode
COORDINAMENTO TRA LE FUNZIONI
DI VIGILANZA E DI REVISIONE


  Ad esempio:
       La vigilanza del rispetto dei principi di buona amministrazione
        consente al collegio una tempestiva percezione della sussistenza di
        criticità, come rapporti con parti correlate e continuità aziendale

       La vigilanza sull’adeguatezza e sul funzionamento dell’assetto
        organizzativo ed amministrativo consente di valutare il rischio di
        errori significativi

       La partecipazione ai CdA e alle assemblee consente di conoscere le
        strategie aziendali
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE




                            PRINCIPIO DI COLLEGIALITÀ

        Il collegio sindacale è organo collegiale

         La funzione di revisione è attribuita al collegio e non ai singoli
         componenti

        L’individuazione delle forme e delle modalità più efficaci di
         organizzazione del lavoro è rimessa all’autonomia organizzativa ed
         operativa del collegio
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE



                           FUNZIONE DEL PRESIDENTE

        Non ha compiti prevalenti; ha una funzione di impulso
        Le comunicazioni sono di norma inviate al presidente
        Nell’esercizio dell’autonomia organizzativa il collegio può affidare ad
         un altro componente il coordinamento dell’attività di revisione, che
         andrà comunque sottoposta a riesame collegiale
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE


                  ATTI INDIVIDUALI DI ISPEZIONE E CONTROLLO

        I sindaci possono procedere ad atti individuali di ispezione e
         controllo
        Le procedure di revisione svolte individualmente sono
         propedeutiche o complementari all’attività, collegiale, di valutazione
         giudizio e vengono specificate in sede di pianificazione del lavoro
        Può essere effettuato un riesame circolare
        Se una procedura eseguita individualmente non fornisce adeguati
         elementi probativi essa deve essere rieseguita in via collegiale
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE


                       RICORSO A DIPENDENTI E AUSILIARI


        I sindaci possono avvalersi di dipendenti e ausiliari, sotto la propria

         responsabilità e a proprie spese

        I dipendenti e gli ausiliari devono essere in possesso dei requisiti di

         indipendenza previsti per i sindaci
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE


                        RICORSO A DIPENDENTI E AUSILIARI

        In sede di pianificazione il collegio:
                 •   individua le attività in correlazione alle quali può essere
                     opportuno il ricorso a    dipendenti o ausiliari
                 •   definisce le modalità di formalizzazione delle carte di
                     lavoro
        Ai dipendenti ed ausiliari vengono affidati ordinariamente o
         procedure di contenuto esecutivo o quelle che richiedono particolare
         specializzazione
        Le carte di lavoro vanno riviste collegialmente
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE


                                 RIUNIONI E VERIFICHE

                   Non sussiste alcuna disposizione che ne fissi una cadenza
             Il collegio sindacale deve verificare la regolare tenuta della contabilità
              e la corretta rilevazione dei fatti di gestione “nel corso dell’esercizio”

        Conviene effettuare le verifiche almeno con la medesima cadenza
         prevista per il collegio sindacale con funzioni di vigilanza
        Le riunioni possono tenersi anche fuori dalla sede sociale e con
         l’ausilio di mezzi telematici
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE


                              CARTE DI LAVORO


                             Abolito il libro della revisione,
              l’attività del collegio è documentata nelle carte di lavoro

     Le carte di lavoro devono fornire evidenza:
                degli elementi a supporto della relazione di revisione
                che la revisione sia stata pianificata e svolta in conformità
                  ai principi di revisione ed alle disposizioni di legge e
                  regolamentari applicabili
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE


                                    CARTE DI LAVORO

        Le carte di lavoro devono essere sufficienti per consentire ad un
        revisore esperto di comprendere:
             la natura, la tempistica e l’estensione delle procedure di revisione
             i risultati delle procedure di revisione svolte e gli elementi
              probativi acquisiti
             gli aspetti significativi emersi, le conclusioni, nonché i giudizi
              formulati per giungere a dette conclusioni



N!   Le modalità di redazione delle carte di lavoro sono stabilite autonomamente dal collegio
ORGANIZZAZIONE
DEL COLLEGIO SINDACALE


                                   CARTE DI LAVORO
                          Modalità di conservazione ed archivio

              Le carte di lavoro devono essere accessibili all’intero collegio per
               tutta la durata dell’incarico e nei dieci anni successivi alla data di
               emissione della relazione al bilancio, anche ai fini del controllo
               della qualità
              La documentazione non deve essere accessibile a persone non
               autorizzate
              Conservazione anche tramite supporti informatici


N!   L’organizzazione e le modalità di conservazione devono essere disciplinate dal collegio
SVOLGIMENTO
DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE


                          PRINCIPI DI REVISIONE
Nell’attuale incertezza della normativa, i principi di revisione
internazionale ISA costituiscono un punto di riferimento tecnico che il
collegio sindacale, alla luce dell’esperienza professionale, può declinare
in procedure di revisione specifiche
Il contenuto delle procedure può variare al variate delle dimensioni e delle
altre caratteristiche della società
Il collegio sindacale deve indicare i principi di revisione osservati:
         nella lettera di incarico o in altra forma di accordo scritto che
          identifichi i termini dell’incarico
         nella relazione di revisione
SVOLGIMENTO
 DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE



                 RAPPORTI CON IL REVISORE (COLLEGIO) PRECEDENTE




       Il collegio sindacale prende          Il revisore (collegio) uscente presta
  i contatti con il revisore uscente        la massima collaborazione e consente
per ottenere tutte le informazioni utili     l’accesso alle informazioni richieste
  allo svolgimento della revisione             e la visione delle carte di lavoro


  Il
SVOLGIMENTO
DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE


           RAPPORTI CON IL REVISORE (COLLEGIO) PRECEDENTE


     L’acquisizione di informazioni dal precedente revisore è elemento
      essenziale per la comprensione della società
     Art. 9, comma 2, D.Lgs. n. 39/2010: dovere del subentrante di
      consultare l’uscente; l’uscente consente l’accesso alle informazioni
     Prassi: consentito l’accesso agli atti e la visione delle carte di lavoro,
      ma non viene rilasciata copia
SVOLGIMENTO
DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE


         VERIFICA DELLA REGOLARE TENUTA DELLA CONTABILITÀ


     Nel corso dell’esercizio il collegio verifica la regolare tenuta della
      contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture
      contabili: attività propedeutica alla revisione legale
     Attività da coordinare con la funzione di vigilanza
     Il collegio sindacale ha diritto di ottenere dagli amministratori i
      documenti e le notizie necessarie allo svolgimento dell’attività di
      revisione
SVOLGIMENTO
DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE


         VERIFICA DELLA REGOLARE TENUTA DELLA CONTABILITÀ


  L’attività di accesso agli atti e di raccolta:
        è pianificata all’inizio dell’esercizio e riesaminata nel corso del
         lavoro
        è attività delegabile al singolo componente
  La valutazione degli atti raccolti è attività collegiale
  Qualora si configuri una limitazione allo svolgimento di procedure di
  revisione, di tale circostanza è eseguita espressa valutazione nella
  relazione
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                         RELAZIONE DI REVISIONE

Nel corso dell’esercizio, il collegio sindacale deve comunicare alla
direzione gli errori non corretti e l’effetto che essi, considerati
singolarmente o nel loro insieme, possono avere sul giudizio; la
comunicazione deve identificare ogni errore significativo non corretto e
l’intenzione di esprimere un giudizio diverso da quello senza rilievi
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                         RELAZIONE DI REVISIONE


     Le discussioni per giungere alla stesura della relazione devono
      essere riportate nelle carte di lavoro
     Le conclusioni sono adeguatamente e dettagliatamente motivate,
      con particolare riferimento a giudizi diversi da quello senza rilievi
     Nelle carte di lavoro devono essere riportati i motivi per un giudizio
      con rilievi, o negativo o dell’impossibilità di esprimere un giudizio
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                          RELAZIONE DI REVISIONE

  In caso i giudizio con rilievi (per deviazioni dalle norme di legge o dai
  principi contabili) o giudizio negativo

     il collegio deve quantificare nelle carte di lavoro e nella relazione gli
      effetti delle deviazioni sulle voci di bilancio coinvolte e gli effetti su
      patrimonio netto e risultato d’esercizio, tenendo conto degli effetti
      fiscali
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                          RELAZIONE DI REVISIONE

Nel caso di giudizio con rilievi, per limitazioni allo svolgimento delle
procedure di revisione o che impediscono un giudizio sul bilancio:
   il collegio deve quantificare nelle carte di lavoro e nella relazione gli
    effetti delle deviazioni sulle voci di bilancio coinvolte e gli effetti su
    patrimonio netto e risultato evidenziazione nelle carte di lavoro e nella
    relazione delle correlative circostanze
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                           RELAZIONE DI REVISIONE

Il collegio sindacale incaricato della revisione legale emette due
informative:

A) Relazione di revisione ai sensi dell’art. 14 del decreto legislativo 27
gennaio 2010 n. 39
Contenuto e modelli definiti nel PR001 e nel PR002

B) Relazione sull’attività di vigilanza ex art. 2429, comma 2, c.c.
Struttura e contenuto indicati nella Norma di comportamento del collegio
sindacale 7.1
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                           RELAZIONE DI REVISIONE

   Data: data di approvazione da parte del collegio

   Firma: sottoscrizione autografa o elettronica di tutti i componenti, o del
    solo presidente se a ciò espressamente autorizzato

   È possibile predisporre un unico documento articolato nelle due
    diverse sezioni


         N!    Esempio di relazione unitaria in appendice alle Linee Guida
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                         DISSENSO DEL SINDACO

     Nel caso di dissenso la relazione è redatta dalla maggioranza del
      collegio, evidenziando il dissenso e la relativa motivazione
     Il dissenso e gli elementi di valutazione espressi dal sindaco
      dissenziente e dagli altri due componenti sono documentati nelle
      carte di lavoro
     Il collegio comunica alla direzione la sussistenza del dissenso e le
      correlative motivazioni
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO

               RELAZIONE IN CASO DISSENSO DEL SINDACO

   La relazione è elaborata secondo il punto di vista della maggioranza e
    riferisce del dissenso del sindaco, indicando il nominativo e le
    motivazioni
   Tali indicazioni, con l’accordo del dissenziente, sono riportate in calce
    alla relazione di revisione, di seguito al paragrafo contenente il giudizio
    sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio
   Le motivazioni del dissenso ed i relativi effetti sono poi esplicitati nelle
    conclusioni della relazione sull’attività di vigilanza

          La relazione così redatta è sottoscritta da tutti i sindaci
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO


                RELAZIONE IN CASO DISSENSO DEL SINDACO

     Qualora il sindaco dissenziente non intenda sottoscrivere la
      relazione, essa sarà sottoscritta dalla maggioranza dei sindaci,
      specificando l’esistenza del dissenso
     Il dissenziente ha comunque diritto ad esprimere il proprio dissenso
      nel verbale e di riferire all’assemblea la propria difforme opinione. In
      tal modo l’obbligo di emissione della relazione è rispettato e non è
      posto alcun impedimento al regolare funzionamento della società
     Il sindaco dissenziente non può redigere una propria relazione
RELAZIONE DI REVISIONE E
GIUDIZIO SUL BILANCIO

               RELAZIONE IN CASO DISSENSO DEL SINDACO

Obiettivi: con l’indicazione in relazione del dissenso
    l’assemblea, convocata per l’approvazione del bilancio, ha completa e
    corretta informativa; l’informativa è a disposizione dei soci sin dal
    momento del deposito della relazione presso la sede sociale e quindi
    non viene semplicemente e direttamente esplicitata in assemblea
   viene data piena e completa pubblicità della circostanza del dissenso -
    che diviene conoscibile, oltre che per i soci, anche per i terzi lettori del
    bilancio - e soddisfa anche l’esigenza dell’opportuna separazione delle
    responsabilità tra sindaco dissenziente e maggioranza dei sindaci
International Federation of Accountants

   SMP Committee: Implementing ISAs
   Giancarlo Attolini, SMP Committee Deputy Chair
Paul Thompson, Deputy Director, SME and SMP Affairs


                            CNDCEC National Congress
                            Cagliari, Italy
                            September 16, 2011
     ASSEMBLEA 2011 dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili   129
SMP Committee’s Objectives
• Participate in policy-making and regulatory
  dialogue
  • EC Green Paper on Audit Policy, G20
• Raise awareness of importance of SME sector and
  role of SMPs (voice and visibility)
  – SMP Quick Poll, member body articles, SMP eNews,
    Twitter, SMP Forum
SMP Committee’s Objectives
• Input to development of international standards
  – IESBA (SMP/SME Working Group)
  – IAASB
     • Letters, CAG representation, staff liaison etc.
     • Clarity ISAs
     • Implementation monitoring, audit quality, ISRE
       2400, ISRS 4410, Strategy & ISAE 3000
SMP Committee’s Objectives
• Provide practical support to SMPs
  – Helping member bodies to help their SMPs
    provide high quality professional services
  – Website - http://www.ifac.org/smp
  – Guides - ISA, Quality Control and Practice
    Management
Implementing ISAs - Strategy
• ISA audit promises better audit quality with
  minimal if any increase in cost …
• ….but only if properly and efficiently implemented
• Change management (staff training, new processes,
  etc.) will be key
• Exploit resources and tools available
Implementing ISAs – IFAC Support
 • Links to other IFAC resources
   – IAASB Clarity Center
   – IESBA
 • Links to IFAC member body material
 • Guide to Using ISAs in the Audits of SMEs (ISA
   Guide)
Implementation Support
Implementation Support
Implementation Support
ISA Guide
• Purpose: To help apply ISAs cost effectively
• 1st edition Dec. 2007; 2nd edition Oct. 2010; to be
  continually refined
• Two volumes:
  – Volume 1 – approach to risk-based ISAs
  – Volume 2 – practical ‘how to’ guidance
• Two case studies (one a micro-entity audit)
• Illustrations, consider boxes, color design
How to Use the ISA Guide?
• Reference source
• Tool for training staff on audit concepts
• Practical guidance on how to apply concepts
  – Roadmap on how to perform an SME audit
    from start to finish
  – Inclusion of ‘best practice’ consider points
  – Sample audit documentation for each major
    step of audit based on two case studies
The ISA Guide Case Studies
                    Case Study A ─             Case Study B ─
                       Dephta                      Kumar

Business        Furniture manufacturing   Furniture manufacturing


Sales                 1.5 million               230,000


Staff                     8                      2 + owner


Sample audit          Generally                   Simple
documentation         Structured                Memos to file
Three Key Phases of the ISA Audit

                   Phase 1                             Phase 2                        Phase 3
 Risk Assessment




                                       Risk Response
                                                                                       Evaluate the audit




                                                                          Reporting
                   Plan the audit
                                                                                       evidence obtained



                       Perform                             Implement                      Prepare the
                   risk assessment                          responses
                                                        to assessed RMM                 auditor’s report
                      procedures


                              The structure contained in the ISAs
Phase 1: Risk Assessment - Overview
                        Activity                           Purpose                               Documentation
                                                                                                           1


                          Perform preliminary                                                  Listing of risk factors
                              engagement                                                       Independence
                               activities                                                      Engagement letter
  Risk Assessment




                                                          Develop an overall                  Materiality
                             Plan the audit               audit strategy and                  Audit team discussions
                                                          audit plan 2                        Overall audit strategy

                                                                                              Business & fraud risks
                                                                                              including significant risks
                                 Perform                  Identify/assess RMM3
                             risk assessment              through understanding              Design/implementation of
                                procedures                the entity
                                                                                             relevant internal controls

                                                                                              Assessed RMM3at:
                                                                                                - F/S level
                                                                                                - Assertion level

                     1. Refer to ISA 230 for a more complete list of documentation required.
                    Notes:
                    2. Planning (ISA 300) is a continual and iterative process throughout the audit.
                     3. RMM = Risk of material misstatement.
Phase 1: Risk Assessment – RMM
                                      Financial Statements




                                                                 (entity level)
   Inherent Risks




                                                                                  Pervasive
                    Pervasive
                                     Assessed Risks of
                                    Material Misstatement




                                                                                              Controls
                                      at the FS level


                                     Assessed Risks of
                                    Material Misstatement
                                 at the Assertion level

                                Specific F/S areas/disclosures
Phase 2: Risk Response - Overview
                 Activity               Purpose              Documentation
 Risk Response




                                       Develop appropriate
                                       responses to the
                                       assessed RMM




                                       Reduce audit risk      Work performed
                 Implement responses   to an acceptably       Audit findings
                   to assessed RMM     low level              Staff supervision
                                                              Working paper review
Phase 3: Reporting - Overview
                  Back to risk
                  assessment



                                                    Determine what
                              Evaluate the audit    additional audit work
                              evidence obtained     (if any) is required
R e p or ti n g




                                       Is
                        yes        additional
                                     work
                                   required?

                                   no

                                                     Form an opinion        Significant decisions
                                   Prepare the       based on audit         Signed audit opinion
                                 auditor’s report   findings
Conclusion
• Improved audit quality at little or no extra cost
• Need to plan and manage change
• IFAC is helping your member body help you

Más contenido relacionado

Similar a Slideshow Convegno Revisione Cagliari 16/17.09.2011

I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012
I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012
I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012Mario Gentili
 
03A quadro normativo di riferimento
03A quadro normativo di riferimento03A quadro normativo di riferimento
03A quadro normativo di riferimentoMaurilio Savoldi
 
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015Talea Consulting Srl
 
IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)
IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)
IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)ABIEventi
 
Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...
Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...
Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...Ettore Colella, Commercialista Milano
 
Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...
Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...
Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...Fabio Tomassini
 
La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...
La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...
La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...UNI - Ente Italiano di Normazione
 
Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III NUOVI STRU...
Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III  NUOVI STRU...Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III  NUOVI STRU...
Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III NUOVI STRU...Riccardo Gandolfi
 
# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)Enrico Memmo
 
Evoluzione della normazione ISO
Evoluzione della normazione ISOEvoluzione della normazione ISO
Evoluzione della normazione ISOD'Eugenio Elisa
 
Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856
Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856
Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856UNI - Ente Italiano di Normazione
 
A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...
A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...
A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...Istituto nazionale di statistica
 

Similar a Slideshow Convegno Revisione Cagliari 16/17.09.2011 (20)

I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012
I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012
I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012
 
03A quadro normativo di riferimento
03A quadro normativo di riferimento03A quadro normativo di riferimento
03A quadro normativo di riferimento
 
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
La presentazione di Kiwa Cermet: la nuova ISO 9001:2015
 
Roberto Piras - Quadro Normativo
Roberto Piras - Quadro NormativoRoberto Piras - Quadro Normativo
Roberto Piras - Quadro Normativo
 
19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Adele Grassi, Vice Presidente ...
19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Adele Grassi, Vice Presidente ...19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Adele Grassi, Vice Presidente ...
19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Adele Grassi, Vice Presidente ...
 
IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)
IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)
IrionDQ 2016 e lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process)
 
Perissinotti_Compliance_Manager_9_novembre_2022_.pdf
Perissinotti_Compliance_Manager_9_novembre_2022_.pdfPerissinotti_Compliance_Manager_9_novembre_2022_.pdf
Perissinotti_Compliance_Manager_9_novembre_2022_.pdf
 
Sistemi di gestione
Sistemi di gestioneSistemi di gestione
Sistemi di gestione
 
Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...
Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...
Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione c...
 
Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...
Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...
Assiteca - Compliance Aziendale, Politiche e procedure; La gestione del risch...
 
Bologna 6 marzo 2014 - Andrea Mazzoni
Bologna 6 marzo 2014 - Andrea MazzoniBologna 6 marzo 2014 - Andrea Mazzoni
Bologna 6 marzo 2014 - Andrea Mazzoni
 
La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...
La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...
La verifica e validazione secondo la ISO/IEC 17029 e il caso specifico dei GH...
 
Ebook Analisi di bilancio
Ebook Analisi di bilancioEbook Analisi di bilancio
Ebook Analisi di bilancio
 
Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III NUOVI STRU...
Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III  NUOVI STRU...Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III  NUOVI STRU...
Sintesi Workshop su: Il Rapporto Banca – Impresa dopo Basilea III NUOVI STRU...
 
Indici di efficienza per il terzo settore_luglio2010
Indici di efficienza per il terzo settore_luglio2010Indici di efficienza per il terzo settore_luglio2010
Indici di efficienza per il terzo settore_luglio2010
 
# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)# NST Brochure (Italian version)
# NST Brochure (Italian version)
 
19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Bruno Maineri APB
19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Bruno Maineri APB19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Bruno Maineri APB
19 FEBBRAIO GIORNATA DI STUDIO - I MATERIALI - Bruno Maineri APB
 
Evoluzione della normazione ISO
Evoluzione della normazione ISOEvoluzione della normazione ISO
Evoluzione della normazione ISO
 
Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856
Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856
Indicatori di circolarità: la ISO 59020 e il progetto UNI1608856
 
A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...
A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...
A. Terracina, I sistemi di gestione della sicurezza,dalla norma OHSAS 18001 a...
 

Más de Ettore Colella, Commercialista Milano

Nota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
Nota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UENota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
Nota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UEEttore Colella, Commercialista Milano
 

Más de Ettore Colella, Commercialista Milano (13)

Ae morgan
Ae morganAe morgan
Ae morgan
 
Ettore Colella: Trust and co.
Ettore Colella: Trust and co.Ettore Colella: Trust and co.
Ettore Colella: Trust and co.
 
Scadenzario Febbraio 2014 | Scadenze fiscali
Scadenzario Febbraio 2014 | Scadenze fiscaliScadenzario Febbraio 2014 | Scadenze fiscali
Scadenzario Febbraio 2014 | Scadenze fiscali
 
Mediazione Civile: i vantaggi per le imprese
Mediazione Civile: i vantaggi per le impreseMediazione Civile: i vantaggi per le imprese
Mediazione Civile: i vantaggi per le imprese
 
Doing Business in Italia 2013
Doing Business in Italia 2013 Doing Business in Italia 2013
Doing Business in Italia 2013
 
Scadenze fiscali Giugno 2013 | Studio Ettore Colella
Scadenze fiscali Giugno 2013 | Studio Ettore ColellaScadenze fiscali Giugno 2013 | Studio Ettore Colella
Scadenze fiscali Giugno 2013 | Studio Ettore Colella
 
Nota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
Nota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UENota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
Nota illustrativa - Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
 
Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UESchema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
Schema di d.lgs. di recepimento direttiva 2010/45/UE
 
L’Annuario del contribuente 2012 | Studio Ettore Colella Milano
L’Annuario del contribuente 2012 | Studio Ettore Colella MilanoL’Annuario del contribuente 2012 | Studio Ettore Colella Milano
L’Annuario del contribuente 2012 | Studio Ettore Colella Milano
 
Scadenziario Febbraio 2013 - Ettore Colella, commercialista Milano
Scadenziario Febbraio 2013 - Ettore Colella, commercialista MilanoScadenziario Febbraio 2013 - Ettore Colella, commercialista Milano
Scadenziario Febbraio 2013 - Ettore Colella, commercialista Milano
 
Il Dottore Commercialista | Ettore Colella Milano
Il Dottore Commercialista | Ettore Colella MilanoIl Dottore Commercialista | Ettore Colella Milano
Il Dottore Commercialista | Ettore Colella Milano
 
The Italian accountancy profession - Ettore Colella @SlideShare
The Italian accountancy profession - Ettore Colella @SlideShareThe Italian accountancy profession - Ettore Colella @SlideShare
The Italian accountancy profession - Ettore Colella @SlideShare
 
Annuario del contribuente 2011 | Commercialisti Milano
Annuario del contribuente 2011 | Commercialisti MilanoAnnuario del contribuente 2011 | Commercialisti Milano
Annuario del contribuente 2011 | Commercialisti Milano
 

Slideshow Convegno Revisione Cagliari 16/17.09.2011

  • 1.
  • 2. Dr. Luciano Berzè Consigliere nazionale con delega ai Principi contabili e sistemi di controllo e revisione REVISIONE LEGALE L’INIZIO DI UN PERCORSO
  • 3. L’OBIETTIVO In un momento di incertezza europea e nazionale fare il punto della situazione • Analizzare i problemi • Proporre delle soluzioni
  • 4. LO SCENARIO D.LGS 27 GENNAIO 2010 N.39 IFAC - International Auditing and Assurance Standards Board (IAASB) ISA CLARIFIED 2009
  • 5. LO SCENARIO IL PERCORSO DELL’UNIONE EUROPEA Dal commissario Mc Creevy (NL) a Barnier (F) Una progressiva adozione o verso la compatibilità? Regolamento o direttiva? IL LIBRO VERDE SULLA REVISIONE (2010) Con centinaia di risposte preoccupate soprattutto per le piccole e medie imprese e professionisti (complessità e costi)
  • 6. LO SCENARIO IN TUTTO QUESTO CHE FARE ?? ANALIZZARE FORMULARE PROPOSTE DISCUTERE (CONSULTAZIONE) DIFFONDERE COMPETENZE
  • 7. GLI STRUMENTI LE LINEE GUIDA PER L’ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE CHE FA LA REVISIONE LEGALE L’APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DI REVISIONE INTERNAZIONALI NELLE IMPRESE DI DIMENSIONE MINORE
  • 8. LE LINEE GUIDA PER IL COLLEGIO SINDACALE Punti di partenza: 1.Norme del codice civile 2.Natura del collegio (organo e non fornitore) 3.Composizione dell’organo (collegiale) 4.Coordinamento con i principi di revisione 5.Coordinamento con la deontologia professionale
  • 9. LE LINEE GUIDA PER IL COLLEGIO SINDACALE LE SCELTE Non sono norme di deontologia professionale ma riferimenti tecnici (migliori pratiche) La natura organica del collegio sindacale prevale sui principi di revisione
  • 10. LE LINEE GUIDA PER IL COLLEGIO SINDACALE CONSEGUENZE SU Inizio e cessazione incarico Organizzazione del collegio Gestione del dissenso
  • 11. LA REVISIONE DELLE PMI PRESUPPOSTI ART.11 D.LGS. 39/2010 La revisione legale è svolta in conformità ai principi di revisione adottati dalla Commissione europea ai sensi dell’articolo 26, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2006/43/CE (PER LE NON EIP?) STANDARD INTERNAZIONALI (ISA 2009 – ISA GUIDE)
  • 12. LA REVISIONE DELLE PMI PRESUPPOSTI CNDCEC PR001 E PR002 STANDARD TECNICI E NON DEONTOLOGICI TAGLIO PRATICO E APPLICABILITÀ ALLE PMI
  • 13. LA REVISIONE DELLE PMI ASSUNZIONI necessarie per comprendere la portata dell’intervento 1. IL DOCUMENTO RICALCA L ’ IMPOSTAZIONE ADOTTATA DA IFAC PER L’ ISA GUIDE nella struttura e nella logica con gli opportuni adattamenti in considerazione delle esigenze della giurisdizione e della prassi nazionale.
  • 14. LA REVISIONE DELLE PMI ASSUNZIONI necessarie per comprendere la portata dell’intervento 2. È UN PRIMO CONTRIBUTO PRATICO ALLO SVOLGIMENTO DELLA REVISIONE LEGALE DI UNA PMI. In futuro: casi pratici di svolgimento del processo di revisione e software.
  • 15. LA REVISIONE DELLE PMI ASSUNZIONI necessarie per comprendere la portata dell’intervento 3. NON SONO NUOVI PRINCIPI i principi internazionali di revisione prevedono che tutte le revisioni contabili siano svolte con un unico insieme di regole comuni, con procedure e documentazione scalabili e semplificate per le PMI
  • 16. LA REVISIONE DELLE PMI ASSUNZIONI necessarie per comprendere la portata dell’intervento 4. NON SOSTITUISCONO I PRINCIPI, ma li accompagnano nell ’ applicazione nella realtà delle PMI. I principi internazionali di revisione rimangono il riferimento tecnico.
  • 17. LA REVISIONE DELLE PMI ASSUNZIONI necessarie per comprendere la portata dell’intervento 5. ADATTAMENTO LINGUISTICO l’uso dell’indicativo presente in luogo della traduzione letterale dei requirement (con il “deve”) è stato deciso per allineare il testo alla prassi normativa del Consiglio ma ne lascia inalterato il contenuto prescrittivo.
  • 18. LA REVISIONE DELLE PMI SCELTE E PROPOSTE IDENTIFICAZIONE A LIVELLO QUANTITATIVO DELLE PMI (SOLO QUALITATIVO?) TAGLIO PRATICO (CARTE DI LAVORO) SEGUIRÀ ESEMPIO SVOLTO
  • 19. DIFFONDERE COMPETENZE COSA SIGNIFICA? ESSERE PORTATORI DEL SAPERE TECNICO (STANDARD SETTING - SPECIALIZZAZIONE - ANIMAZIONE TERRITORIALE) ESSERE PORTATORI DI UNA CULTURA ORGANIZZATIVA (POSSIAMO FARE ANCORA TUTTO DA SOLI? NO. LA SOLUZIONE: LE SOCIETA’ DI LAVORO PROFESSIONALE)
  • 20. QUESTIONI APERTE REVISIONE: L ’ EQUIPARAZIONE ALL ’ ACCESSO E PER LA FORMAZIONE - LE CONVENZIONI PER L ’ OPERATIVITA DELLA NORMATIVA - IL CONTROLLO DI QUALITÀ REVISORI: ACCESSO – GESTIONE REGISTRO
  • 21. CONSULTAZIONE FINO AL 30 NOVEMBRE 2011 PARTECIPATE! consultazionerevisione@commercialisti.it
  • 22. Michele Testa Presidente della Commissione per lo studio e la statuizione dei principi di revisione Dottore commercialista e revisore contabile L’impianto dei principi di revisione internazionali
  • 23. Lo Standard Setter dei principi di revisione internazionali • IFAC (International Federation of Accountants) • Organizzazione mondiale della professione economico-contabile cui aderiscono 158 membri e associati provenienti da 122 paesi. Elabora standards internazionali in materia di:  etica - International Ethics Standards Board for Accountants (IESBA);  revisione contabile - International Auditing and Assurance Standards Board (IAASB);  formazione professionale - International Accounting Education Standards Board (IAESB);  contabilità per il settore pubblico - International Public Sector Accounting Standards Board (IPSASB).
  • 24. Lo Standard Setter dei principi di revisione internazionali • IFAC predispone, inoltre, guide operative ed altri strumenti di supporto per:  professionisti individuali o piccoli e medi studi professionali (Small and Medium Practices Committee);  professionisti impiegati nel settore pubblico, nel commercio, nell'industria e nel settore del non-profit (Professional Accountants in Business Committee);  professionisti operanti in paesi emergenti (Developing Nations Committee).
  • 25. Lo Standard Setter dei principi di revisione internazionali • Organi di governo di IFAC sono il Council ed il Board. • Il Council, composto da un rappresentante per ogni membro, si riunisce annualmente per definire le linee strategiche e programmatiche. • Il Board è composto dal presidente e da 21 membri provenienti da 18 paesi associati, eletti ogni tre anni dal Council. È responsabile della definizione delle politiche operative, dell’attuazione dei programmi ed in generale della supervisione dell’operatività di IFAC.
  • 26. Lo Standard Setter dei principi di revisione internazionali • PIOB (Public Interest Oversight Board) • Costituito nel febbraio del 2005 per garantire che il processo di elaborazione degli standards adottato da IFAC, sia improntato su criteri di trasparenza e persegua pubblici interessi. • Il PIOB supervisiona l’attività di standards setter di IFAC ed è composto da 10 membri nominati da:  Commissione europea;  Word Bank;  International Organization of Securities Commissions (IOSCO);  Basel Committee on Banking Supervision;  International Association of Insurance Supervisors.
  • 27. La Classificazione dei Pronouncement dello IAASB • INTERNATIONAL AUDITING AND ASSURANCE STANDARDS BOARD (IAASB) • Emana standards in materia di:  revisione contabile del bilancio (audit);  revisione limitata (review);  altri incarichi di attestazione (assurance);  incarichi speciali (related service);  controllo di qualità della revisione.
  • 28. La Classificazione dei Pronouncement dello IAASB  International Standars on Auditing (ISA): si applicano negli incarichi di revisione contabile volti ad esprimere un giudizio professionale sul bilancio (c.d. audit);  International Standards on Review Engagements (ISRE): si applicano negli incarichi di revisione limitata (c.d. review);  International Standards on Assurance Engagements (ISAE): si applicano negli incarichi di “assurance” diversi dai precedenti;  International Standards on Related Services (ISRS): si applicano negli incarichi di revisione speciali (per es. nello svolgimento di procedure di revisione concordate e negli incarichi di compilazione di dati contabili affidati al revisore).
  • 29. La Classificazione dei Pronouncement dello IAASB • Per ciascuna di tali categorie lo IAASB emana anche guide applicative ed interpretative (practice statement):  IAPS (guide applicative degli ISA),  IREPS (guide applicative degli ISRE),  IAEPS (guide applicative degli ISAE,  IRSPS (guide applicative degli IRS).
  • 30. La Classificazione dei Pronouncement dello IAASB CODICE ETICO IFAC STANDARD INTERNAZIONALI SUL CONTROLLO DI QUALITA’ AUDIT E REVIEW INCARICHI DI INCARICHI SPECIALI DELL’INFORMATIVA ASSURANCE DIVERSI FINANZIARIA DA AUDIT E REVIEW ISA ISRE ISAE ISRS IAPS IREPS IAEPS IRSPS
  • 31. La Classificazione dei Pronouncement dello IAASB • Assurance engagements Il revisore esprime un giudizio professionale. • Il Framework dello IAASB definisce due tipi di incarichi di assurance:  Reasonable assurance (ragionevole sicurezza): l’incarico è volto ad ottenere sufficienti elementi probativi tali da ridurre il rischio di revisione ad un livello accettabilmente basso. Il revisore esprime un giudizio in termini affermativi (ad esempio: ”mi risulta che l’oggetto sia corretto”);
  • 32. La Classificazione dei Pronouncement dello IAASB  Limited assurance (sicurezza limitata): l’incarico è volto ad ottenere sufficienti elementi probativi tali da ridurre il rischio di revisione ad un livello considerato accettabile, ma comunque inferiore alla tipologia di incarico di cui sopra. Il revisore esprime un giudizio in termini negativi (ad esempio: “non mi risulta che l’oggetto sia sbagliato”). Se gli incarichi di cui sopra hanno ad oggetto i bilancio d’esercizio, o comunque l’informativa finanziaria, si parla di audit nel primo caso (ragionevole sicurezza) e di review nel secondo caso (sicurezza limitata). Si applicano i principi ISA, ISRE, ISAE.
  • 33. La Classificazione dei Pronouncement dello IAASB • Related services Il revisore non esprime alcun giudizio né fornisce conclusioni ma si limita a riportare i risultati emersi dalle procedure concordate con il committente. Spetta agli utilizzatori trarre le conclusioni dalla relazione fornita dal revisore. Si applicano i principi ISRS.
  • 34. Il Clarity Project • Progetto IAASB 2004 - 2009 • Tutti i 36 ISA e l’ISQC 1 nel nuovo format:  1 documento nuovo  20 documenti redrafted  16 documenti revised • Non solo un nuovo format:  2008 Auditing Handbook: 490 pagine  2009 Auditing Handbook: 815 pagine
  • 35. La Struttura dei Clarified ISA • Sezioni di ogni ISA:  Introduzione  Obiettivi  Definizioni (quasi sempre)  Regole  Linee guida ed altro materiale esplicativo • Tutte le sezioni costituiscono l’ISA • L’intero testo dell’ISA è rilevante per:  Comprenderne gli obiettivi  Applicarne correttamente le regole
  • 36. Il Ruolo del CNDCEC • Fase di implementazione degli ISA • Il CNDCEC, attraverso il lavoro svolto dalla Commissione per lo studio e la statuizione dei principi di revisione, ha concluso la traduzione dei nuovi ISA. • In attesa dell’adozione degli ISA da parte della EU, il CNDCEC sta valutando, di concerto con Consob, di prevederne l’applicabilità per le revisioni legali dei bilanci 2011.
  • 37. Il Ruolo del CNDCEC • Fase di applicazione degli ISA • Il CNDCEC, utilizzando i lavori della Commissione per i principi di revisione, ha elaborato e posto in pubblica consultazione:  una guida per l’applicazione degli ISA nelle imprese di dimensioni minori;  le linee guida per l’organizzazione del lavoro all’interno del collegio sindacale incaricato della revisione legale dei conti e, pertanto, tenuto ad adottare i principi di revisione. • Nel corso del 2012 il CNDCEC intende rendere disponibile un supporto informatico (software di revisione)
  • 38. L’applicazione dei Principi di Revisione internazionali nelle imprese di minori dimensioni • Evidenze sistemiche introduttive • Il CNDCEC, utilizzando i lavori della Commissione per i principi di revisione nonché i principi internazionali di revisione ISA Clarified, ha prodotto un documento che si basa sulle seguenti assunzioni:  I principi internazionali di revisione prevedono che la revisione sia svolto con un unico set di regole e procedure documentate, ma che possono essere semplificate e ridotte per le imprese di minori dimensioni;  I principi di revisione nazionali PR 001 e 002, continuano ad essere standard tecnico di riferimento per l’espressione del giudizio sul bilancio in coerenza con le peculiarità del diritto domestico.
  • 39. L’applicazione dei Principi di Revisione internazionali nelle imprese di minori dimensioni • Evidenze sistemiche introduttive • Ed infine assunzione generale:  Questo documento con i suoi allegati non sostituisce in alcun modo i principi internazionali di revisione, che sono il riferimento tecnico insostituibile;
  • 40. L’applicazione dei Principi di Revisione internazionali nelle imprese di minori dimensioni • Logiche di approccio • I modelli organizzativi della revisione rappresentati sono uniformati all’approccio basato sull’identificazione e valutazione dei rischi di errori significati nel bilancio:  Questo esclude l’utilità di controlli indistinti di tutte le operazioni contabili;  Obbliga a concentrarsi sulle aree di bilancio identificate dal revisore come maggiormente rischiose;
  • 41. L’applicazione dei Principi di Revisione internazionali nelle imprese di minori dimensioni • Logiche di approccio • Di conseguenza,:  Determina la scelta delle procedure di revisione più appropriate mediante l’applicazione del Giudizio professionale, adeguatamente documentata;  L’appropriatezza delle procedure è legata anche alla dimensione e complessità dell’impresa, con la conseguente proporzionalità delle procedure alle circostanze specifiche.
  • 42. L’applicazione dei Principi di Revisione internazionali nelle imprese di minori dimensioni • Definizione di impresa di dimensioni minori • Aspetti Qualitativi:  Concentrazione della proprietà e della Direzione in un numero limitato di soggetti;  Presenza di una o più delle caratteristiche: semplicità o linearità delle operazioni, delle registrazioni contabili, numero limitato delle linee produttive o dei prodotti, dei controlli interni, dei livelli direzionali responsabili, ovvero di dipendenti con molteplicità di funzioni.
  • 43. L’applicazione dei Principi di Revisione internazionali nelle imprese di minori dimensioni • Definizione di impresa di dimensioni minori • Aspetti Quantitativi:  Utile riferimento a quanto prescritto all’Art. 27 del D.Lgs. n. 127/91 e ai limiti dimensionali dell’attivo patrimoniale, dei ricavi delle vendite e prestazioni e del numero di dipendenti occupati;  Mancato superamento di due dei tre limiti dimensionali definiti: a. Totale delle attività; b. Ricavi delle vendite e prestazioni (A1); c. Dipendenti medi occupati: da nota integrativa aumentati dei collaboratori.
  • 44. L’applicazione dei Principi di Revisione internazionali nelle imprese di minori dimensioni • Modalità di applicazione dei Principi di revisione internazionali (ISA) • I Principi Internazionali riconoscono un approccio applicativo proporzionale in considerazione di:  Dimensioni;  Complessità. • L’obiettivo della Revisione è quello di accrescere il livello di fiducia degli utilizzatori del bilancio, • Fiducia che passa attraverso il Giudizio del Revisore, che acquisisce una ragionevole sicurezza (livello elevato) che il bilancio non contenga errori significativi;
  • 45. Laura Pedicini Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili L’applicazione dei principi di revisione internazionali alle imprese di dimensioni minori
  • 46. Le fasi del processo di revisione Identificazione e valutazione del rischio Flowchart della revisione attraverso la conoscenza dell’impresa Risposta al rischio Reporting
  • 47. Accettazione e mantenimento Competenza e capacità Rispetto dei principi etici applicabili (indipendenza) Accettazione Integrità del cliente Termini dell’incarico Competenza e capacità Rispetto dei principi etici applicabili (indipendenza) Mantenimento Integrità del cliente Precedente revisione Termini dell’incarico (dopo il primo triennio)
  • 48. Accettazione e mantenimento Competenza e capacità Conoscenza del settore e delle specifiche tematiche dell’incarico Disponibilità di personale in possesso di tali conoscenze Possibilità di ricorrere eventualmente a degli esperti, ecc Integrità del cliente Reputazione della società e del suo management Atteggiamento della direzione in merito ai principi contabili e all’importanza dell’ambiente di controllo interno Motivazioni della mancata conferma del revisore precedente
  • 49. Indipendenza (art. 10 del DLgs 39/2010) Il revisore prima di accettare l’incarico: Valuta le possibili circostanze che minacciano la propria indipendenza e la rilevanza delle stesse Individua le possibili misure di salvaguardia a fronte delle minacce Accetta l'incarico di revisione solo qualora le misure di salvaguardia a fronte delle minacce individuate siano tali che la sua indipendenza non possa ritenersi, da parte di un terzo ragionevole ed informato, compromessa
  • 50. Lettera di incarico Contiene le condizioni indispensabili per lo svolgimento della revisione, ovvero Identificazione del bilancio sottoposto a revisione e del quadro delle regole di redazione del bilancio Obiettivo e portata della revisione, incluse le modalità di svolgimento dell’incarico Responsabilità del revisore Responsabilità della direzione Tipo di relazione di revisione
  • 51. Significatività Gli errori sono considerati significativi quando ci si può ragionevolmente attendere che essi, considerati singolarmente o nel loro insieme, siano in grado di influenzare le decisioni economiche prese dagli utilizzatori sulla base del bilancio. Il revisore stabilisce due livelli di significatività Significatività per il bilancio nel suo complesso Significatività operativa
  • 52. Significatività Valore di ISA Guide IFAC Prassi nazionale riferimento % min % max % min % max Ricavi 1 3 0,5 1 Risultato 3 7 n/d n/d operativo Utile ante imposte n/d n/d 5 10 Totale attivo 1 3 0,5 1 Patrimonio netto 3 5 1 5
  • 53. La fase di reporting Aggiornamento della valutazione dei rischi Aggiornamento della significatività Fase di reporting Comunicazione delle criticità rilevate Attestazioni della Direzione Conclusioni raggiunte Decisioni rilevanti Relazione di revisione
  • 54. La fase di reporting Aggiornamento della valutazione dei rischi Prima di concludere la revisione il revisore valuta, sulla base delle procedure di revisione svolte e degli elementi probativi acquisiti, se le valutazioni dei rischi di errori significativi a livello di asserzioni continuino ad essere appropriate.
  • 55. La fase di reporting Aggiornamento della significatività Il revisore modifica la significatività per il bilancio nel suo complesso nel caso in cui, nel corso della revisione contabile, venga a conoscenza di informazioni che lo avrebbero indotto a stabilire sin dall’inizio un importo diverso. La significatività operativa, invece, potrebbe essere modificata più spesso e indipendentemente da modifiche alla significatività per il bilancio nel suo complesso.
  • 56. La fase di reporting Comunicazione delle criticità rilevate Il revisore comunica alla Direzione gli errori identificati nel corso della revisione, diversi da quelli chiaramente trascurabili, e chiede alla stessa la loro correzione. Qualora la Direzione si rifiuti di correggere un errore, il revisore comprende le motivazioni e valuta l’effetto degli errori non corretti sul bilancio. Il revisore richiede alla Direzione e, ove appropriato, ai responsabili delle attività di governance un’attestazione scritta se essi ritengono che gli errori non corretti non siano significativi per il bilancio nel suo complesso.
  • 57. La fase di reporting Attestazioni della Direzione Al termine del lavoro il revisore richiede il rilascio della lettera di attestazione, sottoscritta dal legale rappresentante della società, mediante la quale viene messo chiaramente in evidenza che il sottoscrittore ritiene di aver adempiuto alle proprie responsabilità e conferma il fatto che: sono state fornite al revisore tutte le informazioni pertinenti come concordato nei termini dell’incarico di revisione; tutte le operazioni sono state registrate e riflesse in bilancio.
  • 58. La fase di reporting Conclusioni raggiunte Identificazione, riepilogo e aggregazione degli errori significativi. Riesame della strategia generale di revisione e del piano di revisione. Correzione degli errori. Valutazione dell’effetto degli errori non corretti. Verifica della sufficienza e appropriatezza degli elementi probativi acquisiti. Svolgimento di procedure di analisi comparativa finali.
  • 59. La fase di reporting Decisioni rilevanti Il revisore documenta gli aspetti significativi emersi nel corso della revisione, le conclusioni raggiunte al riguardo, nonché i giudizi professionali significativi formulati per giungere a tali conclusioni.
  • 60. La fase di reporting Relazione di revisione Il contenuto della relazione finale del revisore è disciplinato dall’art. 14 del DLgs n. 39/2010 il cui tenore è rimasto sostanzialmente invariato rispetto alla precedente normativa civilistica. PR 002 “Modalità di redazione della relazione di revisione ai sensi dell’art. 14 del decreto legislativo 27 gennaio 2010 n. 39” PR 001 “Il giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio”
  • 61. Dr.ssa Valeria Fazi (Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili) L’applicazione dei principi di revisione internazionali alle imprese di dimensioni minori
  • 62. Rischio di revisione Il rischio che il revisore esprima un giudizio non appropriato nel caso in cui il bilancio sia significativamente errato
  • 63. Processo generale di revisione P P Identificazione e valutazione dei S R G R rischi di errori significativi C O I O E F U F T E D E Acquisizione di elementi probativi T S I S sufficienti e appropriati I S Z S sull’esistenza o meno di errori significativi C I I I I O O O S N N Formazione ed espressione di un M A A giudizio sul bilancio basato sugli O L L elementi probativi acquisiti E E
  • 64. Le tre componenti del rischio di revisione •Il rischio intrinseco: la possibilità che un’asserzione relativa ad una classe di operazioni, un saldo contabile o un’informativa contenga un errore che potrebbe essere significativo, singolarmente o insieme ad altri, indipendentemente da qualunque controllo ad essa riferito. •Il rischio di controllo: il rischio che un errore, che potrebbe riguardare un’asserzione relativa ad una classe di operazioni, un saldo contabile o un’informativa e che potrebbe essere significativo, singolarmente o insieme ad altri, non sia prevenuto, o individuato e corretto, in modo tempestivo dal controllo interno dell’impresa. •Il rischio di individuazione: il rischio che le procedure svolte dal revisore per ridurre il rischio di revisione ad un livello accettabilmente basso non individuino un errore che è presente e che potrebbe essere significativo, considerato singolarmente o insieme ad altri errori.
  • 65. Rischio di errori significativi RISCHIO INTRINSECO + RISCHIO DI CONTROLLO = RISCHIO DI ERRORI SIGNIFICATIVI Il rischio che il bilancio sia significativamente errato prima di essere sottoposto a revisione contabile.
  • 66. Procedure per la valutazione del rischio Indagini presso la Direzione Procedure di analisi comparativa Osservazioni e ispezioni Informazioni acquisite in periodi precedenti
  • 67. Rischio e imprese minori Meno strutturate … (limitato reporting periodico; mancanza di un controllo sistematico con indicatori economico-finanziari; pochi dipendenti e poca segregazione delle funzioni; mancata formalizzazione delle procedure; mancanza di amministratori indipendenti) … ma anche: Il proprietario Rilevazione e Il proprietario- amministratore può valutazione amministratore può svolgere azioni di forzare i controlli delle procedure controllo molto più facilmente più semplice efficaci Quindi: atteggiamenti, consapevolezza e azioni della direzione o del proprietario- amministratore rivestono particolare importanza
  • 68. Rischio e imprese minori E’ improbabile che in un’impresa di dimensioni minori esista un processo prestabilito per la valutazione del rischio. In tali casi, è probabile che la direzione identifichi i rischi mediante il proprio diretto coinvolgimento nell’attività. Indipendentemente dalle circostanze è tuttavia sempre necessaria un’indagine sui rischi identificati e su come essi vengono gestiti dalla direzione.
  • 69. Attività di pianificazione Valutazione del rischio Procedure conseguenti Giudizio e Relazione Strategia Generale di revisione Caratteristiche dell’incarico Obiettivi di reportistica Fattori rilevanti ed esperienza (significatività, fattori di rischio, etc.) Individuazione risorse necessarie Aggiornamento continuo e modifica della strategia e del piano Piano di revisione dettagliato Natura, tempistica ed estensione delle procedure pianificate Procedure di revisione conseguenti Comunicazioni alla direzione e ai responsabili delle attività di governance Attenzione!!! La natura, la tempistica e l’estensione delle procedure non devono essere discusse in dettaglio con la direzione e non devono essere modificate su sua richiesta
  • 70. La definizione della STRATEGIA GENERALE •Identificare la portata della revisione. •Definire obiettivi di reporting e scadenze. •Considerare i fattori rilevanti nell’indirizzare il lavoro del team. •Valutare le conoscenze precedenti. •Determinare le risorse e i periodi di intervento.
  • 71. Il ruolo della pianificazione La pianificazione è lo strumento per: • Identificare aree importanti. • Anticipare i problemi. • Lavorare con efficacia ed efficienza. • Selezionare team adatto. • Facilitare la supervisione. • Coordinare lavoro di più team o esperti.
  • 72. Risposte generali Risposte generali possono includere: • sensibilizzazione del team • personale esperto • maggiore supervisione • imprevedibilità nei controlli da svolgere • modifiche a natura, estensione e tempistica dei controlli
  • 73. Piano di lavoro Valutazione dei rischi Piano di revisione dettagliato Procedure di revisione conseguenti Natura Estensione Tempistica
  • 74. Le procedure di conformità Sono volte a valutare e verificare l’efficacia operativa dei controlli, posti in essere dall’impresa oggetto di revisione, al fine di ridurre gli errori e le inesattezze. LE PROCEDURE DI CONFORMITÀ sono costituite da: • ANALISI DOCUMENTAZIONE DI SUPPORTO DEI CONTROLLI • INTERVISTA AL PERSONALE ADDETTO AI CONTROLLI • OSSERVAZIONI DELLE MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE DEI CONTROLLI • RIESECUZIONE DEI MEDESIMI CONTROLLI DA PARTE DEL REVISORE
  • 75. Imprese minori Possono non essere presenti molte delle attività di controllo che potrebbero essere individuate dal revisore; ovvero può essere limitata l’ampiezza con cui l’impresa ha documentato la loro esistenza o il loro funzionamento. In tali casi, può essere più efficiente per il revisore svolgere procedure di revisione conseguenti che siano principalmente procedure di validità. In alcuni rari casi, tuttavia, l’assenza di attività di controllo o di altre componenti del controllo può rendere impossibile acquisire elementi probativi sufficienti ed appropriati.
  • 76. Le procedure di validità LE PROCEDURE DI LE VERIFICHE DI ANALISI COMPARATIVA DETTAGLIO • SVILUPPO DI UN’ASPETTATIVA • RICHIESTA DI CONFERMA INDIPENDENTE ESTERNA • CALCOLO DELLE DIFFERENZE • RICERCA DI PASSIVITA’ NON • IDENTIFICAZIONE DI DIFFERENZE REGISTRATE SIGNIFICATIVE • VERIFICA DEL RISPETTO DEL • ANALISI DELLE DIFFERENZE PRINCIPIO DELLA COMPETENZA SIGNIFICATIVE • VERIFICA CORRETTA CLASSIFICAZIONE
  • 77. Procedure di validità Perché il revisore svolge sempre procedure di validità? Perché: • la valutazione del rischio da parte del revisore è soggettiva e come tale non può identificare tutti i rischi di errori significativi; • ci sono limiti intrinseci nel controllo interno, che includono la possibilità di forzature dei controlli da parte della direzione.
  • 78. Piano di lavoro 2 regole FONDAMENTALI Scelte possibili per SOLO procedure di conformità NO classi di operazioni saldi contabili e SOLO procedure di validità: SI informativa verifiche di dettaglio SIGNIFICATIVI MIX conformità - validità SI SOLO procedure di analisi comparativa NO Scelte possibili in risposta a rischi SOLO procedure di dettaglio SI SIGNIFICATIVI MIX analisi comparativa-verifiche di dettaglio SI
  • 79. Piano di lavoro 2 regole FONDAMENTALI ISA AREE significative Procedure di validità 330.18 ISA RISCHI significativi (approccio basato solo Test di dettaglio 330.21 su procedure validità)
  • 80. Documentazione IL REVISORE DOCUMENTA: La strategia generale. Il piano di revisione. Eventuali modifiche durante lo svolgimento della revisione.
  • 81. IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI STEFANO PIZZUTELLI Componente della Commissione per lo studio e la statuizione dei principi di revisione
  • 82. IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI REVISIONE LEGALE COLLEGIO SINDACALE DEI CONTI Organo sociale a composizione plurima FUNZIONE e paritetica
  • 83. IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI FONTI NORMATIVE  Codice civile (artt. 2397-2409, art. 2409-bis; art. 2409-septies; art. 2429)  D.Lgs. n. 39/2010 (VIII Direttiva) PROBLEMA Il D.Lgs. n. 39/2010 regola la revisione legale dei conti con riferimento precipuo a revisore singolo e società di revisione
  • 84. IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI DEFINIZIONI COLLEGIO SINDACALE: il “RESPONSABILE DELLA REVISIONE” il riferimento è al collegio nella sua interezza PERSONALE PROFESSIONALE: ausiliari e dipendenti del sindaco
  • 85. IL COLLEGIO SINDACALE INCARICATO DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI DEFINIZIONI PRINCIPI DI REVISIONE: in attesa dell’adozione da parte della Commissione Europea:  gli ISA sono un punto di riferimento tecnico  sono applicabili il PR001 ed il PR002  il principio internazionale ISQC1 è un riferimento tecnico
  • 86. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO LE ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO DI REVISIONE ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO L’impostazione della revisione legale è fondata sullo svolgimento di attività preliminari dirette ad assumere la decisione di accettare o mantenere l’incarico attraverso l’acquisizione di una comprensione della natura e della portata dell’incarico Il codice civile non dispone nulla in merito alle valutazioni che il COLLEGIO SINDACALE deve eseguire prima di accettare l’incarico
  • 87. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO  verificare l’adeguatezza delle competenze e le capacità di svolgere l’incarico, inclusa la disponibilità di tempo e di risorse  verificare l’integrità del cliente  verificare di essere in grado di poter rispettare i principi deontologici, inclusa l’indipendenza  stabilire se siano presenti le condizioni indispensabili per lo svolgimento dell’incarico e acquisire la comune comprensione con la direzione delle stesse
  • 88. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO ATTIVITÀ PRELIMINARI ALL’INCARICO  AUSPICABILE: una riunione preliminare antecedente alla nomina ! per effettuare collegialmente le indicate valutazioni  Le valutazioni vanno documentate nelle carte di lavoro (cfr. Linea guida R. 30.60)
  • 89. Inizio e cessazione dell’incarico VALUTAZIONE DELL’INCARICO I sindaci accettano l’incarico solo se ritengono di disporre collegialmente delle competenze, delle capacità e della disponibilità di risorse adeguate  I sindaci acquisiscono adeguate informazioni sull’integrità della società Fattori da tenere in considerazione: • conoscenza del settore • disponibilità di personale adeguato • possibilità di ricorrere ad esperti • capacità di completare l’incarico nei termini • reputazione della società e del management • situazione finanziaria ed economica della società
  • 90. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO TERMINI DELL’INCARICO  Identificano le condizioni per effettuare la revisione del bilancio  Contengono la chiara individuazione delle relative responsabilità  Sono trattati nell’ISA 210
  • 91. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO TERMINI DELL’INCARICO I termini dell’incarico includono:  obiettivo e portata della revisione  responsabilità del collegio sindacale in merito all’espressione del giudizio  responsabilità della direzione  identificazione del quadro normativo sull’informazione finanziaria applicabile  riferimento alla diversa forma ed al contenuto previsti per le relazioni da emettere in relazione ai diversi esiti del lavoro svolto
  • 92. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO TERMINI DELL’INCARICO Il collegio sindacale può giungere allo loro definizione mediante:  una lettera di incarico  altro idoneo accordo scritto che identifica i termini dell’incarico: • delibera assembleare di nomina che individui espressamente le condizioni indispensabili per lo svolgimento dell’incarico • delibera assembleare di nomina che dia mandato all’organo amministrativo per la definizione dei termini dell’incarico
  • 93. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO MODALITÀ  I sindaci, se preventivamente informati della proposta di nomina, tengono una riunione preliminare per definire di comune accordo la proposta di termini dell’incarico, riportandoli nella lettera di incarico  È opportuno che l’individuazione dei termini e la quantificazione dei tempi e delle risorse siano anteriori alla nomina, perché l’assemblea è tenuta alla determinazione del corrispettivo N! I compensi devono essere determinati in modo da garantire la qualità e l’affidabilità dei lavori
  • 94. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO INDIPENDENZA I sindaci non accettano l’incarico, ovvero, in corso di svolgimento, vi rinunciano, qualora tra essi, o la rete a cui appartengono e la società sussistano relazioni:  finanziarie  d’affari  di lavoro  di altro genere, dirette o indirette dalle quali un terzo informato, obiettivo e ragionevole trarrebbe la conclusione che l’indipendenza del sindaco risulti compromessa
  • 95. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO INDIPENDENZA  Principi di indipendenza previsti nell’art. 10, comma 12, D.Lgs. 39/2010  Nelle more del previsto regolamento attuativo: • Art. 2409- quinquies c.c. (incompatibilità sindaco-revisore) • Codice deontologico • Norme di comportamento del collegio sindacale • Code of Ethics for Professional Accountants (IFAC)
  • 96. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO MINACCE PER L’INDIPENDENZA  Autoriesame (controllo di dati o elementi che egli stesso o appartenenti alla sua rete hanno contribuito a determinare o a redigere)  Interesse personale (conflitto di interessi o interesse finanziario - dipendenza finanziaria)  Esercizio del patrocinio legale o di attività di consulente tecnico di parte  Familiarità, eccessiva fiducia, confidenzialità  Intimidazione
  • 97. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO VALUTAZIONE DELL’INDIPENDENZA DIPENDENTI RETE E AUSILIARI
  • 98. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO RETE Struttura alla quale appartiene al sindaco:  che è finalizzata alla cooperazione e  che persegue chiaramente la condivisione degli utili o dei costi, o fa capo ad una proprietà, un controllo o una direzione comuni e condivida prassi e procedure comuni di controllo della qualità, la stessa strategia aziendale, uno stesso nome ovvero una parte rilevante delle risorse professionali N! La ripartizione dei costi senza cooperazione nello svolgimento dell’attività non costituisce rete
  • 99. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO  Laddove l’analisi delle minacce dovesse evidenziare che esse siano eccessive e non siano disponibili o non possono essere applicate misure di salvaguardia adeguate per ridurle ad un livello accettabile, il candidato sindaco non accetta l’incarico ovvero vi rinuncia  Quando un componente ha notizia di una situazione che possa mettere a rischio l’indipendenza propria o di un altro componente informa il collegio e gli amministratori affinché procedano alla sostituzione del sindaco non indipendente. In caso di inerzia, il collegio sindacale convoca l’assemblea ai sensi dell’art. 2406, comma 2, c.c.
  • 100. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO MISURE DI SALVAGUARDIA  acquisizione di informazioni e loro documentazione in relazione ai rapporti e alle relazioni intrattenute  periodico monitoraggio di tali situazioni e relazioni  adeguata comunicazione e discussione delle questioni rilevanti per l’indipendenza con gli altri sindaci e con gli amministratori  modifica, limitazione o cessazione di taluni tipi di relazioni o rapporti con la società o con la rete
  • 101. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO INDIPENDENZA CARTE DI LAVORO: documentazione nelle carte di lavoro:  procedure adottate per prevenire e rilevare le minacce  identificazione delle minacce all’indipendenza, la valutazione della loro rilevanza e le misure di salvaguardia adottate  verifica della sussistenza delle procedure per tutti i componenti e dell’adeguatezza dei requisiti di indipendenza  verifica della sussistenza dei requisiti per dipendenti ed ausiliari N! La conformità ai principi di indipendenza sarà oggetto del controllo qualità
  • 102. INIZIO E CESSAZIONE DELL’INCARICO CESSAZIONE DALL’INCARICO  Ai componenti del collegio sindacale si applicano le norme del codice civile in tema di cessazione dall’ufficio e di sostituzione del sindaco  Non si applicano ai sindaci le norme in tema di revoca, dimissioni dall’incarico e risoluzione consensuale (cfr. bozza decreto attuativo)
  • 103. COORDINAMENTO TRA LE FUNZIONI DI VIGILANZA E DI REVISIONE Il collegio definisce la strategia di revisione e la pianificazione del lavoro tenendo conto delle attività svolte nella funzione di vigilanza Ad esempio:  La vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto e il dovere di attivarsi in caso di denunce, offrono al collegio un osservatorio privilegiato in ordine alla conformità a leggi e regolamenti, nonché per la valutazione di errori significativi dovuti a frode
  • 104. COORDINAMENTO TRA LE FUNZIONI DI VIGILANZA E DI REVISIONE Ad esempio:  La vigilanza del rispetto dei principi di buona amministrazione consente al collegio una tempestiva percezione della sussistenza di criticità, come rapporti con parti correlate e continuità aziendale  La vigilanza sull’adeguatezza e sul funzionamento dell’assetto organizzativo ed amministrativo consente di valutare il rischio di errori significativi  La partecipazione ai CdA e alle assemblee consente di conoscere le strategie aziendali
  • 105. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE PRINCIPIO DI COLLEGIALITÀ  Il collegio sindacale è organo collegiale  La funzione di revisione è attribuita al collegio e non ai singoli componenti  L’individuazione delle forme e delle modalità più efficaci di organizzazione del lavoro è rimessa all’autonomia organizzativa ed operativa del collegio
  • 106. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE FUNZIONE DEL PRESIDENTE  Non ha compiti prevalenti; ha una funzione di impulso  Le comunicazioni sono di norma inviate al presidente  Nell’esercizio dell’autonomia organizzativa il collegio può affidare ad un altro componente il coordinamento dell’attività di revisione, che andrà comunque sottoposta a riesame collegiale
  • 107. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE ATTI INDIVIDUALI DI ISPEZIONE E CONTROLLO  I sindaci possono procedere ad atti individuali di ispezione e controllo  Le procedure di revisione svolte individualmente sono propedeutiche o complementari all’attività, collegiale, di valutazione giudizio e vengono specificate in sede di pianificazione del lavoro  Può essere effettuato un riesame circolare  Se una procedura eseguita individualmente non fornisce adeguati elementi probativi essa deve essere rieseguita in via collegiale
  • 108. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE RICORSO A DIPENDENTI E AUSILIARI  I sindaci possono avvalersi di dipendenti e ausiliari, sotto la propria responsabilità e a proprie spese  I dipendenti e gli ausiliari devono essere in possesso dei requisiti di indipendenza previsti per i sindaci
  • 109. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE RICORSO A DIPENDENTI E AUSILIARI  In sede di pianificazione il collegio: • individua le attività in correlazione alle quali può essere opportuno il ricorso a dipendenti o ausiliari • definisce le modalità di formalizzazione delle carte di lavoro  Ai dipendenti ed ausiliari vengono affidati ordinariamente o procedure di contenuto esecutivo o quelle che richiedono particolare specializzazione  Le carte di lavoro vanno riviste collegialmente
  • 110. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE RIUNIONI E VERIFICHE Non sussiste alcuna disposizione che ne fissi una cadenza Il collegio sindacale deve verificare la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione “nel corso dell’esercizio”  Conviene effettuare le verifiche almeno con la medesima cadenza prevista per il collegio sindacale con funzioni di vigilanza  Le riunioni possono tenersi anche fuori dalla sede sociale e con l’ausilio di mezzi telematici
  • 111. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE CARTE DI LAVORO Abolito il libro della revisione, l’attività del collegio è documentata nelle carte di lavoro Le carte di lavoro devono fornire evidenza:  degli elementi a supporto della relazione di revisione  che la revisione sia stata pianificata e svolta in conformità ai principi di revisione ed alle disposizioni di legge e regolamentari applicabili
  • 112. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE CARTE DI LAVORO Le carte di lavoro devono essere sufficienti per consentire ad un revisore esperto di comprendere:  la natura, la tempistica e l’estensione delle procedure di revisione  i risultati delle procedure di revisione svolte e gli elementi probativi acquisiti  gli aspetti significativi emersi, le conclusioni, nonché i giudizi formulati per giungere a dette conclusioni N! Le modalità di redazione delle carte di lavoro sono stabilite autonomamente dal collegio
  • 113. ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE CARTE DI LAVORO Modalità di conservazione ed archivio  Le carte di lavoro devono essere accessibili all’intero collegio per tutta la durata dell’incarico e nei dieci anni successivi alla data di emissione della relazione al bilancio, anche ai fini del controllo della qualità  La documentazione non deve essere accessibile a persone non autorizzate  Conservazione anche tramite supporti informatici N! L’organizzazione e le modalità di conservazione devono essere disciplinate dal collegio
  • 114. SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE PRINCIPI DI REVISIONE Nell’attuale incertezza della normativa, i principi di revisione internazionale ISA costituiscono un punto di riferimento tecnico che il collegio sindacale, alla luce dell’esperienza professionale, può declinare in procedure di revisione specifiche Il contenuto delle procedure può variare al variate delle dimensioni e delle altre caratteristiche della società Il collegio sindacale deve indicare i principi di revisione osservati:  nella lettera di incarico o in altra forma di accordo scritto che identifichi i termini dell’incarico  nella relazione di revisione
  • 115. SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE RAPPORTI CON IL REVISORE (COLLEGIO) PRECEDENTE Il collegio sindacale prende Il revisore (collegio) uscente presta i contatti con il revisore uscente la massima collaborazione e consente per ottenere tutte le informazioni utili l’accesso alle informazioni richieste allo svolgimento della revisione e la visione delle carte di lavoro Il
  • 116. SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE RAPPORTI CON IL REVISORE (COLLEGIO) PRECEDENTE  L’acquisizione di informazioni dal precedente revisore è elemento essenziale per la comprensione della società  Art. 9, comma 2, D.Lgs. n. 39/2010: dovere del subentrante di consultare l’uscente; l’uscente consente l’accesso alle informazioni  Prassi: consentito l’accesso agli atti e la visione delle carte di lavoro, ma non viene rilasciata copia
  • 117. SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE VERIFICA DELLA REGOLARE TENUTA DELLA CONTABILITÀ  Nel corso dell’esercizio il collegio verifica la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili: attività propedeutica alla revisione legale  Attività da coordinare con la funzione di vigilanza  Il collegio sindacale ha diritto di ottenere dagli amministratori i documenti e le notizie necessarie allo svolgimento dell’attività di revisione
  • 118. SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ DI REVISIONE VERIFICA DELLA REGOLARE TENUTA DELLA CONTABILITÀ L’attività di accesso agli atti e di raccolta:  è pianificata all’inizio dell’esercizio e riesaminata nel corso del lavoro  è attività delegabile al singolo componente La valutazione degli atti raccolti è attività collegiale Qualora si configuri una limitazione allo svolgimento di procedure di revisione, di tale circostanza è eseguita espressa valutazione nella relazione
  • 119. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE DI REVISIONE Nel corso dell’esercizio, il collegio sindacale deve comunicare alla direzione gli errori non corretti e l’effetto che essi, considerati singolarmente o nel loro insieme, possono avere sul giudizio; la comunicazione deve identificare ogni errore significativo non corretto e l’intenzione di esprimere un giudizio diverso da quello senza rilievi
  • 120. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE DI REVISIONE  Le discussioni per giungere alla stesura della relazione devono essere riportate nelle carte di lavoro  Le conclusioni sono adeguatamente e dettagliatamente motivate, con particolare riferimento a giudizi diversi da quello senza rilievi  Nelle carte di lavoro devono essere riportati i motivi per un giudizio con rilievi, o negativo o dell’impossibilità di esprimere un giudizio
  • 121. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE DI REVISIONE In caso i giudizio con rilievi (per deviazioni dalle norme di legge o dai principi contabili) o giudizio negativo  il collegio deve quantificare nelle carte di lavoro e nella relazione gli effetti delle deviazioni sulle voci di bilancio coinvolte e gli effetti su patrimonio netto e risultato d’esercizio, tenendo conto degli effetti fiscali
  • 122. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE DI REVISIONE Nel caso di giudizio con rilievi, per limitazioni allo svolgimento delle procedure di revisione o che impediscono un giudizio sul bilancio:  il collegio deve quantificare nelle carte di lavoro e nella relazione gli effetti delle deviazioni sulle voci di bilancio coinvolte e gli effetti su patrimonio netto e risultato evidenziazione nelle carte di lavoro e nella relazione delle correlative circostanze
  • 123. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE DI REVISIONE Il collegio sindacale incaricato della revisione legale emette due informative: A) Relazione di revisione ai sensi dell’art. 14 del decreto legislativo 27 gennaio 2010 n. 39 Contenuto e modelli definiti nel PR001 e nel PR002 B) Relazione sull’attività di vigilanza ex art. 2429, comma 2, c.c. Struttura e contenuto indicati nella Norma di comportamento del collegio sindacale 7.1
  • 124. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE DI REVISIONE  Data: data di approvazione da parte del collegio  Firma: sottoscrizione autografa o elettronica di tutti i componenti, o del solo presidente se a ciò espressamente autorizzato  È possibile predisporre un unico documento articolato nelle due diverse sezioni N! Esempio di relazione unitaria in appendice alle Linee Guida
  • 125. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO DISSENSO DEL SINDACO  Nel caso di dissenso la relazione è redatta dalla maggioranza del collegio, evidenziando il dissenso e la relativa motivazione  Il dissenso e gli elementi di valutazione espressi dal sindaco dissenziente e dagli altri due componenti sono documentati nelle carte di lavoro  Il collegio comunica alla direzione la sussistenza del dissenso e le correlative motivazioni
  • 126. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE IN CASO DISSENSO DEL SINDACO  La relazione è elaborata secondo il punto di vista della maggioranza e riferisce del dissenso del sindaco, indicando il nominativo e le motivazioni  Tali indicazioni, con l’accordo del dissenziente, sono riportate in calce alla relazione di revisione, di seguito al paragrafo contenente il giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio  Le motivazioni del dissenso ed i relativi effetti sono poi esplicitati nelle conclusioni della relazione sull’attività di vigilanza La relazione così redatta è sottoscritta da tutti i sindaci
  • 127. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE IN CASO DISSENSO DEL SINDACO  Qualora il sindaco dissenziente non intenda sottoscrivere la relazione, essa sarà sottoscritta dalla maggioranza dei sindaci, specificando l’esistenza del dissenso  Il dissenziente ha comunque diritto ad esprimere il proprio dissenso nel verbale e di riferire all’assemblea la propria difforme opinione. In tal modo l’obbligo di emissione della relazione è rispettato e non è posto alcun impedimento al regolare funzionamento della società  Il sindaco dissenziente non può redigere una propria relazione
  • 128. RELAZIONE DI REVISIONE E GIUDIZIO SUL BILANCIO RELAZIONE IN CASO DISSENSO DEL SINDACO Obiettivi: con l’indicazione in relazione del dissenso  l’assemblea, convocata per l’approvazione del bilancio, ha completa e corretta informativa; l’informativa è a disposizione dei soci sin dal momento del deposito della relazione presso la sede sociale e quindi non viene semplicemente e direttamente esplicitata in assemblea  viene data piena e completa pubblicità della circostanza del dissenso - che diviene conoscibile, oltre che per i soci, anche per i terzi lettori del bilancio - e soddisfa anche l’esigenza dell’opportuna separazione delle responsabilità tra sindaco dissenziente e maggioranza dei sindaci
  • 129. International Federation of Accountants SMP Committee: Implementing ISAs Giancarlo Attolini, SMP Committee Deputy Chair Paul Thompson, Deputy Director, SME and SMP Affairs CNDCEC National Congress Cagliari, Italy September 16, 2011 ASSEMBLEA 2011 dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili 129
  • 130. SMP Committee’s Objectives • Participate in policy-making and regulatory dialogue • EC Green Paper on Audit Policy, G20 • Raise awareness of importance of SME sector and role of SMPs (voice and visibility) – SMP Quick Poll, member body articles, SMP eNews, Twitter, SMP Forum
  • 131. SMP Committee’s Objectives • Input to development of international standards – IESBA (SMP/SME Working Group) – IAASB • Letters, CAG representation, staff liaison etc. • Clarity ISAs • Implementation monitoring, audit quality, ISRE 2400, ISRS 4410, Strategy & ISAE 3000
  • 132. SMP Committee’s Objectives • Provide practical support to SMPs – Helping member bodies to help their SMPs provide high quality professional services – Website - http://www.ifac.org/smp – Guides - ISA, Quality Control and Practice Management
  • 133.
  • 134.
  • 135. Implementing ISAs - Strategy • ISA audit promises better audit quality with minimal if any increase in cost … • ….but only if properly and efficiently implemented • Change management (staff training, new processes, etc.) will be key • Exploit resources and tools available
  • 136. Implementing ISAs – IFAC Support • Links to other IFAC resources – IAASB Clarity Center – IESBA • Links to IFAC member body material • Guide to Using ISAs in the Audits of SMEs (ISA Guide)
  • 140. ISA Guide • Purpose: To help apply ISAs cost effectively • 1st edition Dec. 2007; 2nd edition Oct. 2010; to be continually refined • Two volumes: – Volume 1 – approach to risk-based ISAs – Volume 2 – practical ‘how to’ guidance • Two case studies (one a micro-entity audit) • Illustrations, consider boxes, color design
  • 141.
  • 142.
  • 143. How to Use the ISA Guide? • Reference source • Tool for training staff on audit concepts • Practical guidance on how to apply concepts – Roadmap on how to perform an SME audit from start to finish – Inclusion of ‘best practice’ consider points – Sample audit documentation for each major step of audit based on two case studies
  • 144. The ISA Guide Case Studies Case Study A ─ Case Study B ─ Dephta Kumar Business Furniture manufacturing Furniture manufacturing Sales 1.5 million 230,000 Staff 8 2 + owner Sample audit Generally Simple documentation Structured Memos to file
  • 145.
  • 146. Three Key Phases of the ISA Audit Phase 1 Phase 2 Phase 3 Risk Assessment Risk Response Evaluate the audit Reporting Plan the audit evidence obtained Perform Implement Prepare the risk assessment responses to assessed RMM auditor’s report procedures The structure contained in the ISAs
  • 147. Phase 1: Risk Assessment - Overview Activity Purpose Documentation 1 Perform preliminary Listing of risk factors engagement Independence activities Engagement letter Risk Assessment Develop an overall Materiality Plan the audit audit strategy and Audit team discussions audit plan 2 Overall audit strategy Business & fraud risks including significant risks Perform Identify/assess RMM3 risk assessment through understanding Design/implementation of procedures the entity relevant internal controls Assessed RMM3at: - F/S level - Assertion level 1. Refer to ISA 230 for a more complete list of documentation required. Notes: 2. Planning (ISA 300) is a continual and iterative process throughout the audit. 3. RMM = Risk of material misstatement.
  • 148. Phase 1: Risk Assessment – RMM Financial Statements (entity level) Inherent Risks Pervasive Pervasive Assessed Risks of Material Misstatement Controls at the FS level Assessed Risks of Material Misstatement at the Assertion level Specific F/S areas/disclosures
  • 149. Phase 2: Risk Response - Overview Activity Purpose Documentation Risk Response Develop appropriate responses to the assessed RMM Reduce audit risk Work performed Implement responses to an acceptably Audit findings to assessed RMM low level Staff supervision Working paper review
  • 150. Phase 3: Reporting - Overview Back to risk assessment Determine what Evaluate the audit additional audit work evidence obtained (if any) is required R e p or ti n g Is yes additional work required? no Form an opinion Significant decisions Prepare the based on audit Signed audit opinion auditor’s report findings
  • 151. Conclusion • Improved audit quality at little or no extra cost • Need to plan and manage change • IFAC is helping your member body help you