17. Nel1862 iniziano i lavori per la costruzione dell'Arsenale, per volontà
di Cavour. Domenico Chiodo è incaricato della direzione del progetto e
dà avvio ai lavori sulla piana di San Vito presso Marola. I lavori si
protraggono per sette anni e l'arsenale viene inaugurato il 28
agosto 1869 dallo stesso generale Domenico Chiodo.
Con la costruzione dell'Arsenale la città mutò completamente aspetto:
scomparvero le mura, furono demolite le antiche chiese che
sorgevano nella zona dell'Arsenale. Venne raso al suolo il paesino di
San Vito e distrutta la passeggiata a mare che lo univa alla Spezia.
Furono realizzati nuovi spazi urbani come i rettilinei di Viale Italia e
Viale Garibaldi (ai tempi Via Militare) e i giardini.
L'Arsenale fu separato dalla città da un fossato ottenuto deviando il
corso del canale Lagora e da un muro di cinta con delle torri
semicircolari e le Porte: la Porta Principale, Porta Sprugola, Porta
Ospedale, Porta Ferrovia, Porta Ponente e Porta Marola.
La manodopera necessaria alla realizzazione di questa imponente
opera richiamò alla Spezia dalle zone limitrofe e da ogni parte
di Italia un gran numero di lavoratori, seguiti dalle rispettive famiglie,
portando ad una mescolanza di genti e culture.
19. Le mura
Il tratto più significativo delle mura é quello
che dal castello San Giorgio scende verso il
basso per un ampio tratto, con i suoi merli
tagliati a coda di rondine.
20. Castello San Giorgio
Nel Castello San Giorgio sono conservati i
reperti storici di tanti popoli perché è un
museo. Noi andiamo lì per conoscere la
storia di quei reperti e per fare laboratori
storici, divertenti.
21. Il quartiere Umberto I occupa una porzione regolare tra Viale Giuseppe
Garibaldi, Viale Amendola (prima V.le Savoia), V.le Ferrari (prima V.le Regina
Margherita) e la stazione ferroviaria.
Le case furono 123, ciascuna a 4 piani. L'intervento fu realizzato nel tempo record
di soli 3 anni dal 1886 al 1889. Il quartiere si integrò con la città storica e si
espanse verso Rebocco e la collina di Gaggiola, dove si insediò, nei primi del
Novecento, il 21mo Reggimento di Fanteria.
Il quartiere ha e ebbe il suo cuore nella Piazza Benedetto Brin, con la chiesa della
Scorza e i palazzi ricchi e fu centrato sull'asse urbano di Corso Cavour.
Le case si organizzano in isolati rettangolari e le facciate risultano semplici.
22. Umberto I (Torino, 14 marzo 1844 – Monza, 29 luglio 1900)
fu Re d'Italia dal 1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II,
primo re d'Italia, e di Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena,
regina del Regno di Sardegna, morta nel 1855.
Da Umberto I prende il nome l'omonimo stile artistico ed
architettonico.
A lui si deve
il nome del
quartiere in
cui viviamo
23. LE CHIESE DELLA PARTE DEL QUARTIERE
PIU’ VICINA ALLA SCUOLA
La Chiesa di Nostra Signora della Salute
in Piazza Brin
La Chiesa Evangelica Battista di Via Milano
24. Al centro dei giardini di Piazza Brin è posta la fontana delle voci realizzata
da Mirko Basaldella, iniziata nel 1955.
È una fontana con un mosaico che copre l’intera superficie della scultura,
del basamento cilindrico su cui poggia, delle pareti interne della vasca
poligonale che raccoglie l’acqua zampillante. Il mosaico è dotato di una
prevalenza di tessere dorate, che accompagnano i numerosi motivi in più
colori. È alta sette metri e mezzo.
LA FONTANA DI PIAZZA BRIN
39. Caserma del XXI Reggimento
Il XXI Reggimento risiedeva in una caserma, tipo piccolo castello, con torretta
sovrastante l'ingresso, situata nella parte nord della città, alla fine di viale Savoia
(oggi viale Amendola).
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale avevano in parte distrutto
l'edificio della caserma ma, nelle ali ancora utilizzabili, dopo l'8 settembre 1943,
trovarono collocazione le prigioni fasciste della R.S.I.
In tali prigioni furono perciò rinchiusi partigiani, patrioti, semplici cittadini
rastrellati che nei tristemente noti locali dell'ex XXI subirono torture e brutalità di
ogni tipo.
L'edificio, andato in ulteriore rovina, oggi non esiste più, essendo stato raso al
suolo nel 1950.
Successivamente è stato costruito nella stessa area il "Complesso scolastico 2
Giugno" (che ospita Nido, Scuola dell'Infanzia, Elementare, Media e una Scuola
Superiore, il Liceo G. Mazzini).
Sono state però conservate sullo stesso terreno, a monito e memoria futura,
alcune tracce murarie della costruzione pre-esistente, con lo scopo di ricordare,
anche mediante una lapide opportunamente apposta, la presenza su di esso
dell'orribile prigione fascista.
Sul prato del "Complesso 2 Giugno" ha inoltre trovato posto un monumento
riguardante la deportazione nei lager di sterminio e il Sacrario.
41. Bisogna
rispettare
l’ambiente
che ci
circonda
Non
dobbiamo
rovinare il
quartiere e
dobbiamo
pulirlo.
Bisogna
rispettare le
cose nostre
e quelle
degli altri.
Se siamo in
Cina non
sporchiamo
la Grande
Muraglia.
Bisogna voler
bene al posto
che ci
circonda e
curarlo ogni
giorno.
Dobbiamo
collaborare
a renderlo
migliore: si
deve
proteggere
Non
bisogna
distruggere
l’ambiente
né i
monumenti
storici.
Da soli non
bastiamo …
miglioriamo
…chiedendo
aiuto agli
altri.
Dobbiamo
controllare
l’ambiente
ogni giorno
per “ricordare”
(giorno della
memoria)
Proteggere le
persistenze
storiche che
ci stanno
vicine
Proteggere le
persistenze
storiche che
sono più
lontane, tipo
le piramidi,
comunicando
agli altri.
Comunicare
agli altri per
farlo
arrivare a
tutti.
Trovare
altre
persistenze
storiche da
proteggere
Condividiam
o le fonti
storiche per
raccontare e
per
ricordare.
Dobbiamo
mettere dei
cartelli che
spiegano il
comporta-
mento da
avere.
Dobbiamo
passare
dall’impe-
gno di uno
solo a
quello di
tutti.
Si può
abbellire il
quartiere
con gli
alberi, i
parchi e le
fontane
Bisogna
proteggerlo
perché così
lo onoriamo
e lo
rispettiamo
CONVERSAZIONE CONCLUSIVA
42. Noi ci proponiamo di iniziare
dal nostro parco e coinvolgere tutti!
Vorremmo i cartelli e la pulizia!
Vogliamo raccontare la storia del posto in
cui andiamo a scuola anche agli altri!
Bisogna
proteggere
anche le
cose
nuove
perché
insieme a
quelle
vecchie
formano la
“forza” del
quartiere.
Dobbiamo
abitare il
quartiere e
animarlo con
le feste.
Dobbiamo
stare nello
stesso
spazio per
condividere
il piacere e
conoscerci.
Dobbiamo
stare
insieme
negli spazi
del
quartiere
per
condivider
e la gioia
Bisogna
stare
insieme
per fare la
comunità.