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Continuano le proteste e la presa di posizione ufficiale di alcuni Comuni
marchigiani e dei Comitati contro il terminale per lo scarico del metano che
dovrebbe sorgere al largo della costa di Falconara.

Adesso, purtroppo, è finalmente tutto chiaro! I lavoratori della raffineria, diretti e
indiretti, sono soli con i loro sindacati.

Da una parte c’è l’azienda che si confronta con una situazione economica molto
difficile e si propone una via d’uscita con un piano industriale che investe su
produzione elettrica e rifornimento di gas, pena la messa in crisi dell’occupazione.
Dall’altra, la politica più locale, quella di alcuni amministratori comunali, continua a
dire indiscriminatamente NO a tale piano, senza tener conto dei continui chiarimenti
avuti sia nei tavoli con l’azienda che in quelli con i sindacati.

Noi, come lavoratori e rappresentanti dei nostri colleghi di raffineria, siamo attoniti
di fronte a questo atteggiamento, inspiegabile vista la situazione. E pensiamo a
Livorno, dove sindaci, assessori, istituzioni provinciali sono scesi a fianco dei
lavoratori della raffineria per contrastare la minaccia di chiusura. Evidentemente il
lavoro non è un valore riconosciuto allo stesso modo dalle nostre Istituzioni, o forse,
diventa un valore solo quando non c’è più.

Ma noi non vogliamo una politica che esprime solidarietà quando i cancelli delle
aziende sono chiusi, una politica che ci sfila accanto nei cortei quando non c’è più
niente da fare. Chiediamo una politica costruttiva, che aiuti il territorio a crescere,
garantendo occupazione, sicurezza e ambiente, mentre diciamo basta ad una
politica che cerchi di mettere le pezze quando è troppo tardi e dopo aver remato
contro.

Signori Sindaci, ci rivolgiamo a Voi ricordandovi che i lavoratori della raffineria
vivono nei vostri comuni. Quindi, bloccare l’evoluzione industriale di questo sito, con
conseguente perdita di oltre 1500 posti di lavoro, significa mettersi non solo contro i
vostri cittadini, ma contro il vostro stesso comune, che dai redditi dei lavoratori trae
sostentamento.

Sappiamo che la questione energetica per questa regione è un tema fondamentale
e, proprio per questo, dobbiamo guardarci in faccia e non farci illusioni. Il Pear, così
come è stato pensato, non ha funzionato ed è tempo di considerare correzioni e
integrazioni affinché le Marche, e quindi i cittadini, non si trovino a scontare
pesantemente questa carenza.

A Falconara abbiamo un imprenditore pronto ad investire sul territorio, favorendo
l’occupazione dei cittadini di Falconara e dei territori limitrofi. E questo dovrà
avvenire nel rispetto delle leggi, nella tutela della salute e della sicurezza e
dell’ambiente, allora, Signori Sindaci, pensate bene alle decisioni che andrete a
prendere nel prossimo futuro, perché da quelle non si torna indietro.


                               RSU API RAFFINERIA



28/06/2011

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CARI SINDACI

  • 1. Continuano le proteste e la presa di posizione ufficiale di alcuni Comuni marchigiani e dei Comitati contro il terminale per lo scarico del metano che dovrebbe sorgere al largo della costa di Falconara. Adesso, purtroppo, è finalmente tutto chiaro! I lavoratori della raffineria, diretti e indiretti, sono soli con i loro sindacati. Da una parte c’è l’azienda che si confronta con una situazione economica molto difficile e si propone una via d’uscita con un piano industriale che investe su produzione elettrica e rifornimento di gas, pena la messa in crisi dell’occupazione. Dall’altra, la politica più locale, quella di alcuni amministratori comunali, continua a dire indiscriminatamente NO a tale piano, senza tener conto dei continui chiarimenti avuti sia nei tavoli con l’azienda che in quelli con i sindacati. Noi, come lavoratori e rappresentanti dei nostri colleghi di raffineria, siamo attoniti di fronte a questo atteggiamento, inspiegabile vista la situazione. E pensiamo a Livorno, dove sindaci, assessori, istituzioni provinciali sono scesi a fianco dei lavoratori della raffineria per contrastare la minaccia di chiusura. Evidentemente il lavoro non è un valore riconosciuto allo stesso modo dalle nostre Istituzioni, o forse, diventa un valore solo quando non c’è più. Ma noi non vogliamo una politica che esprime solidarietà quando i cancelli delle aziende sono chiusi, una politica che ci sfila accanto nei cortei quando non c’è più niente da fare. Chiediamo una politica costruttiva, che aiuti il territorio a crescere, garantendo occupazione, sicurezza e ambiente, mentre diciamo basta ad una politica che cerchi di mettere le pezze quando è troppo tardi e dopo aver remato contro. Signori Sindaci, ci rivolgiamo a Voi ricordandovi che i lavoratori della raffineria vivono nei vostri comuni. Quindi, bloccare l’evoluzione industriale di questo sito, con conseguente perdita di oltre 1500 posti di lavoro, significa mettersi non solo contro i vostri cittadini, ma contro il vostro stesso comune, che dai redditi dei lavoratori trae sostentamento. Sappiamo che la questione energetica per questa regione è un tema fondamentale e, proprio per questo, dobbiamo guardarci in faccia e non farci illusioni. Il Pear, così
  • 2. come è stato pensato, non ha funzionato ed è tempo di considerare correzioni e integrazioni affinché le Marche, e quindi i cittadini, non si trovino a scontare pesantemente questa carenza. A Falconara abbiamo un imprenditore pronto ad investire sul territorio, favorendo l’occupazione dei cittadini di Falconara e dei territori limitrofi. E questo dovrà avvenire nel rispetto delle leggi, nella tutela della salute e della sicurezza e dell’ambiente, allora, Signori Sindaci, pensate bene alle decisioni che andrete a prendere nel prossimo futuro, perché da quelle non si torna indietro. RSU API RAFFINERIA 28/06/2011