2. IL FASCISMO
UNA DEFINIZIONE
Fenomeno politico moderno, nazionalista, antiliberale e antimarxista.
Organizzato in un partito milizia, con una concezione totalitaria della
politica e dello Stato, con una ideologia attivistica, virilistica e giovanilista.
Promotore di una religione laica che afferma il primato assoluto della
nazione, intesa come comunità organica, gerarchicamente organizzata in
uno Stato corporativo, con una vocazione bellicosa alla politica imperialista
e l'obiettivo della creazione di un nuovo ordine mondiale e di una nuova
civiltà.
4. IL FASCISMO
FASCISMO COME TOTALITARISMO
TOTALITARISMO
Esperimento* di dominio politico fondato su una concezione integralista
della politica e finalizzato alla costruzione di un regime a partito unico,
con l'obiettivo dell'omogeneizzazione dei governati e della loro
subordinazione ai progetti imperialisti dello Stato.
ELEMENTI CARATTERIZZANTI
Ideologia totalitaria
Uso della violenza
Mobilitazione delle masse
* Processo continuo: un regime totalitario non è mai compiuto
5. ALLE ORIGINI DEL FASCISMO
crisi economica
debito pubblico
inflazione
disoccupazione
diseguaglianze sociali
radicalizzazione dello scontro sociale
CRESCITA DEL MOVIMENTO FASCISTA
crisi sociale
nazionalizzazione dei contadini
rafforzamento della classe operaia
mobilitazione dei ceti medi
(“mito della vittoria mutilata”)
crisi politica
debolezza dei governi liberali
crescita di popolari e socialisti
ingovernabilità
conseguenze della prima guerra mondiale
divisioni nel
movimento socialista
IL FASCISMO
6. DALLE ORIGINI ALLA PRESA DEL POTERE
1919 - 1920 “Biennio rosso”
marzo 1919 Benito Mussolini fonda il Fascio Milanese di Combattimento (programma di San Sepolcro)
settembre 1919 Gabriele D'Annunzio conquista Fiume con una spedizione di volontari
1920 Cade il governo Nitti, gli subentra Giolitti. I fascisti sono sconfitti alle elezioni.
Gennaio 1921 Scissione al congresso socialista di Livorno, nasce il Partito Comunista d’Italia
1921 Alle elezioni i fascisti, alleati con liberali e conservatori, ottengono 32 deputati.
novembre 1921 Nasce il Partito Nazionale Fascista
1922 Culmine della violenza squadrista
28 ottobre 1922 Marcia su Roma
IL FASCISMO
7. 1919 - 1920 “Biennio rosso”
Agitazioni operaie e contadine, con scioperi e
occupazioni di terre e fabbriche.
A sud i contadini occupano le terre dei
latifondisti.
A Nord i braccianti sottraggono agli agrari il
controllo del mercato del lavoro
A Milano e Torino gli operai dopo una serie di
scioperi iniziano l’occupazione delle fabbriche
rivendicando il potere per i “Consigli di
fabbrica”
Il precipitare della crisi economica e la strategia
di non intervento dei governi liberali portano
all’esaurimento dell’esperienza.
Guardie rosse all'interno di una fabbrica occupata (1920)
Antonio Gramsci (1920)
Il suo gruppo, “Ordine
nuovo”, fu tra i più attivi nel
promuovere le occupazioni
delle fabbriche a Torino.
IL FASCISMO
8. Programma di Piazza San Sepolcro
Al momento della costituzione del primo Fascio
di combattimento a Milano (marzo 1919) il
programma di Mussolini è ancora estremamente
confuso: è fortemente nazionalista, ma anche
anticapitalista, anticlericale e antimonarchico.
Negli anni successivi Mussolini attenuerà sempre
più gli aspetti “di sinistra” dell’ideologia fascista,
operando un vero e proprio rovesciamento e
trasformandosi nel difensore della monarchia,
della proprietà, dei valori della religione
cattolica.
Al momento della nascita del Partito Fascista
l’anima rivoluzionaria del movimento fascista e
messa da parte e Mussolini può mostrarsi sempre
più come “uomo d’ordine”, l’unico in grado di
evitare che l’Italia precipiti nel caos. Mario Sironi, Squadra d’azione
Quadro celebrativo delle “squadracce” fasciste
IL FASCISMO
9. La questione fiumana
La decisione di non assegnare all’Italia Fiume e la
Dalmazia scatenò la polemica della “vittoria
mutilata”.
Nel settembre del 1919 Gabriele D’Annunzio a
capo di un gruppo di volontari (soprattutto reduci
della Grande Guerra) occupa la città di Fiume, in
Istria, senza il consenso del governo.
Nel 1920 Giolitti firma il trattato di Rapallo:
l’Istria passa all’Italia, la Dalmazia passa alla
Jugoslavia, Fiume viene dichiarata città libera.
L’esercito italiano sgombera la città dalle milizie
dannunziane.
Nel 1924 Fiume viene annessa all’Italia a seguito
di una diversa ripartizione del territorio istriano.
Gabriele D’Annunzio proclama la reggenza del Carnaro.
L’avventura di D’Annunzio a Fiume può essere interpretata come
una sorta di prova generale della successiva politica di Mussolini:
uso della forza (in particolare reduci), nazionalismo,
teatralizzazione della politica (discorsi dal balcone, adunate,
slogan, bandiere ecc.).
IL FASCISMO
10. Lo squadrismo fascista
Elemento decisivo per la presa del potere da
parte di Mussolini fu l’uso sistematico della
violenza organizzata contro il movimento
operaio.
Le squadre d’azione fasciste erano costituite
soprattutto da giovani reduci appartenenti
alla piccola e media borghesia.
Lo squadrismo fascista fu finanziato dagli
agrari della pianura padana, appoggiato dalla
borghesia e poteva agire con la copertura
delle forze dell’ordine e dell’esercito.
Le forze liberali, pur non condividendo i
metodi fascisti, pensarono di poter utilizzare
la sua violenza per sconfiggere la protesta
delle classi lavoratrici.
Una squadra di fascisti in posa prima di una
delle sue “spedizioni punitive”
Tra il 1919 ed il 1922 furono sempre più frequenti le violenze
delle squadre fasciste contro esponenti del movimento socialista,
lavoratori in sciopero, sedi di partiti e sindacati, amministrazioni
comunali socialiste.
IL FASCISMO
11. La marcia su Roma
Il 24 ottobre 1922, al culmine di mesi di
violenze fasciste, Mussolini organizza un
grande raduno di camice nere a Napoli e
minaccia di Marciare su Roma.
Nei giorni successivi, grazie a numerose
complicità istituzionali, le squadre fasciste
cominciano l’avvicinamento alla capitale,
mentre Mussolini attende a Milano pronto a
fuggire in caso di fallimento.
Il Re, di fronte al rischio di una guerra civile,
rifiuta di firmare lo stato d’assedio proposto
dal dimissionario Facta. L’esercito non riceve
l’ordine di intervenire.
Il 29 ottobre Mussolini è incaricato di
formare il nuovo governo.
Mussolini con i quadrumviri Bianchi, Balbo, De Bono e De Vecchi
Le squadre fasciste in marcia verso Roma erano disorganizzate e mal
equipaggiate, l’esercito avrebbe potuto fermarle senza difficoltà.
Furono le simpatie di cui godeva Mussolini negli ambienti militari,
monarchici e conservatori in genere a spaventare il Re tanto da fargli
temere lo scoppio di una guerra civile e da indurlo a incaricare
proprio Mussolini della formazione del nuovo governo.
IL FASCISMO
12. CHIESA, FASCISMO, MONARCHIA
in una rappresentazione della propaganda fascista
IL FASCISMO
Mussolini mantenne a
lungo una posizione
ambigua fra politica
terroristica e politica di
normalizzazione,
alimentando o frenando la
violenza squadrista a
seconda dei casi.
Egli tuttavia mirava
soprattutto a consolidare il
suo potere attraverso il
compromesso con le
istituzion tradizionali: con
la monarchia, con la
Chiesa e con il mondo
economico
13. LA COSTRUZIONE DEL REGIME
novembre 1922 Primo governo Mussolini (di coalizione con liberali e popolari)
dicembre 1922 Istituzione del Gran Consiglio del Fascismo
gennaio 1923 Le squadre fasciste vengono organizzate nella Milizia fascista
1923 Legge elettorale Acerbo
giugno 1924 Omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti e “Aventino”
gennaio 1925 Discorso di Mussolini alla Camera
1925 - 1926 “LEGGI FASCISTISSIME”
IL FASCISMO
14. IL FASCISMO
L'OMICIDIO MATTEOTTI
Il 30 maggio 1924 Matteotti, deputato e segretario del PSU, prese
la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle
elezioni tenutesi il precedente 6 aprile.
Probabilmente il discorso “diede a Mussolini e ai fascisti la
sensazione precisa di avere di fronte in quella Camera
un'opposizione molto più combattiva di quella esistente nella
Camera precedente e non disposta a subire passivamente
illegalità e soprusi” (Giorgio Candeloro).
Il 10 giugno 1924 membri della polizia politica fascista,
capeggiati da Amerigo Dumini, aggredirono e rapirono Matteotti,
per poi ucciderlo e farne sparire il corpo (che verrà ritrovato solo
il 16 agosto).
La profonda emozione susciatata dal delitto e la scelta
dell'opposizione antifascista di abbandonare l'aula parlamentare
(Aventino) fecero vacillare il governo Mussolini.
L'appoggio della monarchia e di parte della borghesia liberale
permise però a Mussolini di rimare al suo posto
15. IL FASCISMO
IL DISCORSO DI MUSSOLINI ALLA CAMERA
« Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l'arco di Tito? Ebbene,
dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo
italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di
tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare
un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino
e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù
italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io
sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono
state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la
responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho
creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi »
(Benito Mussolini, discorso alla Camera, 3 gennaio 1925)
16. “LE LEGGI FASCISTISSIME”
distruzione del regime
parlamentare
DITTATURA FASCISTA
IL FASCISMO
persecuzione degli oppositori
soppressione libertà individuali
Attraverso una sorta di “rivoluzione legale” il Parlamento dominato dai fascisti
approvò un complesso organico di leggi autoritarie che, pur preservando
formalmente la forma della Monarchia Costituzionale, eliminarono di fatto
l'ordinamento liberale
17. “LE LEGGI FASCISTISSIME”
1925
Soppressione della libertà di associazione
1926
Fascistizzazione della stampa
Reintroduzione pena di morte per reati politici
Istituzione del Tribunale speciale per la difesa
dello Stato
Istituzione dell’OVRA
Divieto di sciopero
1925 – 1926
Supremazia potere esecutivo sul Parlamento
1926
Soppressione delle autonomie locali (Podestà)
1928
Soppressione delle elezioni e trasformazione
del Gran Consiglio in organo Costituzionale
1939
Sostituzione del Parlamento con la Camera
dei Fasci e delle Corporazioni
IL FASCISMO
distruzione del regime
parlamentare
persecuzione degli oppositori
soppressione libertà individuali
18. L’ORGANIZZAZIONE DEL CONSENSO
Il fascismo creò un'efficace macchina propagandistica, utilizzando la stampa,
la radio e il cinema, per la valorizzazione spettacolare dei successi del regime e
per mantenere le masse in uno stato di mobilitazione emotiva permanente
attraverso riti e cerimonie collettive.
Attraverso l'organizzazione e la mobilitazione delle masse il regime mirava sia ad
assicurarsi un consenso diffuso, sia alla trasformazione antropologica degli
italiani per creare un “italiano nuovo” il cui carattere doveva riassumersi nel
motto: “credere, obbedire, combattere”.
IL FASCISMO
19. L’ORGANIZZAZIONE DEL CONSENSO
➢ Creazione del Ministero della Cultura Popolare (Minculpop)
➢ Culto del Duce
➢ Culto della “romanità”
➢ Inquadramento degli italiani in organizzazioni facenti capo al partito fascista
➢ Fascistizzazione della scuola
➢ “Teatralizzazione della politica”
➢ Uso dei moderni mezzi di comunicazione di massa (Istituto Luce, Eiar)
➢ Assistenzialismo
➢ Patti Lateranensi
IL FASCISMO
20. I grandi miti che dovevano unire gli italiani erano la
celebrazione dell’Impero romano e l’esaltazione del suo
Duce che poteva restituire all’Italia il suo glorioso passato
IL FASCISMO
21. Per l'educazione totalitaria delle nuove generazioni il fascismo si
avvalse ampiamente della scuola. A partire dal 1928 fu decisa
l'introduzione del libro di testo unico per le scuole elementari e la
fascistizzazione dei testi delle scuole secondarie. Il comportamento
degli alunni fu militarizzato e nella vita scolastica furono introdotti
miti e riti fascisti.
IL FASCISMO
22. I giovani furono inquadrati in associazioni
paramilitari: dai Figli della lupa ai Balilla,
alla Gioventù italiana del littorio, fino ai
Gruppi Universitari Fascisti.
Ginnastica collettiva, esercitazioni e sfilate
in uniforme vennero imposte nei luoghi di
studio e di lavoro.
IL FASCISMO
23. Nel 1925 fu statalizzato l’Istituto Luce,
che deteneva il monopolio
dell’informazione cinematografica
Nel 1927 viene costituita l’EIAR (Ente Italiano
Audizione Radiofoniche), la radio fu uno dei più
potenti strumenti di propaganda del regime
IL FASCISMO
24. IL FASCISMO
Con la sua politica culturale il fascismo mirò a
diffondere la propria ideologia attraverso forme
diversificate, a volte contraddittorie, non
sempre ideologicamente esplicite.
In campo culturale il regime mantenne un
atteggiamento eclettico, rinunciando ad
imporre una “arte di Stato”, specialmente nel
campo delle manifestazioni letterarie.
In tal modo il regime ottenne l'adesione, più o
meno convinta, di ampi settori della cultura,
dell'arte e più in generale del mondo
intellettuale italiano.
25. L’11 febbraio 1929 Mussolini ed il cardinale
Gasparri sottoscrivono i Patti Lateranensi
All’indomani della firma dei Patti lateranensi
Papa Pio XI salutava Mussolini come “l’uomo
della Provvidenza”.
La firma del concordato fu indubbiamente un
successo di Mussolini che, in questo modo,
rafforzava il consenso dell’opinione pubblica
verso il suo regime e poteva consolidare la sua
opera di “fascistizzazione” della società italiana.
I Patti lateranensi
Uno dei passaggi chiave nella fascistizzazione
della società italiana fu la pacificazione con la
chiesa cattolica, sancita dai Patti lateranensi.
Si trattava di tre documenti distinti: un trattato,
una convenzione finanziaria e un concordato.
Il trattato prevedeva il mutuo riconoscimento di
Stato e Chiesa e prevedeva l’istituzione della
Città del vaticano.
La convenzione finanziaria fissava un
risarcimento per i beni espropriati al momento
dell’unificazione italiana
Il concordato prevedeva il giuramento di fedeltà
dei vescovi allo stato in cambio di importanti
privilegi alla chiesa cattolica: il cattolicesimo
diventava religione di stato e lo stato italiano si
impegnava a riconoscere gli effetti civili del
matrimonio religioso e ad impartire
l’insegnamento della religione cattolica nelle
scuole.
IL FASCISMO
26. LA POLITICA ECONOMICA DEL FASCISMO
CORPORATIVISMO - PROTEZIONISMO - STATALISMO
• abolizione dei sindacati;
• repressione conflittualità operaia;
• istituzione delle corporazioni e dei
contratti collettivi di lavoro.
subordinazione degli interessi di
classe agli interessi nazionali
tutela degli interessi della
borghesia industriale a scapito
delle masse operaie
- risposta alla crisi del ‘29
- valenza ideologica
tutela dei ceti medi
tutela dei grandi agrari
tutela della grande industria
“stato imprenditore”
“stato banchiere”
strumento di mobilitazione
dell’opinione pubblica
IL FASCISMO
27. 1922 - 1926 Politica economica liberista
1926 “Quota Novanta”
1926 “Battaglia del grano”
1928 Bonifica integrale
1933 creazione dell’IRI e dell’IMI
1934 Istituzione del Ministero delle Corporazioni
1936 Autarchia
LA POLITICA ECONOMICA DEL FASCISMO
rivalutazione della lira
(difesa redditi dei ceti medi)
stimolo della produzione agricola
e riduzione delle importazioni
IL FASCISMO
creazione occupazione
28. La nascita dell’IRI
Per far fronte alla crisi del ‘29 lo stato fascista
fu costretto ad intervenire in maniera sempre
più massiccia nell’economia italiana. Le varie
partecipazioni azionarie accumulate per
salvare industrie in difficoltà vennero raccolte
nel 1933 dall’IRI, l’Istituto per la
Ricostruzione Industriale, presieduto da
Alberto Beneduce.
Al patrimonio industriale dell’IRI si aggiunse
poi quello finanziario dell’IMI, l’Istituto
Mobilare Italiano, destinato a sostituire le
vecchie banche miste nel finanziamento degli
investimenti industriali.
L’industria di stato (o a partecipazione statale)
e la banca pubblica, nate negli anni trenta,
sopravvissero al regime e diventarono
istituzioni fondamentali nella successiva storia
economica italiana.
Una foto delle acciaierie Terni negli anni ‘30
L’IRI, Istituto per la Ricostruzione Industriale, si
trovò nel giro di pochi anni a possedere un vero e
proprio impero industriale.
Tutti i più importanti settori produttivi erano
controllati dall’istituto: dalla siderurgia
all’industria estrattiva, dalla cantieristica alla
costruzione di locomotive, dall’industria
automobilistica a quella delle fibre artificiali.
IL FASCISMO
29. LA POLITICA ESTERA FASCISTA
1922 - 1933 politica estera ambivalente
Revisione dell’assetto europeo uscito dalla
Prima guerra mondiale
Mussolini garante della pace europea
1933 avvento del nazismo in Germania
(1933-1935) Tentativo di Mussolini di frenare
l’aggressività tedesca proponendosi come
mediatore fra Hitler e le potenze occidentali
1935 guerra d’Etiopia rottura dell’equilibrio internazionale
avvicinamento fra Italia e Germania
1936 Asse Roma-Berlino
1936 Partecipazione alla guerra civile spagnola
1937 Patto anticomintern (Italia, Germania e Giappone)
SECONDA GUERRA MONDIALE
1938 ”leggi razziali”
IL FASCISMO
30. La conquista dell’Etiopia
La guerra d’Etiopia (ottobre 1935 - maggio
1936)rappresenta il culmine del progetto di espansione
coloniale italiana.
Si trattò dell’ultima guerra coloniale europea, condotta
dal maresciallo Graziani senza risparmio di uomini e
mezzi.
La guerra si concluse rapidamente, anche per la brutalità
con cui fu condotta (coinvolgimento di civili, uso di armi
chimiche proibite), ma la resistenza etiope continuò fino
alla fine dell’occupazione.
La scelta imperialista rappresentò una delle ultime carte
giocate dal regime per superare la difficile crisi
economica e mantenere il consenso. Essa tuttavia costò
all’Italia la condanna dell’opinione pubblica mondiale
(sanzioni economiche decretate dalla Società delle
Nazioni) e causò quell’isolamento diplomatico che la
spinse a rafforzare la sua alleanza con la Germania di
Hitler.
Manifesto propagandistico
sulla guerra d’Etiopia
IL FASCISMO
31. Fascismo e “Fascismi”
elezioni 1932: NSDAP 38% dei voti
Hitler a capo di un governo di coalizione
incendio del Reichstag (27 - 2 - 1933)
elezioni 1933: NSDAP 44% dei voti
24 marzo 1933 il Parlamento concede a Hitler i
pieni poteri
1 agosto 1933 Hitler presidente della Repubblica
Notte dei lunghi coltelli (30 giugno 1934)
IL NAZIONALSOCIALISMO TEDESCO
Debolezze della
Repubblica di Weimar
Divisione del movimento operaio
Destra nazionalista eversiva
ascesa di HITLER
Conseguenze della
“Grande Crisi”
instaurazione di un regime di terrore
contro le opposizioni
la violenza nazista dilaga in Germania
eliminazione dei capi delle SA (ala sinistra
del partito) per ottenere l’appoggio
dell’esercito e dei gruppi imprenditoriali
32. Fascismo e “Fascismi”
I CARATTERI DELLA POLITICA NAZIONALSOCIALISTA
Rilancio dell’economia CORPORATIVISMO e DIRIGISMO (Göring)
Nazionalismo e
IMPERIALISMO
politica estera
espansionistica
dottrina del
“Lebensraum”
RAZZISMO antisemitismo 1935 Leggi di Norimberga
1936 istituzione campi di
concentramento
1938 Notte dei cristalli
1942 “Soluzione finale”
TOTALITARISMO
REPRESSIONE
Creazione del Grande
Reich Tedesco e di un
Nuovo Ordine Europeo
PROPAGANDA
Gestapo e SS (Himmler)
uso dei moderni mezzi di
comunicazione di massa (Goebbles)
33. Fascismo e “Fascismi”
Ungheria, Yugoslavia, Polonia,
Turchia, Lituania, Portogallo
IL FASCISMO EUROPEO
anni ‘20 Formazione di regimi autoritari nazionalisti
Conseguenze della “grande crisi”
Avvento al potere di Hitler
anni ‘30:
diffusione del modello fascista e
trasformazione in senso totalitario
dei vecchi autoritarismi
Estonia e Lettonia, Bulgaria,
Romania, Grecia,
AUSTRIA, SPAGNA
riavvicinamento tra le forze antifasciste:
politica dei “Fronti popolari”
34. Fascismo e “Fascismi”
La guerra civile spagnola
La vittoria del Fronte Popolare alle elezioni del
1936 segnò di fatto l’inizio della guerra civile
spagnola. L’esercito, guidato dal generale
Francisco Franco e con l’appoggio della Chiesa,
dei grandi latifondisti e dei miliziani falangisti,
attuò un colpo di stato che divise in due il paese.
A fianco di Franco si schierarono Hitler e
Mussolini, che inviarono in Spagna uomini e
mezzi. A difendere la repubblica accorsero invece
volontari antifascisti da ogni parte del mondo,
che si organizzarono nelle Brigate internazionali.
La Guerra civile spagnola, seppure terminata con
la vittoria di Franco (1939) e l’instaurazione di un
regime fascista che sopravvisse alla seconda
guerra mondiale, rappresentò una tappa
fondamentale in vista del successivo scontro
europeo fra fascismo e antifascismo.
Pablo Picasso, GUERNICA, 1937 (particolare)
Uno degli episodi più cruenti della guerra civile
spagnola fu il bombardamento aereo di Guernica.
La cittadina non era teatro di azioni belliche
quindi nel bombardamento persero la vita
soprattutto donne e bambini.