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FRANCESCO SANTOIANNI Logistica, Protezione Civile  e situazioni difficilmente pianificabili
www.disastermanagement.it ,[object Object],[object Object],[object Object],Logistica, Protezione Civile  e situazioni difficilmente pianificabili
STATI UNITI  - Il  9 novembre 1965  piombano nell'oscurità 30 milioni di persone nella parte Nord del paese e in alcune zone del Canada a causa di un collasso elettrico gigantesco.  Dodici anni più tardi, il  13 luglio del 1977 , un'altro black out colpisce per molte ore la città di New York. La polizia arresta 4.000 persone responsabili di un'ondata di saccheggi.  Il 3 luglio del 1996 restano senza corrente elettrica 10 milioni di abitanti dell'Ovest, ma anche di alcune regioni del Canada e del Messico.  Il 14 agosto 2003 circa 50 milioni di persone restano senza elettricità, nel Nord-Est degli Usa e in parte del Canada, Toronto compresa. La normalità torna il 16 agosto.  FRANCIA  - Il 19 dicembre 1978 la Francia è vittima di un gigantesco black out. La maggior parte del paese resta al buio per l'interruzione di un cavo elettrico che collega Parigi con le regioni dell'Est.  Il 26 dicembre 1999, circa 3,6 milioni di francesi restano senza energia elettrica per parecchi giorni a causa di una tempesta.  GRAN BRETAGNA  - Il 28 agosto 2003 black out di 34 minuti a Londra e nella zona circostante alle 18:26 – ora di punta - con blocco di treni della ferrovia nazionale e della metro.  DANIMARCA  - Il 23 settembre 2003 si interrompe la corrente elettrica per due ore a Copenaghen e nella Svezia del Sud per un guasto tecnico a una centrale svedese. Quattro milioni gli utenti colpiti. La Danimarca dipende in gran parte dall'energia svedese.  CANADA  -  Nel gennaio del 1998  più di tre milioni di abitanti, all'est del paese, sono costretti a vivere senza elettricità per più di una settimana per effetto di piogge torrenziali che congelano le linee elettriche.  Black-Out nei paesi industriali
Differenti dinamiche sociali nei Black-Out Il primo Black Out fu il  9 novembre  del 1965 quando, verso le 5 del pomeriggio, rimasero al buio per diverse ore New York, sette stati della costa occidentale (New York, New Jersey, Massachussets, Vermont, Maine, Connecticut e New Hampshire) e una parte del Canada con le città di Toronto, Ottawa, e Montreal. Qualcosa di assolutamente paragonabile a quanto accaduto oggi. Allora, ci fu, tutto sommato, compostezza e solidarietà.  Secondo alcuni mass media, nove mesi dopo quel Black Out si registrò un “Baby Boom” conseguente alla notte passata senza televisore La seconda volta che le luci si spensero a New York e dintorni (e rimasero spente per molte ore) era il  13 luglio  1977. Era notte, faceva un caldo bestiale, più o meno come adesso e la società newyorkese era già molto cambiata. Ci furono splendidi episodi di abnegazione e molti si fecero in quattro per salvare persone rimaste intrappolate in ascensori o per aiutare concittadini anziani o in difficoltà.  Ma in quella notte decisamente più buia del solito, New York mostrò anche la sua parte peggiore. A Brooklyn, Harlem e nel South Bronx, bande di giovinastri si buttarono nelle strade approfittando dell'oscurità a saccheggiare negozi, rubare automobili, rapinare persone. La polizia effettuò 3.776 arresti, i pompieri dovettero intervenire per spegnere 1.037 incendi, ma ci furono anche 1.700 false chiamate per depistare le forze dell'ordine
Black-Out  del 28 settembre 2003   ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
A Roma, dove era in corso la "notte bianca", le maggiori difficoltà si sono avvertite nel traffico e nei trasporti. Complice un forte temporale che si è abbattuto sulla capitale, il milione di persone che era per le strade è stata colta di sorpresa dall'inatteso spegnersi della città: paura, incertezza su cosa stesse accadendo, in centinaia bloccati nelle metropolitane.  Ritardi alla stazione Termini.  Centinaia le telefonate dei cittadini al 118.  Per due ospedali romani, il Fatebenefratelli e CTO, la situazione è diventata critica perché le scorte di gasolio che alimentano il gruppo elettrogeno si stavano esaurendo.  La Prefettura ha chiesto l'intervento della raffineria di Roma ma la mancanza di energia non ha consentito il rapido pompaggio del gasolio. Sono stati quindi precettati tutti i responsabili dei distributori di gasolio (che di domenica sono chiusi) per rifornire i tre ospedali.  Situazione a Roma
26 giugno - Scattano i distacchi programmati di 1 livello - 6 milioni al buio per 90 minuti a rotazione in tutt'Italia.  30 giugno - Avvisi su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili.  1 luglio - Avviso su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili.  2 luglio - Avvisi su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili in Sardegna.  25 luglio - Avviso di possibili distacchi.  5 agosto - Avviso su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili.  5 agosto - Interrotta la fornitura di energia elettrica ai clienti interrompibili.  6 agosto - Avviso di possibili distacchi.  7 agosto - Avviso di possibili distacchi.  28 agosto - Interrotta la fornitura di energia elettrica ai clienti interrompibili.  28 settembre: Alle 3.30 tutta l'Italia resta al buio .  2003: L’anno dei black out in Italia
Cosa avrebbe potuto succedere? Domenica notte Giorno lavorativo TRAFFICO PIOGGIA  FOLLA  SCENARI SEMAFORI BENZINA   FOGNATURE SCUOLE ASCENSORI
Cosa avrebbe potuto succedere? Autonomia reti comunicazioni - Tempi di ripristino  “Millenium Bug” Reti nazionali  telefoniche Commerciali (Telecom, Fastweb,Edisontel…) Istituzionali (Miniterno, Carabinieri, PC..) GSM,  ETAC Telefonia satellitare Osservatorio sulla sicurezza delle reti - Comitato tecnico nazionale per la sicurezza ICT Piano Nazionale della sicurezza ICT Comunicazioni radio Reti Internet Emittenti radio Emittenti TV
Piani di difesa dei gestori elettrici Per prevenire o fronteggiare efficacemente le situazioni di emergenza sno stati predisposti dei “piani di difesa” del sistema elettrico. Tra questi rientra anche l’attivazione di distacchi di carico, ad esempio il distacco delle utenze industriali titolari di contratti di interrompibilità (BMI “Banco Manovra Interrompibili”) ed il distacco di utenze attraverso il BME (Banco Manovra Emergenze), che però comporta la disalimentazione indiscriminata di vaste aree di utenza senza possibilità di rotazione né di salvaguardia delle utenze sensibili.  Un distacco programmato di carico a “rotazione” della generalità delle utenze è invece reso possibile dal  PESSE  “piano di emergenza per la sicurezza del sistema elettrico”. In particolare, il PESSE è attuato - su richiesta del GRTN - dai responsabili operativi delle reti di distribuzione. Le imprese distributrici si attivano nella definizione del piano per i clienti di loro competenza, stabilendo le modalità, la localizzazione e l’entità del distacco, gli orari della turnazione, le manovre necessarie sia per il distacco che per la rialimentazione dell’utenza. In base alla delibera CIPE del 6 novembre 1979, le imprese distributrici si devono attivare nella diffusione delle misure contenute nei piani di emergenza, da effettuarsi avvalendosi, per lo scopo, dei mezzi radio televisivi, della stampa e di ogni altro opportuno mezzo di comunicazione. In condizioni critiche, il PESSE rappresenta un efficace strumento operativo per il controllo del sistema elettrico: esso consente infatti di prevenire le conseguenze estreme del black-out e di ripristinare il minimo di riserva operativa per eventi accidentali, ripartendo a rotazione su tutte le utenze i disagi delle interruzioni di servizio e salvaguardando le utenze sensibili. Lo scopo ultimo dei piani di difesa: evitare il black-out generalizzato I piani di difesa, sebbene possano comportare il distacco di molte utenze, sono dunque uno strumento di gestione della rete finalizzato a mantenere la continuità più generale del servizio. Infatti, se le azioni citate non fossero efficaci per mantenere o riportare il sistema elettrico alla condizione “normale”, esso evolverebbe fino al vero e proprio black-out totale o su zone estese di rete, cioè con spegnimento di ogni tipo di utenza, senza distinzione di priorità e senza poter salvaguardare le utenze sensibili. In tale drammatico caso, solo l’attivazione del “piano di riaccensione” riporta il sistema elettrico in condizioni di normalità in tempi di ore.
Esperienze e riflessioni personali ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Heat/Health Warning  Secondo un rapporto Censis-Salute, condotta nel 2003 su un campione di 1.500 ultrasessantenni, negli ultimi tre anni la quota degli anziani non autosufficienti è salita al 22,2 % e che, di questa, solo il 5,5% ha potuto contare sui servizi pubblici e appena una persona su cento sull’aiuto dei volontari. Sistema di termoregolazione
HEAT/HEALTH WARNING SYSTEM
“ Custode sociale”, già avviato da qualche anno dal comune di Milano. Questa nuova figura professionale vigila sulle persone anziane e sole, con un reddito limitato e con scarsa autosufficienza. Sono stati stanziati 4 milioni di euro per il biennio 2004-2005 e sono previsti 90 custodi per 46mila anziani ultrasettantenni. Un servizio di diversa natura è la Teleassistenza, che prevede l’installazione di un apparecchio nel domicilio dell’interessato, in grado di collegarlo a una centrale operativa che, 24 ore su 24, accoglie le chiamate di emergenza, offrendo sostegno e ascolto (le modalità di installazione variano da città a città: chi fosse interessato può rivolgersi direttamente al proprio comune).  HEAT/HEALTH WARNING SYSTEM Teleassistenza Custode sociale
Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Indagine sulla mortalità a seguito di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004 Secondo il monitoraggio effettuato dall’Ufficio Statistico del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, per il periodo 1 giugno-15 luglio 2004, non si è verificato un aumento della mortalità della popolazione over 65 in nessuna delle città esaminate, neanche in presenza dei picchi di calore registrati nella prima settimana di luglio.  In particolare, l’analisi comparativa realizzata tra il numero di decessi registrati tra gli ultra75enni dal 1 giugno al 15 luglio 2004 rispetto allo stesso periodo del 2003, ha evidenziato una diminuzione del 17,2%. Anche il confronto tra i valori registrati nel 2004 e i dati del 2002 ha mostrato una significativa riduzione della mortalità (-5,8%). Tra la metà di luglio e la fine di agosto del 2003, nella nostra penisola sono morti 7.659 anziani in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’incremento, secondo l’Istituto superiore della sanità, è stato in media del 19,1%, più alto nelle metropoli (+39,8%) e minore nei centri più piccoli (tra il +13,8% e il +29,2%).
Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004
Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004
Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004
In quattro grandi comuni italiani (Roma, Milano, Torino e Genova) è stato predisposto il progetto pilota di assistenza basato sui custodi socio-sanitari, che hanno monitorato le condizioni di salute degli anziani over 70 direttamente nelle loro case con visite periodiche. Le iniziative predisposte dal Ministero della Salute Custodi socio-sanitari
Dal 28 giugno al 19 agosto, il Call Center per le emergenze sanitarie “1500” ha risposto ad oltre 8.000 chiamate, con una media giornaliera di 152 telefonate al giorno. A chiedere informazioni e consigli medici, in particolare sulle ondate di calore, sono stati soprattutto gli ultra 65enni (69,59% delle telefonate totali), e le donne (62,83%).  Il numero più elevato di chiamate, in percentuale sul totale, è arrivato da Lazio (20,69%), Lombardia (15,81%), Campania (12,04%), Sicilia (7,85%) e Piemonte (6,52%), ed i Comuni coinvolti, tra cui spiccano le grandi città, sono stati oltre 486.  Le iniziative predisposte dal Ministero della Salute Numero Verde
Le iniziative in Lombardia Le iniziative in alcuni comuni ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
·Bere più liquidi (in particolare acqua), non aspettare di avere sete per bere; attenzione: se il medico, in presenza di particolari patologie, ha dato indicazioni per limitare la quantità di liquidi da bere, chiedergli quanto si può bere quando fa caldo; sempre in presenza di patologie o particolari farmaci, chiedere al medico indicazioni sui sali minerali da assumere o meno (ad es quelli contenuti nelle bevande per lo sport); non bere liquidi che contengano alcool, caffeina né bere grandi quantità di bevande zuccherate: tali bibite causano a loro volta la perdita di più fluidi corporei; non bere liquidi troppo freddi.  ·Stare in casa o in zone ombreggiate e fresche e, se possibile, in ambienti condizionati nelle ore di maggiore insolazione (tra le 11 e le 15).  ·Ventilare l'abitazione attraverso l'apertura notturna delle finestre e l'uso di ventilatori. I ventilatori possono fornire refrigerio, ma quando la temperatura supera i 35°C il loro effetto non previene più i disturbi legati al calore.  ·Se si percepisce un surriscaldamento corporeo, aumentare la ventilazione, usare un condizionatore se è possibile.  ·Nelle ore più calde, se non si ha un condizionatore in casa, fare docce e bagni extra o recarsi in luoghi vicini in cui vi sia l'aria condizionata (per esempio, cinema, centri commerciali, biblioteche); anche poche ore trascorse in un ambiente condizionato possono aiutare l'organismo a sopportare meglio il caldo quando si torna ad essere esposti ad esso.  ·Indossare abiti leggeri, di colore chiaro, non aderenti, anzi sciolti, per permettere la circolazione dell'aria sul corpo.  ·Evitare esercizi fisici non necessari all'aperto o in luoghi non condizionati ed evitare l'esposizione inutile al sole diretto.  ·Se esposti a sole diretto mitigare l'effetto con cappelli leggeri a tesa larga o parasole, occhiali da sole e usando sulla pelle filtri solari con protezioni ad ampio spettro.  ·Nel caso in cui si debbano svolgere attività all'aria aperta: limitarle alle ore mattutine e serali; limitare gli sforzi fisici, nel caso in cui sia necessario compiere tali sforzi introdurre dai 2 ai 4 bicchieri di bevande non alcoliche; riposarsi in luoghi ombreggiati.  ·Preferire pasti leggeri e fare attenzione all'opportuna conservazione dei cibi.  ·Non sostare in automobili ferme al sole né lasciare mai persone, specialmente bambini o anziani, nè animali domestici in auto o altri veicoli chiusi.  ·Telefonare all'autorità sanitaria locale o al Comune per conoscere i servizi a cui ci si può rivolgere in caso di necessità e per saper se e dove, nelle vicinanze dell'abitazione vi sono appositi luoghi per il sollievo dal caldo. HEAT/HEALTH WARNING SYSTEM:  Indicazioni
Esperienze e riflessioni personali ,[object Object],[object Object]
Emergenze non pianificabili
Pianificazione impossibile
Pioggia di piccoli asteroidi
Attentati suicidi Milano: 18 aprile 2002. Un piccolo velivolo si schianta  contro “Pirellone” all'altezza del 25esimo piano: 5 morti e 34 feriti   New York, 11 settembre 2001 due aerei di linea si schiantano contro le Twin Towers: circa 3.000 morti
Bophal, 3 dicembre 1984 25.000 morti, 60.000 intossicati gravi                                                                                                     
Soccorrere le vittime Intervenire per arginare i sub scenari del disastro Delimitare l’area del disastro Stabilire la catena di comando Gestire l’informazione (acquisizione, centralizzazione, distribuzione ed erogazione al pubblico) 14th World Conference on Disaster Management
Esperienze e riflessioni personali ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]

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  • 3. STATI UNITI - Il 9 novembre 1965 piombano nell'oscurità 30 milioni di persone nella parte Nord del paese e in alcune zone del Canada a causa di un collasso elettrico gigantesco. Dodici anni più tardi, il 13 luglio del 1977 , un'altro black out colpisce per molte ore la città di New York. La polizia arresta 4.000 persone responsabili di un'ondata di saccheggi. Il 3 luglio del 1996 restano senza corrente elettrica 10 milioni di abitanti dell'Ovest, ma anche di alcune regioni del Canada e del Messico. Il 14 agosto 2003 circa 50 milioni di persone restano senza elettricità, nel Nord-Est degli Usa e in parte del Canada, Toronto compresa. La normalità torna il 16 agosto. FRANCIA - Il 19 dicembre 1978 la Francia è vittima di un gigantesco black out. La maggior parte del paese resta al buio per l'interruzione di un cavo elettrico che collega Parigi con le regioni dell'Est. Il 26 dicembre 1999, circa 3,6 milioni di francesi restano senza energia elettrica per parecchi giorni a causa di una tempesta. GRAN BRETAGNA - Il 28 agosto 2003 black out di 34 minuti a Londra e nella zona circostante alle 18:26 – ora di punta - con blocco di treni della ferrovia nazionale e della metro. DANIMARCA - Il 23 settembre 2003 si interrompe la corrente elettrica per due ore a Copenaghen e nella Svezia del Sud per un guasto tecnico a una centrale svedese. Quattro milioni gli utenti colpiti. La Danimarca dipende in gran parte dall'energia svedese. CANADA - Nel gennaio del 1998 più di tre milioni di abitanti, all'est del paese, sono costretti a vivere senza elettricità per più di una settimana per effetto di piogge torrenziali che congelano le linee elettriche. Black-Out nei paesi industriali
  • 4. Differenti dinamiche sociali nei Black-Out Il primo Black Out fu il 9 novembre del 1965 quando, verso le 5 del pomeriggio, rimasero al buio per diverse ore New York, sette stati della costa occidentale (New York, New Jersey, Massachussets, Vermont, Maine, Connecticut e New Hampshire) e una parte del Canada con le città di Toronto, Ottawa, e Montreal. Qualcosa di assolutamente paragonabile a quanto accaduto oggi. Allora, ci fu, tutto sommato, compostezza e solidarietà. Secondo alcuni mass media, nove mesi dopo quel Black Out si registrò un “Baby Boom” conseguente alla notte passata senza televisore La seconda volta che le luci si spensero a New York e dintorni (e rimasero spente per molte ore) era il 13 luglio 1977. Era notte, faceva un caldo bestiale, più o meno come adesso e la società newyorkese era già molto cambiata. Ci furono splendidi episodi di abnegazione e molti si fecero in quattro per salvare persone rimaste intrappolate in ascensori o per aiutare concittadini anziani o in difficoltà. Ma in quella notte decisamente più buia del solito, New York mostrò anche la sua parte peggiore. A Brooklyn, Harlem e nel South Bronx, bande di giovinastri si buttarono nelle strade approfittando dell'oscurità a saccheggiare negozi, rubare automobili, rapinare persone. La polizia effettuò 3.776 arresti, i pompieri dovettero intervenire per spegnere 1.037 incendi, ma ci furono anche 1.700 false chiamate per depistare le forze dell'ordine
  • 5.
  • 6. A Roma, dove era in corso la "notte bianca", le maggiori difficoltà si sono avvertite nel traffico e nei trasporti. Complice un forte temporale che si è abbattuto sulla capitale, il milione di persone che era per le strade è stata colta di sorpresa dall'inatteso spegnersi della città: paura, incertezza su cosa stesse accadendo, in centinaia bloccati nelle metropolitane. Ritardi alla stazione Termini. Centinaia le telefonate dei cittadini al 118. Per due ospedali romani, il Fatebenefratelli e CTO, la situazione è diventata critica perché le scorte di gasolio che alimentano il gruppo elettrogeno si stavano esaurendo. La Prefettura ha chiesto l'intervento della raffineria di Roma ma la mancanza di energia non ha consentito il rapido pompaggio del gasolio. Sono stati quindi precettati tutti i responsabili dei distributori di gasolio (che di domenica sono chiusi) per rifornire i tre ospedali. Situazione a Roma
  • 7. 26 giugno - Scattano i distacchi programmati di 1 livello - 6 milioni al buio per 90 minuti a rotazione in tutt'Italia. 30 giugno - Avvisi su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili. 1 luglio - Avviso su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili. 2 luglio - Avvisi su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili in Sardegna. 25 luglio - Avviso di possibili distacchi. 5 agosto - Avviso su possibili interruzioni di forniture di energia elettrica alle utenze civili. 5 agosto - Interrotta la fornitura di energia elettrica ai clienti interrompibili. 6 agosto - Avviso di possibili distacchi. 7 agosto - Avviso di possibili distacchi. 28 agosto - Interrotta la fornitura di energia elettrica ai clienti interrompibili. 28 settembre: Alle 3.30 tutta l'Italia resta al buio . 2003: L’anno dei black out in Italia
  • 8. Cosa avrebbe potuto succedere? Domenica notte Giorno lavorativo TRAFFICO PIOGGIA FOLLA SCENARI SEMAFORI BENZINA FOGNATURE SCUOLE ASCENSORI
  • 9. Cosa avrebbe potuto succedere? Autonomia reti comunicazioni - Tempi di ripristino “Millenium Bug” Reti nazionali telefoniche Commerciali (Telecom, Fastweb,Edisontel…) Istituzionali (Miniterno, Carabinieri, PC..) GSM, ETAC Telefonia satellitare Osservatorio sulla sicurezza delle reti - Comitato tecnico nazionale per la sicurezza ICT Piano Nazionale della sicurezza ICT Comunicazioni radio Reti Internet Emittenti radio Emittenti TV
  • 10. Piani di difesa dei gestori elettrici Per prevenire o fronteggiare efficacemente le situazioni di emergenza sno stati predisposti dei “piani di difesa” del sistema elettrico. Tra questi rientra anche l’attivazione di distacchi di carico, ad esempio il distacco delle utenze industriali titolari di contratti di interrompibilità (BMI “Banco Manovra Interrompibili”) ed il distacco di utenze attraverso il BME (Banco Manovra Emergenze), che però comporta la disalimentazione indiscriminata di vaste aree di utenza senza possibilità di rotazione né di salvaguardia delle utenze sensibili. Un distacco programmato di carico a “rotazione” della generalità delle utenze è invece reso possibile dal PESSE “piano di emergenza per la sicurezza del sistema elettrico”. In particolare, il PESSE è attuato - su richiesta del GRTN - dai responsabili operativi delle reti di distribuzione. Le imprese distributrici si attivano nella definizione del piano per i clienti di loro competenza, stabilendo le modalità, la localizzazione e l’entità del distacco, gli orari della turnazione, le manovre necessarie sia per il distacco che per la rialimentazione dell’utenza. In base alla delibera CIPE del 6 novembre 1979, le imprese distributrici si devono attivare nella diffusione delle misure contenute nei piani di emergenza, da effettuarsi avvalendosi, per lo scopo, dei mezzi radio televisivi, della stampa e di ogni altro opportuno mezzo di comunicazione. In condizioni critiche, il PESSE rappresenta un efficace strumento operativo per il controllo del sistema elettrico: esso consente infatti di prevenire le conseguenze estreme del black-out e di ripristinare il minimo di riserva operativa per eventi accidentali, ripartendo a rotazione su tutte le utenze i disagi delle interruzioni di servizio e salvaguardando le utenze sensibili. Lo scopo ultimo dei piani di difesa: evitare il black-out generalizzato I piani di difesa, sebbene possano comportare il distacco di molte utenze, sono dunque uno strumento di gestione della rete finalizzato a mantenere la continuità più generale del servizio. Infatti, se le azioni citate non fossero efficaci per mantenere o riportare il sistema elettrico alla condizione “normale”, esso evolverebbe fino al vero e proprio black-out totale o su zone estese di rete, cioè con spegnimento di ogni tipo di utenza, senza distinzione di priorità e senza poter salvaguardare le utenze sensibili. In tale drammatico caso, solo l’attivazione del “piano di riaccensione” riporta il sistema elettrico in condizioni di normalità in tempi di ore.
  • 11.
  • 12. Heat/Health Warning Secondo un rapporto Censis-Salute, condotta nel 2003 su un campione di 1.500 ultrasessantenni, negli ultimi tre anni la quota degli anziani non autosufficienti è salita al 22,2 % e che, di questa, solo il 5,5% ha potuto contare sui servizi pubblici e appena una persona su cento sull’aiuto dei volontari. Sistema di termoregolazione
  • 14. “ Custode sociale”, già avviato da qualche anno dal comune di Milano. Questa nuova figura professionale vigila sulle persone anziane e sole, con un reddito limitato e con scarsa autosufficienza. Sono stati stanziati 4 milioni di euro per il biennio 2004-2005 e sono previsti 90 custodi per 46mila anziani ultrasettantenni. Un servizio di diversa natura è la Teleassistenza, che prevede l’installazione di un apparecchio nel domicilio dell’interessato, in grado di collegarlo a una centrale operativa che, 24 ore su 24, accoglie le chiamate di emergenza, offrendo sostegno e ascolto (le modalità di installazione variano da città a città: chi fosse interessato può rivolgersi direttamente al proprio comune). HEAT/HEALTH WARNING SYSTEM Teleassistenza Custode sociale
  • 15. Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Indagine sulla mortalità a seguito di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004 Secondo il monitoraggio effettuato dall’Ufficio Statistico del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, per il periodo 1 giugno-15 luglio 2004, non si è verificato un aumento della mortalità della popolazione over 65 in nessuna delle città esaminate, neanche in presenza dei picchi di calore registrati nella prima settimana di luglio. In particolare, l’analisi comparativa realizzata tra il numero di decessi registrati tra gli ultra75enni dal 1 giugno al 15 luglio 2004 rispetto allo stesso periodo del 2003, ha evidenziato una diminuzione del 17,2%. Anche il confronto tra i valori registrati nel 2004 e i dati del 2002 ha mostrato una significativa riduzione della mortalità (-5,8%). Tra la metà di luglio e la fine di agosto del 2003, nella nostra penisola sono morti 7.659 anziani in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’incremento, secondo l’Istituto superiore della sanità, è stato in media del 19,1%, più alto nelle metropoli (+39,8%) e minore nei centri più piccoli (tra il +13,8% e il +29,2%).
  • 16. Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004
  • 17. Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004
  • 18. Ministero della Salute Direzione Generale Prevenzione Sanitaria Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo 30 giugno 2004
  • 19. In quattro grandi comuni italiani (Roma, Milano, Torino e Genova) è stato predisposto il progetto pilota di assistenza basato sui custodi socio-sanitari, che hanno monitorato le condizioni di salute degli anziani over 70 direttamente nelle loro case con visite periodiche. Le iniziative predisposte dal Ministero della Salute Custodi socio-sanitari
  • 20. Dal 28 giugno al 19 agosto, il Call Center per le emergenze sanitarie “1500” ha risposto ad oltre 8.000 chiamate, con una media giornaliera di 152 telefonate al giorno. A chiedere informazioni e consigli medici, in particolare sulle ondate di calore, sono stati soprattutto gli ultra 65enni (69,59% delle telefonate totali), e le donne (62,83%). Il numero più elevato di chiamate, in percentuale sul totale, è arrivato da Lazio (20,69%), Lombardia (15,81%), Campania (12,04%), Sicilia (7,85%) e Piemonte (6,52%), ed i Comuni coinvolti, tra cui spiccano le grandi città, sono stati oltre 486. Le iniziative predisposte dal Ministero della Salute Numero Verde
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  • 22. ·Bere più liquidi (in particolare acqua), non aspettare di avere sete per bere; attenzione: se il medico, in presenza di particolari patologie, ha dato indicazioni per limitare la quantità di liquidi da bere, chiedergli quanto si può bere quando fa caldo; sempre in presenza di patologie o particolari farmaci, chiedere al medico indicazioni sui sali minerali da assumere o meno (ad es quelli contenuti nelle bevande per lo sport); non bere liquidi che contengano alcool, caffeina né bere grandi quantità di bevande zuccherate: tali bibite causano a loro volta la perdita di più fluidi corporei; non bere liquidi troppo freddi. ·Stare in casa o in zone ombreggiate e fresche e, se possibile, in ambienti condizionati nelle ore di maggiore insolazione (tra le 11 e le 15). ·Ventilare l'abitazione attraverso l'apertura notturna delle finestre e l'uso di ventilatori. I ventilatori possono fornire refrigerio, ma quando la temperatura supera i 35°C il loro effetto non previene più i disturbi legati al calore. ·Se si percepisce un surriscaldamento corporeo, aumentare la ventilazione, usare un condizionatore se è possibile. ·Nelle ore più calde, se non si ha un condizionatore in casa, fare docce e bagni extra o recarsi in luoghi vicini in cui vi sia l'aria condizionata (per esempio, cinema, centri commerciali, biblioteche); anche poche ore trascorse in un ambiente condizionato possono aiutare l'organismo a sopportare meglio il caldo quando si torna ad essere esposti ad esso. ·Indossare abiti leggeri, di colore chiaro, non aderenti, anzi sciolti, per permettere la circolazione dell'aria sul corpo. ·Evitare esercizi fisici non necessari all'aperto o in luoghi non condizionati ed evitare l'esposizione inutile al sole diretto. ·Se esposti a sole diretto mitigare l'effetto con cappelli leggeri a tesa larga o parasole, occhiali da sole e usando sulla pelle filtri solari con protezioni ad ampio spettro. ·Nel caso in cui si debbano svolgere attività all'aria aperta: limitarle alle ore mattutine e serali; limitare gli sforzi fisici, nel caso in cui sia necessario compiere tali sforzi introdurre dai 2 ai 4 bicchieri di bevande non alcoliche; riposarsi in luoghi ombreggiati. ·Preferire pasti leggeri e fare attenzione all'opportuna conservazione dei cibi. ·Non sostare in automobili ferme al sole né lasciare mai persone, specialmente bambini o anziani, nè animali domestici in auto o altri veicoli chiusi. ·Telefonare all'autorità sanitaria locale o al Comune per conoscere i servizi a cui ci si può rivolgere in caso di necessità e per saper se e dove, nelle vicinanze dell'abitazione vi sono appositi luoghi per il sollievo dal caldo. HEAT/HEALTH WARNING SYSTEM: Indicazioni
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  • 26. Pioggia di piccoli asteroidi
  • 27. Attentati suicidi Milano: 18 aprile 2002. Un piccolo velivolo si schianta contro “Pirellone” all'altezza del 25esimo piano: 5 morti e 34 feriti New York, 11 settembre 2001 due aerei di linea si schiantano contro le Twin Towers: circa 3.000 morti
  • 28. Bophal, 3 dicembre 1984 25.000 morti, 60.000 intossicati gravi                                                                                                     
  • 29. Soccorrere le vittime Intervenire per arginare i sub scenari del disastro Delimitare l’area del disastro Stabilire la catena di comando Gestire l’informazione (acquisizione, centralizzazione, distribuzione ed erogazione al pubblico) 14th World Conference on Disaster Management
  • 30.