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L’OCCUPAZIONE NEL TERZIARIO DI AREA FILCAMS:
L’EVOLUZIONE NELL’ULTIMO DECENNIO
Lorenzo Birindelli, Elio Montanari e Clemente Tartaglione
Febbraio 2005 (3° BOZZA)
Sommario
Obiettivi e disegno della ricerca
1. Dimensione e caratteristiche dell’occupazione nell’aggregato economico
Filcams
2. Dal dato aggregato ad una analisi degli addetti per settore di attività
economica
3. La struttura occupazionale per dimensione d’impresa
4. La dislocazione geografica dei dipendenti
5. L’evoluzione della base occupazionale: cambiamenti strutturali nell’ultimo
decennio e trend congiunturale fino al 2003
APPENDICE STATISTICA: l’occupazione nelle province
2
Obiettivi e disegno della ricerca
Con questo rapporto si realizza la prosecuzione dell’indagine sull’occupazione dei
settori di area Filcams presentata nel 20021
. Rispetto alla precedente edizione che
studiava l’area del terziario nella sua evoluzione strategico organizzative e nei suoi
risultati economico occupazionali è stata fatta la scelta di concentrarsi esclusivamente
sul lavoro. Precisamente, con questo progetto di ricerca verrà portata avanti l’indagine
sulla struttura occupazionale e sulla evoluzione del lavoro nel decennio che va dal 1991
al 2001. Le fonti utilizzate sono il censimento Istat e contabilità nazionale sempre
elaborata dell’Istat. La contabilità si è resa necessaria per sviluppare una analisi che
comprendesse anche i servizi domestici. Settore che invece è escluso dalla rilevazione
del Censimento. In secondo lungo si è reso necessario utilizzare la contabilità per
integrare la rappresentazione con alcune informazioni congiunturali sulla dinamica del
triennio 2001-2003.
Benché l’indagine sull’occupazione nel vecchio rapporto facesse riferimento al
1996 (anno del censimento intermedio), in questa ricerca la serie storica scelta per
studiata l’evoluzione della struttura occupazionale nei comparti Filcams è composta
dagli anni 1991 e 2001, mentre vengono utilizzati i dati del 1996 solo per l’esame della
dinamica più generale del terziario. Il motivo dell’esclusione di questo anno intermedio
è quello dell’omogeneità del campo di osservazione che anche secondo l’Istat si rivela
particolarmente importante quando l’elaborazione viene sviluppata sui micro dati
(Ateco fino alla 5° cifra). A questo proposito è importante ricordare che diversamente
dalle rilevazioni decennali (1991 e del 2001) che viene svolta sul complessivo apparato
economico per l’indagine del 1996 (censimento intermedio) è stato utilizzato un
sottoinsieme.
Non ci sono stati cambiamenti sostanziali rispetto all’aggregato economico
utilizzato per il rapporto del 2002. I settori sono stati selezionati seguendo le linee
sindacali della rappresentanza L’unica differenza ha riguardato l’integrazione della
classificazione settoriale rispetto ad alcune modificazioni avvenute in Filcams negli
ultimi anni. Nonostante ciò, come evidente dalla tavola sinottica n.2, non è stato
possibile realizzare una corrispondenza degli aggregati di comparto rispetto alle aree
economiche definite all’interno dei CCNL della Filcams.
1
Il terziario privato in Italia; Filcams CGIL, gennaio 2002
3
Il rapporto è stato organizzato su 5 capitoli. I primi 4 disegnano l’occupazione nel
volume e nella sua ripartizione per categoria professionale, comparti economici di
appartenenza; caratteristiche di genere, dislocazione geografica e presenza per
dimensione delle imprese. L’ultimo capitolo verrà invece dedicato ad analizzare come è
cambiata l’occupazione nel terziario di competenza Filcams nel periodo che va dal 1991
al 2001. Naturalmente, le variabili su cui verrà sviluppato il confronto restano quelle
con cui viene disegnato il settore all’interno dei primi quattro capitoli.
1. Dimensione e caratteristiche dell’occupazione nell’aggregato economico Filcams
L’occupazione complessiva (Figura 1) nei comparti di area FILCAMS, senza
contare gli addetti che operano nei servizi domestici2
, ammonta nel 2003 nelle stime
ISTAT di Censimento 2001 a quasi 6,5 milioni di persone. In tale cifra rientrano le
diverse categorie professionali con cui è possibile organizzare il lavoro (tavola sinottica
1). Come evidente dalla figura 1 le categorie su cui si concentra la larghissima parte
dell’occupazione è quella dei dipendenti e degli indipendenti. In questo ambito il
raggruppamento di interesse Filcams, ossia quello dei lavoratori dipendenti, ha superato
la soglia dei 3 milioni di persone.
Fig.1 L'occupazione dei settori di area Filcams ripartita per categoria professionale3
(valore assoluto)
3.024.892 3.143.108
307.473
23.911
Dipendenti Indipendenti* Co.Co.Co Interinali
Addetti Altre tipologie
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
2
Per le caratteristiche del settore dei servizi domestici e i forti cambiamenti introdotti con i provvedimenti di
regolarizzazione del 20002 è stata fatta la scelta di dedicarne un paragrafo separato alla fine di questo capitolo
3
4
Come era normale aspettarsi, nella ripartizione di genere la componente femminile
rappresenta una quota straordinariamente importante dell’occupazione. Nel pezzo di
terziario di rappresentanza Filcams sono donne oltre il 40% degli addetti. Tra le diverse
categorie professionali le donne sono maggiormente inserite tra i dipendente. Infatti,
come descritto dalla figura 2, in questa categoria si raggiunge un livello di
femminilizzazione pari al 55,4% dell’occupazione. Tra le forme contrattuali alternative
al lavoro dipendente l’incidenza delle donne scende invece drasticamente fino a poco
più del 34%. Per capire l’importanza del risultato di genere all’interno dei comparti
Filcams è sicuramente utile metterli in relazione con i dati più generali. Limitando il
confronto ai soli dipendenti, sempre secondo i dati del censimento, in Italia la quota di
donne sul totale dell’occupazione raggiunge il 37%. Questo risultato prende forma
componendo posizioni per macro aggregato economico molto diverse. Infatti, gran parte
dell'occupazione femminile è tradizionalmente assorbita dal terziario con una quota che
raggiunge il 45% dei dipendenti, contro un risultato dell’industria che si ferma a poco
più del 27%. All’interno di questo quadro di genere dell’economia nazionale, i comparti
della Filcams si collocano quindi non solo sopra la media nazionale ma anche in una
posizione significativamente superiore all’interno della complessiva area del terziario.
Fig.2 Caratteristiche di genere degli addetti (dati assoluti e quote %)
2.062.217
(65,6%)
1.349.937
(44,6%)
3.412.154
(57,6%)
1.080.891
(34,4%)
1.674.955
(55,4%)
2.755.846
(42,4%)
Addetti Dipendenti Indipendenti
Donne
Uomini
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
5
Tavola sinottica 1 Le definizioni Istat delle diverse categorie professionali su cui è disaggregata
l’occupazione
DIPENDENTI
Persona che svolge la propria attività lavorativa in un’unità giuridico - economica e che è iscritta nei libri paga dell’impresa o
istituzione, anche se responsabile della sua gestione. Sono considerati lavoratori dipendenti: i soci di cooperativa iscritti nei libri
paga; - i dirigenti, i quadri, gli impiegati e gli operai, a tempo pieno o parziale; - gli apprendisti; - i lavoratori a domicilio iscritti nei
libri paga; - i lavoratori stagionali; - i lavoratori con contratto di formazione e lavoro; - i lavoratori con contratto a termine; - i
lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni; - gli studenti che hanno un impegno formale per contribuire al processo produttivo in
cambio di una remunerazione e/o formazione.
INDIPENDENTI
persona che svolge la propria attività lavorativa in un'unità giuridico-economica senza vincoli di subordinazione. Sono considerati
lavoratori indipendenti: - i titolari, soci e amministratori di impresa o istituzione, a condizione che effettivamente lavorino
nell'impresa o istituzione, non siano iscritti nei libri paga, non siano remunerati con fattura, non abbiano un contratto Co.Co.Co
(oggi contratto a progetto); - i soci di cooperativa che effettivamente lavorano nell'impresa e non sono iscritti nei libri paga; - i
parenti o affini dei titolare, o dei titolari, che prestano lavoro senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale né il
versamento di contributi.
LAVORATORE INTERINALE
Persona assunta da un’impresa di fornitura di lavoro temporaneo (impresa fornitrice) la quale pone uno o più lavoratori a
disposizione di un’altra unità giuridico - economica (impresa o istituzione utilizzatrice) per coprire un fabbisogno produttivo a
carattere temporaneo.
COLLABORATORE COORDINATO E CONTINUATIVO (oggi collaboratore a progetto)
Persona che presta la propria opera presso un’impresa o istituzione con rapporto di lavoro non soggetto a vincolo di
subordinazione e che fornisce una prestazione dal contenuto intrinsecamente professionale o artistico, svolta in modo unitario e
continuativo per un tempo predeterminato, ricevendo un compenso a carattere periodico e prestabilito.
Fonte: Glossario Istat (Censimento)
2. Dal dato aggregato ad una analisi degli addetti per settore di attività economica
Come scritto nel primo capitolo di questo rapporto, il terziario (esclusi i servizi
domestici) corrispondente all’area contrattuale della categoria si avvicina a 6,5milioni di
persone occupate di cui quasi 6,2 milioni possono essere inquadrati nelle tradizionali
tipologie professionali dei dipendenti ed indipendenti. Si tratta di un volume di
lavoratori che come raffigurato nella tavola sinottica di seguito è il risultato della
somma tra l’intero raggruppamento del commercio e del turismo ed un pezzo rilevante
dei servizi privati alle persone e alle imprese.
6
Tavola sinottica 2 Comparti di area FILCAMS
ATTIVITA' DI COMMERCIO
SERVIZI ALLE FAMIGLIE (escluso servizi domestici)
Intermediari commercio (esclusi veicoli)
Commercio all'ingrosso (esclusi veicoli) Parrucchieri e istituti di bellezza
Commercio auto-moto e pezzi di ricambio Servizi dei centri e stab. per benessere fisico (non termali)
Vendita al dettaglio di carburanti per autotrazione Stabilimenti idropinici ed idrotermali
Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati ATTIVITA' DI LAVORO DOMESTICO
Commercio al dettaglio in esercizi specializzati Personale domestico
ATTIVITA' IMMOBILIARI STUDI PROFESSIONALI
Locazione, gestione immobili (1) Studi legali
SERVIZI INFORMATICI Studi notarili
Fornitura di software e consulenza Studi di architettura
Riparazione macchine per ufficio ed elaboratori elettronici Studi di ingegneria
Elaborazione dati Studi medici
Altri servizi informatici (2) Studi odontoiatrici
SERVIZI ALLE IMPRESE DI TIPO GESTIONALE E TECNICO Studi veterinari
Attività delle società di certificazione di bilanci Laboratori di analisi cliniche
Servizi di consulenza aziendale Attività professionali paramediche indipendenti
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale Studi commerciali, tributari, e di revisione contabile
Pubbliche relazioni TURISMO E ATTIVITA' RICREATIVE
Agenzie di informazioni commerciali Alberghi e motel
Agenzie di concessione degli spazi pubblicitari Colonie, case per ferie e di riposo
Studi di promozione pubblicitaria Villaggi turistici
Studi di mercato e sondaggi di opinione Campeggi ed aree attrezzate per roulottes
Servizi di ingegneria integrata Altri esercizi alberghieri
Altre attività tecniche (3) Ristoranti, bar e attività assimilabili
Collaudi e analisi tecniche di prodotti Mense e Fornitura di pasti preparati
Controllo di qualità e certificazione di prodotti Agenzie di viaggi e turismo (compresi i tour operators)
ATTIVITA' FARMACEUTICA Attività riguardanti i parchi di divertimento
Farmacie Stabilimenti balneari
SERVIZI ALLE IMPRESE DI TIPO OPERATIVO Sale da ballo e simili
Servizi di vigilanza privata e investigazione Sale giochi, biliardi
Servizi di pulizia e disinfestazione Attività riguardanti il gioco d'azzardo
(1) Tra le attività immobiliari è compresa anche l'amministrazioni di condomini
(2) Tra i servizi informatici è compresa anche l’attività telematica, robotica e eidomatica
(3) La voce altre attività tecniche raggruppa: Indagini industriali e tecniche; consulenza sulla sicurezza e igiene posti di lavoro;
disegnatori tecnici
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Filcams
Occupazione del terziario filcams ripartita per settore di appartenenza
Elaborando i dati sull’occupazione secondo la tassonomia settoriale proposta per questo
rapporto (tavola sinottica 2), l’area economica più consistente in termini numerici è
quello del Commercio con quasi 2,7 milioni di occupati, a cui va aggiunto il segmento
delle farmacie con 66 mila addetti. Dentro il commercio il pezzo più importante è quello
degli esercizi al dettaglio con quasi 1,7 milioni di addette al cui interno pesano per tre
quarti i punti vendita specializzati e per il restante terzo le attività non specializzate4
.
Sempre nello stesso settore, svolgono un ruolo primario anche le attività a monte della
4
Secondo la definizione Istat sono despecializzati quegli esercizi di vendita al dettaglio in sede fissa che attua la
vendita di una varietà prevalente di prodotti alimentari o non alimentari. Rientrano in questa categoria: ipermercati,
supermercati, minimercati; hard discount, grandi magazzini.
7
filiera commerciale. In effetti, secondo i dati del censimento, sono occupati nel
comparto dell’intermediazione e dell’ingrosso oltre 1 milione addetti.
Particolarmente significativa è anche la consistenza occupazionale nel turismo e
attività ricreative. Complessivamente questo aggregato, con poco più di 900 mila addetti
rappresenta il 15% dell’insieme dei comparti che fanno riferimento alla Filcams. Larga
parte di questo settore si concentra nelle attività dei bar e ristoranti con 560 mila addetti,
seguite da un secondo pezzo particolarmente importante che è quello del sistema
alberghiero e degli altri esercizi ricettivi5
che superano di poco le 200 mila persone
occupate.
Molto vicino ai numeri del turismo c’è l’aggregato degli studi professionali.
Mettendo insieme quelli che operano nell’ambito del diritto (legali, notarili,
commerciali e tributari), quelli tecnici (architettura ed ingegneria) e quelli inseriti nel
sistema sanitario, si raggiunge una cifra di 750 mila persone. In ordine di volume
occupazionale i primi sono gli studi commerciali e tributari con oltre 175 mila addetti.
A poca distanza ci sono gli studi medici con 160 mila occupati e quelli legali con 135
mila. Benché con dimensioni minori rappresentano un pezzo importante dell’apparato
degli studi professionali le due categorie tecniche degli ingegneri e architetti ciascuna
con oltre 60 mila addetti e il segmento sanitario degli odontoiatri con 77 mila persone.
Un altro raggruppamento importante all’interno del terziario Filcams è quello dei
servizi alle imprese di tipo gestionale e tecnico che superano di poco un assetto di oltre
mezzo milione di addetti. Fanno parte di questo aggregato una pluralità di servizi: c’è
tutta l’attività della consulenza aziendale e dei servizi commerciali e di marketing, a cui
vanno aggiunti i servizi tecnici (attività di ingegneria integrata, di collaudo e controllo
della qualità), e quelli di ricerca e fornitura di personale (ossia, l’intero sistema del
collocamento privato o delle agenzie di lavoro). Se si guarda al suo interno, secondo la
ripartizione proposta nella figura 3, il primo comparto è quello dei servizi tecnici che
sfiora le 180 mila unità. Al secondo posto, nonostante il suo recente sviluppo, c’è il
sistema di collocamento privato con 145 mila addetti; a questo comparto, seguono: le
attività di consulenza aziendale che assieme a quelle di certificazione dei bilanci (che
incidono per il 5% all’occupazione del comparto) occupano 110 mila persone; e il
complesso dei servizi di natura commerciale6
che sfiorano le 83 mila unità.
5
I principali esercizi inclusi in questa categoria sono gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi ed i
villaggi turistici, gli alloggi agro-turistici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini.
8
Infine gli altri due settori su cui l’esercizio di rappresentanza è affidato alla
filcams sono quello dell’informatica e quello dei servizi in ambito immobiliare. Per
quanto riguarda l’informatica l’occupazione ha raggiunto le 350 mila unità, mentre
l’insieme delle attività di locazione e gestione degli immobili cumula 226 mila
lavoratori. Fanno parte di quest’ultimo comparto anche il raggruppamento di chi
gestisce gli immobili per conto terzi (tra cui gli amministratori di condominio e portieri)
che raggiungono la cifra di 18 mila persone.
Fig.3 Occupati complessivi nei comparti di area FILCAMS (dati assoluti e quote % sulla somma dei
comparti)
Commercio
all'ingrosso eintermediari;
1.027.206; 17%
Commercio al
dettagliospecializzato;
1.277.065; 21%
Studi professionali;
751.845; 12
%
Farmacie;
66.279; 1%
Alberghi, motel e
attivitàassimilabili;
204.821; 3%
Bar e ristoranti;
560.941; 9%
Servizi di vigilanza
privata; 57.502;
1%
Servizi di pulizia;
339.574; 6%
Servizi di ingegneria
integratae altre attività
tecniche;179.952;
3%
Servizi di ricerca,
selezione efornitura di
personale;145.452;
2%
Attività di
consulenzaaziendale e
servizicommerciali;
192.973; 3%
Servizi informatici;
354.772; 6%
Locazione, gestione
immobili;226.881;
4%
Parrucchieri e
istituti dibellezza;
206.123; 3%
Stabilimenti
idropinici edidrotermali;
4.538; 0%
Attività ricreative;
35.762; 1%
Mense e Fornitura di
pastipreparati;
84.912; 1%
Agenzie di viaggi e
turismo; 43.654;
1%
Commercio al dettaglio
nonspecializzato;
395.350; 6%
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
6
Nell’area dei servizi commerciali sono stati messi insime: Pubbliche relazioni; Agenzie di informazioni commerciali:;
Agenzie di concessione degli spazi pubblicitari; Studi di promozione pubblicitaria; Studi di mercato e sondaggi di
opinione
9
La ripartizione degli addetti per categoria professionale Come si può vedere
dalla figura 4, dell’ammontare dei 6,2 milioni di addetti che operano nell’ambito delle
attività di competenza Filcams poco meno della metà (49%) possono essere inquadrati
nella definizione di dipendente. A questo risultato contribuiscono in modo molto
diverso i molteplici comparti di indagine. Il lavoro dipendente risulta nettamente
prevalente, con una quota che supera il 90% nelle agenzie di lavoro, comparto delle
mense; servizi di vigilanza; quelli di pulizia e il piccolo comparto delle attività termali.
Benché inferiori al primo raggruppamento, quote di dipendenti particolarmente elevate
o almeno superiori al 50% si registrano in molti altri settori. Tra questi c’è l’apparato
produttivo dell’informatiche e quello degli esercizi al dettaglio non specializzato dove la
quota di dipendenti supera i tre quarti degli addetti. Un organizzazione del lavoro in cui
comunque prevalgono i dipendenti si registra anche tra i servizi ricettivi e agenzie di
viaggio (attorno al 68%); nell’informatica per la parte dell’elaborazione dati (62%),
nelle farmacie, attività ricreative, nell’area della consulenza aziendale e dei servizi
commerciali e nel commercio all’ingrosso.
Nonostante un pezzo importante del terziario sembrerebbe privilegiare un rapporto
di lavoro di tipo dipendente, non mancano attività in cui la componente predominante
resta la categoria professionale degli autonomo. L’esempio più significativo per il
volume di persone coinvolte è il comparto del commercio al dettaglio specializzato dove
solo il 33% di 1,3 milioni di lavoratori è dipendente. Gli altri casi dove esiste una
composizione per categoria professionale altrettanto sbilanciata riguarda: l’area dei
servizi immobiliari, quella dei studi professionali, dei servizi tecnici alle imprese, e
l’intero comparto dei servizi alla persona.
10
Fig.4 Struttura per categoria professionale: la quota % di dipendenti all’interno di ciascun comparto di area
FILCAMS
52,6%
75,3%
32,9%
15,2%
71,1%
53,3%
98,5%
30,0%
59,7%
94,2%
89,4%
31,1%
95,2%
28,3%
67,3%
40,9%
95,8%
68,4%
51,2%
49,1%
Commercio all'ingrosso e intermediari
Commercio al dettaglio non specializzato
Commercio al dettaglio specializzato
Locazione, gestione immobili
Servizi informatici
Attività di consulenza aziendale e servizi commerciali
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale
Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche
Farmacie
Servizi di vigilanza privata
Servizi di pulizia
Parrucchieri e istituti di bellezza
Stabilimenti idropinici ed idrotermali
Studi professionali
Alberghi, motel e attività assimilabili
Bar e ristoranti
M ense e Fornitura di pasti preparati
Agenzie di viaggi e turismo
Attività ricreative
TOTALE
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Il volume dei dipendenti Il risultato della forte presenza di lavoratori autonomi
in molti settori del terziario riduce la base occupazione di interesse Filcams a poco più
di 3 milioni di dipendenti (sempre escludendo i servizi domestici) e ne modifica la
composizione settoriale. A questo proposito, al passaggio dagli addetti ai dipendenti i
settori che per consistenza e caratteristiche dell’occupazione hanno maggiormente
contribuito a ridisegnare la composizione della base occupazionale Filcams sono:
l’aggregato degli studi professionali, il cui peso passa dal 12% al 7%; i servizi
immobiliari che diventano appena l’1% della forza lavoro (4% degli addetti); l’area
delle agenzie di lavoro che al contrario dei primi due settori diventa il 5% della base
occupazionale dipendente (2,5% degli addetti) e il sistema dei servizi di pulizia che
11
diventa il 10% dei dipendenti contro un peso del 5% quando si sommano entrambe le
categorie professionali.
In questo quadro di mutamenti, il comparto numericamente più rilevante resta il
Commercio che “vale” quasi 1,3 milioni di dipendenti pari al 42% dell’intera base
occupazionale Filcams. Nell’ambito degli altri servizi il settore con il numero maggiori
di lavoratori dipendenti è quello delle attività di pulizia che “vale” oltre 300 mila
persone. A breve distanza c’è il settore dell’informatica (250 mila dipendenti); quello
della ristorazione (230 mila), l’aggregato dei studi professionali (212 mila), l’intero
apparato della consulenza aziendale e di servizi commerciali alle imprese (156 mila), e
con una dimensione simile a quest’ultimo raggruppamento, ci sono le agenzie di
collocamento private e il sistema ricettivo (alberghi e esercizi assimilabili). Infine, tutti
gli altri settori del terziario Filcams si attestano sotto la soglia dei 100 mila dipendenti.
In questo ambito quelli principali sono le attività di mensa e fornitura di pasti (81 mila
dipendenti); l’intera area dei servizi di “bellezza e benessere” (68 mila addetti) e le
imprese di vigilanza con 54 mila lavoratori dipendenti.
12
Fig.5 Gli occupati dipendenti per comparto (dati assoluti e quote % sulla somma dei comparti)
Commercio al dettaglio
specializzato;419.793;14%
Servizi di ingegneria integrata
e altreattivitàtecniche;
53.929;2%
Servizi di ricerca,selezione e
fornituradi personale;
143.327;5%
Attività di consulenza
aziendale eservizi
commerciali;102.875;3%
Servizi informatici;252.217;
8%Locazione,gestione immobili;
34.490;1%
Farmacie;39.569;1%
Servizi di pulizia;303.593;10%
Servizi di vigilanzaprivata;
54.168;2%
Parrucchieri e istituti di
bellezza;64.182;2%
Studi professionali;212.863;
7%
Alberghi,motel eattività
assimilabili;137.836;5%
Agenzie di viaggi eturismo;
29.839;1%
Mense eFornitura di pasti
preparati;81.348;3% Bar e ristoranti;229.626;8%
Attività ricreative;18.319;1%
Commercio all'ingrosso e
intermediari;540.200;18%
Commercio al dettaglio non
specializzato;297.869;10%
Stabilimenti idropinici ed
idrotermali;4.320;0%
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Le caratteristiche di genere dell’occupazione dipendente Oltre al risultato
più generale sul valore del terziario Filcams in termini di occupati dipendenti per
comparto, un primo passa avanti nella comprensione di questa base occupazionale può
essere fatto analizzandone le caratteristiche di genere. Senza dubbio si tratta di una
informazione preziosa per organizzare una rappresentanza che risponda in modo più
preciso alle molteplici e diverse esigenze dei lavoratori. A questo proposito il
censimento 2001 consente di approfondire come prende forma in termini settoriali quel
dato medio del 55% di donne nell’aggregato dei comparti filcams riportato nella figura
2 del primo capitolo di questo rapporto.
La situazione come è possibile vedere nella figura 6 si presenta molto
disomogenea tra comparti. C’è un primo raggruppamento di attività in cui la presenza di
13
donne è straordinariamente alta con quote che vanno oltre tre quarti dell’occupazione
dipendente. Benché diversi nel tipo servizio offerto, si tratta di 5 settori che possono
essere inquadrati nell’area delle attività tradizionali. In ordine di livello di
“femminilizzazione” ci sono parrucchieri ed istituti di bellezza; i dipendenti degli studi
professionali; agenzie di viaggio, mense e le farmacie. Dal lato opposto ci sono sempre
5 settori che si discostano dal dato medio di presenza delle donne nel terziario. Tra
questi c’è ne uno che per il tipo di attività è organizzato quasi esclusivamente su
dipendenti uomini ed è quello della vigilanza (solo 9% di donne). Per quanto riguarda
gli altri quattro la situazione è sostanzialmente simile con quote di donne per un terzo
dei dipendenti. E utile notare che in quest’area dove è minoritaria la presenza femminile
ci sono due importanti settori del terziario avanzato quale il pezzo principale
dell’informatica (fornitura software e consulenza) e tutto il gruppo delle attività
tecniche.
14
Fig.6 La struttura di genere: la quota % di donne sui dipendenti in ciascun comparto di attività Filcams
37%
60%
56%
54%
45%
64%
66%
34%
74%
9%
66%
89%
60%
85%
49%
50%
74%
75%
46%
55%
Commercio all'ingrosso e intermediari
Commercio al dettaglio non specializzato
Commercio al dettaglio specializzato
Locazione, gestione immobili
Servizi informatici
Attività di consulenza aziendale e servizi commerciali
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale
Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche
Farmacie
Servizi di vigilanza privata
Servizi di pulizia
Parrucchieri e istituti di bellezza
Stabilimenti idropinici ed idrotermali
Studi professionali
Alberghi, motel e attività assimilabili
Bar e ristoranti
M ense e Fornitura di pasti preparati
Agenzie di viaggi e turismo
Attività ricreative
TOTALE
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
3. La struttura occupazionale per dimensione d’impresa
In questo esercizi di studio quali quantitativo della base occupazionale che fa
riferimento alla Filcams un altro passaggio importante è la ripartizione dei lavoratori
rispetto alla dimensione dell’impresa. Come è ben noto in letteratura l’esercizio
sindacale diventa più gravoso in quei settori dove si registra una forte frammentazione
dell’attività ed una larga concentrazione dei dipendenti all’interno di micro realtà
produttive (quelle con meno di 9 addetti). A questo proposito, come confermano la
figura 7 e la successiva tabella 1, il terziario per la larghissima parte dei suoi settori si
sviluppa in un sistema di imprese in cui prevale la micro e piccola dimensione. Benché
da diversi anni molti settori del terziario hanno avviato un percorso di riorganizzazione
dell’attività verso una crescita dimensionale (il principale esempio è naturalmente
15
quello della distribuzione al dettaglio), ancora oggi il dato medio disegna un economia
in cui è particolarmente forte la presenza di micro imprese. Sempre i dati del
censimento 2001 descrivono una situazione in cui due terzi degli addetti si concentra
nelle micro imprese e solo il 20% dei lavoratori è inserito in imprese medio grandi (con
più di 50 addetti). Si tratta di un risultato fortemente sbilanciato che tuttavia cambia
notevolmente quando si circoscrive l’esercizio di ripartizione ai soli dipendenti. In
effetti, guardando alla sola categoria professionale dei dipendenti la presenza
occupazionale nelle micro imprese scendo fino al 33% e quella nelle medio grandi
raggiunge un livello del 41%. Un cambiamento della composizione che può essere
spiegata dalla diversa intensità con cui viene utilizzato il lavoro autonomo
nell’organizzazione dell’impresa. I dati ci restituiscono infatti una situazione in cui
esiste una correlazione forte tra dimensione e scelta delle categorie professionali.
Precisamente la relazione sembrerebbe essere quella di un crescente utilizzo degli
indipendenti al diminuire della dimensione dell’impresa.
Fig.7 Ripartizione occupati dell’aggregato economico di area filcams per classe dimensionale delle
imprese (Indice totale occupati = 100)
65,5
33,2
14,2
25,7
7,4
14,8
12,9
26,2
Addetti Dipendenti
250 e oltre
50--249
10--49
fino a 9
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Il modello di una organizzazione produttiva su micro e piccole dimensione
riguarda un pezzo importante dei settori del terziario. Nonostante sia possibile registrare
differenze sui livelli di frammentazione dei settori, sono pochi quei casi in cui le micro
16
imprese rappresentano una componente marginale dell’apparato produttivo. Come si
vede nella tabella 1 possono essere annoverati tra queste eccezioni il settore delle
imprese che svolgono attività di ricerca e fornitura del personale (agenzie private di
lavoro); quello della vigilanza privata; le mense; i servizi di pulizia; il sistema del
commercio non specializzato, il piccolo comparto delle attività termali e il più giovane
settore dell’informatica per la parte di attività che riguarda la consulenza e la fornitura
software. In una situazione del tutto opposta, dove almeno la metà dei dipendenti sono
inseriti in micro imprese, ci sono 7 settori. Tra questi è possibile evidenziare un
raggruppamento di attività (parrucchieri ed istituti di bellezza, farmacie, e studi
professionali) in cui si raggiunge un livello particolarmente elevato di frammentazione
produttiva.
Tab.1 Dipendenti per comparto e classe dimensionale dell’impresa (Indice totale dipendenti comparto =
100)
TOTALE fino a 9 10--49 50--249 250 e oltre
Commercio all'ingrosso e intermediari 100 31,8 39,2 17,0 12,0
Commercio al dettaglio non specializzato 100 10,3 17,2 12,6 59,9
Commercio al dettaglio specializzato 100 51,4 29,0 11,3 8,3
Locazione, gestione immobili 100 60,4 22,2 7,5 9,9
Fornitura di software e consulenza 100 10,1 23,9 24,1 41,8
Elaborazione dati e altri servizi informatici 100 37,9 35,2 19,3 7,6
Attività di consulenza aziendale e certificazione bilanci 100 37,0 23,5 13,9 25,6
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 100 0,5 0,9 1,4 97,3
Altri servizi commerciali e di marketing 100 27,6 31,7 25,8 14,9
Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche 100 35,7 28,6 15,1 20,6
Farmacie 100 79,4 13,3 5,7 1,6
Servizi di vigilanza privata 100 2,3 18,3 43,0 36,4
Servizi di pulizia 100 7,1 18,8 28,8 45,3
Parrucchieri e istituti di bellezza 100 87,5 11,9 0,6 0,0
Stabilimenti idropinici ed idrotermali 100 3,1 26,3 63,5 7,1
Studi professionali 100 73,3 19,4 5,7 1,6
Alberghi, motel e attività assimilabili 100 23,3 43,7 20,5 12,4
Bar e ristoranti 100 60,4 26,6 4,3 8,7
Mense e Fornitura di pasti preparati 100 2,8 9,3 12,1 75,8
Agenzie di viaggi e turismo 100 36,1 32,8 16,3 14,9
Attività ricreative 100 28,1 44,5 9,4 18,0
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
4. La dislocazione geografica degli addetti
L’area economica del terziario, e al suo interno il pezzo su cui esercita la sua
rappresentanza la Filcams si distribuisce geograficamente senza grosse differenze
17
rispetto alla intera economia nazionale. Utilizzando la variabile occupazionale e
precisamente quella dei dipendenti si ottiene una ripartizione per macro area geografica
in cui il Centro ed il Sud detengono le quote più piccole con una dimensione simile che
si attesta intorno al 20% dei dipendenti, mentre la fetta più importante del terziario si
concentra nel Nord (58%) ed in modo particolare nelle regioni del Nord ovest (35%). A
trainare questa dislocazione geografica è senza dubbio la Lombardia che da sola occupa
il 24% dei dipendenti dell’interno aggregato dei settori Filcams. In ogni modo, le cifre
della figura 8 ci consegnano una situazione in cui il terziario è presente con un apparato
produttivo in cui esiste una significativa presenza di dipendenti anche nel Lazio (340
mila persone pari all’11% del totale dei dipendenti in Italia), e con dimensioni non
particolarmente distanti nel Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Il dato cumulato su
queste prime 5 regioni, pari al 62% dei dipendenti, consentono anche di avere un prima
misura della elevata concentrazione territoriale delle attività di riferimento Filcams.
Fig.8 Ripartizione occupati dipendenti dell’aggregato economico di area filcams per regione (dati assoluti
e quote % sulla somma dei comparti)
Lombardia; 732.153; 23,6%
Liguria; 91.063; 2,9%
Lazio; 338.405; 10,9%
Basilicata; 16.307; 0,5%
Calabria; 46.459; 1,5% Sicilia; 133.422; 4,3% Sardegna; 63.436; 2,0%
Piemonete; 259.024; 8,4%
Valle d'Aosta; 8.331; 0,3%
Puglia; 124.039; 4,0%
Campania; 163.309; 5,3%
Molise; 9.273; 0,3%
Abruzzo; 49.018; 1,6%
E romagna; 291.643; 9,4%
Toscana; 213.128; 6,9%
Umbria; 41.479; 1,3%
Marche; 70.534; 2,3%
veneto; 298.541; 9,6%
Trentino AA; 77.011; 2,5%
Friuli VG; 74.934; 2,4%
Sud:19,5%
Centro:21,4%
Nord ovest:
35,2%
Nord est:
23,9%
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
18
Con le due tabelle che seguono è stato fatto il tentativo di capire la struttura
settoriale del sistema economico dei servizi in ciascuna macro ripartizione e nelle 20
regioni. Una prima informazione che si ricava dalla tabella 2 è che non ci sono
differenze sostanziali tra macro ripartizioni rispetto al peso del commercio. Il risultato
più bassa in questo segmento dell’economia del terziario si registra nel Centro Italia
dove comunque la quota di lavoratori dipendenti sfiora il 40%. Una situazione diversa si
registra nei servizi avanzati. In modo particolare l’informatica, la consulenza aziendale,
i servizi tecnici rappresentano pezzi di terziario che pesano maggiormente nell’area
centro settentrionale mentre costituiscono un segmento più marginale nell’terziario del
Sud. Precisamente, nel Nord ovest i servizi avanzati assorbono il 23% dei dipendenti del
terziario Filcams sul territorio, Nord est e Centro si attestano vicino con quota del 16 e
del 18%; e molto distante il mezzogiorno occupa solo il 12% dei dipendenti. Anche nel
turismo le differenze sono particolarmente marcate. Qui rispetto al precedente
raggruppamento di attività si registra un capovolgimento delle posizioni all’interno delle
macro aree. Nel Nord Ovest la quota di dipendenti che opera nel turismo si ferma al
13% mentre nel resto del paese l’incidenza sale a poco più del 18% nel Nord est e
regioni del Centro e quasi il 17% nel Sud.
Tab.2 Occupati dipendenti per comparto e macro area geografica (Totale dipendenti dell’area economica
Filcams nella macro area = 100)
Nord Ovest Nord est Centro Sud ITALIA
Commercio all'ingrosso e intermediari 19,5 18,7 14,6 14,4 17,3
Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati 9,2 9,4 8,9 10,7 9,5
Commercio al dettaglio specializzato 14,3 16,8 16,4 20,4 16,5
Locazione, gestione immobili 1,4 1,1 1,2 0,6 1,1
Servizi informatici 9,6 6,7 9,9 5,2 8,1
Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci 5,3 2,5 2,9 1,9 3,5
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 5,6 4,9 3,6 3,4 4,6
Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche 2,5 1,6 1,5 1,2 1,8
Farmacie 1,0 1,1 1,4 1,9 1,3
Servizi di vigilanza privata 1,5 1,0 2,0 2,9 1,8
Servizi di pulizia 8,6 8,8 10,4 11,4 9,6
Parrucchieri, istituti di bellezza e centri benessere 2,1 2,5 2,3 2,0 2,2
Studi professionali 6,5 6,8 6,5 7,2 6,7
Alberghi, motel e attività assimilabili 2,4 6,0 5,4 5,8 4,6
Bar e ristoranti 6,1 8,0 8,7 7,8 7,4
Mense e Fornitura di pasti preparati 2,9 2,5 2,7 1,8 2,6
Agenzie di viaggi e turismo 1,1 0,8 1,0 0,9 1,0
Attività ricreative 0,5 0,8 0,6 0,4 0,6
Totale settori area Filcams 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
19
Con la tabella 3, questo esercizio di analisi dei comparti che formano il terziario in
ciascuna macro ripartizione è stato ripetuto anche spostandosi sul livello regionale. Il
commercio continua ad essere il pezzo più importante dei dipendenti in ciascun
territorio. Nonostante questo non mancano differenze significative tra regioni. Casi
particolarmente visibili sono quelli della Valle d’Aosta e Lazio dove il commercio
rappresenta rispettivamente il 31 ed il 34% dell’occupazione, contro una situazione
diametralmente opposto che si registra in Sicilia, Calabria e Marche in cui il commercio
occupa la metà dei dipendenti del terziario Filcams. Nei servizi avanzati le distanze tra
le regioni si accentuano ancora di più. Si va da regioni come Lombarda, Piemonte e
Lazio in cui un quarto del lavoro si concentra nell’informatica e nei servizi più
professionalizzati alle imprese fino a situazioni come Trentino, Sicilia e Sardegna che
con gli stessi settori assorbono quote di dipendenti attorno al 10%. Distanze ancora più
accentuate si registra nel sistema dei servizi operativi (vigilanza e pulizia) e nel turismo.
Per quanto riguarda il primo raggruppamento si piazzano al primo posto come quota
relativa delle attività di vigilanza e pulizia sulla struttura locale del terziario tre regioni
del Mezzogiorno (Campania, Puglia e Basilicata). In queste tre realtà si raggiunge un
livello vicino al 20% contro un dato medio che si attesta attorno all’11%. Infine c’è il
turismo, in questo settore che nella tabella 3 accorpa anche le attività ricreative, la
Lombardia e il Piemonte occupano le ultime posizioni con livelli minimi poco superiore
al 12% mentre ci sono regioni come la Valle d'Aosta e Trentino AA in cui costituisce
l’attività più importante assieme al commercio.
20
Tab.3 I comparti in cui è dislocata l’ occupazione dipendenti nelle regioni (Totale dipendenti dell’area
economica Filcams in ciascuna regione = 100)
Attivitàdicommercio
(intermediari,ingrossoe
dettaglio)
Locazione,gestione
immobili
Serviziinformatici
(forniturasoftweare,
consulenza,elab.dati)
Servizialleimpresedi
tipogestionaleetecnico
Farmacie
Servizialleimpresedi
tipooperativo(vigilanza
epulizia)
Parrucchieri,istitutidi
bellezzaecentri
benessere
Studiprofessionali
Turismoeattività
ricreative
Totalesettoriarea
Filcams
ITALIA 43,2 1,1 8,1 9,8 1,3 11,3 2,2 6,7 16,1 100
Piemonete 39,2 1,3 10,9 13,4 1,2 11,7 2,1 7,6 12,4 100
Valle d'Aosta 31,1 0,5 7,3 6,3 1,6 7,7 2,0 5,8 37,6 100
Lombardia 44,3 1,4 9,7 14,2 0,8 9,6 1,9 5,9 12,1 100
Liguria 42,8 1,1 5,9 7,3 1,8 10,2 2,6 8,1 19,8 100
veneto 46,0 1,2 7,0 9,0 0,9 7,9 2,5 7,1 18,3 100
Friuli VG 44,5 0,9 5,3 9,6 1,2 12,5 2,4 6,5 16,9 100
Trentino AA 45,9 0,6 5,0 5,2 0,9 8,5 2,0 5,7 26,1 100
E romagna 43,4 1,1 7,2 9,8 1,3 11,3 2,7 6,9 16,1 100
Toscana 44,7 1,2 5,6 6,9 1,5 9,3 3,2 7,1 20,5 100
Umbria 45,1 0,6 5,1 6,5 1,7 12,1 2,9 6,4 19,4 100
Marche 48,1 1,0 5,8 9,1 1,5 7,6 3,5 7,8 15,5 100
Lazio 34,5 1,3 14,1 8,6 1,4 15,4 1,4 5,9 17,4 100
Abruzzo 48,7 0,5 3,8 10,3 1,5 9,6 3,4 6,0 16,0 100
Molise 52,2 0,6 4,4 9,5 1,2 8,1 2,0 6,5 15,3 100
Campania 39,2 0,7 6,8 6,1 1,8 17,9 1,5 7,9 17,8 100
Puglia 44,7 0,5 5,7 7,1 1,6 18,0 1,8 6,6 13,8 100
Basilicata 42,7 0,2 4,2 7,9 1,4 19,2 1,4 6,5 16,5 100
Calabria 50,1 0,5 4,9 6,5 2,1 10,6 2,2 6,9 16,1 100
Sicilia 49,7 0,6 4,1 5,4 2,2 10,2 2,3 7,9 17,3 100
Sardegna 47,9 0,7 4,5 4,5 1,9 12,5 1,9 6,1 19,8 100
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
L’occupazione nei servizi domestici Dopo aver descritto l’occupazione
dipendente del terziario Filcams nelle sue diverse caratteristiche (comparto, regione,
genere e dimensione d’impresa) e prima di passare al prossimo capitolo con cui verrà
fatto il tentativo di descrive quale è stata l’evoluzione della base occupazione che ha
portato ai risultati del 2001, un ultimo passaggio riguarda il settore dei servizi
domestici. Come già anticipato all’inizio del rapporto, le cifre sin qui proposte non
comprendevano quei lavoratori che svolgono attività domestica. Si tratta di un settore
che per volume occupazionale rappresenta un pezzo importante della rappresentanza
Filcams. Un settore che però non essendo organizzato su imprese o unità locali (uffici,
agenzie, laboratori, magazzini, stabilimenti, scuole) viene escluso dalla rilevazione del
censimento. In ogni modo un settore che rendeva poco utile il dato fermo al 2001 (anno
del censimento) in quanto per effetto del provvedimento di regolarizzazione (leggi
21
189/2002 e 222/2002) ha subito un cambiamento sostanziale nel volume di lavoratori
regolari che ovviamente le statiche hanno potuto registrare solo a partire dal 2002.
La fonte adottata per misurare la dimensione occupazionale del settore è quella di
Contabilità Nazionale Istat. Precisamente sono state utilizzate quelle rilevazioni che
consentono di separare la componente regolare dentro la più ampia base occupazionale
che svolge attività domestica. A questo proposito è utile ricordare che in questo settore
ancor più di quanto accade in larga parte dell’economia nazionale (ed in modo
particolare nel terziario) il fenomeno del sommerso nonostante i risultati del
provvedimento di regolarizzazione, riguarda ancora oggi il 66% dei lavoratori. Inoltre,
in questo modo è possibile realizzare un importante elemento di omogeneità con il
censimento che per la sua metodologia di rilevazione esclude in larghissima parte quella
quota di persone che sono attive nel mercato del lavoro ma che sono inserite all’interno
delle unità produttive in modo non regolare.
Secondo la rilevazione di contabilità, il settore dei servizi domestici nel 2002 ha
raggiunto una dimensione occupazionale di 402 mila persone che possono essere
inquadrate nella categoria professionale dei dipendenti. A questo risultato si giunge in
larghissima parte per effetto del processo di regolarizzazione che in un solo hanno ha
reso possibile una crescita dell’occupazione regolare del 69% (nel 2001 le stime Istat
registravano 238 mila dipendenti).
Se si fa l’ipotesi che in questo settore l’occupazione regolare ed irregolare si
distribuisce allo stesso modo sul territorio nazionale è possibile fare qualche
considerazione anche sulla sua dislocazione geografica. I dati di contabilità regionale
disegnano un settore che si discosta in modo evidente dalla più generale ripartizione che
metteva insieme tutte le altre attività economiche dell’area Filcams riportata nella figura
8. In questo settore l’area dove si concentra la quota più elevata di lavoratori è quella
del Centro Italia (32%) seguita a distanza dalle regioni del Nord ovest (28%); dal
comprensorio del Sud (22%) e Nord est (18%). Il principale contributo a questa
dislocazione geografica proviene dalla larga presenza di lavoratori domestici nella
regione Lazio e Lombardia che insieme si ritagliano una fetta di quasi il 40% degli
occupati nel settore. Tra le altre regioni una presenza significativi si registra anche in
Campani, Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna con una quota di occupazione simile
che in ciascuna di queste aree supera di poco il 7% del totale.
22
Fig.9 Ripartizione occupati dipendenti nel settore dei servizi domestici per regione (quote %)
Veneto 7,1%
Campania 7,4%
Lazio 19,4%
Trentino AA 1,4%
Liguria 2,4%
Lombardia 18,3%
Valle d'Aosta 0,2%
Piemonte 7,4%Sardegna 2,2%
Sicilia 5,2%
Basilicata 0,3%
Calabria 1,7%
Puglia 3,4%
Friuli VG 1,5%
Emilia Romagna 7,5%
Toscana 7,8%Umbria 2,0%
Marche 2,6%
Molise 0,4%
Abruzzo 1,8%
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Contabilità Regionale)
5. L’evoluzione della base occupazionale: cambiamenti strutturali nell’ultimo
decennio e trend congiunturale fino al 2003
Nell’ultimo decennio l’occupazione nell’aggregato economico che fa riferimento
alla Filcams è aumentato del 20%. Questo risultato si inserisce all’interno di un
processo più ampio di terziarizzazione delle economie avanzate tra cui va inclusa anche
l’Italia. Il cambiamento dell’economia nella direzione dei servizi è un processo
strutturale che avanza da almeno da tre decenni. L’analisi dell’evoluzione del contributo
di occupazione e valore aggiunto di questo settore dall’70 ad oggi è senza dubbio un
indicatore utile per capire la dimensione di questo fenomeno. Come evidenziato dalla
figura 10, negli ultimi trent'anni l'importanza dei servizi nell'economia è andata
costantemente crescendo. In termini di valore aggiunto si è passati da un contributo del
59% nel 1970 fino ad arriva ad una quota di ricchezza prodotta dalle attività terziarie
pari al 69%. Il risultato è ancora più evidente se si guarda l’occupazione. La
23
straordinaria crescita del volume di attività in un sistema dei servizi che si caratterizza
per una intensa presenza di lavoro per unità di valore aggiunto (superiore all’industria)
contribuisce a spiegare una evoluzione della quota di occupati nel terziario di quasi 26
punti percentuali. Precisamente, nel periodo che va dal 1970 al 2003 c’è stato un
passaggio da una quota di occupazione del 41% a poco oltre il 66%. Con questo
avanzamento l’Italia, che all'inizio degli anni settanta era tra le aree meno terziarizzate,
oggi ha recuperato il suo ritardo e si allinea ai risultati dei paesi più industrializzati.
Questa espansione del terziario in Italia e nel resto delle economia avanzate è la
risultante di una combinazione di fattori demografici, sociali e di organizzazione
dell’apparto industriale che hanno preso forma nel corso di molti anni. Ripetendo
quanto scritto nel rapporto Filcams del 2002 “Il terziario privato in Italia”, la crescita
di questo settore è stata trainata: da una parte, da continui mutamenti nei modelli di
consumo, stili di vita e cambiamenti demografici il cui effetto è stato una stabile crescita
della domanda di servizi da parte delle famiglie e degli individui; dall'altra parte, da un
processo di avanzamento nell’integrazione internazionale nonché progresso tecnico e di
organizzazione aziendale che ha moltiplicato il fabbisogno di servizi ad alta intensità di
conoscenza e anche intensificato processi di esternalizzazione che hanno determinano la
nascita di un sistema di fornitura specializzata nei diversi ambiti dei servizi alle imprese.
Fig.10 Cambiamento della struttura economica dal 1970 al 2003 per macro settore (quote %)
59,0 62,5 66,1 67,7 68,8
40,9
48,6
60,2
65,5 66,5
35,3 33,1 30,7 29,0 28,3
38,6
38,1
32,3
29,6 29,1
4,44,97,513,420,52,93,33,24,45,7
1970 1980 1990 2000 2003 1970 1980 1990 2000 2003
Valore aggiunto Occupati
Servizi Industria Agricoltura
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Contabilità Regionale )
24
Il progresso nella terziarizzazione del paese continua anche nell’ultimo decennio.
Benché nel corso di questo lungo periodo ci sia stata una fase all’inizio degli anni
novanta caratterizzata da importanti ristrutturazioni che hanno prodotto una perdita di
addetti (l’esempio più significativo è quello della razionalizzazione del commercio al
dettaglio nella direzione delle grandi superfici despecializzate), il risultato finale per la
parte dei comparti che possono essere attribuiti alla rappresentanza sindacale della
Filcams è stato quello di una crescita complessiva del 20% dell’occupazione.
Questo risultato si inquadra in una posizione leggermente superiore alla media
dell’intera economia dei servizi (comprensiva anche dei comparti fuori dal perimetro
Filcams) che sempre secondo i dati del censimento è stata capace di incrementare
l’occupazione del 18%. In ogni modo, una dinamica che consolida ulteriormente lo
spostamento dell’assetto economico del paese nella direzione del servizi, dal momento
che nello stesso periodo la componente industriale ha fatto registrare una perdita del 3%
dell’occupazione.
Fig.11 Evoluzione dell’occupazione nell’aggregato economico di area filcams (Variazione % 2001 – 1991)
40,8%
4,6%
20,2%
42,9%
17,8%
50,3%
Dipendenti Indipendenti Addetti 1991 2001 Addetti
Var. % 2001/91 nel terziario di area filcams Struttura per categoria professionale
nell'area Filcams (Quota % dipendenti)
Var.% 2001/91
nell'intera economia
dei servizi
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Questa capacità del terziario di creare occupazione (nel suo complesso e per la
parte di interesse Filcams) muta notevolmente tra le diverse categorie professionali e
tra le diverse branche del comparto. Come messo in evidenza anche dai numeri delle
prossime tre figure (figure 11 per il dato aggregato e figura 12 e 13 nell’analisi per
25
comparto), negli anni novanta si assiste ad una notevole ricomposizione delle attività e
organizzazione dei comparti che ha determinato profonde modificazioni nel modello di
terziarizzazione dell’economia.
Un primo aspetto riguarda le forme di lavoro. Nel corso di questi ultimi 10 anni
larga parte dei comparti si modificano nella direzione di una organizzazione produttiva
che realizza la sua flessibilità operativa nell’ambito del lavoro dipendente Il dato
generale è infatti quello di una occupazione dipendente che cresce del 41% a fronte di
una crescita tra gli indipendenti che si ferma al 5%. L’effetto di queste forti differenze
nell’andamento dell’occupazione è quello di un significativo spostamento della quota
relativa del lavoro dipendente sull'occupazione complessiva che è passata dal 43% del
1991 a poco più del 50% nel 2001. Se si guarda all’interno di questi numeri attraverso la
lente dell’indagine sulle forze di lavoro è possibile fare un successivo passo per
comprendere la natura di questo fenomeno. Confrontando la struttura dell’occupazione
dipendente nel terziario si scopre che nell’ultimo decennio c’è stato un aumento
particolarmente significativo delle forme di lavoro flessibile nella durata del rapporto e
negli orari. La quota relativa dei contratti temporanei è raddoppiata passando dal 5,5%
del 1993 al 10% del 2003. Allo stesso modo cambia radicalmente il peso dei contratti
con orario di lavoro parziale. Sempre nello stesso periodo la quota del part time è
aumentata fino all’11% rispetto al 6% del 1993.
Se si passa dal dato aggregato ad una indagine del comportamento dei singoli
comparti che formano il settore, si scopre che la crescita occupazionale è un fatto
diffuso all’interno del terziario (tabella 4) e che in larghissima parte delle attività questo
risultato viene realizzato dalla parte del lavoro dipendente (figura 12).
Tuttavia non mancano elementi che differenziano l’evoluzione dei comparti
nell’ultimo decennio. Come è possibile verificare dalla Tabella 4 un primo aspetto
riguarda indubbiamente l’intensità della crescita occupazionale (dipendente e
indipendente). Per le straordinarie performance di sviluppo può essere considerato un
servizio “emergente” quello della ricerca, selezione e fornitura del personale. In questo
comparto gli addetti sono passati da poche migliaia nel 1991 a più di 145 mila occupati
nel 2001. Una dinamica particolarmente vivace si registra anche nel comparto delle
attività di locazione e gestione degli immobili (+173% nel periodo che va dal 1991 al
2001). Sotto la spinta di una domanda crescente e di processi di outsourcing, gli altri
settori che hanno maggiormente contribuito alla crescita occupazionale sono quello
26
dell’informatica (la cui dimensione è raddoppiata nel corso di dieci anni) e l’intero
apparato dei servizi alle imprese da quelli ad alta intensità di conoscenza (knowledge
based) fino a quelli operativi (vigilanza e pulizia).
Per quanto riguarda l’area dei più tradizionali servizi legati alle famiglie la
situazione sembra invece più diversificata. Dentro il perimetro del turismo il principale
contributo occupazionale viene dalle agenzie di viaggio (+50%) e dalle attività di
fornitura di pasti caldi (80%), mentre appare meno marcata la crescita per alberghi, bar
e ristoranti dove gli addetti aumentano intorno al 13%. Al contrario, sempre nell’ambito
del terziario alla persona, non fa progressi l’insieme delle attività ricreative e tutto il
sistema dei servizi per il benessere (parrucchieri, istituti di bellezza e centri termali).
La situazione è molto diversa nell’ambito dei servizi distributivi. Il risultato
occupazionale è stato negativo per il 3,4%. Questa perdita occupazionale prende forma
all’interno di un processo di riorganizzazione del sistema distributivo in cui si sviluppa
il segmento a monte del ciclo commerciale (+18% l’occupazione nel comparto
dell’intermediazione ed ingrosso) e cambia la distribuzione al dettaglio nella direzione
di un assetto commerciale in cui aumenta la dimensione delle superfici di vendita e si
realizza un forte ridimensionamento del negozio tradizionale di vicinato con la nascita
di nuove formule distributive specializzate. In questo quadro il dato generale
dell’occupazione nell’ambito degli operatori al consumo finale prende forma attraverso
una crescita del 22% nel dettaglio non specializzate, contro una diminuzione
occupazionale del 18% negli esercizi specializzati.
Utilizzando i micro dati è possibile conoscere in modo più preciso le categorie
merceologiche che più hanno contribuito o contribuiscono a questo mutamento
all’interno della filiera commerciale. Per quanto riguarda le fasi a monte, i principali
contributi alla crescita occupazionale vengono dall’intera attività di intermediazione
(+5%) e dal rafforzamento del commercio all’ingrosso nei materiali da costruzione
(+48%), nel settore delle attrezzature per ufficio e supporti informatici (+48%) nel
comparto dei prodotti elettrici che se si esclude il segmento degli elettrodomestici e
apparecchi TV radio e comunicazione è cresciuto del +36%, nel settore merceologico
dei prodotti in metallo (+35%), in quello della chimica e farmaceutica (+26%) e nei
macchinari industriali (+12%). Seguono invece una dinamica opposta con casi di
27
importanti perdite occupazionali il commerci all’ingrosso dei prodotti alimentari, tessili
e petroliferi.
Quando ci si sposta lungo la filiera commerciale sugli esercizi al dettaglio,
dall’analisi dei micro dati si scopre che il contributo principale allo sviluppo del sistema
degli operatori despecializzati viene degli ipermercati dove l’occupazione è aumentata
del 124%. Sempre positivi, anche se con ritmo relativamente più contenuto è il risultato
nei supermercati (+82%) e nei minimercati (+15%).
Nell’ambito delle attività commerciali specializzate il tratto comune alla
larghissima parte dei comparti è quello di una diminuzione del lavoro. Questa dinamica
può essere in parte spiegata da un generale cambiamento nei modelli di consumo che
sembra aver messo in crisi il tradizionale assetto commerciale strutturato sulle piccole
superfici. La tendenza evidente è infatti quella dello spostamento verso attività
commerciali più strutturate su superfici medie e grandi nonché dell’affacciarsi sul
mercato di nuove formule distributive. Nel decennio in esame, anche per effetto di una
riforma che ha modificato lo schema regolati del settore della distribuzione si è
accentuata la diffusione della grande distribuzione alimentare, degli hard discount, dei
centri specializzati non alimentari, dei centri all'ingrosso non alimentari, dei centri
commerciali, dei factory outlet (centri commerciali che vendono prodotti di marca a
prezzi molto scontati) e delle catene di negozi, di cui il franchising rappresenta la
formula più dinamica. All’interno di questo processo di modernizzazione del sistema
distributivo un canale che subisce uno straordinario ridimensionamento è quello del
dettaglio ambulante. I dati del censimento ci restituiscono una situazione in cui gli
occupati diminuiscono del 36%.
Analizzando la situazione per categoria merceologica, gli unici prodotti su cui si
registra una significativa crescita occupazionale sono gli apparecchi elettrici (radio,
televisioni, attrezzatura fotografica e strumentazione audio). In tutte le altre categorie il
segno è negativo. In modo particolare, è molto forte la riduzione degli addetti nel
commercio specializzato di prodotti alimentari (-41%), seguita, anche se con cifre meno
visibili, dall’intero comparto tessile e pelletteria, quello dei mobili, elettrodomestici e
materiale elettrico, libri, giornali e tutti gli articoli tradizionalmente distribuiti nei
ferramenta dalle vernici ai diversi prodotti in metallo.
28
Tab.4 Dinamica occupazionale nel terziario Filcams
1991 2001 2001/1991
Comm. ingrosso intermediari 873.449 1.027.206 17,6%
Comm. dettaglio non specializ. 322.915 395.350 22,4%
Comm. dettaglio specializzato 1.794.014 1.471.234 -18,0%
Locazione e gestione immobili 83.187 226.881 172,7%
Servizi informatici 174.015 354.772 103,9%
Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci 149.310 192.973 29,2%
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 3.640 145.452 n.s
Ingegneria integrata e altre attività tecniche 99.708 179.952 80,5%
Farmacie 57.666 66.279 14,9%
Vigilanza privata 43.343 57.502 32,7%
Servizi di pulizia 164.598 339.574 106,3%
Parrucchieri, istituti bellezza e benessere 209.243 210.661 0,7%
Studi legali e notarili 99.425 162.944 63,9%
Studi di architettura e ingegneria 87.351 125.196 43,3%
Studi commerciali, tributari, e revisione contabile 96.502 176.745 83,2%
Alberghi e motel 150.606 169.769 12,7%
Altri esercizi tipo alberghiero 35.093 35.052 -0,1%
Bar e ristoranti 492.937 560.941 13,8%
Mense e Fornitura di pasti 46.845 84.912 81,3%
Agenzie di viaggi e turismo 29.054 43.654 50,3%
Attività ricreative 19.181 19.337 0,8%
TOTALE 5.032.082 6.046.386 20,2%
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Come anticipato nelle pagine precedenti, questa diffusa crescita dell’occupazione
si concentra principalmente nella categoria dei dipendenti. Fatte alcune importanti
eccezioni tra cui gli studi professionali, i servizi immobiliari e le attività a monte della
filiera commerciale, nel resto dei comparti l’evoluzione occupazionale è segnata da una
maggiore crescita tra i dipendenti (figura 12 e figura 13). Per il complesso dei settori
Filcams, questa diversa dinamica delle due categorie professionali ha fatto crescere di 7
punti percentuali la quota di chi svolge la propria attività lavorativa con un vincolo di
subordinazione passando dal 43% del 1991 al 50% del 2001
In molti servizi questa differenza nella crescita per tipologia di occupazione è
particolarmente marcata: nel commercio al dettaglio, attività ricettive, vigilanza privata
e mense si assiste ad un vero e proprio fenomeno di sostituzione dei lavoratori
indipendenti (che diminuiscono) con la categoria dei dipendenti (che invece aumenta);
nella ristorazione; attività ricreative e servizi di pulizia benché la crescita abbia
riguardato entrambe le categorie il dato di composizione si sposta significativamente
nella direzione dei dipendenti. La dinamica per categoria professionale resta invece
sostanzialmente stabile nel settore dell’informatica, e nelle agenzie di viaggio.
29
Fig.12 La dinamica dell’occupazione per comparto e categoria professionale (Variazione % 2001 – 1991)
Servizi informatici
M ense e Fornitura di pasti
Comm. ingrosso intermediari
Comm. dettaglio non specializ.
Comm. dettaglio specializzato
Locazione e gestione immobili
Consulenza aziendale, servizi
commerciali e certific.bilanci
Ingegneria integrata e altre
attività tecniche
Farmacie
Vigilanza privata
Servizi di pulizia
Parrucchieri, istituti bellezza e
benessere
Studi legali e notariliStudi di architettura e ingegneria
Studi commerciali, tributari, e
revisione contabile
Alberghi e motel
Altri esercizi tipo alberghiero
Bar e ristoranti
Agenzie di viaggi e turismo
Attività ricreative
-35%
-25%
-15%
-5%
5%
15%
25%
35%
45%
55%
65%
75%
85%
95%
105%
115%
125%
135%
145%
155%
165%
175%
185%
195%
205%
215%
-55% -45% -35% -25% -15% -5% 5% 15% 25% 35% 45% 55% 65% 75% 85% 95% 105% 115% 125% 135%
Variazione % dipendenti 2001/1991
Variazione%indipendenti2001/1991
* Nel grafico per motivi di significatività della variazione % si è scelto di escludere l’attività di ricerca, selezione e fornitura di
personale
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
30
Fig.13 Avanzamento nella struttura occupazionale per categoria professionale (Quota % dipendenti sul
totale addetti)
29%
28%
39%
43%
30%
27%
47%
33%
34%
43%
58%
53%
54%
45%
69%
69%
66%
57%
78%
89%
92%
65%
10%
15%
30%
31%
33%
36%
40%
41%
46%
50%
53%
53%
60%
64%
68%
71%
72%
75%
89%
94%
96%
99%
0% 20% 40% 60% 80% 100% 120%
Studi di architettura e ingegneria
Locazione e gestione immobili
Ingegneria integrata e altre attività tecniche
Studi legali e notarili
Parrucchieri, istituti bellezza e benessere
Comm. dettaglio specializzato
Studi commerciali, tributari, e revisione contabile
Bar e ristoranti
Altri esercizi tipo alberghiero
TOTALE
Comm. ingrosso intermediari
Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci
Farmacie
Attività ricreative
Agenzie di viaggi e turismo
Servizi informatici
Alberghi e motel
Comm. dettaglio non specializ.
Servizi di pulizia
Vigilanza privata
M ense e Fornitura di pasti
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale
2001
1991
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Oltre al dato sul cambiamento nella composizione per categoria professionale, i
fenomeni di modernizzazione e innovazione organizzativa del terziario possono essere
osservati anche analizzando l'evoluzione dimensionale delle imprese dei servizi. In
Italia, più di quanto avviene nel resto dell’Europa, la presenza di occupazione nelle
micro imprese (con meno di 9 addetti) è straordinariamente alta (63%). Si tratta di un
livello che continua a descrive una situazione di forte polverizzazione del settore del
terziario che però se letto rispetto alla situazione del 1991 (quando la quota delle micro
imprese occupava il 70% degli addetti), segna – anche se in modo particolarmente
31
contenuto - un passaggio verso la concentrazione dell’apparta produttivo. A questo
risultato ci si arriva infatti nel corso di un decennio in cui sono diversi i comparti che in
un processo di ammodernamento organizzativo realizzano una riduzione della quota di
micro imprese. Il primo esempio di concentrazione riguarda il commercio al dettaglio
ed in modo particolare quello non specializzato. Interessante anche l’avanzamento
dimensionale in larga parte dei comparti del turismo. Una situazione in controtendenza
è invece quella che si registra per gli studi professionali dove pur partendo da situazioni
di straordinaria polverizzazione, le micro imprese conquistano ulteriori quote di addetti
fino ad assorbirne la quasi totalità.
In ogni modo, al di la della diversa direzione intrapresa dai comparti del terziario,
se ci si sofferma ai soli dati strutturali (livello di occupazione nelle micro imprese) si
scopre che nella realtà dei servizi esisto situazioni molto disomogenee con alcuni casi
eccezionali in cui la presenza del lavoro nelle micro imprese è diventato un fenomeno
marginale. Come si può vedere dalla figura 13 all’interno del terziario convivono:
situazioni in cui in cui la presenza di addetti nelle imprese più piccole rappresenta quote
decisamente modeste (servizi di pulizia e di vigilanza, mense e attività di ricerca e
fornitura di personale); con un altro pezzo del sistema produttivo che prende forma
quasi esclusivamente attorno a micro operatori (le diverse tipologie di studi
professionali; le imprese di locazione e gestione degli immobili; le farmacie e l’insieme
degli operatori che possono essere ricondotto al comparto dei parrucchieri ed attività di
bellezza e benessere)
32
Fig.14 L'occupazione nelle micro imprese (classe addetto 1-9): quota % sul totale addetti
36,3%
5,7%
7,8%
18,3%
49,6%
45,8%
45,6%
69,8%
52,7%
56,9%
66,2%
69,9%
76,3%
80,5%
73,5%
87,3%
85,4%
90,6%
87,9%
94,4%
88,3%
87,2%
1,8%
5,7%
5,7%
14,5%
30,6%
40,2%
41,8%
47,8%
53,8%
61,6%
62,4%
62,6%
67,3%
73,6%
79,8%
82,0%
84,8%
86,1%
92,3%
93,5%
93,5%
97,8%
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale
Vigilanza privata
M ense e Fornitura di pasti
Servizi di pulizia
Comm. dettaglio non specializ.
Alberghi e motel
Servizi informatici
Attività ricreative
Agenzie di viaggi e turismo
Comm. ingrosso intermediari
Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci
TOTALE
Altri esercizi tipo alberghiero
Comm. dettaglio specializzato
Ingegneria integrata e altre attività tecniche
Bar e ristoranti
Studi commerciali, tributari, e revisione contabile
Farmacie
Studi legali e notarili
Parrucchieri, istituti bellezza e benessere
Locazione e gestione immobili
Studi di architettura e ingegneria
2001
1991
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Nonostante la crescita diffusa, la disomogeneità nella dinamica occupazionale non
ha mancato di modificare anche nel corso di questo decennio la composizione
occupazionale per comparto (tabella 5). Limitandosi all’analisi dei soli dipendenti e
all’area economica su cui la Categoria esercita la sua attività sindacale, si scopre che il
fenomeno emergente riguarda il forte sviluppo del comparto della ricerca e fornitura
del personale che rispetto al 1991 (quando la sua base occupazione si fermava a poco
meno di 2500 dipendenti) è diventato in 10 anni quasi il 5% dell’insieme dei lavoratori
33
che hanno come riferimento contrattuale la Filcams. Sempre in termini di evoluzione
delle quote, un crescita significativi si registra anche per due attività che si collocano
agli antipodi della tassonomia dei servizi per qualità delle competenze professionali
richiesti: da un lato ci sono le attività di pulizia (tipico servizio tradizionale upskilled)
che nel 2001 sono diventate il 10% dell’occupazione Filcams (mentre nel 1991
rappresentavano il 6%); dall’altro lato c’è il settore informatico - uno dei principali
servizi così detti “avanzati” – che oggi dopo un importante sviluppo è diventato oltre
l’8% dell’occupazione complessiva. In questo esercizio di indagine dei cambiamenti
della ripartizione dei dipendenti per comparto, in una posizione diametralmente opposta
si colloca il commercio che, nonostante la crescita degli esercizi non specializzati, in un
decennio è passato da occupare una quota del 55% nel 1991 ad un livello che si attesta
poco distante dal 45% nel 2001. Per quanto riguarda il resto delle attività gli
spostamenti (sia verso l’alto che verso il basso) non superano mai l’1%.
Naturalmente, il quadro descritto non ha mancato di modificare le caratteristiche
qualitative del sistema del terziario su cui opera la categoria. Un primo aspetto
importante riguarda lo spostamento del baricentro dal commercio verso l’apparto degli
altri servizi. Dentro questa nuova area che rappresenta il 55% dei dipendenti, assume
forma crescente quella categoria dei servizi avanzati che si caratterizzano per un più alto
contenuto professionale. A questo riguardo, mettendo insieme i dipendenti riconducibili
a quelle attività a maggior contenuto di conoscenza (il complesso sistema della
consulenza, l’informatica e le attività degli studi professionali) si raggiunge quasi un
quarto dei dipendenti su cui la Filcams esercita la sua rappresentanza.
Al contrario, sono pochi quei servizi tradizionali su cui si registra un aumento
della quota relativa di occupazione. In questo ambito, come già evidenziato nelle
precediti pagine, l’unico settore che fa eccezione è quello dei servizi di pulizia. Un
tipico servizio operativo alle imprese che evolve rapidamente per effetto di un processo
di riorganizzazione che lo vede quasi sempre inserito tra quelle attività che vengono
esternalizzate. Non cambia invece il peso dell’industria del turismo e delle attività
ricreative che continuano a rappresentare una quota del 16% dell’occupazione totale.
34
Tab.5 Cambiamenti della composizione di comparto rispetto al volume di dipendenti nell'intera area
contrattuale della Filcams
Quota % dipendenti
anno - 2001
Differenza rispetto alla
situazione 1991
Commercio all’ ingrosso ed intermediari 17,8 -5,6
Commercio al dettaglio non specializzato 9,8 1,3
Comm. Dettaglio specializzato 17,3 -5,2
Locazione e gestione immobili 1,1 0,1
Servizi informatici 8,3 2,8
Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci 3,4 -0,3
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 4,7 4,6
Ingegneria integrata e altre attività tecniche 1,8 0,0
Farmacie 1,3 -0,2
Vigilanza privata 1,8 0,0
Servizi di pulizia 10,0 4,0
Parrucchieri, istituti bellezza e benessere 2,3 -0,7
Studi legali e notarili 1,6 -0,4
Studi di architettura e ingegneria 0,4 -0,8
Studi commerciali, tributari, e revisione contabile 2,3 0,2
Alberghi e motel 4,0 -0,6
Altri esercizi tipo alberghiero 0,5 0,0
Bar e ristoranti 7,6 0,1
Mense e Fornitura di pasti 2,7 0,7
Agenzie di viaggi e turismo 1,0 0,1
Attività ricreative 0,4 0,0
TOTALE 100,0 0,0
Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento)
Il trend dell’occupazione nel periodo che va dal 2001 al 2003 Nel corso
dell’ultimo triennio il tasso di crescita della attività produttiva e quello
dell’occupazione si sono andati, per il complesso dell’economia progressivamente
riducendo: in molti comparti di area FILCAMS la stagnazione si è trasformata in
recessione, con variazioni negative dell’output (valore aggiunto a prezzi costanti).
La flessione dell’attività produttiva è stata particolarmente severa negli
Autoveicoli e carburanti e nel Turismo. Anche nella Ristorazione la dinamica è stata
negativa sia nel 2002 che nel 2003. Nel Commercio al dettaglio il biennio 2002-2003 è
stato di sostanziale stagnazione. Anche l’Informatica ha conosciuto dopo molti anni nel
2003 una consistente flessione (figura 15).
35
Fig.15 Dinamica del valore aggiunto
VALORE AGGIUNTO A P. COSTANTI - VARIAZIONI % ANNUE
1,9
4,9
1,4
1,3
2,6
1,9
2,9
8,6
5,9
-1,2
2,0
0,2
-3,0
2,0
0,0
-0,4
-0,9
2,6
0,8
0,2
2,6
-1,2
-2,5
-0,4
0,4
4,8
0,9
1,0
1,9
-0,9
-0,2
0,1
-0,3
2,1
-1,9
-0,7
-4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0
COMMERCIO
-Autoveicoli e carburanti (vendita)
-Commercio all'ingrosso
-Commercio al dettaglio
ALBERGHI E PUBBLICI ESERCIZI
-Alberghi, campeggi, ecc.
-Ristorazione
Informatica e ricerca
Attività professionali e serv. alle imprese
Attività ricreative, culturali e sportive
Servizi domestici
TOTALE ECONOMIA
2001 2002 2003
Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT (Conti economici nazionali annuali)
Questa fase congiunturale negativa ha sino a questo momento avuto un impatto
attenuato in termini di quantità complessiva di lavoro (unità di lavoro totali). Nel
biennio 2002-2003, infatti, nessuno dei comparti di area FILCAMS ha conosciuto una
contrazione dell’occupazione (figura 16). L’unica flessione a livello settoriale che si
registra nel periodo è quella (nel 2001) relativa della vendita di Autoveicoli e
carburanti, che però appare il risultato di una ristrutturazione specifica (nello stesso
anno infatti la produzione cresce quasi del 5%).
L’impatto della stagnazione dell’attività produttiva è sul numero di occupati
dipendenti ancora minore di quanto si è riscontrato per le unità di lavoro totali (figura
17). Ciò vale per l’intera economia ed anche per i comparti FILCAMS. Si può in questo
caso al più parlare di un certo rallentamento della crescita, particolarmente accentuato
36
nell’Informatica. L’unica variazione negativa si registra (nel 2003) per il Commercio
all’ingrosso.
Fig.16 “Quantita” complessiva di lavoro
UNITÀ DI LAVORO TOTALI - VARIAZIONI % ANNUE
1,6
-1,0
3,3
1,3
3,0
2,3
3,3
1,8
6,7
3,3
4,4
2,7
1,6
1,3
1,3
0,9
1,1
1,6
0,8
2,3
1,8
2,1
3,5
0,1
0,6
1,2
0,8
5,0
2,8
3,3
1,8
0,5
0,5
0,1
0,8
0,0
0,0
3,7
0,4
-2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0
COMMERCIO
-Autoveicoli e carburanti (vendita)
-Commercio all'ingrosso
-Commercio al dettaglio
ALBERGHI E PUBBLICI ESERCIZI
-Alberghi, campeggi, ecc.
-Ristorazione
Attività immobiliari e noleggio
Informatica e ricerca
Attività professionali e serv. alle imprese
Attività ricreative, culturali e sportive
Servizi domestici
TOTALE ECONOMIA
2001 2002 2003
Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT (Conti economici nazionali annuali)
37
Fig.17 Dinamica dell’occupazione dipendente
OCCUPATI DIPENDENTI - VARIAZIONI %ANNUE
3,4
1,0
5,6
2,8
9,2
6,3
10,4
1,8
8,8
8,1
6,2
0,9
2,5
2,8
5,8
-0,7
4,1
5,6
4,8
6,0
0,7
4,6
7,4
1,4
3,2
0,6
4,0
3,8
8,7
3,5
3,7
7,0
2,0
1,2
4,3
2,8
6,2
1,6
4,3
-2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0
COMMERCIO
-Autoveicoli e carburanti
(vendita)
-Commercio all'ingrosso
-Commercio al dettaglio
ALBERGHI E PUBBLICI
ESERCIZI
-Alberghi, campeggi, ecc.
-Ristorazione
Attività immobiliari e
noleggio
Informatica e ricerca
Attività professionali e serv.
alle imprese
Attività ricreative, culturali e
sportive
Servizi domestici
TOTALE ECONOMIA
2001 2002 2003
Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT (Conti economici nazionali annuali)
38
APPENDICE STATISTICA: l’occupazione dipendente nelle province (fonte: censimento Istat)
Commercio
Attività
immobiliari
Informatica
Turismo e
attività
ricreative
Parrucchieri
e istituti di
bellezza
Altri servizi
benessere
Farmacie
Studi
professionali
Servizi alle
imprese di
tipo
gestionale e
tecnico
Servizi di
pulizia
Servizi di
vigilanza
Torino 52.340 2.396 22.858 18.042 2.886 187 1.805 12.112 25989 15.557 2.225
Vercelli 3.983 88 482 1.292 176 3 112 682 858 1.590 144
Biella 4.895 67 522 927 228 2 115 786 773 1.228 178
Verbano-Cusio-Ossola 3.114 99 380 1.698 168 3 110 599 388 286 55
Novara 9.569 210 1.035 2.625 475 10 248 1.163 2030 1.368 255
Cuneo 12.893 209 1.666 3.650 521 24 340 2.278 2632 4.115 286
Asti 3.827 139 587 907 211 12 126 783 710 665 78
Alessandria 11.577 215 790 2.339 514 99 337 1.572 1524 1.943 311
Aosta 2.606 42 607 3.122 164 0 133 489 524 515 129
Varese 24.179 495 2.646 7.430 1.372 59 559 3.585 6044 2.244 562
Como 16.741 293 1.287 4.925 759 13 284 2.206 2597 2.106 879
Lecco 8.168 171 726 1.775 477 5 151 1.340 1608 1.559 175
Sondrio 4.043 68 413 1.786 191 29 79 667 662 376 86
Milano 183.760 7.167 55.350 48.412 6.200 221 2.814 21.721 71735 36.999 6.100
Bergamo 26.134 744 2.942 6.691 1.295 76 467 4.200 6746 4.428 743
Brescia 31.056 1.022 3.989 9.053 1.555 157 548 4.960 7979 5.706 1.261
Pavia 11.564 170 924 2.729 601 74 252 1.818 1676 2.164 319
Lodi 4.905 136 973 1.055 279 4 132 591 956 1.047 189
Cremona 7.469 152 662 1.788 438 3 217 1.215 1835 1.500 218
Mantova 8.799 127 848 1.887 476 8 235 1.540 2027 1.493 199
Bolzano-Bozen 20.774 272 1.419 13.090 787 35 315 2.445 2068 2.804 114
Trento 14.717 227 2.441 6.880 632 79 366 1.954 1957 3.492 176
PIEMONTE
VALLE D'AOSTA
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO ADIGE
40
Commercio
Attività
immobiliari
Informatica
Turismo e
attività
ricreative
Parrucchieri
e istituti di
bellezza
Altri servizi
benessere
Farmacie
Studi
professionali
Servizi alle
imprese di
tipo
gestionale e
tecnico
Servizi di
pulizia
Servizi di
vigilanza
Verona 28.077 668 3.403 9.614 1.159 52 468 4.550 5334 4.979 461
Vicenza 23.620 599 3.594 5.336 1.225 48 473 3.381 5036 2.751 473
Belluno 4.817 90 409 2.142 275 29 118 782 884 356 90
Treviso 22.293 541 3.055 5.885 1.299 49 451 3.371 5301 3.031 354
Venezia 25.977 933 3.227 17.955 1.341 82 640 3.628 4373 5.666 995
Padova 28.058 603 6.783 11.819 1.480 171 561 4.685 5353 3.314 474
Rovigo 5.231 111 428 1.258 304 2 116 831 659 570 132
Pordenone 7.597 131 595 2.348 376 10 156 1.307 2623 2.034 84
Udine 16.056 263 1.876 5.680 783 14 409 2.017 2673 3.141 273
Gorizia 3.325 56 297 1.591 222 4 102 539 531 653 297
Trieste 6.576 243 1.209 2.802 369 1 265 1.088 1356 2.523 412
Imperia 5.954 117 254 2.357 327 35 195 945 283 571 127
Savona 6.757 119 419 3.114 389 6 284 1.387 796 933 177
Genova 21.918 716 3.977 10.362 1.294 24 955 4.464 4839 4.045 1.570
La Spezia 4.761 85 716 2.112 329 5 209 711 784 1.796 133
Piacenza 7.650 102 887 1.839 349 2 152 1.025 1567 2.456 161
Parma 10.940 255 3.448 4.074 637 607 268 1.992 2626 4.051 385
Reggio nell'Emilia 12.746 314 1.590 3.253 590 4 386 2.208 3174 2.589 406
Modena 20.331 578 3.039 5.972 1.033 64 436 3.077 5274 4.155 345
Bologna 34.599 1.171 7.564 13.871 1.709 228 1.068 5.314 10299 9.991 826
Ferrara 9.149 193 774 3.027 469 24 358 1.398 1011 1.887 212
Ravenna 10.035 187 1.472 4.670 594 221 446 1.653 2207 2.065 306
Forli'-Cesena 13.592 151 1.398 3.304 653 176 294 1.940 1333 1.477 153
Rimini 8.278 123 918 5.366 550 77 270 1.790 1190 1.497 161
VENETO
FRIULI VENEZIA GIULIA
LIGURIA
EMILIA ROMAGNA
41
Commercio
Attività
immobiliari
Informatica
Turismo e
attività
ricreative
Parrucchieri
e istituti di
bellezza
Altri servizi
benessere
Farmacie
Studi
professionali
Servizi alle
imprese di
tipo
gestionale e
tecnico
Servizi di
pulizia
Servizi di
vigilanza
Massa-Carrara 4.167 95 353 1.462 304 24 134 664 458 783 75
Lucca 9.787 204 906 4.636 671 23 364 1.486 1100 1.406 296
Pistoia 7.171 106 897 2.459 502 216 222 1.269 690 617 238
Firenze 33.712 1.128 4.820 16.158 1.825 55 863 5.128 6414 4.771 1.357
Prato 5.845 142 926 1.079 447 0 213 1.087 1050 985 168
Livorno 7.387 150 635 3.621 389 48 279 1.306 1279 1.850 376
Pisa 9.720 127 1.466 3.350 590 130 417 1.386 1466 2.288 315
Arezzo 8.201 180 823 2.436 562 4 253 1.050 1101 1.883 540
Siena 5.790 316 757 4.648 384 199 180 1.043 836 914 118
Grosseto 4.313 111 285 2.432 231 212 192 823 302 677 213
Perugia 14.292 202 1.485 5.916 823 26 507 2.023 2243 2.999 318
Terni 4.583 35 638 1.805 363 9 206 662 453 1.550 152
Pesaro e Urbino 7.430 289 960 2.921 557 50 235 1.470 1854 989 177
Ancona 12.407 317 1.571 3.493 791 57 296 2.169 2732 1.958 371
Macerata 6.545 69 932 1.768 389 79 303 1.016 889 534 98
Ascoli Piceno 7.825 56 607 2.087 502 52 206 1.096 968 1.008 238
Viterbo 5.392 70 210 1.548 208 77 173 654 570 1.257 152
Rieti 1.795 21 126 795 95 18 65 269 518 310 83
Roma 94.721 4.182 45.937 52.057 3.550 89 3.862 17.041 24766 38.888 7.548
Latina 9.181 80 772 2.610 333 11 307 1.439 1540 1.569 359
Frosinone 6.328 62 554 2.283 267 174 239 1.177 1783 1.494 325
TOSCANA
UMBRIA
MARCHE
LAZIO
Commercio
Attività
immobiliari
Informatica
Turismo e
attività
ricreative
Parrucchieri
e istituti di
bellezza
Altri servizi
benessere
Farmacie
Studi
professionali
Servizi alle
imprese di
tipo
gestionale e
tecnico
Servizi di
pulizia
Servizi di
vigilanza
L'Aquila 4.445 45 528 1.573 176 29 168 511 811 766 251
Teramo 5.109 71 446 1.605 391 17 155 748 1400 466 166
Pescara 7.537 106 392 2.353 414 171 195 954 1070 1.458 109
Chieti 6.980 43 503 2.139 453 18 221 778 1779 1.087 423
Isernia 1.070 9 144 411 50 0 33 179 234 229 42
Campobasso 2.765 47 267 998 128 7 75 437 650 323 156
Caserta 8.203 93 902 2.184 204 5 421 2.073 1297 1.584 835
Benevento 2.755 46 228 995 106 3 122 754 378 818 243
Napoli 36.445 907 7.766 19.000 986 505 1.762 9.226 5759 17.324 3.274
Avellino 4.593 16 741 1.707 189 15 140 845 811 1.519 354
Salerno 12.881 106 1.483 5.307 461 27 561 2.860 1691 2.675 702
Foggia 6.963 42 347 2.834 234 61 310 1.161 1265 1.535 801
Bari 27.558 290 5.371 7.389 867 28 825 3.868 4393 10.417 1.233
Taranto 6.900 167 459 1.953 270 4 281 868 732 3.351 578
Brindisi 4.481 30 280 2.120 247 1 181 732 659 1.307 479
Lecce 10.892 66 593 2.866 428 94 415 1.694 1791 1.723 938
ABRUZZO
MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
43
Commercio
Attività
immobiliari
Informatica
Turismo e
attività
ricreative
Parrucchieri
e istituti di
bellezza
Altri servizi
benessere
Farmacie
Studi
professionali
Servizi alle
imprese di
tipo
gestionale e
tecnico
Servizi di
pulizia
Servizi di
vigilanza
Potenza 4.131 21 475 1.661 106 19 144 640 538 2.004 545
Matera 2.606 4 212 1.035 110 0 80 436 744 399 183
Cosenza 8.691 73 1.235 2.620 310 132 372 1.201 1379 1.819 399
Crotone 1.619 34 93 666 44 7 69 309 167 241 92
Catanzaro 4.982 65 459 1.726 185 48 158 641 649 965 248
Vibo Valentia 1.319 2 170 988 40 2 72 235 119 133 52
Reggio di Calabria 5.527 56 300 1.450 248 15 311 931 718 742 259
Trapani 5.388 59 356 1.924 288 48 246 1.274 227 511 102
Palermo 16.430 274 1.594 6.294 426 0 690 2.840 3023 2.430 1.061
Messina 9.323 89 814 4.771 467 37 414 1.605 986 1.356 321
Agrigento 4.505 35 275 1.580 139 119 195 869 136 759 193
Caltanissetta 3.141 38 268 711 164 2 144 472 258 610 263
Enna 1.459 2 93 361 66 3 92 222 63 326 139
Catania 17.872 138 1.228 4.340 660 119 729 2.435 1544 2.808 947
Ragusa 5.301 26 411 1.246 240 9 166 699 212 342 143
Siracusa 4.784 111 485 1.937 262 5 250 866 839 995 330
Sassari 9.496 182 838 4.670 399 17 311 991 639 1.700 477
Nuoro 3.234 28 232 1.720 96 0 150 418 144 565 223
Oristano 2.305 8 115 569 72 0 90 347 91 278 133
Cagliari 16.116 258 1.666 5.577 528 87 656 2.313 1962 3.676 905
Totale 1.349.848 34.387 252.308 492.698 62.398 6.245 39.545 214.479 304994 297.687 54.805
BASILICATA
CALABRIA
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L'occupazione nel terziario di area FILCAMS, 2005 aggiornamento

  • 1. L’OCCUPAZIONE NEL TERZIARIO DI AREA FILCAMS: L’EVOLUZIONE NELL’ULTIMO DECENNIO Lorenzo Birindelli, Elio Montanari e Clemente Tartaglione Febbraio 2005 (3° BOZZA)
  • 2. Sommario Obiettivi e disegno della ricerca 1. Dimensione e caratteristiche dell’occupazione nell’aggregato economico Filcams 2. Dal dato aggregato ad una analisi degli addetti per settore di attività economica 3. La struttura occupazionale per dimensione d’impresa 4. La dislocazione geografica dei dipendenti 5. L’evoluzione della base occupazionale: cambiamenti strutturali nell’ultimo decennio e trend congiunturale fino al 2003 APPENDICE STATISTICA: l’occupazione nelle province 2
  • 3. Obiettivi e disegno della ricerca Con questo rapporto si realizza la prosecuzione dell’indagine sull’occupazione dei settori di area Filcams presentata nel 20021 . Rispetto alla precedente edizione che studiava l’area del terziario nella sua evoluzione strategico organizzative e nei suoi risultati economico occupazionali è stata fatta la scelta di concentrarsi esclusivamente sul lavoro. Precisamente, con questo progetto di ricerca verrà portata avanti l’indagine sulla struttura occupazionale e sulla evoluzione del lavoro nel decennio che va dal 1991 al 2001. Le fonti utilizzate sono il censimento Istat e contabilità nazionale sempre elaborata dell’Istat. La contabilità si è resa necessaria per sviluppare una analisi che comprendesse anche i servizi domestici. Settore che invece è escluso dalla rilevazione del Censimento. In secondo lungo si è reso necessario utilizzare la contabilità per integrare la rappresentazione con alcune informazioni congiunturali sulla dinamica del triennio 2001-2003. Benché l’indagine sull’occupazione nel vecchio rapporto facesse riferimento al 1996 (anno del censimento intermedio), in questa ricerca la serie storica scelta per studiata l’evoluzione della struttura occupazionale nei comparti Filcams è composta dagli anni 1991 e 2001, mentre vengono utilizzati i dati del 1996 solo per l’esame della dinamica più generale del terziario. Il motivo dell’esclusione di questo anno intermedio è quello dell’omogeneità del campo di osservazione che anche secondo l’Istat si rivela particolarmente importante quando l’elaborazione viene sviluppata sui micro dati (Ateco fino alla 5° cifra). A questo proposito è importante ricordare che diversamente dalle rilevazioni decennali (1991 e del 2001) che viene svolta sul complessivo apparato economico per l’indagine del 1996 (censimento intermedio) è stato utilizzato un sottoinsieme. Non ci sono stati cambiamenti sostanziali rispetto all’aggregato economico utilizzato per il rapporto del 2002. I settori sono stati selezionati seguendo le linee sindacali della rappresentanza L’unica differenza ha riguardato l’integrazione della classificazione settoriale rispetto ad alcune modificazioni avvenute in Filcams negli ultimi anni. Nonostante ciò, come evidente dalla tavola sinottica n.2, non è stato possibile realizzare una corrispondenza degli aggregati di comparto rispetto alle aree economiche definite all’interno dei CCNL della Filcams. 1 Il terziario privato in Italia; Filcams CGIL, gennaio 2002 3
  • 4. Il rapporto è stato organizzato su 5 capitoli. I primi 4 disegnano l’occupazione nel volume e nella sua ripartizione per categoria professionale, comparti economici di appartenenza; caratteristiche di genere, dislocazione geografica e presenza per dimensione delle imprese. L’ultimo capitolo verrà invece dedicato ad analizzare come è cambiata l’occupazione nel terziario di competenza Filcams nel periodo che va dal 1991 al 2001. Naturalmente, le variabili su cui verrà sviluppato il confronto restano quelle con cui viene disegnato il settore all’interno dei primi quattro capitoli. 1. Dimensione e caratteristiche dell’occupazione nell’aggregato economico Filcams L’occupazione complessiva (Figura 1) nei comparti di area FILCAMS, senza contare gli addetti che operano nei servizi domestici2 , ammonta nel 2003 nelle stime ISTAT di Censimento 2001 a quasi 6,5 milioni di persone. In tale cifra rientrano le diverse categorie professionali con cui è possibile organizzare il lavoro (tavola sinottica 1). Come evidente dalla figura 1 le categorie su cui si concentra la larghissima parte dell’occupazione è quella dei dipendenti e degli indipendenti. In questo ambito il raggruppamento di interesse Filcams, ossia quello dei lavoratori dipendenti, ha superato la soglia dei 3 milioni di persone. Fig.1 L'occupazione dei settori di area Filcams ripartita per categoria professionale3 (valore assoluto) 3.024.892 3.143.108 307.473 23.911 Dipendenti Indipendenti* Co.Co.Co Interinali Addetti Altre tipologie Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 2 Per le caratteristiche del settore dei servizi domestici e i forti cambiamenti introdotti con i provvedimenti di regolarizzazione del 20002 è stata fatta la scelta di dedicarne un paragrafo separato alla fine di questo capitolo 3 4
  • 5. Come era normale aspettarsi, nella ripartizione di genere la componente femminile rappresenta una quota straordinariamente importante dell’occupazione. Nel pezzo di terziario di rappresentanza Filcams sono donne oltre il 40% degli addetti. Tra le diverse categorie professionali le donne sono maggiormente inserite tra i dipendente. Infatti, come descritto dalla figura 2, in questa categoria si raggiunge un livello di femminilizzazione pari al 55,4% dell’occupazione. Tra le forme contrattuali alternative al lavoro dipendente l’incidenza delle donne scende invece drasticamente fino a poco più del 34%. Per capire l’importanza del risultato di genere all’interno dei comparti Filcams è sicuramente utile metterli in relazione con i dati più generali. Limitando il confronto ai soli dipendenti, sempre secondo i dati del censimento, in Italia la quota di donne sul totale dell’occupazione raggiunge il 37%. Questo risultato prende forma componendo posizioni per macro aggregato economico molto diverse. Infatti, gran parte dell'occupazione femminile è tradizionalmente assorbita dal terziario con una quota che raggiunge il 45% dei dipendenti, contro un risultato dell’industria che si ferma a poco più del 27%. All’interno di questo quadro di genere dell’economia nazionale, i comparti della Filcams si collocano quindi non solo sopra la media nazionale ma anche in una posizione significativamente superiore all’interno della complessiva area del terziario. Fig.2 Caratteristiche di genere degli addetti (dati assoluti e quote %) 2.062.217 (65,6%) 1.349.937 (44,6%) 3.412.154 (57,6%) 1.080.891 (34,4%) 1.674.955 (55,4%) 2.755.846 (42,4%) Addetti Dipendenti Indipendenti Donne Uomini Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 5
  • 6. Tavola sinottica 1 Le definizioni Istat delle diverse categorie professionali su cui è disaggregata l’occupazione DIPENDENTI Persona che svolge la propria attività lavorativa in un’unità giuridico - economica e che è iscritta nei libri paga dell’impresa o istituzione, anche se responsabile della sua gestione. Sono considerati lavoratori dipendenti: i soci di cooperativa iscritti nei libri paga; - i dirigenti, i quadri, gli impiegati e gli operai, a tempo pieno o parziale; - gli apprendisti; - i lavoratori a domicilio iscritti nei libri paga; - i lavoratori stagionali; - i lavoratori con contratto di formazione e lavoro; - i lavoratori con contratto a termine; - i lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni; - gli studenti che hanno un impegno formale per contribuire al processo produttivo in cambio di una remunerazione e/o formazione. INDIPENDENTI persona che svolge la propria attività lavorativa in un'unità giuridico-economica senza vincoli di subordinazione. Sono considerati lavoratori indipendenti: - i titolari, soci e amministratori di impresa o istituzione, a condizione che effettivamente lavorino nell'impresa o istituzione, non siano iscritti nei libri paga, non siano remunerati con fattura, non abbiano un contratto Co.Co.Co (oggi contratto a progetto); - i soci di cooperativa che effettivamente lavorano nell'impresa e non sono iscritti nei libri paga; - i parenti o affini dei titolare, o dei titolari, che prestano lavoro senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale né il versamento di contributi. LAVORATORE INTERINALE Persona assunta da un’impresa di fornitura di lavoro temporaneo (impresa fornitrice) la quale pone uno o più lavoratori a disposizione di un’altra unità giuridico - economica (impresa o istituzione utilizzatrice) per coprire un fabbisogno produttivo a carattere temporaneo. COLLABORATORE COORDINATO E CONTINUATIVO (oggi collaboratore a progetto) Persona che presta la propria opera presso un’impresa o istituzione con rapporto di lavoro non soggetto a vincolo di subordinazione e che fornisce una prestazione dal contenuto intrinsecamente professionale o artistico, svolta in modo unitario e continuativo per un tempo predeterminato, ricevendo un compenso a carattere periodico e prestabilito. Fonte: Glossario Istat (Censimento) 2. Dal dato aggregato ad una analisi degli addetti per settore di attività economica Come scritto nel primo capitolo di questo rapporto, il terziario (esclusi i servizi domestici) corrispondente all’area contrattuale della categoria si avvicina a 6,5milioni di persone occupate di cui quasi 6,2 milioni possono essere inquadrati nelle tradizionali tipologie professionali dei dipendenti ed indipendenti. Si tratta di un volume di lavoratori che come raffigurato nella tavola sinottica di seguito è il risultato della somma tra l’intero raggruppamento del commercio e del turismo ed un pezzo rilevante dei servizi privati alle persone e alle imprese. 6
  • 7. Tavola sinottica 2 Comparti di area FILCAMS ATTIVITA' DI COMMERCIO SERVIZI ALLE FAMIGLIE (escluso servizi domestici) Intermediari commercio (esclusi veicoli) Commercio all'ingrosso (esclusi veicoli) Parrucchieri e istituti di bellezza Commercio auto-moto e pezzi di ricambio Servizi dei centri e stab. per benessere fisico (non termali) Vendita al dettaglio di carburanti per autotrazione Stabilimenti idropinici ed idrotermali Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati ATTIVITA' DI LAVORO DOMESTICO Commercio al dettaglio in esercizi specializzati Personale domestico ATTIVITA' IMMOBILIARI STUDI PROFESSIONALI Locazione, gestione immobili (1) Studi legali SERVIZI INFORMATICI Studi notarili Fornitura di software e consulenza Studi di architettura Riparazione macchine per ufficio ed elaboratori elettronici Studi di ingegneria Elaborazione dati Studi medici Altri servizi informatici (2) Studi odontoiatrici SERVIZI ALLE IMPRESE DI TIPO GESTIONALE E TECNICO Studi veterinari Attività delle società di certificazione di bilanci Laboratori di analisi cliniche Servizi di consulenza aziendale Attività professionali paramediche indipendenti Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale Studi commerciali, tributari, e di revisione contabile Pubbliche relazioni TURISMO E ATTIVITA' RICREATIVE Agenzie di informazioni commerciali Alberghi e motel Agenzie di concessione degli spazi pubblicitari Colonie, case per ferie e di riposo Studi di promozione pubblicitaria Villaggi turistici Studi di mercato e sondaggi di opinione Campeggi ed aree attrezzate per roulottes Servizi di ingegneria integrata Altri esercizi alberghieri Altre attività tecniche (3) Ristoranti, bar e attività assimilabili Collaudi e analisi tecniche di prodotti Mense e Fornitura di pasti preparati Controllo di qualità e certificazione di prodotti Agenzie di viaggi e turismo (compresi i tour operators) ATTIVITA' FARMACEUTICA Attività riguardanti i parchi di divertimento Farmacie Stabilimenti balneari SERVIZI ALLE IMPRESE DI TIPO OPERATIVO Sale da ballo e simili Servizi di vigilanza privata e investigazione Sale giochi, biliardi Servizi di pulizia e disinfestazione Attività riguardanti il gioco d'azzardo (1) Tra le attività immobiliari è compresa anche l'amministrazioni di condomini (2) Tra i servizi informatici è compresa anche l’attività telematica, robotica e eidomatica (3) La voce altre attività tecniche raggruppa: Indagini industriali e tecniche; consulenza sulla sicurezza e igiene posti di lavoro; disegnatori tecnici Fonte: Elaborazioni Ires su dati Filcams Occupazione del terziario filcams ripartita per settore di appartenenza Elaborando i dati sull’occupazione secondo la tassonomia settoriale proposta per questo rapporto (tavola sinottica 2), l’area economica più consistente in termini numerici è quello del Commercio con quasi 2,7 milioni di occupati, a cui va aggiunto il segmento delle farmacie con 66 mila addetti. Dentro il commercio il pezzo più importante è quello degli esercizi al dettaglio con quasi 1,7 milioni di addette al cui interno pesano per tre quarti i punti vendita specializzati e per il restante terzo le attività non specializzate4 . Sempre nello stesso settore, svolgono un ruolo primario anche le attività a monte della 4 Secondo la definizione Istat sono despecializzati quegli esercizi di vendita al dettaglio in sede fissa che attua la vendita di una varietà prevalente di prodotti alimentari o non alimentari. Rientrano in questa categoria: ipermercati, supermercati, minimercati; hard discount, grandi magazzini. 7
  • 8. filiera commerciale. In effetti, secondo i dati del censimento, sono occupati nel comparto dell’intermediazione e dell’ingrosso oltre 1 milione addetti. Particolarmente significativa è anche la consistenza occupazionale nel turismo e attività ricreative. Complessivamente questo aggregato, con poco più di 900 mila addetti rappresenta il 15% dell’insieme dei comparti che fanno riferimento alla Filcams. Larga parte di questo settore si concentra nelle attività dei bar e ristoranti con 560 mila addetti, seguite da un secondo pezzo particolarmente importante che è quello del sistema alberghiero e degli altri esercizi ricettivi5 che superano di poco le 200 mila persone occupate. Molto vicino ai numeri del turismo c’è l’aggregato degli studi professionali. Mettendo insieme quelli che operano nell’ambito del diritto (legali, notarili, commerciali e tributari), quelli tecnici (architettura ed ingegneria) e quelli inseriti nel sistema sanitario, si raggiunge una cifra di 750 mila persone. In ordine di volume occupazionale i primi sono gli studi commerciali e tributari con oltre 175 mila addetti. A poca distanza ci sono gli studi medici con 160 mila occupati e quelli legali con 135 mila. Benché con dimensioni minori rappresentano un pezzo importante dell’apparato degli studi professionali le due categorie tecniche degli ingegneri e architetti ciascuna con oltre 60 mila addetti e il segmento sanitario degli odontoiatri con 77 mila persone. Un altro raggruppamento importante all’interno del terziario Filcams è quello dei servizi alle imprese di tipo gestionale e tecnico che superano di poco un assetto di oltre mezzo milione di addetti. Fanno parte di questo aggregato una pluralità di servizi: c’è tutta l’attività della consulenza aziendale e dei servizi commerciali e di marketing, a cui vanno aggiunti i servizi tecnici (attività di ingegneria integrata, di collaudo e controllo della qualità), e quelli di ricerca e fornitura di personale (ossia, l’intero sistema del collocamento privato o delle agenzie di lavoro). Se si guarda al suo interno, secondo la ripartizione proposta nella figura 3, il primo comparto è quello dei servizi tecnici che sfiora le 180 mila unità. Al secondo posto, nonostante il suo recente sviluppo, c’è il sistema di collocamento privato con 145 mila addetti; a questo comparto, seguono: le attività di consulenza aziendale che assieme a quelle di certificazione dei bilanci (che incidono per il 5% all’occupazione del comparto) occupano 110 mila persone; e il complesso dei servizi di natura commerciale6 che sfiorano le 83 mila unità. 5 I principali esercizi inclusi in questa categoria sono gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi ed i villaggi turistici, gli alloggi agro-turistici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini. 8
  • 9. Infine gli altri due settori su cui l’esercizio di rappresentanza è affidato alla filcams sono quello dell’informatica e quello dei servizi in ambito immobiliare. Per quanto riguarda l’informatica l’occupazione ha raggiunto le 350 mila unità, mentre l’insieme delle attività di locazione e gestione degli immobili cumula 226 mila lavoratori. Fanno parte di quest’ultimo comparto anche il raggruppamento di chi gestisce gli immobili per conto terzi (tra cui gli amministratori di condominio e portieri) che raggiungono la cifra di 18 mila persone. Fig.3 Occupati complessivi nei comparti di area FILCAMS (dati assoluti e quote % sulla somma dei comparti) Commercio all'ingrosso eintermediari; 1.027.206; 17% Commercio al dettagliospecializzato; 1.277.065; 21% Studi professionali; 751.845; 12 % Farmacie; 66.279; 1% Alberghi, motel e attivitàassimilabili; 204.821; 3% Bar e ristoranti; 560.941; 9% Servizi di vigilanza privata; 57.502; 1% Servizi di pulizia; 339.574; 6% Servizi di ingegneria integratae altre attività tecniche;179.952; 3% Servizi di ricerca, selezione efornitura di personale;145.452; 2% Attività di consulenzaaziendale e servizicommerciali; 192.973; 3% Servizi informatici; 354.772; 6% Locazione, gestione immobili;226.881; 4% Parrucchieri e istituti dibellezza; 206.123; 3% Stabilimenti idropinici edidrotermali; 4.538; 0% Attività ricreative; 35.762; 1% Mense e Fornitura di pastipreparati; 84.912; 1% Agenzie di viaggi e turismo; 43.654; 1% Commercio al dettaglio nonspecializzato; 395.350; 6% Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 6 Nell’area dei servizi commerciali sono stati messi insime: Pubbliche relazioni; Agenzie di informazioni commerciali:; Agenzie di concessione degli spazi pubblicitari; Studi di promozione pubblicitaria; Studi di mercato e sondaggi di opinione 9
  • 10. La ripartizione degli addetti per categoria professionale Come si può vedere dalla figura 4, dell’ammontare dei 6,2 milioni di addetti che operano nell’ambito delle attività di competenza Filcams poco meno della metà (49%) possono essere inquadrati nella definizione di dipendente. A questo risultato contribuiscono in modo molto diverso i molteplici comparti di indagine. Il lavoro dipendente risulta nettamente prevalente, con una quota che supera il 90% nelle agenzie di lavoro, comparto delle mense; servizi di vigilanza; quelli di pulizia e il piccolo comparto delle attività termali. Benché inferiori al primo raggruppamento, quote di dipendenti particolarmente elevate o almeno superiori al 50% si registrano in molti altri settori. Tra questi c’è l’apparato produttivo dell’informatiche e quello degli esercizi al dettaglio non specializzato dove la quota di dipendenti supera i tre quarti degli addetti. Un organizzazione del lavoro in cui comunque prevalgono i dipendenti si registra anche tra i servizi ricettivi e agenzie di viaggio (attorno al 68%); nell’informatica per la parte dell’elaborazione dati (62%), nelle farmacie, attività ricreative, nell’area della consulenza aziendale e dei servizi commerciali e nel commercio all’ingrosso. Nonostante un pezzo importante del terziario sembrerebbe privilegiare un rapporto di lavoro di tipo dipendente, non mancano attività in cui la componente predominante resta la categoria professionale degli autonomo. L’esempio più significativo per il volume di persone coinvolte è il comparto del commercio al dettaglio specializzato dove solo il 33% di 1,3 milioni di lavoratori è dipendente. Gli altri casi dove esiste una composizione per categoria professionale altrettanto sbilanciata riguarda: l’area dei servizi immobiliari, quella dei studi professionali, dei servizi tecnici alle imprese, e l’intero comparto dei servizi alla persona. 10
  • 11. Fig.4 Struttura per categoria professionale: la quota % di dipendenti all’interno di ciascun comparto di area FILCAMS 52,6% 75,3% 32,9% 15,2% 71,1% 53,3% 98,5% 30,0% 59,7% 94,2% 89,4% 31,1% 95,2% 28,3% 67,3% 40,9% 95,8% 68,4% 51,2% 49,1% Commercio all'ingrosso e intermediari Commercio al dettaglio non specializzato Commercio al dettaglio specializzato Locazione, gestione immobili Servizi informatici Attività di consulenza aziendale e servizi commerciali Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche Farmacie Servizi di vigilanza privata Servizi di pulizia Parrucchieri e istituti di bellezza Stabilimenti idropinici ed idrotermali Studi professionali Alberghi, motel e attività assimilabili Bar e ristoranti M ense e Fornitura di pasti preparati Agenzie di viaggi e turismo Attività ricreative TOTALE Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Il volume dei dipendenti Il risultato della forte presenza di lavoratori autonomi in molti settori del terziario riduce la base occupazione di interesse Filcams a poco più di 3 milioni di dipendenti (sempre escludendo i servizi domestici) e ne modifica la composizione settoriale. A questo proposito, al passaggio dagli addetti ai dipendenti i settori che per consistenza e caratteristiche dell’occupazione hanno maggiormente contribuito a ridisegnare la composizione della base occupazionale Filcams sono: l’aggregato degli studi professionali, il cui peso passa dal 12% al 7%; i servizi immobiliari che diventano appena l’1% della forza lavoro (4% degli addetti); l’area delle agenzie di lavoro che al contrario dei primi due settori diventa il 5% della base occupazionale dipendente (2,5% degli addetti) e il sistema dei servizi di pulizia che 11
  • 12. diventa il 10% dei dipendenti contro un peso del 5% quando si sommano entrambe le categorie professionali. In questo quadro di mutamenti, il comparto numericamente più rilevante resta il Commercio che “vale” quasi 1,3 milioni di dipendenti pari al 42% dell’intera base occupazionale Filcams. Nell’ambito degli altri servizi il settore con il numero maggiori di lavoratori dipendenti è quello delle attività di pulizia che “vale” oltre 300 mila persone. A breve distanza c’è il settore dell’informatica (250 mila dipendenti); quello della ristorazione (230 mila), l’aggregato dei studi professionali (212 mila), l’intero apparato della consulenza aziendale e di servizi commerciali alle imprese (156 mila), e con una dimensione simile a quest’ultimo raggruppamento, ci sono le agenzie di collocamento private e il sistema ricettivo (alberghi e esercizi assimilabili). Infine, tutti gli altri settori del terziario Filcams si attestano sotto la soglia dei 100 mila dipendenti. In questo ambito quelli principali sono le attività di mensa e fornitura di pasti (81 mila dipendenti); l’intera area dei servizi di “bellezza e benessere” (68 mila addetti) e le imprese di vigilanza con 54 mila lavoratori dipendenti. 12
  • 13. Fig.5 Gli occupati dipendenti per comparto (dati assoluti e quote % sulla somma dei comparti) Commercio al dettaglio specializzato;419.793;14% Servizi di ingegneria integrata e altreattivitàtecniche; 53.929;2% Servizi di ricerca,selezione e fornituradi personale; 143.327;5% Attività di consulenza aziendale eservizi commerciali;102.875;3% Servizi informatici;252.217; 8%Locazione,gestione immobili; 34.490;1% Farmacie;39.569;1% Servizi di pulizia;303.593;10% Servizi di vigilanzaprivata; 54.168;2% Parrucchieri e istituti di bellezza;64.182;2% Studi professionali;212.863; 7% Alberghi,motel eattività assimilabili;137.836;5% Agenzie di viaggi eturismo; 29.839;1% Mense eFornitura di pasti preparati;81.348;3% Bar e ristoranti;229.626;8% Attività ricreative;18.319;1% Commercio all'ingrosso e intermediari;540.200;18% Commercio al dettaglio non specializzato;297.869;10% Stabilimenti idropinici ed idrotermali;4.320;0% Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Le caratteristiche di genere dell’occupazione dipendente Oltre al risultato più generale sul valore del terziario Filcams in termini di occupati dipendenti per comparto, un primo passa avanti nella comprensione di questa base occupazionale può essere fatto analizzandone le caratteristiche di genere. Senza dubbio si tratta di una informazione preziosa per organizzare una rappresentanza che risponda in modo più preciso alle molteplici e diverse esigenze dei lavoratori. A questo proposito il censimento 2001 consente di approfondire come prende forma in termini settoriali quel dato medio del 55% di donne nell’aggregato dei comparti filcams riportato nella figura 2 del primo capitolo di questo rapporto. La situazione come è possibile vedere nella figura 6 si presenta molto disomogenea tra comparti. C’è un primo raggruppamento di attività in cui la presenza di 13
  • 14. donne è straordinariamente alta con quote che vanno oltre tre quarti dell’occupazione dipendente. Benché diversi nel tipo servizio offerto, si tratta di 5 settori che possono essere inquadrati nell’area delle attività tradizionali. In ordine di livello di “femminilizzazione” ci sono parrucchieri ed istituti di bellezza; i dipendenti degli studi professionali; agenzie di viaggio, mense e le farmacie. Dal lato opposto ci sono sempre 5 settori che si discostano dal dato medio di presenza delle donne nel terziario. Tra questi c’è ne uno che per il tipo di attività è organizzato quasi esclusivamente su dipendenti uomini ed è quello della vigilanza (solo 9% di donne). Per quanto riguarda gli altri quattro la situazione è sostanzialmente simile con quote di donne per un terzo dei dipendenti. E utile notare che in quest’area dove è minoritaria la presenza femminile ci sono due importanti settori del terziario avanzato quale il pezzo principale dell’informatica (fornitura software e consulenza) e tutto il gruppo delle attività tecniche. 14
  • 15. Fig.6 La struttura di genere: la quota % di donne sui dipendenti in ciascun comparto di attività Filcams 37% 60% 56% 54% 45% 64% 66% 34% 74% 9% 66% 89% 60% 85% 49% 50% 74% 75% 46% 55% Commercio all'ingrosso e intermediari Commercio al dettaglio non specializzato Commercio al dettaglio specializzato Locazione, gestione immobili Servizi informatici Attività di consulenza aziendale e servizi commerciali Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche Farmacie Servizi di vigilanza privata Servizi di pulizia Parrucchieri e istituti di bellezza Stabilimenti idropinici ed idrotermali Studi professionali Alberghi, motel e attività assimilabili Bar e ristoranti M ense e Fornitura di pasti preparati Agenzie di viaggi e turismo Attività ricreative TOTALE Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 3. La struttura occupazionale per dimensione d’impresa In questo esercizi di studio quali quantitativo della base occupazionale che fa riferimento alla Filcams un altro passaggio importante è la ripartizione dei lavoratori rispetto alla dimensione dell’impresa. Come è ben noto in letteratura l’esercizio sindacale diventa più gravoso in quei settori dove si registra una forte frammentazione dell’attività ed una larga concentrazione dei dipendenti all’interno di micro realtà produttive (quelle con meno di 9 addetti). A questo proposito, come confermano la figura 7 e la successiva tabella 1, il terziario per la larghissima parte dei suoi settori si sviluppa in un sistema di imprese in cui prevale la micro e piccola dimensione. Benché da diversi anni molti settori del terziario hanno avviato un percorso di riorganizzazione dell’attività verso una crescita dimensionale (il principale esempio è naturalmente 15
  • 16. quello della distribuzione al dettaglio), ancora oggi il dato medio disegna un economia in cui è particolarmente forte la presenza di micro imprese. Sempre i dati del censimento 2001 descrivono una situazione in cui due terzi degli addetti si concentra nelle micro imprese e solo il 20% dei lavoratori è inserito in imprese medio grandi (con più di 50 addetti). Si tratta di un risultato fortemente sbilanciato che tuttavia cambia notevolmente quando si circoscrive l’esercizio di ripartizione ai soli dipendenti. In effetti, guardando alla sola categoria professionale dei dipendenti la presenza occupazionale nelle micro imprese scendo fino al 33% e quella nelle medio grandi raggiunge un livello del 41%. Un cambiamento della composizione che può essere spiegata dalla diversa intensità con cui viene utilizzato il lavoro autonomo nell’organizzazione dell’impresa. I dati ci restituiscono infatti una situazione in cui esiste una correlazione forte tra dimensione e scelta delle categorie professionali. Precisamente la relazione sembrerebbe essere quella di un crescente utilizzo degli indipendenti al diminuire della dimensione dell’impresa. Fig.7 Ripartizione occupati dell’aggregato economico di area filcams per classe dimensionale delle imprese (Indice totale occupati = 100) 65,5 33,2 14,2 25,7 7,4 14,8 12,9 26,2 Addetti Dipendenti 250 e oltre 50--249 10--49 fino a 9 Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Il modello di una organizzazione produttiva su micro e piccole dimensione riguarda un pezzo importante dei settori del terziario. Nonostante sia possibile registrare differenze sui livelli di frammentazione dei settori, sono pochi quei casi in cui le micro 16
  • 17. imprese rappresentano una componente marginale dell’apparato produttivo. Come si vede nella tabella 1 possono essere annoverati tra queste eccezioni il settore delle imprese che svolgono attività di ricerca e fornitura del personale (agenzie private di lavoro); quello della vigilanza privata; le mense; i servizi di pulizia; il sistema del commercio non specializzato, il piccolo comparto delle attività termali e il più giovane settore dell’informatica per la parte di attività che riguarda la consulenza e la fornitura software. In una situazione del tutto opposta, dove almeno la metà dei dipendenti sono inseriti in micro imprese, ci sono 7 settori. Tra questi è possibile evidenziare un raggruppamento di attività (parrucchieri ed istituti di bellezza, farmacie, e studi professionali) in cui si raggiunge un livello particolarmente elevato di frammentazione produttiva. Tab.1 Dipendenti per comparto e classe dimensionale dell’impresa (Indice totale dipendenti comparto = 100) TOTALE fino a 9 10--49 50--249 250 e oltre Commercio all'ingrosso e intermediari 100 31,8 39,2 17,0 12,0 Commercio al dettaglio non specializzato 100 10,3 17,2 12,6 59,9 Commercio al dettaglio specializzato 100 51,4 29,0 11,3 8,3 Locazione, gestione immobili 100 60,4 22,2 7,5 9,9 Fornitura di software e consulenza 100 10,1 23,9 24,1 41,8 Elaborazione dati e altri servizi informatici 100 37,9 35,2 19,3 7,6 Attività di consulenza aziendale e certificazione bilanci 100 37,0 23,5 13,9 25,6 Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 100 0,5 0,9 1,4 97,3 Altri servizi commerciali e di marketing 100 27,6 31,7 25,8 14,9 Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche 100 35,7 28,6 15,1 20,6 Farmacie 100 79,4 13,3 5,7 1,6 Servizi di vigilanza privata 100 2,3 18,3 43,0 36,4 Servizi di pulizia 100 7,1 18,8 28,8 45,3 Parrucchieri e istituti di bellezza 100 87,5 11,9 0,6 0,0 Stabilimenti idropinici ed idrotermali 100 3,1 26,3 63,5 7,1 Studi professionali 100 73,3 19,4 5,7 1,6 Alberghi, motel e attività assimilabili 100 23,3 43,7 20,5 12,4 Bar e ristoranti 100 60,4 26,6 4,3 8,7 Mense e Fornitura di pasti preparati 100 2,8 9,3 12,1 75,8 Agenzie di viaggi e turismo 100 36,1 32,8 16,3 14,9 Attività ricreative 100 28,1 44,5 9,4 18,0 Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 4. La dislocazione geografica degli addetti L’area economica del terziario, e al suo interno il pezzo su cui esercita la sua rappresentanza la Filcams si distribuisce geograficamente senza grosse differenze 17
  • 18. rispetto alla intera economia nazionale. Utilizzando la variabile occupazionale e precisamente quella dei dipendenti si ottiene una ripartizione per macro area geografica in cui il Centro ed il Sud detengono le quote più piccole con una dimensione simile che si attesta intorno al 20% dei dipendenti, mentre la fetta più importante del terziario si concentra nel Nord (58%) ed in modo particolare nelle regioni del Nord ovest (35%). A trainare questa dislocazione geografica è senza dubbio la Lombardia che da sola occupa il 24% dei dipendenti dell’interno aggregato dei settori Filcams. In ogni modo, le cifre della figura 8 ci consegnano una situazione in cui il terziario è presente con un apparato produttivo in cui esiste una significativa presenza di dipendenti anche nel Lazio (340 mila persone pari all’11% del totale dei dipendenti in Italia), e con dimensioni non particolarmente distanti nel Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Il dato cumulato su queste prime 5 regioni, pari al 62% dei dipendenti, consentono anche di avere un prima misura della elevata concentrazione territoriale delle attività di riferimento Filcams. Fig.8 Ripartizione occupati dipendenti dell’aggregato economico di area filcams per regione (dati assoluti e quote % sulla somma dei comparti) Lombardia; 732.153; 23,6% Liguria; 91.063; 2,9% Lazio; 338.405; 10,9% Basilicata; 16.307; 0,5% Calabria; 46.459; 1,5% Sicilia; 133.422; 4,3% Sardegna; 63.436; 2,0% Piemonete; 259.024; 8,4% Valle d'Aosta; 8.331; 0,3% Puglia; 124.039; 4,0% Campania; 163.309; 5,3% Molise; 9.273; 0,3% Abruzzo; 49.018; 1,6% E romagna; 291.643; 9,4% Toscana; 213.128; 6,9% Umbria; 41.479; 1,3% Marche; 70.534; 2,3% veneto; 298.541; 9,6% Trentino AA; 77.011; 2,5% Friuli VG; 74.934; 2,4% Sud:19,5% Centro:21,4% Nord ovest: 35,2% Nord est: 23,9% Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 18
  • 19. Con le due tabelle che seguono è stato fatto il tentativo di capire la struttura settoriale del sistema economico dei servizi in ciascuna macro ripartizione e nelle 20 regioni. Una prima informazione che si ricava dalla tabella 2 è che non ci sono differenze sostanziali tra macro ripartizioni rispetto al peso del commercio. Il risultato più bassa in questo segmento dell’economia del terziario si registra nel Centro Italia dove comunque la quota di lavoratori dipendenti sfiora il 40%. Una situazione diversa si registra nei servizi avanzati. In modo particolare l’informatica, la consulenza aziendale, i servizi tecnici rappresentano pezzi di terziario che pesano maggiormente nell’area centro settentrionale mentre costituiscono un segmento più marginale nell’terziario del Sud. Precisamente, nel Nord ovest i servizi avanzati assorbono il 23% dei dipendenti del terziario Filcams sul territorio, Nord est e Centro si attestano vicino con quota del 16 e del 18%; e molto distante il mezzogiorno occupa solo il 12% dei dipendenti. Anche nel turismo le differenze sono particolarmente marcate. Qui rispetto al precedente raggruppamento di attività si registra un capovolgimento delle posizioni all’interno delle macro aree. Nel Nord Ovest la quota di dipendenti che opera nel turismo si ferma al 13% mentre nel resto del paese l’incidenza sale a poco più del 18% nel Nord est e regioni del Centro e quasi il 17% nel Sud. Tab.2 Occupati dipendenti per comparto e macro area geografica (Totale dipendenti dell’area economica Filcams nella macro area = 100) Nord Ovest Nord est Centro Sud ITALIA Commercio all'ingrosso e intermediari 19,5 18,7 14,6 14,4 17,3 Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati 9,2 9,4 8,9 10,7 9,5 Commercio al dettaglio specializzato 14,3 16,8 16,4 20,4 16,5 Locazione, gestione immobili 1,4 1,1 1,2 0,6 1,1 Servizi informatici 9,6 6,7 9,9 5,2 8,1 Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci 5,3 2,5 2,9 1,9 3,5 Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 5,6 4,9 3,6 3,4 4,6 Servizi di ingegneria integrata e altre attività tecniche 2,5 1,6 1,5 1,2 1,8 Farmacie 1,0 1,1 1,4 1,9 1,3 Servizi di vigilanza privata 1,5 1,0 2,0 2,9 1,8 Servizi di pulizia 8,6 8,8 10,4 11,4 9,6 Parrucchieri, istituti di bellezza e centri benessere 2,1 2,5 2,3 2,0 2,2 Studi professionali 6,5 6,8 6,5 7,2 6,7 Alberghi, motel e attività assimilabili 2,4 6,0 5,4 5,8 4,6 Bar e ristoranti 6,1 8,0 8,7 7,8 7,4 Mense e Fornitura di pasti preparati 2,9 2,5 2,7 1,8 2,6 Agenzie di viaggi e turismo 1,1 0,8 1,0 0,9 1,0 Attività ricreative 0,5 0,8 0,6 0,4 0,6 Totale settori area Filcams 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 19
  • 20. Con la tabella 3, questo esercizio di analisi dei comparti che formano il terziario in ciascuna macro ripartizione è stato ripetuto anche spostandosi sul livello regionale. Il commercio continua ad essere il pezzo più importante dei dipendenti in ciascun territorio. Nonostante questo non mancano differenze significative tra regioni. Casi particolarmente visibili sono quelli della Valle d’Aosta e Lazio dove il commercio rappresenta rispettivamente il 31 ed il 34% dell’occupazione, contro una situazione diametralmente opposto che si registra in Sicilia, Calabria e Marche in cui il commercio occupa la metà dei dipendenti del terziario Filcams. Nei servizi avanzati le distanze tra le regioni si accentuano ancora di più. Si va da regioni come Lombarda, Piemonte e Lazio in cui un quarto del lavoro si concentra nell’informatica e nei servizi più professionalizzati alle imprese fino a situazioni come Trentino, Sicilia e Sardegna che con gli stessi settori assorbono quote di dipendenti attorno al 10%. Distanze ancora più accentuate si registra nel sistema dei servizi operativi (vigilanza e pulizia) e nel turismo. Per quanto riguarda il primo raggruppamento si piazzano al primo posto come quota relativa delle attività di vigilanza e pulizia sulla struttura locale del terziario tre regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia e Basilicata). In queste tre realtà si raggiunge un livello vicino al 20% contro un dato medio che si attesta attorno all’11%. Infine c’è il turismo, in questo settore che nella tabella 3 accorpa anche le attività ricreative, la Lombardia e il Piemonte occupano le ultime posizioni con livelli minimi poco superiore al 12% mentre ci sono regioni come la Valle d'Aosta e Trentino AA in cui costituisce l’attività più importante assieme al commercio. 20
  • 21. Tab.3 I comparti in cui è dislocata l’ occupazione dipendenti nelle regioni (Totale dipendenti dell’area economica Filcams in ciascuna regione = 100) Attivitàdicommercio (intermediari,ingrossoe dettaglio) Locazione,gestione immobili Serviziinformatici (forniturasoftweare, consulenza,elab.dati) Servizialleimpresedi tipogestionaleetecnico Farmacie Servizialleimpresedi tipooperativo(vigilanza epulizia) Parrucchieri,istitutidi bellezzaecentri benessere Studiprofessionali Turismoeattività ricreative Totalesettoriarea Filcams ITALIA 43,2 1,1 8,1 9,8 1,3 11,3 2,2 6,7 16,1 100 Piemonete 39,2 1,3 10,9 13,4 1,2 11,7 2,1 7,6 12,4 100 Valle d'Aosta 31,1 0,5 7,3 6,3 1,6 7,7 2,0 5,8 37,6 100 Lombardia 44,3 1,4 9,7 14,2 0,8 9,6 1,9 5,9 12,1 100 Liguria 42,8 1,1 5,9 7,3 1,8 10,2 2,6 8,1 19,8 100 veneto 46,0 1,2 7,0 9,0 0,9 7,9 2,5 7,1 18,3 100 Friuli VG 44,5 0,9 5,3 9,6 1,2 12,5 2,4 6,5 16,9 100 Trentino AA 45,9 0,6 5,0 5,2 0,9 8,5 2,0 5,7 26,1 100 E romagna 43,4 1,1 7,2 9,8 1,3 11,3 2,7 6,9 16,1 100 Toscana 44,7 1,2 5,6 6,9 1,5 9,3 3,2 7,1 20,5 100 Umbria 45,1 0,6 5,1 6,5 1,7 12,1 2,9 6,4 19,4 100 Marche 48,1 1,0 5,8 9,1 1,5 7,6 3,5 7,8 15,5 100 Lazio 34,5 1,3 14,1 8,6 1,4 15,4 1,4 5,9 17,4 100 Abruzzo 48,7 0,5 3,8 10,3 1,5 9,6 3,4 6,0 16,0 100 Molise 52,2 0,6 4,4 9,5 1,2 8,1 2,0 6,5 15,3 100 Campania 39,2 0,7 6,8 6,1 1,8 17,9 1,5 7,9 17,8 100 Puglia 44,7 0,5 5,7 7,1 1,6 18,0 1,8 6,6 13,8 100 Basilicata 42,7 0,2 4,2 7,9 1,4 19,2 1,4 6,5 16,5 100 Calabria 50,1 0,5 4,9 6,5 2,1 10,6 2,2 6,9 16,1 100 Sicilia 49,7 0,6 4,1 5,4 2,2 10,2 2,3 7,9 17,3 100 Sardegna 47,9 0,7 4,5 4,5 1,9 12,5 1,9 6,1 19,8 100 Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) L’occupazione nei servizi domestici Dopo aver descritto l’occupazione dipendente del terziario Filcams nelle sue diverse caratteristiche (comparto, regione, genere e dimensione d’impresa) e prima di passare al prossimo capitolo con cui verrà fatto il tentativo di descrive quale è stata l’evoluzione della base occupazione che ha portato ai risultati del 2001, un ultimo passaggio riguarda il settore dei servizi domestici. Come già anticipato all’inizio del rapporto, le cifre sin qui proposte non comprendevano quei lavoratori che svolgono attività domestica. Si tratta di un settore che per volume occupazionale rappresenta un pezzo importante della rappresentanza Filcams. Un settore che però non essendo organizzato su imprese o unità locali (uffici, agenzie, laboratori, magazzini, stabilimenti, scuole) viene escluso dalla rilevazione del censimento. In ogni modo un settore che rendeva poco utile il dato fermo al 2001 (anno del censimento) in quanto per effetto del provvedimento di regolarizzazione (leggi 21
  • 22. 189/2002 e 222/2002) ha subito un cambiamento sostanziale nel volume di lavoratori regolari che ovviamente le statiche hanno potuto registrare solo a partire dal 2002. La fonte adottata per misurare la dimensione occupazionale del settore è quella di Contabilità Nazionale Istat. Precisamente sono state utilizzate quelle rilevazioni che consentono di separare la componente regolare dentro la più ampia base occupazionale che svolge attività domestica. A questo proposito è utile ricordare che in questo settore ancor più di quanto accade in larga parte dell’economia nazionale (ed in modo particolare nel terziario) il fenomeno del sommerso nonostante i risultati del provvedimento di regolarizzazione, riguarda ancora oggi il 66% dei lavoratori. Inoltre, in questo modo è possibile realizzare un importante elemento di omogeneità con il censimento che per la sua metodologia di rilevazione esclude in larghissima parte quella quota di persone che sono attive nel mercato del lavoro ma che sono inserite all’interno delle unità produttive in modo non regolare. Secondo la rilevazione di contabilità, il settore dei servizi domestici nel 2002 ha raggiunto una dimensione occupazionale di 402 mila persone che possono essere inquadrate nella categoria professionale dei dipendenti. A questo risultato si giunge in larghissima parte per effetto del processo di regolarizzazione che in un solo hanno ha reso possibile una crescita dell’occupazione regolare del 69% (nel 2001 le stime Istat registravano 238 mila dipendenti). Se si fa l’ipotesi che in questo settore l’occupazione regolare ed irregolare si distribuisce allo stesso modo sul territorio nazionale è possibile fare qualche considerazione anche sulla sua dislocazione geografica. I dati di contabilità regionale disegnano un settore che si discosta in modo evidente dalla più generale ripartizione che metteva insieme tutte le altre attività economiche dell’area Filcams riportata nella figura 8. In questo settore l’area dove si concentra la quota più elevata di lavoratori è quella del Centro Italia (32%) seguita a distanza dalle regioni del Nord ovest (28%); dal comprensorio del Sud (22%) e Nord est (18%). Il principale contributo a questa dislocazione geografica proviene dalla larga presenza di lavoratori domestici nella regione Lazio e Lombardia che insieme si ritagliano una fetta di quasi il 40% degli occupati nel settore. Tra le altre regioni una presenza significativi si registra anche in Campani, Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna con una quota di occupazione simile che in ciascuna di queste aree supera di poco il 7% del totale. 22
  • 23. Fig.9 Ripartizione occupati dipendenti nel settore dei servizi domestici per regione (quote %) Veneto 7,1% Campania 7,4% Lazio 19,4% Trentino AA 1,4% Liguria 2,4% Lombardia 18,3% Valle d'Aosta 0,2% Piemonte 7,4%Sardegna 2,2% Sicilia 5,2% Basilicata 0,3% Calabria 1,7% Puglia 3,4% Friuli VG 1,5% Emilia Romagna 7,5% Toscana 7,8%Umbria 2,0% Marche 2,6% Molise 0,4% Abruzzo 1,8% Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Contabilità Regionale) 5. L’evoluzione della base occupazionale: cambiamenti strutturali nell’ultimo decennio e trend congiunturale fino al 2003 Nell’ultimo decennio l’occupazione nell’aggregato economico che fa riferimento alla Filcams è aumentato del 20%. Questo risultato si inserisce all’interno di un processo più ampio di terziarizzazione delle economie avanzate tra cui va inclusa anche l’Italia. Il cambiamento dell’economia nella direzione dei servizi è un processo strutturale che avanza da almeno da tre decenni. L’analisi dell’evoluzione del contributo di occupazione e valore aggiunto di questo settore dall’70 ad oggi è senza dubbio un indicatore utile per capire la dimensione di questo fenomeno. Come evidenziato dalla figura 10, negli ultimi trent'anni l'importanza dei servizi nell'economia è andata costantemente crescendo. In termini di valore aggiunto si è passati da un contributo del 59% nel 1970 fino ad arriva ad una quota di ricchezza prodotta dalle attività terziarie pari al 69%. Il risultato è ancora più evidente se si guarda l’occupazione. La 23
  • 24. straordinaria crescita del volume di attività in un sistema dei servizi che si caratterizza per una intensa presenza di lavoro per unità di valore aggiunto (superiore all’industria) contribuisce a spiegare una evoluzione della quota di occupati nel terziario di quasi 26 punti percentuali. Precisamente, nel periodo che va dal 1970 al 2003 c’è stato un passaggio da una quota di occupazione del 41% a poco oltre il 66%. Con questo avanzamento l’Italia, che all'inizio degli anni settanta era tra le aree meno terziarizzate, oggi ha recuperato il suo ritardo e si allinea ai risultati dei paesi più industrializzati. Questa espansione del terziario in Italia e nel resto delle economia avanzate è la risultante di una combinazione di fattori demografici, sociali e di organizzazione dell’apparto industriale che hanno preso forma nel corso di molti anni. Ripetendo quanto scritto nel rapporto Filcams del 2002 “Il terziario privato in Italia”, la crescita di questo settore è stata trainata: da una parte, da continui mutamenti nei modelli di consumo, stili di vita e cambiamenti demografici il cui effetto è stato una stabile crescita della domanda di servizi da parte delle famiglie e degli individui; dall'altra parte, da un processo di avanzamento nell’integrazione internazionale nonché progresso tecnico e di organizzazione aziendale che ha moltiplicato il fabbisogno di servizi ad alta intensità di conoscenza e anche intensificato processi di esternalizzazione che hanno determinano la nascita di un sistema di fornitura specializzata nei diversi ambiti dei servizi alle imprese. Fig.10 Cambiamento della struttura economica dal 1970 al 2003 per macro settore (quote %) 59,0 62,5 66,1 67,7 68,8 40,9 48,6 60,2 65,5 66,5 35,3 33,1 30,7 29,0 28,3 38,6 38,1 32,3 29,6 29,1 4,44,97,513,420,52,93,33,24,45,7 1970 1980 1990 2000 2003 1970 1980 1990 2000 2003 Valore aggiunto Occupati Servizi Industria Agricoltura Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Contabilità Regionale ) 24
  • 25. Il progresso nella terziarizzazione del paese continua anche nell’ultimo decennio. Benché nel corso di questo lungo periodo ci sia stata una fase all’inizio degli anni novanta caratterizzata da importanti ristrutturazioni che hanno prodotto una perdita di addetti (l’esempio più significativo è quello della razionalizzazione del commercio al dettaglio nella direzione delle grandi superfici despecializzate), il risultato finale per la parte dei comparti che possono essere attribuiti alla rappresentanza sindacale della Filcams è stato quello di una crescita complessiva del 20% dell’occupazione. Questo risultato si inquadra in una posizione leggermente superiore alla media dell’intera economia dei servizi (comprensiva anche dei comparti fuori dal perimetro Filcams) che sempre secondo i dati del censimento è stata capace di incrementare l’occupazione del 18%. In ogni modo, una dinamica che consolida ulteriormente lo spostamento dell’assetto economico del paese nella direzione del servizi, dal momento che nello stesso periodo la componente industriale ha fatto registrare una perdita del 3% dell’occupazione. Fig.11 Evoluzione dell’occupazione nell’aggregato economico di area filcams (Variazione % 2001 – 1991) 40,8% 4,6% 20,2% 42,9% 17,8% 50,3% Dipendenti Indipendenti Addetti 1991 2001 Addetti Var. % 2001/91 nel terziario di area filcams Struttura per categoria professionale nell'area Filcams (Quota % dipendenti) Var.% 2001/91 nell'intera economia dei servizi Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Questa capacità del terziario di creare occupazione (nel suo complesso e per la parte di interesse Filcams) muta notevolmente tra le diverse categorie professionali e tra le diverse branche del comparto. Come messo in evidenza anche dai numeri delle prossime tre figure (figure 11 per il dato aggregato e figura 12 e 13 nell’analisi per 25
  • 26. comparto), negli anni novanta si assiste ad una notevole ricomposizione delle attività e organizzazione dei comparti che ha determinato profonde modificazioni nel modello di terziarizzazione dell’economia. Un primo aspetto riguarda le forme di lavoro. Nel corso di questi ultimi 10 anni larga parte dei comparti si modificano nella direzione di una organizzazione produttiva che realizza la sua flessibilità operativa nell’ambito del lavoro dipendente Il dato generale è infatti quello di una occupazione dipendente che cresce del 41% a fronte di una crescita tra gli indipendenti che si ferma al 5%. L’effetto di queste forti differenze nell’andamento dell’occupazione è quello di un significativo spostamento della quota relativa del lavoro dipendente sull'occupazione complessiva che è passata dal 43% del 1991 a poco più del 50% nel 2001. Se si guarda all’interno di questi numeri attraverso la lente dell’indagine sulle forze di lavoro è possibile fare un successivo passo per comprendere la natura di questo fenomeno. Confrontando la struttura dell’occupazione dipendente nel terziario si scopre che nell’ultimo decennio c’è stato un aumento particolarmente significativo delle forme di lavoro flessibile nella durata del rapporto e negli orari. La quota relativa dei contratti temporanei è raddoppiata passando dal 5,5% del 1993 al 10% del 2003. Allo stesso modo cambia radicalmente il peso dei contratti con orario di lavoro parziale. Sempre nello stesso periodo la quota del part time è aumentata fino all’11% rispetto al 6% del 1993. Se si passa dal dato aggregato ad una indagine del comportamento dei singoli comparti che formano il settore, si scopre che la crescita occupazionale è un fatto diffuso all’interno del terziario (tabella 4) e che in larghissima parte delle attività questo risultato viene realizzato dalla parte del lavoro dipendente (figura 12). Tuttavia non mancano elementi che differenziano l’evoluzione dei comparti nell’ultimo decennio. Come è possibile verificare dalla Tabella 4 un primo aspetto riguarda indubbiamente l’intensità della crescita occupazionale (dipendente e indipendente). Per le straordinarie performance di sviluppo può essere considerato un servizio “emergente” quello della ricerca, selezione e fornitura del personale. In questo comparto gli addetti sono passati da poche migliaia nel 1991 a più di 145 mila occupati nel 2001. Una dinamica particolarmente vivace si registra anche nel comparto delle attività di locazione e gestione degli immobili (+173% nel periodo che va dal 1991 al 2001). Sotto la spinta di una domanda crescente e di processi di outsourcing, gli altri settori che hanno maggiormente contribuito alla crescita occupazionale sono quello 26
  • 27. dell’informatica (la cui dimensione è raddoppiata nel corso di dieci anni) e l’intero apparato dei servizi alle imprese da quelli ad alta intensità di conoscenza (knowledge based) fino a quelli operativi (vigilanza e pulizia). Per quanto riguarda l’area dei più tradizionali servizi legati alle famiglie la situazione sembra invece più diversificata. Dentro il perimetro del turismo il principale contributo occupazionale viene dalle agenzie di viaggio (+50%) e dalle attività di fornitura di pasti caldi (80%), mentre appare meno marcata la crescita per alberghi, bar e ristoranti dove gli addetti aumentano intorno al 13%. Al contrario, sempre nell’ambito del terziario alla persona, non fa progressi l’insieme delle attività ricreative e tutto il sistema dei servizi per il benessere (parrucchieri, istituti di bellezza e centri termali). La situazione è molto diversa nell’ambito dei servizi distributivi. Il risultato occupazionale è stato negativo per il 3,4%. Questa perdita occupazionale prende forma all’interno di un processo di riorganizzazione del sistema distributivo in cui si sviluppa il segmento a monte del ciclo commerciale (+18% l’occupazione nel comparto dell’intermediazione ed ingrosso) e cambia la distribuzione al dettaglio nella direzione di un assetto commerciale in cui aumenta la dimensione delle superfici di vendita e si realizza un forte ridimensionamento del negozio tradizionale di vicinato con la nascita di nuove formule distributive specializzate. In questo quadro il dato generale dell’occupazione nell’ambito degli operatori al consumo finale prende forma attraverso una crescita del 22% nel dettaglio non specializzate, contro una diminuzione occupazionale del 18% negli esercizi specializzati. Utilizzando i micro dati è possibile conoscere in modo più preciso le categorie merceologiche che più hanno contribuito o contribuiscono a questo mutamento all’interno della filiera commerciale. Per quanto riguarda le fasi a monte, i principali contributi alla crescita occupazionale vengono dall’intera attività di intermediazione (+5%) e dal rafforzamento del commercio all’ingrosso nei materiali da costruzione (+48%), nel settore delle attrezzature per ufficio e supporti informatici (+48%) nel comparto dei prodotti elettrici che se si esclude il segmento degli elettrodomestici e apparecchi TV radio e comunicazione è cresciuto del +36%, nel settore merceologico dei prodotti in metallo (+35%), in quello della chimica e farmaceutica (+26%) e nei macchinari industriali (+12%). Seguono invece una dinamica opposta con casi di 27
  • 28. importanti perdite occupazionali il commerci all’ingrosso dei prodotti alimentari, tessili e petroliferi. Quando ci si sposta lungo la filiera commerciale sugli esercizi al dettaglio, dall’analisi dei micro dati si scopre che il contributo principale allo sviluppo del sistema degli operatori despecializzati viene degli ipermercati dove l’occupazione è aumentata del 124%. Sempre positivi, anche se con ritmo relativamente più contenuto è il risultato nei supermercati (+82%) e nei minimercati (+15%). Nell’ambito delle attività commerciali specializzate il tratto comune alla larghissima parte dei comparti è quello di una diminuzione del lavoro. Questa dinamica può essere in parte spiegata da un generale cambiamento nei modelli di consumo che sembra aver messo in crisi il tradizionale assetto commerciale strutturato sulle piccole superfici. La tendenza evidente è infatti quella dello spostamento verso attività commerciali più strutturate su superfici medie e grandi nonché dell’affacciarsi sul mercato di nuove formule distributive. Nel decennio in esame, anche per effetto di una riforma che ha modificato lo schema regolati del settore della distribuzione si è accentuata la diffusione della grande distribuzione alimentare, degli hard discount, dei centri specializzati non alimentari, dei centri all'ingrosso non alimentari, dei centri commerciali, dei factory outlet (centri commerciali che vendono prodotti di marca a prezzi molto scontati) e delle catene di negozi, di cui il franchising rappresenta la formula più dinamica. All’interno di questo processo di modernizzazione del sistema distributivo un canale che subisce uno straordinario ridimensionamento è quello del dettaglio ambulante. I dati del censimento ci restituiscono una situazione in cui gli occupati diminuiscono del 36%. Analizzando la situazione per categoria merceologica, gli unici prodotti su cui si registra una significativa crescita occupazionale sono gli apparecchi elettrici (radio, televisioni, attrezzatura fotografica e strumentazione audio). In tutte le altre categorie il segno è negativo. In modo particolare, è molto forte la riduzione degli addetti nel commercio specializzato di prodotti alimentari (-41%), seguita, anche se con cifre meno visibili, dall’intero comparto tessile e pelletteria, quello dei mobili, elettrodomestici e materiale elettrico, libri, giornali e tutti gli articoli tradizionalmente distribuiti nei ferramenta dalle vernici ai diversi prodotti in metallo. 28
  • 29. Tab.4 Dinamica occupazionale nel terziario Filcams 1991 2001 2001/1991 Comm. ingrosso intermediari 873.449 1.027.206 17,6% Comm. dettaglio non specializ. 322.915 395.350 22,4% Comm. dettaglio specializzato 1.794.014 1.471.234 -18,0% Locazione e gestione immobili 83.187 226.881 172,7% Servizi informatici 174.015 354.772 103,9% Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci 149.310 192.973 29,2% Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 3.640 145.452 n.s Ingegneria integrata e altre attività tecniche 99.708 179.952 80,5% Farmacie 57.666 66.279 14,9% Vigilanza privata 43.343 57.502 32,7% Servizi di pulizia 164.598 339.574 106,3% Parrucchieri, istituti bellezza e benessere 209.243 210.661 0,7% Studi legali e notarili 99.425 162.944 63,9% Studi di architettura e ingegneria 87.351 125.196 43,3% Studi commerciali, tributari, e revisione contabile 96.502 176.745 83,2% Alberghi e motel 150.606 169.769 12,7% Altri esercizi tipo alberghiero 35.093 35.052 -0,1% Bar e ristoranti 492.937 560.941 13,8% Mense e Fornitura di pasti 46.845 84.912 81,3% Agenzie di viaggi e turismo 29.054 43.654 50,3% Attività ricreative 19.181 19.337 0,8% TOTALE 5.032.082 6.046.386 20,2% Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Come anticipato nelle pagine precedenti, questa diffusa crescita dell’occupazione si concentra principalmente nella categoria dei dipendenti. Fatte alcune importanti eccezioni tra cui gli studi professionali, i servizi immobiliari e le attività a monte della filiera commerciale, nel resto dei comparti l’evoluzione occupazionale è segnata da una maggiore crescita tra i dipendenti (figura 12 e figura 13). Per il complesso dei settori Filcams, questa diversa dinamica delle due categorie professionali ha fatto crescere di 7 punti percentuali la quota di chi svolge la propria attività lavorativa con un vincolo di subordinazione passando dal 43% del 1991 al 50% del 2001 In molti servizi questa differenza nella crescita per tipologia di occupazione è particolarmente marcata: nel commercio al dettaglio, attività ricettive, vigilanza privata e mense si assiste ad un vero e proprio fenomeno di sostituzione dei lavoratori indipendenti (che diminuiscono) con la categoria dei dipendenti (che invece aumenta); nella ristorazione; attività ricreative e servizi di pulizia benché la crescita abbia riguardato entrambe le categorie il dato di composizione si sposta significativamente nella direzione dei dipendenti. La dinamica per categoria professionale resta invece sostanzialmente stabile nel settore dell’informatica, e nelle agenzie di viaggio. 29
  • 30. Fig.12 La dinamica dell’occupazione per comparto e categoria professionale (Variazione % 2001 – 1991) Servizi informatici M ense e Fornitura di pasti Comm. ingrosso intermediari Comm. dettaglio non specializ. Comm. dettaglio specializzato Locazione e gestione immobili Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci Ingegneria integrata e altre attività tecniche Farmacie Vigilanza privata Servizi di pulizia Parrucchieri, istituti bellezza e benessere Studi legali e notariliStudi di architettura e ingegneria Studi commerciali, tributari, e revisione contabile Alberghi e motel Altri esercizi tipo alberghiero Bar e ristoranti Agenzie di viaggi e turismo Attività ricreative -35% -25% -15% -5% 5% 15% 25% 35% 45% 55% 65% 75% 85% 95% 105% 115% 125% 135% 145% 155% 165% 175% 185% 195% 205% 215% -55% -45% -35% -25% -15% -5% 5% 15% 25% 35% 45% 55% 65% 75% 85% 95% 105% 115% 125% 135% Variazione % dipendenti 2001/1991 Variazione%indipendenti2001/1991 * Nel grafico per motivi di significatività della variazione % si è scelto di escludere l’attività di ricerca, selezione e fornitura di personale Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) 30
  • 31. Fig.13 Avanzamento nella struttura occupazionale per categoria professionale (Quota % dipendenti sul totale addetti) 29% 28% 39% 43% 30% 27% 47% 33% 34% 43% 58% 53% 54% 45% 69% 69% 66% 57% 78% 89% 92% 65% 10% 15% 30% 31% 33% 36% 40% 41% 46% 50% 53% 53% 60% 64% 68% 71% 72% 75% 89% 94% 96% 99% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% Studi di architettura e ingegneria Locazione e gestione immobili Ingegneria integrata e altre attività tecniche Studi legali e notarili Parrucchieri, istituti bellezza e benessere Comm. dettaglio specializzato Studi commerciali, tributari, e revisione contabile Bar e ristoranti Altri esercizi tipo alberghiero TOTALE Comm. ingrosso intermediari Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci Farmacie Attività ricreative Agenzie di viaggi e turismo Servizi informatici Alberghi e motel Comm. dettaglio non specializ. Servizi di pulizia Vigilanza privata M ense e Fornitura di pasti Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 2001 1991 Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Oltre al dato sul cambiamento nella composizione per categoria professionale, i fenomeni di modernizzazione e innovazione organizzativa del terziario possono essere osservati anche analizzando l'evoluzione dimensionale delle imprese dei servizi. In Italia, più di quanto avviene nel resto dell’Europa, la presenza di occupazione nelle micro imprese (con meno di 9 addetti) è straordinariamente alta (63%). Si tratta di un livello che continua a descrive una situazione di forte polverizzazione del settore del terziario che però se letto rispetto alla situazione del 1991 (quando la quota delle micro imprese occupava il 70% degli addetti), segna – anche se in modo particolarmente 31
  • 32. contenuto - un passaggio verso la concentrazione dell’apparta produttivo. A questo risultato ci si arriva infatti nel corso di un decennio in cui sono diversi i comparti che in un processo di ammodernamento organizzativo realizzano una riduzione della quota di micro imprese. Il primo esempio di concentrazione riguarda il commercio al dettaglio ed in modo particolare quello non specializzato. Interessante anche l’avanzamento dimensionale in larga parte dei comparti del turismo. Una situazione in controtendenza è invece quella che si registra per gli studi professionali dove pur partendo da situazioni di straordinaria polverizzazione, le micro imprese conquistano ulteriori quote di addetti fino ad assorbirne la quasi totalità. In ogni modo, al di la della diversa direzione intrapresa dai comparti del terziario, se ci si sofferma ai soli dati strutturali (livello di occupazione nelle micro imprese) si scopre che nella realtà dei servizi esisto situazioni molto disomogenee con alcuni casi eccezionali in cui la presenza del lavoro nelle micro imprese è diventato un fenomeno marginale. Come si può vedere dalla figura 13 all’interno del terziario convivono: situazioni in cui in cui la presenza di addetti nelle imprese più piccole rappresenta quote decisamente modeste (servizi di pulizia e di vigilanza, mense e attività di ricerca e fornitura di personale); con un altro pezzo del sistema produttivo che prende forma quasi esclusivamente attorno a micro operatori (le diverse tipologie di studi professionali; le imprese di locazione e gestione degli immobili; le farmacie e l’insieme degli operatori che possono essere ricondotto al comparto dei parrucchieri ed attività di bellezza e benessere) 32
  • 33. Fig.14 L'occupazione nelle micro imprese (classe addetto 1-9): quota % sul totale addetti 36,3% 5,7% 7,8% 18,3% 49,6% 45,8% 45,6% 69,8% 52,7% 56,9% 66,2% 69,9% 76,3% 80,5% 73,5% 87,3% 85,4% 90,6% 87,9% 94,4% 88,3% 87,2% 1,8% 5,7% 5,7% 14,5% 30,6% 40,2% 41,8% 47,8% 53,8% 61,6% 62,4% 62,6% 67,3% 73,6% 79,8% 82,0% 84,8% 86,1% 92,3% 93,5% 93,5% 97,8% Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale Vigilanza privata M ense e Fornitura di pasti Servizi di pulizia Comm. dettaglio non specializ. Alberghi e motel Servizi informatici Attività ricreative Agenzie di viaggi e turismo Comm. ingrosso intermediari Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci TOTALE Altri esercizi tipo alberghiero Comm. dettaglio specializzato Ingegneria integrata e altre attività tecniche Bar e ristoranti Studi commerciali, tributari, e revisione contabile Farmacie Studi legali e notarili Parrucchieri, istituti bellezza e benessere Locazione e gestione immobili Studi di architettura e ingegneria 2001 1991 Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Nonostante la crescita diffusa, la disomogeneità nella dinamica occupazionale non ha mancato di modificare anche nel corso di questo decennio la composizione occupazionale per comparto (tabella 5). Limitandosi all’analisi dei soli dipendenti e all’area economica su cui la Categoria esercita la sua attività sindacale, si scopre che il fenomeno emergente riguarda il forte sviluppo del comparto della ricerca e fornitura del personale che rispetto al 1991 (quando la sua base occupazione si fermava a poco meno di 2500 dipendenti) è diventato in 10 anni quasi il 5% dell’insieme dei lavoratori 33
  • 34. che hanno come riferimento contrattuale la Filcams. Sempre in termini di evoluzione delle quote, un crescita significativi si registra anche per due attività che si collocano agli antipodi della tassonomia dei servizi per qualità delle competenze professionali richiesti: da un lato ci sono le attività di pulizia (tipico servizio tradizionale upskilled) che nel 2001 sono diventate il 10% dell’occupazione Filcams (mentre nel 1991 rappresentavano il 6%); dall’altro lato c’è il settore informatico - uno dei principali servizi così detti “avanzati” – che oggi dopo un importante sviluppo è diventato oltre l’8% dell’occupazione complessiva. In questo esercizio di indagine dei cambiamenti della ripartizione dei dipendenti per comparto, in una posizione diametralmente opposta si colloca il commercio che, nonostante la crescita degli esercizi non specializzati, in un decennio è passato da occupare una quota del 55% nel 1991 ad un livello che si attesta poco distante dal 45% nel 2001. Per quanto riguarda il resto delle attività gli spostamenti (sia verso l’alto che verso il basso) non superano mai l’1%. Naturalmente, il quadro descritto non ha mancato di modificare le caratteristiche qualitative del sistema del terziario su cui opera la categoria. Un primo aspetto importante riguarda lo spostamento del baricentro dal commercio verso l’apparto degli altri servizi. Dentro questa nuova area che rappresenta il 55% dei dipendenti, assume forma crescente quella categoria dei servizi avanzati che si caratterizzano per un più alto contenuto professionale. A questo riguardo, mettendo insieme i dipendenti riconducibili a quelle attività a maggior contenuto di conoscenza (il complesso sistema della consulenza, l’informatica e le attività degli studi professionali) si raggiunge quasi un quarto dei dipendenti su cui la Filcams esercita la sua rappresentanza. Al contrario, sono pochi quei servizi tradizionali su cui si registra un aumento della quota relativa di occupazione. In questo ambito, come già evidenziato nelle precediti pagine, l’unico settore che fa eccezione è quello dei servizi di pulizia. Un tipico servizio operativo alle imprese che evolve rapidamente per effetto di un processo di riorganizzazione che lo vede quasi sempre inserito tra quelle attività che vengono esternalizzate. Non cambia invece il peso dell’industria del turismo e delle attività ricreative che continuano a rappresentare una quota del 16% dell’occupazione totale. 34
  • 35. Tab.5 Cambiamenti della composizione di comparto rispetto al volume di dipendenti nell'intera area contrattuale della Filcams Quota % dipendenti anno - 2001 Differenza rispetto alla situazione 1991 Commercio all’ ingrosso ed intermediari 17,8 -5,6 Commercio al dettaglio non specializzato 9,8 1,3 Comm. Dettaglio specializzato 17,3 -5,2 Locazione e gestione immobili 1,1 0,1 Servizi informatici 8,3 2,8 Consulenza aziendale, servizi commerciali e certific.bilanci 3,4 -0,3 Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale 4,7 4,6 Ingegneria integrata e altre attività tecniche 1,8 0,0 Farmacie 1,3 -0,2 Vigilanza privata 1,8 0,0 Servizi di pulizia 10,0 4,0 Parrucchieri, istituti bellezza e benessere 2,3 -0,7 Studi legali e notarili 1,6 -0,4 Studi di architettura e ingegneria 0,4 -0,8 Studi commerciali, tributari, e revisione contabile 2,3 0,2 Alberghi e motel 4,0 -0,6 Altri esercizi tipo alberghiero 0,5 0,0 Bar e ristoranti 7,6 0,1 Mense e Fornitura di pasti 2,7 0,7 Agenzie di viaggi e turismo 1,0 0,1 Attività ricreative 0,4 0,0 TOTALE 100,0 0,0 Fonte: Elaborazioni Ires su dati Istat (Censimento) Il trend dell’occupazione nel periodo che va dal 2001 al 2003 Nel corso dell’ultimo triennio il tasso di crescita della attività produttiva e quello dell’occupazione si sono andati, per il complesso dell’economia progressivamente riducendo: in molti comparti di area FILCAMS la stagnazione si è trasformata in recessione, con variazioni negative dell’output (valore aggiunto a prezzi costanti). La flessione dell’attività produttiva è stata particolarmente severa negli Autoveicoli e carburanti e nel Turismo. Anche nella Ristorazione la dinamica è stata negativa sia nel 2002 che nel 2003. Nel Commercio al dettaglio il biennio 2002-2003 è stato di sostanziale stagnazione. Anche l’Informatica ha conosciuto dopo molti anni nel 2003 una consistente flessione (figura 15). 35
  • 36. Fig.15 Dinamica del valore aggiunto VALORE AGGIUNTO A P. COSTANTI - VARIAZIONI % ANNUE 1,9 4,9 1,4 1,3 2,6 1,9 2,9 8,6 5,9 -1,2 2,0 0,2 -3,0 2,0 0,0 -0,4 -0,9 2,6 0,8 0,2 2,6 -1,2 -2,5 -0,4 0,4 4,8 0,9 1,0 1,9 -0,9 -0,2 0,1 -0,3 2,1 -1,9 -0,7 -4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 COMMERCIO -Autoveicoli e carburanti (vendita) -Commercio all'ingrosso -Commercio al dettaglio ALBERGHI E PUBBLICI ESERCIZI -Alberghi, campeggi, ecc. -Ristorazione Informatica e ricerca Attività professionali e serv. alle imprese Attività ricreative, culturali e sportive Servizi domestici TOTALE ECONOMIA 2001 2002 2003 Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT (Conti economici nazionali annuali) Questa fase congiunturale negativa ha sino a questo momento avuto un impatto attenuato in termini di quantità complessiva di lavoro (unità di lavoro totali). Nel biennio 2002-2003, infatti, nessuno dei comparti di area FILCAMS ha conosciuto una contrazione dell’occupazione (figura 16). L’unica flessione a livello settoriale che si registra nel periodo è quella (nel 2001) relativa della vendita di Autoveicoli e carburanti, che però appare il risultato di una ristrutturazione specifica (nello stesso anno infatti la produzione cresce quasi del 5%). L’impatto della stagnazione dell’attività produttiva è sul numero di occupati dipendenti ancora minore di quanto si è riscontrato per le unità di lavoro totali (figura 17). Ciò vale per l’intera economia ed anche per i comparti FILCAMS. Si può in questo caso al più parlare di un certo rallentamento della crescita, particolarmente accentuato 36
  • 37. nell’Informatica. L’unica variazione negativa si registra (nel 2003) per il Commercio all’ingrosso. Fig.16 “Quantita” complessiva di lavoro UNITÀ DI LAVORO TOTALI - VARIAZIONI % ANNUE 1,6 -1,0 3,3 1,3 3,0 2,3 3,3 1,8 6,7 3,3 4,4 2,7 1,6 1,3 1,3 0,9 1,1 1,6 0,8 2,3 1,8 2,1 3,5 0,1 0,6 1,2 0,8 5,0 2,8 3,3 1,8 0,5 0,5 0,1 0,8 0,0 0,0 3,7 0,4 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 COMMERCIO -Autoveicoli e carburanti (vendita) -Commercio all'ingrosso -Commercio al dettaglio ALBERGHI E PUBBLICI ESERCIZI -Alberghi, campeggi, ecc. -Ristorazione Attività immobiliari e noleggio Informatica e ricerca Attività professionali e serv. alle imprese Attività ricreative, culturali e sportive Servizi domestici TOTALE ECONOMIA 2001 2002 2003 Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT (Conti economici nazionali annuali) 37
  • 38. Fig.17 Dinamica dell’occupazione dipendente OCCUPATI DIPENDENTI - VARIAZIONI %ANNUE 3,4 1,0 5,6 2,8 9,2 6,3 10,4 1,8 8,8 8,1 6,2 0,9 2,5 2,8 5,8 -0,7 4,1 5,6 4,8 6,0 0,7 4,6 7,4 1,4 3,2 0,6 4,0 3,8 8,7 3,5 3,7 7,0 2,0 1,2 4,3 2,8 6,2 1,6 4,3 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 COMMERCIO -Autoveicoli e carburanti (vendita) -Commercio all'ingrosso -Commercio al dettaglio ALBERGHI E PUBBLICI ESERCIZI -Alberghi, campeggi, ecc. -Ristorazione Attività immobiliari e noleggio Informatica e ricerca Attività professionali e serv. alle imprese Attività ricreative, culturali e sportive Servizi domestici TOTALE ECONOMIA 2001 2002 2003 Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT (Conti economici nazionali annuali) 38
  • 39. APPENDICE STATISTICA: l’occupazione dipendente nelle province (fonte: censimento Istat)
  • 40. Commercio Attività immobiliari Informatica Turismo e attività ricreative Parrucchieri e istituti di bellezza Altri servizi benessere Farmacie Studi professionali Servizi alle imprese di tipo gestionale e tecnico Servizi di pulizia Servizi di vigilanza Torino 52.340 2.396 22.858 18.042 2.886 187 1.805 12.112 25989 15.557 2.225 Vercelli 3.983 88 482 1.292 176 3 112 682 858 1.590 144 Biella 4.895 67 522 927 228 2 115 786 773 1.228 178 Verbano-Cusio-Ossola 3.114 99 380 1.698 168 3 110 599 388 286 55 Novara 9.569 210 1.035 2.625 475 10 248 1.163 2030 1.368 255 Cuneo 12.893 209 1.666 3.650 521 24 340 2.278 2632 4.115 286 Asti 3.827 139 587 907 211 12 126 783 710 665 78 Alessandria 11.577 215 790 2.339 514 99 337 1.572 1524 1.943 311 Aosta 2.606 42 607 3.122 164 0 133 489 524 515 129 Varese 24.179 495 2.646 7.430 1.372 59 559 3.585 6044 2.244 562 Como 16.741 293 1.287 4.925 759 13 284 2.206 2597 2.106 879 Lecco 8.168 171 726 1.775 477 5 151 1.340 1608 1.559 175 Sondrio 4.043 68 413 1.786 191 29 79 667 662 376 86 Milano 183.760 7.167 55.350 48.412 6.200 221 2.814 21.721 71735 36.999 6.100 Bergamo 26.134 744 2.942 6.691 1.295 76 467 4.200 6746 4.428 743 Brescia 31.056 1.022 3.989 9.053 1.555 157 548 4.960 7979 5.706 1.261 Pavia 11.564 170 924 2.729 601 74 252 1.818 1676 2.164 319 Lodi 4.905 136 973 1.055 279 4 132 591 956 1.047 189 Cremona 7.469 152 662 1.788 438 3 217 1.215 1835 1.500 218 Mantova 8.799 127 848 1.887 476 8 235 1.540 2027 1.493 199 Bolzano-Bozen 20.774 272 1.419 13.090 787 35 315 2.445 2068 2.804 114 Trento 14.717 227 2.441 6.880 632 79 366 1.954 1957 3.492 176 PIEMONTE VALLE D'AOSTA LOMBARDIA TRENTINO ALTO ADIGE 40
  • 41. Commercio Attività immobiliari Informatica Turismo e attività ricreative Parrucchieri e istituti di bellezza Altri servizi benessere Farmacie Studi professionali Servizi alle imprese di tipo gestionale e tecnico Servizi di pulizia Servizi di vigilanza Verona 28.077 668 3.403 9.614 1.159 52 468 4.550 5334 4.979 461 Vicenza 23.620 599 3.594 5.336 1.225 48 473 3.381 5036 2.751 473 Belluno 4.817 90 409 2.142 275 29 118 782 884 356 90 Treviso 22.293 541 3.055 5.885 1.299 49 451 3.371 5301 3.031 354 Venezia 25.977 933 3.227 17.955 1.341 82 640 3.628 4373 5.666 995 Padova 28.058 603 6.783 11.819 1.480 171 561 4.685 5353 3.314 474 Rovigo 5.231 111 428 1.258 304 2 116 831 659 570 132 Pordenone 7.597 131 595 2.348 376 10 156 1.307 2623 2.034 84 Udine 16.056 263 1.876 5.680 783 14 409 2.017 2673 3.141 273 Gorizia 3.325 56 297 1.591 222 4 102 539 531 653 297 Trieste 6.576 243 1.209 2.802 369 1 265 1.088 1356 2.523 412 Imperia 5.954 117 254 2.357 327 35 195 945 283 571 127 Savona 6.757 119 419 3.114 389 6 284 1.387 796 933 177 Genova 21.918 716 3.977 10.362 1.294 24 955 4.464 4839 4.045 1.570 La Spezia 4.761 85 716 2.112 329 5 209 711 784 1.796 133 Piacenza 7.650 102 887 1.839 349 2 152 1.025 1567 2.456 161 Parma 10.940 255 3.448 4.074 637 607 268 1.992 2626 4.051 385 Reggio nell'Emilia 12.746 314 1.590 3.253 590 4 386 2.208 3174 2.589 406 Modena 20.331 578 3.039 5.972 1.033 64 436 3.077 5274 4.155 345 Bologna 34.599 1.171 7.564 13.871 1.709 228 1.068 5.314 10299 9.991 826 Ferrara 9.149 193 774 3.027 469 24 358 1.398 1011 1.887 212 Ravenna 10.035 187 1.472 4.670 594 221 446 1.653 2207 2.065 306 Forli'-Cesena 13.592 151 1.398 3.304 653 176 294 1.940 1333 1.477 153 Rimini 8.278 123 918 5.366 550 77 270 1.790 1190 1.497 161 VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA LIGURIA EMILIA ROMAGNA 41
  • 42. Commercio Attività immobiliari Informatica Turismo e attività ricreative Parrucchieri e istituti di bellezza Altri servizi benessere Farmacie Studi professionali Servizi alle imprese di tipo gestionale e tecnico Servizi di pulizia Servizi di vigilanza Massa-Carrara 4.167 95 353 1.462 304 24 134 664 458 783 75 Lucca 9.787 204 906 4.636 671 23 364 1.486 1100 1.406 296 Pistoia 7.171 106 897 2.459 502 216 222 1.269 690 617 238 Firenze 33.712 1.128 4.820 16.158 1.825 55 863 5.128 6414 4.771 1.357 Prato 5.845 142 926 1.079 447 0 213 1.087 1050 985 168 Livorno 7.387 150 635 3.621 389 48 279 1.306 1279 1.850 376 Pisa 9.720 127 1.466 3.350 590 130 417 1.386 1466 2.288 315 Arezzo 8.201 180 823 2.436 562 4 253 1.050 1101 1.883 540 Siena 5.790 316 757 4.648 384 199 180 1.043 836 914 118 Grosseto 4.313 111 285 2.432 231 212 192 823 302 677 213 Perugia 14.292 202 1.485 5.916 823 26 507 2.023 2243 2.999 318 Terni 4.583 35 638 1.805 363 9 206 662 453 1.550 152 Pesaro e Urbino 7.430 289 960 2.921 557 50 235 1.470 1854 989 177 Ancona 12.407 317 1.571 3.493 791 57 296 2.169 2732 1.958 371 Macerata 6.545 69 932 1.768 389 79 303 1.016 889 534 98 Ascoli Piceno 7.825 56 607 2.087 502 52 206 1.096 968 1.008 238 Viterbo 5.392 70 210 1.548 208 77 173 654 570 1.257 152 Rieti 1.795 21 126 795 95 18 65 269 518 310 83 Roma 94.721 4.182 45.937 52.057 3.550 89 3.862 17.041 24766 38.888 7.548 Latina 9.181 80 772 2.610 333 11 307 1.439 1540 1.569 359 Frosinone 6.328 62 554 2.283 267 174 239 1.177 1783 1.494 325 TOSCANA UMBRIA MARCHE LAZIO
  • 43. Commercio Attività immobiliari Informatica Turismo e attività ricreative Parrucchieri e istituti di bellezza Altri servizi benessere Farmacie Studi professionali Servizi alle imprese di tipo gestionale e tecnico Servizi di pulizia Servizi di vigilanza L'Aquila 4.445 45 528 1.573 176 29 168 511 811 766 251 Teramo 5.109 71 446 1.605 391 17 155 748 1400 466 166 Pescara 7.537 106 392 2.353 414 171 195 954 1070 1.458 109 Chieti 6.980 43 503 2.139 453 18 221 778 1779 1.087 423 Isernia 1.070 9 144 411 50 0 33 179 234 229 42 Campobasso 2.765 47 267 998 128 7 75 437 650 323 156 Caserta 8.203 93 902 2.184 204 5 421 2.073 1297 1.584 835 Benevento 2.755 46 228 995 106 3 122 754 378 818 243 Napoli 36.445 907 7.766 19.000 986 505 1.762 9.226 5759 17.324 3.274 Avellino 4.593 16 741 1.707 189 15 140 845 811 1.519 354 Salerno 12.881 106 1.483 5.307 461 27 561 2.860 1691 2.675 702 Foggia 6.963 42 347 2.834 234 61 310 1.161 1265 1.535 801 Bari 27.558 290 5.371 7.389 867 28 825 3.868 4393 10.417 1.233 Taranto 6.900 167 459 1.953 270 4 281 868 732 3.351 578 Brindisi 4.481 30 280 2.120 247 1 181 732 659 1.307 479 Lecce 10.892 66 593 2.866 428 94 415 1.694 1791 1.723 938 ABRUZZO MOLISE CAMPANIA PUGLIA 43
  • 44. Commercio Attività immobiliari Informatica Turismo e attività ricreative Parrucchieri e istituti di bellezza Altri servizi benessere Farmacie Studi professionali Servizi alle imprese di tipo gestionale e tecnico Servizi di pulizia Servizi di vigilanza Potenza 4.131 21 475 1.661 106 19 144 640 538 2.004 545 Matera 2.606 4 212 1.035 110 0 80 436 744 399 183 Cosenza 8.691 73 1.235 2.620 310 132 372 1.201 1379 1.819 399 Crotone 1.619 34 93 666 44 7 69 309 167 241 92 Catanzaro 4.982 65 459 1.726 185 48 158 641 649 965 248 Vibo Valentia 1.319 2 170 988 40 2 72 235 119 133 52 Reggio di Calabria 5.527 56 300 1.450 248 15 311 931 718 742 259 Trapani 5.388 59 356 1.924 288 48 246 1.274 227 511 102 Palermo 16.430 274 1.594 6.294 426 0 690 2.840 3023 2.430 1.061 Messina 9.323 89 814 4.771 467 37 414 1.605 986 1.356 321 Agrigento 4.505 35 275 1.580 139 119 195 869 136 759 193 Caltanissetta 3.141 38 268 711 164 2 144 472 258 610 263 Enna 1.459 2 93 361 66 3 92 222 63 326 139 Catania 17.872 138 1.228 4.340 660 119 729 2.435 1544 2.808 947 Ragusa 5.301 26 411 1.246 240 9 166 699 212 342 143 Siracusa 4.784 111 485 1.937 262 5 250 866 839 995 330 Sassari 9.496 182 838 4.670 399 17 311 991 639 1.700 477 Nuoro 3.234 28 232 1.720 96 0 150 418 144 565 223 Oristano 2.305 8 115 569 72 0 90 347 91 278 133 Cagliari 16.116 258 1.666 5.577 528 87 656 2.313 1962 3.676 905 Totale 1.349.848 34.387 252.308 492.698 62.398 6.245 39.545 214.479 304994 297.687 54.805 BASILICATA CALABRIA SICILIA SARDEGNA 44