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IL PATRIMONIO ARCHITETTONICO DEL CENTRO STORICO DI PATTI
Le origini di Patti si fanno risalire alla distruzione dell’antica Tyndaris, attaccata dai Saraceni nella seconda metà del nono secolo. Si vuole che gli sfuggiti al disastro abbiano trovato rifugio nel territorio dove ora sorge Patti.  La storia di Patti non comincia se non col  Monastero dei Benedettini , fondato dal conte Ruggero d’Altavilla nel 1094. Egli fece considerevoli donazioni, tutte documentate nelle pergamene del “De fundatione” dell’ Arca Magna, conservata nell’archivio del Capitolo della Cattedrale: oltre sessanta concessioni che riguardavano venti Chiese sparse per tutta la Sicilia, castelli, tonnare, poderi. Ingresso al monastero e all'abazia Monastero dei Benedettini , adiacente all’abazia. Formava con essa e con il castello normanno un unico complesso LA CATTEDRALE
Insieme al Monastero del SS. Salvatore venne edificato  il tempio di S. Bartolomeo .  Il complesso venne affidato all’abate Ambrogio, chiamato da Lipari. Nel 1095 Ambrogio promulgò una serie di norme per gli uomini di “ Latinae linguae” che andavano ad abitare nel “Castro Pactes” e che ressero i rapporti tra costoro ed il  Monastero. Portale normanno. Rinvenuto durante i restauri del 1981-85. Il portale è incorniciato da un archeggiato cieco policromo. Capitelli zoomorfi ritrovati negli sterri della cattedrale. Abazia di S. Bartolomeo (1094).
Portale barocco del 1742, oggi posizionato all'ingresso laterale della Cattedrale, dopo il rinvenimento dell'originario portale normanno. Cappella di S.Febronia  patrona di Patti, del 1760. Dipinto di Madonna con bambino attribuito ad Antonello da Saliba, databile tra il 1497 ed il 1531. 'Adorazione dei pastori',  del pittore fiammingo Guglielmo Borremans (1725).  Crocifisso ligneo del 1700 inserito in un ricchissimo reliquario
Morto il re Ruggero, la regina Adelasia stabilì la sua residenza a Patti dove, nel 1115, si fece costruire un  castello  accanto al monastero dei Benedettini. La regina Adelasia morì a Patti nel 1118. Originariamente sepolta in una cappella del Monastero, fu trasportata in Cattedrale, dov’è custodito il suo monumento funebre  cinquecentesco. In questo periodo il centro abitato era limitato alla Cattedrale, al Monastero ed al Castello. Patti ancora non era città, ma solo un nucleo fortificato. Dell’antico castello non rimangono che poche tracce. Esso fu convertito in  Vescovado  nel 1466 dal vescovo Caracciolo. Finestra a tutto sesto. Ciò che rimane  della torre del castello di Adelasia. Opere di fortificazione.  La regina Adelasia. Il Vescovado.  Resti della torre del castello
QUARTIERE POLLINI Nel periodo normanno Patti cominciò a crescere, addossata alle mura del castello e dell’abbazia, proporzionalmente al naturale incremento della popolazione ed all’immigrazione di villani chiamati dagli Abati-Vescovi a coltivare le loro terre.  Chiesa S.Febronia. Panorama. Piazzetta Scala
Nasce il quartiere Pollini , caratterizzato da piccole case in pietra abitate da agricoltori ed  allevatori e strette viuzze che digradano fino al torrente Montagnareale.  Fornice d'accesso al quartiere Polline Interno di un’ abitazione in Vicolo Salso Vicolo Ospizio. Vicolo Agonizzanti Vicolo Santa Febronia Vicolo Vizzolo Ruderi.
E’ in questo quartiere che la tradizione vuole sia nata e vissuta S.Febronia, patrona della città di Patti. Quella che è indicata come la sua casa natale appartenne invece ad un ricco cittadino, Gian Matteo Vizzolo, che nel 1597 volle per testamento che venisse trasformata in chiesa dedicata alla Santa. Chiesa di S.Febronia dei Pollini Statua in gesso della Santa acquistata nel 1923 con le offerte dei concittadini emigrati negli USA. La cripta di S.Febronia La piccola campana.
IL CONVENTO DI S.FRANCESCO Il convento, che sembra sia stato fondato da S. Antonio da Padova durante il suo secondo viaggio in Sicilia nel 1225, nonostante la lapide posta dal Vescovo Napoli rechi la data 1222, fu costruito sulla collina opposta e vicina a quella su cui sorge la Cattedrale e venne a determinare un secondo punto focale di espansione urbanistica. Requisito dallo Stato dopo l’Unità d’Italia, ospitò scuole di vari ordini fino al terremoto del 1978 che lo danneggiò gravemente. Vi è annessa l’omonima chiesa della quale sono finalmente iniziati i restauri. Il Vescovo Napoli  rammodernò l’edificio nel 1654.
QUARTIERE S. IPPOLITO Nel periodo svevo-aragonese (prima metà del sec. XIII), col consolidarsi dello spirito municipale sorse il primo spazio pubblico con funzione amministrativa intorno alla prima chiesa laica di Patti: S. Ippolito. Sotto i suoi portici, oggi non più visibili dopo il recente restauro, si usavano affiggere i pubblici atti per portarli a conoscenza dei cittadini. Chiesa di S. Ippolito: Madonna di Lepanto, variante della Madonna del Rosario. S.Ippolito . Aperture della costruzione originaria risalente al XIII secolo. La scalinata in origine era esterna. Chiesa di S.Ippolito,la più antica parrocchia di Patti.
Intorno alla chiesa si sviluppò il primo insediamento al di fuori del castello normanno, dove risiedevano i borghesi che continueranno ad avere lì, nella Via Cappellini, i loro palazzi fino alla fine dell’800. Il tessuto viario medievale si è conservato quasi intatto fino ad oggi e costituisce una peculiarità del patrimonio urbanistico pattese.  Palazzo Accordino, in Via Cappellini Casa Calimeri, già Palazzo Pisani.  Via Cappellini vista da via Cairoli Palazzo Sciacca Natoli. Una lapide ricorda la visita di Garibaldi. Vicolo Monza Salita Via Monastero Via V. Natoli. Ruderi della sede del  convitto studentesco ‘S.Tommaso d'Aquino’.
QUARTIERE  S.MICHELE Al suo interno si conserva un prezioso tabernacolo in marmo del 1538, già commissionato per la Cattedrale, opera di Antonio Gagini e una statua lignea dell’Annunziata. Al termine della guerra del Vespro (1282), gli Aragonesi succeduti agli Angioini rafforzarono le opere di difesa della città con una cerchia di mura che inglobò anche il quartiere S.Michele. Accanto alla chiesa c’è l’unica porta rimasta, delle cinque che originariamente si aprivano lungo la cinta muraria aragonese, della quale si conservano tracce da S.Michele  fino ai Pollini.  Questa contrada, sorta in direzione Nord-Ovest, fu popolata prevalentemente da pescatori e pignatari, che solo alla fine del ‘700 si trasferirono al borgo della Marina. La chiesa che diede il nome al quartiere fu per l’appunto intitolata al patrono dei marinai. La Chiesa. Il tabernacolo L ’Annunziata  S. Michele Arcangelo Porta S. Michele Panorama del quartiere
LA CAPITANIA Nel 1312 il re Federico d’Aragona accettò e ratificò le nuove “Consuetudini” per cui Patti diventava città demaniale, cioè libera da qualsiasi giurisdizione feudale, compresa quella del suo Vescovo. La giustizia veniva affidata ad un capitano che andò a risiedere in quel palazzo che prese per l’appunto il nome di “Capitania”. Di un’ala del palazzo che risale al 1345, per lungo tempo in stato di abbandono, sono in corso dei restauri; verrà adibita a Museo Diocesano. Il complesso apparteneva al conte Bartolomeo d’Aragona, che ribellatosi al re Martino   fu spogliato di tutti i beni e cacciato dal regno. Nel 1407 il re cedette l’edificio al Vescovo di Patti, che lo trasformò in convento delle Clarisse. Portale  La chiave di volta con lo stemma dei Marziano
LA SACRA FAMIGLIA Il convento delle Clarisse seguì la stessa sorte del convento di  S. Francesco: venne requisito dallo Stato . Ma le sue precarie condizioni strutturali non ne consentirono la riconversione in edificio scolastico. Fu messo all’asta e nel 1901 il Vescovo Privitera  lo acquistò con denaro proprio e lo affidò alle “ Suore Operaie della Sacra  Famiglia” che si occuparono della sua gestione come asilo, orfanotrofio femminile e per un periodo anche come erogatore dei servizi presso l’ospedale. La chiesa del monastero, dedicata a S.Febronia, ha ospitato il quadro di S. Caterina d’Alessandria, oggi restaurato e custodito nel gabinetto del Sindaco, che per lungo tempo è stato erroneamente creduto il ritratto di S.Febronia a causa dell’analogia iconografica tra le due sante  ‘spaventatrici’ dei Mori. Oggi il convento è stato abbattuto e trasformato  dalla Curia in albergo.
QUARTIERE S.NICOLA La piazza antistante S.Ippolito rimaneva il centro amministrativo della città, quella antistante la chiesa di S. Nicola, allora chiamata Piazza Mercato, ne divenne il centro commerciale. La vicina Via dei Mercanti, oggi Via Roma, divenne la più trafficata via della città per commerci e servizi. Via Roma. La Pescheria Piazza F.Niosi. Nel 1544 il pirata Ariadeno Barbarossa attaccò, saccheggiò e distrusse Patti. I superstiti fuggiti per le campagne ne iniziarono la ricostruzione, anche fuori le mura aragonesi che non erano riuscite a difenderli. In quella che era detta la ‘Valle dei Cosentini’, sorse il quartiere di S. Nicola, popolato per lo più da artigiani. Fontana del  Calice  S. Nicola Via Teatro. Antico Caffè Galante. Ritrovo degli intellettuali pattesi di inizio ‘900 Via Antonello da Messina.
IL SEMINARIO  E  LA FONTANA  NAPOLI Nell’opera di ricostruzione della città dopo l’incursione del Barbarossa, si distinse il vescovo Vincenzo Napoli, che fece restaurare il monastero dei Benedettini, iniziò la costruzione del Seminario, ordinò la monumentale fontana che prende il suo nome. La tomba del vescovo Vincenzo Napoli, del 1557. La fontana Napoli, fatta costruire dal vescovo Vincenzo Napoli  per la comune utilità nel 1647. La vasca in marmo bianco è a forma di calice sostenuto da due leoni. Particolare dei rosoni. Il Seminario. Istituito dal Vescovo De los Cameros nel 1656. Fino al 1860 era l'unica scuola secondaria della Provincia.
Casa Saggio, amico di Salvatore Quasimodo Via Pietro Novelli Via Pascoli Via Sciacca  Baratta era la continuazione della via Magretti, fino al 1904. Via Magretti. Chiesa degli Agonizzanti. 1681  Ospizio in via Sciacca Baratta Palazzo Fortunato via Magretti 44.  Salita Arimondi Salita Poerio Lungo quest’importante arteria che taglia il centro storico da Piazza Municipio verso il Seminario, incontriamo la chiesa degli Agonizzanti, il vecchio ospizio Sciacca-Baratta, palazzo Fortunato, il Seminario vescovile, casa Saggio. Caratteristiche strade laterali sono Via P. Novelli, Via Boncompagni, Via Pascoli. VIA MAGRETTI
QUARTIERE  S. ANTONIO Salita Arimondi, inizia la Via S. Antonio Abate, che porta all’omonimo quartiere e alla sua chiesa fuori le mura, oltre quella che era detta ‘porta della morte’. Sin dal medioevo sorgeva qui il borgo detto “di retro lo castello”. La chiesa risale senz’altro a quel periodo, anche se i più antichi documenti conosciuti che la citano sono della fine del ‘500. Scendendo dalla Cattedrale, lungo la Via G.Ceraolo, di fronte ad un’antica edicola posta alla fine di  Ancora nel 1567 la chiesa è detta di S.Nicasio, e non di S. Antonio.  Interno. Aula a tre navate.  La Vara in legno. E' la più antica di Patti, se ne conosceva l'esistenza già nel 1567. Altare maggiore. S. Antonio Abate.
VIA XX SETTEMBRE  L’ultimo tratto di questa via conduceva alla Cattedrale attraverso la Porta Reale, oggi pressoché distrutta. Nella parte più bassa, essa è fiancheggiata da edifici e chiese: il convento francescano di S. Maria del Gesù del 1478, con l’annessa chiesa conosciuta anche come S. Giuseppe; la chiesa di S. Maria dei Greci, sempre della fine del ‘400; palazzi privati del ‘700 e dell’ ’800. Verso il 1870 il giardino del convento di S.Maria del Gesù venne espropriato per adibirlo alla costruzione di via C. Battisti, alla costruzione di nuovi palazzi tra cui palazzo Gatti, alla realizzazione di Piazza d’Armi, oggi piazza XXV Aprile. Convento francescano  di S.Maria del Gesù, 1478. Chiesa di S.Maria del Gesù, conosciuta come S.Giuseppe. Chiesa S.Maria dei Greci o della Candelora (Fine XV sec.).  La farmacia Barbera. Palazzo G. Sciacca, nella “curva di don Lillo”. Via C. Battisti Casa del Prof. F. Niosi, famoso chirurgo pattese. Dettaglio  ringhiera in ghisa.
LA VILLA COMUNALE Il palco della musica. Chiesa conventuale di S.Febronia o della Badiedda  (1677) annessa al conservatorio S. Rosa Palazzo Gatto Greco  Il chiosco. Busto del sindaco N. Gatto Ceraolo.  Villa comunale. Fu inaugurata nel 1875. Phoenix dactylifera Palazzo Gatti dalla Villa comunale Aperta al pubblico nel 1875, nell’area detta del piano di S.Febronia, dove si teneva la fiera nell’ultima domenica di Luglio. Accanto alla villa sorge il tardo-seicentesco Conservatorio di S. Rosa  o Badiedda, con l’annessa chiesetta conventuale.
S.ANTONINO Fuori le mura, verso Oriente, esisteva da tempo antichissimo una chiesetta dedicata a S. Antonio da Padova. Accanto alla chiesa, con l’aiuto del vescovo Napoli, fu costruito il nuovo convento degli Osservanti. Frane continue ne hanno segnato le sorti, finché negli anni ’90 si è provveduto a consolidare il terreno con palificazioni di cemento. Altare Maggiore. La Madonna di Pompei con S. Domenico e S.Caterina. Santa Apollonia  Sant'Antonio da Padova 1892. S. Francesco.  Beato Felice da Nicosia. San Calogero eremita  SS.Cosma e Damiano.
PROGETTO GRAFICO:  Monica Grasso TESTI E RICERCHE BIBLIOGRAFICHE:  Maria Rosa Martines FOTO:  Monica Grasso & Carlo Tricoli BIBLIOGRAFIA:  Riccardo Magistri : “Centro storico di Patti”. Ed. Mosca – Patti  1992 Società Pattese di Storia Patria : periodico annuale “Timeto” Vincenzo Ruffo : “L’ Anima Pattese”. Ed: Mosca – Patti  1991 Annamaria Natoli : “Il patrimonio architettonico ed urbanistico del centro storico di  Patti” Ed: Assoc. Teatro – Cultura “ Beniamino Joppolo”  1996 Filippo Irato : “Patti nella Storia” . Ed: Pungitopo  2004 C. Sardo Infirri : Articoli vari dalla raccolta di “Vita Nostra”. Ed: Pungitopo Aurelia Sardo Infirri : Tesi di Laurea. G.Crisostomo Sciacca : “Patti e l’amministrazione del Comune nel Medio Evo”. Ed: Mosca Patti 1991 Michele Spadaro : “Nobilissima Civitas” . Ed. Pungitopo  1983

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Il patrimonio architettonico del centro storico di patti

  • 1. IL PATRIMONIO ARCHITETTONICO DEL CENTRO STORICO DI PATTI
  • 2. Le origini di Patti si fanno risalire alla distruzione dell’antica Tyndaris, attaccata dai Saraceni nella seconda metà del nono secolo. Si vuole che gli sfuggiti al disastro abbiano trovato rifugio nel territorio dove ora sorge Patti. La storia di Patti non comincia se non col Monastero dei Benedettini , fondato dal conte Ruggero d’Altavilla nel 1094. Egli fece considerevoli donazioni, tutte documentate nelle pergamene del “De fundatione” dell’ Arca Magna, conservata nell’archivio del Capitolo della Cattedrale: oltre sessanta concessioni che riguardavano venti Chiese sparse per tutta la Sicilia, castelli, tonnare, poderi. Ingresso al monastero e all'abazia Monastero dei Benedettini , adiacente all’abazia. Formava con essa e con il castello normanno un unico complesso LA CATTEDRALE
  • 3. Insieme al Monastero del SS. Salvatore venne edificato il tempio di S. Bartolomeo . Il complesso venne affidato all’abate Ambrogio, chiamato da Lipari. Nel 1095 Ambrogio promulgò una serie di norme per gli uomini di “ Latinae linguae” che andavano ad abitare nel “Castro Pactes” e che ressero i rapporti tra costoro ed il Monastero. Portale normanno. Rinvenuto durante i restauri del 1981-85. Il portale è incorniciato da un archeggiato cieco policromo. Capitelli zoomorfi ritrovati negli sterri della cattedrale. Abazia di S. Bartolomeo (1094).
  • 4. Portale barocco del 1742, oggi posizionato all'ingresso laterale della Cattedrale, dopo il rinvenimento dell'originario portale normanno. Cappella di S.Febronia patrona di Patti, del 1760. Dipinto di Madonna con bambino attribuito ad Antonello da Saliba, databile tra il 1497 ed il 1531. 'Adorazione dei pastori', del pittore fiammingo Guglielmo Borremans (1725). Crocifisso ligneo del 1700 inserito in un ricchissimo reliquario
  • 5. Morto il re Ruggero, la regina Adelasia stabilì la sua residenza a Patti dove, nel 1115, si fece costruire un castello accanto al monastero dei Benedettini. La regina Adelasia morì a Patti nel 1118. Originariamente sepolta in una cappella del Monastero, fu trasportata in Cattedrale, dov’è custodito il suo monumento funebre cinquecentesco. In questo periodo il centro abitato era limitato alla Cattedrale, al Monastero ed al Castello. Patti ancora non era città, ma solo un nucleo fortificato. Dell’antico castello non rimangono che poche tracce. Esso fu convertito in Vescovado nel 1466 dal vescovo Caracciolo. Finestra a tutto sesto. Ciò che rimane della torre del castello di Adelasia. Opere di fortificazione. La regina Adelasia. Il Vescovado. Resti della torre del castello
  • 6. QUARTIERE POLLINI Nel periodo normanno Patti cominciò a crescere, addossata alle mura del castello e dell’abbazia, proporzionalmente al naturale incremento della popolazione ed all’immigrazione di villani chiamati dagli Abati-Vescovi a coltivare le loro terre. Chiesa S.Febronia. Panorama. Piazzetta Scala
  • 7. Nasce il quartiere Pollini , caratterizzato da piccole case in pietra abitate da agricoltori ed allevatori e strette viuzze che digradano fino al torrente Montagnareale. Fornice d'accesso al quartiere Polline Interno di un’ abitazione in Vicolo Salso Vicolo Ospizio. Vicolo Agonizzanti Vicolo Santa Febronia Vicolo Vizzolo Ruderi.
  • 8. E’ in questo quartiere che la tradizione vuole sia nata e vissuta S.Febronia, patrona della città di Patti. Quella che è indicata come la sua casa natale appartenne invece ad un ricco cittadino, Gian Matteo Vizzolo, che nel 1597 volle per testamento che venisse trasformata in chiesa dedicata alla Santa. Chiesa di S.Febronia dei Pollini Statua in gesso della Santa acquistata nel 1923 con le offerte dei concittadini emigrati negli USA. La cripta di S.Febronia La piccola campana.
  • 9. IL CONVENTO DI S.FRANCESCO Il convento, che sembra sia stato fondato da S. Antonio da Padova durante il suo secondo viaggio in Sicilia nel 1225, nonostante la lapide posta dal Vescovo Napoli rechi la data 1222, fu costruito sulla collina opposta e vicina a quella su cui sorge la Cattedrale e venne a determinare un secondo punto focale di espansione urbanistica. Requisito dallo Stato dopo l’Unità d’Italia, ospitò scuole di vari ordini fino al terremoto del 1978 che lo danneggiò gravemente. Vi è annessa l’omonima chiesa della quale sono finalmente iniziati i restauri. Il Vescovo Napoli rammodernò l’edificio nel 1654.
  • 10. QUARTIERE S. IPPOLITO Nel periodo svevo-aragonese (prima metà del sec. XIII), col consolidarsi dello spirito municipale sorse il primo spazio pubblico con funzione amministrativa intorno alla prima chiesa laica di Patti: S. Ippolito. Sotto i suoi portici, oggi non più visibili dopo il recente restauro, si usavano affiggere i pubblici atti per portarli a conoscenza dei cittadini. Chiesa di S. Ippolito: Madonna di Lepanto, variante della Madonna del Rosario. S.Ippolito . Aperture della costruzione originaria risalente al XIII secolo. La scalinata in origine era esterna. Chiesa di S.Ippolito,la più antica parrocchia di Patti.
  • 11. Intorno alla chiesa si sviluppò il primo insediamento al di fuori del castello normanno, dove risiedevano i borghesi che continueranno ad avere lì, nella Via Cappellini, i loro palazzi fino alla fine dell’800. Il tessuto viario medievale si è conservato quasi intatto fino ad oggi e costituisce una peculiarità del patrimonio urbanistico pattese. Palazzo Accordino, in Via Cappellini Casa Calimeri, già Palazzo Pisani. Via Cappellini vista da via Cairoli Palazzo Sciacca Natoli. Una lapide ricorda la visita di Garibaldi. Vicolo Monza Salita Via Monastero Via V. Natoli. Ruderi della sede del convitto studentesco ‘S.Tommaso d'Aquino’.
  • 12. QUARTIERE S.MICHELE Al suo interno si conserva un prezioso tabernacolo in marmo del 1538, già commissionato per la Cattedrale, opera di Antonio Gagini e una statua lignea dell’Annunziata. Al termine della guerra del Vespro (1282), gli Aragonesi succeduti agli Angioini rafforzarono le opere di difesa della città con una cerchia di mura che inglobò anche il quartiere S.Michele. Accanto alla chiesa c’è l’unica porta rimasta, delle cinque che originariamente si aprivano lungo la cinta muraria aragonese, della quale si conservano tracce da S.Michele fino ai Pollini. Questa contrada, sorta in direzione Nord-Ovest, fu popolata prevalentemente da pescatori e pignatari, che solo alla fine del ‘700 si trasferirono al borgo della Marina. La chiesa che diede il nome al quartiere fu per l’appunto intitolata al patrono dei marinai. La Chiesa. Il tabernacolo L ’Annunziata S. Michele Arcangelo Porta S. Michele Panorama del quartiere
  • 13. LA CAPITANIA Nel 1312 il re Federico d’Aragona accettò e ratificò le nuove “Consuetudini” per cui Patti diventava città demaniale, cioè libera da qualsiasi giurisdizione feudale, compresa quella del suo Vescovo. La giustizia veniva affidata ad un capitano che andò a risiedere in quel palazzo che prese per l’appunto il nome di “Capitania”. Di un’ala del palazzo che risale al 1345, per lungo tempo in stato di abbandono, sono in corso dei restauri; verrà adibita a Museo Diocesano. Il complesso apparteneva al conte Bartolomeo d’Aragona, che ribellatosi al re Martino fu spogliato di tutti i beni e cacciato dal regno. Nel 1407 il re cedette l’edificio al Vescovo di Patti, che lo trasformò in convento delle Clarisse. Portale La chiave di volta con lo stemma dei Marziano
  • 14. LA SACRA FAMIGLIA Il convento delle Clarisse seguì la stessa sorte del convento di S. Francesco: venne requisito dallo Stato . Ma le sue precarie condizioni strutturali non ne consentirono la riconversione in edificio scolastico. Fu messo all’asta e nel 1901 il Vescovo Privitera lo acquistò con denaro proprio e lo affidò alle “ Suore Operaie della Sacra Famiglia” che si occuparono della sua gestione come asilo, orfanotrofio femminile e per un periodo anche come erogatore dei servizi presso l’ospedale. La chiesa del monastero, dedicata a S.Febronia, ha ospitato il quadro di S. Caterina d’Alessandria, oggi restaurato e custodito nel gabinetto del Sindaco, che per lungo tempo è stato erroneamente creduto il ritratto di S.Febronia a causa dell’analogia iconografica tra le due sante ‘spaventatrici’ dei Mori. Oggi il convento è stato abbattuto e trasformato dalla Curia in albergo.
  • 15. QUARTIERE S.NICOLA La piazza antistante S.Ippolito rimaneva il centro amministrativo della città, quella antistante la chiesa di S. Nicola, allora chiamata Piazza Mercato, ne divenne il centro commerciale. La vicina Via dei Mercanti, oggi Via Roma, divenne la più trafficata via della città per commerci e servizi. Via Roma. La Pescheria Piazza F.Niosi. Nel 1544 il pirata Ariadeno Barbarossa attaccò, saccheggiò e distrusse Patti. I superstiti fuggiti per le campagne ne iniziarono la ricostruzione, anche fuori le mura aragonesi che non erano riuscite a difenderli. In quella che era detta la ‘Valle dei Cosentini’, sorse il quartiere di S. Nicola, popolato per lo più da artigiani. Fontana del Calice S. Nicola Via Teatro. Antico Caffè Galante. Ritrovo degli intellettuali pattesi di inizio ‘900 Via Antonello da Messina.
  • 16. IL SEMINARIO E LA FONTANA NAPOLI Nell’opera di ricostruzione della città dopo l’incursione del Barbarossa, si distinse il vescovo Vincenzo Napoli, che fece restaurare il monastero dei Benedettini, iniziò la costruzione del Seminario, ordinò la monumentale fontana che prende il suo nome. La tomba del vescovo Vincenzo Napoli, del 1557. La fontana Napoli, fatta costruire dal vescovo Vincenzo Napoli per la comune utilità nel 1647. La vasca in marmo bianco è a forma di calice sostenuto da due leoni. Particolare dei rosoni. Il Seminario. Istituito dal Vescovo De los Cameros nel 1656. Fino al 1860 era l'unica scuola secondaria della Provincia.
  • 17. Casa Saggio, amico di Salvatore Quasimodo Via Pietro Novelli Via Pascoli Via Sciacca Baratta era la continuazione della via Magretti, fino al 1904. Via Magretti. Chiesa degli Agonizzanti. 1681 Ospizio in via Sciacca Baratta Palazzo Fortunato via Magretti 44. Salita Arimondi Salita Poerio Lungo quest’importante arteria che taglia il centro storico da Piazza Municipio verso il Seminario, incontriamo la chiesa degli Agonizzanti, il vecchio ospizio Sciacca-Baratta, palazzo Fortunato, il Seminario vescovile, casa Saggio. Caratteristiche strade laterali sono Via P. Novelli, Via Boncompagni, Via Pascoli. VIA MAGRETTI
  • 18. QUARTIERE S. ANTONIO Salita Arimondi, inizia la Via S. Antonio Abate, che porta all’omonimo quartiere e alla sua chiesa fuori le mura, oltre quella che era detta ‘porta della morte’. Sin dal medioevo sorgeva qui il borgo detto “di retro lo castello”. La chiesa risale senz’altro a quel periodo, anche se i più antichi documenti conosciuti che la citano sono della fine del ‘500. Scendendo dalla Cattedrale, lungo la Via G.Ceraolo, di fronte ad un’antica edicola posta alla fine di Ancora nel 1567 la chiesa è detta di S.Nicasio, e non di S. Antonio. Interno. Aula a tre navate. La Vara in legno. E' la più antica di Patti, se ne conosceva l'esistenza già nel 1567. Altare maggiore. S. Antonio Abate.
  • 19. VIA XX SETTEMBRE L’ultimo tratto di questa via conduceva alla Cattedrale attraverso la Porta Reale, oggi pressoché distrutta. Nella parte più bassa, essa è fiancheggiata da edifici e chiese: il convento francescano di S. Maria del Gesù del 1478, con l’annessa chiesa conosciuta anche come S. Giuseppe; la chiesa di S. Maria dei Greci, sempre della fine del ‘400; palazzi privati del ‘700 e dell’ ’800. Verso il 1870 il giardino del convento di S.Maria del Gesù venne espropriato per adibirlo alla costruzione di via C. Battisti, alla costruzione di nuovi palazzi tra cui palazzo Gatti, alla realizzazione di Piazza d’Armi, oggi piazza XXV Aprile. Convento francescano di S.Maria del Gesù, 1478. Chiesa di S.Maria del Gesù, conosciuta come S.Giuseppe. Chiesa S.Maria dei Greci o della Candelora (Fine XV sec.). La farmacia Barbera. Palazzo G. Sciacca, nella “curva di don Lillo”. Via C. Battisti Casa del Prof. F. Niosi, famoso chirurgo pattese. Dettaglio ringhiera in ghisa.
  • 20. LA VILLA COMUNALE Il palco della musica. Chiesa conventuale di S.Febronia o della Badiedda (1677) annessa al conservatorio S. Rosa Palazzo Gatto Greco Il chiosco. Busto del sindaco N. Gatto Ceraolo. Villa comunale. Fu inaugurata nel 1875. Phoenix dactylifera Palazzo Gatti dalla Villa comunale Aperta al pubblico nel 1875, nell’area detta del piano di S.Febronia, dove si teneva la fiera nell’ultima domenica di Luglio. Accanto alla villa sorge il tardo-seicentesco Conservatorio di S. Rosa o Badiedda, con l’annessa chiesetta conventuale.
  • 21. S.ANTONINO Fuori le mura, verso Oriente, esisteva da tempo antichissimo una chiesetta dedicata a S. Antonio da Padova. Accanto alla chiesa, con l’aiuto del vescovo Napoli, fu costruito il nuovo convento degli Osservanti. Frane continue ne hanno segnato le sorti, finché negli anni ’90 si è provveduto a consolidare il terreno con palificazioni di cemento. Altare Maggiore. La Madonna di Pompei con S. Domenico e S.Caterina. Santa Apollonia Sant'Antonio da Padova 1892. S. Francesco. Beato Felice da Nicosia. San Calogero eremita SS.Cosma e Damiano.
  • 22. PROGETTO GRAFICO: Monica Grasso TESTI E RICERCHE BIBLIOGRAFICHE: Maria Rosa Martines FOTO: Monica Grasso & Carlo Tricoli BIBLIOGRAFIA: Riccardo Magistri : “Centro storico di Patti”. Ed. Mosca – Patti 1992 Società Pattese di Storia Patria : periodico annuale “Timeto” Vincenzo Ruffo : “L’ Anima Pattese”. Ed: Mosca – Patti 1991 Annamaria Natoli : “Il patrimonio architettonico ed urbanistico del centro storico di Patti” Ed: Assoc. Teatro – Cultura “ Beniamino Joppolo” 1996 Filippo Irato : “Patti nella Storia” . Ed: Pungitopo 2004 C. Sardo Infirri : Articoli vari dalla raccolta di “Vita Nostra”. Ed: Pungitopo Aurelia Sardo Infirri : Tesi di Laurea. G.Crisostomo Sciacca : “Patti e l’amministrazione del Comune nel Medio Evo”. Ed: Mosca Patti 1991 Michele Spadaro : “Nobilissima Civitas” . Ed. Pungitopo 1983