workshop a Smau Napoli 2014 promosso dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell'Università di Salerno con interventi di Giancarlo Panico, Alfonso Siano e Tommaso Niccoli.
13. disintermediazione
il web ha creato il più grande processo
giancarlo panico
di destrutturazione sociale
14. opinione pubblica
Tutto ciò che siamo, sappiamo e facciamo è
il risultato di una scelta - la nostra opinione -
in base alle informazioni che possediamo
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23. giancarlo panico
esserci
La comunicazione non è una questione
di strumenti (anche, ovviamente)
ma socio-economica dell’organizzazione
che ha a che fare con l’essenza
(e l’esistenza) stessa dell’organizzazione
24. giancarlo panico
persone
i destinatari della comunicazione
(della politica, della cultura, del mercato)
non sono solo clienti, utenti, cittadini, consumatori
sono persone che oggi hanno
un potere enorme
25. Corporate communication
soggetti di relazione
passare dalla tradizionale “comunicazione
giancarlo panico
a”
alla “comunicazione con”
26. media factory
L’azienda è diventata essa stessa media
giancarlo panico
è bifronte come il dio Giano
produzione – narrazione
diventano inseparabili
28. giancarlo panico
il Decalogo
1. Esserci
2. Progettare la presenza (in ogni dettaglio)
3. con un’Identità chiara (non solo corporate)
4. i social rientrano in una Strategia integrata
5. sviluppare Contenuti di qualità
6. Ascoltare
7. Conversare con i propri followers
8. Interagire con i pubblici
9. Gestire in tempo reale
10. monitorare il Sentiment
29. questa seconda parte è curata in collaborazione con Tommaso Niccoli, Ceo e Managing Director di npr relazioni pubbliche
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30. Accrescono la visibilità dell’azienda e la brand awareness (è in
continua crescita il numero di utenti che ha almeno un profilo su uno di
essi)
Creano valore aggiunto: pubblicare contenuti interessanti,
immediatamente disponibili per gli utenti, entusiasma i fan i quali tramite
un click possono condividerli invitando indirettamente altri a seguire
l’azienda
Incrementano le opportunità di business: una presenza attiva,
costante e mirata sui social permette all’azienda di entrare in contatto
con potenziali nuovi clienti
Monitorano la brand reputation: la conoscenza delle opinioni degli
utenti consente all’azienda di intervenire tempestivamente per
migliorare e adattare le strategie
Aiutano a fidelizzare il cliente: è più facile entrare in contatto con
potenziali clienti, coinvolgerli, aumentando così la credibilità del marchio.
Sono economici, bastano piccoli investimenti a fronte di risultati
considerevoli.
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31. I social hanno rivoluzionato il modo di trasmettere,
ricevere e comunicare un messaggio secondo un
modello disintermediato in cui al centro c’è l’azienda
che dialoga in modo bidirezionale con gli utenti
ponendosi al loro livello.
Il dialogo e l’ascolto sono le componenti principali per
costruire una relazione di reciprocità azienda-cliente.
giancarlo panico
dalla comunicazione “a” alla comunicazione
“con”
32. giancarlo panico
Una rapida evoluzione…
In una prima fase, i social network sono stati considerati dalle aziende come
“spazi” da sfruttare per attività di advertising.
Così come accadeva tradizionalmente sui media tradizionali, si è beneficiato
della visibilità e capillarità dei “social”, con azioni di push marketing finalizzate
ad ottenere l’attenzione dei clienti.
La comunicazione, in questa prima fase, è principalmente incentrata sui benefici
aziendali: un’immagine accattivante e un breve testo ad impatto, posto in un
specifico punto della pagina, presentano la “reason why” per cui un utente
dovrebbe scegliere un determinato prodotto piuttosto che un altro.
Parliamo del cosiddetto “banner” pubblicitario, la forma più classica, e anche
quella più conosciuta, di pubblicità online.
33. giancarlo panico
Una rapida evoluzione…
La tendenza presto cambia, l ’ utente diventa “ resistente ” ai messaggi
dichiaratamente promozionali, è più curioso, informato, “vagabondo”, va alla
ricerca della differenza.
I social non vengono più considerati un canale idoneo ad una promozione diretta,
ma come un contesto per costruire relazioni, fiducia, migliorare la percezione
del brand.
Di conseguenza le vecchie azioni push si tramutano in attività pull che
“attraggono” gli utenti.
L’azienda inizia a produrre contenuti di valore e ad alto engagement che
presuppongono l’ascolto dei desideri e delle necessità dell’utente. Messaggi che
hanno l’obiettivo di stimolare condivisioni e passaparola spontaneo da parte
degli utenti.
Lo scopo primario è allargare l’audience, migliorare la brand awareness e
acquisire contatti profilati, che dopo essere stati attratti con iniziative di vario tipo
andranno fidelizzati, e infine indirizzati verso specifici obiettivi commerciali.
34. giancarlo panico
L’era della Digital PR:
dai brand ambassador al pubblico protagonista
L’azienda decide di utilizzare i social media non (soltanto) per comunicare la
propria presenza, ma per abilitare “determinati” utenti a condividere con il
minor sforzo possibile la propria passione per il brand e a consigliarne l’utilizzo
agli amici attraverso i propri canali social.
E’ il caso dei cosiddetti brand ambassator.
l’utente dei social network è diventato sempre più “multicanale”: si esprime e
condivide esperienze fuori e dentro il Web, obbligando le aziende a
riconsiderare le proprie strategie di marketing.
L’elemento di rottura con il passato recente dei social è che molti utenti non
sono più solamente fruitori di contenuti, ma diventano essi stessi autori. Gli
utenti commentano, scambiano idee, descrivono prodotti ed esperienze, si
confrontano in maniera pubblica soprattutto sui propri canali social.
Gli utenti sono diventati influencer
35. La rivoluzione: il destinatario della comunicazione diviene protagonistra
Tra tutti gli utenti, si distingue chi ha un vasto “patrimonio” di relazioni (siamo
nell’epoca del capitalismo relazionale) e network virtuali, soggetti
particolarmente seguiti, tanto da diventare veri “opinion leader” in grado di
influenzare la percezione dei brand e le scelte di acquisto di altri utenti.
Un pubblico di influencer, privilegiato e costantemente mappato dalle aziende
che riserva loro azioni mirate volte a “spingere” attraverso la loro autorevolezza,
prodotti e servizi.
Gli esempi più diffusi nel settore turistico/alberghiero, in quello alimentare e
della moda.
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36. giancarlo panico
La nuova frontiera:
il valore economico
dei contatti social
Il modello del Nordic Light Hotel
L’idea è partita dal Nordic Light Hotel di
Stoccolma, che ha avuto l’intuizione di
introdurre una nuova moneta per il
pagamento del soggiorno nella
struttura: i contatti social degli ospiti.
Sconti dal 5% al 100% (gratuità) per chi
ha un numero significativo di followers e
pubblica un post sull’albergo in fase di
prenotazione e quando si fanno check in
e check out: naturalmente, nel post
bisogna inserire un link al
sito dell’albergo e taggarne la pagina
Facebook.
37. giancarlo panico
La catena americana Kimpton Hotels, invece, permette di
accumulare punti fedeltà se si condividono sui social
network foto e post dei suoi alberghi e sul soggiorno.
Marriott ha pensato ad una raccolta punti: per ogni like alla
pagina Facebook degli alberghi che aderivano all’iniziativa si
guadagnavano 25 punti, così come per il re-tweet di
contenuti Marriott con l’hashtag indicato: i punti accumulati
davano poi diritto a ricevere sconti sulle tariffe delle camere.
Sull’onda del successo di tali programmi, introdotti da un
numero crescente di alberghi, è nato il sito hotelied.it che,
specializzato nelle offerte alberghiere personalizzate, mette
in contatto gli utenti social con gli alberghi che offrono loro
tariffe scontate. Il sito raccoglie le informazioni sull’utente e
sui tutti i suoi account social, ne analizza il “potenziale” di
marketing e gli comunica quali alberghi possono offrirgli
sconti e di quale entità.