3. 3
CEREBROPATIE
STATI MORBOSI DERIVANTI
DALLE CEREBROLESIONI
PARALISI CEREBRALI
CEREBROPATIE CONSISTENTI IN UN
COMPLESSO DI CONDIZIONI
NEUROLOGICHE CHE CAUSANO
PECULIARMENTE UN DEFICIT
MOTORIO
4. 4
LE CEREBROLESIONI,A SECONDA
DELLA GRAVITA’,DELLA
LOCALIZZAZIONE,DELL’ESTENSIONE
E DEL MOMENTO EVOLUTIVO IN CUI
INSORGONO, DANNO LUOGO ALLE
PARALISI CEREBRALI, CHE
COMPORTANO AL SOGGETTO
HANDICAP DI VARIA NATURA
(MOTORI O MENTALI), OPPURE ALLE
OLIGOFRENIE(DEFICIT MENTALI PIU’
O MENO GRAVI),O INFINE A QUADRI
PATOLOGICI MISTI
(IPOACUSIA,CECITA’,
EPILESSIA ECC…)
5. 5
MONOPLEGIA O MONOPARESIMONOPLEGIA O MONOPARESI
UN SOLO ARTO RIMANE COLPITO
EMIPLEGIA O EMIPARESIEMIPLEGIA O EMIPARESI
VENGONO COLPITI
CONTEMPORANEAMENTE L’ARTO
SUPERIORE E QUELLO INFERIORE DI
UN SOLO LATO DEL CORPO
6. 6
Le cause di PCI sono varie
e rappresentano qualsiasi
evento in grado di
determinare lesioni
cerebrali, intercorso a
partire dal periodo
embrionario fino alla fine
del 1°-2° anno di vita.
7. 7
Le cause sono sostanzialmente:
Fattori prenatali (entro la 28ª sett. di gestazione):
• anossia fetale che compromette l’apporto di sangue e
di ossigeno al feto
• prematurità
• infezioni materne (toxoplasmosi, rosolia,…)
• malattie metaboliche materne (diabete)
• ittero (da isoimmunizzazione Rh)
• alterazioni cromosomiche
• malformazioni congenite
• Farmaci e radiazioni.
8. 8
Fattori perinatali (dalla 28ª sett.di
gestaz. al 10º giorno di vita):
• prematurità (distress acuto con
sindrome anosso-ischemica;
emorragia ventricolare o
• parenchimale),
• distocia da parto (danni per cause
meccaniche e distress fetale acuto
o subacuto)
• farmaci.
10. 10
PARAPLEGIA O PARAPARESIPARAPLEGIA O PARAPARESI
VENGONO COLPITI SOLO GLI
ARTI INFERIORI
DIPLEGIA O DIPARESIDIPLEGIA O DIPARESI
VENGONO INTERESSATI
CONTEMPORANEAMENTE I DUE
ARTI SUPERIORI ED INFERIORI
CON MAGGIORE INCIDENZA
DEGLI ARTI INFERIORI
RISPETTO AI SUPARIORI
11. 11
TRIPLEGIA O TRIPARESITRIPLEGIA O TRIPARESI
VENGONO COLPITI TRE ARTI
TETRAPLEGIA O TETRAPARESITETRAPLEGIA O TETRAPARESI
O EMIPLEGIA BILATERALEO EMIPLEGIA BILATERALE
VENGONO INTERESSATI
TUTTI E QUATTRO GLI ARTI
12. 12
OCCORRE TENER PRESENTE CHE AOCCORRE TENER PRESENTE CHE A
SECONDA DELLE TIPOLOGIE LESECONDA DELLE TIPOLOGIE LE
PARALISI MOTORIE SI POSSONOPARALISI MOTORIE SI POSSONO
CLASSIFICARE IN:CLASSIFICARE IN:
• IPOTONIA
• ATETOSI
• SPASTICITA’
• ATASSIA
• RIGIDITA’
13. 13
IPOTONIA
L’IPOTONIA SI CARATTERIZZA CON
DISTURBI DEL SISTEMA MOTORIO
ATETOSI
FORMA PIU’ GRAVE DI IPOTONIA.
CONTRAZIONI MUSCOLARI CHE
RALLENTANO IL MOVIMENTO
STESSO DI ORIGINE VOLONTARIA
14. 14
SPASTICITA’SPASTICITA’
LA SPASTICITA’ CONSISTE IN UN
NOTEVOLE AUMENTO DEL TONO E
DEI RIFLESSI MUSCOLARI.
TALE IPERTONICITA’ PUO’ ASSUMERE
CARATTERISTICHE DI COSTANZA E
DI PERMANENZA NEL TEMPO.
I MOVIMENTI DI QUESTO TIPO
VENGONO DENOMINATI ”SPASMI” E
PREGIUDICANO IN MODO GRAVE
L’ABILITA’ E LA COORDINAZIONE
MOTORIA
15. 15
ATASSIAATASSIA
L’ATASSIA PUO’ ESSERE DESCRITTA
COME UNA SINDROME DA DEFICIT
MOTORIO IN CUI SI OSSERVANO
PRINCIPALMENTE
INCOORDINAZIONE,MANCANZA DI
EQUILIBRIO,EVENTUALE
DEAMBULAZIONE CON ARTI INFERIORI
RIGIDI,POSSIBILI DISTURBI
DELL’UDITO E DEL LINGUAGGIO
16. 16
RIGIDITA’RIGIDITA’
RAPPRESENTA UNA CONDIZIONE DI
MOBILITAZIONE PASSIVA CHE SI
CONFIGURA CON UNO SPASMO
CRISTALLIZZATO NEL TEMPO.
DI NORMA INTERESSA LA MAGGIOR
PARTE DELLA MUSCOLATURA
VOLONTARIA DEL CORPO. LA
SINDROME COMPRENDE QUASI
SEMPRE UN GRAVE DEFICIT
MOTORIO
18. 18
Atetosico:
Il bambino quando tenta di usare le
mani,contemporaneamente gira la testa da un
lato,mentre i muscoli facciali si contraggono,le braccia
tremano,il tronco ruota e talvolta si muovono anche le
gambe.
Importante osservare lo stato posturale:persistenza
del riflesso tonico asimmetrico del collo.
Mancanza di equilibrio,se il bambino cade non riesce a
mettere in fuori le braccia o addurre le gambe come i
bambini normali.
Il bambino atetosico a causa di spasmi muscolari che
hanno la caratteristica di passare velocemente da un
fascio muscolare all’altro
non ha mai succhiato il pollice durante l’infanzia.
19. 19
Spastico:Spastico:
Il comportamento del bambino si
svolge in relazione al tipo di elegie
presentate.
Forme emiplegiche:il bambino tende
a camminare sul calcagno con
movimenti ondulatori della parte
inferiore del corpo
Ha un comportamento
nervoso,instabile,ricerca l’attenzione e
dimostra immaturità e dipendenza
oltre che iperattività e
improvvisa,inspiegabile aggressività.
20. 20
Interventi psico-pedagogiciInterventi psico-pedagogici
PsicologicoPsicologico
•Rapporto empatico ma con presentazioni di norme diRapporto empatico ma con presentazioni di norme di
comportamento definitecomportamento definite
•Socializzazione (accettare e farsi accettare)Socializzazione (accettare e farsi accettare)
•Sollecitazione delle risorse residueSollecitazione delle risorse residue
•Rinforzo positivo e modificazioni di abitudiniRinforzo positivo e modificazioni di abitudini
negative.negative.
•Valutazione cognitivaValutazione cognitiva
•Sostegno alla famiglia con coinvolgimentoSostegno alla famiglia con coinvolgimento
21. 21
PedagogicoPedagogico
• Contatto iniziale con l’insegnante
• Evitare stimolazioni audio-visive intense
• Rapporto frontale
• Gestione da parte dell’insegnante di
sostegno
22. 22
Problemi familiariProblemi familiari
Le reazioni dei genitoriLe reazioni dei genitori
Le caratteristiche emozionali degli stadi delLe caratteristiche emozionali degli stadi del
dolore dei genitori alla nascita di un figlio condolore dei genitori alla nascita di un figlio con
PCI sono state riassunte in 3 fasi (GargiuloPCI sono state riassunte in 3 fasi (Gargiulo
1985):1985):
•Shock, negazione, depressioneShock, negazione, depressione
•Ambivalenza, sensi di colpa, rifiuto e rabbiaAmbivalenza, sensi di colpa, rifiuto e rabbia
•Patteggiamento, accettazione ed adattamentoPatteggiamento, accettazione ed adattamento
23. 23
Prima fase:
• Shock: iniziale reazione di oppressione e
incredulità che si manifesta nell’
“estraneazione” dalle personali
aspettative ed esigenze di contatto
fisico con il figlio
• Negazione: con un comportamento di
rifiuto dell’evidenza, negazione della
gravità dei problemi
24. 24
• Dolore e depressione: segna il
passaggio dallo stato iniziale di shock
e sgomento a quello della
consapevolezza. La depressione segna
il primo passo verso un adattamento
dal figlio immaginato al figlio reale.si
presentano reazioni sociali tipiche,
isolamento, evitamento dei contatti
sociali….
25. 25
Seconda fase
• Ambivalenza: l’alternanza di speranza
e frustrazione genera sentimenti
ambivalenti nei genitori, che possono
giungere fino al punto di desiderare,
in modo più o meno consapevole, la
morte del figlio. Questo sentimento,
insieme ad altri, è accompagnato da
profondi sensi di colpa a cui
rispondono con una totale dedizione
26. 26
• Rifiuto: si può manifestare evitando la
condizione di disabilità, rifiutando ogni
tipo di trattamento perché
“incurabile”,affidandolo ad una
istituzione, rispondendo alle necessità
fisiche ma non a quelle emotive e
psicologiche, escludendolo dalla vita
familiare
• Sensi di colpa: è la più frequente e
quella più difficile da rimuovere. La
necessità di “riparare al danno” porta a
ridurre il bambino alla sua patologia
27. 27
• Rabbia: la negazione viene
sostituita con sentimenti di ostilità
e risentimento soprattutto verso i
medici. I genitori oscillano tra
l’autocolpevolizzazione e
l’attribuzione esterna della
responsabilità. Problemi familiari e
isolamento sociale
28. 28
• Patteggiamento: è uno degli stadi
finali dell’adattamento e corrisponde
all’individuazione di alcune condizioni
nel progresso dello sviluppo del figlio
cui vincolare il proprio impegno.
• Accettazione e adattamento: è la
fase più attiva nella ricerca di una
soluzione
Terza fase
29. 29
Il mondo affettivo del bambino con PCIIl mondo affettivo del bambino con PCI
Le specifiche disabilità possono influenzare loLe specifiche disabilità possono influenzare lo
sviluppo delle prime interazioni emozionali e socialisviluppo delle prime interazioni emozionali e sociali
tra genitori e figlio.tra genitori e figlio.
Un bambino con handicap ha difficoltà adUn bambino con handicap ha difficoltà ad
organizzare la propria esperienza e ciò rende piùorganizzare la propria esperienza e ciò rende più
difficile ai genitori comprendere e daredifficile ai genitori comprendere e dare
significato a ciò che egli sta vivendo.significato a ciò che egli sta vivendo.
30. 30
L’espressione emozionale può essere
alterata dalle limitazioni fisiche al punto
che il genitore ha difficoltà a interpretare
le emozioni del figlio, non riuscendo così a
dare sollievo allo stato di disagio anche solo
attraverso lo sguardo o il sorriso
Si rompe la spontaneità della relazione
precoce con la madre, che tende ad essere
iperstimolante, iperprotettiva o rifiutante,
delegante.
Si inseriscono inoltre presto nella relazione
nuove figure (medici, fisioterapisti,
logopedisti, …), per cui “il bambino è sempre
nelle mani di qualcuno”.
31. 31
La presenza e l’esperienza di una
figura capace di tollerare stati
emotivi dolorosi aiuta il bambino a
sentire che questi possono essere
vissuti, sperimentati e superati.
Questo gli permette di formarsi un
suo equipaggiamento interno che lo
aiuta a tollerare il dolore e
combattere contro le difficoltà.
32. 32
Quindi interiorizzare la
funzione di contenimento
dei genitori fornisce un
supporto interno che rende
il bambino capace di
crescere emotivamente,
diventando meno
dipendente dall’aiuto
esterno.
33. 33
Le Figure Importanti:Le Figure Importanti:
Personale Sanitario: riabilitazione,
Docenti: abilitazione,
Genitori: per la continuazione dei
programmi educativi e riabilitativi.
34. 34
• difficoltà di analisi e sintesi percettiva
• difficoltà di rappresentazione
• distorsioni percettivo-motorie e relazionali
• difficoltà a progettare atti motori complessi
• difficoltà di sviluppare strutture logiche
• ridotta variabilità delle strategie cognitive
• scarsa autonomia
apprendimento
comportamento
Insufficienze :Insufficienze :
35. 35
L’insegnante :L’insegnante :
1.Considerare quali sono i punti di forza e di
debolezza presenti nel soggetto (PEI)
2.Capire di che cosa il soggetto ha effettivamente
bisogno,
3.Rafforzare l'autostima,
4.Favorire la crescita di una personalità
autonoma , che gli permetta di servirsi delle
proprie capacità per raggiungere la massima
autonomia. Il bambino disabile, tende a rimanere
dipendente dalle figure di riferimento, questo in
parte per immaturità affettiva ed in parte per una
combinazione di ansia ed insicurezza .
37. 37
Adottare modalità e materiale didattico adeguato
per il raggiungimento degli obiettivi
Sviluppare un ascolto empatico con il bambino
disabile
Essere pazienti: Non si deve inondare il bambino
con richieste o azioni. Bisogna concedere al bambino
lo spazio e il tempo per agire o per rispondere.
Valorizzare il bambino: È necessario fare attenzione
e dare importanza alle sue richieste e ai suoi
commenti.
Interventi sul disabile :Interventi sul disabile :
38. 38
Imparare a pensare secondo il suo sviluppo
cognitivo: es. il suo deficit motorio può non influire
sulla capacità di astrazione ma può influire sulle
proprie azioni, può quindi ostacolare un processo
mentale, può rendere difficile o impossibile una certa
esperienza.
Incrementare la collaborazione con i genitori,
Curare e coordinare gli interventi volti alla
socializzazione, alla formazione, alla qualificazione .
39. 39
•L’ambiente: proporre un ambiente gratificante
in cui i ragazzi si sentano protagonisti,
•La motivazione: come stimolo per ogni
apprendimento. Scegliere motivazioni reali e
non fittizie.
•Il coinvolgimento: farli partecipi nelle scelte e
nella gestione delle attività.
•Testimoniare il loro ruolo: fargli assumere un
ruolo centrale nelle varie attività e riconoscerlo
esplicitamente . Complimentarsi solo se è stato
veramente bravo, altrimenti potranno insorgere
in lui una sfiducia nel giudizio degli adulti e
delle confusioni che vanno evitate.
40. 40
•Dare Fiducia: li stimola ad avere maggior
iniziative e coraggio nel fare le cose. Molte volte
la mancanza di fiducia nelle proprie possibilità è
una conseguenza diretta delle scarse opportunità
offerte dalla famiglia, scuola, società. Un
atteggiamento di questo tipo, impedisce alla
persona di scoprire realmente cosa è o non è in
grado di fare,
•Essere Gentili: rivolgersi al bambino in modo
gentile, li aiuta a capire che l’altro si aspetta che
si comportino altrettanto e nello stesso tempo gli
si offre un modello positivo da imitare .
41. 41
•Essere Fermi: di fronte a un problema di
comportamento il corpo docente dovrà
accordarsi su una linea comune da tenere con
fermezza ogni volta che si manifesta il
comportamento indesiderato.
•Comunicare gli obiettivi che deve raggiungere
per diventare “Ragazzo in gamba”, a volte anche
visualizzandoli.
•Utilizzare Strategie e/o Strumenti: che possono
facilitare l'esecuzione dei compiti .
•Fargli rispettare le regole del gruppo : il
conoscere e l’uniformarsi alle regole gli
consente di diventare un membro effettivo,
42. 42
• Superare i pregiudizi socio-culturali: Il bambino disabile
deve essere sempre considerato al pari degli altri,
• Adattarsi alle caratteristiche della persona diversamente
abile: va insegnato ai compagni come trattare le differenze e
come interagire positivamente con il bambino disabile,
• Sviluppare il processo di socializzazione:
con le esperienze di solidarietà si riduce il rischio di
organizzazione di personalità rigida ed
aggressiva.
La ricerca ha evidenziato, che una buona
integrazione, aumenta le capacità di tipo
cognitivo, relazionale, emotivo e di problem
solving sia per il disabile sia per i suoi compagni.
Intervento sulla classe :Intervento sulla classe :
43. 43
Cerebrolesi si nasce, autonomiCerebrolesi si nasce, autonomi
si diventa ….. se accanto sisi diventa ….. se accanto si
hanno figure adeguatamentehanno figure adeguatamente
formate e informate.formate e informate.
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Problemi di apprendimentoProblemi di apprendimento
•AttenzioneAttenzione: insorgere dell’attenzione Mantenimento: insorgere dell’attenzione Mantenimento
dell’attenzione (conoscenza dei tempi di applicazione)dell’attenzione (conoscenza dei tempi di applicazione)
•Classificazione degli stimoli a seconda del gradienteClassificazione degli stimoli a seconda del gradiente
motivazionalemotivazionale (intensità degli stimoli e percettività)(intensità degli stimoli e percettività)
•Osservazione dei tempi di reazione psicomotoria eOsservazione dei tempi di reazione psicomotoria e
tempi di reazione percettivatempi di reazione percettiva