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area 6
lobo
occipitalelobo
temporale
lobo
parietale
lobo
frontale
area 4
La corteccia
motoria
La corteccia cerebrale è costituita da sei strati.
Le afferenze talamiche arrivano al IV strato.
Le fibre efferenti (motrici) partono dal V e VI strato
Esiste un’organizzazione
colonnare dei neuroni con
interconnessioni verticali tra
i neuroni dei diversi strati
Organizzazione della corteccia cerebrale
Tutti i movimenti volontari del corpo sono controllati dal cervello.
Una delle aree del cervello più coinvolte nel controllo di questi movimenti
volontari è la corteccia motoria.
Però, per realizzare i movimenti diretti verso una meta, la corteccia motoria deve
prima ricevere vari tipi di informazione dai vari lobi del cervello:
• l’informazione circa la posizione del corpo nello spazio, dal lobo parietale;
• circa la meta da raggiungere e una appropriata strategia per realizzarla, dalla
porzione anteriore del lobo frontale;
• circa la memorizzazione delle strategie passate, dal lobo temporale;
• e così via ….
Gerarchia sensoriale
L’area sensoriale primaria manda informazioni alle aree di ordine superiore e
successivamente alle aree associative.
Somatosensoriale
primaria
sensoriale
primaria
sensoriale
ordine sup.
associativa
premotoriamotoria
primaria
Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
sensoriale
primaria
sensoriale
ordine sup.
premotoriamotoria
primaria
Somatosensoriale di
ordine superiore
associativa
Gerarchia sensoriale
L’area sensoriale primaria manda informazioni alle aree di ordine superiore e
successivamente alle aree associative.
Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
sensoriale
primaria
sensoriale
ordine sup.
premotoriamotoria
primaria
associativa
Aree associative
parietali
L’area sensoriale primaria manda informazioni alle aree di ordine superiore e
successivamente alle aree associative.
Gerarchia sensoriale
Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
sensoriale
primaria
sensoriale
ordine sup.
premotoriamotoria
primaria
associativa
Aree associative
prefrontali
L’area motoria primaria riceve informazioni dall’area pre-motoria che a sua
volta riceve informazioni dalle aree associative prefrontali
Gerarchia motoria
Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
sensoriale
primaria
sensoriale
ordine sup.
premotoriamotoria
primaria
associativa
Area premotoria
L’area motoria primaria riceve informazioni dall’area pre-motoria che a sua
volta riceve informazioni dalle aree associative prefrontali
Gerarchia motoria
Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
sensoriale
primaria
sensoriale
ordine sup.
premotoriamotoria
primaria
associativa
Area motoria
primaria
L’area motoria primaria riceve informazioni dall’area pre-motoria che a sua
volta riceve informazioni dalle aree associative prefrontali
Gerarchia motoria
Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
Somatosens.
primaria
Somatosens.
di ord. sup.
associative
parietali
motoria
primaria
premotoria
associative
prefrontali
G
erarchia
m
otoria
G
erarchia
sensoriale
Anatomia e gerarchie delle aree sensoriali e motorie corticali
Movimenti volontari
Richiedono una coordinazione tra corteccia cerebrale, cervelletto e gangli della base
Si distinguono tre tappe:
1) Decidere e progettare il tipo di movimento
2) Iniziare il movimento (corteccia motoria)
3) Eseguire il movimento
Informazioni necessarie all’esecuzione del movimento
- Conoscenza della posizione del corpo nello spazio (dove mi trovo?)
- Decisione su quale movimento eseguire (cosa voglio fare?)
- Progetto su come eseguire il movimento (come voglio farlo?)
- Capacità di poter mantenere in memoria il progetto per il tempo di attuaziuone
- È richiesto un feedback sensoriale continuo per rifinire questo processo
Un esempio di tre circuiti corticali che contribuiscono ad
afferrare una tazza
Loop 1: questo breve circuito corticale viene usato per azioni semplici, come
una veloce regolazione della pressione sulla tazza
l’area somatosensoriale 3a segnala la posizione delle dita dalle afferenze
muscolari
l’area somatosensoriale 3b: percepisce e segnala la pressione delle dita sulla
Area motoria
primaria
Somatosensoriale
primaria
Loop 2: questo circuito, più lungo, è usato per azioni più complesse quali la selezione
di un sinergismo muscolare (quali dita si contraggono contemporaneamente) per
sollevare la tazza.
• le aree somatosensoriali di ordine superiore (1 e 2) contribuiscono ad una
ricognizione della forma e della struttura dell’oggetto toccando la tazza
• l’area 6 premotoria seleziona l’appropriato sinergismo per il particolare oggetto
Area premotoria
Somatosensoriale di
ordine superiore
Un esempio di tre circuiti corticali che contribuiscono ad
afferrare una tazza
Loop 3: questo circuito, il più lungo fra tutti, è usato per azioni ancora più
complesse, come raggiungere la tazza
• quando si vuol afferrare una tazza, le aree associative parietali (area 5) integrano il
tatto e la visione e focalizzano la nostra attenzione sulla tazza
• la memorizzazione di dove si trovano gli oggetti, nell’area associativa prefrontale,
aiuta a pianificare l’atto di afferrare la tazza
Aree associative
prefrontali
Aree associative
parietali
Un esempio di tre circuiti corticali che contribuiscono ad
afferrare una tazza
dov’è la mano
(area somatosens.)
dov’è l’oggetto
(area visiva)
La corteccia parietale posteriore (area 5) svolge tre funzioni
Funzione N. 1: per raggiungere un oggetto,
la corteccia parietale processa informazioni
di tipo spaziale. Compara la posizione
dell’oggetto con la posizione della mano.
Funzione N. 2: la comparazione
dell’informazione è effettuata mediante
modalità diverse, per es. visione
dell’oggetto e percezione somatosensoriale
della mano.
Funzione N. 3: l’attenzione permette la
selezione di un determinato oggetto tra
molti.
Area motoria
primaria
Caratteristiche:
- Speculare alla mappa somatosensoriale;
-La rappresentazione è distorta come nella
mappa somatosensoriale; mani e viso
grandi.
La grande rappresentazione della mano
permette un fine controllo dei singoli
muscoli.
Nel violinista professionista la
rappresentazione delle dita è perfino più
espansa.
L’omunculo della corteccia motoria primaria è una mappa dei
movimenti del corpo
I tratti cortico-spinali
Cortico-spinale laterale (crociato)
Possiede il 70-90% delle
fibre, che originano:
1/3 dalla corteccia
premotoria (6)
1/3 dalla corteccia motoria
primaria (4)
1/3 dalla corteccia
somatosensoriale (3,2,1).
Si incrocia alla decussazione
delle piramidi (bulbo).
Proietta al corno ventro
laterale e si connette
monosinapticamente ai
motoneuroni dei muscoli
distali.
Esso permette ad es. i
movimenti indipendenti e fini
delle dita.
Non è completamente
sviluppato alla nascita.
È massimalmente sviluppato
nei primati.
Decuss.
delle
piramidi
Non incrocia fino al midollo
spinale. Qui si formano
connessioni bilaterali e
polisinaptiche con
motoneuroni dei muscoli
assiali/prossimali, usati
principalmente per la
postura.
Cortico-spinale ventrale (diretto)
Organizzazione colonnare della neocorteccia
Funzionalmente, la neocorteccia è organizzata
verticalmente
e in varie aree si riconoscono moduli funzionali,
le colonne, con un diametro di 300-500 µm.
Ogni colonna rappresenta un’unità funzionale.
Il livello di eccitamento causato da un input
nella colonna centrale è rappresentato in scala
di colore (più scuro significa più eccitato).
A. neurone piramidaleA. neurone piramidale
B. cellula granulare eccitatoriaB. cellula granulare eccitatoria
C. cellula granulare inibitoriaC. cellula granulare inibitoria
1. fibra afferente1. fibra afferente
2. fibra efferente2. fibra efferente
3. fibra corticotalamica3. fibra corticotalamica
Organizzazione colonnare della neocorteccia e circuiteria corticale
(+)
(-)
All’interno di una colonna i neuroni piramidali si eccitano reciprocamente determinando
un’attivazione globale della colonna stessa. Ogni colonna eccita debolmente le colonne
limitrofe e inibisce quelle più distanti tramite interneuroni inibitori.
Ogni colonna rappresenta
un’unità funzionale. Un
elettrodo extracellulare rileverà
attività coerente nei numerosi
neuroni di una colonna.
colonna
motoneuroni dei muscoli
Cellule nella stessa colonna
influenzano muscoli comuni
sinergici.
I muscoli sinergici sono quelli che
agiscono assieme, cooperando al
movimento.
Un esempio di muscoli sinergici
sono quelli che contraggono i
muscoli delle dita richiesti per
trattenere una bottiglia.
La corteccia motoria primaria è una mappa dei movimenti del corpo
ed è organizzata in colonne
Un singolo muscolo può essere
attivato da un gruppo di
colonne.
Ciò perché un singolo muscolo
può essere sinergico in una
varietà di movimenti diversi.
Ad es., per afferrare una
botiglia il pollice può essere
usato assieme al dito 1 oppure
assieme alle dita 1 e 2.
La corteccia motoria primaria è una mappa dei movimenti del corpo
ed è organizzata in colonne
Un singolo muscolo può essere
attivato da colonne diverse.
Ciò perché un singolo muscolo
può essere sinergico in una
varietà di movimenti diversi.
Ad es., per afferrare una
botiglia il pollice può essere
usato assieme al dito 1 oppure
assieme alle dita 1 e 2.
La corteccia motoria primaria è una mappa dei movimenti del corpo
ed è organizzata in colonne
Funzione N. 1
I movimenti hanno origine dall’area 4.
Essi sono scatenati da un input
proveniente dall’area 6.
Una pianificazione dell’attività correlata
precede i movimenti di circa 800 ms.
Vengono attivati sia i motoneuroni alfa
che gamma dei muscoli.
La frequenza di scarica determina
l’intensità della forza muscolare e la sua
velocità di cambiamento.
I neuroni cortico-spinali svolgono due funzioni importanti
Area 6=corteccia premotoria
Area 4=corteccia motoria primaria
Neurone area 6
Neurone area 4
EMG del bicipite
FlessioneMovimento di
flessione
Area 6=corteccia premotoria
Area 4=corteccia motoria primaria
I neuroni cortico-spinali svolgono due funzioni importanti
Funzione N. 1
I movimenti hanno origine dall’area 4.
Essi sono scatenati da un input
proveniente dall’area 6.
Una pianificazione dell’attività correlata
precede i movimenti di circa 800 ms.
Vengono attivati sia i motoneuroni alfa
che gamma dei muscoli.
La frequenza di scarica determina
l’intensità della forza muscolare e la sua
velocità di cambiamento.
800 ms
Funzione N. 2
I neuroni dell’area 4 contribuiscono al riflesso da
stiramento (miotatico).
Lo stiramento del muscolo attiva due risposte:
i) Il riflesso spinale monosinaptico da stiramento e
ii) La risposta corticale a decorso lungo.
La risposta a decorso lungo è sotto il controllo volontario.
Tale risposta dipende dal contesto ed è controllata dal
cervelletto. Questo è ciò che aggiunge destrezza acquisita
alle nostre risposte motorie (ad es., afferrare una palla).
I neuroni cortico-spinali svolgono due funzioni importanti
I neuroni cortico spinali svolgono due funzioni importanti
Funzione N. 2
I neuroni dell’area 4 contribuiscono al riflesso da
stiramento (miotatico).
Lo stiramento del muscolo attiva due risposte
i) Il riflesso spinale monosinaptico da stiramento e
ii) La risposta corticale a decorso lungo.
La risposta a decorso lungo è sotto il controllo volontario.
Tale risposta dipende dal contesto ed è controllata dal
cervelletto. Questo è ciò che aggiunge destrezza acquisita
alle nostre risposte motorie (ad es., afferrare una palla).
talamo
NCD
muscolo
EMG
riflesso
miotatico
riflesso a
circuito
lungo
Gli stadi del sonno sono caratterizzati da cambiamenti nelle registrazioni EEG
Veglia – occhi aperti
Veglia – occhi chiusi
Sonno non REM – stadio I
Sonno non REM – stadi II e
III
Sonno non REM – stadio IV
Sonno REM
Sonno non-REM, Stadio IV
(SWS; Slow-Wave-Sleep ‘sonno
profondo’):
onde ampie a bassa frequenza (~1
Hz, ‘onde delta’) sono attivi pochi
neuroni ma altamente sincronizzati
Correnti T neuronali e spikes al Ca2+
Vhold-90 mV
Correnti pacemaker neuronali (Ih)
Sono generate dall’apertura di canali appartengono alla classe dei canali HCN:
“canali cationici attivati dall’iperpolarizzazione”, cioè vengono attivati quando la
membrana si iperpolarizza. I canali si richiudono quando la membrana viene
depolarizzata.
La loro apertura
genera una corrente
cationica entrante
che, depolarizzando
la membrana,
produce il cosiddetto
prepotenziale.
Potenziale di membrana (mV)
Frazionedicanali“h”aperti
Attività ritmica spontanea in un neurone talamico
Attività oscillatoria
-65 mV
1 s
Bursts di PdA dovuti
all’interazione della corrente di
Ca2+
IT con la corrente
pacemaker cationica entrante Ih
-65 mV ------
PdA al Na+
Spike al Ca 2+
attivazione Ih
attivazioneIT
deattivazione
Ih
inattivazione
IT
rimozione
inattivazione IT
Potenziale
pacemaker
Quale meccanismo innesca questa attività autoritmica?
Vedi
registrazione
+
+
+ +
-
GABA
GLUT
GLUT
CORTECCIA
NUCLEI di RELAY
TALAMO
NRT
Il neurone GABAergico determina sul neurone del nucleo di relay un PPSI che genera
iperpolarizzazione e fa aprire i canali “h” innescando l’attività autoritmica in tali neuroni
NRT: nucleo reticolare del talamo
afferenze
talamiche
In realtà, i neuroni talamocorticali dei nuclei di relè presentano anche
una seconda modalità di scarica (vedi registrazioni)
La depolarizzazione di neuroni talamocorticali in seguito ad una iniezione intracellulare di
corrente provoca l’abolizione della scarica ritmica a burst e la sua sostituzione con un’attività
tonica,L’abolizione della scarica ritmica a burst è causata dall’inattivazione della corrente di
Ca2+
T e dalla mancata attivazione della corrente H.
L’applicazione di ACh
o NE causa una simile
depolarizzazione dei
neuroni talamocorticali
attraverso la riduzione
di una corrente di K+
di
"leakage" attiva a
riposo.
La sostituzione della scarica ritmica con quella tonica è simile alla
modificazione dell’attività elettrica che si può registrare nella
transizione dal sonno ad onda lenta alla veglia (o al sonno REM).
Attività elettrica registrata contemporaneamente da neuroni corticali e talamici
coinvolti nel sonno SWS e durante la veglia
Registr. intracell
dal nucleo di relay.
Registraz. extracell.
da neurone del NRT
Registraz. extracell.
da neurone corticale.
Tali risultati indicano che tutte e tre le tipologie di neuroni esibiscono i due diversi stati dell’EEG:
una scarica ritmica a burst durante il sonno ad onde lente, e un’attività tonica durante la veglia.
Cosa suggeriscono tali risultati?
Cellule pacemaker talamiche: cosa le attiva e cosa le spegne?
• le cellule pacemaker del nucleo di relay del talamo che scaricano ritmicamente a
bursts inducono i neuroni corticali a scaricare in maniera sincrona nel pattern
dell’SWS (Slow-Wave-Sleep) dell’EEG
• durante la veglia: i neuroni colinergici (ACh), noradrenergici (NE) e
serotoninergici (5-HT) sono attivi e inibiscono le cellule pacemaker talamiche
• durante il sonno SWS, l’attività delle cellule che libedrano ACh, NE e 5-HT
diminuisce: le cellule pacemaker talamiche sono attive
Lesione dei neuroni corticali o dei loro assoni
Se la lesione è piccola, l’unico
effetto duraturo può essere la perdita
del movimento fine; ad es.
incapacità a compiere movimenti
indipendenti delle dita.
Lesione dei neuroni corticali o dei loro assoni
Se la lesione è estesa:
-inizialmente > paralisi flaccida (e
perdita di tono muscolare)
-più tardi > a causa di un aumento della
sensibilità ai restanti inputs (ad es.
riflessi spinali) si osserva spasticità.
I sintomi includono:
1) ipertonicità (muscoli antigravitari)
2) iper-riflessia (sensazione di rigidità
negli spostamenti rapidi) e clono
3) segno di Babinski (estensione
dell’alluce)
4) niente fascicolazione
5) niente atrofia
Lesione dei motoneuroni o dei loro assoni
come nella poliomielite
I sintomi includono debolezza o
paralisi di muscoli isolati che
diventano flaccidi.
Altri sintomi sono:
1) ipotonia
2) iporiflessia
3) Nessun segno di Babinski
4) Dopo irritazione dei motoneuroni, si
osservano fascicolazioni che sono
scariche spontanee dei motoneuroni.
Dopo la morte, si possono registrare
fibrillazioni che sono contrazioni
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9 corteccia motoria

  • 2. La corteccia cerebrale è costituita da sei strati. Le afferenze talamiche arrivano al IV strato. Le fibre efferenti (motrici) partono dal V e VI strato Esiste un’organizzazione colonnare dei neuroni con interconnessioni verticali tra i neuroni dei diversi strati Organizzazione della corteccia cerebrale
  • 3. Tutti i movimenti volontari del corpo sono controllati dal cervello. Una delle aree del cervello più coinvolte nel controllo di questi movimenti volontari è la corteccia motoria. Però, per realizzare i movimenti diretti verso una meta, la corteccia motoria deve prima ricevere vari tipi di informazione dai vari lobi del cervello: • l’informazione circa la posizione del corpo nello spazio, dal lobo parietale; • circa la meta da raggiungere e una appropriata strategia per realizzarla, dalla porzione anteriore del lobo frontale; • circa la memorizzazione delle strategie passate, dal lobo temporale; • e così via ….
  • 4. Gerarchia sensoriale L’area sensoriale primaria manda informazioni alle aree di ordine superiore e successivamente alle aree associative. Somatosensoriale primaria sensoriale primaria sensoriale ordine sup. associativa premotoriamotoria primaria Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
  • 5. sensoriale primaria sensoriale ordine sup. premotoriamotoria primaria Somatosensoriale di ordine superiore associativa Gerarchia sensoriale L’area sensoriale primaria manda informazioni alle aree di ordine superiore e successivamente alle aree associative. Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
  • 6. sensoriale primaria sensoriale ordine sup. premotoriamotoria primaria associativa Aree associative parietali L’area sensoriale primaria manda informazioni alle aree di ordine superiore e successivamente alle aree associative. Gerarchia sensoriale Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
  • 7. sensoriale primaria sensoriale ordine sup. premotoriamotoria primaria associativa Aree associative prefrontali L’area motoria primaria riceve informazioni dall’area pre-motoria che a sua volta riceve informazioni dalle aree associative prefrontali Gerarchia motoria Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
  • 8. sensoriale primaria sensoriale ordine sup. premotoriamotoria primaria associativa Area premotoria L’area motoria primaria riceve informazioni dall’area pre-motoria che a sua volta riceve informazioni dalle aree associative prefrontali Gerarchia motoria Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
  • 9. sensoriale primaria sensoriale ordine sup. premotoriamotoria primaria associativa Area motoria primaria L’area motoria primaria riceve informazioni dall’area pre-motoria che a sua volta riceve informazioni dalle aree associative prefrontali Gerarchia motoria Anche a livello della corteccia cerebrale sussiste un’organizzazione gerarchica
  • 11. Movimenti volontari Richiedono una coordinazione tra corteccia cerebrale, cervelletto e gangli della base Si distinguono tre tappe: 1) Decidere e progettare il tipo di movimento 2) Iniziare il movimento (corteccia motoria) 3) Eseguire il movimento
  • 12. Informazioni necessarie all’esecuzione del movimento - Conoscenza della posizione del corpo nello spazio (dove mi trovo?) - Decisione su quale movimento eseguire (cosa voglio fare?) - Progetto su come eseguire il movimento (come voglio farlo?) - Capacità di poter mantenere in memoria il progetto per il tempo di attuaziuone - È richiesto un feedback sensoriale continuo per rifinire questo processo
  • 13. Un esempio di tre circuiti corticali che contribuiscono ad afferrare una tazza Loop 1: questo breve circuito corticale viene usato per azioni semplici, come una veloce regolazione della pressione sulla tazza l’area somatosensoriale 3a segnala la posizione delle dita dalle afferenze muscolari l’area somatosensoriale 3b: percepisce e segnala la pressione delle dita sulla Area motoria primaria Somatosensoriale primaria
  • 14. Loop 2: questo circuito, più lungo, è usato per azioni più complesse quali la selezione di un sinergismo muscolare (quali dita si contraggono contemporaneamente) per sollevare la tazza. • le aree somatosensoriali di ordine superiore (1 e 2) contribuiscono ad una ricognizione della forma e della struttura dell’oggetto toccando la tazza • l’area 6 premotoria seleziona l’appropriato sinergismo per il particolare oggetto Area premotoria Somatosensoriale di ordine superiore Un esempio di tre circuiti corticali che contribuiscono ad afferrare una tazza
  • 15. Loop 3: questo circuito, il più lungo fra tutti, è usato per azioni ancora più complesse, come raggiungere la tazza • quando si vuol afferrare una tazza, le aree associative parietali (area 5) integrano il tatto e la visione e focalizzano la nostra attenzione sulla tazza • la memorizzazione di dove si trovano gli oggetti, nell’area associativa prefrontale, aiuta a pianificare l’atto di afferrare la tazza Aree associative prefrontali Aree associative parietali Un esempio di tre circuiti corticali che contribuiscono ad afferrare una tazza
  • 16. dov’è la mano (area somatosens.) dov’è l’oggetto (area visiva) La corteccia parietale posteriore (area 5) svolge tre funzioni Funzione N. 1: per raggiungere un oggetto, la corteccia parietale processa informazioni di tipo spaziale. Compara la posizione dell’oggetto con la posizione della mano. Funzione N. 2: la comparazione dell’informazione è effettuata mediante modalità diverse, per es. visione dell’oggetto e percezione somatosensoriale della mano. Funzione N. 3: l’attenzione permette la selezione di un determinato oggetto tra molti.
  • 17. Area motoria primaria Caratteristiche: - Speculare alla mappa somatosensoriale; -La rappresentazione è distorta come nella mappa somatosensoriale; mani e viso grandi. La grande rappresentazione della mano permette un fine controllo dei singoli muscoli. Nel violinista professionista la rappresentazione delle dita è perfino più espansa. L’omunculo della corteccia motoria primaria è una mappa dei movimenti del corpo
  • 18. I tratti cortico-spinali Cortico-spinale laterale (crociato) Possiede il 70-90% delle fibre, che originano: 1/3 dalla corteccia premotoria (6) 1/3 dalla corteccia motoria primaria (4) 1/3 dalla corteccia somatosensoriale (3,2,1). Si incrocia alla decussazione delle piramidi (bulbo). Proietta al corno ventro laterale e si connette monosinapticamente ai motoneuroni dei muscoli distali. Esso permette ad es. i movimenti indipendenti e fini delle dita. Non è completamente sviluppato alla nascita. È massimalmente sviluppato nei primati. Decuss. delle piramidi Non incrocia fino al midollo spinale. Qui si formano connessioni bilaterali e polisinaptiche con motoneuroni dei muscoli assiali/prossimali, usati principalmente per la postura. Cortico-spinale ventrale (diretto)
  • 19. Organizzazione colonnare della neocorteccia Funzionalmente, la neocorteccia è organizzata verticalmente e in varie aree si riconoscono moduli funzionali, le colonne, con un diametro di 300-500 µm. Ogni colonna rappresenta un’unità funzionale. Il livello di eccitamento causato da un input nella colonna centrale è rappresentato in scala di colore (più scuro significa più eccitato).
  • 20. A. neurone piramidaleA. neurone piramidale B. cellula granulare eccitatoriaB. cellula granulare eccitatoria C. cellula granulare inibitoriaC. cellula granulare inibitoria 1. fibra afferente1. fibra afferente 2. fibra efferente2. fibra efferente 3. fibra corticotalamica3. fibra corticotalamica Organizzazione colonnare della neocorteccia e circuiteria corticale (+) (-) All’interno di una colonna i neuroni piramidali si eccitano reciprocamente determinando un’attivazione globale della colonna stessa. Ogni colonna eccita debolmente le colonne limitrofe e inibisce quelle più distanti tramite interneuroni inibitori. Ogni colonna rappresenta un’unità funzionale. Un elettrodo extracellulare rileverà attività coerente nei numerosi neuroni di una colonna.
  • 21. colonna motoneuroni dei muscoli Cellule nella stessa colonna influenzano muscoli comuni sinergici. I muscoli sinergici sono quelli che agiscono assieme, cooperando al movimento. Un esempio di muscoli sinergici sono quelli che contraggono i muscoli delle dita richiesti per trattenere una bottiglia. La corteccia motoria primaria è una mappa dei movimenti del corpo ed è organizzata in colonne
  • 22. Un singolo muscolo può essere attivato da un gruppo di colonne. Ciò perché un singolo muscolo può essere sinergico in una varietà di movimenti diversi. Ad es., per afferrare una botiglia il pollice può essere usato assieme al dito 1 oppure assieme alle dita 1 e 2. La corteccia motoria primaria è una mappa dei movimenti del corpo ed è organizzata in colonne
  • 23. Un singolo muscolo può essere attivato da colonne diverse. Ciò perché un singolo muscolo può essere sinergico in una varietà di movimenti diversi. Ad es., per afferrare una botiglia il pollice può essere usato assieme al dito 1 oppure assieme alle dita 1 e 2. La corteccia motoria primaria è una mappa dei movimenti del corpo ed è organizzata in colonne
  • 24. Funzione N. 1 I movimenti hanno origine dall’area 4. Essi sono scatenati da un input proveniente dall’area 6. Una pianificazione dell’attività correlata precede i movimenti di circa 800 ms. Vengono attivati sia i motoneuroni alfa che gamma dei muscoli. La frequenza di scarica determina l’intensità della forza muscolare e la sua velocità di cambiamento. I neuroni cortico-spinali svolgono due funzioni importanti Area 6=corteccia premotoria Area 4=corteccia motoria primaria
  • 25. Neurone area 6 Neurone area 4 EMG del bicipite FlessioneMovimento di flessione Area 6=corteccia premotoria Area 4=corteccia motoria primaria I neuroni cortico-spinali svolgono due funzioni importanti Funzione N. 1 I movimenti hanno origine dall’area 4. Essi sono scatenati da un input proveniente dall’area 6. Una pianificazione dell’attività correlata precede i movimenti di circa 800 ms. Vengono attivati sia i motoneuroni alfa che gamma dei muscoli. La frequenza di scarica determina l’intensità della forza muscolare e la sua velocità di cambiamento. 800 ms
  • 26. Funzione N. 2 I neuroni dell’area 4 contribuiscono al riflesso da stiramento (miotatico). Lo stiramento del muscolo attiva due risposte: i) Il riflesso spinale monosinaptico da stiramento e ii) La risposta corticale a decorso lungo. La risposta a decorso lungo è sotto il controllo volontario. Tale risposta dipende dal contesto ed è controllata dal cervelletto. Questo è ciò che aggiunge destrezza acquisita alle nostre risposte motorie (ad es., afferrare una palla). I neuroni cortico-spinali svolgono due funzioni importanti
  • 27. I neuroni cortico spinali svolgono due funzioni importanti Funzione N. 2 I neuroni dell’area 4 contribuiscono al riflesso da stiramento (miotatico). Lo stiramento del muscolo attiva due risposte i) Il riflesso spinale monosinaptico da stiramento e ii) La risposta corticale a decorso lungo. La risposta a decorso lungo è sotto il controllo volontario. Tale risposta dipende dal contesto ed è controllata dal cervelletto. Questo è ciò che aggiunge destrezza acquisita alle nostre risposte motorie (ad es., afferrare una palla). talamo NCD muscolo EMG riflesso miotatico riflesso a circuito lungo
  • 28. Gli stadi del sonno sono caratterizzati da cambiamenti nelle registrazioni EEG Veglia – occhi aperti Veglia – occhi chiusi Sonno non REM – stadio I Sonno non REM – stadi II e III Sonno non REM – stadio IV Sonno REM Sonno non-REM, Stadio IV (SWS; Slow-Wave-Sleep ‘sonno profondo’): onde ampie a bassa frequenza (~1 Hz, ‘onde delta’) sono attivi pochi neuroni ma altamente sincronizzati
  • 29. Correnti T neuronali e spikes al Ca2+ Vhold-90 mV
  • 30. Correnti pacemaker neuronali (Ih) Sono generate dall’apertura di canali appartengono alla classe dei canali HCN: “canali cationici attivati dall’iperpolarizzazione”, cioè vengono attivati quando la membrana si iperpolarizza. I canali si richiudono quando la membrana viene depolarizzata. La loro apertura genera una corrente cationica entrante che, depolarizzando la membrana, produce il cosiddetto prepotenziale. Potenziale di membrana (mV) Frazionedicanali“h”aperti
  • 31. Attività ritmica spontanea in un neurone talamico Attività oscillatoria -65 mV 1 s Bursts di PdA dovuti all’interazione della corrente di Ca2+ IT con la corrente pacemaker cationica entrante Ih -65 mV ------ PdA al Na+ Spike al Ca 2+ attivazione Ih attivazioneIT deattivazione Ih inattivazione IT rimozione inattivazione IT Potenziale pacemaker Quale meccanismo innesca questa attività autoritmica? Vedi registrazione
  • 32. + + + + - GABA GLUT GLUT CORTECCIA NUCLEI di RELAY TALAMO NRT Il neurone GABAergico determina sul neurone del nucleo di relay un PPSI che genera iperpolarizzazione e fa aprire i canali “h” innescando l’attività autoritmica in tali neuroni NRT: nucleo reticolare del talamo afferenze talamiche
  • 33. In realtà, i neuroni talamocorticali dei nuclei di relè presentano anche una seconda modalità di scarica (vedi registrazioni) La depolarizzazione di neuroni talamocorticali in seguito ad una iniezione intracellulare di corrente provoca l’abolizione della scarica ritmica a burst e la sua sostituzione con un’attività tonica,L’abolizione della scarica ritmica a burst è causata dall’inattivazione della corrente di Ca2+ T e dalla mancata attivazione della corrente H. L’applicazione di ACh o NE causa una simile depolarizzazione dei neuroni talamocorticali attraverso la riduzione di una corrente di K+ di "leakage" attiva a riposo.
  • 34. La sostituzione della scarica ritmica con quella tonica è simile alla modificazione dell’attività elettrica che si può registrare nella transizione dal sonno ad onda lenta alla veglia (o al sonno REM). Attività elettrica registrata contemporaneamente da neuroni corticali e talamici coinvolti nel sonno SWS e durante la veglia Registr. intracell dal nucleo di relay. Registraz. extracell. da neurone del NRT Registraz. extracell. da neurone corticale. Tali risultati indicano che tutte e tre le tipologie di neuroni esibiscono i due diversi stati dell’EEG: una scarica ritmica a burst durante il sonno ad onde lente, e un’attività tonica durante la veglia. Cosa suggeriscono tali risultati?
  • 35. Cellule pacemaker talamiche: cosa le attiva e cosa le spegne? • le cellule pacemaker del nucleo di relay del talamo che scaricano ritmicamente a bursts inducono i neuroni corticali a scaricare in maniera sincrona nel pattern dell’SWS (Slow-Wave-Sleep) dell’EEG • durante la veglia: i neuroni colinergici (ACh), noradrenergici (NE) e serotoninergici (5-HT) sono attivi e inibiscono le cellule pacemaker talamiche • durante il sonno SWS, l’attività delle cellule che libedrano ACh, NE e 5-HT diminuisce: le cellule pacemaker talamiche sono attive
  • 36. Lesione dei neuroni corticali o dei loro assoni Se la lesione è piccola, l’unico effetto duraturo può essere la perdita del movimento fine; ad es. incapacità a compiere movimenti indipendenti delle dita.
  • 37. Lesione dei neuroni corticali o dei loro assoni Se la lesione è estesa: -inizialmente > paralisi flaccida (e perdita di tono muscolare) -più tardi > a causa di un aumento della sensibilità ai restanti inputs (ad es. riflessi spinali) si osserva spasticità. I sintomi includono: 1) ipertonicità (muscoli antigravitari) 2) iper-riflessia (sensazione di rigidità negli spostamenti rapidi) e clono 3) segno di Babinski (estensione dell’alluce) 4) niente fascicolazione 5) niente atrofia
  • 38. Lesione dei motoneuroni o dei loro assoni come nella poliomielite I sintomi includono debolezza o paralisi di muscoli isolati che diventano flaccidi. Altri sintomi sono: 1) ipotonia 2) iporiflessia 3) Nessun segno di Babinski 4) Dopo irritazione dei motoneuroni, si osservano fascicolazioni che sono scariche spontanee dei motoneuroni. Dopo la morte, si possono registrare fibrillazioni che sono contrazioni spontanee delle fibre muscolari. 5) atrofia (perdita di massa)
  • 39. FINE

Notas del editor

  1. Tutti i movimenti volontari del corpo sono controllati dal cervello. Una delle aree del cervello più coinvolte nel controllo di questi movimenti volontari è la corteccia motoria. Per realizzare i movimenti diretti verso una meta, la corteccia motoria deve prima ricevere vari tipi di informazione dai vari lobi del cervello: l’informazione circa la posizione del corpo nello spazio, dal lobo parietale; circa la meta da raggiungere e una appropriata strategia per realizzarla, dalla porzione anteriore del lobo frontale; circa la memorizzazione delle strategie passate, dal lobo temporale; e così via.
  2. Ogni colonna rappresenta un’ unità funzionale . Per esempio, una colonna può generare un movimento diverso o connettersi a campi recettivi diversi dalle colonne limitrofe. Un elettrodo extracellulare rileverà attività coerente nei numerosi neuroni di una colonna. All’interno di una colonna i neuroni piramidali si eccitano reciprocamente determinando un’attivazione globale della colonna stessa. Ogni colonna eccita debolmente le colonne limitrofe e inibisce quelle più distanti tramite interneuroni inibitori.