2. Caratteristiche dei bambini con
ADHD
I bambini con ADHD hanno difficoltà:
a mantenere la concentrazione nelle
attività proposte
ad assumere comportamenti conformi
alle aspettative dell’ambiente scolastico
4. Difficoltà di autoregolazione
Il bambino
non riesce
a regolare
Organizzazione e controllo
dei processi cognitivi
Concentrazione ed
attenzione sostenuta
Impulsività
Motivazione e fiducia
nell’impegno e nello sforzo
Gestione delle emozioni Comportamento motorio
Comportamento sociale
Autostima
Pianificazione e
problem-solving
9. Il modello ABC
Antecedente (A) evento che precede e dirige il
comportamento
Comportamento (B) condotta messa in atto
Conseguenza (C) evento che segue il
comportamento e che può
intensificare o ridurre la sua
emissione
10. 1. Comportamento
Comportamento
ciò che un bambino fa (NON quello che non fa)
Es. Non scrive (non è un comportamento)
Es. Disegna durante la lezione (è un comportamento)
Deve essere:
• osservabile
• misurabile
11. Comportamento - problema
• rischio per la vita ed il benessere del bambino
• rischio per la vita ed il benessere altrui
• ostacolo all’adattamento
• ostacolo all’apprendimento
è osservabile e misurabile?
Osservazione condotta x 5/10 gg (linea di base)
12. 2. Antecedenti
Antecedenti
eventi che dirigono il nostro comportamento
Es. vedo il semaforo rosso (antecedente) mi fermo
Gli antecedenti possono essere:
regole
aspettative
comunicazioni
pensieri
13. Interventi basati sugli
antecedenti
Modificano l’ambiente per:
• ridurre i comportamenti disfunzionali
• facilitare i comportamenti desiderabili
si attua un cambiamento PRIMA che il problema si
presenti
creazione di un contesto facilitante
QUINDI
14. Interventi basati sugli
antecedenti
a) Organizzazione dell’aula
b) Organizzazione dei materiali
c) Attività routinarie
d) Regole
e) Organizzazione del lavoro
f) Attività di transizione e momenti liberi
15. a) Organizzazione dell’aula
Disposizione dei banchi
3 obiettivi:
limitare noia e disturbo
favorire le interazioni positive
incrementare l’applicazione al compito
16. Indicazioni
• prima fila, al centro (sguardo, monitoraggio)
• vicino a compagni attenti
• lontano da fonti di distrazione
• spazio fisico che consenta libertà di movimento (“buoni
movimento”)
17. Fonti di distrazione
• cartelloni
• cestino non è possibile eliminarle tutte
• finestre
• porta livello ottimale di stimolazione
• orologio
• ecc.
18.
19. b) Organizzazione dei materiali
Obiettivi
incrementare la capacità di organizzazione e
pianificazione
ridurre i comportamenti di disturbo
(es. lamentarsi di non avere il materiale, chiederlo al
compagno durante la lezione)
20. È un’abilità che deve essere insegnata
Utile per tutta la classe
21. cartelloni da appendere in classe con l’elenco dei
materiali
schema con l’elenco del materiale per ogni materia da
apporre sul diario (o figurine per ogni elemento del
materiale scolastico)
cassetta in cui poter riporre il materiale
quaderni e cartellette ben contrassegnate (colore,
etichetta)
23. Routine per favorire la gestione
del materiale scolastcico
1. preparare immagini del materiale
2. ad un orario stabilito:
far leggere il cartellone delle materie per il giorno
successivo
far elencare il materiale necessario per ogni
materia
far incollare sul diario le immagini corrispondenti
1. ogni mattina, all’inizio della lezione, verificare la
presenza del materiale (gratificazione, costo della
risposta)
25. ingresso in classe ad un’ora stabilita
routine di inizio lezione (controllare il materiale)
presentazione delle attività per la giornata
(definizione dei tempi di lavoro, pause
concordate)
dettatura dei compiti ad un orario che consenta
di verificare la comprensione delle consegne
routine di saluto a fine giornata
26. È importante garantire un programma giornaliero
costante
proporre anche una diversificazione all’interno di
ogni attività per limitare la noia (es. mezzi
audiovisivi, attività manuali, ecc.)
MA
27. d) Regole
Funzioni:
comunicano le aspettative
stabiliscono in clima di giustizia
permettono di consolidare il comportamento desiderato
(attraverso l’applicazione sistematica)
costituiscono un segnale per rispondere adeguatamente
al comportamento
necessarie per le interazioni
28. Principi per la costruzione di un
sistema di regole:
poche (3 o 4 per i bambini piccoli, max 6/8 per i più
grandi)
semplici
formulate in positivo
devono descrivere il comportamento in modo operativo
specifiche per situazione (lezione, intervallo, ecc.)
corredate da simboli grafici
condivise
esposte
29. Regole poco chiare chiare
Il bambino appare confuso
Es. “Devi fare i compiti dopo la scuola”
subito?
dopo pranzo?
prima di cena?
30. Esempio
Regola meno efficace
“Per uscire bisogna mettersi in fila per due ed aspettare
che tutti siano pronti”
Regola più efficace
“Usciamo in fila per due”
31. Per facilitare il rispetto delle
regole:
anticipare le situazioni problematiche
favorire la comprensione del legame causa-effetto per
facilitarne l’interiorizzazione ed il rispetto
rispetto della regola:conseguenza positiva
(gesto di approvazione)
violazione della regola: conseguenza negativa
(intervento con calma
e fermezza)
32. e) Organizzazione del lavoro
Strategie utili:
chiamare per nome + contatto oculare
fornire consegne chiare
assicurarsi che siano state comprese
Ricordare al bambino di
- ripeterle prima di iniziare il compito riduce
- verificare di averle comprese l’impulsività
definire piccoli obiettivi realistici
33. Messaggi poco chiari
Il bambino non sa come comportarsi
Es. “Devi comportarti bene”
Cosa significa “bene”?
34. I bambini con ADHD faticano a fare stime realistiche di:
• grandezze
• tempi non riescono a valutare tempi e
• quantità difficoltà nello svolgimento di un
• difficoltà compito
organizzazione del lavoro carente
+
disorientamento
35. discutere sulla difficoltà del compito all’inizio dare
indicazioni poi
confrontarsi sui tempi necessari chiedere agli alunni
suddividere il compito in unità più piccole
consentire di fare brevi pause
promuovere il controllo del compito prima della consegna
36. Simboli relativi alla difficoltà del
compito
Facilissimo facile medio difficile
difficilissimo
37. Simboli relativi ai tempi di
lavoro
pochissimo poco tempo tanto tantissimo
tempo tempo medio tempo tempo
38. Gratificare i progressi
L’apprendimento richiede tempo
Permettere il consolidamento attraverso
l’esercizio
39. f) Attività di transizione e momenti
liberi
Momenti che rendono più probabile l’emergere
di comportamenti problematici:
Inizio e fine delle lezioni
Intervallo
Mensa
Passaggio da un luogo ad un altro
40. Inizio e fine delle lezioni
Strategie utili
prevedere delle routine
pianificare l’uscita
(es. evitare di dettare i compiti durante gli
ultimi 5 minuti, di chiedere ai bambini di
preparare la cartella dopo il suono della
campanella, ecc.)
41. Intervallo
• permette l’attività motoria
• consente di sfogarsi dopo alcune ore di
lezione
Strategie utili
regole specifiche
NON usare la sospensione dell’intervallo
come punizione
minuti di “decompressione”
43. Passaggio da un luogo ad un
altro
Strategie utili
regole specifiche
(es. camminare in fila per due, affidare la testa
della fila a tutti i bambini a turno, ecc.)
organizzare i tempi
(per evitare che il passaggio avvenga
precipitosamente)
44. 3. Conseguenze
Conseguenze
evento che segue il comportamento e che può
intensificare o ridurre la sua emissione
Es. studio prendo un voto positivo (conseguenza)
45. Interventi basati sulle conseguenze
positive
Obiettivo del rinforzo:
aumentare la frequenza, intensità e/o la durata di
un comportamento
46. Tipologia dei rinforzi positivi
Rinforzi tangibili premi materiali
Rinforzi sociali manifestazioni di approvazione
o affetto
Rinforzi simbolici bollini/punti che possono
essere scambiati con un altro
rinforzo
Rinforzi dinamici attività gratificanti o privilegi
particolari
47. Aspetti importanti
elargire il rinforzo in modo contingente
rispettare le preferenze personali
variare spesso i rinforzi
fornire un rinforzo che sia proporzionale al
comportamento messo in atto
utilizzare una frequenza adeguata
48. Rinforzo sociale
Cosa fare:
sottolineare la correttezza del comportamento
messo in atto
Es. “Hai aspettato il tuo turno nella
conversazione”
aggiungere commenti positivi al rinforzo
Es. “Mario, sei stato seduto al tuo posto
durante il compito, così va proprio bene”
49. usarlo spesso (almeno 4/5 volte in una
mattinata)
pronunciarlo con un lieve innalzamento del
tono di voce
se necessario abbinarlo ad un rinforzo
dinamico
50. Cosa NON fare:
NON dare attenzione al bambino che si sta
comportando negativamente
NON esprimere giudizi sul bambino
Es. “Bravissimo!” non dice nulla sul
comportamento!
51. NON aggiungere commenti negativi
Es. “Mario, sei stato seduto al tuo posto
durante il compito, perché non riesci a farlo
sempre?”
NON rinforzare il comportamento prima che
sia stato attuato
NON promettere una ricompensa di fronte ad
un comportamento oppositivo
52. Vantaggi del rinforzo sociale
sempre disponibile
economico
richiede poco tempo
può essere adottato da insegnati diversi
54. Interventi basati sulle conseguenze
negative
Obiettivo:
ridurre la frequenza, intensità e/o la durata di un
comportamento
55. Quando usarlo?
Un comportamento negativo porta ad un
vantaggio per il bambino
Es. Aggredisce un compagno per ottenere un
oggetto
Pericolo per il bambino o per altre persone
56. NON dovrebbe essere la prima o l’unica strategia
la punizione fornisce informazioni su ciò che è
sbagliato ma non spiega nulla sul comportamento
corretto
MA
perch
é
58. Ignorare pianificato
Ignorare il comportamento indesiderabile
Quando NON si può usare?
Comportamento pericoloso per se stessi o per
gli altri
Comportamento molto disturbante
Il comportamento non viene mantenuto
dall’attenzione
60. Rimprovero centrato sul
comportamento
1. Descrizione del comportamento inadeguato
2. Spiegazione del motivo per cui è sbagliato
3. Indicazione del comportamento alternativo
4. Comunicazione dei vantaggi del
comportamento adeguato
Vantaggi
Assenza di giudizio
Indicazione circa il comportamento corretto
61. Conseguenze logiche
Permette di spiegare la conseguenza spiacevole
di un comportamento scorretto
è la conseguenza logica, collegata a quel
comportamento (se…allora)
Es.
“Se svolgi i compiti frettolosamente dovrai rifarli”
62. Costo della risposta
Associa all’emissione del comportamento
negativo la perdita di un privilegio (es. bollini)
Va integrato con il rinforzo positivo
63. Punizioni inutili e dannose
Es. nota
Gentile sig.ra suo figlio si è comportato come un
bambino piccolo, le chiedo di prendere provvedimenti.
Per castigo dovrà scrivere 30 volte: “Devo fare il bravo”.
Svalutante nei confronti del bambino
Non viene identificato il comportamento-
problema
Viene delegata alla madre l’intervento
Castigo inutile
64. In sintesi
Gestione delle conseguenze:
immediate
frequenti
modificate spesso
le conseguenze positive si devono applicare
prima di quelle negative
65. Insegnare ai bambini con
ADHD
Didattica flessibile:
Brevità favoriscono i comportamenti
Varietà funzionali e l’apprendimento
Struttura
66. Brevità
I bambini con ADHD iniziano i compiti con un
livello attentivo più basso
compiti brevi e frequenti o brevi unità di
apprendimento
pause
67. Varietà
I bambini con ADHD percepiscono maggiormente
la ripetitività e la monotonia di un’attività
Variare la modalità di presentazione dei
contenuti
Lezioni stimolati
Tono di voce variato
Coinvolgimento degli alunni
Attività piacevole usata come ricompensa per
un’attività poco gradevole
68. Apprendimento cooperativo
Favorire la cooperazione ed evitare situazioni
di
competizione
Modellare nuovi comportamenti
Rinforzare le abilità esistenti
70. Suggerimenti per la lettura
Suddivisione in brevi unità di lavoro
Lista delle parole più complesse scritta alla
lavagna
Presentare le parole nuove all’interno di una
frase per favorirne la comprensione
Piccoli gruppi di lettura
Favorire gli interessi personali
71. Suggerimenti per la matematica
Usare colori diversi per i simboli matematici
Fogli a quadretti per l’organizzazione delle
colonne
Schemi per la risoluzione dei problemi
Strategie mnemoniche
Calcolatrice per la verifica del proprio lavoro
72. Altri suggerimenti
Suddividere le unità di lavoro
Usare strumenti quali: pc, mappe, tabelle,
ecc.
Per le lingue straniere usare cartoncini
colorati su cui scrivere i diversi elementi
grammaticali (giallo-aggettivi, verde-verbi,
ecc.)
73. Usare promemoria
Fornire un feedback costante e frequente
permette di aumentare il controllo
74. Lavorare sui punti di forza
Caratteristiche positive spesso oscurate dai
Abilità comportamenti
negativi
elenco dei punti di forza
e di debolezza
75. Maggiori difficoltà
mantenere l’attenzione nel tempo
porre la necessaria attenzione alle consegne
impulsività e scarsa pianificazione
procedure di controllo del livello attentivo poco
efficaci
76. Mantenere l’attenzione nel
tempo
Valutare il tempo necessario per un compito
Fare una stima della tenuta attentiva del
bambino
Suddividere il compito in più parti
Permettere una pausa tra una parte e l’altra
77. Esempio
12 operazioni di aritmetica
4 operazioni
Pausa
4 operazioni
Pausa
4 operazioni
78. Porre attenzione alle consegne
Ripetere la consegna (magari suddividendola
per punti
Verificare la comprensione della consegna
Sottolineatura delle parti salienti della
consegna
Costruzione di un piano di azione per punti (o
diagramma)
80. Problem-solving
1) capisco qual è il problema
2) penso alle possibili alternative per la
risoluzione
3) scelgo un’alternativa
4) la applico
5) verifica
81. Procedure di controllo del livello
attentivo
Segnali concordati per sintonizzarsi sull’attività
(maggiore consapevolezza sui propri
meccanismi attentivi)
NO richiami
Esercizi di “caccia all’errore” (NO per DSA)
82. Sensibilizzare i bambini all’adhd
Giustizia
non significa trattare tutti bambini allo
stesso modo
dare ad ognuno ciò di cui ha bisogno
MA
83. Bibliografia
• Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca Infanzia” di Treviso (2008).
Sviluppare la co nce ntrazio ne e l’auto re g o lazio ne . Gio chi e attività sulco ntro llo atte ntivo – Vo lum e 1 . Trento:
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• Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca Infanzia” di Treviso (2009).
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• Cornoldi, C., De Meo, T., Offredi, F., & Vio, C. (2001). Ipe rattività e auto re g o la zio ne co g nitiva. Trento: Erickson.
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• Di Pietro, M., Bassi, E., & Filoramo, G. (2002). L’alunno ipe rattivo in classe . Pro ble m i di co m po rtam e nto e strate g ie
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• Di Pietro M., & Dacomo, M. (2009). Larg o arrivo io ! Manuale di auto aiuto pe r bam bini ipe rattivi e i lo ro g e nito ri.
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• Kirby, E.A., & Grimley, L.K. (2000). Disturbi de ll’atte nzio ne e ipe rattività. G uida pe r psico lo g i e inse g nanti. Trento:
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• Lochman, J.E., Wells, K, & Lenhart, L.A. (2012). Co ping po we r. Pro g ram m a pe r ilco ntro llo di rabbia e a g g re ssività
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• SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2006), Line e g uida pe r ilDDAIe i
DSA: Diag no si e inte rve nti pe r ilDisturbo da De ficit di Atte nzio ne /Ipe rattività e i Disturbi Spe cifici