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AUTISMO INFANTILE
•DEFINIZIONE
Disordine neuropsichico che compromette il funzionamento
cerebrale, al punto da determinare gravi problemi nella capacità di
comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi
adeguatamente all’ambiente
Nonostante vi siano delle caratteristiche comuni nei bambini
autistici non ve ne sono due identici fra loro
AUTISMO INFANTILE
•DEFINIZIONE DSM IV TR
•COMPROMISSIONE GRAVE CAPACITA’ INTERAZIONE
SOCIALE RECIPROCA
•COMPROMISSIONE GRAVE CAPACITA’
COMUNICAZIONE
•INTERESSI E ATTIVITA’ RIPETITIVE E STEREOTIPATE
ESORDIO ENTRO I TRE ANNI
DISTURBI PERVASIVI
EPIDEMIOLOGIA
•DISTURBO AUTISTICO 2-5/10000 fino a 12-18-30/10000
•DISTURBO DI RETT 1/10000
•DISTURBO DISINTEGRATIVO DELL’INFANZIA 1/50000
•DISTURBO DI ASPERGER 2.5/10000
•DISTURBO PERVASIVO NAS 1/200 ?
•SPETTRO AUTISTICO 1/160
E’ IN INCREMENTO LA FREQUENZA DELL’AUTISMO?
AUTISMO INFANTILE
EZIOPATOGENESI
•ORIGINE BIOLOGICA
•INTERAZIONE AMBIENTALE
eziologia genetica con un tipo di ereditarietà poligenica; fattori
epigenetici e l’esposizione a fattori ambientali contribuirebbero
alla variabile espressività del fenotipo clinico nell’ambito dello
spettro autistico (Muhle et al, Pediatrics 2004)
AUTISMO INFANTILE
MODELLI INTERPRETATIVI
DELLA CLINICA
• Deficit di Teoria della mente
incapacità del bambino di accedere ad una Teoria della
Mente, rimanendo in una situazione di cecità mentale
(Baron-Cohen, 1995). Il bambino autistico, cioè, sarebbe
incapace di comprendere e riflettere sugli stati mentali
propri ed altrui e, conseguentemente, di comprendere e
prevedere il comportamento degli altri.
LE BASI
NEUROBIOLOGICHE:
I NEURONI SPECCHIO
nell'uomo i neuroni specchio sono
stati localizzati vicino all’area di
Broca.
Ciò ha comportato la convinzione
che il linguaggio umano si sia
evoluto tramite l'informazione
trasmessa con le prestazioni
gestuali e che infine il sistema
specchio sia stato capace di
comprendere e
codificare/decodificare.
DA: CRITERI DSM IV TR
A. Un totale di 6 (o più) voci da (1), (2), e (3),
con almeno 2 da (1), e uno ciascuno da (2) e (3):
1) compromissione qualitativa dell'interazione
sociale, manifestata con almeno 2 dei seguenti:
a) marcata compromissione nell'uso di svariati
comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto,
l'espressione mimica, le posture corporee e i gesti,
che regolano l'interazione sociale
b) incapacità di sviluppare relazioni coi coetanei
adeguate al livello di sviluppo
c) mancanza di ricerca spontanea della condivisione
di gioie, interessi o obiettivi con altre persone
(per es., non mostrare, portare, né richiamare
l'attenzione su oggetti di proprio interesse)
d) mancanza di reciprocità sociale o emotiva;
DA: CRITERI DSM IV TR
2) compromissione qualitativa della comunicazione
come manifestato da almeno 1 dei seguenti:
a) ritardo o totale mancanza dello sviluppo del
linguaggio parlato (non accompagnato da un
tentativo di compenso attraverso modalità
alternative di comunicazione come gesti o mimica)
b) in soggetti con linguaggio adeguato, marcata
compromissione della capacità di iniziare o
sostenere una conversazione con altri
c) uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o
linguaggio eccentrico
d) mancanza di giochi di simulazione vari e
spontanei, o di giochi di imitazione sociale
adeguati al livello di sviluppo
DA: CRITERI DSM IV TR
3) modalità di comportamento, interessi e
attività ristretti, ripetitivi e stereotipati,
come manifestato da almeno 1 dei seguenti:
a) dedizione assorbente ad uno o più tipi di
interessi ristretti e stereotipati anomali o per
intensità o per focalizzazione
b) sottomissione del tutto rigida ad inutili
abitudini o rituali specifici
c) manierismi motori stereotipati e ripetitivi
(battere o torcere le mani o il capo, o complessi
movimenti di tutto il corpo)
d) persistente ed eccessivo interesse per parti
di oggetti; -
DA: CRITERI DSM IV TR
B. Ritardi o funzionamento anomalo in almeno
una delle seguenti aree, con esordio prima
dei 3 anni di età:
(1) interazione sociale,
(2) linguaggio usato nella comunicazione
sociale,
(3) gioco simbolico o di immaginazione.
C. L'anomalia non è meglio attribuibile al
Disturbo di Rett o al Disturbo Disintegrativo
della Fanciullezza.
• Valutazione NPI
• Valutazione pediatrica e dismorfologica
• Valutazione audiologica (es.audiometrico/ABR)
• Valutazione oculistica
DISTURBO AUTISTICO
MEDICAL ASSESSMENT
• Esami laboratorio: routine ematochimica
• Esami dismetabolici
DISTURBO AUTISTICO
MEDICAL ASSESSMENT
Cariotipo ad alta risoluzione
Analisi molecolare ricerca Sindrome X Fragile
DISTURBO AUTISTICO
MEDICAL ASSESSMENT
DISTURBO AUTISTICO
PSYCHIATRIC ASSESSMENT
• Osservazione comportamentale “non strutturata”
• Strumenti di osservazione diagnostica del bambino
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• Valutazione cognitiva/neuropsicologica
• Valutazione delle competenze adattive
• Valutazione psicologica
• Valutazione psicolinguistica
• Valutazione psicopedagogica
• Osservazioni finalizzate al trattamento
DISTURBO AUTISTICO
PSYCHIATRIC ASSESSMENT
Strumenti di osservazione diagnostica del
bambino
• CARS (Child Autism Rating Scale)
• ADOS-G (Autism Diagnostic
Observation Schedule)
DISTURBO AUTISTICO
PSYCHIATRIC ASSESSMENT
Questionari diagnostici per i genitori
• ADI-R (Autism Diagnostic Interview – Revised)
DISTURBO AUTISTICO
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• Griffith, Stanford-Binet.
• WIPPSI-R, WISC-R
• Leiter-R
DISTURBO AUTISTICO
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• PEP-3 (Psico-Educational Profile)
• Vineland ABS (Adaptive Behavior Scale)
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• Osservazione LT, PL, PM, OT
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DISTURBO AUTISTICO
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• CHAT (Checklist for Autism in Toddler)
DISTURBO AUTISTICO
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DISTURBO AUTISTICO
PROGNOSI
Possibili indici di evoluzione favorevole:
•Minore intensità dei sintomi
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•Trattamenti intensivi precoci
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Psicofarmacoterapia
Interventi psicosociali:
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parent training
Nessun trattamento è più efficace di altri.
L’approccio terapeutico-riabilitativo è più efficace
quando è precoce, intensivo ed altamente strutturato.
Howlin,1998
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MENAGEMENT
TRATTAMENTO
problemi comuni
• Quando intervenire?
• Cosa curare?
• Come curare?
• Per quanto tempo?
• Con quale frequenza effettuare i trattamenti?
• Come valutare l’efficacia del trattamento?
PRECOCITA’ DEL TRATTAMENTO
premesse neurobiologiche
L’esperienza determina attivazioni neuronali in grado
di indurre processi di transcrizione genica e
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Gli interventi precoci potrebbero modificare
l’organizzazione dell’espressività del patrimonio biologico,
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PRECOCITA’ DEL TRATTAMENTO
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• Si oppone al “declino cognitivo” (soggetti
non trattati tendono a presentare un
peggioramento delle prestazioni cognitive
nel tempo)
TRATTAMENTO
problemi comuni
• Quando intervenire?
• Cosa curare?
• Come curare?
• Per quanto tempo?
• Con quale frequenza effettuare i trattamenti?
• Come valutare l’efficacia del trattamento?
GOAL DELLA TERAPIA
intervenire precocemente per incidere e modificare i meccanismi originari
del disturbo autistico
(incompetenza sociale)
PROBLEMI
• deficit ricezione degli “input” riabilitativi
per la natura stessa del difetto originario
• insufficiente conoscenza delle disfunzioni cerebrali responsabili della
processazione delle informazioni sociali
Gli interventi terapeutico-riabilitativi sono attualmente
tesi a migliorare gli “effetti secondari” del disturbo
ma poco focalizzati sul difetto originario
GOAL DELLA TERAPIA
Sintomi core
• Deficit interazione sociale
• Deficit comunicativo linguistico
• Comportamenti ripetitivi e interessi ristretti
Comportamenti disadattivi
• Aggressività
• Autolesionismo
• Scoppi d’ira
• Iperattività
• Impulsività
• Difficoltà nelle attività di vita quotidiana
TRATTAMENTO
problemi comuni
• Quando intervenire?
• Cosa curare?
• Come curare?
• Per quanto tempo?
• Con quale frequenza effettuare i trattamenti?
• Come valutare l’efficacia del trattamento?
L’intervento multimodaleL’intervento multimodale
Patient-focusedPatientPatient--focusedfocused
Parent-focusedParent-focused
community-focusedcommunity-focused
Terapia comportamentaleTerapia comportamentale
PsicofarmacoterapiaPsicofarmacoterapia
Interventi PsicoeducativiInterventi Psicoeducativi
Interventi PsicoeducativiInterventi Psicoeducativi
Interventi comportamentaliInterventi comportamentali
Parent trainingParent training
Interventi PsicoeducativiInterventi Psicoeducativi
33
TRATTAMENTO POLIARTICOLATO
• Farmaci
• Riabilitazione (Interventi psicosociali, trattamenti
comportamentali, psicopedagogici, psicoterapia)
• Parent Training
• Coinvolgimento scuola
• Coinvolgimento operatori sociali
Potenziali Target della
Psicofarmacoterapia
• Iperattività motoria, inattenzione
• Comportamenti ripetitivi
• Auto-eteroaggressività, distruttività
• Assenza relazione sociale
Interventi psicosociali:
Psicoterapia
Utilità limitata dei vari approcci psicoterapici (psicodinamico,
cognitivo-comportamentale, familiare)
“I sintomi core del DA non rispondono alla psicoterapia”
Indicazione in caso di:
• autistici ad alto funzionamento, sdr Asperger
(problem-solving strategies)
• comorbidità con DOC, disturbi dell’umore
AACAP, 1999
Interventi psicosociali:
trattamenti comportamentali
TEACCH Schopler
ABCA
“Traditional behavior learning”
Situazioni di apprendimento altamente strutturate ( “Discrete trials”)
Obiettivi:
modificare le condotte deficitarie
ridurre comportamenti devianti
favorire le abilità adattive
ABA (Applied
behav- an.)
Lovaas
Interventi psicosociali:
trattamenti psicopedagogici
“If a child cannot learn in the
way we teach… …we must
teach in a way the child can
learn”
Dr. O. Ivar Lovaas
Interventi psicosociali:
trattamenti psicopedagogici
“Social-pragmatic teaching” o “incidental treaning”
Obiettivi:
potenziare l’espressione delle emozioni, la comunicazione, le relazioni sociali,
le abilità cognitive, le autonomie, tramite il gioco, attività espressive di vario genere
(pratico-manuali, grafiche etc), ed il ricorso a routine e ad ambienti strutturati
maggiore generalizzazione comportamenti appresi
• Rogers, 1989
• TED (Terapia di Scambio e di Sviluppo, Barthelemy)
• Muratori, 2002
TEACCH
PECS
Parent training
Il coinvolgimento della famiglia nella esperienza
terapeutica è presupposto indispensabile
di qualsiasi trattamento
Obiettivi:
• favorire l’elaborazione delle problematiche
connesse alla diagnosi
• rafforzare le funzioni genitoriali
• sostenere interazioni positive
• genitori come soggetti attivi del trattamento
Operatori scolastici e sociali
Obiettivi:
• Armonizzare l’intervento educativo
• Consentire continuità terapeutica
• Ridurre reazioni di angoscia nel b.no
• sostenere interazioni positive
• Sostegno agli operatori stessi
TRATTAMENTO
problemi comuni
• Quando intervenire?
• Cosa curare?
• Come curare?
• Per quanto tempo?
• Con quale frequenza effettuare i trattamenti?
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Frequenza Trattamento
In epoca prescolare fino a 30-40 ore settimanali nei
discrete trials (comprensive delle attività fatte al
centro, a casa e a scuola)
Almeno 25 ore settimanali secondo Volkman, Handen
TRATTAMENTO
problemi comuni
• Quando intervenire?
• Cosa curare?
• Come curare?
• Per quanto tempo?
• Con quale frequenza effettuare i trattamenti?
• Come valutare l’efficacia del trattamento?
Durata Trattamento
• Almeno 2 anni negli interventi precoci
• Tutta la vita? (intervento individualizzato e
personalizzato, definizione chiara dei
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TRATTAMENTO
problemi comuni
• Quando intervenire?
• Cosa curare?
• Come curare?
• Per quanto tempo?
• Con quale frequenza effettuare i trattamenti?
• Come valutare l’efficacia del trattamento?
Come monitorare l’efficacia
dei trattamenti
• Scarsa validità di scale utilizzate a fini
diagnostici (CARS, ADOS, ADI-R)
• Maggiore utilità di scale non specifiche per
l’autismo che valutano il funzionamento
adattivo (C-GAS, PEP-R, Vineland)
DISTURBO AUTISTICO
FOLLOW-UP
Visita NPI
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- situazione clinica in relazione al livello di sviluppo
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DISTURBO AUTISTICO
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P.E.C.S.
Picture Exchange Communication System
Sistema di comunicazione per scambio di immagini
P.E.C.S.
sviluppato nel 1994 da L.A. Frost e A.S. Bondy nell’ambito del
Delaware Autistic Programm, diffuso negli Stati Uniti, all’interno di
scuole pubbliche
riconosciuto nel 2002 come “Programma dell’anno” dall’Autism
Society of America.
basato sui principi dell’analisi del comportamento applicata (Applied
Bheavior Analysis ABA), sul Verbal Behavior di B.F.Skinner (1975)
e su tecniche cognitivo-comportamentali
P.E.C.S.
Protocollo PECS 6 fasi:
1) Scambio
2) Distanza e persistenza
3) Discriminazione
4) Struttura della frase
5) Rispondere
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(Bondy & Frost, 1994; 2002)
• Comprensione relazione causa - effetto
lo scambio fisico previsto dal training PECS facilita al bambino la comprensione
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• Intenzionalità comunicativa – desiderio di comunicare
lo scambio richiestivo sviluppa ed incrementa l’iniziativa comunicativa
• Partner comunicativo
• Argomento/oggetto della comunicazione
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(Layton & Watson, 2007 in KA Quill “Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo”. Erikson)
(Bondy & Frost, 2001. “The Picture Exchange Communication System”. Behavior Modification)
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L’uso del Picture Exchange Communication System
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bambini non verbali con autismo
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Effetti CAA su comportamenti problema nel
Disturbo Autistico

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Autismo

  • 1. AUTISMO INFANTILE •DEFINIZIONE Disordine neuropsichico che compromette il funzionamento cerebrale, al punto da determinare gravi problemi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi adeguatamente all’ambiente Nonostante vi siano delle caratteristiche comuni nei bambini autistici non ve ne sono due identici fra loro
  • 2. AUTISMO INFANTILE •DEFINIZIONE DSM IV TR •COMPROMISSIONE GRAVE CAPACITA’ INTERAZIONE SOCIALE RECIPROCA •COMPROMISSIONE GRAVE CAPACITA’ COMUNICAZIONE •INTERESSI E ATTIVITA’ RIPETITIVE E STEREOTIPATE ESORDIO ENTRO I TRE ANNI
  • 3. DISTURBI PERVASIVI EPIDEMIOLOGIA •DISTURBO AUTISTICO 2-5/10000 fino a 12-18-30/10000 •DISTURBO DI RETT 1/10000 •DISTURBO DISINTEGRATIVO DELL’INFANZIA 1/50000 •DISTURBO DI ASPERGER 2.5/10000 •DISTURBO PERVASIVO NAS 1/200 ? •SPETTRO AUTISTICO 1/160 E’ IN INCREMENTO LA FREQUENZA DELL’AUTISMO?
  • 4. AUTISMO INFANTILE EZIOPATOGENESI •ORIGINE BIOLOGICA •INTERAZIONE AMBIENTALE eziologia genetica con un tipo di ereditarietà poligenica; fattori epigenetici e l’esposizione a fattori ambientali contribuirebbero alla variabile espressività del fenotipo clinico nell’ambito dello spettro autistico (Muhle et al, Pediatrics 2004)
  • 5. AUTISMO INFANTILE MODELLI INTERPRETATIVI DELLA CLINICA • Deficit di Teoria della mente incapacità del bambino di accedere ad una Teoria della Mente, rimanendo in una situazione di cecità mentale (Baron-Cohen, 1995). Il bambino autistico, cioè, sarebbe incapace di comprendere e riflettere sugli stati mentali propri ed altrui e, conseguentemente, di comprendere e prevedere il comportamento degli altri.
  • 6. LE BASI NEUROBIOLOGICHE: I NEURONI SPECCHIO nell'uomo i neuroni specchio sono stati localizzati vicino all’area di Broca. Ciò ha comportato la convinzione che il linguaggio umano si sia evoluto tramite l'informazione trasmessa con le prestazioni gestuali e che infine il sistema specchio sia stato capace di comprendere e codificare/decodificare.
  • 7. DA: CRITERI DSM IV TR A. Un totale di 6 (o più) voci da (1), (2), e (3), con almeno 2 da (1), e uno ciascuno da (2) e (3): 1) compromissione qualitativa dell'interazione sociale, manifestata con almeno 2 dei seguenti: a) marcata compromissione nell'uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l'espressione mimica, le posture corporee e i gesti, che regolano l'interazione sociale b) incapacità di sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al livello di sviluppo c) mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per es., non mostrare, portare, né richiamare l'attenzione su oggetti di proprio interesse) d) mancanza di reciprocità sociale o emotiva;
  • 8. DA: CRITERI DSM IV TR 2) compromissione qualitativa della comunicazione come manifestato da almeno 1 dei seguenti: a) ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica) b) in soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri c) uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico d) mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo
  • 9. DA: CRITERI DSM IV TR 3) modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, come manifestato da almeno 1 dei seguenti: a) dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi ristretti e stereotipati anomali o per intensità o per focalizzazione b) sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici c) manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo) d) persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti; -
  • 10. DA: CRITERI DSM IV TR B. Ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree, con esordio prima dei 3 anni di età: (1) interazione sociale, (2) linguaggio usato nella comunicazione sociale, (3) gioco simbolico o di immaginazione. C. L'anomalia non è meglio attribuibile al Disturbo di Rett o al Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza.
  • 11. • Valutazione NPI • Valutazione pediatrica e dismorfologica • Valutazione audiologica (es.audiometrico/ABR) • Valutazione oculistica DISTURBO AUTISTICO MEDICAL ASSESSMENT
  • 12. • Esami laboratorio: routine ematochimica • Esami dismetabolici DISTURBO AUTISTICO MEDICAL ASSESSMENT
  • 13. Cariotipo ad alta risoluzione Analisi molecolare ricerca Sindrome X Fragile DISTURBO AUTISTICO MEDICAL ASSESSMENT
  • 15. • Osservazione comportamentale “non strutturata” • Strumenti di osservazione diagnostica del bambino • Interviste per i genitori • Valutazione cognitiva/neuropsicologica • Valutazione delle competenze adattive • Valutazione psicologica • Valutazione psicolinguistica • Valutazione psicopedagogica • Osservazioni finalizzate al trattamento DISTURBO AUTISTICO PSYCHIATRIC ASSESSMENT
  • 16. Strumenti di osservazione diagnostica del bambino • CARS (Child Autism Rating Scale) • ADOS-G (Autism Diagnostic Observation Schedule) DISTURBO AUTISTICO PSYCHIATRIC ASSESSMENT
  • 17. Questionari diagnostici per i genitori • ADI-R (Autism Diagnostic Interview – Revised) DISTURBO AUTISTICO PSYCHIATRIC ASSESSMENT
  • 18. Valutazione cognitiva • Griffith, Stanford-Binet. • WIPPSI-R, WISC-R • Leiter-R DISTURBO AUTISTICO PSYCHIATRIC ASSESSMENT
  • 19. Valutazione competenze adattive • PEP-3 (Psico-Educational Profile) • Vineland ABS (Adaptive Behavior Scale) DISTURBO AUTISTICO PSYCHIATRIC ASSESSMENT
  • 20. Osservazioni finalizzate al trattamento: • Osservazione LT, PL, PM, OT DISTURBO AUTISTICO PSYCHIATRIC ASSESSMENT
  • 22. Strumenti di screening: • CHAT (Checklist for Autism in Toddler) DISTURBO AUTISTICO DIAGNOSI PRECOCE
  • 24. DISTURBO AUTISTICO PROGNOSI Possibili indici di evoluzione favorevole: •Minore intensità dei sintomi •QI alto •Presenza di linguaggio a 5 anni •Trattamenti intensivi precoci ATTENZIONE: rara risoluzione completa del DA
  • 25. Psicofarmacoterapia Interventi psicosociali: comportamentale psicopedagogico psicoterapico parent training Nessun trattamento è più efficace di altri. L’approccio terapeutico-riabilitativo è più efficace quando è precoce, intensivo ed altamente strutturato. Howlin,1998 DISTURBO AUTISTICO MENAGEMENT
  • 26. TRATTAMENTO problemi comuni • Quando intervenire? • Cosa curare? • Come curare? • Per quanto tempo? • Con quale frequenza effettuare i trattamenti? • Come valutare l’efficacia del trattamento?
  • 27. PRECOCITA’ DEL TRATTAMENTO premesse neurobiologiche L’esperienza determina attivazioni neuronali in grado di indurre processi di transcrizione genica e quindi modificazione delle connessioni sinaptiche Gli interventi precoci potrebbero modificare l’organizzazione dell’espressività del patrimonio biologico, prevenendo o limitando lo stabilirsi di comportamenti devianti
  • 28. PRECOCITA’ DEL TRATTAMENTO evidenze cliniche • Si oppone al “declino cognitivo” (soggetti non trattati tendono a presentare un peggioramento delle prestazioni cognitive nel tempo)
  • 29. TRATTAMENTO problemi comuni • Quando intervenire? • Cosa curare? • Come curare? • Per quanto tempo? • Con quale frequenza effettuare i trattamenti? • Come valutare l’efficacia del trattamento?
  • 30. GOAL DELLA TERAPIA intervenire precocemente per incidere e modificare i meccanismi originari del disturbo autistico (incompetenza sociale) PROBLEMI • deficit ricezione degli “input” riabilitativi per la natura stessa del difetto originario • insufficiente conoscenza delle disfunzioni cerebrali responsabili della processazione delle informazioni sociali Gli interventi terapeutico-riabilitativi sono attualmente tesi a migliorare gli “effetti secondari” del disturbo ma poco focalizzati sul difetto originario
  • 31. GOAL DELLA TERAPIA Sintomi core • Deficit interazione sociale • Deficit comunicativo linguistico • Comportamenti ripetitivi e interessi ristretti Comportamenti disadattivi • Aggressività • Autolesionismo • Scoppi d’ira • Iperattività • Impulsività • Difficoltà nelle attività di vita quotidiana
  • 32. TRATTAMENTO problemi comuni • Quando intervenire? • Cosa curare? • Come curare? • Per quanto tempo? • Con quale frequenza effettuare i trattamenti? • Come valutare l’efficacia del trattamento?
  • 33. L’intervento multimodaleL’intervento multimodale Patient-focusedPatientPatient--focusedfocused Parent-focusedParent-focused community-focusedcommunity-focused Terapia comportamentaleTerapia comportamentale PsicofarmacoterapiaPsicofarmacoterapia Interventi PsicoeducativiInterventi Psicoeducativi Interventi PsicoeducativiInterventi Psicoeducativi Interventi comportamentaliInterventi comportamentali Parent trainingParent training Interventi PsicoeducativiInterventi Psicoeducativi 33
  • 34. TRATTAMENTO POLIARTICOLATO • Farmaci • Riabilitazione (Interventi psicosociali, trattamenti comportamentali, psicopedagogici, psicoterapia) • Parent Training • Coinvolgimento scuola • Coinvolgimento operatori sociali
  • 35. Potenziali Target della Psicofarmacoterapia • Iperattività motoria, inattenzione • Comportamenti ripetitivi • Auto-eteroaggressività, distruttività • Assenza relazione sociale
  • 36. Interventi psicosociali: Psicoterapia Utilità limitata dei vari approcci psicoterapici (psicodinamico, cognitivo-comportamentale, familiare) “I sintomi core del DA non rispondono alla psicoterapia” Indicazione in caso di: • autistici ad alto funzionamento, sdr Asperger (problem-solving strategies) • comorbidità con DOC, disturbi dell’umore AACAP, 1999
  • 37.
  • 38. Interventi psicosociali: trattamenti comportamentali TEACCH Schopler ABCA “Traditional behavior learning” Situazioni di apprendimento altamente strutturate ( “Discrete trials”) Obiettivi: modificare le condotte deficitarie ridurre comportamenti devianti favorire le abilità adattive ABA (Applied behav- an.) Lovaas
  • 39. Interventi psicosociali: trattamenti psicopedagogici “If a child cannot learn in the way we teach… …we must teach in a way the child can learn” Dr. O. Ivar Lovaas
  • 40. Interventi psicosociali: trattamenti psicopedagogici “Social-pragmatic teaching” o “incidental treaning” Obiettivi: potenziare l’espressione delle emozioni, la comunicazione, le relazioni sociali, le abilità cognitive, le autonomie, tramite il gioco, attività espressive di vario genere (pratico-manuali, grafiche etc), ed il ricorso a routine e ad ambienti strutturati maggiore generalizzazione comportamenti appresi • Rogers, 1989 • TED (Terapia di Scambio e di Sviluppo, Barthelemy) • Muratori, 2002
  • 42.
  • 43. Parent training Il coinvolgimento della famiglia nella esperienza terapeutica è presupposto indispensabile di qualsiasi trattamento Obiettivi: • favorire l’elaborazione delle problematiche connesse alla diagnosi • rafforzare le funzioni genitoriali • sostenere interazioni positive • genitori come soggetti attivi del trattamento
  • 44. Operatori scolastici e sociali Obiettivi: • Armonizzare l’intervento educativo • Consentire continuità terapeutica • Ridurre reazioni di angoscia nel b.no • sostenere interazioni positive • Sostegno agli operatori stessi
  • 45. TRATTAMENTO problemi comuni • Quando intervenire? • Cosa curare? • Come curare? • Per quanto tempo? • Con quale frequenza effettuare i trattamenti? • Come valutare l’efficacia del trattamento?
  • 46. Frequenza Trattamento In epoca prescolare fino a 30-40 ore settimanali nei discrete trials (comprensive delle attività fatte al centro, a casa e a scuola) Almeno 25 ore settimanali secondo Volkman, Handen
  • 47. TRATTAMENTO problemi comuni • Quando intervenire? • Cosa curare? • Come curare? • Per quanto tempo? • Con quale frequenza effettuare i trattamenti? • Come valutare l’efficacia del trattamento?
  • 48. Durata Trattamento • Almeno 2 anni negli interventi precoci • Tutta la vita? (intervento individualizzato e personalizzato, definizione chiara dei comportamenti di volta in volta target)
  • 49. TRATTAMENTO problemi comuni • Quando intervenire? • Cosa curare? • Come curare? • Per quanto tempo? • Con quale frequenza effettuare i trattamenti? • Come valutare l’efficacia del trattamento?
  • 50. Come monitorare l’efficacia dei trattamenti • Scarsa validità di scale utilizzate a fini diagnostici (CARS, ADOS, ADI-R) • Maggiore utilità di scale non specifiche per l’autismo che valutano il funzionamento adattivo (C-GAS, PEP-R, Vineland)
  • 52. Visita NPI Monitoraggio farmacologico Valutazioni multidisciplinari con supervisione NPI - situazione clinica in relazione al livello di sviluppo - verifica efficacia trattamenti/eventuali modifiche Eventuali cicli intensivi terapeutico-riabilitativi DISTURBO AUTISTICO FOLLOW-UP
  • 53. P.E.C.S. Picture Exchange Communication System Sistema di comunicazione per scambio di immagini
  • 54. P.E.C.S. sviluppato nel 1994 da L.A. Frost e A.S. Bondy nell’ambito del Delaware Autistic Programm, diffuso negli Stati Uniti, all’interno di scuole pubbliche riconosciuto nel 2002 come “Programma dell’anno” dall’Autism Society of America. basato sui principi dell’analisi del comportamento applicata (Applied Bheavior Analysis ABA), sul Verbal Behavior di B.F.Skinner (1975) e su tecniche cognitivo-comportamentali
  • 55. P.E.C.S. Protocollo PECS 6 fasi: 1) Scambio 2) Distanza e persistenza 3) Discriminazione 4) Struttura della frase 5) Rispondere 6) Commentare (Bondy & Frost, 1994; 2002)
  • 56.
  • 57. • Comprensione relazione causa - effetto lo scambio fisico previsto dal training PECS facilita al bambino la comprensione che le sue azioni possono produrre l’effetto di ottenere qualcosa • Intenzionalità comunicativa – desiderio di comunicare lo scambio richiestivo sviluppa ed incrementa l’iniziativa comunicativa • Partner comunicativo • Argomento/oggetto della comunicazione • Mezzi e strumenti per comunicare (Layton & Watson, 2007 in KA Quill “Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo”. Erikson) (Bondy & Frost, 2001. “The Picture Exchange Communication System”. Behavior Modification)
  • 58.
  • 59.
  • 60.
  • 61. P.E.C.S. & RICERCA L’uso del Picture Exchange Communication System (PECS) nello sviluppo delle abilità socio-comunicative in bambini non verbali con autismo Anna Lerna, Dalila Esposito, Angelo Massagli IRCCS “E. Medea”- Polo di Ostuni (BR) Associazione de “La NostraFamiglia”
  • 62. Risultati ATTENZIONE CONDIVISA Incremento non significativo T0-T1 (p=0,2) Incremento significativo T1-T2 (p=0,042) * p = < 0,05 0 2 4 6 8 baseline pre training IV post training IV Averagejointattention
  • 63. Risultati VOCALIZZAZIONE Incremento non significativo nella produzione di vocalizzazioni T0 - T1 (p=0,06) Incremento significativo nella produzione di vocalizzazioni T1 - T2 (p=0,04) * p = < 0,05 0 2 4 6 8 baseline pre training IV post training IV Averagevocalization T1T0 T2
  • 64. Effetti CAA su comportamenti problema nel Disturbo Autistico