2. I focus di attenzione
1. I fondamenti teorici e metodologici di una
didattica delle attività motorie
2. Gli oggetti epistemici di una didattica delle
Il corpo come vissuto
attività motorie
corporeo
L’identità
professionale
dell’educatore
delle attività
motorie
Il contesto/lo
spazio nel quale i
corpi si muovono
e si relazionano
Lo sviluppo
dell’identità
individuale e
sociale
5. La ricostruzione delle finalità educative delle
attività motorie e dell’educazione fisica nella
normativa italiana
L’Italia si è caratterizzata per un complessivo ritardo nello sviluppo di una dimensione
educativa delle attività motorie rispetto ad altri Paesi
a. LEGGE CASATI (1859): L’attività motoria viene introdotta per la prima volta nella scuola
b. RIFORMA GENTILE (1923): L’educazione fisica viene affidata all’ENEF-Ente nazionale per
l’educazione fisica- e successivamente all’Opera Nazionale Balilla
Qui l’Educazione fisica ha funzione ortogenetica (attenzione allo sviluppo fisico e psichico della
persona) e una funzione sociale (attenzione ai valori trasmessi dal Regime)
c. NUOVI PROGRAMMI DELLA SCUOLA ELEMENTARE: (1985)
d. ORIENTAMENTI DELLA SCUOLA MATERNA (1991)
e. CHIUSURA DEGLI ISEF (1999): cessano la loro attività e in diverse sedi universitarie italiane
vengono attivati Corsi di Laurea in Scienze motorie della durata quadriennale
f. LEGGE n. 53 del 2003 (Riforma Moratti): Riguarda il ruolo dell’educazione fisica nella scuola
per l’infanzia e primaria e la formazione del personale docente
6. NUOVI PROGRAMMI DELLA SCUOLA
ELEMENTARE (1985)
EDUCAZIONE MOTORIA
• La scuola elementare, nell’ambito di una
educazione finalizzata anche alla presa di
coscienza del valore del corpo inteso come
espressione della personalità e come condizione
relazionale, comunicativa, espressiva,
operativa, favorisce le attività motorie e di
gioco-sport
7. LE FINALITA’
DELL’EDUCAZIONE MOTORIA
• Considerare il movimento al pari degli altri
linguaggi
• L’educazione motoria favorisce il processo di
maturazione dell’autonomia personale
• L’educazione motoria intende perseguire
obiettivi in rapporto a tutte le dimensioni della
personalità: morfologico-funzionale, cognitiva,
affettiva, sociale
8. FINALITA’DADATTICHE
• Il movimento si sviluppa, come ogni
altra funzione della personalità in rapporto
con l’ambiente, in rapporto alle
esperienze vissute dal bambino
• Le attività motorie devono essere
programmate per sviluppare nel bambino
le seguenti capacità:
-
Percezione, conoscenza e coscienza del corpo
Coordinazione oculo-manuale
Organizzazione spazio-temporale
Coordinazione dinamica generale
9. OBIETTIVI DIDATTICI
Le attività motorie intendono sviluppare gli schemi motori. Essi permettono
le più complesse attività e costituiscono il repertorio necessario non solo per
compiere movimenti o per inibirli, ma anche per assumere atteggiamenti e
posture
Gli schemi motori sono dinamici e si identificano:
- nel camminare
- nel correre
- nel saltare
- nell’afferrare
- nel lanciare
- nell’arrampicarsi
L’INSEGNANTE DI ATTIVITA’ MOTORIE DEVE REALIZZARE LE CONDIZIONI PER
AMPLIARE IL PIU’ POSSIBILE IL REPERTORIO DI SCHEMI MOTORI E
POSTURALI E PROMUOVERE IL CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO
MOTOTORIO
11. I FOCUS INTORNO AI QUALI PROGRAMMARE LE
ATTIVITA’ MOTORIE
PERCEZIONE,
CONOSCENZA E
COSCIENZA DEL
CORPO
Coordinazione
oculo-manuale
ORGANIZZAZIONE SPAZIOTEMPORALE
COORDINAZIO
NE DINAMICA
GENERALE
Esplorazione/scoperta
“usando-toccando” il
proprio corpo
Integrazione degli aspetti
relazionali, emotivi ed
affettivi
Attività manipolative
Attività che
concorrono alla
progressiva
costruzione ed
organizzazione dello
spazio fisico e
relazionale
Raggiungimento di
una motricità sempre
più ricca ed
armoniosa
Graduale
costruzione dello
schema
corporeo/Immagine
corporea
Senso della regolarità,
precisione, fluidità dei
gesti motori
Attraverso giochi di
movimento il bambino
apprende i concetti
(vicino/lontano, sopra-sotto,
alto-basso…) ed i concetti
relativi al tempo (pirma-dopo,
lento-veloce)
Attività di gioco sempre
più complesse,
collegamento ai
fondamentali gesti
sportivi
12. INDICAZIONI DIDATTICHE
1. La programmazione delle attività didattiche dovrà tenere conto delle
diverse situazioni di partenza e dei livelli iniziali di funzionalità sensopercettiva e motoria di ciascun soggetto al momento dell’ingresso
nella scuola
2. Le attività motorie per “influire positivamente” su tutte le dimensioni
della personalità devono essere praticate in forma ludica, polivalente,
partecipata, nel corso di interventi di differente durata e con
differenziazioni significative a seconda delle varie fasce di età
3. Spazi per lo svolgimento delle attività motorie: palestre, spazi aperti
attrezzati e non
4. Attenzione all’uso dei materiali e delle attrezzature che potranno
essere sia quelli tradizionali che quelli idonei (palle colorate, palloni,
cerchi, fettucce elastiche, materassini, ostacoli, panche)
13. (6-7 anni): giochi motori che favoriscono la spontanea motricità dei bambini
GIOCHI SIMBOLICI, DI IMITAZIONE, DI IMMAGINAZIONE
(8-11 anni): raggiungimento di congruenti livelli di autonomia, ricchezza di
esperienze vissute, capacità coordinative acquisite
ATTIVITA’ POLIVALENTI (percorsi, circuiti, giochi di squadra, corse, ginnastica.
14. ORIENTAMENTI DELLA SCUOLA
MATERNA (1991)
Le attività motorie assumono un ruolo fondamentale
nella scuola materna (scuola dell’infanzia)
Si sottolinea come:
CORPO E MOVIMENTO
Sviluppo degli
schemi motori
(correre, lanciare)
CORPO E MOVIMENTO
Discriminazione
percettiva e
rappresentazione del
corpo statico ed in
movimento
Nei 3 anni
Nei 6 anni
15. CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE E
INDICAZIONI DIDATTICHE PER LA SCUOLA
DELL’INFANZIA
La forma privilegiata di attività motoria è costituita dal
gioco, attività che adempie a rilevanti funzioni:
Cognitiva
Socializzante
Creativa
L’insegnante deve sperimentare tutte le forme di gioco a
contenuto motorio:
dai giochi liberi a quelli di regole;
dai giochi materiali a quelli simbolici,
dai giochi di esercizi a quelli programmati,
ai giochi imitativi
16. Le finalità didattiche nella scuola
dell’infanzia
Le attività didattiche devono essere finalizzate alla
formazione complessiva del bambino valorizzando
tutte le forme:
Contenuti di natura
Espressive
segnica
L’INSEGNANTE SVOLGERA’ COMPITI DI
REGIA EDUCATIVA , PREDISPONENDO
AMBIENTI STIMOLANTI E RICCHI DI
OPPORTUNITA’ DIVERSIFICATE
Nota. Particolare attenzione al
giocodramma. L’intervento
dell’insegnante consiste nel creare le
condizioni affinchè il bambino possa
esprimersi creativamente e possa essere
stimolato nella ricerca di forme
espressive e comunicative personali ed
efficaci
Comunicative
17. INDICAZIONI DIDATTICHE I anno
Obiettivi didattici: Valutare il rapporto tra sviluppo psicomotorio e
relazione tra corpo proprio, oggetti, corporeità degli altri
Focus di attenzione: il corpo
Valorizzazione della conoscenza del corpo come esperienza vissuta, la
sua rappresentazione, la ricchezza delle esperienze percettive
Organizzazione delle attività didattiche:
a. Esperienze di strutturazione ludica dello schema corporeo ed
immagine corporea
b. Esperienze di esplorazione delle diverse possibilità dinamiche del
corpo
c. Giochi di “primo contatto”
d. Giochi di imitazione di cose, persone, animali
e. Giochi di regole
f.
Giochi di descrizione e verbalizzazione del corpo
Eta’: 3-4 anni
18. INDICAZIONI DIDATTICHE II ANNO
Obiettivi didattici: Sviluppare la dimensione motoria in rapporto agli
aspetti cognitivi, relazionali, operativi, comunicativi, considerando la
funzionalità del movimento nelle sue diverse forme
Focus di attenzione: capacità percettive, di controllo globale del
corpo, l’osservazione dei corpi degli altri in movimento, la
dimensione igienica e funzionale del corpo e del movimento
Organizzazione delle attività didattiche:
a. Percorsi motori (semplice-complesso)
b. Percorsi ed attività per lo sviluppo di capacità ccordinative
c. Giochi di movimento a coppie e/o a gruppi
d. Percorsi di orientamento spaziale
e. Giochi di ruolo all’interno di storie e situazioni reali ed immaginarie
Eta’: 4-5 anni
19. INDICAZIONI DIDATTICHE III ANNO
Obiettivi didattici: Favorire una presa di coscienza del “sé
corporeo” come corpo vissuto da percepire nelle sue parti, da
rappresentare sia mentalmente che dinamicamente e da controllare
Focus di attenzione: Il sé corporeo/ il corpo come vissuto
Organizzazione delle attività didattiche:
a. Giochi di drammatizzazione
b. Giochi di coppia
c. Giochi di gruppo
d. Giochi di discriminazione spaziale (destra, sinistra, sopra, sotto )
e. Giochi di motricità
f.
Giochi per lo sviluppo delle capacità coordinative
Eta’:5-6 anni
20. Legge n. 53 del 2003
Ri-definisce il ruolo dell’educazione
fisica nella scuola primaria e definisce
degli orientamenti per la formazione
dell’insegnante di attività motorie
21. PUNTI DI FORZA E DI
DEBOLEZZA
•
•
•
•
•
•
•
•
Sul piano didattico si sottolinea la necessità di articolare percorsi in unità di
apprendimento
La professionalità degli insegnanti (ISEF e SCMOT)
Si fa riferimento alla possibilità di finanziamento di progetti integrati
Per la scuola primaria manca ogni riferimento alla dimensione ludica
Spariscono i riferimenti alle attività senso-percettive
Non si guarda al gesto motorio nella sua complessità che unisce i fattori
emotivi, relazionali, intellettuali e contestuali
L’educazione fisica-motoria continua ad essere una disciplina di “serie b”
Tuttavia sui riconosce all’educazione fisica-motoria il ruolo di educazione
integrante del processo di crescita psico-fisica della persona
RISPETTO AI PROGRAMMI DELLA SCUOLA ELEMENTARE
MANCANO CHIARI RIFERIMENTI ALLA DIMENSIONE
EDUCATIVA AL, DEL, ATTREVERSO IL MOVIMENTO
22. PROSPETTIVE IN CHIAVE
EDUCATIVA
Per attuare una proposta educativa per le attività motorie nella Scuola
primaria a partire dalla Scuola dell’infanzia dobbiamo fare leva su
3 vettori
a)
Azione
Presuppone la percezione e l’analisi da parte dei bambini-ragazzi della
situazione del gioco-sport
Approccio problematizzante
Gioco come occasione di confronto di esperienze
b) Comunicazione
Valorizzazione del linguaggio corporeo non verbale
c) Regole
Risultato di un processo di condivisione e costruzione non imposto, ma
“compreso” e scelto dai bambini-ragazzi (Giochi di squadra)
23. Il quadro epistemologico delle
scienze motorie
•
Le attività motorie (educazione fisica, educazione sportiva)
sono alla ricerca di una certezza epistemologica capace di
legittimare le relazioni tra:
movimento/sport/saperi dell’educazione
•
•
Prevale una visione riduttiva del movimento e dello sport e del
movimento condizionata da una visione mediatica
reificazione del corpo
Mancanza di una riflessione culturale capace di distinguere
– gli aspetti ricreativi
– gli spetti abilitativi
– gli Aspetti spettacolari
Dagli aspetti complessi che collegano:
- Corporeità/Identità individuale e sociale
- Corporeità/Apprendimento
24. I fondamenti epistemologici delle
scienze motorie
• Superamento di una visione estetica,
prevalentemente spettacolare delle attività
motorie
• Visione del movimento come:
» Mediatore di apprendimento
» Veicolo per la strutturazione delle relazioni sociali
» Come strumento privilegiato per la promozione del
benessere psico-fisico
25. La traduzione in azione dei principi
Una nuova didattica delle attività
motorie
deve saper giustificare il ruolo
evolutivo della motricità, la sua
funzione nello sviluppo della persona,
la sua capacità di mediazione
26. I focus di attenzione di una
didattica delle attività motorie
1. Attenzione allo sviluppo delle funzioni
fisiologiche del bambino
2. Attenzione allo sviluppo ed al
mantenimento dei processi cognitivi
3. Attenzione alla comunicazione, in
particolare quella non verbale, ed alla
relazione sociale
4. Attenzione allo sviluppo del pensiero
(Bruner)
5. Attenzione allo sviluppo del proprio sé
(autostima/autonomia)
28. LA CURA DELLO SPAZIO
Per fare una buona didattica delle
attività motorie dobbiamo avere cura
di predisporre uno spazio-contesto
capace di valorizzare “le pratiche
sportive” e motorie e di raggiungere
gli obiettivi educativi
QUALI CONTESTI?
Formali e non formali
Scuola-asilo
Palestre
Impianti sportivi
La pratica ludico-sportiva rappresenta
uno “strumento” per conseguire obiettivi
pedagogici ed educativi
Giardini
29. Le caratteristiche dello spazio
Compito dell’educatore delle attività motorie è
quello di costruire contesti educativi, di
apprendimento situato, dove svolgere le
attività motorie
L’ambiente educativo-sportivo deve caratterizzarsi:
Per un clima formativo capace di valorizzare i corpi in
movimento
Per la qualità dei contesti nei quali deve prevalere il rispetto
per le regole, il rispetto degli altri, di se stessi e dell’ambiente
fisico
30. LA RAPPRESENTAZIONE DELLO
SPAZIO DELLE ATTIVITA’ MOTORIE
Lo spazio può essere rappresentato come un contenitore
sociale dove possiamo educare i bambini ad interpretare ruoli
e funzioni
Un contesto nel quale preparate alla vita rinsaldando anche i
valori del vivere civile
Entro tale prospettiva l’insegnante delle attività motorie
antepone alla performance l’educazione ai valori
32. Il corpo è alla base della qualità e dell’esito
delle esperienze
PROPRIOCETTIVE (quelle che riguardano la
struttura dello schema corporeo, legate alle funzioni
neuromuscolari)
ESTEROCETTIVE (uditive, visive, tattili)
Il corpo conosce ed incontra
la realtà secondo modalità
proprie e peculiari, quindi la
nostra corporeità è soggetta
a costanti cambiamenti che
testimoniano:
-Il differenziarsi
- Il perfezionarsi
- L’affinarsi
della nostra percezione e
sensibilità corporea rispetto
alla realtà
Corpo ed immagine di sè
33. Lo sviluppo dell’identità corporea
•
Processo di interiorizzazione
Di gesti
Di posture
Di stili di vita
che riflettono la nostra adesione ad una determinata cultura del corpo
• Processo di esteriorizzazione delle modalità attraverso le quali il
soggetto trasmette agli altri la propria immagine corporea nella
quale sono incorporati
Le regole
I valori
I comportamenti
Gli stili di vita
Condivisi nella nostra cultura di appartenenza
34. I modelli di cultura del corpo
• Per comprendere gli orientamenti che
riguardano le pratiche motorie e sportive
occorre partire dai modelli di cultura del
corpo e dalle rappresentazioni in essi
contenute.
• Tali modelli orientano anche la pratica e
l’attività didattica delle scienze motorie
35. I modelli di cultura del corpo
Ripropongono una idea del corpo mentalizzata e
sottendono un modello riduzionistico che ripropone il
dualismo cartesiano MENTE/CORPO
Prevale una”IDEA MEDICALIZZATA” del corpo e della
corporeità
A) Idea del CORPO MACCHINA
B) Idea del CORPO COME ORGANISMO BIOLOGICO
C) Idea del CORPO PERFETTO
D) Idea del CORPO PERFORMATIVO
36. I bambini apprendono da subito questi
modelli “educativi” del corpo e della
corporeità diffusi dalla comunicazione
mass-mediatica
MODA
LA RISPOSTA DI UNA NUOVA
DIDATTICA DELL’ATTIVITA’
MOTORIA
A. Proporre attività motorie che sappiano
valorizzare i vissuti corporei
B. Proporre attività che orientino i bambini
verso l’apprendimento di stili di vita
orientati al benessere: unità psico-fisica,
una idea di stare bene con il proprio
corpo come esperienza che forma la
nostra identità e che ci aiuta a stare
bene anche con gli altri
COMPITI
DELL’EDUCATORE DELLE
ATTIVITA’ MOTORIE
Sviluppare:
Funzioni socializzanti
Funzioni cognitive
Funzioni creative
Attenzione all’ambiente
Predisporre ambienti stimolanti
che permettono una integrazione
delle diverse parti del corpo
37. Il corpo è un modo di relazionarsi
Il corpo è uno strumento di
comunicazione
Il corpo è uno strumento di
conoscenza portatore di stati
emozionali, stati affettivi, stati
relazionali
L’educatore di attività
motorie deve
apprendere ad
ascoltare il linguaggio
del corpo
38. Il valore educativo delle attività
motorie
LE ATTIVITA’ MOTORIE
COME AUTOESPLORAZIONE
FISICA
Le attività motorie
permettono ai bambini di
imparare ad ascoltare il
proprio corpo, a conoscere
i propri limiti
Esercizi che insegnano ad apprendere il ritmo della
respirazione
Contribuiscono a “dare forma” alla
persona
ATTIVITA’ MOTORIA E
SPORTIVA COME
MODELLAMENTO
Orientano sul modo di relazionarsi
dinamicamente con il mondo
esterno
Orientano verso l’assunzione di
Attività ludico-sportive costruite su modalità stili di vita orientati al benessere
di apprendimento per scoperta (giochi, gare,
allenamenti)
ATTIVITA’ MOTORIA E SPORTIVA
COME COSTRUZIONE DEL
GRUPPO COME SOGGETTO
SOCIALE
Fondato sulla cooperazione e sulla
solidarietà
Potenzialità educativa del gruppo e
del gruppo sportivo
39. La valenza educativa del gruppo
sportivo
•
Il gruppo rappresenta un ambiente privilegiato per trasformare la
responsabilità soggettiva in responsabilità collettiva
•
Il gruppo non va inteso come la somma delle sue parti, ma come
integrazione delle diverse potenzialità
•
Il gruppo sportivo esprime sempre una potenzialità educativa. (es.
Esso può essere rappresentato come ambito di prevenzione)
• Il gruppo sportivo esprime la qualità educativa della relazione,
della collaborazione, della condivisione di regole e di valori
• Nelle attività motorie del gruppo sportivo troviamo i valori fondanti
del vivere civile: solidarietà, responsabilità, rispetto, lealtà,
riconoscimento dei ruoli del gruppo
40.
41. 1. Riflessione sulla direzione che viene data dal CONI alle attività
motorie e sportive
2. Riflessione sulla professionalità degli insegnanti la cui
formazione/promozione è prevalentemente affidata al CONI e
quella richiesta agli insegnanti che devono Laurea più
abilitazione
3. In Italia l’insegnamento delle attività motorie (educazione fisica)
è affidato a diplomati ISEF o laureati in SCMOT
4. Punti di debolezza della professionalità degli insegnanti di
attività motorie: VALORIZZAZIOE DELL’EXPERTISE, DELLA
TECNICA SPORTIVA, DEL GESTO TECNICO
5. Prevale un modello di insegnamento “esecutivo”, un modello
trasferibile, finalizzato alla riproduzione del movimento in
maniera efficace
42. Il Gesto tecnico
•
•
•
•
•
Sottolinea la dimensione riproduttiva e scarsamente educativa
dell’attività motoria e della pratica sportiva
Rappresenta una componente della tecnica
E’ prevalentemente imitativo
E’ un addestramento che l’insegnante mette in moto per
“insegnare” il gesto tecnico
Il soggetto esegue, anche in modo personale, il compito motorio
secondo le seguenti regole:
Un registro delle esecuzioni motorie
Una determinazione dei tempi stabilita
Una determinazione dei livelli esecutivi predeterminati
Una determinazione degli spazi entro i quali il compito
deve essere eseguito
43. SE PARLIAMO DI GESTO TECNICO
NOI EDUCATORI
VALORIZZIAMO:
1. LA REGOLA TECNICA COME
GARANZIA DEL SISTEMA
2. L’ASPETTO ESECUTIVO
OCCORRE SUPERARE LA
MERA DIMENSIONE
TECNICA DEL GESTO
SPORTIVO E RECUPERARE
ANCHE LA DIMENSIONE
EDUCATIVA
3. LA PERFOMATIVITA’
L a capacità di apprendere
dall’esperienza. Nesso tra
apprendimento motorio e
apprendimento dall’esperienza
Intelligenza del corpo ed
intelligenza spaziale (relazione
con il contesto attraverso la
mia corporeità)
44. L’intelligenza corporea
• La consapevolezza della propria
intelligenza corporea dà modo ai bambiniragazzi di:
- Promuovere la loro capacità di problem solving
- Di apprendere la capacità di gestire la propria spazialità
- Di apprendere la capacità di elaborare strategie per nuovi
schemi motori e nuove abilità motorie
45. Il carattere educativo delle attività
motorie e sportive
Educare ad incorporare valori del vivere civile (solidarietà,
responsabilità, rispetto della norma, lealtà, riconoscimento dei ruoli,
riconoscimento del gruppo)
Educare ad un apprendimento centrato sul “come” si fanno le cose e
non sul “cosa” imparare (apprendimento riflessivo)
Educare ad un pensiero strategico
Relazione tra dimensione corporea e processi formativi (sviluppo dell’io
e del sé) costituiscono le scienze della motricità, dell’attività fisica e
sportiva (Galimberti)
Educare il corpo ed educare attraverso il corpo
Utilizzare il “movimento” e l’attività ludico-sportiva come chiave di
accesso ed alternativa ai diversi tipi di intelligenza: logico-matematica,
spaziale, cinestesica (Gardner)
47. L’attività motoria (come esperienza sportiva, ma anche
ludica) ha da sempre rappresentato uno spazio di confronto
e talvolta anche di conflitto tra una serie di questioni cruciali
(es. la dimensione ludica nello sviluppo dei processi
cognitivi; l’intelligenza del corpo) che hanno trovato
riscontro nel lavoro di ricerca di molti pensatori
48. J. Piaget (1896-1980)
Fondatore della epistemologia genetica cioè
quell’indirizzo della psicologia dello sviluppo che si
applica alla dimensione logico-cognitiva della mente
ed ai processi costruttivi del pensiero
L’autore considera l’attività ludico-motoria come canale
per orientare il bambino verso uno sviluppo completo
producendo un graduale ampliamento delle “condotte”
precedentemente acquisite
Lo sviluppo cognitivo procede per fasi-stadi evolutive/i
49. Gli stadi di sviluppo nel pensiero piajetiano e in relazione
all’attività motoria
A) Fase senso-motoria (0-2 anni):
I riflessi, all'inizio meccanici, vengono gradatamente coordinati e modificati , successivamente
gli oggetti e le persone vengono percepiti come esterni e capaci di continuare ad esistere
anche dopo che sono usciti dal campo della percezione
B) Fase pre-operazionale (2-7 anni):
Questo stadio si sviluppa approssimativamente dai 2 ai 7 anni di età. Un dato importante che
segna il passaggio dallo stadio senso-motorio allo stadio preoperazionale o prelogico è la
comparsa della funziona simbolica: questa funzione comprende la riproduzione di modelli
anche a distanza di tempo, giochi simbolici e soprattutto il linguaggio verbale
La socializzazione, che è resa possibile dall'uso dei simboli (linguaggio, giochi simbolici ed
imitativi) investe profondamente la vita affettiva. Piaget sottolinea con forza che affettività e
comprensione sono dati inscindibili e che ambedue sono sempre presenti sia nei processi di
apprendimento che nella vita di relazione: conseguentemente in qualsiasi programma
didattico non si può ignorare come il dato affettivo possa concorrere o interferire con il
processo di apprendimento
C) Stadio operazioni intellettuali concrete (dai 6 - 7 anni agli 11 - 12 anni ):
Tali strutture risultano indispensabili perché abbia inizio l'apprendimento di conoscenze
scientifiche. Piaget ha individuato a questo proposito otto strutture fondamentali:
La nozione elementare di spazio/La nozione di misura/Le nozioni di durata e di
età/ Le nozioni di spostamento e di velocità /Le nozioni di sostanza e di peso/Le nozioni di
classe e di serie /La nozione di numero/
La nozione di casualità .
In conclusione con lo sviluppo del pensiero logico la mente del bambino può compiere
tutta una serie di operazioni mentali, anche se concrete, quali sommare, sottrarre,
dividere, classificare, seriare, uguagliare, mettere in corrispondenza
D) Stadio delle operazioni intellettuali formali
50. I PUNTI DI FORZA DELLA PROSPETTIVA
PIAJETIANA
A) Si supera il dualismo mente-corpo
Il bambino è il primo protagonista del suo stesso sviluppo
intellettuale :
Attraverso il movimento
Attraverso il vissuto corporeo
Attraverso l’azione
Attraverso la relazione (socializzazione)
51. S. Vigotskji (1896-1934)
Questo autore ha approfondito la relazione tra gioco-attività
motoria e sviluppo dei processi emotivi e cognitivi
Riferimento all’opera “Il gioco e la sua funzione nello
sviluppo del bambino” che chiarisce i rapporti tra attività
ludica e dimensione psichica
Questo autore riconosce l’importanza dei GIOCHI MOTORI
INDIVIDUALI O SOCIO-MOTORI nello sviluppo affettivo e ed
in generale per la formazione umana
52. L’attività ludica in Vigotskji
Implica funzioni importanti come:
-l’attuazione dei sogni
- la preparazione ad un sistema di regole fatto di
divertimento, ma anche di obblighi
53. IL RICHIAMO A PIAGET E A VIGOTSKJI CI AIUTA A
COMPRENDERE COME LE ATTIVITA’ MOTORIE (LO
SPORT, MA ANCHE LE ATTIVITA’ LUDICHE)
ABBIANO A CHE FARE CON LO SVILUPPO DEL
BAMBINO E CON LA COSTRUZIONE DELLA SUA
IDENTITA’
54. Accanto ai contributi dati dalla
filosofia e dalle scienze umane
al mutamento del concetto di
CORPO anche la
“psicomotricità” ha cercato di
superare il DUALISMO
MENTE/CORPO
55. Conveniamo sul fatto che l’educazione fisical’attività motoria abbia mutuato molti tratti dalla
“Dottrina dello sport” i cui metodi prevalenti
risalgono agli inizi del secolo scorso e si
riconoscono in estrema sintesi:
a) GINNASTICA IN AMBIENTE NATURALE DI HERBERT (inizio
del 900)
b)
PROPOSTA IGIENISTA SVEDESE
c) NELL’IDEA DI INIZIAZIONE SPORTIVA PROPUGNATA
DALL’UTOPIA DI PIERRE DE COUBERTIN (Padre dei Giochi
Olimpici Moderni)
56. LA GINNASTICA IN AMBIENTE NATURALE
(HERBERT)
Opera “Lo sport contre l’éducation physique”.
Questo autore è importante perché è molto sensibile a
finalizzare pedagogicamente il movimento
Distingue lo “Sport spettacolo dallo sport educativo”
Lo sport educativo ricalca le forme ed i mezzi dello sport
professionale, ma è proposto in chiave pedagogica
Lo sport educativo è diffuso prevalentemente nella scuola e
raggiunge, sia pure senza superarla, la soglia dello sforzo fisico
Lo sport è finalizzato ad una equilibrata e integrale formazione
dell’uomo
57. LA GINNASTICA MEDICA
PHILIPPE TISSIE
E’ il padre della ginnastica medica, ovvero quell’area che
recupera sia la fisiologia, che la psicologia
Il pensiero di Tissié ha a proprio fondamento un MODELLO
FUNZIONALE delle attività motorie
Nel modello funzionale l’idea di corpo è quella di “ENERGIA
REPRESSA”
Esso rappresenta il LUOGO DI ACCUMULO DI TENSIONIE DI
CONFLITTI DA CONTROLLARE E CONTENERE OPPURE DA
SCARICARE E LIBERARE
Nel modello funzionale l’ INDIVIDUO-SOGGETTO-PERSONA è
considerato RISERVA DI FORZA E DI ENERGIA
58. L’IDEA DI ATTIVITA’ MOTORIA
Secondo il modello funzionale tutti i processi biologici si sviluppano
attraverso un’alternanza binaria carica-scarica:
quando la
carica è impedita si generano conflitti che impediscono all’individuo
di funzionare con il suo potere energetico
La stessa educazione fisica che molti di noi hanno conosciuto nella
scuola si è per lo più sviluppata intorno al “modello funzionale”,
giustificando così lo stereotipo diffuso che tende ad attribuire alle
pratiche corporee e sportive nella scuola una funzione di
compensazione delle fatiche e delle tensioni accumulate
59. WALLON
(1925-1932): Filosofo e neuropsichiatra riconosce il
parallelismo tra motricità e psichismo
L’autore parla di unità funzionale.
" Implicito in questo concetto è l’idea che l’organismo vivente si esprime più
chiaramente con il movimento che non con le parole.. Ma non solo con il
movimento! Nelle pose, nelle posizioni e nell’atteggiamento che assume, in
ogni gesto, l’organismo parla un linguaggio che anticipa e trascende quello
verbale." (Alexander Lowen- Il linguaggio del corpo).
LE CAMUS
(1945-1973): Promuove una idea di corpo come Ricettore di informazioni e
portatore di significati
60. In Italia la psicomotricità fece la sua
prima comparsa alla fine degli anni
Sessanta presso alcune Scuole
Speciali del Nord Italia
61. Juan De Ajuriarguerra
•
•
•
•
•
Anni 50: coordinatore di un prestigioso gruppo di ricerca sui disturbi
psicomotori
Elaborando la visione psicogenetica di Piaget e Wallon giunge alla
definizione di dialogo tonico
Il bambino la cui dimensione iniziale è costitutivamente
psicomotoria, vive il suo corpo come corpo in relazione
Per l’autore il dialogo tonico è diverso dal mero dato muscolare
Il dialogo tonico è un modo di relazionarsi, una funzione di
comunicazione e di conoscenza
62. Educazione psicomotoria
Jean Le Boulch
(1925-2001)
Medico. Educatore fisico bretone, Ideatore della psicocinetica
Secondo l’autore l’educazione motoria ha come obiettivo la formazione
integrale-olistica del bambino
•Critica il modello totalizzante della ginnastica tradizionale che non tiene
conto della soggettività individuale
• L’educazione motoria si propone di assicurare lo sviluppo funzionale, tenendo
conto delle potenzialità individuali, di aiutare la sua affettività ad espandersi ed
equilibrarsi attraverso i rapporti con l’ambiente
Recupero della soggettività (es. il tono non dipende dalla forza ma da fattori
emotivi)
Importanza del gioco libero come forma espressiva
63. Il modello di educazione motoria di
Le Boulch
•
•
Attenzione all’organizzazione del setting declinata in
tre momenti
Passaggio da metodi di educazione motoria basati
sulla scansione
»
Riscaldamento-esercitazione-defaticamento
A metodi basati su tre fasi:
»
Esplorativa-di dissociazione-di stabilizzazione
Si ha il passaggio dall’idea di “esercizio da
apprendere/gesto tecnico” all’idea di “problema
motorio da risolvere”
64. I focus di attenzione del modello di
Le Boulch
– Libera sperimentazione degli allievi
– Esplorazione globale
– Da un modello di apprendimento “addestrativo” ad un modello di
“apprendimento intelligente”
L’insegnante delle attività motorie non antepone alcun modello precostituito, alcuna
spiegazione tecnica, limitandosi a garantire le condizioni (predisposizione dei
materiali, dello spazio e dei tempi) favorevoli alla ricerca di possibili soluzioni
La tecnica non viene più mostrata per poi richiederne l’acquisizione attraverso
l’esecuzione ripetuta fino all’adesione fedele al modello
La tecnica si scopre
Rappresentazione mentale del movimento (adattata ed interpretata in modo critico e
soggettivo)
65. I fattori psicomotori
Nel lavoro sportivo occorre prestare attenzione ai FATTORI
PSICOMOTORI ( corpo, spazio, tempo) e differenziarli dai FATTORI
DI ESECUZIONE” (forza, resistenza anaerobica ed aerobica,
mobilità articolare) da considerare successivamente al
consolidamento dello schema corporeo (14 anno di età)
Questa differenziazione è importante perché si muove nella
direzione di affermare e valorizzare lo SPORT EDUCATIVO
66. Terapia psicomotoria (Lapiuerre/
Aucouturier)
•
La psicomotricità è rivolta prevalentemente a valorizzare in chiave
educativa il contesto, il setting psicomotorio dove il bambino scopre
le nozioni fondamentali di ogni processo cognitivo: direzione,
grandezza, velocità, durata.
•
L’autore sviluppa una pratica psicomotoria incentrata sulla
espressività relazionale , non verbale e sul contenuto
emozionale del movimento, sottolineando la componente
comunicativa di ogni movimento
•
Vengono utilizzate delle tecniche appropriate per la strutturazione dello
schema corporeo e dell’immagine corporea (rilassamento, sviluppo spaziotempo, lateralità)
67. I PARADIGMI DELL’EDUCAZIONE MOTORIA
Premessa
L’attività motoria-sportiva ha da sempre avuto un ruolo
nelle scelte politiche
L’attività sportiva è stata da sempre espressione del potere
e dell’ideologia
L’educazione fisica come attività per:
- plasmare i corpi
- per addestrarlo
- per plasmare gli animi
69. IL MODELLO MILITARE
Idea di corpo frammentato
a) Gli esercizi fisici riguardano le singole parti del
corpo
b) Meccanica del corpo e suddivisione degli
esercizi:
-
Semplici
-
Complessi
-
Globali
c) Osservazione scientifica delle prestazioni
d) Attenzione posta ai tempi di reazione del
soggetto, ai suoi stili percettivi
70. IL MODELLO IGIENISTA-SANITARIO
A) Fa propria una visione dell’educazione fisica mutuata dalla
dottrina dello sport
B) Questo modello valorizza l’attività motoria in ambiente naturale
C) Attenzione agli strumenti da utilizzare nell’attività motoria
71. La funzione igienico-sanitaria dell’attività
motoria
Che cosa valorizza la funzione igienicosanitaria?
L’esercizio fisico ha come traguardo la
salute e la robustezza
L’educazione fisica, l’attività motoria non
sono altro che una forma di igiene e di
terapia
72. Quale è il limite del modello
igienista-sanitario?
•
•
In prima istanza non comprende una idea
olistica di soggetto
L’idea di soggetto è confinata quasi
esclusivamente
–
–
•
alla mera datità corporea
alla sanità degli organi e degli apparati
Tutto il resto ha avuto qualche attenzione, ma
sempre in vista della salute “Mens sana”, ma
per completare un “corpus sanum”
73. Gli orientamenti della psicomotricità
nella didattica delle attività motorie
• Unità psiche-soma e su questa unità si devono fondare
tutte le pratiche educative e terapeutiche
• Il corpo non è qualcosa da allenare, ma è asse centrale
del proprio essere nel mondo
• Il corpo è molteplicità di linguaggi
• E’ luogo di piacere e di dolore
74. IL MODELLO EDUCATIVO
• Un modello relazionale
• L’educazione psicomotoria si impone non
come un insieme di procedure e di
tecniche, ma come un modo di pensare,
applicabile a tutti i domini
dell’educazione.
• Visione complessa, relazionale, olistica
globale del corpo come evento
intersoggettivo
75. IL MODELLO SPORTIVO
• Al centro del modello sportivo sta l’idea
del movimento ludico e coinvolgente,
un’, attività finalizzata al divertimento,
allo sfogo, alla vitalità ed alla affermazione
del sé con il confronto competitivo.
76. I punti di forza della
psicomotricità
•
Didattica motoria che sappia valorizzare non tanto e non solo i corpi
in situazione, ma piuttosto i corpi in movimento, ovvero i corpi in
relazione con gli altri
• Superamento del modello funzionale centrato sulle condotte
motorie
• L’insegnante delle attività motorie :
Valorizza le esperienze che abbracciano tutti gli aspetti della
comunicazione (verbale e non verbale)
Pratiche di ricerca espressiva
Gioco come attività ludica, come veicolo per recuperare la
dimensione edonistica del corpo e della corporeità
Gli spazi devono essere liberati dai vincoli per offrire ai bambini di
poter vivere liberamente le relazioni educative
Corpo (visione complessa): natura relazionale, olistica, globale,
dinamica
Il corpo diventa il veicolo per realizzare una relazione educativa
come evento intersoggettivo
77. La psicomotricità nella didattica
• La psicomotricità propone un approccio all’educazione
motoria non più come insieme di procedure e di
tecniche, ma come forma mentis
• Offre spazi e tempi per costruire una relazione
educativa tra educatore e bambino
• Lo sviluppo psicomotorio non segue un andamento
lineare, non risponde a logiche gerarchiche
• Una relazione educativa di qualità si basa sull’ascolto
attivo e sul dialogo