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aDALDAL PARENT TRAININGPARENT TRAINING
ALLAALLA
CONSAPEVOLEZZACONSAPEVOLEZZA
GENITORIALEGENITORIALE
franci.pergolizzi@gmail.comfranci.pergolizzi@gmail.com
Trappole della genitorialità
Reagire con rabbia a comportamenti inadeguati
Non considerare i comportamenti adeguati
Tendere ad essere genitore “perfetto”
Desiderare un figlio “perfetto”
Desiderare di controllare tutto ciò che fa il figlio
Essere o diventare “martiri”
Avere interazioni conflittuali e sofferenti
Fattori stressanti peculiari di
questa patologia:
•• DiagnosiDiagnosi piùpiù tardivatardiva e “e “soffertasofferta””
•• ProblemiProblemi comportamentalicomportamentali
•• SviluppoSviluppo imprevedibileimprevedibile ((regressioniregressioni))
•• Dilemma “NonDilemma “Non riesceriesce/non/non vuolevuole””
•• AspettoAspetto ((discrepanzadiscrepanza
aspettativeaspettative//disabilitàdisabilità))
•• ComportamentoComportamento inin pubblicopubblico (stigma(stigma
socialesociale))
•• DiffusioneDiffusione culturacultura inin tematema didi autismoautismo
•• Selva di terapieSelva di terapie
• (Cohen e Volkmar
La nascita di un bambino in generale porta
cambiamenti all’interno del sistema
famiglia, le problematiche sono decisamente
rilevanti se il bambino ha un problema o
disturbo fisico (Breiner & Forehand, 1982).
La problematicità diventa debilitante per il
bambino ma anche per i genitori a livello
emotivo e psicologico (Blackledge & Hayes,
2006).
Esperienza del lutto = perdita del bambino
atteso ((Rodrigue, Morgan &Geffken, 1990).
Consiste in un modello di intervento che
coinvolge i genitori, come esperti, nel
processo educativo, riabilitativo e
psicoterapeutico, attraverso l’insegnamento
delle abilità necessarie per contrastare
situazioni familiari problematiche e
l’acquisizione di un atteggiamento positivo.
Il parent training comportamentale si
caratterizza pertanto proprio per l’uso di
metodologie rigorosamente scientifiche e
che si articolano secondo il modello della
psicologia sperimentale.
Matson et al. (2009) evidenziano
come, grazie a PT di stampo
comportamentale, aumenti nei
genitori la percezione di competenza
nell'interagire efficacemente con il
proprio figlio e nel riconoscere gli
interventi più efficaci
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L’analisi comportamentale considera i
comportamenti come il risultato della storia
interazionale dell’individuo e li analizza in
relazione alle variabili, antecedenti e conseguenti,
che li influenzano.
Obiettivo dell’intervento di modificazione
comportamentale sarà quello di rimuovere le
condizioni all’origine dei comportamenti-problema
e di sostituirli con condotte desiderabili da un
punto di vista adattivo e sociale.
Nella psicopatologia dell’età evolutiva i programmi dedicati
ai genitori sono diventati un paradigma dominante nel
trattamento di molti disturbi dell’infanzia (Sanders, 1996).
La finalità di tali programmi è, fondamentalmente, quella di
consentire ai genitori una gestione educativa più efficace dei
loro figli in situazioni complesse
Si tratta di programmi formativi le cui radici storiche
affondano nei principi della behavior analysis e del social
learning. Molte delle tecniche di gestione usate sono derivate
direttamente dalla psicologia sperimentale
Individuale: il genitore si rivolge allo specialista con il fine di
affrontare uno specifico problema del bambino.
Percorsi strutturati prevedono un contesto estremamente
controllato per osservare e modificare le interazioni genitore-
bambino.
L’ambiente viene preparato in modo che il genitore possa
svolgere con il figlio attività scelte allo scopo e imparare le
tecniche comportamentali attraverso suggerimenti e feedback
forniti dal terapeuta.
Parent training di gruppo coinvolgono più genitori in cicli
di incontri che variano per durata, contenuti e tecniche
utilizzate.
Vengono utilizzati
- prompting modeling, role playing, modeling,supporti audiovisivi;
- homeworks,.
IndividualeIndividuale
•• NuoveNuove diagnosidiagnosi
•• RisoluzioneRisoluzione problemiproblemi specificispecifici
•• MaggioreMaggiore osservazioneosservazione deidei cambiamenticambiamenti
•• MaggioreMaggiore osservazioneosservazione deldel contestocontesto
famigliarefamigliare
DiDi gruppogruppo
•• CondividereCondividere culturacultura didi basebase
•• TrasmissioneTrasmissione didi principiprincipi ee tecnichetecniche
generaligenerali
•• ConfrontoConfronto ee condivisionecondivisione concon altrialtri genitorigenitori
((normalizzazionenormalizzazione,, credibilitàcredibilità,, empatiaempatia
Formato degli incontri: ogni unità del programma affronta una
tematica specifica ed è articolata in 3 momenti distinti:
1. Una parte teorica per illustrare gli aspetti generali
dell’argomento.
2. Una parte pratica in gruppi meno numerosi. Questo
momento è destinato alle esercitazioni, ad esempio
all’applicazione delle tecniche educative illustrate nella prima
parte dell’incontro oppure alla discussione di casi concreti.
3. Le conclusioni, in cui il conduttore richiama brevemente il
tema dell’incontro aiutandosi con un promemoria da consegnare
ai genitori.
Contenuti: cambiano in funzione degli scopi del p.t. e delle
caratteristiche del gruppo.
Coinvolgimento dei genitori: lo psicologo deve rendere la
partecipazione al gruppo utile e anche piacevole. I genitori
devono sentirsi a loro agio anche quando esprimono dubbi o
un’opinione contrastante.
Identificare il problema e descriverlo in termini comportamentali;
Decidere quale problema affrontare per primo;
Condurre un’analisi funzionale del problema, includendo
l’identificazione dei potenziali rinforzatori;
Assicurarsi che i genitori possiedano, o acquisiscano, le abilità
educative necessarie a svolgere l’intervento;
Mettere in atto il programma stabilito;
Registrare i progressi;
Rivedere il programma se risulta inefficace;
Assicurarsi che vi sia la generalizzazione e il mantenimentodei
cambiamenti prodotti dal programma.
E’ preferibile la presenza della coppia almeno nella fase di valutazione
del problema e di scelta del piano d’intervento.
Tempi: un incontro a settimana
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Definizione del problema
Analisi dei tentativi per risolvere il problema
Verifica della disponibilità alla collaborazione
Descrizione e attuazione delle tecniche di osservazione
Analisi funzionale
Individuazione degli stimoli rinforzanti e delle
tecniche punitive del bambino
Programma di intervento
Il Parent Training comportamentale è stato
notevolmente influenzato dai interventi
pioneristici di Patterson e Gullion (1968), Hanf
(1969), Forehand e McMahon (2003),
Pt rivolto in particolare a bambini e adolescenti
oppositivi e aggressivi.
durante le ultime tre decadi, questo tipo
di’intervento familiare comportamentale si è
evoluto come un approccio, empiricamente
supportato, per trattare anche bambini con
disordini comportamentali ed emotivi
Il Parent Management Training (PMTParent Management Training (PMTParent Management Training (PMTParent Management Training (PMT) è
un programma di formazione per
genitori sperimentato negli anni ‘60 da
Patterson e Reid presso l’Oregon Social
Learning Centre (Patterson, 1982)
Kazdin l’ha rielaborato e applicato al
comportamento oppositivo, aggressivo
e antisociale di bambini e adolescenti
presso lo Yale Parenting Center e Child
Conduct Clinic (Kazdin, 1985).
Parent training di Patterson
(1982)per bambini e ragazzi ( tra
5 e 12 anni) per il recupero dei
comportamenti antisociali, di circa
4 mesi, di 20/30 ore, con follow
up a 3-6-12 mesi
Fase di autoformazione con alcuni
manuali
Identificazione e osservazione dei
comportamenti
Contrattazione delle contingenze
e rinforzamento dei
comportamenti positivi
Gestione dei comportamenti
inadeguati
Supervisione
Problem solving e negozazione
Parent training di Patterson (1982)per bambini e
ragazzi ( tra 5 e 12 anni) per il recupero dei
comportamenti antisociali, di circa 4 mesi, di 20/30
ore, con follow up a 3-6-12 mesi
Fase di autoformazione con alcuni manuali
Identificazione e osservazione dei comportamenti
Contrattazione delle contingenze e rinforzamento dei
comportamenti positivi
Gestione dei comportamenti inadeguati
Supervisione
Problem solving e negozazione
Il Triple PTriple PTriple PTriple P----Positive Parenting ProgramPositive Parenting ProgramPositive Parenting ProgramPositive Parenting Program (Sanders,
2008) è una forma di intervento comportamentale
familiare basato sui principi dell’apprendimento
sociale (Patterson, 1982).
Questo tipo di trattamento rivolto peculiarmente
alla prevenzione di disturbi dell’età evolutiva ha
significative evidenze sperimentali
Triple P si pone l’obiettivo di aumentare i fattori
protettivi familiari e ridurre i fattori di rischio
legati ai comportamenti problematici del figlio
•ParentParentParentParent----ChildChildChildChild InteractionInteractionInteractionInteraction TherapyTherapyTherapyTherapy (Zisser &
Eyberg, 2010), programma sviluppato da
Eyberg per bambini dai 2 ai 7 anni, con
disordini emotivi e comportamentali, e per i
loro genitori;
•il programma HelpingHelpingHelpingHelping thethethethe NoncompliantNoncompliantNoncompliantNoncompliant
ChildChildChildChild (McMahon & Forehand, 2003), che si
prefigge lo scopo di aiutare i genitori a
gestire la non compliance di bambini di età
compresa tra i 3 e gli 8 anni.
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•Cosa sono i comportamenti inadeguati
Come si apprende
•Come si insegna a fare la cosa giusta al momento giusto
•Come e quando gratificare
Come insegnare nuove abilità
•Come insegnare nuove abilità
Come si osserva. Gli effetti della punizione
. alternative alla punizione
. Conflitti di coppia
. Handicap e sessualità
. Genitori, servizi e operatori
stili passivi, assertivi, aggressivi.
Procedure e strumentiProcedure e strumentiProcedure e strumentiProcedure e strumenti
Modeling, feedback immediati, rinforzi positivi,
uso dell’autovalutazione, utilizzo di prescrizioni comportamentali,
homework .
Le routine familiari:
Descrivono i comportamenti critici del bambino e il
contesto in cui si presentano;
Rappresentano un’utile chiave di lettura delle interazioni
tra genitori e figli;
Informano sull’indice di concordanza delle osservazioni
rilevate dalla coppia;
Informano sulla capacità di analisi della situazione, e
sulla motivazione a svolgere il lavoro a casa;
Consentono allo psicologo di cogliere molti aspetti del
funzionamento familiare e di formulare le prime
ipotesi.
Attenzione ai
comportamenti
overt
Focalizzazione
sulle tecniche
Scarsa rilevanza
alle interazioni
affettive
Ciò che il genitore fa è influenzato dalle sue cognizioni sullo sviluppo
e l’educazione.
Valutazione delle credenze e delle aspettative genitoriali (ostacolo
al cambiamento)
Tra gli antecedenti cognitivi ricordiamo:
– il senso di autoefficacia educativa percepita, che riguarda il
fatto che gli adulti ritengono di possedere in misura diversa le
capacità necessarie alla cura e all’educazione dei figli e di
esercitare in modo incisivo e valido il ruolo di genitore;
– senso di attribuzione delle cause agli eventi. Le cause di un
evento possono essere individuate all’interno o all’esterno di un
individuo, possono essere considerate transitorie o stabili.
Questi processi esercitano una grande influenza sull’idea di
poter influire con il proprio agire sugli eventi e di essere
responsabile di ciò che è accaduto.
■ Rapporto collaborativo genitore – psicologo
Il ruolo dei genitori come responsabilità sacra.
Essere genitori consapevoli comporta di
riconoscere e dare un senso alle sfide che si
incontrano ogni giorno
La consapevolezza non ci dice che cosa fare, ma ci
fornisce un metodo per ascoltare, per prestare
attenzione da vicino a ciò che crediamo
importante…
.ed espandere la nostra visione senza giudicare i
propri limiti e i limiti dei propri figli…
I figli possono richiedere cose che nessuno altro
chiederebbe…
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Relazione genitori-figli contesto ideale in cui estendere i
concetti e la pratica della mindfulness, anche al di là di un
contesto clinico.
1. Ascolto con piena attenzione
2. Accettazione non giudicante di se e il figlio
3. Consapevolezza di sè e figlio
4. Autoregolazione nella relazione genitoriale
5. Compassione di sè
1. L’enfasi non è sul cambiamento dei pensieri, ma piuttosto sul
riconoscerli appunto come pensieri e non come
rappresentazioni della realtà;
1. L’enfasi è sull’essere presenti con una emozione o un
pensiero, senza giudicarli e senza tentare di modificarli;
1. Probabile riduzione dell’evitamento esperienziale genitoriale
(nei disturbi d’ansia, maggiore efficacia dei compiti di
esposizione dei figli);
1. Rottura dell’automaticità associata alle quotidiane interazioni
genitore-figlio.
Le barriere dei genitori sono
caratterizzate dall'automaticità di
alcuni pensieri, emozioni o
comportamenti, che si è instaurata
grazie a una lunga storia di
apprendimenti.
L'allenamento su processi di defusione,
accettazione e mindfulness
favoriscono un maggiore
consapevolezza di questa
automaticità ed un conseguente
distanziamento (Singh et al. 2009).
L'integrazioneL'integrazione tratra ACT e PTACT e PT permettepermette unun
assessmentassessment eded unauna chiarificazionechiarificazione deidei
motivimotivi per cui unper cui un genitoregenitore intraprendeintraprende unun
percorsopercorso ((valorivalori))
LaLa consapevolezzaconsapevolezza didi ciòciò cheche èè davverodavvero
importanteimportante nellanella propriapropria vitavita puòpuò
aumentareaumentare l'agganciol'aggancio deidei genitorigenitori aa quelquel
cheche vieneviene sperimentatosperimentato nelnel PT e laPT e la
disponibilitàdisponibilità aa mettersimettersi inin giocogioco
AffrontareAffrontare ii processiprocessi ACT primaACT prima didi unun
percorsopercorso didi PT servePT serve
•• aa valutarevalutare ee chiarirechiarire valorivalori come lacome la
genitorialitàgenitorialità
•• farefare alcunealcune esperienzeesperienze con lacon la
defusionedefusione ee l'accettazionel'accettazione
•• ValutareValutare lala disponibilitàdisponibilità al PTal PT
•• DefondersiDefondersi con lecon le barrierebarriere cognitivecognitive
cheche limitanolimitano l'ingaggiol'ingaggio nelnel percorsopercorso
•• DareDare unauna cornicecornice miglioremigliore allealle
competenzecompetenze genitorialigenitoriali al fineal fine didi
muoversimuoversi inin modomodo piùpiù efficaceefficace verso Iverso I
valorivalori..
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finalizzati a
• a potenziare le interazioni efficaci
• favorire la reciprocità,
• la capacità di perspective taking , la
competenza comunicativa nelle interazioni
educative
(Pergolizzi et al; 1993) .
Particolarmente adatti alle sfide a cui sono
sottoposti i genitori con figli altamente
problematici (Blackledge & Hayes, 2006).
Finalità= vita piena, ricca e significativa
accettando le sofferenze che per forza di
cose ne fanno parte (Harris, 2011)
Valutare se esistono difficoltà genitoriali
Valutare se sono presenti evitamenti
esperienziali e fusione cognitiva
Contatto con i valori genitoriali per
promuovere motivazione e aderenza a fronte
delle difficoltà quotidiane
Accettare le esperienze dolorose e far
leva sulle risorse
Miglioramento della vita di coppia e
sostegno reciproco (Balckledge, 2004)
Efficacia delle strategie educative
applicate a favore del bambino è
correlata al lavoro condotto con i
genitori
Genitori di soggetti
con Autismo e
Asperger
Genitori con
soggetti con ADHD
Genitori con
soggetti con disturbi
alimentari
Genitori con
bambini con diabete
Genitori con
bambini balbuzienti
Genitori con
bambini con disturbi
d’ansia
Genitori con
disturbo della
condotta
In uno studio di Singh et al. del 2009 vengonoIn uno studio di Singh et al. del 2009 vengonoIn uno studio di Singh et al. del 2009 vengonoIn uno studio di Singh et al. del 2009 vengono
evidenziati miglioramenti nell'interazioneevidenziati miglioramenti nell'interazioneevidenziati miglioramenti nell'interazioneevidenziati miglioramenti nell'interazione
madremadremadremadre----bambino (migliore capacità di ascoltobambino (migliore capacità di ascoltobambino (migliore capacità di ascoltobambino (migliore capacità di ascolto
reciproco, maggiore compliance del bambinoreciproco, maggiore compliance del bambinoreciproco, maggiore compliance del bambinoreciproco, maggiore compliance del bambino
alle richieste della madre) in madri di bambinialle richieste della madre) in madri di bambinialle richieste della madre) in madri di bambinialle richieste della madre) in madri di bambini
con ADHD, dopo un percorso di mindfulnesscon ADHD, dopo un percorso di mindfulnesscon ADHD, dopo un percorso di mindfulnesscon ADHD, dopo un percorso di mindfulness
(teorico(teorico(teorico(teorico----pratico) dedicato sia alle madri che aipratico) dedicato sia alle madri che aipratico) dedicato sia alle madri che aipratico) dedicato sia alle madri che ai
bambinibambinibambinibambini
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Il programma, oltre agli effetti a breve termine
produce cambiamenti duraturi? (stabilità
temporale)
I comportamenti si presentano anche in altri
contesti? (generalizzazione del setting)
I genitori sono in grado di usare strategie
educative attraverso diversi comportamenti?
(generalizzazione del comportamento)
Le nuove strategie sono usate anche con altri figli?
(efficacia oltre il problema circoscritto)
Il PT èIl PT è piùpiù efficaceefficace sese genitorigenitori
acquisisconoacquisiscono unauna buonabuona
conoscenzaconoscenza deidei principiprincipi generaligenerali
dell'apprendimentodell'apprendimento
UnUn percorsopercorso didi PTPT creacrea risultatirisultati
positivipositivi aa lungolungo terminetermine in circain circa ilil
30%30% deidei partecipantipartecipanti, a, a brevebreve
terminetermine in unin un altroaltro 30% e non30% e non
creacrea risultatirisultati positivipositivi apprezzabiliapprezzabili
in unin un altroaltro 30%30% deidei partecipantipartecipanti
Helm eHelm e KozloffKozloff, 1986), 1986)
I
1. I genitori interrompono i colloqui o il programma
di gruppo dopo i primi incontri
2. Insufficiente partecipazione nel corso del
programma.
3. Non si verifica il mantenimento dei risultati, in
quanto a distanza di tempo i problemi del bambino
ritornano a livelli “clinici” precedenti il trattamento
4. Scarsa accettabilità di procedure, strategie e
tecniche.
Variabili associate ai risultatati negativi:
Svantaggio socio-economico della famiglia;
Isolamento sociale;
Genitori adolescenti;
Psicopatologia del genitore..
Procedure di selezione
Disegni di ricerca utilizzati
Mancanza di significatività dovuta alla
scarsa
generalizzazione o all’intervento?
Raccolta dati (self-report, no
osservazione)
Scarsa comprensione delle consegne
A. Efficacia percepita. E’ il livello più semplice e riguarda
il gradimento per il programma realizzato. Ai
partecipanti viene chiesto di esprimere opinioni su vari
aspetti dell’intervento (didattica, organizzazione..).
B. Acquisizione di conoscenze su temi psicologici, sulle
tecniche di modificazione comportamentale, sulle
caratteristiche di una sindrome attraverso questionari
o cheklist.
C. Comportamenti educativi osservati nel contesto
delle interazioni familiari. La verifica avviene
generalmente attraverso l’osservazione, il
monitoraggio delle interazioni educative e, durante gli
incontri, il role playing.
D. Misure indirette dei cambiamenti che il programma
ha indotto in variabili quali stress e autoefficacia del
genitore.
• Le operazioni di verifica possono essere limitate da:
- impossibilità di prevedere un gruppo di controllo;
- scarsa reperibilità dei genitori per il follow up.
Accettabilità degli obiettivi
Appropriatezza degli obiettivi
Supporto teorico relativo le strategie di
parenting
Supporto empirico per le strategie di
parenting
Accettabilità e appropriatezza delle
strategie
Valutazione del processo
Valutazione del prodotto
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Tarf-r treatment
acceptability rating form (
van Norman 2005
NelNel momentomomento in cuiin cui diveniamodiveniamo
capacicapaci didi accettareaccettare noinoi stessistessi ee ii
nostrinostri bambinibambini esattamenteesattamente perper
comecome siamosiamo e , ine , in quelquel momentomomento
ioio credocredo cheche cici stiamostiamo
avvicinandoavvicinando allaalla comprensionecomprensione
didi cosacosa significhisignifichi essereessere unun
““buonbuon genitoregenitore” (Rogers)” (Rogers)