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Comunicazione e negoziazione
2
Di cosa parleremo oggi:
StiliStili
di comunicazionedi comunicazione
Elementi diElementi di
comunicazionecomunicazione
interpersonaleinterpersonale
NegoziazioneNegoziazione
e conflittoe conflitto
ComunicazioneComunicazione
e negoziazionee negoziazione
ComunicazioneComunicazione
organizzativaorganizzativa
ELEMENTI DIELEMENTI DI
COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE
INTERPERSONALEINTERPERSONALE
““Come, quando e perché si comunica …”Come, quando e perché si comunica …”
4
Cos’è la comunicazione?
Semplice trasferimento di dati e informazioni attraverso unSemplice trasferimento di dati e informazioni attraverso un
determinato canale? . . .determinato canale? . . .
(Shannon e Weaver, 1949)
o un processo dinamico e continuo tra due interlocutori cheo un processo dinamico e continuo tra due interlocutori che
si influenzano reciprocamente?si influenzano reciprocamente?
ELEMENTI:ELEMENTI:
Fonte, messaggio, canale, ricevente, effettoFonte, messaggio, canale, ricevente, effetto
5
Generalmente, gli interlocutori siGeneralmente, gli interlocutori si
ripartiscono equamente la responsabilitàripartiscono equamente la responsabilità
del buon esito della comunicazionedel buon esito della comunicazione
In alcuni casi, uno dei dueIn alcuni casi, uno dei due
interlocutori aumenta la propriainterlocutori aumenta la propria
“partecipazione” permassimizzare il“partecipazione” permassimizzare il
risultato della comunicazionerisultato della comunicazione
La responsabilità del successo
6
Comunicando succede che:
VOGLIAMODIREVOGLIAMODIRE
100
DICIAMODICIAMO
L’INTERLOCUTORE COMPRENDEL’INTERLOCUTORE COMPRENDE
L’INTERLOCUTORE ASCOLTAL’INTERLOCUTORE ASCOLTA
80
60
40
Cosa rimane della comunicazione:
7
Èlo specchio dell’efficaciadellacomunicazionee
implicacircuitidi retroazione:
Il feedback
CONFERMA:
comunica
l’accettazione
della
comunicazione
RIFIUTO: nega
la comunicazione
pur
presupponendo
l’esistenza
dell’altro
DISCONFERMA:
nega l’esistenza
stessa
dell’interlocutore
8
Ne ssuno di no i può po rtarsi ne lla te sta un’o rg anizz az io ne ,
una fam ig lia o una co m unità. Que llo che ci po rtiam o ne lla
te sta so no im m ag ini, ipo te si, sto rie . Im m ag ini inte rne
pro fo ndam e nte radicate de l m o do in cui il m o ndo funz io na,
im m ag ini che ci lim itano a m o di fam iliari di pe nsare e di
ag ire
Peter M. Senge
No n e siste m appa g iusta o sbag liata:
Ci so no m appe più o m e no ade g uate
pe r affro ntare la re altà
Filtri culturali e modelli mentali
9
La percezione
La percezione è il filtro tra noi e il mondo,
ovvero il processo attraverso cui elaboriamo gli stimoli
provenienti dall’ambiente e attribuiamo
loro un significato
Situazione
Contesto
Ambiente
…
Filtri percettivi
 Culturali
 Uditivi
 Visivi
 Cinestesici
Il filtro della percezione
10
 Come, di conseguenza, ci
comportiamo
Dalla percezione dipende:
Come recepiamo ciò che gli altri ci
dicono
Come interpretiamo ciò che gli
altri dicono
11
Ci fanno organizzare gli elementi della realtà “colmando i
vuoti”
Ci fanno attribuire un certo significato a ciò che ci succede
intorno
Ci fanno interpretare la realtà alla luce della precedente
esperienza
UNASTESSACOSAUNASTESSACOSA
PUÒAVEREPUÒAVERE
SIGNIFICATIDIVERSISIGNIFICATIDIVERSI
PERDIVERSEPERDIVERSE
PERSONEPERSONE
I filtri percettivi
12
Per comunicare in modo efficace è importantePer comunicare in modo efficace è importante mettere inmettere in
comune mappe diversecomune mappe diverse e ampliare l’area condivisae ampliare l’area condivisa
MAPPA A MAPPA B
Arricchire la propria mappa!Arricchire la propria mappa!
Ancorare il più possibile la comunicazione a dati e fatti!Ancorare il più possibile la comunicazione a dati e fatti!
Limitare le interpretazioni!Limitare le interpretazioni!
Alla base della comunicazione efficace
13
 I processi di pensiero sono automatici ed inconsci
 Selezioniamo sempre cosa è rilevante e cosa è da ignorare
 Cerchiamo sempre la conferma alle nostre ipotesi
spesso senza verificarle realmente
 I nostri ragionamenti non sono sempre espliciti
 Un atteggiamento di chiusura può compromettere la
comprensione del messaggio
 Le nostre opinioni (anche pre-costituite) influenzano le
nostre azioni
Nella comunicazione…
14
 Tendiamo a farprevalere il nostro punto di vista piuttosto
che capire quello altrui
 Le nostre azioni possono causare conseguenze impreviste
 Gli altri possono interpretare le nostre azioni in maniera
distorta: ciascuno si forma le sue opinioni sulla base delle
azioni degli altri, non delle loro intenzioni
 Tendiamo a vedere solo la nostra parte della storia: non
chiediamo spiegazioni di certi comportamenti, in quanto
crediamo di conoscerle.
E quindi…
15
Le regole della comunicazione
1) Tutto è comunicazione, NON SI PUÒNON
COMUNICARE:
Si comunica con
il comportamento,
l’attività o l’inattività,
le parole o i silenzi,
l’aspetto e la voce
…
(Watzlawick, 1967)
16
2) In ogni comunicazione esiste un livello di CONTENUTO (il
messaggio, la notizia, l’informazione,…)
e uno di RELAZIONE (contesto che determina
l’interpretazione del messaggio)
Le regole della comunicazione
È importante trovare un
equilibrio fra i due
livelli ! (Watzlawick, 1967)
17
3) Ogni processo di comunicazione ha una sua
PUNTEGGIATURA:
ovvero la sequenza degli atti comunicativi ci informano
sulla relazione fra gli interlocutori e su chi “governa”
meglio la relazione
Le regole della comunicazione
(Watzlawick, 1967)
18
4) La comunicazione può essere analogica (gesti, immagini,
tono, voce, espressione del volto) o numerica (codice
alfabetico o numerico).
I canali della comunicazione sono: VERBALE (linguaggio),
PARA VERBALE (voce), NON-VERBALE (corpo)
Solitamente attraverso il canale verbale passano i messaggi di contenuto,
mentre attraverso il para verbale e non verbale vengono veicolati i
messaggi di relazione.
Le regole della comunicazione
(Watzlawick, 1967)
19
CANALE VERBALE
CANALE NON VERBALE
MessaggiMessaggi
didi contenutocontenuto
MessaggiMessaggi
didi relazionerelazione
Larelazionefragliinterlocutorièdefinitaanchedal modo
incui vieneformulato ilcontenuto edalcontesto della
comunicazione(relazione)
In generale:In generale:
Le regole della comunicazione
(Watzlawick, 1967)
20
5) I processi di comunicazione possono essere
SIMMETRICI o COMPLEMENTARI a seconda
dell’uguaglianza o differenza fra gli interlocutori, delle loro
posizioni all’interno dell’organizzazione
Le posizioni relative di ciascun interlocutore dipendono dal
contesto e dalla situazione
Le regole della comunicazione
21
L’efficacia della comunicazione
Rispetto all’obiettivo atteso tutti i
soggetti coinvolti hanno una
corresponsabilità nel processo
comunicativo (dal modello lineare a quello
circolare)
L’efficacia della comunicazione si misura
dal risultato: ciò che conta non sono le
intenzioni ma ciò che arriva, ovvero la
percezione altrui
22
InfluenzareInfluenzare
il comportamentoil comportamento
Modificare iModificare i
comportamenticomportamenti
Farriflettere suFarriflettere su
nuove ideenuove idee
Le finalità della comunicazione
23
mimica facciale
uso degli occhi
il contatto corporeo
movimenti e gesti
prossimità
Attenzione al canale non verbale!
Parla, parla,
ti sto ascoltando
24
Comunicazione a una o due vie
Differenza nella direzione della comunicazione
interpersonale e organizzativa
1 via: più tempo di preparazione, responsabile l’emittente,
meno precisa
2 vie: meno tempo di preparazione, responsabilità condivisa,
più “sicura”, più faticosa
25
COMUNICAZIONEA UNA VIA COMUNICAZIONEA DUEVIE
messaggio semplice
obiettivo predeterminato
numero di destinatari alto
autorità
comando
dipendenza
componenti emotivetrascurate
tempi brevi
assenzadi conflitti
messaggio complesso
obiettivo delineato
numero di destinatari basso
partecipazione
interscambio
interdipendenza
componenti emotiveenfatizzate
tempi lunghi
possibili situazioni conflittuali
Comunicazione a una o due vie
26
Ascolto attivo
Comunicare l’ascolto
Ascoltare
L’ASCOLTO È UN PROCESSOA DUE VIE
PERQUESTO SI PARLA DI ASCOLTO ATTIVO
La comprensione dell’altro richiede
sollecitazioni, esplicitazioni
e concessione di spazi
Ascolto attivo:
27
Sospendere
i giudizi
di valore
“Haragione, hatorto”
Mettersi
nei panni
dell’altro
“Qualeèilsuopunto
divista?”
Ascoltare
Attentamente
Ilsilenzioaiutaacapire
ASCOLTO
ATTIVO
Dimostrare
Empatia
Meta-comunicazione
Verificare
la comprensione
Deicontenuti e
dellarelazione
Ascolto attivo:
28
Perun’efficace gestione del processo comunicativo è importante
comunicare con le parti in modo empatico, così da creare sintonia
relazionale:
Comunicare all’altro la propria
attenzioneattenzioneattraverso:
atteggiamento aperto
messaggi di conferma
COMUNICARECOMUNICARE
L’EMPATIAL’EMPATIA
le parole che dice
le emozioni che prova
Mettersi nei panni dell’altro
per sentiresentire:
COMUNICARECOMUNICARE
CON EMPATIACON EMPATIA
L’empatia
29
LE TECNICHE VERBALI:
Parafrasare i contenuti
Esplicitare le implicazioni del messaggio ricevuto
Interpretare gli stati d’animo dell’interlocutore
Stimolare ulteriori chiarimenti
Tecniche di ascolto attivo:
Guardare con attenzione
Assentire
Prendere nota mantenendo il contatto visivo
Esprimere sentimenti in modo empatico
LE TECNICHE NON VERBALI:
30
 Peraumentareleinformazioni condivise
 Peraccrescerelasintoniafra gli interlocutori stessi
comunicando l’intenzione di capire prima di formulare giudizi
• Facendo domande
• Usando tecniche di
riformulazione e
ricapitolazione
Perché un ascolto attivo?
e come?
• Dimostrando empatia
• Utilizzando un linguaggio di
precisione
31
COSA SO
COSA SO
IN PIÙ
COSA DOVREI
SAPERE
Le domande di precisione sono utili per:
 per mettere a fuoco la natura dell’esigenza e capire cosa
è necessario conoscere perrisolverla
 per raccogliere le informazioni al fine di colmare il
dislivello di conoscenza
Essere precisi nella comunicazione
32
Tecniche di riformulazione
Ripetere quello che è stato detto dall’interlocutore
parafrasando e usando termini e concetti diversi
perverificare che si sta intendendo la stessa cosa
Ridurre o eliminare, se
possibile, la negatività
Riformulare quanto detto dall’interlocutore per
esempio eliminando tutti i termini e gli accenti
che trasmettono negatività così da rendere
“neutra” la sua dichiarazione
Come?Obiettivo
Comunicare
all’interlocutore:
 di averascoltato
 di averrielaborato
 di volercapire
Verificarediavercompreso!Verificarediavercompreso!
33
 Comunicare all’interlocutore che lo si sta ascoltando
 Sottolineare i punti salienti della comunicazione e
rafforzarne il ricordo
 Chiarire e concordare le conseguenze pratiche e
operative della comunicazione
RiassumereeribadireRiassumereeribadire ipuntiessenzialiper:ipuntiessenzialiper:
Tecniche di ricapitolazione:
34
Il linguaggio di precisione
È una tecnica di ascolto per:
Fornire
informazioni
che siano
messaggi chiari
e comprensibili
Raccogliere
informazioni chiare,
precise, definite e
circoscritte
Comprendere
situazioni in modo
inequivocabile
35
I comportamenti funzionali ad una efficace
comunicazione
• Ascolto attivoAscolto attivo
• Domande di specificazioneDomande di specificazione
• RiformulazioneRiformulazione
• RicapitolazioneRicapitolazione
36
 Per non trasmettere messaggi distorti è consapevole non
solo di quello che si dice, ma anche di come lo sta dicendo
 Quando comunica non trascura l’importanza di inviare
messaggi positivi di conferma: messaggi che comunicano
apertura e disponibilità
 Non si ferma solo alle parole dette dai propri
collaboratori/gruppo ma dedica attenzione ai
comportamenti che esprimono emozioni, atteggiamenti,
intenzioni.
Comunicazione e leadership:
Con l’obiettivo di influenzare il comportamento del gruppo o dei
collaboratori, il leader:
37
ENTRARE IN RELAZIONE
SENZA COLLUDERE
DARE SPAZIOAGLI
ALTRI
EVITARE IL CONFLITTO
PERSONALE
Comunicare nel gruppo
38
Ricapitolando, una comunicazione efficace
è:
FINALIZZATA si basa sul riconoscimento
di affidabilità
PRAGMATICA ha un impatto sulla esperienza
(passata,presente, futura)
dell'interlocutore
TRASPARENTE si integra facilmente negli
schemi mentali dell'interlocutore
SUPPORTIVA non mette in crisi l'identità
dell'interlocutore
CREDIBILECREDIBILE
UTILEUTILE
COMPRENSIBILECOMPRENSIBILE
CONFERMANTECONFERMANTE
STILISTILI
DI COMUNICAZIONEDI COMUNICAZIONE
Le caratteristiche della nostra comunicazioneLe caratteristiche della nostra comunicazione
40
AGGRESSIVITÀ
DOVERE
SUPERIORITÀ
PASSIVITÀ
SENSAZIONI
INFERIORITÀ
ASSERTIVITÀ REALISMO
ADULTO
Relazioni con l’altro nella comunicazione
RICORDATI SEMPRE ....RICORDATI SEMPRE ....
NON FARE MAI ....NON FARE MAI ....
BISOGNA ESSERE ....BISOGNA ESSERE ....
NON SI DEVE ....NON SI DEVE ....
SEI RIDICOLO .... ASSURDO ....SEI RIDICOLO .... ASSURDO ....
COME TI PERMETTI? ....COME TI PERMETTI? ....
41
 SENTIMENTO DI VULNERABILITA' E DI DEBOLEZZA CHE
SPINGE ADANTICIPARE L'ATTACCOTEMUTO
 IPERVALUTAZIONE DI SÉ E SOTTOVALUTAZIONE DEGLI
ALTRI
 ECCESSIVAMENTE AUTOCENTRATO
Le cause del comportamento aggressivo
42
MI SCUSI, NON VOLEVO....MI SCUSI, NON VOLEVO....
MI DISPIACE ....MI DISPIACE ....
SE MI PERMETTE, VORREI ....SE MI PERMETTE, VORREI ....
MI PIACEREBBE ....MI PIACEREBBE ....
NON SO SE FACCIO ODICONON SO SE FACCIO ODICO
BENE, MA ....BENE, MA ....
43
 TIMORE DELLA PERDITA DELLA APPROVAZIONE DEGLI ALTRI
 PAURA DI OFFENDERE
 SCAMBIARE LA PASSIVITA' PERGENTILEZZA E CORTESIA
 DIFFICOLTÀ A RICONOSCERE I PROPRI DIRITTI
 CARENZA DI ABILITÀ COMPORTAMENTALI
Le cause del comportamento passivo
44
45
IOPENSOO CREDOCHE ....IOPENSOO CREDOCHE ....
HO L'IMPRESSIONE CHE ....HO L'IMPRESSIONE CHE ....
SECONDOME ....SECONDOME ....
IN CHE MISURA ....IN CHE MISURA ....
IN CHE MODO, PERCHÉ? ....IN CHE MODO, PERCHÉ? ....
ESAMINANDOOBIETTIVAMENTEESAMINANDOOBIETTIVAMENTE
LA QUESTIONE ....LA QUESTIONE ....
E' PROBABILE CHE ....E' PROBABILE CHE ....
VALUTIAMO INSIEME SE ....VALUTIAMO INSIEME SE ....
46
E' UN TIPODI COMPORTAMENTO
SOCIALE IN GRADODI FACILITARE IL
RAGGIUNGIMENTODEGLI OBIETTIVI
PREFISSATI MEDIANTE L’UTILIZZODI
UN ELEVATOLIVELLO DI ABILITA'
SOCIALE E ORGANIZZATIVA.
Il comportamento assertivo
COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE
ORGANIZZATIVAORGANIZZATIVA
Dalla comunicazione del singolo a quella delleDalla comunicazione del singolo a quella delle
organizzazioni …organizzazioni …
48
Percomodità di studio …
ESTERNA:ESTERNA:
Stabilire una relazione con il
cliente/utente, con l’obiettivo di
migliorare il servizio fornito,
veicolare valori, soddisfare bisogni
espressi e non
INTERNA:INTERNA:
Facilitare e coordinare le attività
di individui e gruppi e contribuire
al raggiungimento degli obiettivi
dell’organizzazione
49
Il processo comunicativo
Trasformarlo in
messaggio…
Condividerlo
con gli altri
Definire un contenuto …
50
La comunicazione formale
SUPPORTISUPPORTI
MEZZI DIMEZZI DI
COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE
PROCEDUREPROCEDURE
Garantiscono
completezza,
omogeneità, univocità,
trasferibilità e
conservazione
dell’informazione
Si usano in situazioni
prevedibili e
standardizzabili
51
La comunicazione non formale
Risolve problemi
non prevedibili e
standardizzabili
Integra e supplisce
alla carenza delle
comunicazioni
formali
Perfeziona e
rafforza le relazioni
52
Funzioni comunicative
INFORMATIVAINFORMATIVA
Divulgare
informazioni,
notizie,
condividere
decisioni.
Scoprire o
spiegare
qualcosa,
aggiornare
FUNZIONALEFUNZIONALE
Strumentale,
percompiere o
conseguire
qualcosa; farefare
in modo chein modo che
qualcuno siqualcuno si
comporti incomporti in
unauna
determinatadeterminata
manieramaniera
CREATIVACREATIVA
Esprimere
sentimenti ed
emozioni. Far
emergere
creatività ed
estro
Provare a
giocare e
sperimentarsi
in contesti
diversi
53
Altre esigenze comunicative
Peril gusto di stare in compagniaPeril gusto di stare in compagnia
FUNZIONE DI CONTATTOSOCIALEFUNZIONE DI CONTATTOSOCIALE
Perdare sollievo ad una preoccupazionePerdare sollievo ad una preoccupazione
FUNZIONE DI ALLEVIAMENTO DELL'ANSIAFUNZIONE DI ALLEVIAMENTO DELL'ANSIA
Perl'interesse provato verso una data situazionePerl'interesse provato verso una data situazione
FUNZIONE DI STIMOLAZIONEFUNZIONE DI STIMOLAZIONE
Perchè la situazione lo richiedePerchè la situazione lo richiede
FUNZIONE LEGATA AL RUOLOFUNZIONE LEGATA AL RUOLO
54
Comunicare sul lavoro
Perchésto comunicando?Perchésto comunicando?
(quale obiettivo: informare, proporre, esprimere opinioni, formare, ecc.)(quale obiettivo: informare, proporre, esprimere opinioni, formare, ecc.)
Achicomunicherò?Achicomunicherò?
(individuare con precisione i destinatari, i loro obiettivi, linguaggi,(individuare con precisione i destinatari, i loro obiettivi, linguaggi,
aspettative, conoscenze, …)aspettative, conoscenze, …)
Cosaecomecomunicherò?Cosaecomecomunicherò?
(confini del tema, schema di massima, tempi, mezzi usati, ecc.)(confini del tema, schema di massima, tempi, mezzi usati, ecc.)
OrganizzareleideeOrganizzareleidee
((schema delle idee comprensibile, ricordabile, valutabile, dati di supporto,schema delle idee comprensibile, ricordabile, valutabile, dati di supporto,
esempi, …)esempi, …)
COMUNICAZIONE EFFICACE:
• Coinvolge chi ascolta
• Raggiunge l’obiettivo
NEGOZIAZIONE E CONFLITTONEGOZIAZIONE E CONFLITTO
Come gestire un processo negozialeCome gestire un processo negoziale
56
PROCESSO PER CUI UN INDIVIDUO PERCEPISCE CHE IPROCESSO PER CUI UN INDIVIDUO PERCEPISCE CHE I
PROPRI INTERESSI SONO OSTACOLATI O INFLUENZATIPROPRI INTERESSI SONO OSTACOLATI O INFLUENZATI
NEGATIVAMENTE DALL’ALTRA PARTENEGATIVAMENTE DALL’ALTRA PARTE
INTERAZIONE TRA INDIVIDUI (O PARTI) I CUI INTERESSIINTERAZIONE TRA INDIVIDUI (O PARTI) I CUI INTERESSI
SONO INTERDIPENDENTISONO INTERDIPENDENTI
PROCESSO IN CUI CIASCUNA PARTE PERCEPISCE LAPROCESSO IN CUI CIASCUNA PARTE PERCEPISCE LA
SODDISFAZIONE DEGLI INTERESSI ALTRUI COMESODDISFAZIONE DEGLI INTERESSI ALTRUI COME
OSTACOLO DELLA PROPRIAOSTACOLO DELLA PROPRIA
STATO INTERNO ED ESTERNO IN CUI È PRESENTE UNSTATO INTERNO ED ESTERNO IN CUI È PRESENTE UN
FORTE COINVOLGIMENTO EMOTIVOFORTE COINVOLGIMENTO EMOTIVO
Qualche definizione di conflitto
57
Metaforicamente parlando …
Conflitto come opportunità: si ricercano
possibilità perrisolvere situazioni di antagonismo
Conflitto come guerra: si tenta di
annientare a tutti i costi il nemico
Conflitto come viaggio: esplorando varie
possibilità si cerca un punto di incontro
58
Principi diversi
Proposte contrastanti
Sovrapposizione,
assenza di ruoli
Materiale, informazioni
potere, conoscenze
contese
Tipi di conflitto
DI IDEEDI IDEE
DI RUOLODI RUOLO
DI INTERESSEDI INTERESSE
59
Antecedenti del conflitto
 Personalità o valoriPersonalità o valori
incompatibiliincompatibili
 Confini di ruolo pocoConfini di ruolo poco
chiarichiari
 Competizione perCompetizione per
risorse limitaterisorse limitate
 Competizione traCompetizione tra
diversi sottosistemidiversi sottosistemi
organizzativiorganizzativi
 ComunicazioneComunicazione
inadeguatainadeguata
 AttivitàAttività
interdipendentiinterdipendenti
 Complessità organizzativaComplessità organizzativa
 Politiche o regolePolitiche o regole
irragionevoli o pocoirragionevoli o poco
chiarechiare
 Scadenze irragionevoli oScadenze irragionevoli o
esagerateesagerate
 Processi decisionaliProcessi decisionali
collettivicollettivi
 Aspettative non realizzateAspettative non realizzate
 Conflitti rimasti irrisolti oConflitti rimasti irrisolti o
sospesisospesi
60
Le tipologie del conflitto
CONFLITTOFUNZIONALECONFLITTOFUNZIONALE CONFLITTOPATOLOGICOCONFLITTOPATOLOGICO
 Promuove gli interessi
dell’organizzazione
 Può essere considerato
fisiologico, costruttivo,
funzionale, cooperativo
Minaccia gli interessi
dell’organizzazione
E’ da considerarsi distruttivo,
poiché ostacola la
performance organizzativa
61
• Non si accetta la diversità
di opinioni, credenze, progetti,
obiettivi, …
• Il consenso è un punto di
partenza perampliare i propri
interessi
• Il conflitto va soppresso,
eluso, rimosso
È un rapportoÈ un rapporto
antagonista in cuiantagonista in cui
le parti cercano dile parti cercano di
strapparsistrapparsi
vicendevolmente ilvicendevolmente il
massimo possibilemassimo possibile
 LOTTALOTTA
FENOMENOFENOMENO
PATOLOGICOIN CUI:PATOLOGICOIN CUI:
Conflitto patologico
62
Come gestire il conflitto patologico
STILE COMPORTAMENTO
Integrante
Confrontare i contenuti e collaborare
all’identificazione del problema.
Soppesare le soluzioni alternative e
arrivare alla soluzione finale di lunga
durata.
Premuroso
Mettere in secondo piano le sue
preoccupazioni, a favore di quelle
dell’altra parte. Appianare. Minimizzare le
differenze e valorizza i punti in comune.
Dominante o coercitivo
Si preoccupa molto di sé, poco degli altri.
Si basa sull’autorità formale che conduce
all’obbedienza
63
STILE COMPORTAMENTO
Propenso ad evitare
il conflitto
Non adeguato nel caso di problemi difficili o con tendenza al
peggioramento. Procura una soluzione temporanea, che non
affronta il problema reale.
Favorevole al
compromesso
Caratterizzato da un moderato grado di preoccupazione persé
e gli altri. Si estrinseca in un dare e ricevere. Appropriato nel
caso in cui le parti mirino ad obiettivi opposti o dispongano
dello stesso grado di potere. Spesso porta ad una soluzione
temporanea, che può soffocare un problem solving di
carattere creativo
Come gestire il conflitto patologico
64
• Accettazione della diversità
di opinioni e credenze
• Il consenso è un punto di
arrivo
• Il conflitto è una fonte
di energia
E’ un processo cheE’ un processo che
consente alle parti diconsente alle parti di
ottenereottenere
congiuntamente risultaticongiuntamente risultati
superiori a ciò chesuperiori a ciò che
singolarmente avrebberosingolarmente avrebbero
potutopotuto
 NEGOZIAZIONENEGOZIAZIONE
FENOMENOFENOMENO
FUNZIONALE IN CUIFUNZIONALE IN CUI
Conflitto funzionale
65
CONFLITTOCONFLITTO  FUNZIONALE AL BILANCIAMENTOFUNZIONALE AL BILANCIAMENTO
TRA I DIVERSI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERETRA I DIVERSI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE
SI SVILUPPA LA CAPACITÀ DEI SOGGETTI DI NEGOZIARE
(in presenza di beni scarsi: tempo, risorse, denaro, ....)
SI ABITUANOLE PERSONE A INFLUENZARSI
RECIPROCAMENTE PERRAGGIUNGERE
UN EQUILIBRIOCONSENSUALE
SI SOLLECITA E INCENTIVA LA CAPACITA’
DI TOLLERARE, CONFRONTARSI, COINVOLGERE,
COMUNICARE IN SITUAZIONI DIVERSE
Conflitto come opportunità se …
66
Stimolare i conflitti funzionali
CONFLITTO
PROGRAMMATO
Conflitto che suscita e sollecita il sorgere di opinioni diverse
o contrapposte, sulla base di fatti rilevanti e non, in difesa di
interessi politici o personali
AVVOCATO DEL
DIAVOLO
Conflitto originato dall’assegnare a qualcuno un ruolo critico
perl’equilibrio del gruppo
METODO
DIALETTICO
Conflitto che si sostanzia nell’esplorare le tesi e le antitesi e
pervenire all’accordo. Sviluppa un dibattito tra punti di vista
opposti, peruna migliore comprensione del problema
67
Fattispecie di conflitto
ConflittoConflitto
tra gruppitra gruppi
ConflittoConflitto
di personalitàdi personalità
ConflittoConflitto
interculturaleinterculturale
68
Contrasto interpersonale
che si basa su antipatie
personali, disaccordi su
questioni varie, modi
differenti di essere e
comportarsi
Il conflitto di personalità ConflittoConflitto
di personalitàdi personalità
69
Conflitto di personalità al
lavoro
Su più livelli si dovrebbe promuovere una cultura
organizzativa che attribuisca alto valore al rispetto perle
persone.
Il management tutto dovrebbe fungere da modello di
attenzione, rispetto e apertura.
In ogni attività lavorativa andrà favorito lo spirito
collaborativo piuttosto che quello aggressivo o
eccessivamente competitivo.
ConflittoConflitto
di personalitàdi personalità
70
Il conflitto tra gruppi
Situazione conflittuale
originata dalla chiusura dei
membri del gruppo. Tendenza
a vedere gli elementi esterni
al gruppo come una minaccia,
considerando positivi,
corretti e indiscutibili i
principi del gruppo stesso.
Visione distorta degli altri
gruppi e dei loro elementi
(“tutti uguali, tuttisbagliati,
tutti opposti, ecc.”)
ConflittoConflitto
tra gruppitra gruppi
71
Gestire il conflitto nel gruppo
Favorire momenti di contatto fra il gruppo e l’esterno
Cercare di ridurre la tendenza alla stereotipizzazione e all’in
groupthinkingattraverso l’interazione continua
Avviare iniziative di formazione sul teambuilding
Sostenere atteggiamenti positivi nei confronti dei membri di
altri gruppi (empatia, curiosità, comprensione)
Evitare o neutralizzare i pettegolezzi
ConflittoConflitto
tra gruppitra gruppi
72
Il conflitto interculturale
Alcuni individui appartenenti ad una
certa cultura si reputano superiori ad
altri appartenenti ad una cultura diversa
ConflittoConflitto
interculturaleinterculturale
73
Essere buoni ascoltatori
Essere sensibili ai bisogni degli altri
Essere collaborativi piuttosto che ipercompetitivi
Sostenere una leadership inclusiva
Cercare di accomodare piuttosto che prevalere
Costruire relazioni tramite conversazioni
Essere comprensivi
Evitare il conflitto valorizzando l’armonia
Prendersi cura degli altri, svolgendo funzione
di mentore
Favorire relazioni
interculturali
ConflittoConflitto
interculturaleinterculturale
74
Alcune considerazioni sul conflitto al
lavoro
Alti e costanti livelli di conflitto tendono a
minare la soddisfazione professionale e
la motivazione intrinseca al lavoro
I conflitti diminuiscono con l’aumentare della
difficoltà
degli obiettivi e con la chiarezza attraverso la quale
vengono trasmessi e condivisi
Se si desidera raggiungere un miglioramento duraturo,
è necessario risalire alle origini reali del conflitto
75
La gestione dei conflitti
IMPOSIZIONE: vince chi ha più potere
COMPROMESSO: “do ut des” che consente di superare
l’impasse, mantenendo una buona relazione ma
penalizzando in parte i risultati
ACCORDO: le due parti ottengono il massimo dei
risultati possibili attraverso il processo di
76
Strategie e risultati possibili
WIN – LOSE
(vinco perdi)
LOSE – LOSE
(perdo perdi)
WIN – WIN
(vinco vinci)
77
AccordoAccordo equo e lealeequo e leale
Rapporti più solidi basatiRapporti più solidi basati
sullasulla collaborazionecollaborazione ee
sullasulla fiduciafiducia
ApprendimentoApprendimento
Risultati del conflitto
La gestione del conflitto si apprendeLa gestione del conflitto si apprende
osservandola ed esercitandola attraversoosservandola ed esercitandola attraverso
NEGOZIAZIONENEGOZIAZIONE
78
La negoziazione
TRANSAZIONI
ATTRAVERSOLE QUALI
DUE (OPIÙ) ATTORI
PERVENGONO ADUNA
DECISIONE CONGIUNTA,
IN MERITOADUNO(OPIÙ)
PROBLEMI LA CUI SOLUZIONE
RAPPRESENTA UN FINE
COMUNE, MA
RISPETTOAL QUALE, ESSI
POSSEGGONO OBIETTIVI
(ALMENO IN PARTE)
DIVERGENTI
TRANSAZIONI
ATTRAVERSOLE QUALI
DUE (O PIÙ) ATTORI
PERVENGONO ADUNA
DECISIONE CONGIUNTA,
IN MERITOADUNO(O PIÙ)
PROBLEMI LA CUI SOLUZIONE
RAPPRESENTA UN FINE
COMUNE, MA
RISPETTOAL QUALE, ESSI
POSSEGGONO OBIETTIVI
(ALMENOIN PARTE)
DIVERGENTI
• EFFICACIA COMUNICATIVA
• IL PROBLEMSOLVING,
• IL PENSIEROPOSITIVO
OPERATIVO A PARTIRE DA
DIFFERENTI POSIZIONI,
BISOGNI, OBIETTIVI
PROCESSO ARTICOLATOe
COMPOSTO, IN CUI SONO
IN GIOCO:
79
Ascolto attivoAscolto attivo
Domande di specificazioneDomande di specificazione
RiformulazioneRiformulazione
RicapitolazioneRicapitolazione
Negoziare e comunicare
80
Condizioni contestuali
COMPLESSITA’ -
DINAMICITA’ -
INCERTEZZA
cioè
INSTABILITA’
DELL’AMBIENTE
ESTERNO-
INTERNO
COMPLESSITA’ -
DINAMICITA’ -
INCERTEZZA
cioè
INSTABILITA’
DELL’AMBIENTE
ESTERNO-
INTERNO
SITUAZIONE A
RAZIONALITA’
LIMITATA Non
esiste una
soluzione giusta in
assoluto
ma più soluzioni
plausibili e coerenti
SITUAZIONE A
RAZIONALITA’
LIMITATA Non
esiste una
soluzione giusta in
assoluto
ma più soluzioni
plausibili e coerenti
Il contesto richiede quindi:
81
IN SITUAZIONI DI
RAPPORTO TRA DUE O
PIU’ PARTI
CHE DEVONO OPERARE
INSIEME - INTERAGIRE
PARTENDO DA POSIZONI
DIVERSE PER
RAGGIUNGERE
I PROPRI OBIETTIVI
IN SITUAZIONI DI
RAPPORTO TRA DUE O
PIU’ PARTI
CHE DEVONO OPERARE
INSIEME - INTERAGIRE
PARTENDO DA POSIZONI
DIVERSE PER
RAGGIUNGERE
I PROPRI OBIETTIVI
I SOGGETTI
NEGOZIALI HANNO,
RISPETTO
ALLA SOLUZIONE
DEL PROBLEMA,
OBIETTIVI (ALMENO
IN PARTE)
DIVERGENTI
I SOGGETTI
NEGOZIALI HANNO,
RISPETTO
ALLA SOLUZIONE
DEL PROBLEMA,
OBIETTIVI (ALMENO
IN PARTE)
DIVERGENTI
SITUAZIONE
DILEMMATICA:
esigenza di
raggiungere un accordo
e contemporaneamente
di massimizzare
le proprie utilità di parte
SITUAZIONE
DILEMMATICA:
esigenza di
raggiungere un accordo
e contemporaneamente
di massimizzare
le proprie utilità di parte
Quando negoziare
82
Quindi negoziare per:
ricercareeattivare
comportamentiche
producendointegrazione,
consentonodi
sviluppareilconfrontoin
terminipositivi
ecostruttivi
ricercareeattivare
comportamentiche
producendointegrazione,
consentonodi
sviluppareilconfrontoin
terminipositivi
ecostruttivi
83
I RUOLI E LE FUNZIONI COINVOLTE IN UN PROCESSO NEGOZIALE
PARTONO DA BISOGNI/OBIETTIVI CHE POSSONOESSERE
PARZIALMENTE
CONFLITTUALI:
ognuno intende
massimizzareil
proprio risultato, con
azioni,
soluzioni chenonsono
potenzialmente
condivisedall’altro
PARZIALMENTE
COLLABORATIVI:
entrambi, perruolo, devono
raggiungere
i propri risultati, che
passano però,
attraverso il
coinvolgimento/contributo
dellacontroparte
Obiettivi collaborativi e conflittuali
84
I vantaggi della negoziazione
SI TRATTA DI VANTAGGI CHE IL SINGOLONON POTREBBE
OTTENERE AFFRONTANDODA SOLOLA SITUAZIONE
• Maggioresoddisfazionedei propri bisogni
• Risparmio di risorsee/o utilizzo di risorsenonpossedute
• Raggiungimento di obiettivi irraggiungibili singolarmente
85
ESISTONO
DUEPARTI
“ACCORDO
SULL’
ACCORDARSI”
C’È
DISPONIBILITA’
DELLERISORSE
NECESSARIE
C’ÈC’È
NEGOZIAZIONENEGOZIAZIONE
SE …SE …
C’ÈUNA
SITUAZIONE
DIPOTERE
DISTRIBUITO
ESISTE
VOLONTA’
INTENZIONE
DISODDISFARLI
Presupposti del rapporto negoziale
ESISTONO
BISOGNI
ALTRIMENTI
NON
APPAGABILI
ESISTONO
OBIETTIVI
CONNESSI
TRA DILORO
86
Gli attori negoziali
risolvereunproblema
cogliereun'opportunità
farfronteadunaminaccia
risolvereunproblema
cogliereun'opportunità
farfronteadunaminaccia
area
dell'imposizione
area
negoziale
area
dell'indifferenza
SONOTRA LOROINTERDIPENDENTI FRA LORO. HANNO
BISOGNO RECIPROCOPER:
87
Orientamenti negoziali
1)1) VALENZE PREVALENTEMENTEVALENZE PREVALENTEMENTE
CONFLITTUALICONFLITTUALI
DIMENSIONE
OGGETTIVA
Obiettivi personali e/o
di ruolo contrastanti o
che si penalizzano
reciprocamente
DIMENSIONE
SOGGETTIVA
Percezione di
superiorità/
inferiorità
Obiettivi di potere
88
Orientamenti negoziali
2)2) VALENZE PREVALENTEMENTEVALENZE PREVALENTEMENTE
COLLABORATIVECOLLABORATIVE
DIMENSIONE
OGGETTIVA
Obiettivi personali e/o di
ruolo
reciprocamente
supportivi
DIMENSIONE
SOGGETTIVA
Obiettivi di disponibilità
ad
andare d’accordo
89
Le cause della negoziazione
ETEROGENEITA’
interfunzionalità dell’oggetto della negoziazione più componenti
aziendali sono coinvolte; ognuna ha proprie informazioni, posizioni
e orientamenti, e presidia una fetta del problema
ETEROGENEITA’
interfunzionalità dell’oggetto della negoziazione più componenti
aziendali sono coinvolte; ognuna ha proprie informazioni, posizioni
e orientamenti, e presidia una fetta del problema
EQUILIBRIODI POTERE
nessuna delle due parti ha tutte le leve perpoterdecidere,
o determinare, da sola, il risultato finale
EQUILIBRIODI POTERE
nessuna delle due parti ha tutte le leve perpoterdecidere,
o determinare, da sola, il risultato finale
INDETERMINATEZZA DEI COMPORTAMENTI DA SEGUIRE
non esistono modelli di comportamento definiti, norme, procedure
e/o prassi consolidate non servono; occorre ricercare e
utilizzare comportamenti organizzativi finalizzati al confronto,
alla ricerca di strade perdefinire e raggiungere obiettivi
comuni
INDETERMINATEZZA DEI COMPORTAMENTI DA SEGUIRE
non esistono modelli di comportamento definiti, norme, procedure
e/o prassi consolidate non servono; occorre ricercare e
utilizzare comportamenti organizzativi finalizzati al confronto,
alla ricerca di strade perdefinire e raggiungere obiettivi
comuni
90
CARENZA DI RISORSE
nessuno dei due interlocutori ha tutte le capacità, le risorse
tecnologiche o organizzative perelaborare l’alternativa migliore
alla soluzione del problema
CARENZA DI RISORSE
nessuno dei due interlocutori ha tutte le capacità, le risorse
tecnologiche o organizzative perelaborare l’alternativa migliore
alla soluzione del problema
GARANZIA DI IMPLEMENTAZIONE
il coinvolgimento della controparte è rilevante peravere, dopo la
negoziazione, garanzie circa lo sviluppo operativo; se la decisione
venisse presa unilateralmente, la controparte potrebbe, in sede
operativa, rifiutarsi di collaborare
GARANZIA DI IMPLEMENTAZIONE
il coinvolgimento della controparte è rilevante peravere, dopo la
negoziazione, garanzie circa lo sviluppo operativo; se la decisione
venisse presa unilateralmente, la controparte potrebbe, in sede
operativa, rifiutarsi di collaborare
IN SINTESI E’ ZONA DI POTENZIALE NEGOZIAZIONE, IL TERRITORIO
IN CUI, QUANDOUN PROBLEMA SI PRESENTA, METTE IN CRISI
RESPONSABILITA’/RISULTATI DI DUE OPIU’ RUOLI
E RICHIEDE L’IMPIEGO DI RISORSE CHE SI TROVANOIN
PERSONE, RUOLI, FUNZIONI DIVERSE
IN SINTESI E’ ZONA DI POTENZIALE NEGOZIAZIONE, IL TERRITORIO
IN CUI, QUANDOUN PROBLEMA SI PRESENTA, METTE IN CRISI
RESPONSABILITA’/RISULTATI DI DUE OPIU’ RUOLI
E RICHIEDE L’IMPIEGODI RISORSE CHE SI TROVANOIN
PERSONE, RUOLI, FUNZIONI DIVERSE
Le cause della negoziazione
91
Il paradosso della negoziazione
Opero con persone diverse da
me per ottenere vantaggi
che non raggiungerei
singolarmente
(o con altri simili a me)
MA
poiché devo tenere
conto anche delle
esigenze diverse
DEVO METTERE IN DISCUSSIONE PARTE DEI VANTAGGI
CHE OTTERREI OPERANDO DA SOLO
NON POSSO OTTENERE SOLO PER ME IL VANTAGGIO
MASSIMO ASSOLUTO DELL'OPERARE INSIEME
DEVO METTERE IN DISCUSSIONE PARTE DEI VANTAGGI
CHE OTTERREI OPERANDO DA SOLO
NON POSSO OTTENERE SOLO PER ME IL VANTAGGIO
MASSIMO ASSOLUTO DELL'OPERARE INSIEME
92
Il paradosso della negoziazione
negoziare vuol dire integrarsi NON diventare
uguali
negoziare NON è sinonimo di collaborare
NON è scopo della negoziazione creare
identità
NON è scopo della negoziazione eliminare la
conflittualità
93
Diversità non antagonismo
LA CONTROPARTE NON E’ ANTAGONISTA, MA UN
ALTRO ENTE/ RUOLO AZIENDALE CON PROPRI
BISOGNI/OBIETTIVI
IN ALCUNI MOMENTI DEL RAPPORTO OCCORRE
COINVOLGIMENTO E COMPRENSIONE PER ANDARE
OLTRE LA PROPRIA VISIONE DELLA SITUAZIONE
LA CONTROPARTE NON E’ ANTAGONISTA, MA UN
ALTRO ENTE/ RUOLO AZIENDALE CON PROPRI
BISOGNI/OBIETTIVI
IN ALCUNI MOMENTI DEL RAPPORTO OCCORRE
COINVOLGIMENTO E COMPRENSIONE PER ANDARE
OLTRE LA PROPRIA VISIONE DELLA SITUAZIONE
NEGOZIAZIONE VUOL DIRE
GESTIRE DIVERSITA'
diversità di opinioni, di interessi,
di obiettivi, di bisogni,
di informazioni, ecc.
94
Contenuto e relazione negoziale
PIANODELLAPIANODELLA
RELAZIONERELAZIONE
atteggiamenti
comportamenti
capacità
PIANODELPIANODEL
CONTENUTOCONTENUTO
situazione del contesto
percezione del problema
e delle conseguenze
conoscenze/competenze
preparazione strategia
dimensione strumentale
dimensione ideologica/
valoriale
95
Il passi del processo negoziale
Chiarire gli interessi
Individuare le opzioni
Organizzare percorsi alternativi possibili
Selezionare un patto
Perfezionare il patto
96
Azioni che
preparano
il confronto
DURANTEDURANTE
Comportamenti di
gestione del confronto
Analisi
conseguenze
e risultati
DD
OO
PP
OO
Le fasi della negoziazione
IL PROCESSO DI NEGOZIAZIONE NON E' SOLO IL MOMENTO DELIL PROCESSO DI NEGOZIAZIONE NON E' SOLO IL MOMENTO DEL
CONFRONTO. NEGOZIARE SIGNIFICA GESTIRE IN MODOCONFRONTO. NEGOZIARE SIGNIFICA GESTIRE IN MODO
INTEGRATO E COERENTE, RISPETTO AGLI OBIETTIVI, I TREINTEGRATO E COERENTE, RISPETTO AGLI OBIETTIVI, I TRE
MOMENTI I CUI FATTORI CRITICI SONO:MOMENTI I CUI FATTORI CRITICI SONO:
PP
RR
II
MM
AA
97
DEFINIZIONE DEL CONTESTO:DEFINIZIONE DEL CONTESTO:
quadro conflittuale-collaborativo della
situazione
oggetto su cui negoziare
DEFINIZIONE DEL CONTESTO:DEFINIZIONE DEL CONTESTO:
quadro conflittuale-collaborativo della
situazione
oggetto su cui negoziare
DEFINIZIONE DELL'APPROCCIODEFINIZIONE DELL'APPROCCIO
obiettivi da perseguire
partecipanti e potere negoziale
tempi a disposizione
risorse attivabili
aree di incertezza sfruttabili
strategie e possibili soluzioni
DEFINIZIONE DELL'APPROCCIODEFINIZIONE DELL'APPROCCIO
obiettivi da perseguire
partecipanti e potere negoziale
tempi a disposizione
risorse attivabili
aree di incertezza sfruttabili
strategie e possibili soluzioni
1) PIANIFICARE
PP
RR
II
MM
AA
98
CONFRONTOINFORMATIVOCONFRONTOINFORMATIVO
analisi e raccolta delle informazioni
reciproche
aggiustamento delle proprie ipotesi
esplicitare i risultati auspicabili
CONFRONTOINFORMATIVOCONFRONTOINFORMATIVO
analisi e raccolta delle informazioni
reciproche
aggiustamento delle proprie ipotesi
esplicitare i risultati auspicabili
ACCORDOACCORDO
ricerca di un obiettivo ottimale
definizione conclusiva ed esplicita
ACCORDOACCORDO
ricerca di un obiettivo ottimale
definizione conclusiva ed esplicita
2) INTERAGIRE
DURANTEDURANTE
99
prediligere nella
discussione
sotto-obiettivi
quantificabili
e tempificabili
Indagare con molte
domande bisogni/esigenze
e interessi dell'altro
Proporre argomenti singoli
con approfondimenti
iniziare dai "motivi"
perpoi esprimere
il disaccordo
2) INTERAGIRE
ComportamentiComportamenti
negozialinegoziali
100
ancorare e non
lasciare nulla
in sospeso
Spostarsi su altri
argomenti persostenere
una proposta, solo
quando il primo perde forza
verificare la
comprensione con
domande e
ricapitolazioni
descrivere sentimenti
e impressioni
per stabilire
un clima di fiducia
2) INTERAGIRE
ComportamentiComportamenti
negozialinegoziali
101
3) VALUTARE
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTIVALUTAZIONE DEGLI EFFETTI
DELL'ACCORDODELL'ACCORDO
effetti immediati
effetti futuri
VALUTAZIONE DEGLI EFFETTIVALUTAZIONE DEGLI EFFETTI
DELL'ACCORDODELL'ACCORDO
effetti immediati
effetti futuri
VERIFICA DEI RISULTATIVERIFICA DEI RISULTATI
rapporto obiettivi/risultati conseguiti
cause dei problemi avuti
VERIFICA DEI RISULTATIVERIFICA DEI RISULTATI
rapporto obiettivi/risultati conseguiti
cause dei problemi avuti
DD
OO
PP
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  • 2. 2 Di cosa parleremo oggi: StiliStili di comunicazionedi comunicazione Elementi diElementi di comunicazionecomunicazione interpersonaleinterpersonale NegoziazioneNegoziazione e conflittoe conflitto ComunicazioneComunicazione e negoziazionee negoziazione ComunicazioneComunicazione organizzativaorganizzativa
  • 3. ELEMENTI DIELEMENTI DI COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE INTERPERSONALEINTERPERSONALE ““Come, quando e perché si comunica …”Come, quando e perché si comunica …”
  • 4. 4 Cos’è la comunicazione? Semplice trasferimento di dati e informazioni attraverso unSemplice trasferimento di dati e informazioni attraverso un determinato canale? . . .determinato canale? . . . (Shannon e Weaver, 1949) o un processo dinamico e continuo tra due interlocutori cheo un processo dinamico e continuo tra due interlocutori che si influenzano reciprocamente?si influenzano reciprocamente? ELEMENTI:ELEMENTI: Fonte, messaggio, canale, ricevente, effettoFonte, messaggio, canale, ricevente, effetto
  • 5. 5 Generalmente, gli interlocutori siGeneralmente, gli interlocutori si ripartiscono equamente la responsabilitàripartiscono equamente la responsabilità del buon esito della comunicazionedel buon esito della comunicazione In alcuni casi, uno dei dueIn alcuni casi, uno dei due interlocutori aumenta la propriainterlocutori aumenta la propria “partecipazione” permassimizzare il“partecipazione” permassimizzare il risultato della comunicazionerisultato della comunicazione La responsabilità del successo
  • 6. 6 Comunicando succede che: VOGLIAMODIREVOGLIAMODIRE 100 DICIAMODICIAMO L’INTERLOCUTORE COMPRENDEL’INTERLOCUTORE COMPRENDE L’INTERLOCUTORE ASCOLTAL’INTERLOCUTORE ASCOLTA 80 60 40 Cosa rimane della comunicazione:
  • 7. 7 Èlo specchio dell’efficaciadellacomunicazionee implicacircuitidi retroazione: Il feedback CONFERMA: comunica l’accettazione della comunicazione RIFIUTO: nega la comunicazione pur presupponendo l’esistenza dell’altro DISCONFERMA: nega l’esistenza stessa dell’interlocutore
  • 8. 8 Ne ssuno di no i può po rtarsi ne lla te sta un’o rg anizz az io ne , una fam ig lia o una co m unità. Que llo che ci po rtiam o ne lla te sta so no im m ag ini, ipo te si, sto rie . Im m ag ini inte rne pro fo ndam e nte radicate de l m o do in cui il m o ndo funz io na, im m ag ini che ci lim itano a m o di fam iliari di pe nsare e di ag ire Peter M. Senge No n e siste m appa g iusta o sbag liata: Ci so no m appe più o m e no ade g uate pe r affro ntare la re altà Filtri culturali e modelli mentali
  • 9. 9 La percezione La percezione è il filtro tra noi e il mondo, ovvero il processo attraverso cui elaboriamo gli stimoli provenienti dall’ambiente e attribuiamo loro un significato Situazione Contesto Ambiente … Filtri percettivi  Culturali  Uditivi  Visivi  Cinestesici Il filtro della percezione
  • 10. 10  Come, di conseguenza, ci comportiamo Dalla percezione dipende: Come recepiamo ciò che gli altri ci dicono Come interpretiamo ciò che gli altri dicono
  • 11. 11 Ci fanno organizzare gli elementi della realtà “colmando i vuoti” Ci fanno attribuire un certo significato a ciò che ci succede intorno Ci fanno interpretare la realtà alla luce della precedente esperienza UNASTESSACOSAUNASTESSACOSA PUÒAVEREPUÒAVERE SIGNIFICATIDIVERSISIGNIFICATIDIVERSI PERDIVERSEPERDIVERSE PERSONEPERSONE I filtri percettivi
  • 12. 12 Per comunicare in modo efficace è importantePer comunicare in modo efficace è importante mettere inmettere in comune mappe diversecomune mappe diverse e ampliare l’area condivisae ampliare l’area condivisa MAPPA A MAPPA B Arricchire la propria mappa!Arricchire la propria mappa! Ancorare il più possibile la comunicazione a dati e fatti!Ancorare il più possibile la comunicazione a dati e fatti! Limitare le interpretazioni!Limitare le interpretazioni! Alla base della comunicazione efficace
  • 13. 13  I processi di pensiero sono automatici ed inconsci  Selezioniamo sempre cosa è rilevante e cosa è da ignorare  Cerchiamo sempre la conferma alle nostre ipotesi spesso senza verificarle realmente  I nostri ragionamenti non sono sempre espliciti  Un atteggiamento di chiusura può compromettere la comprensione del messaggio  Le nostre opinioni (anche pre-costituite) influenzano le nostre azioni Nella comunicazione…
  • 14. 14  Tendiamo a farprevalere il nostro punto di vista piuttosto che capire quello altrui  Le nostre azioni possono causare conseguenze impreviste  Gli altri possono interpretare le nostre azioni in maniera distorta: ciascuno si forma le sue opinioni sulla base delle azioni degli altri, non delle loro intenzioni  Tendiamo a vedere solo la nostra parte della storia: non chiediamo spiegazioni di certi comportamenti, in quanto crediamo di conoscerle. E quindi…
  • 15. 15 Le regole della comunicazione 1) Tutto è comunicazione, NON SI PUÒNON COMUNICARE: Si comunica con il comportamento, l’attività o l’inattività, le parole o i silenzi, l’aspetto e la voce … (Watzlawick, 1967)
  • 16. 16 2) In ogni comunicazione esiste un livello di CONTENUTO (il messaggio, la notizia, l’informazione,…) e uno di RELAZIONE (contesto che determina l’interpretazione del messaggio) Le regole della comunicazione È importante trovare un equilibrio fra i due livelli ! (Watzlawick, 1967)
  • 17. 17 3) Ogni processo di comunicazione ha una sua PUNTEGGIATURA: ovvero la sequenza degli atti comunicativi ci informano sulla relazione fra gli interlocutori e su chi “governa” meglio la relazione Le regole della comunicazione (Watzlawick, 1967)
  • 18. 18 4) La comunicazione può essere analogica (gesti, immagini, tono, voce, espressione del volto) o numerica (codice alfabetico o numerico). I canali della comunicazione sono: VERBALE (linguaggio), PARA VERBALE (voce), NON-VERBALE (corpo) Solitamente attraverso il canale verbale passano i messaggi di contenuto, mentre attraverso il para verbale e non verbale vengono veicolati i messaggi di relazione. Le regole della comunicazione (Watzlawick, 1967)
  • 19. 19 CANALE VERBALE CANALE NON VERBALE MessaggiMessaggi didi contenutocontenuto MessaggiMessaggi didi relazionerelazione Larelazionefragliinterlocutorièdefinitaanchedal modo incui vieneformulato ilcontenuto edalcontesto della comunicazione(relazione) In generale:In generale: Le regole della comunicazione (Watzlawick, 1967)
  • 20. 20 5) I processi di comunicazione possono essere SIMMETRICI o COMPLEMENTARI a seconda dell’uguaglianza o differenza fra gli interlocutori, delle loro posizioni all’interno dell’organizzazione Le posizioni relative di ciascun interlocutore dipendono dal contesto e dalla situazione Le regole della comunicazione
  • 21. 21 L’efficacia della comunicazione Rispetto all’obiettivo atteso tutti i soggetti coinvolti hanno una corresponsabilità nel processo comunicativo (dal modello lineare a quello circolare) L’efficacia della comunicazione si misura dal risultato: ciò che conta non sono le intenzioni ma ciò che arriva, ovvero la percezione altrui
  • 22. 22 InfluenzareInfluenzare il comportamentoil comportamento Modificare iModificare i comportamenticomportamenti Farriflettere suFarriflettere su nuove ideenuove idee Le finalità della comunicazione
  • 23. 23 mimica facciale uso degli occhi il contatto corporeo movimenti e gesti prossimità Attenzione al canale non verbale! Parla, parla, ti sto ascoltando
  • 24. 24 Comunicazione a una o due vie Differenza nella direzione della comunicazione interpersonale e organizzativa 1 via: più tempo di preparazione, responsabile l’emittente, meno precisa 2 vie: meno tempo di preparazione, responsabilità condivisa, più “sicura”, più faticosa
  • 25. 25 COMUNICAZIONEA UNA VIA COMUNICAZIONEA DUEVIE messaggio semplice obiettivo predeterminato numero di destinatari alto autorità comando dipendenza componenti emotivetrascurate tempi brevi assenzadi conflitti messaggio complesso obiettivo delineato numero di destinatari basso partecipazione interscambio interdipendenza componenti emotiveenfatizzate tempi lunghi possibili situazioni conflittuali Comunicazione a una o due vie
  • 26. 26 Ascolto attivo Comunicare l’ascolto Ascoltare L’ASCOLTO È UN PROCESSOA DUE VIE PERQUESTO SI PARLA DI ASCOLTO ATTIVO La comprensione dell’altro richiede sollecitazioni, esplicitazioni e concessione di spazi Ascolto attivo:
  • 27. 27 Sospendere i giudizi di valore “Haragione, hatorto” Mettersi nei panni dell’altro “Qualeèilsuopunto divista?” Ascoltare Attentamente Ilsilenzioaiutaacapire ASCOLTO ATTIVO Dimostrare Empatia Meta-comunicazione Verificare la comprensione Deicontenuti e dellarelazione Ascolto attivo:
  • 28. 28 Perun’efficace gestione del processo comunicativo è importante comunicare con le parti in modo empatico, così da creare sintonia relazionale: Comunicare all’altro la propria attenzioneattenzioneattraverso: atteggiamento aperto messaggi di conferma COMUNICARECOMUNICARE L’EMPATIAL’EMPATIA le parole che dice le emozioni che prova Mettersi nei panni dell’altro per sentiresentire: COMUNICARECOMUNICARE CON EMPATIACON EMPATIA L’empatia
  • 29. 29 LE TECNICHE VERBALI: Parafrasare i contenuti Esplicitare le implicazioni del messaggio ricevuto Interpretare gli stati d’animo dell’interlocutore Stimolare ulteriori chiarimenti Tecniche di ascolto attivo: Guardare con attenzione Assentire Prendere nota mantenendo il contatto visivo Esprimere sentimenti in modo empatico LE TECNICHE NON VERBALI:
  • 30. 30  Peraumentareleinformazioni condivise  Peraccrescerelasintoniafra gli interlocutori stessi comunicando l’intenzione di capire prima di formulare giudizi • Facendo domande • Usando tecniche di riformulazione e ricapitolazione Perché un ascolto attivo? e come? • Dimostrando empatia • Utilizzando un linguaggio di precisione
  • 31. 31 COSA SO COSA SO IN PIÙ COSA DOVREI SAPERE Le domande di precisione sono utili per:  per mettere a fuoco la natura dell’esigenza e capire cosa è necessario conoscere perrisolverla  per raccogliere le informazioni al fine di colmare il dislivello di conoscenza Essere precisi nella comunicazione
  • 32. 32 Tecniche di riformulazione Ripetere quello che è stato detto dall’interlocutore parafrasando e usando termini e concetti diversi perverificare che si sta intendendo la stessa cosa Ridurre o eliminare, se possibile, la negatività Riformulare quanto detto dall’interlocutore per esempio eliminando tutti i termini e gli accenti che trasmettono negatività così da rendere “neutra” la sua dichiarazione Come?Obiettivo Comunicare all’interlocutore:  di averascoltato  di averrielaborato  di volercapire Verificarediavercompreso!Verificarediavercompreso!
  • 33. 33  Comunicare all’interlocutore che lo si sta ascoltando  Sottolineare i punti salienti della comunicazione e rafforzarne il ricordo  Chiarire e concordare le conseguenze pratiche e operative della comunicazione RiassumereeribadireRiassumereeribadire ipuntiessenzialiper:ipuntiessenzialiper: Tecniche di ricapitolazione:
  • 34. 34 Il linguaggio di precisione È una tecnica di ascolto per: Fornire informazioni che siano messaggi chiari e comprensibili Raccogliere informazioni chiare, precise, definite e circoscritte Comprendere situazioni in modo inequivocabile
  • 35. 35 I comportamenti funzionali ad una efficace comunicazione • Ascolto attivoAscolto attivo • Domande di specificazioneDomande di specificazione • RiformulazioneRiformulazione • RicapitolazioneRicapitolazione
  • 36. 36  Per non trasmettere messaggi distorti è consapevole non solo di quello che si dice, ma anche di come lo sta dicendo  Quando comunica non trascura l’importanza di inviare messaggi positivi di conferma: messaggi che comunicano apertura e disponibilità  Non si ferma solo alle parole dette dai propri collaboratori/gruppo ma dedica attenzione ai comportamenti che esprimono emozioni, atteggiamenti, intenzioni. Comunicazione e leadership: Con l’obiettivo di influenzare il comportamento del gruppo o dei collaboratori, il leader:
  • 37. 37 ENTRARE IN RELAZIONE SENZA COLLUDERE DARE SPAZIOAGLI ALTRI EVITARE IL CONFLITTO PERSONALE Comunicare nel gruppo
  • 38. 38 Ricapitolando, una comunicazione efficace è: FINALIZZATA si basa sul riconoscimento di affidabilità PRAGMATICA ha un impatto sulla esperienza (passata,presente, futura) dell'interlocutore TRASPARENTE si integra facilmente negli schemi mentali dell'interlocutore SUPPORTIVA non mette in crisi l'identità dell'interlocutore CREDIBILECREDIBILE UTILEUTILE COMPRENSIBILECOMPRENSIBILE CONFERMANTECONFERMANTE
  • 39. STILISTILI DI COMUNICAZIONEDI COMUNICAZIONE Le caratteristiche della nostra comunicazioneLe caratteristiche della nostra comunicazione
  • 41. RICORDATI SEMPRE ....RICORDATI SEMPRE .... NON FARE MAI ....NON FARE MAI .... BISOGNA ESSERE ....BISOGNA ESSERE .... NON SI DEVE ....NON SI DEVE .... SEI RIDICOLO .... ASSURDO ....SEI RIDICOLO .... ASSURDO .... COME TI PERMETTI? ....COME TI PERMETTI? .... 41
  • 42.  SENTIMENTO DI VULNERABILITA' E DI DEBOLEZZA CHE SPINGE ADANTICIPARE L'ATTACCOTEMUTO  IPERVALUTAZIONE DI SÉ E SOTTOVALUTAZIONE DEGLI ALTRI  ECCESSIVAMENTE AUTOCENTRATO Le cause del comportamento aggressivo 42
  • 43. MI SCUSI, NON VOLEVO....MI SCUSI, NON VOLEVO.... MI DISPIACE ....MI DISPIACE .... SE MI PERMETTE, VORREI ....SE MI PERMETTE, VORREI .... MI PIACEREBBE ....MI PIACEREBBE .... NON SO SE FACCIO ODICONON SO SE FACCIO ODICO BENE, MA ....BENE, MA .... 43
  • 44.  TIMORE DELLA PERDITA DELLA APPROVAZIONE DEGLI ALTRI  PAURA DI OFFENDERE  SCAMBIARE LA PASSIVITA' PERGENTILEZZA E CORTESIA  DIFFICOLTÀ A RICONOSCERE I PROPRI DIRITTI  CARENZA DI ABILITÀ COMPORTAMENTALI Le cause del comportamento passivo 44
  • 45. 45 IOPENSOO CREDOCHE ....IOPENSOO CREDOCHE .... HO L'IMPRESSIONE CHE ....HO L'IMPRESSIONE CHE .... SECONDOME ....SECONDOME .... IN CHE MISURA ....IN CHE MISURA .... IN CHE MODO, PERCHÉ? ....IN CHE MODO, PERCHÉ? .... ESAMINANDOOBIETTIVAMENTEESAMINANDOOBIETTIVAMENTE LA QUESTIONE ....LA QUESTIONE .... E' PROBABILE CHE ....E' PROBABILE CHE .... VALUTIAMO INSIEME SE ....VALUTIAMO INSIEME SE ....
  • 46. 46 E' UN TIPODI COMPORTAMENTO SOCIALE IN GRADODI FACILITARE IL RAGGIUNGIMENTODEGLI OBIETTIVI PREFISSATI MEDIANTE L’UTILIZZODI UN ELEVATOLIVELLO DI ABILITA' SOCIALE E ORGANIZZATIVA. Il comportamento assertivo
  • 47. COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE ORGANIZZATIVAORGANIZZATIVA Dalla comunicazione del singolo a quella delleDalla comunicazione del singolo a quella delle organizzazioni …organizzazioni …
  • 48. 48 Percomodità di studio … ESTERNA:ESTERNA: Stabilire una relazione con il cliente/utente, con l’obiettivo di migliorare il servizio fornito, veicolare valori, soddisfare bisogni espressi e non INTERNA:INTERNA: Facilitare e coordinare le attività di individui e gruppi e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione
  • 49. 49 Il processo comunicativo Trasformarlo in messaggio… Condividerlo con gli altri Definire un contenuto …
  • 50. 50 La comunicazione formale SUPPORTISUPPORTI MEZZI DIMEZZI DI COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE PROCEDUREPROCEDURE Garantiscono completezza, omogeneità, univocità, trasferibilità e conservazione dell’informazione Si usano in situazioni prevedibili e standardizzabili
  • 51. 51 La comunicazione non formale Risolve problemi non prevedibili e standardizzabili Integra e supplisce alla carenza delle comunicazioni formali Perfeziona e rafforza le relazioni
  • 52. 52 Funzioni comunicative INFORMATIVAINFORMATIVA Divulgare informazioni, notizie, condividere decisioni. Scoprire o spiegare qualcosa, aggiornare FUNZIONALEFUNZIONALE Strumentale, percompiere o conseguire qualcosa; farefare in modo chein modo che qualcuno siqualcuno si comporti incomporti in unauna determinatadeterminata manieramaniera CREATIVACREATIVA Esprimere sentimenti ed emozioni. Far emergere creatività ed estro Provare a giocare e sperimentarsi in contesti diversi
  • 53. 53 Altre esigenze comunicative Peril gusto di stare in compagniaPeril gusto di stare in compagnia FUNZIONE DI CONTATTOSOCIALEFUNZIONE DI CONTATTOSOCIALE Perdare sollievo ad una preoccupazionePerdare sollievo ad una preoccupazione FUNZIONE DI ALLEVIAMENTO DELL'ANSIAFUNZIONE DI ALLEVIAMENTO DELL'ANSIA Perl'interesse provato verso una data situazionePerl'interesse provato verso una data situazione FUNZIONE DI STIMOLAZIONEFUNZIONE DI STIMOLAZIONE Perchè la situazione lo richiedePerchè la situazione lo richiede FUNZIONE LEGATA AL RUOLOFUNZIONE LEGATA AL RUOLO
  • 54. 54 Comunicare sul lavoro Perchésto comunicando?Perchésto comunicando? (quale obiettivo: informare, proporre, esprimere opinioni, formare, ecc.)(quale obiettivo: informare, proporre, esprimere opinioni, formare, ecc.) Achicomunicherò?Achicomunicherò? (individuare con precisione i destinatari, i loro obiettivi, linguaggi,(individuare con precisione i destinatari, i loro obiettivi, linguaggi, aspettative, conoscenze, …)aspettative, conoscenze, …) Cosaecomecomunicherò?Cosaecomecomunicherò? (confini del tema, schema di massima, tempi, mezzi usati, ecc.)(confini del tema, schema di massima, tempi, mezzi usati, ecc.) OrganizzareleideeOrganizzareleidee ((schema delle idee comprensibile, ricordabile, valutabile, dati di supporto,schema delle idee comprensibile, ricordabile, valutabile, dati di supporto, esempi, …)esempi, …) COMUNICAZIONE EFFICACE: • Coinvolge chi ascolta • Raggiunge l’obiettivo
  • 55. NEGOZIAZIONE E CONFLITTONEGOZIAZIONE E CONFLITTO Come gestire un processo negozialeCome gestire un processo negoziale
  • 56. 56 PROCESSO PER CUI UN INDIVIDUO PERCEPISCE CHE IPROCESSO PER CUI UN INDIVIDUO PERCEPISCE CHE I PROPRI INTERESSI SONO OSTACOLATI O INFLUENZATIPROPRI INTERESSI SONO OSTACOLATI O INFLUENZATI NEGATIVAMENTE DALL’ALTRA PARTENEGATIVAMENTE DALL’ALTRA PARTE INTERAZIONE TRA INDIVIDUI (O PARTI) I CUI INTERESSIINTERAZIONE TRA INDIVIDUI (O PARTI) I CUI INTERESSI SONO INTERDIPENDENTISONO INTERDIPENDENTI PROCESSO IN CUI CIASCUNA PARTE PERCEPISCE LAPROCESSO IN CUI CIASCUNA PARTE PERCEPISCE LA SODDISFAZIONE DEGLI INTERESSI ALTRUI COMESODDISFAZIONE DEGLI INTERESSI ALTRUI COME OSTACOLO DELLA PROPRIAOSTACOLO DELLA PROPRIA STATO INTERNO ED ESTERNO IN CUI È PRESENTE UNSTATO INTERNO ED ESTERNO IN CUI È PRESENTE UN FORTE COINVOLGIMENTO EMOTIVOFORTE COINVOLGIMENTO EMOTIVO Qualche definizione di conflitto
  • 57. 57 Metaforicamente parlando … Conflitto come opportunità: si ricercano possibilità perrisolvere situazioni di antagonismo Conflitto come guerra: si tenta di annientare a tutti i costi il nemico Conflitto come viaggio: esplorando varie possibilità si cerca un punto di incontro
  • 58. 58 Principi diversi Proposte contrastanti Sovrapposizione, assenza di ruoli Materiale, informazioni potere, conoscenze contese Tipi di conflitto DI IDEEDI IDEE DI RUOLODI RUOLO DI INTERESSEDI INTERESSE
  • 59. 59 Antecedenti del conflitto  Personalità o valoriPersonalità o valori incompatibiliincompatibili  Confini di ruolo pocoConfini di ruolo poco chiarichiari  Competizione perCompetizione per risorse limitaterisorse limitate  Competizione traCompetizione tra diversi sottosistemidiversi sottosistemi organizzativiorganizzativi  ComunicazioneComunicazione inadeguatainadeguata  AttivitàAttività interdipendentiinterdipendenti  Complessità organizzativaComplessità organizzativa  Politiche o regolePolitiche o regole irragionevoli o pocoirragionevoli o poco chiarechiare  Scadenze irragionevoli oScadenze irragionevoli o esagerateesagerate  Processi decisionaliProcessi decisionali collettivicollettivi  Aspettative non realizzateAspettative non realizzate  Conflitti rimasti irrisolti oConflitti rimasti irrisolti o sospesisospesi
  • 60. 60 Le tipologie del conflitto CONFLITTOFUNZIONALECONFLITTOFUNZIONALE CONFLITTOPATOLOGICOCONFLITTOPATOLOGICO  Promuove gli interessi dell’organizzazione  Può essere considerato fisiologico, costruttivo, funzionale, cooperativo Minaccia gli interessi dell’organizzazione E’ da considerarsi distruttivo, poiché ostacola la performance organizzativa
  • 61. 61 • Non si accetta la diversità di opinioni, credenze, progetti, obiettivi, … • Il consenso è un punto di partenza perampliare i propri interessi • Il conflitto va soppresso, eluso, rimosso È un rapportoÈ un rapporto antagonista in cuiantagonista in cui le parti cercano dile parti cercano di strapparsistrapparsi vicendevolmente ilvicendevolmente il massimo possibilemassimo possibile  LOTTALOTTA FENOMENOFENOMENO PATOLOGICOIN CUI:PATOLOGICOIN CUI: Conflitto patologico
  • 62. 62 Come gestire il conflitto patologico STILE COMPORTAMENTO Integrante Confrontare i contenuti e collaborare all’identificazione del problema. Soppesare le soluzioni alternative e arrivare alla soluzione finale di lunga durata. Premuroso Mettere in secondo piano le sue preoccupazioni, a favore di quelle dell’altra parte. Appianare. Minimizzare le differenze e valorizza i punti in comune. Dominante o coercitivo Si preoccupa molto di sé, poco degli altri. Si basa sull’autorità formale che conduce all’obbedienza
  • 63. 63 STILE COMPORTAMENTO Propenso ad evitare il conflitto Non adeguato nel caso di problemi difficili o con tendenza al peggioramento. Procura una soluzione temporanea, che non affronta il problema reale. Favorevole al compromesso Caratterizzato da un moderato grado di preoccupazione persé e gli altri. Si estrinseca in un dare e ricevere. Appropriato nel caso in cui le parti mirino ad obiettivi opposti o dispongano dello stesso grado di potere. Spesso porta ad una soluzione temporanea, che può soffocare un problem solving di carattere creativo Come gestire il conflitto patologico
  • 64. 64 • Accettazione della diversità di opinioni e credenze • Il consenso è un punto di arrivo • Il conflitto è una fonte di energia E’ un processo cheE’ un processo che consente alle parti diconsente alle parti di ottenereottenere congiuntamente risultaticongiuntamente risultati superiori a ciò chesuperiori a ciò che singolarmente avrebberosingolarmente avrebbero potutopotuto  NEGOZIAZIONENEGOZIAZIONE FENOMENOFENOMENO FUNZIONALE IN CUIFUNZIONALE IN CUI Conflitto funzionale
  • 65. 65 CONFLITTOCONFLITTO  FUNZIONALE AL BILANCIAMENTOFUNZIONALE AL BILANCIAMENTO TRA I DIVERSI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERETRA I DIVERSI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE SI SVILUPPA LA CAPACITÀ DEI SOGGETTI DI NEGOZIARE (in presenza di beni scarsi: tempo, risorse, denaro, ....) SI ABITUANOLE PERSONE A INFLUENZARSI RECIPROCAMENTE PERRAGGIUNGERE UN EQUILIBRIOCONSENSUALE SI SOLLECITA E INCENTIVA LA CAPACITA’ DI TOLLERARE, CONFRONTARSI, COINVOLGERE, COMUNICARE IN SITUAZIONI DIVERSE Conflitto come opportunità se …
  • 66. 66 Stimolare i conflitti funzionali CONFLITTO PROGRAMMATO Conflitto che suscita e sollecita il sorgere di opinioni diverse o contrapposte, sulla base di fatti rilevanti e non, in difesa di interessi politici o personali AVVOCATO DEL DIAVOLO Conflitto originato dall’assegnare a qualcuno un ruolo critico perl’equilibrio del gruppo METODO DIALETTICO Conflitto che si sostanzia nell’esplorare le tesi e le antitesi e pervenire all’accordo. Sviluppa un dibattito tra punti di vista opposti, peruna migliore comprensione del problema
  • 67. 67 Fattispecie di conflitto ConflittoConflitto tra gruppitra gruppi ConflittoConflitto di personalitàdi personalità ConflittoConflitto interculturaleinterculturale
  • 68. 68 Contrasto interpersonale che si basa su antipatie personali, disaccordi su questioni varie, modi differenti di essere e comportarsi Il conflitto di personalità ConflittoConflitto di personalitàdi personalità
  • 69. 69 Conflitto di personalità al lavoro Su più livelli si dovrebbe promuovere una cultura organizzativa che attribuisca alto valore al rispetto perle persone. Il management tutto dovrebbe fungere da modello di attenzione, rispetto e apertura. In ogni attività lavorativa andrà favorito lo spirito collaborativo piuttosto che quello aggressivo o eccessivamente competitivo. ConflittoConflitto di personalitàdi personalità
  • 70. 70 Il conflitto tra gruppi Situazione conflittuale originata dalla chiusura dei membri del gruppo. Tendenza a vedere gli elementi esterni al gruppo come una minaccia, considerando positivi, corretti e indiscutibili i principi del gruppo stesso. Visione distorta degli altri gruppi e dei loro elementi (“tutti uguali, tuttisbagliati, tutti opposti, ecc.”) ConflittoConflitto tra gruppitra gruppi
  • 71. 71 Gestire il conflitto nel gruppo Favorire momenti di contatto fra il gruppo e l’esterno Cercare di ridurre la tendenza alla stereotipizzazione e all’in groupthinkingattraverso l’interazione continua Avviare iniziative di formazione sul teambuilding Sostenere atteggiamenti positivi nei confronti dei membri di altri gruppi (empatia, curiosità, comprensione) Evitare o neutralizzare i pettegolezzi ConflittoConflitto tra gruppitra gruppi
  • 72. 72 Il conflitto interculturale Alcuni individui appartenenti ad una certa cultura si reputano superiori ad altri appartenenti ad una cultura diversa ConflittoConflitto interculturaleinterculturale
  • 73. 73 Essere buoni ascoltatori Essere sensibili ai bisogni degli altri Essere collaborativi piuttosto che ipercompetitivi Sostenere una leadership inclusiva Cercare di accomodare piuttosto che prevalere Costruire relazioni tramite conversazioni Essere comprensivi Evitare il conflitto valorizzando l’armonia Prendersi cura degli altri, svolgendo funzione di mentore Favorire relazioni interculturali ConflittoConflitto interculturaleinterculturale
  • 74. 74 Alcune considerazioni sul conflitto al lavoro Alti e costanti livelli di conflitto tendono a minare la soddisfazione professionale e la motivazione intrinseca al lavoro I conflitti diminuiscono con l’aumentare della difficoltà degli obiettivi e con la chiarezza attraverso la quale vengono trasmessi e condivisi Se si desidera raggiungere un miglioramento duraturo, è necessario risalire alle origini reali del conflitto
  • 75. 75 La gestione dei conflitti IMPOSIZIONE: vince chi ha più potere COMPROMESSO: “do ut des” che consente di superare l’impasse, mantenendo una buona relazione ma penalizzando in parte i risultati ACCORDO: le due parti ottengono il massimo dei risultati possibili attraverso il processo di
  • 76. 76 Strategie e risultati possibili WIN – LOSE (vinco perdi) LOSE – LOSE (perdo perdi) WIN – WIN (vinco vinci)
  • 77. 77 AccordoAccordo equo e lealeequo e leale Rapporti più solidi basatiRapporti più solidi basati sullasulla collaborazionecollaborazione ee sullasulla fiduciafiducia ApprendimentoApprendimento Risultati del conflitto La gestione del conflitto si apprendeLa gestione del conflitto si apprende osservandola ed esercitandola attraversoosservandola ed esercitandola attraverso NEGOZIAZIONENEGOZIAZIONE
  • 78. 78 La negoziazione TRANSAZIONI ATTRAVERSOLE QUALI DUE (OPIÙ) ATTORI PERVENGONO ADUNA DECISIONE CONGIUNTA, IN MERITOADUNO(OPIÙ) PROBLEMI LA CUI SOLUZIONE RAPPRESENTA UN FINE COMUNE, MA RISPETTOAL QUALE, ESSI POSSEGGONO OBIETTIVI (ALMENO IN PARTE) DIVERGENTI TRANSAZIONI ATTRAVERSOLE QUALI DUE (O PIÙ) ATTORI PERVENGONO ADUNA DECISIONE CONGIUNTA, IN MERITOADUNO(O PIÙ) PROBLEMI LA CUI SOLUZIONE RAPPRESENTA UN FINE COMUNE, MA RISPETTOAL QUALE, ESSI POSSEGGONO OBIETTIVI (ALMENOIN PARTE) DIVERGENTI • EFFICACIA COMUNICATIVA • IL PROBLEMSOLVING, • IL PENSIEROPOSITIVO OPERATIVO A PARTIRE DA DIFFERENTI POSIZIONI, BISOGNI, OBIETTIVI PROCESSO ARTICOLATOe COMPOSTO, IN CUI SONO IN GIOCO:
  • 79. 79 Ascolto attivoAscolto attivo Domande di specificazioneDomande di specificazione RiformulazioneRiformulazione RicapitolazioneRicapitolazione Negoziare e comunicare
  • 80. 80 Condizioni contestuali COMPLESSITA’ - DINAMICITA’ - INCERTEZZA cioè INSTABILITA’ DELL’AMBIENTE ESTERNO- INTERNO COMPLESSITA’ - DINAMICITA’ - INCERTEZZA cioè INSTABILITA’ DELL’AMBIENTE ESTERNO- INTERNO SITUAZIONE A RAZIONALITA’ LIMITATA Non esiste una soluzione giusta in assoluto ma più soluzioni plausibili e coerenti SITUAZIONE A RAZIONALITA’ LIMITATA Non esiste una soluzione giusta in assoluto ma più soluzioni plausibili e coerenti Il contesto richiede quindi:
  • 81. 81 IN SITUAZIONI DI RAPPORTO TRA DUE O PIU’ PARTI CHE DEVONO OPERARE INSIEME - INTERAGIRE PARTENDO DA POSIZONI DIVERSE PER RAGGIUNGERE I PROPRI OBIETTIVI IN SITUAZIONI DI RAPPORTO TRA DUE O PIU’ PARTI CHE DEVONO OPERARE INSIEME - INTERAGIRE PARTENDO DA POSIZONI DIVERSE PER RAGGIUNGERE I PROPRI OBIETTIVI I SOGGETTI NEGOZIALI HANNO, RISPETTO ALLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA, OBIETTIVI (ALMENO IN PARTE) DIVERGENTI I SOGGETTI NEGOZIALI HANNO, RISPETTO ALLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA, OBIETTIVI (ALMENO IN PARTE) DIVERGENTI SITUAZIONE DILEMMATICA: esigenza di raggiungere un accordo e contemporaneamente di massimizzare le proprie utilità di parte SITUAZIONE DILEMMATICA: esigenza di raggiungere un accordo e contemporaneamente di massimizzare le proprie utilità di parte Quando negoziare
  • 83. 83 I RUOLI E LE FUNZIONI COINVOLTE IN UN PROCESSO NEGOZIALE PARTONO DA BISOGNI/OBIETTIVI CHE POSSONOESSERE PARZIALMENTE CONFLITTUALI: ognuno intende massimizzareil proprio risultato, con azioni, soluzioni chenonsono potenzialmente condivisedall’altro PARZIALMENTE COLLABORATIVI: entrambi, perruolo, devono raggiungere i propri risultati, che passano però, attraverso il coinvolgimento/contributo dellacontroparte Obiettivi collaborativi e conflittuali
  • 84. 84 I vantaggi della negoziazione SI TRATTA DI VANTAGGI CHE IL SINGOLONON POTREBBE OTTENERE AFFRONTANDODA SOLOLA SITUAZIONE • Maggioresoddisfazionedei propri bisogni • Risparmio di risorsee/o utilizzo di risorsenonpossedute • Raggiungimento di obiettivi irraggiungibili singolarmente
  • 87. 87 Orientamenti negoziali 1)1) VALENZE PREVALENTEMENTEVALENZE PREVALENTEMENTE CONFLITTUALICONFLITTUALI DIMENSIONE OGGETTIVA Obiettivi personali e/o di ruolo contrastanti o che si penalizzano reciprocamente DIMENSIONE SOGGETTIVA Percezione di superiorità/ inferiorità Obiettivi di potere
  • 88. 88 Orientamenti negoziali 2)2) VALENZE PREVALENTEMENTEVALENZE PREVALENTEMENTE COLLABORATIVECOLLABORATIVE DIMENSIONE OGGETTIVA Obiettivi personali e/o di ruolo reciprocamente supportivi DIMENSIONE SOGGETTIVA Obiettivi di disponibilità ad andare d’accordo
  • 89. 89 Le cause della negoziazione ETEROGENEITA’ interfunzionalità dell’oggetto della negoziazione più componenti aziendali sono coinvolte; ognuna ha proprie informazioni, posizioni e orientamenti, e presidia una fetta del problema ETEROGENEITA’ interfunzionalità dell’oggetto della negoziazione più componenti aziendali sono coinvolte; ognuna ha proprie informazioni, posizioni e orientamenti, e presidia una fetta del problema EQUILIBRIODI POTERE nessuna delle due parti ha tutte le leve perpoterdecidere, o determinare, da sola, il risultato finale EQUILIBRIODI POTERE nessuna delle due parti ha tutte le leve perpoterdecidere, o determinare, da sola, il risultato finale INDETERMINATEZZA DEI COMPORTAMENTI DA SEGUIRE non esistono modelli di comportamento definiti, norme, procedure e/o prassi consolidate non servono; occorre ricercare e utilizzare comportamenti organizzativi finalizzati al confronto, alla ricerca di strade perdefinire e raggiungere obiettivi comuni INDETERMINATEZZA DEI COMPORTAMENTI DA SEGUIRE non esistono modelli di comportamento definiti, norme, procedure e/o prassi consolidate non servono; occorre ricercare e utilizzare comportamenti organizzativi finalizzati al confronto, alla ricerca di strade perdefinire e raggiungere obiettivi comuni
  • 90. 90 CARENZA DI RISORSE nessuno dei due interlocutori ha tutte le capacità, le risorse tecnologiche o organizzative perelaborare l’alternativa migliore alla soluzione del problema CARENZA DI RISORSE nessuno dei due interlocutori ha tutte le capacità, le risorse tecnologiche o organizzative perelaborare l’alternativa migliore alla soluzione del problema GARANZIA DI IMPLEMENTAZIONE il coinvolgimento della controparte è rilevante peravere, dopo la negoziazione, garanzie circa lo sviluppo operativo; se la decisione venisse presa unilateralmente, la controparte potrebbe, in sede operativa, rifiutarsi di collaborare GARANZIA DI IMPLEMENTAZIONE il coinvolgimento della controparte è rilevante peravere, dopo la negoziazione, garanzie circa lo sviluppo operativo; se la decisione venisse presa unilateralmente, la controparte potrebbe, in sede operativa, rifiutarsi di collaborare IN SINTESI E’ ZONA DI POTENZIALE NEGOZIAZIONE, IL TERRITORIO IN CUI, QUANDOUN PROBLEMA SI PRESENTA, METTE IN CRISI RESPONSABILITA’/RISULTATI DI DUE OPIU’ RUOLI E RICHIEDE L’IMPIEGO DI RISORSE CHE SI TROVANOIN PERSONE, RUOLI, FUNZIONI DIVERSE IN SINTESI E’ ZONA DI POTENZIALE NEGOZIAZIONE, IL TERRITORIO IN CUI, QUANDOUN PROBLEMA SI PRESENTA, METTE IN CRISI RESPONSABILITA’/RISULTATI DI DUE OPIU’ RUOLI E RICHIEDE L’IMPIEGODI RISORSE CHE SI TROVANOIN PERSONE, RUOLI, FUNZIONI DIVERSE Le cause della negoziazione
  • 91. 91 Il paradosso della negoziazione Opero con persone diverse da me per ottenere vantaggi che non raggiungerei singolarmente (o con altri simili a me) MA poiché devo tenere conto anche delle esigenze diverse DEVO METTERE IN DISCUSSIONE PARTE DEI VANTAGGI CHE OTTERREI OPERANDO DA SOLO NON POSSO OTTENERE SOLO PER ME IL VANTAGGIO MASSIMO ASSOLUTO DELL'OPERARE INSIEME DEVO METTERE IN DISCUSSIONE PARTE DEI VANTAGGI CHE OTTERREI OPERANDO DA SOLO NON POSSO OTTENERE SOLO PER ME IL VANTAGGIO MASSIMO ASSOLUTO DELL'OPERARE INSIEME
  • 92. 92 Il paradosso della negoziazione negoziare vuol dire integrarsi NON diventare uguali negoziare NON è sinonimo di collaborare NON è scopo della negoziazione creare identità NON è scopo della negoziazione eliminare la conflittualità
  • 93. 93 Diversità non antagonismo LA CONTROPARTE NON E’ ANTAGONISTA, MA UN ALTRO ENTE/ RUOLO AZIENDALE CON PROPRI BISOGNI/OBIETTIVI IN ALCUNI MOMENTI DEL RAPPORTO OCCORRE COINVOLGIMENTO E COMPRENSIONE PER ANDARE OLTRE LA PROPRIA VISIONE DELLA SITUAZIONE LA CONTROPARTE NON E’ ANTAGONISTA, MA UN ALTRO ENTE/ RUOLO AZIENDALE CON PROPRI BISOGNI/OBIETTIVI IN ALCUNI MOMENTI DEL RAPPORTO OCCORRE COINVOLGIMENTO E COMPRENSIONE PER ANDARE OLTRE LA PROPRIA VISIONE DELLA SITUAZIONE NEGOZIAZIONE VUOL DIRE GESTIRE DIVERSITA' diversità di opinioni, di interessi, di obiettivi, di bisogni, di informazioni, ecc.
  • 94. 94 Contenuto e relazione negoziale PIANODELLAPIANODELLA RELAZIONERELAZIONE atteggiamenti comportamenti capacità PIANODELPIANODEL CONTENUTOCONTENUTO situazione del contesto percezione del problema e delle conseguenze conoscenze/competenze preparazione strategia dimensione strumentale dimensione ideologica/ valoriale
  • 95. 95 Il passi del processo negoziale Chiarire gli interessi Individuare le opzioni Organizzare percorsi alternativi possibili Selezionare un patto Perfezionare il patto
  • 96. 96 Azioni che preparano il confronto DURANTEDURANTE Comportamenti di gestione del confronto Analisi conseguenze e risultati DD OO PP OO Le fasi della negoziazione IL PROCESSO DI NEGOZIAZIONE NON E' SOLO IL MOMENTO DELIL PROCESSO DI NEGOZIAZIONE NON E' SOLO IL MOMENTO DEL CONFRONTO. NEGOZIARE SIGNIFICA GESTIRE IN MODOCONFRONTO. NEGOZIARE SIGNIFICA GESTIRE IN MODO INTEGRATO E COERENTE, RISPETTO AGLI OBIETTIVI, I TREINTEGRATO E COERENTE, RISPETTO AGLI OBIETTIVI, I TRE MOMENTI I CUI FATTORI CRITICI SONO:MOMENTI I CUI FATTORI CRITICI SONO: PP RR II MM AA
  • 97. 97 DEFINIZIONE DEL CONTESTO:DEFINIZIONE DEL CONTESTO: quadro conflittuale-collaborativo della situazione oggetto su cui negoziare DEFINIZIONE DEL CONTESTO:DEFINIZIONE DEL CONTESTO: quadro conflittuale-collaborativo della situazione oggetto su cui negoziare DEFINIZIONE DELL'APPROCCIODEFINIZIONE DELL'APPROCCIO obiettivi da perseguire partecipanti e potere negoziale tempi a disposizione risorse attivabili aree di incertezza sfruttabili strategie e possibili soluzioni DEFINIZIONE DELL'APPROCCIODEFINIZIONE DELL'APPROCCIO obiettivi da perseguire partecipanti e potere negoziale tempi a disposizione risorse attivabili aree di incertezza sfruttabili strategie e possibili soluzioni 1) PIANIFICARE PP RR II MM AA
  • 98. 98 CONFRONTOINFORMATIVOCONFRONTOINFORMATIVO analisi e raccolta delle informazioni reciproche aggiustamento delle proprie ipotesi esplicitare i risultati auspicabili CONFRONTOINFORMATIVOCONFRONTOINFORMATIVO analisi e raccolta delle informazioni reciproche aggiustamento delle proprie ipotesi esplicitare i risultati auspicabili ACCORDOACCORDO ricerca di un obiettivo ottimale definizione conclusiva ed esplicita ACCORDOACCORDO ricerca di un obiettivo ottimale definizione conclusiva ed esplicita 2) INTERAGIRE DURANTEDURANTE
  • 99. 99 prediligere nella discussione sotto-obiettivi quantificabili e tempificabili Indagare con molte domande bisogni/esigenze e interessi dell'altro Proporre argomenti singoli con approfondimenti iniziare dai "motivi" perpoi esprimere il disaccordo 2) INTERAGIRE ComportamentiComportamenti negozialinegoziali
  • 100. 100 ancorare e non lasciare nulla in sospeso Spostarsi su altri argomenti persostenere una proposta, solo quando il primo perde forza verificare la comprensione con domande e ricapitolazioni descrivere sentimenti e impressioni per stabilire un clima di fiducia 2) INTERAGIRE ComportamentiComportamenti negozialinegoziali
  • 101. 101 3) VALUTARE VALUTAZIONE DEGLI EFFETTIVALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELL'ACCORDODELL'ACCORDO effetti immediati effetti futuri VALUTAZIONE DEGLI EFFETTIVALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELL'ACCORDODELL'ACCORDO effetti immediati effetti futuri VERIFICA DEI RISULTATIVERIFICA DEI RISULTATI rapporto obiettivi/risultati conseguiti cause dei problemi avuti VERIFICA DEI RISULTATIVERIFICA DEI RISULTATI rapporto obiettivi/risultati conseguiti cause dei problemi avuti DD OO PP OO