1. Osservare e Valutare lo sviluppo
Valutare lo sviluppo di un bambino
• Misurare le sue abilità nelle diverse aree;
• Verificare se il suo iter è nella norma o presenta
delle difficoltà;
• Eventualmente predisporre interventi di
supporto.
2. Osservare e Valutare lo sviluppo
Cosa si intende misurare?
• Ogni tentativo di quantificare comportamento
degli individui ;
• Associare dei numeri a degli aspetti specifici del
comportamento osservabilecomportamento osservabile
IMPORTANTE: in psicologia non si cerca di misurare
una semplice collezione di eventi osservabili, ma un
costrutto astratto che spiega e organizza tali eventi
(intelligenza, attaccamento ecc.)
3. Osservare e Valutare lo sviluppo
• una buona misurazione è quella che tra tutti gli
eventi possibili osserva empiricamente quelli che
si avvicinano al costrutto preso in esame
Misurazione come processo selettivo (Axia, D’Odorico,
1993):
Quando si misura si sono selezionati alcuni aspetti
della realtà e del comportamento e si è deciso di
tralasciarne altri.
4. Osservare e Valutare lo sviluppo
Diverse tecniche di misurazione:
• Test
• Questionari
• Osservazione diretta• Osservazione diretta
5. I metodi nella valutazione dello
sviluppo
La valutazione dello sviluppo si serve di
strumenti per ottenere le informazioni su cui
poi ricavare dei risultati
5
poi ricavare dei risultati
In psicologia dello sviluppo si usano:
– Osservazione
– Domande/test
– Sperimentazione
6. L’osservazione I
Non è un semplice guardare…
Bisogna essere addestrati a farlo, definire chi, cosa, come
osservare, e con quali tecniche:
– carta e matita
– videoregistrazioni
6
– videoregistrazioni
– specchio unidirezionale
1. L’osservatore non dovrebbe influenzare i soggetti
2. C’è bisogno di più osservatori per trovare un accordo e
raggiungere una maggiore obiettività
3. Spesso si ricorre all’ “osservatore cieco” per evitare influenze
7. L’osservazione II
• Naturalistica o strutturata
• Partecipata o non partecipata
• Narrazione continua o episodi circoscritti
• Campionatura del tempo o degli eventi
• Uno solo o più categorie comportamentali
7
• Uno solo o più categorie comportamentali
• Osservazione di un solo individuo o di un gruppo
Rischi: tempi lunghi, solo comportamenti osservabili,
influenza dell’osservatore
8. Alcuni spunti di riflessione sull’osservazione
• consapevolezza delle proprie tematiche interne
• integrazione di diverse prospettive teoriche(prospettiva
sull’attaccamento, prospettiva psicodinamica,
prospettiva sistemica, etc.,)
• capacità di acquisire un “occhio della mente” e una “mente dell’occhio”
}“Lenti” attraverso
cui guardiamo e
comprendiamo il materiale
osservato
8
• capacità di acquisire un “occhio della mente” e una “mente dell’occhio”
• l’osservazione ha a disposizione varie tecniche tra cui scegliere quella più adatta
all’oggetto di indagine
Sfatare alcuni miti dell’osservazione :
• osservare non è registrare fedelmente e direttamente la realtà
• l’osservazione si fonda sempre su un’ipotesi di lavoro o quantomeno su una curiosità
• osservare non vuol dire interpretare ma è un momento intermedio tra percezione del
fenomeno e interpretazione
9. Progetto : l’osservazione di un bambino
• Cercate un bambino tra i 2 e i 6 anni di età
• Chiedete ai suoi genitori il permesso di osservarlo. Rassicurateli che non avete intenzione
di sottoporlo a dei test e che desiderate semplicemente osservare un bambino normale in
una situazione normale
• Stabilite un momento in cui potete osservare il bambino per almeno un’ora a casa o in
un’altra situazione familiare. (se frequenta l’asilo nido potete condurre là vostra
osservazione, dopo aver avuto il permesso degli educatori. Sentitevi liberi di muovervi
liberamente e non intervenite mai direttamente.
• Quando cominciate ad osservare sistematevi in un posto in cui non siete notati così da non
disturbare la consueta routine quotidiana
• Scrivete per circa un’ora tutto ciò che il bambino fa e se riuscite tutto quello che dice nel
9
• Scrivete per circa un’ora tutto ciò che il bambino fa e se riuscite tutto quello che dice nel
odo più completo possibile. Descrivete solo quello che vedete e che ascoltate. Nessun
commento personale e nessuna valutazione
• Rileggete ciò che avete scritto prendendo in considerazione le seguenti domande:
1. Sono riuscito ad essere obiettivo e a registrare tutto ciò che il bambino ha
fatto?
2. Se non è stato cosi che tipo di fatti ho tralasciato?
3. Ho evitato di annotare le mie valutazioni e interpretazioni?
4. La mia presenza ha avuto un effetto e quale sul bambino osservato?
5. Quali informazioni si possono ricavare su quel particolare bambino dai miei
appunti?
6. È possibile sapere quante volte il bambino ha cercato di richiamare
l’attenzione su di sé oppure ottenere una misura del suo livello di attività?
10. Le domande/test I
• Si tratta di interviste e questionari
• Richiedono una competenza linguistica abbastanza
elevata (non sempre sono adatti con bambini piccoli,
utili a partire da età prescolare).
• Con i bambini si può usare la forma orale, e un
linguaggio semplice; si possono chiarire o
riformulare le domande.
10
riformulare le domande.
• Permettono di analizzare situazioni non osservabili, e
di raccogliere i dati da un numero elevato di soggetti
11. Le domande II
• Domande aperte o chiuse
• Per iscritto o inserite nella conversazione (bambini più
piccoli)
• Informazioni fornite dai diretti interessati
(autovalutazioni, “self-report”) o da altre persone
11
(autovalutazioni, “self-report”) o da altre persone
(etero-valutazioni)
• Somministrate singolarmente o in gruppo
• Strutturato o non strutturato
Rischi: desiderabilità sociale, difficoltà a rispondere,
risposte globali o sommarie
12. Un esempio:
Il Questionario per la valutazione del comportamento sociale
nell’asilo nido (D’Odorico, Cassibba, Buono)
Esempio di item:
• Il bambino preferisce giocare da solo e allontana i compagni se gli si
avvicinano
• Cede facilmente i giocattoli se un altro bambino glieli chiede
• E’ oggetto di aggressioni fisiche da parte degli altri compagni
12
• E’ oggetto di aggressioni fisiche da parte degli altri compagni
• Se il bambino è assente dalla scuola i compagni si accorgono della
sua mancanza e chiedono di lui all’insegnante
Modalità di risposta:
Raramente qualche volta abbastanza spesso molto spesso
13. Il buon osservatore è in grado di sfruttare le proprie abilità (relative alla sfera
percettiva, cognitiva, emotiva e comunicativa) per leggere adeguatamente la
realtà
QUALITA’ DELLL’OSSERVATORE
Il buon osservatore è in grado di partecipare o estraniarsi dal contesto di
osservazione a secondo del tipo di osservazione che sta conducendo
Il buon osservatore è in grado di contenere al massimo le proprie distorsioni
soggettive (es. addestramento) oppure compensare le carenze di uno strumento
(es videoripresa)
14. 1. Ricerca osservativa vs Raccolta dati di tipo osservativo
• Studia il flusso spontaneo di un fenomeno senza manipolazione ed in
condizioni non controllate
VALIDITA’ ECOLOGICA
L’OSSERVAZIONE NELLA RICERCA
VALIDITA’ ECOLOGICA
2. Osservazione partecipante vs Osservazione sistematica
• Non ha ipotesi precise e partecipa alle attività
• Ha ipotesi che guidano l’osservazione, riduce al minimo la sua
partecipazione
15. Per quanto possa darci molte utili informazioni può essere
viziata da una serie di distorsioni:
È più facile che rimangano impressi in memoria episodi
molto frequenti e/o inusuali
L’OSSERVAZIONE SPONTANEA
Alcuni soggetti, per le loro caratteristiche possono
attirare più di altri
Vengono tralasciati comportamenti rilevanti
L’osservazione spontanea è carente di oggettività:
distorsioni soggettive
16. VALIDITA’ DELL’OSSERVAZIONE
Capacità di uno strumento di misurare quello che si propone di valutare
VALIDITA’ DI
CONTENUTO
VALIDITA’ DI
COSTRUTTO
Capacità di osservare TUTTI gli
aspetti interessanti di un
fenomeno
Capacità di osservare in relazione
a TEORIE di riferimento bene
precise
17. Progettazione della ricerca osservativa:
1. Scoprire quali sono i contesti in cui si manifesta il comportamento
• osservazioni preliminari
2. Strutturare le osservazioni :
• omogeneità di contesti
• verificare la validità di contenuto
3. Selezionare i soggetti da osservare e il momento in cui effettuare
17
3. Selezionare i soggetti da osservare e il momento in cui effettuare
l’osservazione
4. Individuare il contesto naturale di osservazione più adatto in base
al comportamento che si vuole osservare
5. Garantire la naturalezza del comportamento manifesto lasciando
l’osservatore sullo sfondo
6. In alcuni casi controllare il contesto dell’osservazione (anche con
l’uso del laboratorio)
19. ATTENDIBILITA’ DELL’OSSERVAZIONE
Capacità di uno strumento di rilevare i dati in modo preciso, coerente e
stabile
TEST-RETEST ATTEND INTER-
GIUDICI
Osservazioni stabili dello
stesso strumento in tempi
differenti
Stabilità delle
osservazioni di
giudici
indipendenti
(percentuale di
accordo e K di
Cohen)
ATTEND INTRA-
GIUDICE
Stabilità delle
osservazioni di
uno stesso
giudice
20. FORMALIZZAZIONE E SISTEMATIZZAZIONE DELLE OSSERVAZIONI PRODOTTE
Definire precisamente :
– Chi osservare
L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA
– Cosa osservare
– Come osservare
– Dove osservare
– Quando osservare
21. • Chi osservare: selezione dei soggetti
Tre scelte possibili:
1. Campionamento basato su un individuo focale
2. Campionamento basato su una scansione
veloce e sequenziale di tutti gli individui
presentipresenti
3. Campionamento basato sull’individuo che
manifesta un dato comportamento
La scelta dipende dalle caratteristiche del comportamento e dal livello di dettaglio della
valutazione
22. A seconda dei tipi di comportamenti che devono essere rilevati possono essere
adatte le diverse strategie :
rilevazione a SCANSIONE: quando si
prevede che il comportamento si verifichi
molto frequentemente e in molti individui; si
rilevazione basata sul campionamento
del COMPORTAMENTO:
comportamenti rari o con frequenza
22
molto frequentemente e in molti individui; si
rileva solo la comparsa
rilevazione su INDIVIDUO FOCALE: risulta
molto dettagliata, ma comporta tempi di
osservazione molto prolungati
comportamenti rari o con frequenza
irregolare; controllo completo
dell’ambiente e dei soggetti
23. Supporti cartacei o supporti meccanici
Vantaggi della videoregistrazione:
Codifica successiva alla rilevazione
Rivedere più volte il comportamento da codificare
• Come osservare: i dispositivi di rilevazione
Rivedere più volte il comportamento da codificare
Confronto tra osservatori diversi
Svantaggi della videoregistrazione:
Non ha la stessa mobilità e la velocità dell’occhio
umano
Condizionamento sul comportamento: accorgimenti
per ridurre la reattività dei soggetti
24. Osservazioni videoregistrate
Vantaggi
1. Dislocazione temporale
2. Possibilità di rivedere
Svantaggi
1. Limitata ampiezza del campo
2. Deterioramento materiale
24
2. Possibilità di rivedere
più volte il video
3. Minimizzazione del rischio
di cambiare i criteri di
codifica col passare del tempo
4. Controllo dell’affidabilità
2. Deterioramento materiale
tecnico (es. microfoni) e
perdita di informazioni
3. Reattività dei soggetti osservati
25. Scelta del contesto osservativo: setting in cui è più
probabile la manifestazione del fenomeno
Utilità delle osservazioni preliminari
Utilità della strutturazione del contesto
Necessità di variare i setting osservativi
La scelta dipende dall’ interesse teorico
• Dove e quando osservare: il setting osservativo
La scelta dipende dall’ interesse teorico
Scelta dei tempi di osservazione: precisa pianificazione
dei tempi di osservazione, dei momenti della giornata e
dei giorni
Frammentare le osservazioni e garantire a tutti i soggetti
gli stessi tempi di osservazione
26. MESSA A PUNTO DI UNO SCHEMA DI OSSERVAZIONE
un insieme di descrizioni comportamentali, che è utilizzata per rilevare solo i
comportamenti rilevanti per il ricercatore (criterio della selettività)
• Cosa/Come osservare
VANTAGGI:VANTAGGI:
A. Economia e manegevolezza;
B. Precisione anticipata nella definizione del problema;
C. Obiettività e quindi maggiore precisione della rilevazione;
D. Quantificazione dei risultati
27. SCHEMA DI OSSERVAZIONE
Nella messa a punto di uno schema di osservazione si può procedere secondo un
approccio:
• Induttivo/empirico: le categorie sono derivate dalle osservazioni;
• Deduttivo/razionale: le categorie sono dedotte dalla teoria di riferimento.
La sua costruzione impone i seguenti passi:
A. La scelta delle variabili concettuali e delle definizioni operativeA. La scelta delle variabili concettuali e delle definizioni operative
B. Scelta dell’ unità di analisi
C. Questioni inerenti il processo di codifica
D. Definizione delle categorie
28. Scelta di quale frammento di comportamento inserire
nelle categorie come singola unità di analisi:
Approccio molecolare: il più piccolo segmento di comportamento osservabile
es: singola parola o comportamento non verbale; il gesto di
LA SCELTA DELL’UNITA’ DI ANALISI
es: singola parola o comportamento non verbale; il gesto di
condividere un gioco
Approccio molare: unità di analisi più ampia consistente in un insieme di
comportamenti o un’ interazione completa
es: uno scambio interattivo completo
29. Inserimento delle rilevazioni nella griglia di osservazione
Scelta del livello di ampiezza delle categorie e del conseguente sforzo
interpretativo:
Codifica fenotipica: schemi con “microcategorie” di tipo descrittivo
aderenza alla realtà ma meno inf
es: “il bambino picchia il compagno”
LA CODIFICA
es: “il bambino picchia il compagno”
Codifica genotipica: schemi con “macrocategorie” di tipo interpretativo
più informative ma più rischio di soggettività
es: “il bambino è aggressivo”
30. Inserimento delle rilevazioni nella griglia di osservazione
Scelta del tipo di codifica:
Classificatorio (presenza/assenza e codifica sequenziale)
Dimensionale (rating scale: valutazione graduata e codifica differenziale
LA CODIFICA
Dimensionale (rating scale: valutazione graduata e codifica differenziale
valutazione più rapida ma maggiore soggettività
31. Operazionalizzazioni diverse della stessa variabile (riferimento a comportamenti
osservabili: operazionalità)
Medesimo livello di ampiezza:molecolare vs molare
Precise o mutualmente esclusive: ogni comportamento può essere codificato in
una sola categoria che quindi è chiaramente distinguibile da un’altra (esclusività e
distinguibilità)
LA DEFINIZIONE DELLE CATEGORIE
distinguibilità)
Esaustive: le categorie devono ricoprire tutte la manifestazioni del costrutto
Affidabili: osservatori differenti devono usarle allo stesso modo
32. Linee guida per la costruzione di uno schema di codifica:
Definire in modo chiaro e univoco i comportamenti da osservare;
Conoscere le linee generali di sviluppo del fenomeno da analizzare;
Consultare gli schemi di codifica già utilizzati in letteratura
La griglia di osservazione può essere suddivisa in tre tipologie: schema di
codifica, checklist o scale di valutazione.
32
Consultare gli schemi di codifica già utilizzati in letteratura
È importante, inoltre, seguire 3 regole fondamentali per cui le categorie devono:
Riferirsi ad aspetti diversi della stessa variabile sottostante;
Collocarsi tutte allo stesso livello di ampiezza;
Essere esaustive e mutualmente esclusive;
33. Tre strategie di rilevazione/osservazione:
Schemi di codifica: insieme di categorie per rilevare la presenza/assenza o la
frequenza di un comportamento
Rating scale: insieme di item che valutano un costrutto complesso difficilmente
divisibile in comportamenti specifici (es. competenza sociale); valutazione graduata
GRIGLIE DI OSSERVAZIONE
divisibile in comportamenti specifici (es. competenza sociale); valutazione graduata
(intensità): risparmio di tempo ma maggiore soggettività
Check list: Comportamenti (chiaramente definiti e differenziabili) in ordine di
complessità crescente di cui se ne rivela la presenza-assenza: livello di sviluppo
raggiunto
34. scende le scale alternando i passi
corre mostrando controllo della velocità e della direzione
salta e atterra con i piedi uniti
si arrampica e ridiscende con facilità
batte le mani con ritmo
batte i piedi con ritmo
CHECK LIST: UN ESEMPIO
batte i piedi con ritmo
La presenza di ciascuna indica un livello di sviluppo motorio più evoluto; rilevazione facile
e rapida
SVANTAGGIO: poche competenze riconducibili in check list
35. Valutare le caratteristiche delle categorie di questo schema di codifica :
scambia un oggetto con il compagno
guarda negli occhi un compagno
guarda l’oggetto con cui un compagno sta giocando
ESERCITAZIONE: CATEGORIE
guarda l’oggetto con cui un compagno sta giocando
parla ad un compagno
36. VIOLAZIONI:
1. variabili differenti: prima categoria (attività sociale con oggetti); seconda e terza
(uso sguardo sociale) ultima (comunicazione);
1. livelli di ampiezza differenti: la prima riflette un comportamento complesso
mentre le altre un’azione singola;
ESERCITAZIONE: LE CATEGORIE
1. no mutua esclusività: sovrapponibilità tra lo sguardo ed il parlare del bambino con
il compagno.
37. Le insegnanti delle classi di prima media sono interessanti a verificare se il livello di
attenzione degli alunni sia influenzato dalle modalità di conduzione della
lezione e dall’argomento trattato. Delineare una possibile organizzazione delle
sessioni osservative precisando:
Il contesto e i tempi di osservazione;
L’oggetto di osservazione: focale, sequenziale o su comportamento;
ESERCITAZIONE: Il setting osservativo
L’oggetto di osservazione: focale, sequenziale o su comportamento;
La modalità di registrazione ed eventuali accorgimenti per ridurre la reattività
38. CONTESTO: tre lezioni di materie diverse, per ogni classe sei sessioni, due per
materia (frontale vs cooperative learning);
TEMPI: due settimane durante lezioni;
OGGETTO: scan sampling;
ESERCITAZIONE: Il setting osservativo
REGISTRAZIONE: diretta con griglia riportante nomi;
REATTIVITA’: precendente familiarizzazione, isolamento ed attività di
mascheramento.