Il Prof. Antonino Giuffrida, referente scientifico del Dipartimento Culture e Società, partner di BookAlive, presenta la sua visione della rivoluzione digitale nel mondo del libro, proponendo anche la rivisitazione in questa chiave di un famoso testo del '600 che illustra il funerale di Filippo IV, eseguito secondo lo schema del "Teatro del Mondo". Sarà questo l'oggetto culturale che sarà protagonista della sperimentazione del suo Istituto all'interno del progetto.
3. #
LEGUNT NON LAEDUNT
Un motto simbolico scritto in un cartiglio
sotto il quale api operose raccolgono il
polline dei fiori per trasformarlo in miele.
Una simbologia esoterica con la quale si
allude al fatto che lo studioso, il ricercatore
deve utilizzare le opere del passato per
costruire, senza distruggere, una nuova realtà.
Il nostro gruppo di lavoro ha voluto scegliere
questo motto per indicare l’obiettivo che si
prefigge: la realizzazione di un modello
operativo che interpreti lo spirito del progetto
BookAlive
4. #
Scrivere un libro, leggere un libro, rilegare un libro, schedare un
libro: un verbo e una parola; un’azione collegata ad un oggetto
costituito da pagine di carta dove sono impresse parole, pensieri,
riflessioni.
Il libro è uno strumento essenziale per la costruzione di una civiltà e
di una società ma, è anche il risultato di una innovazione tecnologia:
l’uso dei caratteri mobili e del torchio da stampa.
Nuova tecnologia con la quale si supera la grave crisi nella quale
versava la civiltà del manoscritto.
5. #
Il manoscritto combatte la sua battaglia
prima di morire: libri e manoscritti
convivono nello stesso scafale, rilegati
nello stesso modo, contengono in molti
casi gli stessi testi ma, nel giro di pochi
anni, il libro cannibalizzerà il
manoscritto.
Le pagine del manoscritti serviranno per
avvolgere i pesci al mercato e le
pergamene dei codici saranno utilizzate
come copertine per rilegare i libri.
6. #
In questi anni stiamo vivendo
una nuova rivoluzione
tecnologica che sta
trasformando radicalmente i
processi di comunicazione
legati all’uso della carta
stampata. Si sta ripetendo,
sotto forme nuove, il conflitto
che ha visto contrapposti
alcuni secoli fa il libro e il
manoscritto
Il libro stampato sul supporto
cartaceo resiste all’attacco sferrato
dalla editoria immateriale che
utilizza i supporti informatici e si
diffonde utilizzando la rete internet,
ma arretra inesorabilmente sotto il
duplice attacco della
digitalizzazione e della diffusione
dei nuovi formati di lettura
elettronica come il Pdf o gli ebook
7. #
In questa prospettiva il
nostro gruppo di
lavoro ha scelto di
effettuare una
sperimentazione su un
volume del ‘600, scelto
di concerto con la
Biblioteca centrale della
Regione siciliana,
dedicato al cerimoniale
con il quale si sono
celebrate le esequie del
re Filippo IV
Si sta lavorando a costruire
un modello che permetta di
effettuare una lettura non
già di un testo, digitalizzato
come se fosse un’anastatica,
bensì di una complessa
struttura dove immagini,
testo, suoni e commenti
permettano di superare la
lettura dei caratteri per
proiettarsi in un nuovo
modo di usare un oggetto
che per comodità
continuiamo a chiamare
libro
Morto il libro viva il
libro: in realtà il libro
non muore ma, come la
fenice risorge sempre
dal rogo sacrificale in
una nuova forma
9. #
«Quando sarà finita la macchina della pompa funebre da farsi in questa
maggiore chiesa … all’hora si descriverà e manderà in stampa dovendo
essere accompagnata da molte circostanze che la renderanno assai
cospicua nel Teatro del Mondo»
Lo scenario del teatro del Mondo descritto da Girolamo Matranga nel
suo libro è effimero, costruito con carta, gesso, legno, stucco , destinato
a durare fisicamente pochi giorni ma ad essere fissato sulla carta e a
proiettarsi nel futuro pronto a rivivere.
Un corpo ibernato che nel momento in cui siano disponibili gli
strumenti necessari, lo si fa rivivere.
Il volume ha il merito di aver congelato l’evento e di aver predisposto
le condizioni, dopo diversi secoli, per farlo rivivere.
Il riferimento al Teatro del Mondo non è causale ma è collegato alla influenza della cultura barocca
spagnola. Calderón de la Barca nella sua opera Il Gran Teatro del Mondo quando fa entrare in scena il
Mondo gli fa pronunciare queste parole: «Autore mio liberale al cui potere e accento deve ogni cosa
obbedienza, io, gran teatro del mondo, perché vi possano gli uomini rappresentare e ciascuno trovi
predisposto ciò ch’è necessario alla parte obediente»
10. #
Si tratta di un modello ottimale per una lettura, nel
contesto siciliano, della connessione tra morte
secentesca e «le scenografie funerarie teatrali di cui il
disegno e l’incisione ci hanno lasciato l’immagine:
espressione congiunta e indissociabile della sensibilità
barocca alla morte e dell’esibizione di potenza dei
grandi nell’epoca delle monarchie assolute»
Proprio per questo l’autore vuole che dell’effimera
scenografia rimanga testimonianza da tramandare ai
posteri.
Gli unici strumenti che ha disposizione sono l’oggetto
libro e l’oggetto incisione
11. #
Le parole cercano anche di ricreare la suggestione
della colonna sonora che accompagnava i diversi
spazi teatrali. Così nella Cattedrale
«Ne sei Palchi, coperti a nero, sei Chori musicali si
disposero. Ne’ quattro estremi i Cantori, ne i
tramezzati le Sinfonie. Ciascuno de’ Chori, di scelti, e
radoppiati Bassi, Tenori, Alti, e Discanti,
accompagnati da Organo, e da viola reale, pieno, et
harmonico tramesse per tutto il Tempio il suono.
Piena fù altresì de’ due mezzi la Sinfonia; la quale,
oltre a gli Organi, da cinque viole, e da più strumenti
flebili da fiato risultava»
Dopo il lutto e le gramaglie la gioia per il nuovo re esplode in tutta la sua magnificenza: Campane a morto,
gramaglie, apparati funerari, la guardia degli “alemanni” con le alabarde brunite si contrappongono a luminarie,
salve di cannone e di moschetteria, vestiti rutilanti e catene d’oro massiccio, paggi con livree con passamaneria
d’oro. Il linguaggio nobiliare si coniuga con quella della gerarchia statale pubblica dando luogo a una cerimonia che
culminerà nel “condurre” lo stendardo reale per le strade della città di Palermo
12. #
L’omaggio a Filippo IV si ripete con
moduli analoghi in tutti i domini spagnoli
ed è documentato da un’ampia
bibliografia.
Il trattato di Ménestrier ci testimonia che il
modello per celebrare i solenni funerali
dedicati all’immagine dei sovrani, dei
pontefici e in generale alle «personnes
illustres en naissance, vertu e dignitè» si è
consolidato nell’Europa del ‘600 in modo
omogeneo.
Il complesso multimediale realizzato nel
volume di Matranga ci mostra un modello
che non è siciliano ma europeo.