Per chi ha incorporato il modello costruttivista l’apprendimento è caratterizzato: non dall’accumulo di conoscenze e abilità
bensì da trasformazioni qualitative degli schemi interpretativi della realtà (come in quel contesto così oggi, trovate una situazione analoga a quella che stiamo studiando)
da costruzione di significato mediante la negoziazione con altri soggetti (sintesi tramite creazione di domande e nodi)
da progetti di conoscenza che attivano l’intenzionalità ad apprendere (faccio così perché è meglio per me)
3. Modelli teorici e pratiche valutative (sito)
• Paradigmi in evoluzione:
1. Il modello lineare
2. La docimologia
3. Il comportamentismo
4. La pedagogia per obiettivi
5. Le teorie della programmazione
6. L’approccio sistemico
7. La pedagogia fenomenologica
8. Il modello costruttivista
9. La valutazione epistemologica
4. 1) Modello lineare trasmissivo
• Il sapere concepito come statico e definito, appartenente
a discipline totalmente separate e organizzato in logiche sequenziali.
• Il successo dell’allievo dipende dalla sua capacità di accumulare,
eventualmente comprendere, e riproporre l’insieme di conoscenze
acquisite, nella forma e nei contenuti proposti dal docente.
• La valutazione tende a verificare il grado di corrispondenza del sapere
dell’allievo rispetto a quello dell’insegnante.
5. 1.1) Si valuta la capacità di rievocare nozioni
• La valutazione si tradurrà spesso in quella che è stata definita pedagogia
dell'indovinello o dell'interrogatorio: ossia una serie di domande chiuse
che mirano ad accertare il riconoscimento e la rievocazione di nozioni
semplici, spesso nella forma ambigua e ingannevole dell'apparente
domanda aperta.
• In questo caso, quello che verrà valutato non saranno dunque le reali
conoscenze o abilità conseguite, ma la capacità di interpretare quello che
l'insegnante intende per risposta esatta.
• Tendenzialmente i contenuti vengono “presi” prima della verifica e
“lasciati” dopo la verifica, perché un apprendimento
nozionistico tende ad essere dimenticato più in fretta
rispetto ad un sapere sperimentato.
6. 2) La docimologia
• Di matrice psicometrica (misurazione di attitudini e
capacità cognitive) si occupa della misura dei risultati
educativi e dei criteri della valutazione.
• L’aspetto prevalente è la ricerca di tecniche rigorose di
accertamento e di criteri oggettivi di giudizio.
• In realtà la stessa docimologia evidenzia la soggettività dei
criteri personali di giudizio.
7. 2.1) La docimologia: rischi
• Appiattimento della didattica sulla misura del profitto.
• Orientamento del processo educativo al solo controllo valutativo.
• Enfatizzazione del tecnicismo.
• Mito dell’oggettività.
• E’ dimostrato che la qualità degli apprendimenti e il percorso
formativo sono fortemente influenzati dalle modalità valutative, che
non sono neutre.
8. 3) Il comportamentismo
• La conoscenza considerata un processo mentale uguale per tutti gli
individui.
• Ogni sapere può essere scomposto in sequenze lineari obbligate nella
loro sequenza.
• Gli obiettivi vengono definiti a priori in modo molto preciso e ordinati
secondo una rigida gerarchia.
• La valutazione consiste nella verifica e nella certificazione
dell’avvenuta acquisizione dei singoli segmenti.
9. 3.1) La tassonomia semplificata di Bloom
1. Conoscenza dei termini specialistici che caratterizzano quel segmento
curricolare.
2. Conoscenza dei fatti, avvenimenti, tempi, tendenze metodi,
procedure.
3. Conoscenza di regole e principi, leggi generali, teorie, modelli
interpretativi.
4. Capacità di effettuare trasformazioni e adattamenti, estendo la validità
di leggi generali a casi particolari e viceversa.
5. Capacità di compiere applicazioni in contesti nuovi le conoscenze
acquisite.
10. 4) La pedagogia per obiettivi
• Il prodotto finale del percorso educativo è definito a priori e a questo è
finalizzato l’impianto metodologico e contenutistico.
• Il prodotto finale deve essere espresso in obiettivi e questi tradotti in
prestazioni cognitive descrivibili e osservabili, per poterne accertare la
presenza in fase valutativa.
• E’ una logica programmatoria, fortemente sbilanciata sulla definizione
degli obiettivi, che risente della sua matrice comportamentista.
• Tende a ridurre la complessità individuando un improprio rapporto
diretto tra azione formativa ed effetti prodotti.
12. 4.2) La pedagogia per obiettivi: aspetti positivi
• L’idea dell’intenzionalità e consapevolezza degli scopi del processo
educativo.
• L’idea che la valutazione sia in stretto rapporto con quegli scopi e possa
servire come strumento di controllo e autoregolazione.
• Il limite vedere il controllo solo sul risultato invece che sull’intero
processo, trascurando tutto ciò che avviene fuori da quanto
programmato.
13. 5) Le teorie della programmazione
• Lo sviluppo della ricerca supera i limiti precedenti, si riconosce che:
• il processo produce effetti diversi e molteplici rispetto a quanto previsto;
• il percorso si autodetermina e si riorienta nel suo farsi;
• la valutazione non è più sul solo prodotto finale ma su tutte le fasi del
processo;
• l’oggetto della valutazione si sposta dal soggetto (alunno) al processo in cui
è coinvolto; occorre valutarlo per conoscerlo, criticarlo e ridefinirlo.
• Alla base vi è comunque una logica di semplificazione del processo
educativo, una prospettiva di razionalizzazione mediante la pianificazione e
il controllo.
14. 6) Sistemico
• Il prodotto dell’insegnamento è la risultante della interdipendenza
reciproca di tutti gli elementi che costituiscono il sistema complesso
del processo formativo.
• La valutazione diventa:
• elemento di comunicazione tra le parti del sistema;
• non ha senso valutare una sola variabile isolata;
• non esiste un rapporto deterministico di causa-effetto;
• chi valuta è all’interno del sistema e ha un punto di vista diverso da
quello degli altri che va riconosciuto e gestito in modo democratico.
• Atteggiamento aperto alla complessità, relatività, al dubbio.
15. 7) La pedagogia fenomenologica
• Gli effetti dell’educazione nascono dai vissuti
soggettivi, dai significati attribuiti, dalla costruzione
relazionale della realtà.
• La valutazione è contestualizzata, senza parametri
predefiniti.
• Il “dato” rilevato non si traduce automaticamente in
giudizio (sciacallo), ma un segnale da leggere e
interpretare alla luce del contesto specifico.
• Valutazione come pratica continua e condivisa di
osservazione e interpretazione, aperta a ipotesi
mutevoli.
16. 8) Il modello costruttivista
• Prende in considerazione i processi di costruzione della conoscenza,
con tutti gli elementi cognitivi, affettivi e socio-culturali dell’individuo e
delle relazioni attivate dai contesti in cui avvengono.
• L’apprendimento è caratterizzato:
• non dall’accumulo di conoscenze e abilità
• bensì da trasformazioni qualitative degli schemi interpretativi della
realtà
• da costruzione di significato mediante la negoziazione con altri soggetti
• da progetti di conoscenza che attivano l’intenzionalità ad apprendere.
17. 8.1) La valutazione costruttivista
• La valutazione deve :
• tener conto che l’alunno è un agente attivo;
• avere come unità di analisi il processo che si è sviluppato;
• considerare i livelli di cambiamento che si sono attivati:
• delle strutture cognitive
• delle competenze metacognitive
• delle modalità relazionali
• Formulare ipotesi, progettare, individuare soluzioni, auto-valutare i
propri risultati.
18. La valutazione epistemologica
• Oggetto della valutazione non più l’individuo ma l’intervento
educativo stesso.
• La valutazione diventa strumento di conoscenza e consapevolezza
pedagogica.
• I dati rilevati forniscono informazioni della relazione, dei metodi e
degli obiettivi didattici.
• Valutazione come processo di retroazione: atteggiamento di
riflessione, ricerca e autoformazione professionale continua.
19. Consigli di classe #1
• “Quando dimostrate poca serietà nei confronti dei vostri doveri,
passate dalla parte del torto…perché noi vi ci vogliamo far passare”.
Diversamente potremmo invece partire dal presupposto che il vostro
comportamento è ciò che di meglio riuscite a fare in questo momento
per soddisfare i vostri bisogni. Nostro compito come educatori deve
essere quello di mostrarvi modi più efficienti per soddisfarli.
• Prima di tutto l’ascolto per la co-costruzione di percorsi, passare dal
“si fa così! ” al “come possiamo fare?”. Negoziare e stipulare dei
contratti condivisi a cui richiamarsi successivamente.
• Togliere gli alibi: “Ma come lo abbiamo deciso insieme e poi non lo
rispetti?” In questo modo si crea maggiore coinvolgimento perché il
processo viene sentito come proprio e non calato dall’alto.
20. Consigli di classe #2
• Per i molti che hanno incorporato il modello lineare, il successo
dell’allievo dipende dalla sua capacità di accumulare, eventualmente
comprendere, e riproporre l’insieme di conoscenze acquisite, nella
forma e nei contenuti proposti dal docente.
• Come nelle materie letterarie in cui si chiede di ricordare fatti, nomi e
date significative.
21. Consigli di classe #3
• Per chi ha incorporato il modello costruttivista l’apprendimento è
caratterizzato: non dall’accumulo di conoscenze e abilità
• bensì da trasformazioni qualitative degli schemi interpretativi della
realtà (come in quel contesto così oggi, trovate una situazione
analoga a quella che stiamo studiando)
• da costruzione di significato mediante la negoziazione con altri
soggetti (sintesi tramite creazione di domande e nodi)
• da progetti di conoscenza che attivano l’intenzionalità ad
apprendere (faccio così perché è meglio per me)
22. Modelli e pratiche di
valutazione:
dall’osservazione alla verifica
Fiorino Tessaro