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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
CENTRO COMPETENZA LINGUE
CIS – CENTRO DI ITALIANO PER STRANIERI
THE CENTER OF ITALIAN FOR FOREIGNERS

CALL FOR PAPERS
VIII CONVEGNO

SEMINARIO CIS

Centro di Italiano per Stranieri

L’input per l’acquisizione di lingue seconde: strutturazione,
percezione, elaborazione
Bergamo, 12-14 giugno 2014

Premessa
Che cos’è l’input nell’acquisizione di lingue seconde? La sua definizione pare semplice: l’input
linguistico è qualsiasi elemento della lingua obiettivo disponibile all’apprendente. Approcci teorici
anche tra i più diversi e divergenti tra loro convengono, tutti, sulla sua imprescindibilità: dunque, che
si tratti dell’elemento che permette di risettare i parametri della Grammatica Universale o che sia la
‘materia prima’ alla base della ‘lavorazione’ di quel ‘manufatto’ che è l’apprendimento linguistico,
l’input è in ogni teoria acquisizionalista un fattore essenziale. Tuttavia, se la sua indispensabilità è
assodata, alcune questioni fondamentali restano ancora aperte: quali sono, ad esempio, le
caratteristiche che permettono l’estrazione di questa ‘materia prima’ (percezione), che ne facilitano
l’elaborazione, che assicurano la durata nel tempo del prodotto finale? E quali sono i processi che
intervengono nella sua ‘lavorazione’? Soprattutto, in un’ottica rivolta alla didattica, quali sono le
proprietà che lo rendono una materia grezza di prima scelta (strutturazione)? Il Convegno CIS 2014
si propone di riflettere sull’acquisizione dell’italiano L2 partendo da questa prospettiva sull’input.
Nelle ricerche dedicate al tema, l‘input è stato ben presto caratterizzato negli aspetti più legati alle
implicazioni didattiche che legittimamente porta con sé: si è facilmente affermata l’idea,
intuitivamente condivisibile, che per promuovere l’acquisizione fosse necessario (anzi, sufficiente) un
input comprensibile, un input cioè ‘significativo’ per l’apprendente. La più recente ricerca europea ha
in parte smentito tali capisaldi della teoria acquisizionalista: sfidando le difficoltà insite nel controllare
e isolare questo tipo di variabile, si è aperta una nuova era nello studio dell’input, ora indagato non
più in astratto né con l’artificio di sistemi linguistici appositamente costruiti, bensì secondo dettami
metodologici ‘ecologicamente’ validi misurando concretamente le proprietà quantitative e
qualitative della materia linguistica effettivamente somministrata all’apprendente.
Il Convegno CIS 2014 è dedicato al tema dell’input nella triplice prospettiva della sua strutturazione,
della sua percezione e della sua elaborazione (in realtà, i tre punti di vista si interrelano e si
sovrappongono).
Il versante della strutturazione riguarda sia le caratteristiche del sistema linguistico in quanto tale (ad
es. gli universali linguistici) sia la manipolazione dell’input da parte dell’insegnante di L2: in
quest’ultimo àmbito si impone ormai – a vantaggio di una didassi non impressionistica, bensì fondata
e avvertita – la necessità di misurare l’efficacia dei principi di strutturazione dell’input didattico, con
particolare riferimento a differenziazioni nei principi organizzativi del sillabo in ragione di fattori
diversi quali ad es. i livelli di competenza degli apprendenti, i loro specifici bisogni comunicativi, il
Direzione:
Segreteria:

Piazzetta Verzeri, 1 - 24129 Bergamo tel. 035 2052436
Via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel.035 2052407 fax 035 2052771

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piera.molinelli@unibg.it
infocis@unibg.it
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contesto e la modalità di presentazione dell’input didattico, l’intensità di esposizione, nonché la
(in)disponibilità di un input extradidattico. Altrettanto importante è trovare risposte ai seguenti
quesiti: quali sono gli effetti generati dalle manipolazioni dell’input a livello interazionale? E ai livelli
strutturale e procedurale?
Sul secondo versante è essenziale mettere a fuoco le proprietà delle unità lessicali o morfosintattiche
dell’input che ne favoriscono la percezione: anzitutto, quali sono le proprietà delle unità dell’input
che inducono gli apprendenti a individuare, a fronte di una sequenza continua di foni, i loro confini,
ossia a segmentare l’input? Inoltre, qual è il ruolo di fattori come per esempio la frequenza e la
diffusione su diversi tipi lessicali o in diversi contesti, la pervasività di un tratto nel sistema e la
ridondanza, la salienza percettiva, la trasparenza in senso interlinguistico, la prototipicità degli
esemplari, la trasparenza/opacità del rapporto tra forma e funzione? Quali ricadute a livello didattico
si traggono dai risultati di queste ricerche per incrementare il noticing in classe?
Infine, dal punto di vista dell’elaborazione ci si interroga sulle modalità – messe in luce da
qualsivoglia metodologia, dall’analisi dell’output alle metodologie introspettive – attraverso cui le
unità segmentate vengono organizzate o immagazzinate in classi o categorie. In altre parole, quali
principi di natura funzionale e quali di natura formale si manifestano nelle interlingue? Quali ‘leggi’
governano le sequenze acquisizionali in riferimento a tratti dell’italiano L2? O ancora, l’elaborazione
appare come il risultato di un processo di memorizzazione o di generalizzazione? E ciò vale per
qualsiasi unità di analisi e per qualsiasi tipo di regola strutturale? Cosa suggeriscono le strategie
transitorie individuate nelle interlingue su come procede l’elaborazione? E ancora, quali modelli
teorici a confronto meglio interpretano il lavorio linguistico degli apprendenti? Quali prassi didattiche
lo favoriscono? Da ultimo, quali sono le implicazioni sul piano della didattica in ogni suo aspetto che
scaturiscono da queste riflessioni?

Temario
1. In riferimento alla strutturazione dell’input didattico, saranno privilegiate relazioni tese a indagare
i seguenti temi:
 individuazione dei principi di strutturazione dell’input didattico e misurazione della loro
efficacia, con particolare riferimento alla scelta dei modelli operativi e a differenziazioni nei
principi organizzativi del sillabo, in ragione di:
- livelli di competenza (fasi iniziali vs. avanzate);
- qualità, quantità e intensità dell’input (input multimodale, disponibilità di input
extradidattico – da pari o nativi, in presenza o virtuale –; LS vs. L2; esposizione
intensiva vs. estensiva);
- bisogni comunicativi (competenze ricettive vs. produttive, scopi speciali, grado di
significatività motivazionale dell’input);
‘status’ dell’input (istruzione linguistica focalizzata o incidentale – come ad es. CLIL o ICLHE).
 manipolazioni dell’input e loro effetti, a livello:
- interazionale (negoziazione e/o feedback, ecc.);
- strutturale (semplificazione, elaborazione, facilitazione testuale);
- procedurale (input enhancement vs. focus on form; bilanciamenti tra attenzione alla
forma vs. attenzione al contenuto; implicitezza/esplicitezza della componente
metalinguistica; pratiche riflessive e introspettive).

Direzione:
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2. Per quanto riguarda il versante della percezione dell’input, saranno privilegiate relazioni che
mettano in luce in modo comparativo il ruolo delle variabili sotto elencate, tenendo conto anche in
prospettiva didattica dei diversi livelli di competenza e abilità in gioco: per es. la trasparenza
interlinguistica di un item lessicale è un fattore egualmente decisivo in attività ricettive e produttive?
O ancora, lo è in qualsiasi stadio di apprendimento?
Tra i fattori che potranno essere presi in considerazione si menzionano i seguenti:
 frequenza e diffusione su diversi tipi lessicali o in diversi contesti (la token-frequency e la
type-frequency);
 pervasività di un tratto (per es. il genere) nel sistema e ridondanza;
 salienza percettiva (segmentale, prosodica, posizionale);
 trasparenza in senso interlinguistico o composizionalità del significato di un costrutto;
 prototipicità degli esemplari;
 trasparenza/opacità del rapporto tra forma e funzione;
 complessità di una struttura in termini formali (per es. principi di morfologia naturale) e
funzionali.
3. In questa sessione dedicata all’elaborazione dell’input da parte dell’apprendente saranno
privilegiate relazioni che mostrino sulla base di dati empirici:
 le modalità (memorizzazione, generalizzazione, calcolo delle probabilità, ecc.) e i principi
formali o funzionali attraverso cui le unità prima segmentate vengono poi immagazzinate e
organizzate in classi o categorie;
 i principi che governano le sequenze acquisizionali (inclusive delle strategie transitorie),
soprattutto in riferimento a tratti dell’italiano L2 ancora poco o per nulla esplorati;
- l’operatività di principi quali, tra i molti;
- il principio della massima esplicitezza;
- il principio della coerenza tipologica;
- il principio dell’isomorfismo;
- il principio della rilevanza, ecc.
 i modelli teorici che meglio si attagliano a illustrare il lavorio linguistico dell’apprendente: per
es. un modello funzionalista che faccia riferimento alla facoltà umana di linguaggio o,
viceversa, un modello ancora funzionalista, ma di tipo emergentista che non postula l’esistenza
di un meccanismo innato specifico per il linguaggio.

Strutturazione del Convegno
Il Convegno comprenderà, oltre alle relazioni su invito, comunicazioni selezionate dal Comitato
Scientifico. Per la presentazione delle comunicazioni, gli autori avranno a disposizione 20 minuti, cui
seguirà una discussione di 10 minuti. La lingua del Convegno è l’italiano.

Call for Papers e Atti
Chi fosse interessato a proporre una comunicazione è invitato ad inviare entro il 10 marzo 2014 un abstract in
italiano tra le 600 e le 1000 parole (comprese le indicazioni bibliografiche) con l’indicazione del proprio nome,
affiliazione e indirizzo di posta elettronica all’indirizzo cis.formazione@unibg.it. L’esito della selezione verrà
comunicato entro il 10 aprile 2014.

Direzione:
Segreteria:

Piazzetta Verzeri, 1 - 24129 Bergamo tel. 035 2052436
Via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel.035 2052407 fax 035 2052771

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piera.molinelli@unibg.it
infocis@unibg.it
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È prevista la pubblicazione degli Atti. La versione definitiva del contributo dovrà essere inviata all’indirizzo
cis.formazione@unibg.it entro il 30 settembre 2014. L’eventuale inclusione delle comunicazioni negli Atti
verrà confermata dopo il vaglio della versione scritta da parte dei curatori.
Per ulteriori informazioni sul CIS e sul Convegno si rimanda al sito www.unibg.it/cis.

Responsabilità scientifica e organizzativa
Giuliano Bernini
Roberta Grassi

Rosella Bozzone Costa
Piera Molinelli

Luisa Fumagalli
Monica Piantoni

Chiara Ghezzi
Ada Valentini

Segreteria
Giovanna Beghini
Segreteria C.I.S - via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo
tel. 035 2052407 - fax 035 2052771
e-mal: infocis@unibg.it
web: www.unibg.it/cis

Direzione:
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Via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel.035 2052407 fax 035 2052771

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Call for papers convegno CIS 2014

  • 1. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CENTRO COMPETENZA LINGUE CIS – CENTRO DI ITALIANO PER STRANIERI THE CENTER OF ITALIAN FOR FOREIGNERS CALL FOR PAPERS VIII CONVEGNO SEMINARIO CIS Centro di Italiano per Stranieri L’input per l’acquisizione di lingue seconde: strutturazione, percezione, elaborazione Bergamo, 12-14 giugno 2014 Premessa Che cos’è l’input nell’acquisizione di lingue seconde? La sua definizione pare semplice: l’input linguistico è qualsiasi elemento della lingua obiettivo disponibile all’apprendente. Approcci teorici anche tra i più diversi e divergenti tra loro convengono, tutti, sulla sua imprescindibilità: dunque, che si tratti dell’elemento che permette di risettare i parametri della Grammatica Universale o che sia la ‘materia prima’ alla base della ‘lavorazione’ di quel ‘manufatto’ che è l’apprendimento linguistico, l’input è in ogni teoria acquisizionalista un fattore essenziale. Tuttavia, se la sua indispensabilità è assodata, alcune questioni fondamentali restano ancora aperte: quali sono, ad esempio, le caratteristiche che permettono l’estrazione di questa ‘materia prima’ (percezione), che ne facilitano l’elaborazione, che assicurano la durata nel tempo del prodotto finale? E quali sono i processi che intervengono nella sua ‘lavorazione’? Soprattutto, in un’ottica rivolta alla didattica, quali sono le proprietà che lo rendono una materia grezza di prima scelta (strutturazione)? Il Convegno CIS 2014 si propone di riflettere sull’acquisizione dell’italiano L2 partendo da questa prospettiva sull’input. Nelle ricerche dedicate al tema, l‘input è stato ben presto caratterizzato negli aspetti più legati alle implicazioni didattiche che legittimamente porta con sé: si è facilmente affermata l’idea, intuitivamente condivisibile, che per promuovere l’acquisizione fosse necessario (anzi, sufficiente) un input comprensibile, un input cioè ‘significativo’ per l’apprendente. La più recente ricerca europea ha in parte smentito tali capisaldi della teoria acquisizionalista: sfidando le difficoltà insite nel controllare e isolare questo tipo di variabile, si è aperta una nuova era nello studio dell’input, ora indagato non più in astratto né con l’artificio di sistemi linguistici appositamente costruiti, bensì secondo dettami metodologici ‘ecologicamente’ validi misurando concretamente le proprietà quantitative e qualitative della materia linguistica effettivamente somministrata all’apprendente. Il Convegno CIS 2014 è dedicato al tema dell’input nella triplice prospettiva della sua strutturazione, della sua percezione e della sua elaborazione (in realtà, i tre punti di vista si interrelano e si sovrappongono). Il versante della strutturazione riguarda sia le caratteristiche del sistema linguistico in quanto tale (ad es. gli universali linguistici) sia la manipolazione dell’input da parte dell’insegnante di L2: in quest’ultimo àmbito si impone ormai – a vantaggio di una didassi non impressionistica, bensì fondata e avvertita – la necessità di misurare l’efficacia dei principi di strutturazione dell’input didattico, con particolare riferimento a differenziazioni nei principi organizzativi del sillabo in ragione di fattori diversi quali ad es. i livelli di competenza degli apprendenti, i loro specifici bisogni comunicativi, il Direzione: Segreteria: Piazzetta Verzeri, 1 - 24129 Bergamo tel. 035 2052436 Via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel.035 2052407 fax 035 2052771 http://www.unibg.it/cis piera.molinelli@unibg.it infocis@unibg.it
  • 2. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CENTRO COMPETENZA LINGUE CIS – CENTRO DI ITALIANO PER STRANIERI THE CENTER OF ITALIAN FOR FOREIGNERS contesto e la modalità di presentazione dell’input didattico, l’intensità di esposizione, nonché la (in)disponibilità di un input extradidattico. Altrettanto importante è trovare risposte ai seguenti quesiti: quali sono gli effetti generati dalle manipolazioni dell’input a livello interazionale? E ai livelli strutturale e procedurale? Sul secondo versante è essenziale mettere a fuoco le proprietà delle unità lessicali o morfosintattiche dell’input che ne favoriscono la percezione: anzitutto, quali sono le proprietà delle unità dell’input che inducono gli apprendenti a individuare, a fronte di una sequenza continua di foni, i loro confini, ossia a segmentare l’input? Inoltre, qual è il ruolo di fattori come per esempio la frequenza e la diffusione su diversi tipi lessicali o in diversi contesti, la pervasività di un tratto nel sistema e la ridondanza, la salienza percettiva, la trasparenza in senso interlinguistico, la prototipicità degli esemplari, la trasparenza/opacità del rapporto tra forma e funzione? Quali ricadute a livello didattico si traggono dai risultati di queste ricerche per incrementare il noticing in classe? Infine, dal punto di vista dell’elaborazione ci si interroga sulle modalità – messe in luce da qualsivoglia metodologia, dall’analisi dell’output alle metodologie introspettive – attraverso cui le unità segmentate vengono organizzate o immagazzinate in classi o categorie. In altre parole, quali principi di natura funzionale e quali di natura formale si manifestano nelle interlingue? Quali ‘leggi’ governano le sequenze acquisizionali in riferimento a tratti dell’italiano L2? O ancora, l’elaborazione appare come il risultato di un processo di memorizzazione o di generalizzazione? E ciò vale per qualsiasi unità di analisi e per qualsiasi tipo di regola strutturale? Cosa suggeriscono le strategie transitorie individuate nelle interlingue su come procede l’elaborazione? E ancora, quali modelli teorici a confronto meglio interpretano il lavorio linguistico degli apprendenti? Quali prassi didattiche lo favoriscono? Da ultimo, quali sono le implicazioni sul piano della didattica in ogni suo aspetto che scaturiscono da queste riflessioni? Temario 1. In riferimento alla strutturazione dell’input didattico, saranno privilegiate relazioni tese a indagare i seguenti temi:  individuazione dei principi di strutturazione dell’input didattico e misurazione della loro efficacia, con particolare riferimento alla scelta dei modelli operativi e a differenziazioni nei principi organizzativi del sillabo, in ragione di: - livelli di competenza (fasi iniziali vs. avanzate); - qualità, quantità e intensità dell’input (input multimodale, disponibilità di input extradidattico – da pari o nativi, in presenza o virtuale –; LS vs. L2; esposizione intensiva vs. estensiva); - bisogni comunicativi (competenze ricettive vs. produttive, scopi speciali, grado di significatività motivazionale dell’input); ‘status’ dell’input (istruzione linguistica focalizzata o incidentale – come ad es. CLIL o ICLHE).  manipolazioni dell’input e loro effetti, a livello: - interazionale (negoziazione e/o feedback, ecc.); - strutturale (semplificazione, elaborazione, facilitazione testuale); - procedurale (input enhancement vs. focus on form; bilanciamenti tra attenzione alla forma vs. attenzione al contenuto; implicitezza/esplicitezza della componente metalinguistica; pratiche riflessive e introspettive). Direzione: Segreteria: Piazzetta Verzeri, 1 - 24129 Bergamo tel. 035 2052436 Via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel.035 2052407 fax 035 2052771 http://www.unibg.it/cis piera.molinelli@unibg.it infocis@unibg.it
  • 3. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CENTRO COMPETENZA LINGUE CIS – CENTRO DI ITALIANO PER STRANIERI THE CENTER OF ITALIAN FOR FOREIGNERS 2. Per quanto riguarda il versante della percezione dell’input, saranno privilegiate relazioni che mettano in luce in modo comparativo il ruolo delle variabili sotto elencate, tenendo conto anche in prospettiva didattica dei diversi livelli di competenza e abilità in gioco: per es. la trasparenza interlinguistica di un item lessicale è un fattore egualmente decisivo in attività ricettive e produttive? O ancora, lo è in qualsiasi stadio di apprendimento? Tra i fattori che potranno essere presi in considerazione si menzionano i seguenti:  frequenza e diffusione su diversi tipi lessicali o in diversi contesti (la token-frequency e la type-frequency);  pervasività di un tratto (per es. il genere) nel sistema e ridondanza;  salienza percettiva (segmentale, prosodica, posizionale);  trasparenza in senso interlinguistico o composizionalità del significato di un costrutto;  prototipicità degli esemplari;  trasparenza/opacità del rapporto tra forma e funzione;  complessità di una struttura in termini formali (per es. principi di morfologia naturale) e funzionali. 3. In questa sessione dedicata all’elaborazione dell’input da parte dell’apprendente saranno privilegiate relazioni che mostrino sulla base di dati empirici:  le modalità (memorizzazione, generalizzazione, calcolo delle probabilità, ecc.) e i principi formali o funzionali attraverso cui le unità prima segmentate vengono poi immagazzinate e organizzate in classi o categorie;  i principi che governano le sequenze acquisizionali (inclusive delle strategie transitorie), soprattutto in riferimento a tratti dell’italiano L2 ancora poco o per nulla esplorati; - l’operatività di principi quali, tra i molti; - il principio della massima esplicitezza; - il principio della coerenza tipologica; - il principio dell’isomorfismo; - il principio della rilevanza, ecc.  i modelli teorici che meglio si attagliano a illustrare il lavorio linguistico dell’apprendente: per es. un modello funzionalista che faccia riferimento alla facoltà umana di linguaggio o, viceversa, un modello ancora funzionalista, ma di tipo emergentista che non postula l’esistenza di un meccanismo innato specifico per il linguaggio. Strutturazione del Convegno Il Convegno comprenderà, oltre alle relazioni su invito, comunicazioni selezionate dal Comitato Scientifico. Per la presentazione delle comunicazioni, gli autori avranno a disposizione 20 minuti, cui seguirà una discussione di 10 minuti. La lingua del Convegno è l’italiano. Call for Papers e Atti Chi fosse interessato a proporre una comunicazione è invitato ad inviare entro il 10 marzo 2014 un abstract in italiano tra le 600 e le 1000 parole (comprese le indicazioni bibliografiche) con l’indicazione del proprio nome, affiliazione e indirizzo di posta elettronica all’indirizzo cis.formazione@unibg.it. L’esito della selezione verrà comunicato entro il 10 aprile 2014. Direzione: Segreteria: Piazzetta Verzeri, 1 - 24129 Bergamo tel. 035 2052436 Via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel.035 2052407 fax 035 2052771 http://www.unibg.it/cis piera.molinelli@unibg.it infocis@unibg.it
  • 4. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CENTRO COMPETENZA LINGUE CIS – CENTRO DI ITALIANO PER STRANIERI THE CENTER OF ITALIAN FOR FOREIGNERS È prevista la pubblicazione degli Atti. La versione definitiva del contributo dovrà essere inviata all’indirizzo cis.formazione@unibg.it entro il 30 settembre 2014. L’eventuale inclusione delle comunicazioni negli Atti verrà confermata dopo il vaglio della versione scritta da parte dei curatori. Per ulteriori informazioni sul CIS e sul Convegno si rimanda al sito www.unibg.it/cis. Responsabilità scientifica e organizzativa Giuliano Bernini Roberta Grassi Rosella Bozzone Costa Piera Molinelli Luisa Fumagalli Monica Piantoni Chiara Ghezzi Ada Valentini Segreteria Giovanna Beghini Segreteria C.I.S - via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel. 035 2052407 - fax 035 2052771 e-mal: infocis@unibg.it web: www.unibg.it/cis Direzione: Segreteria: Piazzetta Verzeri, 1 - 24129 Bergamo tel. 035 2052436 Via Salvecchio, 19 - 24129 Bergamo tel.035 2052407 fax 035 2052771 http://www.unibg.it/cis piera.molinelli@unibg.it infocis@unibg.it