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Nella civiltà classica greca erano fondamentali i rapporti tra le parti, simmetria,
armonia, per dar luogo alle teorie delle proporzioni, simmetrie, sezioni auree
tutte basate sulla geometria e scienza. Questa fase del processo artistico non
era altro che il lavoro preparatorio dello scheletro dell'opera d'arte. In seguito
questo modo di concepire è rimasto, diremo sino ai tempi nostri; per non parlare
del Rinascimento in cui è proprio la riscoperta e rinascita della geometria e
della matematica a creare un vero e proprio modo di vedere il mondo anche
dell'arte e non solo.
Poi l'espressione artistica subisce una considerevole evoluzione a partire dalla
seconda metà dell'Ottocento. Nuove geometrie attraggono gli artisti
coinvolgendoli in sperimentazioni diverse nel primo Novecento, con i cubisti,
futuristi e suprematisti.
Infine arriviamo ai nostri tempi e l'arte si avvale di un altro potente mezzo, lo
sviluppo della computer graphics. Di qui la diffusione della geometria dei
frattali e la grafica computerizzata. Per non parlare dell'enorme repertorio di
forme matematiche di cui si avvale l'arte contemporanea.
• In matematica, proporzione è
una relazione lineare che
intercorre tra due quantità o tra
due variabili.
• Nell'arte le proporzioni del
corpo sono le relazioni fra le
singole parti del corpo tra di
loro e con l'intero corpo e il
loro studio è centrale per la
raffigurazione della figura
• In architettura la proporzione
sono gli equilibrati rapporti tra
gli elementi di un edificio, le
relazione tra loro e con la
totalità in ragione di una ben
definita geometria. umana.
Cos’è una proporzione?
A:B = C:D
O
A = C
B D
• Le proporzioni fra le parti del corpo umano sono
abbastanza costanti, ma possono variare da persona a
persona caratterizzandone l’aspetto.
• Nella ricerca delle misure perfette gli artisti di tutti i tempi
hanno proposto canoni di bellezza corrispondenti
all’ideale di uomo del loro periodo, ideale che è variato
nelle diverse epoche e culture.
• Nella rappresentazione espressiva del corpo umano e
dei suoi sentimenti è fondamentale il gesto e il
movimento che assume la figura nello spazio.
• Oltre che per fini espressivi, lo studio della figura umana
trova applicazione anche nel progettare l’ambiente in cui
l’uomo svolge le proprie attività: dall’arredamento e
design all’architettura.
Canoni proporzionali della figura
umana
Canone egizio Policleto, Villard de Honnecourt “Modulor” di le Corbusier
Canone
Con la parola canone intendiamo un insieme di norme codificate, che permettono di dimensionare e
proporzionare una forma, sia essa figurativa o architettonica. In altri il termine viene usato in arte per indicare
un insieme di norme estetiche codificate come esemplari.
I primi tentativi in questo
senso risalgono agli
antichi Egizi, che
usavano come unità di
misura i riquadri di una
griglia quadrettata
sovrapposta al corpo:
l’altezza totale poteva
variare da 18 a 23
quadretti, un piede
doveva misurare tre
quadretti e così via.
Ma il sistema di sintesi della figura
umana ritenuto più valido, tanto
che viene usato ancora oggi, è
quello descritto da Policleto, un
artista greco del V secolo a.C., nel
celebre trattato intitolato Canone.
Secondo il canone di Policleto,
l’unità di misura da cui bisogna
partire è l’altezza della testa, pari
a 1/8 dell’altezza totale del corpo.
Per ricostruire lo schema strutturale
della figura umana, quindi, basta
prendere come riferimento la
misura della testa e riportarla altre
7 volte su un asse verticale.
Cominciando dall'alto, il primo
segmento si ferma all'altezza del
mento; il secondo, alle ascelle; il
terzo ai fianchi; il quarto
all'inguine; il quinto a metà della
coscia, il sesto alle ginocchia; il
settimo a metà della parte inferiore
delle gambe; l'ottavo arriva fino a
terra. Il piede è la sesta parte
dell'altezza del corpo e così via
Altri parametri del corpo
dell'uomo ideale sono ad
esempio: il viso, se
misurato dal mento alla
sommità della fronte, alla
radice dei capelli,
corrisponde a un decimo
dell'altezza del corpo. La
stessa proporzione si
presenta nella mano
aperta se viene misurata
dalla sua articolazione
fino alla punta del dito
medio. L'altezza del viso
si divide in tre parti uguali:
dal mento alla base delle
narici, dal naso fino al
punto d'incontro con le
sopracciglia e da queste
alla radice dei capelli.
Villard d'Honnecourt. Studi di
rapporti proporzionali tra figure umane,
animali, architetture, e figure
geometriche.
Il sistema gotico (che rappresenta un
passo avanti nell'abbandono di quello
antico) serve quasi esclusivamente a
determinare i contorni e le direzioni del
movimento. Così la figura virile in piedi
risulta da una costruzione che non ha
alcun rapporto con la struttura organica
del corpo: la figura (tolta la testa e le
braccia) è inserita in un pentagono
allungato in senso verticale, il cui vertice
superiore è mozzo e il cui lato orizzontale
AB è all'incirca un terzo dei lati lunghi AH
e BG. Così i punti A e B coincidono con le
attaccature delle spalle; i punti G e H con i
talloni; J, punto medio della linea AB,
determina la posizione della fossetta della
gola; e i punti che corrispondono ai terzi
dei lati lunghi (C, D, E e F) determinano
rispettivamente la posizione dei fianchi e
delle ginocchia.
Anche le teste delle figure
umane (come quelle degli
animali) sono costruite non
solo sulla base di forme così
"naturali" come possono
esserlo dei cerchi, ma
anche sulla base di un
triangolo o addirittura del
pentagono già ricordato
che, di per sé, è del tutto
estraneo alla natura . Le
figure di animali (se mai si
tenta un qualche genere di
articolazione) sono
costruite, in modo del tutto
inorganico, sulla base di
triangoli, quadrati e archi di
cerchio.
L'uomo vitruviano rivisitatoIl corpo umano ha inoltre un centro che
corrisponde all'ombelico. Se infatti "si
collocasse supino un uomo colle mani e i
piedi aperti e si mettesse il centro del
compasso nell'ombelico, descrivendosi
una circonferenza si toccherebbero
tangenzialmente le dita delle mani e dei
piedi. Ma non basta: oltre lo schema del
circolo, nel corpo si troverà anche la
figura del quadrato. Infatti se si misura dal
piano di posa dei piedi al vertice del capo,
poi si trasporterà questa misura alle mani
distese, si troverà una lunghezza uguale
all'altezza, come accade nel quadrato
tirato a squadra" Questo brano, in cui
Vitruvio riconduce l'uomo ideale
(microcosmo) alle figure geometriche della
circonferenza e del quadrato - simbolo
dell'universo e della terra (macrocosmo) -
ha affascinato schiere di architetti che, a
partire dal rinascimento, si sono cimentati
nella traduzione grafica di tale
insegnamento. Fra questi, va ricordato il
famoso disegno di Leonardo da Vinci,
conservato presso le Gallerie
dell'Accademia di Venezia;
La quadratura del cerchio "microcosmico" per Leonardo
L’uomo non esce dal cerchio; chi esce sono solo gli angoli del quadrato della
materia. L’uomo con le gambe chiuse e le braccia aperte sul quadrato forma
una croce, il cammino di croce dell’uomo nato dalla materia. L’uomo che tocca
con le mani e le gambe aperte, il cerchio dello spirito, è l’uomo che cammina e
opera per lo spirito. Quest’uomo forma una stella a cinque punte, dove il
quinto punto in alto contiene la testa. Troviamo così il numero cinque al quale
Leonardo attribuiva evidentemente molta importanza.
Modulor
Le Corbusier
Le Corbusier sviluppò il Modulor all'interno
della lunga tradizione di Vitruvio,
l'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci,
i lavori di Leon Battista Alberti, e altri
tentativi di trovare proporzioni
geometriche e matematiche relative al
corpo umano e usare queste
conoscenze per migliorare sia
l'estetica che la funzionalità
dell'architettura. Il sistema è basato
sulle misure umane, la doppia unità, la
sequenza di Fibonacci e la sezione
aurea. Le Corbusier lo descriveva
come "una gamma di misure
armoniose per soddisfare la
dimensione umana, applicabile
universalmente all'architettura e alle
cose meccaniche". Il modulor è anche
utile per la rappresentazione della
figura umana.
Le Corbusier pubblicò Le Modulor nel
1948, seguito da Modulor 2 nel 1955.
Le Corbusier usò la scala del Modulor
nella progettazione di molti edifici,
inclusi Notre Dame du Haute
La rappresentazione grafica del
Modulor è avvincente e, a una
prima occhiata, convincente. Una
figura umana stilizzata con un
braccio steso sopra il capo si
trova vicino a due misurazioni
verticali, la serie rossa basata
sull'altezza del plesso solare(108
cm nella versione originale, 1.13
m nella versione rivista) poi divisa
in segmenti secondo il
Phi(simbolo della sezione aurea),
e la serie blu basata sull'intera
altezza della figura, doppia
rispetto all'altezza del plesso
solare (216 cm nella versione
originale, 2.26 m nella rivista), e
divisa in segmenti allo stesso
modo. Una spirale, sviluppata
graficamente tra la serie rossa e
la blu, sembra mimare il volume
della figura umana.
Il Doriforo è una statua che, come il nome ci
indica, ritrae un atleta con un giavellotto in
mano. In questa copia romana, (non ci è
pervenuto l'originale) conservata al Museo
Archeologico di Napoli, manca la lancia che
era retta dalla mano sinistra e si
appoggiava sulla spalla. Ad un modellato,
quindi, essenziale, si unisce però una
attenta ricerca di proporzioni. Il corpo è
attentamente studiato, non tanto nelle
specificità anatomiche, ma soprattutto nelle
sue misure. Ciò a cui tende Policleto è un
corpo perfetto nel suo insieme, ogni singola
parte sta al tutto come avviene in un reale
corpo umano idealmente perfetto. La sua
ricerca di perfezione è proprio nel mettere a
confronto il reale e l'ideale. BELLEZZA
IDEALE
I rapporti alla base del suo canone sono rilevati da reali misure effettuate sui corpi umani, in
particolare dei giovani atleti olimpici; l'ideale è l’effetto a cui tende eliminando ogni difetto che,
seppur minimo, è sempre presente in ogni singolo individuo. La statua diviene così un ideale
di perfezione umana, superiore alla realtà stessa. Questa statua evidenzia anche, in maniera
mirabile, la nuova postura che Policleto inventa per le statue utilizzando il chiasmo. Il termine
«chiasmo» deriva dalla lettera greca X (in greco è pronunciata "chi") ed indica una
disposizione in cui le parti creano un incrocio. Nel caso delle statue di Policleto la
disposizione incrociata è tra gli arti inferiori e gli arti superiori.
Sin dai tempi più antichi, dagli
egiziani ai più moderni frattali,
esiste una proporzione divina
(o sezione aurea) che è stata
presa in considerazione
per ottenere una dimensione
armonica delle cose. Dalla
geometria all'architettura, dalla
pittura alla musica, fino alla
natura del creato possiamo
osservare come tale
rappresentazione corrisponda
ad un rapporto che è stato
definito pari a 1,618...(numero
d'oro)
•La piramide egizia di Cheope ha
una base di 230 metri ed una
altezza di 145: il rapporto
base/altezza corrisponde a 1,58
molto vicino a 1,6.
Nei megaliti di
Stonehenge, le superfici
teoriche dei due cerchi
di pietre azzurre e di
Sarsen, stanno tra loro
nel rapporto di 1,6.
- La pianta del Partenone
di Atene è un rettangolo
con lati di dimensioni
tali che la lunghezza sia
pari alla radice di 5 volte
la larghezza, mentre
nell'architrave in
facciata il rettangolo
aureo è ripetuto più
volte.
COSTRUZIONE DEL SEGMENTO AUREO
Dato il segmento AB, dividerlo in
due parti uguali con il punto M.
Dall'estremità B tracciare la
perpendicolare al segmento fino al
ottenere CB= MB.
Dal punto C, tracciare con il
compasso un semicerchio fino ad
incontrare in D il segmento AC.
Puntando infine il compasso in A
con raggio AD, si ottiene il punto E
che divide il segmento in due parte
con proporzione aurea (AE/EB=
1,618).
RETTANGOLO AUREO
• Esiste uno speciale rettangolo le cui proporzioni corrispondono alla sezione
aurea. Il suo nome è rettangolo aureo. Per costruire il rettangolo aureo si
disegni un quadrato di lato a i cui vertici chiameremo, a partire dal vertice in
alto a sinistra e procedendo in senso orario, AEFD. Quindi dividere il
segmento AE in due chiamando il punto medio A'. Utilizzando il compasso e
puntando in A' disegnare un arco che da E intersechi il prolungamento del
segmento DF in C. Con una squadra disegnare il segmento CB
perpendicolare ad DF, ed il segmento EB, perpendicolare a EF. Il rettangolo
ABCD è un rettangolo aureo nel quale il lato AB è diviso dal punto E
esattamente nella sezione aurea:
• AE:EB=AB:AE
Negli oggetti quotidiani, possiamo
trovare alcuni esempi di sezione
aurea:dalle schede telefoniche alle
carte di credito e bancomat, dalle
carte SIM dei cellulari alle
musicassette: sono tutti rettangoli
aurei con un rapporto tra base ed
altezza pari a 1,618.
In natura il rapporto aureo è
riscontrabile in molte dimensioni
del corpo umano. Se moltiplichiamo
per 1,618 la distanza che in una
persona adulta e proporzionata, va
dai piedi all'ombelico, otteniamo la
sua statura. Così la distanza dal
gomito alla mano (con le dita tese),
moltiplicata per 1,618, dà la
lunghezza totale del braccio. La
distanza che va dal ginocchio
all'anca, moltiplicata per il numero
d'oro, dà la lunghezza della gamba,
dall'anca al malleolo. Anche nella
mano i rapporti tra le falangi delle
dita medio e anulare sono aurei,
così il volto umano è tutto
scomponibile in una griglia i cui
rettangoli hanno i lati in rapporto
aureo.
Il Doriforo e la sezione aurea
Qui accanto la foto del
Doriforo con sezione
aurea, dimostra che
Policleto ha utilizzato
un rapporto aureo per
realizzare il "Canone
La sezione aurea, in quanto legge
strutturale del corpo umano, ha
conosciuto in Leonardo da Vinci
(1452-1519) un geniale assertore
Utilizzando la sezione aurea nei
suoi dipinti Leonardo scoprì che,
guardando le opere, si poteva
creare un sentimento di ordine. In
particolare Leonardo incorporò il
rapporto aureo in tre dei suoi
capolavori: La Gioconda, L’ultima
cena e L'Uomo di Vitruvio.
Nella Gioconda, il rapporto aureo è
stato individuato:
• nella disposizione del quadro
• nelle dimensioni del viso
• nell’area che va dal collo a
sopra le mani
• in quella che va dalla scollatura
dell’abito fino a sotto le mani.
SPIRALE AUREA
• Se all’interno di un rettangolo aureo si disegna un quadrato con lato
uguale al lato minore del rettangolo, il rettangolo differenza sarà
anch’esso un rettangolo aureo. Si ripeta l’operazione per almeno
cinque volte al fine di avere un effetto visivo adeguato. Si punti la
punta del compasso sul vertice del quadrato che giace sul lato
lungo del rettangolo e si tracci l’arco che unisce i gli estremi dei due
lati che formano l'angolo scelto. Si ripete l'operazione per ogni
quadrato disegnato in modo da creare una linea continua.
LA SEQUENZA DI FIBONACCI
Partendo da uno studio molto
prosaico, riguardante la riproduzione
dei conigli, Fibonacci arrivò a
formulare la seguente serie di numeri,
che, come vedremo, gode di
stranissime proprietà:
1,1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144,
ecc.
dove ogni numero è dato dalla
somma dei due precedenti ( Es: 8 è la
somma di 5 3; 21 quella di 13 8 e via
dicendo … )
Ma l’ eccezionalità della serie sta nel
fatto che ogni numero, diviso per
quello che lo precede, dà un decimale
che si avvicina in modo sempre più
preciso a quell’ 1,618 già chiamato
dai Greci col termine di “Phi”, ed
assunto a rappresentazione
matematica della Bellezza e della
Proporzione Divina … quello stesso
“Rapporto Aureo” che abbiamo visto
fin qui applicato appunto alle forme
compositive …
• Questo vocabolo indica il tipo di ordine che si
riscontra nella disposizione delle varie parti che
costituiscono un organismo.
• Possiamo classificare la simmetria secondo la
diversa collocazione di queste parti rispetto ad
un termine di riferimento che puo' essere un
punto, una retta o un piano.
In natura si parla di forme a
simmetria raggiata quando le
varie parti del corpo sono
disposte intorno ad un asse
centrale come i raggi di una ruota,
intorno al mozzo.
Se consideriamo una stella
marina possiamo individuare un
punto centrale da cui si dipartono
cinque raggi di simmetria,
corrispondenti ai bracci della
stella, che ruotando di un
determinato angolo ricostruiscono
la stella stessa .
• Se i raggi sono in numero
pari si parla di simmetria
centrale ; questa tuttavia
è maggiormente presente
nel regno vegetale.
• Esempi di simmetria
raggiata si hanno nei
Celenterati e negli
Echinodermi.
In questa immagine si puo'
facilmente individuare un piano o
una linea che divide la figura in
due meta' uguali per forma e
dimensione, ma non
sovrapponibili: infatti tutto cio' che
sta alla destra di questo asse o
piano viene come rispecchiato in
un elemento uguale che si trova a
sinistra. Si tratta di una simmetria
bilaterale secondo la quale e'
costruita la massima parte degli
organismi viventi che si muovono
attivamente, anzi la direzione del
movimento viene a coincidere in
genere col piano di simmetria che
passa per l'asse principale del
corpo ed è detto piano mediano o
sagittale.
Nella geometria
piana la simmetria
assiale, detta
anche
ribaltamento, e'
una particolare
rotazione di 180°
intorno ad una
retta detta asse di
simmetria.
Due punti A e B si
definiscono simmetrici
rispetto alla retta r
quando tale retta e'
asse del segmento
che li unisce, cioe'
quando una retta r e'
perpendicolare al
segmento AB nel suo
punto medio.
Una figura e'
simmetrica rispetto
ad un asse quando
ogni suo punto
ammette un
simmetrico nella
figura rispetto a quell'
asse.
Il quadrato ha
4 assi di simmetria.
Il pentagono ed il triangolo isoscele
hanno solo un asse di simmetria.
L'esagono ha
3 assi di simmetria.
Il cerchio ha infiniti
assi di simmetria: i diametri.
Nella
geometria
piana la
simmetria
centrale e' una
particolare
rotazione
attorno ad un
punto, detto
centro di
simmetria, in
cui l' ampiezza
di rotazione e'
un angolo di
180°.
Due punti A e B si dicono
simmetrici rispetto ad un punto O
( centro di simmetria )
quando questo e' punto medio
del segmento che li unisce.
Una figura e' simmetrica rispetto
ad un centro
se ogni suo punto ammette un
simmetrico nella figura
La parola simmetria proviene dal termine greco "simmetros" che vuol dire ben ordinato,
ben proporzionato) fu successivamente sviluppato durante il Rinascimento italiano nella
pittura e nell’architettura da Piero della Francesca (1416-1492) e altri.
Biagio d´Antonio
Annunciazione
Roma, Accademia Nazionale di San Luca
Il Battesimo di Cristo
Piero della Francesca
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Arte

  • 1. Nella civiltà classica greca erano fondamentali i rapporti tra le parti, simmetria, armonia, per dar luogo alle teorie delle proporzioni, simmetrie, sezioni auree tutte basate sulla geometria e scienza. Questa fase del processo artistico non era altro che il lavoro preparatorio dello scheletro dell'opera d'arte. In seguito questo modo di concepire è rimasto, diremo sino ai tempi nostri; per non parlare del Rinascimento in cui è proprio la riscoperta e rinascita della geometria e della matematica a creare un vero e proprio modo di vedere il mondo anche dell'arte e non solo. Poi l'espressione artistica subisce una considerevole evoluzione a partire dalla seconda metà dell'Ottocento. Nuove geometrie attraggono gli artisti coinvolgendoli in sperimentazioni diverse nel primo Novecento, con i cubisti, futuristi e suprematisti. Infine arriviamo ai nostri tempi e l'arte si avvale di un altro potente mezzo, lo sviluppo della computer graphics. Di qui la diffusione della geometria dei frattali e la grafica computerizzata. Per non parlare dell'enorme repertorio di forme matematiche di cui si avvale l'arte contemporanea.
  • 2. • In matematica, proporzione è una relazione lineare che intercorre tra due quantità o tra due variabili. • Nell'arte le proporzioni del corpo sono le relazioni fra le singole parti del corpo tra di loro e con l'intero corpo e il loro studio è centrale per la raffigurazione della figura • In architettura la proporzione sono gli equilibrati rapporti tra gli elementi di un edificio, le relazione tra loro e con la totalità in ragione di una ben definita geometria. umana. Cos’è una proporzione? A:B = C:D O A = C B D
  • 3. • Le proporzioni fra le parti del corpo umano sono abbastanza costanti, ma possono variare da persona a persona caratterizzandone l’aspetto. • Nella ricerca delle misure perfette gli artisti di tutti i tempi hanno proposto canoni di bellezza corrispondenti all’ideale di uomo del loro periodo, ideale che è variato nelle diverse epoche e culture. • Nella rappresentazione espressiva del corpo umano e dei suoi sentimenti è fondamentale il gesto e il movimento che assume la figura nello spazio. • Oltre che per fini espressivi, lo studio della figura umana trova applicazione anche nel progettare l’ambiente in cui l’uomo svolge le proprie attività: dall’arredamento e design all’architettura.
  • 4. Canoni proporzionali della figura umana Canone egizio Policleto, Villard de Honnecourt “Modulor” di le Corbusier Canone Con la parola canone intendiamo un insieme di norme codificate, che permettono di dimensionare e proporzionare una forma, sia essa figurativa o architettonica. In altri il termine viene usato in arte per indicare un insieme di norme estetiche codificate come esemplari.
  • 5. I primi tentativi in questo senso risalgono agli antichi Egizi, che usavano come unità di misura i riquadri di una griglia quadrettata sovrapposta al corpo: l’altezza totale poteva variare da 18 a 23 quadretti, un piede doveva misurare tre quadretti e così via.
  • 6. Ma il sistema di sintesi della figura umana ritenuto più valido, tanto che viene usato ancora oggi, è quello descritto da Policleto, un artista greco del V secolo a.C., nel celebre trattato intitolato Canone. Secondo il canone di Policleto, l’unità di misura da cui bisogna partire è l’altezza della testa, pari a 1/8 dell’altezza totale del corpo. Per ricostruire lo schema strutturale della figura umana, quindi, basta prendere come riferimento la misura della testa e riportarla altre 7 volte su un asse verticale. Cominciando dall'alto, il primo segmento si ferma all'altezza del mento; il secondo, alle ascelle; il terzo ai fianchi; il quarto all'inguine; il quinto a metà della coscia, il sesto alle ginocchia; il settimo a metà della parte inferiore delle gambe; l'ottavo arriva fino a terra. Il piede è la sesta parte dell'altezza del corpo e così via
  • 7. Altri parametri del corpo dell'uomo ideale sono ad esempio: il viso, se misurato dal mento alla sommità della fronte, alla radice dei capelli, corrisponde a un decimo dell'altezza del corpo. La stessa proporzione si presenta nella mano aperta se viene misurata dalla sua articolazione fino alla punta del dito medio. L'altezza del viso si divide in tre parti uguali: dal mento alla base delle narici, dal naso fino al punto d'incontro con le sopracciglia e da queste alla radice dei capelli.
  • 8. Villard d'Honnecourt. Studi di rapporti proporzionali tra figure umane, animali, architetture, e figure geometriche. Il sistema gotico (che rappresenta un passo avanti nell'abbandono di quello antico) serve quasi esclusivamente a determinare i contorni e le direzioni del movimento. Così la figura virile in piedi risulta da una costruzione che non ha alcun rapporto con la struttura organica del corpo: la figura (tolta la testa e le braccia) è inserita in un pentagono allungato in senso verticale, il cui vertice superiore è mozzo e il cui lato orizzontale AB è all'incirca un terzo dei lati lunghi AH e BG. Così i punti A e B coincidono con le attaccature delle spalle; i punti G e H con i talloni; J, punto medio della linea AB, determina la posizione della fossetta della gola; e i punti che corrispondono ai terzi dei lati lunghi (C, D, E e F) determinano rispettivamente la posizione dei fianchi e delle ginocchia.
  • 9. Anche le teste delle figure umane (come quelle degli animali) sono costruite non solo sulla base di forme così "naturali" come possono esserlo dei cerchi, ma anche sulla base di un triangolo o addirittura del pentagono già ricordato che, di per sé, è del tutto estraneo alla natura . Le figure di animali (se mai si tenta un qualche genere di articolazione) sono costruite, in modo del tutto inorganico, sulla base di triangoli, quadrati e archi di cerchio.
  • 10. L'uomo vitruviano rivisitatoIl corpo umano ha inoltre un centro che corrisponde all'ombelico. Se infatti "si collocasse supino un uomo colle mani e i piedi aperti e si mettesse il centro del compasso nell'ombelico, descrivendosi una circonferenza si toccherebbero tangenzialmente le dita delle mani e dei piedi. Ma non basta: oltre lo schema del circolo, nel corpo si troverà anche la figura del quadrato. Infatti se si misura dal piano di posa dei piedi al vertice del capo, poi si trasporterà questa misura alle mani distese, si troverà una lunghezza uguale all'altezza, come accade nel quadrato tirato a squadra" Questo brano, in cui Vitruvio riconduce l'uomo ideale (microcosmo) alle figure geometriche della circonferenza e del quadrato - simbolo dell'universo e della terra (macrocosmo) - ha affascinato schiere di architetti che, a partire dal rinascimento, si sono cimentati nella traduzione grafica di tale insegnamento. Fra questi, va ricordato il famoso disegno di Leonardo da Vinci, conservato presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia;
  • 11. La quadratura del cerchio "microcosmico" per Leonardo L’uomo non esce dal cerchio; chi esce sono solo gli angoli del quadrato della materia. L’uomo con le gambe chiuse e le braccia aperte sul quadrato forma una croce, il cammino di croce dell’uomo nato dalla materia. L’uomo che tocca con le mani e le gambe aperte, il cerchio dello spirito, è l’uomo che cammina e opera per lo spirito. Quest’uomo forma una stella a cinque punte, dove il quinto punto in alto contiene la testa. Troviamo così il numero cinque al quale Leonardo attribuiva evidentemente molta importanza.
  • 12. Modulor Le Corbusier Le Corbusier sviluppò il Modulor all'interno della lunga tradizione di Vitruvio, l'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, i lavori di Leon Battista Alberti, e altri tentativi di trovare proporzioni geometriche e matematiche relative al corpo umano e usare queste conoscenze per migliorare sia l'estetica che la funzionalità dell'architettura. Il sistema è basato sulle misure umane, la doppia unità, la sequenza di Fibonacci e la sezione aurea. Le Corbusier lo descriveva come "una gamma di misure armoniose per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all'architettura e alle cose meccaniche". Il modulor è anche utile per la rappresentazione della figura umana. Le Corbusier pubblicò Le Modulor nel 1948, seguito da Modulor 2 nel 1955. Le Corbusier usò la scala del Modulor nella progettazione di molti edifici, inclusi Notre Dame du Haute
  • 13. La rappresentazione grafica del Modulor è avvincente e, a una prima occhiata, convincente. Una figura umana stilizzata con un braccio steso sopra il capo si trova vicino a due misurazioni verticali, la serie rossa basata sull'altezza del plesso solare(108 cm nella versione originale, 1.13 m nella versione rivista) poi divisa in segmenti secondo il Phi(simbolo della sezione aurea), e la serie blu basata sull'intera altezza della figura, doppia rispetto all'altezza del plesso solare (216 cm nella versione originale, 2.26 m nella rivista), e divisa in segmenti allo stesso modo. Una spirale, sviluppata graficamente tra la serie rossa e la blu, sembra mimare il volume della figura umana.
  • 14. Il Doriforo è una statua che, come il nome ci indica, ritrae un atleta con un giavellotto in mano. In questa copia romana, (non ci è pervenuto l'originale) conservata al Museo Archeologico di Napoli, manca la lancia che era retta dalla mano sinistra e si appoggiava sulla spalla. Ad un modellato, quindi, essenziale, si unisce però una attenta ricerca di proporzioni. Il corpo è attentamente studiato, non tanto nelle specificità anatomiche, ma soprattutto nelle sue misure. Ciò a cui tende Policleto è un corpo perfetto nel suo insieme, ogni singola parte sta al tutto come avviene in un reale corpo umano idealmente perfetto. La sua ricerca di perfezione è proprio nel mettere a confronto il reale e l'ideale. BELLEZZA IDEALE
  • 15. I rapporti alla base del suo canone sono rilevati da reali misure effettuate sui corpi umani, in particolare dei giovani atleti olimpici; l'ideale è l’effetto a cui tende eliminando ogni difetto che, seppur minimo, è sempre presente in ogni singolo individuo. La statua diviene così un ideale di perfezione umana, superiore alla realtà stessa. Questa statua evidenzia anche, in maniera mirabile, la nuova postura che Policleto inventa per le statue utilizzando il chiasmo. Il termine «chiasmo» deriva dalla lettera greca X (in greco è pronunciata "chi") ed indica una disposizione in cui le parti creano un incrocio. Nel caso delle statue di Policleto la disposizione incrociata è tra gli arti inferiori e gli arti superiori.
  • 16. Sin dai tempi più antichi, dagli egiziani ai più moderni frattali, esiste una proporzione divina (o sezione aurea) che è stata presa in considerazione per ottenere una dimensione armonica delle cose. Dalla geometria all'architettura, dalla pittura alla musica, fino alla natura del creato possiamo osservare come tale rappresentazione corrisponda ad un rapporto che è stato definito pari a 1,618...(numero d'oro) •La piramide egizia di Cheope ha una base di 230 metri ed una altezza di 145: il rapporto base/altezza corrisponde a 1,58 molto vicino a 1,6.
  • 17. Nei megaliti di Stonehenge, le superfici teoriche dei due cerchi di pietre azzurre e di Sarsen, stanno tra loro nel rapporto di 1,6. - La pianta del Partenone di Atene è un rettangolo con lati di dimensioni tali che la lunghezza sia pari alla radice di 5 volte la larghezza, mentre nell'architrave in facciata il rettangolo aureo è ripetuto più volte.
  • 18. COSTRUZIONE DEL SEGMENTO AUREO Dato il segmento AB, dividerlo in due parti uguali con il punto M. Dall'estremità B tracciare la perpendicolare al segmento fino al ottenere CB= MB. Dal punto C, tracciare con il compasso un semicerchio fino ad incontrare in D il segmento AC. Puntando infine il compasso in A con raggio AD, si ottiene il punto E che divide il segmento in due parte con proporzione aurea (AE/EB= 1,618).
  • 19. RETTANGOLO AUREO • Esiste uno speciale rettangolo le cui proporzioni corrispondono alla sezione aurea. Il suo nome è rettangolo aureo. Per costruire il rettangolo aureo si disegni un quadrato di lato a i cui vertici chiameremo, a partire dal vertice in alto a sinistra e procedendo in senso orario, AEFD. Quindi dividere il segmento AE in due chiamando il punto medio A'. Utilizzando il compasso e puntando in A' disegnare un arco che da E intersechi il prolungamento del segmento DF in C. Con una squadra disegnare il segmento CB perpendicolare ad DF, ed il segmento EB, perpendicolare a EF. Il rettangolo ABCD è un rettangolo aureo nel quale il lato AB è diviso dal punto E esattamente nella sezione aurea: • AE:EB=AB:AE
  • 20. Negli oggetti quotidiani, possiamo trovare alcuni esempi di sezione aurea:dalle schede telefoniche alle carte di credito e bancomat, dalle carte SIM dei cellulari alle musicassette: sono tutti rettangoli aurei con un rapporto tra base ed altezza pari a 1,618. In natura il rapporto aureo è riscontrabile in molte dimensioni del corpo umano. Se moltiplichiamo per 1,618 la distanza che in una persona adulta e proporzionata, va dai piedi all'ombelico, otteniamo la sua statura. Così la distanza dal gomito alla mano (con le dita tese), moltiplicata per 1,618, dà la lunghezza totale del braccio. La distanza che va dal ginocchio all'anca, moltiplicata per il numero d'oro, dà la lunghezza della gamba, dall'anca al malleolo. Anche nella mano i rapporti tra le falangi delle dita medio e anulare sono aurei, così il volto umano è tutto scomponibile in una griglia i cui rettangoli hanno i lati in rapporto aureo.
  • 21. Il Doriforo e la sezione aurea Qui accanto la foto del Doriforo con sezione aurea, dimostra che Policleto ha utilizzato un rapporto aureo per realizzare il "Canone
  • 22. La sezione aurea, in quanto legge strutturale del corpo umano, ha conosciuto in Leonardo da Vinci (1452-1519) un geniale assertore Utilizzando la sezione aurea nei suoi dipinti Leonardo scoprì che, guardando le opere, si poteva creare un sentimento di ordine. In particolare Leonardo incorporò il rapporto aureo in tre dei suoi capolavori: La Gioconda, L’ultima cena e L'Uomo di Vitruvio. Nella Gioconda, il rapporto aureo è stato individuato: • nella disposizione del quadro • nelle dimensioni del viso • nell’area che va dal collo a sopra le mani • in quella che va dalla scollatura dell’abito fino a sotto le mani.
  • 23. SPIRALE AUREA • Se all’interno di un rettangolo aureo si disegna un quadrato con lato uguale al lato minore del rettangolo, il rettangolo differenza sarà anch’esso un rettangolo aureo. Si ripeta l’operazione per almeno cinque volte al fine di avere un effetto visivo adeguato. Si punti la punta del compasso sul vertice del quadrato che giace sul lato lungo del rettangolo e si tracci l’arco che unisce i gli estremi dei due lati che formano l'angolo scelto. Si ripete l'operazione per ogni quadrato disegnato in modo da creare una linea continua.
  • 24. LA SEQUENZA DI FIBONACCI Partendo da uno studio molto prosaico, riguardante la riproduzione dei conigli, Fibonacci arrivò a formulare la seguente serie di numeri, che, come vedremo, gode di stranissime proprietà: 1,1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, ecc. dove ogni numero è dato dalla somma dei due precedenti ( Es: 8 è la somma di 5 3; 21 quella di 13 8 e via dicendo … ) Ma l’ eccezionalità della serie sta nel fatto che ogni numero, diviso per quello che lo precede, dà un decimale che si avvicina in modo sempre più preciso a quell’ 1,618 già chiamato dai Greci col termine di “Phi”, ed assunto a rappresentazione matematica della Bellezza e della Proporzione Divina … quello stesso “Rapporto Aureo” che abbiamo visto fin qui applicato appunto alle forme compositive …
  • 25. • Questo vocabolo indica il tipo di ordine che si riscontra nella disposizione delle varie parti che costituiscono un organismo. • Possiamo classificare la simmetria secondo la diversa collocazione di queste parti rispetto ad un termine di riferimento che puo' essere un punto, una retta o un piano.
  • 26. In natura si parla di forme a simmetria raggiata quando le varie parti del corpo sono disposte intorno ad un asse centrale come i raggi di una ruota, intorno al mozzo. Se consideriamo una stella marina possiamo individuare un punto centrale da cui si dipartono cinque raggi di simmetria, corrispondenti ai bracci della stella, che ruotando di un determinato angolo ricostruiscono la stella stessa .
  • 27. • Se i raggi sono in numero pari si parla di simmetria centrale ; questa tuttavia è maggiormente presente nel regno vegetale. • Esempi di simmetria raggiata si hanno nei Celenterati e negli Echinodermi.
  • 28. In questa immagine si puo' facilmente individuare un piano o una linea che divide la figura in due meta' uguali per forma e dimensione, ma non sovrapponibili: infatti tutto cio' che sta alla destra di questo asse o piano viene come rispecchiato in un elemento uguale che si trova a sinistra. Si tratta di una simmetria bilaterale secondo la quale e' costruita la massima parte degli organismi viventi che si muovono attivamente, anzi la direzione del movimento viene a coincidere in genere col piano di simmetria che passa per l'asse principale del corpo ed è detto piano mediano o sagittale.
  • 29. Nella geometria piana la simmetria assiale, detta anche ribaltamento, e' una particolare rotazione di 180° intorno ad una retta detta asse di simmetria. Due punti A e B si definiscono simmetrici rispetto alla retta r quando tale retta e' asse del segmento che li unisce, cioe' quando una retta r e' perpendicolare al segmento AB nel suo punto medio. Una figura e' simmetrica rispetto ad un asse quando ogni suo punto ammette un simmetrico nella figura rispetto a quell' asse.
  • 30. Il quadrato ha 4 assi di simmetria. Il pentagono ed il triangolo isoscele hanno solo un asse di simmetria. L'esagono ha 3 assi di simmetria. Il cerchio ha infiniti assi di simmetria: i diametri.
  • 31. Nella geometria piana la simmetria centrale e' una particolare rotazione attorno ad un punto, detto centro di simmetria, in cui l' ampiezza di rotazione e' un angolo di 180°. Due punti A e B si dicono simmetrici rispetto ad un punto O ( centro di simmetria ) quando questo e' punto medio del segmento che li unisce. Una figura e' simmetrica rispetto ad un centro se ogni suo punto ammette un simmetrico nella figura
  • 32. La parola simmetria proviene dal termine greco "simmetros" che vuol dire ben ordinato, ben proporzionato) fu successivamente sviluppato durante il Rinascimento italiano nella pittura e nell’architettura da Piero della Francesca (1416-1492) e altri.
  • 33. Biagio d´Antonio Annunciazione Roma, Accademia Nazionale di San Luca Il Battesimo di Cristo Piero della Francesca
  • 35.