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Dalla rilevazione di
difficoltà alla diagnosi
Il percorso di diagnosi differenziale
in neuropsichiatria infantile
Relatore
SAVOLDELLI MARIKA
Neuropsichiatra Infantile
SCOPO DELL’INCONTRO: APPRENDERE
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IN QUESTO INTRECCIO SI ATTIVANO CIRCUITI DI
RETI NEURONALI = BASE DI CONOSCENZA
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APPRENDIMENTO E’ ACQUISIZIONE DI
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ALLARGATO (REGOLATI DA RISPETTIVI CODICI)
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APPRENDIMENTO = ADATTAMENTO
L’EVOLUZIONE E’ STRETTAMENTE CONNESSA
ALL’ADATTAMENTO:
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SISTEMI DI CODICI AMBIENTALI
FIN DALL’ORIGINE L’ESSERE VIVENTE E’
GENETICAMENTE PREDISPOSTO
ALLA MODIFICAZIONE DEL SUO STATUS PER
STIMOLAZIONE D’AMBIENTE
(cellula uovo e spermatozoo, nell’incontro finalizzato alla
modificazione del loro status,condividono i reciproci
codici genetici)
 
IN FASI PRECOCI L’ADATTAMENTO SI REALIZZA
CON MODIFICAZIONI INTERNE AL SOGGETTO:
PREREQUISITI DELLA CAPACITA’ DI GENERARE
RISPOSTE ADATTIVE
(ex. la comprensione che precede il linguaggio)
L’ESSERE VIVENTE ACCOGLIE LA PRESSIONE,
STIMOLAZIONE AMBIENTALE (INPUT)
GRAZIE AD ORGANI DI SENSO (RECETTORI)
CORRETTAMENTE FUNZIONANTI:
PROSSIMALI (gusto,olfatto,tatto)
DISTALI (acustico, visivo)
L’INPUT ATTIVA / ORGANIZZA RETI NEURONALI E
DETERMINA BAGAGLIO DI CONOSCENZE CHE
ASSOCIATE A COMPETENZE ACQUISITE
GENERANO RISPOSTE VERSO L’AMBIENTE
(OUTPUT)
NEL BAMBINO APPRENDIMENTO E’
 ACQUISIZIONE DEL SISTEMA DI CODICI
DELL’AMBIENTE (INPUT)
 ADATTAMENTO E RELATIVA RISPOSTA (OUTPUT)
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linguistiche, grafiche, fino alle forme più specializzate
di letto-scrittura)
LA VALUTAZIONE DELLA NPI SI TRADUCE IN
ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE DI ASPETTI
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 LOGOPEDISTA
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 LA LETTURA DEL FUNZIONAMENTO, LA DIAGNOSI E
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PER PROMUOVERE IL SUO ADATTAMENTO
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LA FEBBRE
LA DIAGNOSI E’ L’INDIVIDUAZIONE DELLA CAUSA
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1) VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE STRUTTURALI
ATTRAVERSO LA RACCOLTA DELLA STORIA DI
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VALUTAZIONE DELLE FUNZIONI DEI RECETTORI
2) INDAGINE SULLE CAPACITA’ DI ADATTAMENTO
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LA DIAGNOSI SPECIFICA E’ OBBLIGATORIA PERCHE’
DA ESSA DERIVANO
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• INDICAZIONE TERAPEUTICA PIU’ APPROPRIATA
PERCORSO DIAGNOSTICO IN RITARDO/DIFFICOLTA’
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 DISTURBO PSICHIATRICO
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<-2 DS, LA DIAGNOSI E’ DISTURBO SPECIFICO DEL
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Classificazione ICD-10 (OMS,1992)
 F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità
scolastiche
 F81.0 – Disturbo specifico di lettura
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 F81.3 – Disturbi misti delle abilità scolastiche
 F81.8 – Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche
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SINDROME NON VERBALE
Caratteristiche della sindrome
 problemi percettivi e tattili (specialmente riguardanti il
lato sinistro del corpo)
 problemi di coordinazione psicomotoria
 problemi in compiti cognitivi e sociali di tipo non
verbale
 deficit visuo-spaziali
 difficoltà nel disegno e nella copia di figure
 buona memoria verbale meccanica
 difficoltà di adattamento a nuove situazioni
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 discrete capacità di lettura
 deficit di giudizio sociale
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Le componenti carenti, nel disturbo non verbale
dell'apprendimento, sono la memoria di lavoro visuo-
spaziale e le immagini mentali:
 la memoria di lavoro è un “magazzino” di memoria
che ci consente di tenere a mente temporaneamente
delle informazioni e di manipolarle per svolgere un
dato compito
 le immagini mentali sono componenti della memoria
di lavoro che servono per elaborare un'informazione
visuo-spaziale, ad esempio le utilizziamo quando
esploriamo mentalmente un percorso.
La sindrome non verbale dell’apprendimento offre uno
spunto incontrovertibile per una riflessione sui diversi
stili cognitivi e di processamento delle informazioni, al
contempo consente di verificare come i punti di forza
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linguistico versus visuo-percettivo e prassico.
In particolare nella sindrome non verbale rileviamo
risorse di:
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 abilità fonologiche, di immagazzinamento verbale,
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…. e rileviamo deficit di:
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esplorativo,organizzazione di patterns motori
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 formazione di concetti e problem-solving, uso
funzionale e pragmatico del linguaggio.
La declinazione in tre punti diversi è riferita alla teoria
modulare che prevede tre livelli:
 1°-funzione di un sistema sensoriale recettivo
funzionante (le prime esposizioni ad esperienze sono
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 2° -legato ad integrazione dei moduli di primo livello e
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linguistiche e di riconoscimento di oggetti)
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Secondo tale teoria l’apprendimento specializzato
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Le funzioni neuropsicologiche sopraccitate devono
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funzionamento dell’individuo e per individuare quali
sono le aree potenziali e se correttamente espresse.
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funzionale e piano educativo personalizzato, infatti,
condividono la descrizione di queste funzioni.
LA DIAGNOSI FUNZIONALE
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nella diagnosi funzionale la cui stesura spesso
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gli aspetti valutati sono inclusi.
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personalizzate
A . Espressioni sintetiche di potenzialità maggiormente
compromesse e difficoltà riscontrabili nelle seguenti
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POTENZIALITA’ DIFFICOLTA’
BUONE MEDIOCRI SCARSE NESSUNA POCHE DISCRETE MOLTE GRAVI
COGNITIVA
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DELLA AUTONOMIA
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B- DIAGNOSI FUNZIONALE REDATTA IN FORMA CONCLUSIVA.
Bambino XXXXX affetto da emiparesi destra ed anartria con conseguente deficit del linguaggio: la comunicazione mimico-gestuale è buona. La
comprensione di routine e relativa a semplici consegne mediate da oggetto concreto è adeguata, mentre la comprensione di strutture sintattiche
mediata da figura è condizionata da un disturbo di attenzione ed esplorazione visiva. Le abilità cognitive esplorate attraverso la scala Griffith
hanno rilevato un quadro di organizzazione cognitiva limite, con un profilo omogeneo tra le diverse prove indagate. Il livello di sviluppo raggiunto è
di tipo operatorio concreto. Non si segnalano disturbi del area sensoriale mentre è presente un lieve deficit attentivo, non è indagabile la memoria
verbale mentre la memoria visiva è adeguata.
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esprime nella stesura del PEP che non può
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Presentazione 29 09-11 m. verbale

  • 1. Dalla rilevazione di difficoltà alla diagnosi Il percorso di diagnosi differenziale in neuropsichiatria infantile Relatore SAVOLDELLI MARIKA Neuropsichiatra Infantile
  • 2. SCOPO DELL’INCONTRO: APPRENDERE APPRENDERE E’ QUANTO ACCADE ANCHE IN QUESTO MOMENTO: NELLA DIMENSIONE DI QUESTO INCONTRO COME IN QUALSIASI INCONTRO
  • 3. PREMESSE ESSENZIALI  MOTIVAZIONE (chi è qui?)  FLESSIBILITA’ (capacità di accogliere il punto di vista altrui)  GENERALIZZAZIONE (esportare la conoscenza appresa)  VIGILANZA (ultima per citazione ma prima per importanza)
  • 4. I SISTEMI DI CODICE RECIPROCI SI INTERSECANO: IN QUESTO INTRECCIO SI ATTIVANO CIRCUITI DI RETI NEURONALI = BASE DI CONOSCENZA
  • 5. IL LAVORO DELLA NPI E’ UN PROCESSO DI APPRENDIMENTO E’ ACQUISIZIONE DI CONOSCENZA:  DEL PERCORSO EVOLUTIVO DEL BAMBINO  DEL SISTEMA FAMIGLIA ED AMBIENTE ALLARGATO (REGOLATI DA RISPETTIVI CODICI)  DEI POSSIBILI ADATTAMENTI AVVENUTI
  • 6. APPRENDIMENTO = ADATTAMENTO L’EVOLUZIONE E’ STRETTAMENTE CONNESSA ALL’ADATTAMENTO: ORIGINA DALL’INTERAZIONE DEL SOGGETTO CON SISTEMI DI CODICI AMBIENTALI
  • 7. FIN DALL’ORIGINE L’ESSERE VIVENTE E’ GENETICAMENTE PREDISPOSTO ALLA MODIFICAZIONE DEL SUO STATUS PER STIMOLAZIONE D’AMBIENTE (cellula uovo e spermatozoo, nell’incontro finalizzato alla modificazione del loro status,condividono i reciproci codici genetici)  
  • 8. IN FASI PRECOCI L’ADATTAMENTO SI REALIZZA CON MODIFICAZIONI INTERNE AL SOGGETTO: PREREQUISITI DELLA CAPACITA’ DI GENERARE RISPOSTE ADATTIVE (ex. la comprensione che precede il linguaggio)
  • 9. L’ESSERE VIVENTE ACCOGLIE LA PRESSIONE, STIMOLAZIONE AMBIENTALE (INPUT) GRAZIE AD ORGANI DI SENSO (RECETTORI) CORRETTAMENTE FUNZIONANTI: PROSSIMALI (gusto,olfatto,tatto) DISTALI (acustico, visivo)
  • 10. L’INPUT ATTIVA / ORGANIZZA RETI NEURONALI E DETERMINA BAGAGLIO DI CONOSCENZE CHE ASSOCIATE A COMPETENZE ACQUISITE GENERANO RISPOSTE VERSO L’AMBIENTE (OUTPUT)
  • 11. NEL BAMBINO APPRENDIMENTO E’  ACQUISIZIONE DEL SISTEMA DI CODICI DELL’AMBIENTE (INPUT)  ADATTAMENTO E RELATIVA RISPOSTA (OUTPUT) (alimentare, ciclo sonno-veglia, tappe motorie, linguistiche, grafiche, fino alle forme più specializzate di letto-scrittura)
  • 12. LA VALUTAZIONE DELLA NPI SI TRADUCE IN ACQUISIZIONE DI CONOSCENZE DI ASPETTI  PSICHICI  MOTORI  LINGUISTICI  ESECUTIVI (attraverso l’interazione dei sistemi di codice medico- famiglia-bambino) CON L’ANALISI DELLE CAPACITA’ ADATTIVE
  • 13. OSSERVARE – CREARE RELAZIONE – VALUTARE SONO INSCINDIBILI NEL COMPLESSO PERCORSO CHE DETERMINA LA DIAGNOSI RARAMENTE ESISTE UN TEST UNIVOCO CHE DEFINISCE UNA DIAGNOSI
  • 14. LA VALUTAZIONE SI CONCRETIZZA IN UNA SERIE DI INCONTRI CHE CONSENTONO AMPIA RECIPROCITA’ FINALIZZATA AD INDIVIDUARE MECCANISMI E STILI DI FUNZIONAMENTO DEL BAMBINO
  • 15. IN NPI E’ FREQUENTE L’INGAGGIO (sguardo, punto di vista) DI SISTEMI DI CONOSCENZE DIVERSE  MEDICO  PSICOLOGO  FISIOTERAPISTA  LOGOPEDISTA  PSICOMOTRICISTA
  • 16. LA RISPOSTA E’  L’INTEGRAZIONE - DEI VARI SGUARDI IN UN UNICO CODICE  LA LETTURA DEL FUNZIONAMENTO, LA DIAGNOSI E  LA PREVISIONE DEL BISOGNO DEL BAMBINO PER PROMUOVERE IL SUO ADATTAMENTO EVOLUTIVO
  • 17. IL SINTOMO -MOTIVO DELLA VISITA- RAPPRESENTA LA FEBBRE LA DIAGNOSI E’ L’INDIVIDUAZIONE DELLA CAUSA PER TALE MOTIVO LA VALUTAZIONE NPI E’ UN PERCORSO DI DIAGNOSI DIFFERENZIALE
  • 18. 1) VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE STRUTTURALI ATTRAVERSO LA RACCOLTA DELLA STORIA DI GRAVIDANZA, PARTO,ESAME NEUROLOGICO E VALUTAZIONE DELLE FUNZIONI DEI RECETTORI
  • 19. 2) INDAGINE SULLE CAPACITA’ DI ADATTAMENTO ALIMENTARE, SONNO, REGOLAZIONE SFINTERICA, AUTONOMIA PERSONALE 3) ESAME PSICHICO E DELLE ABILITA’ COGNITIVE QUALITA’ DELLE RELAZIONI SOCIALI, FLESSIBILITA’, TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE PROPOSITIVITA’, CREATIVITA’, STRUTTURE DI GIOCO, RAPPRESENTAZIONI SIMBOLICHE
  • 20.   4) VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE DI PREREQUISITI E SPECIALIZZATE ATTENZIONE, MEMORIA, COMPRENSIONE, LINGUAGGIO,PRE-GRAFISMO, SCRITTURA, LETTURA, CALCOLO
  • 21. LA DIAGNOSI SPECIFICA E’ OBBLIGATORIA PERCHE’ DA ESSA DERIVANO • PROGNOSI • INDICAZIONE TERAPEUTICA PIU’ APPROPRIATA
  • 22. PERCORSO DIAGNOSTICO IN RITARDO/DIFFICOLTA’ DEL LINGUAGGIO VALUTARE EVENTUALE  DISTURBO DELL’APPARATO ACUSTICO  DISTURBO DELLA COMPRENSIONE VERBALE  DISTURBO PSICHIATRICO  DISTURBO COGNITIVO  DISTURBO PRASSICO  SOLO ESCLUSI I PRECEDENTI, VALUTATI PARAMETRI DI EFFICIENZA LINGUISTICA <-2 DS, LA DIAGNOSI E’ DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO
  • 23. PERCORSO DIAGNOSTICO IN DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO DELLE ABILITA’ SCOLARI  VALUTARE EVENTUALE  DISTURBO DELL’APPARATO ACUSTICO  DISRURBO DELL’APPARATO VISIVO  DISTURBO DELLA COMPRENSIONE VERBALE/LINGUAGGIO  DISTURBO PSICHIATRICO  DISTURBO COGNITIVO  DISTURBO PRASSICO SOLO ESCLUSI I PRECEDENTI, VALUTATI PARAMETRI DI EFFICIENZA SCOLARE <-2 DS, LA DIAGNOSI E’ DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO
  • 24.
  • 25. VALUTAZIONE CLINICO-TESTALE  RACCOLTA ANMNESTICA  ESAME NEUROLOGICO E PSICHICO (eventuali richieste di esami strumentali se evidenti deficit)  TEST COGNITIVI (premessa decisionale circa i successivi possibili test)  TEST GRAFO-MOTORI  TEST NEURO-LINGUISTICI  TEST SPECIFICI DIDATTICI (letto-scrittura e calcolo)
  • 26. ESITO DELLA VALUTAZIONE DI DIFFICOLTA’ VARIABILE:  RITARDO COGNITIVO  DIFFICOLTA’ ASPECIFICHE DI APPRENDIMENTO  ORGANIZZAZIONE COGNITIVA BORDER-LINE  DISABILITA’ SENSORIALE  DISAGIO SOCIO-CULTURALE  SINDROME NON VERBALE  DSA ESITO DI DISTURBO DEL LINGUAGGIO  DSA
  • 27. Classificazione ICD-10 (OMS,1992)  F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche  F81.0 – Disturbo specifico di lettura  F81.1 – Disturbo specifico della compitazione  F81.2 – Disturbo specifico delle abilità aritmetiche
  • 28. Classificazione ICD-10 (OMS,1992)  F81.3 – Disturbi misti delle abilità scolastiche  F81.8 – Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche  F81.9 – Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche non specificati
  • 29. SINDROME NON VERBALE Caratteristiche della sindrome  problemi percettivi e tattili (specialmente riguardanti il lato sinistro del corpo)  problemi di coordinazione psicomotoria  problemi in compiti cognitivi e sociali di tipo non verbale  deficit visuo-spaziali  difficoltà nel disegno e nella copia di figure
  • 30.  buona memoria verbale meccanica  difficoltà di adattamento a nuove situazioni  difficoltà in aritmetica  discrete capacità di lettura  deficit di giudizio sociale  QI verbale più alto rispetto a quello di performance
  • 31. Le componenti carenti, nel disturbo non verbale dell'apprendimento, sono la memoria di lavoro visuo- spaziale e le immagini mentali:  la memoria di lavoro è un “magazzino” di memoria che ci consente di tenere a mente temporaneamente delle informazioni e di manipolarle per svolgere un dato compito  le immagini mentali sono componenti della memoria di lavoro che servono per elaborare un'informazione visuo-spaziale, ad esempio le utilizziamo quando esploriamo mentalmente un percorso.
  • 32. La sindrome non verbale dell’apprendimento offre uno spunto incontrovertibile per una riflessione sui diversi stili cognitivi e di processamento delle informazioni, al contempo consente di verificare come i punti di forza e di debolezza coinvolgano domini funzionali linguistico versus visuo-percettivo e prassico.
  • 33. In particolare nella sindrome non verbale rileviamo risorse di:  percezione uditiva  attenzione e memoria uditiva, e verbale  abilità fonologiche, di immagazzinamento verbale, associazioni e produzioni verbali
  • 34. …. e rileviamo deficit di:  percezione visiva e tattile  attenzione e memoria tattile e visiva, comportamento esplorativo,organizzazione di patterns motori complessi  formazione di concetti e problem-solving, uso funzionale e pragmatico del linguaggio.
  • 35. La declinazione in tre punti diversi è riferita alla teoria modulare che prevede tre livelli:  1°-funzione di un sistema sensoriale recettivo funzionante (le prime esposizioni ad esperienze sono percezioni visive,acustiche tattili)  2° -legato ad integrazione dei moduli di primo livello e assemblati su base innata (esempio abilità linguistiche e di riconoscimento di oggetti)  3° -assemblati su base esperienziale (letto-scrittura, abilità motorie) si attiva per la presenza di un atto consapevole cosciente e volitivo
  • 36. Secondo tale teoria l’apprendimento specializzato (didattico) non può prescindere dalla motivazione (traduzione di coscienza, consapevolezza e volontà) che opera su presupposti fondamentali e trasversali:  attenzione  memoria che presiedono all’organizzazione delle  capacità cognitive
  • 37. Le funzioni neuropsicologiche sopraccitate devono essere indagate per comprendere lo stile di funzionamento dell’individuo e per individuare quali sono le aree potenziali e se correttamente espresse. I protocolli di diagnosi funzionale, profilo dinamico funzionale e piano educativo personalizzato, infatti, condividono la descrizione di queste funzioni.
  • 38. LA DIAGNOSI FUNZIONALE Gli aspetti rilevati nel percorso di diagnosi sono riportati nella diagnosi funzionale la cui stesura spesso appare diversificata per impostazione grafica, ma tutti gli aspetti valutati sono inclusi. Possiamo leggere insieme diagnosi formulate come  relazione clinica, in cui è necessario vengano riportati i test di valutazione effettuati  tabella con indicatori di area funzionale e misura di deficit/potenziale  modello impostato per aree definite con descrizioni personalizzate
  • 39. A . Espressioni sintetiche di potenzialità maggiormente compromesse e difficoltà riscontrabili nelle seguenti AREE POTENZIALITA’ DIFFICOLTA’ BUONE MEDIOCRI SCARSE NESSUNA POCHE DISCRETE MOLTE GRAVI COGNITIVA 1 – Livello di sviluppo raggiunto x x AFFETTIVO RELAZIONALE 1 – Qualità delle interazioni spontanee 2 – Rapporto con gli altri x x LINGUISTICA 1 – Comprensione 2 – Produzione 3 – Altri linguaggi integrativi e/o alternativi x x SENSORIALE 1 – Vista 2 – Udito 3 – Tatto x x MOTORIO – PRASSICA 1 – Motricità globale 2 – Motricità fine x x NEUROPSICOLOGICA 1 – Memoria 2 – Attenzione x x DELLA AUTONOMIA 1 – Personale 2 – Sociale x x B- DIAGNOSI FUNZIONALE REDATTA IN FORMA CONCLUSIVA. Bambino XXXXX affetto da emiparesi destra ed anartria con conseguente deficit del linguaggio: la comunicazione mimico-gestuale è buona. La comprensione di routine e relativa a semplici consegne mediate da oggetto concreto è adeguata, mentre la comprensione di strutture sintattiche mediata da figura è condizionata da un disturbo di attenzione ed esplorazione visiva. Le abilità cognitive esplorate attraverso la scala Griffith hanno rilevato un quadro di organizzazione cognitiva limite, con un profilo omogeneo tra le diverse prove indagate. Il livello di sviluppo raggiunto è di tipo operatorio concreto. Non si segnalano disturbi del area sensoriale mentre è presente un lieve deficit attentivo, non è indagabile la memoria verbale mentre la memoria visiva è adeguata.
  • 40. La conclusione di questo percorso di apprendimento si esprime nella stesura del PEP che non può prescindere dall’aver osservato e creato una relazione con lo studente: la condivisione di un sistema di codici è possibile se conosciamo lo studente non solo attraverso una diagnosi, ma anche nella sua dimensione relazionale.