2. Introduzione
Durante il corso della civiltà classica la lingua latina presentava
diverse varietà. Il latino scritto non era uguale al parlato. La lingua
parlata dalle persone colte non era la stessa del popolo. Esistevano,
inoltre, differenze locali, dovute all’influsso delle parlate precedenti
la conquista romana. Dobbiamo, dunque, pensare al latino come ad
una lingua duttile e viva, capace di evolversi e arricchirsi al ritmo
dell’evoluzione e dell’espansione dei romani.
A seconda dell’ambito sociale e dell’uso quotidiano o letterario,
possiamo distinguere tre varietà linguistiche:
il latino letterario
il latino colloquiale
il latino volgare
3. Il latino letterario
Il latino letterario è quello
trasmessoci dai grandi poeti e
scrittori dell'antichità. Per
citare qualche
nome, ricordiamo
Catullo, Lucrezio, Virgilio, Orazi
o, Ovidio
(poeti), Cesare, Sallustio, Livio,
Tacito
(storici), Cicerone, Seneca
(filosofi). In particolare Virgilio
rappresentò per secoli l'ideale
della poesia classica, Cicerone
della prosa.
4. Il latino colloquiale
Il latino colloquiale ci è
testimoniato dalle commedie di
Plauto e Terenzio, dalla lingua
usata da Cicerone nelle sue
lettere, dalle Satire di Orazio.
Si tratta di una lingua non
molto diversa dal latino
classico, un'espressione
quotidiana tendente
all'eleganza e alla raffinatezza.
Un passo del romanzo
Satyricon di Petronio (I sec.),
la famosa Cena di Trimalcione,
è particolarmente interessante,
perché riporta la conversazione
elegante e urbana di Encolpio
e la parlata volgare dei liberti
suoi commensali. Terenzio ambrosiano
5. Satyricon
I manoscritti che tramandano
l'opera non concordano sul titolo e
ne riportano diversi:
Satiricon, Satyricon, Satirici, o
Satyrici (libri), Satyri
fragmenta, Satirarum libri.
Normalmente, però, ci si riferisce
all'opera di Petronio con il titolo di
Satyricon, da intendersi
probabilmente come genitivo
(sottinteso: libri), come accade
per opere di altri autori (ad
esempio Georgikon libri sono le
Georgiche di Virgilio).
Autore del Satyricon si riconosce
oggi Petronio, personaggio in vista
della corte di
Nerone, successivamente caduto
in disgrazia e condannato a morte
nel 66 (Tacito, Ann. 16, 18-19). Manoscritto Parisinus Latinus (7989) della Biblioteca
Nazionale di Parigi
6. L'opera è arrivata a noi frammentaria
e lacunosa.
Originariamente, comunque, secondo
le testimonianze della tradizione
manoscritta, doveva essere molto
ampia, dal momento che i frammenti
restanti, suddivisi in seguito dagli
studiosi in 141
capitoli, appartenevano ai libri XV e
XVI.
Trama
Encolpio, il giovane
protagonista, racconta le sue mirabolanti
avventure in compagnia del giovane
Gitone, di cui è innamorato e dell'amico
Ascilto, in una non bene precisata località
della Campania (probabilmente Pozzuoli).
Il brano più famoso dell’opera è la Cena
di Trimalcione, che in 52 capitoli illustra
con raffinata ironia il contesto sociale
delle classi emergenti, con la volgarità di
idee e linguaggio dei nuovi ricchi.
Nel 1969 Federico Fellini realizzò un film ispirato al
romanzo di Petronio
7. Il latino volgare
Il latino volgare, parlato in Italia e
nelle province dalle classi prive di
educazione scolastica
(schiavi, soldati, artigiani), ci è
noto attraverso le iscrizioni;
attraverso alcuni testi che
riproducono le anomalie della
parlata popolare o per ottenere
effetti di realismo (come nel
sopraccitato Satyricon) o per
correggere (come la famosa
Appendix Probi); infine attraverso
gli esiti nelle lingue neolatine o
romanze, che si svilupparono
proprio a partire dalla lingua
parlata dal popolo.
8. L’appendix Probi
L'Appendix Probi è una lista di
vocaboli latini dettati ai suoi alunni
da un maestro che insegnava in
una scuola in vico Capo
d'Africa, vicino al
Colosseo, intorno al 300 dopo
Cristo; egli aveva notato che negli
ultimi tempi i temi di questi
giovani si erano andati riempiendo
sempre più di errori. I ragazzi
infatti scrivevano le parole nello
stesso modo in cui le
pronunciavano, rendendole in certi
casi quasi irriconoscibili: il maestro
pensava quindi di richiamarli
all'opportuna correttezza
ortografica.
9. Viene qui riportata una scelta dei
Vocaboli dell’Appendix Probi
speculum non speclum
masculus non masclus
vetulus non veclus
vitulus non viclus
columna non colomna
formica non furmica
musivum non museum
barbarus non barbar
calida non calda
frigida non fricda
vinea non vinia
tristis non tristus
turma non torma
caelebs non celeps
ostium non osteum
Flavus non Flaus
cavea non cavia
lancea non lancia
auris non oricla
facies non facia
cautes non cautis
plebes non plevis
oculus non oclus
aqua non acqua
vico capitis Africae non vico caput
Africae
persica non pessica
Auctor non autor
10.
11. DAL LAT. ADVENTARE
Il lat. ADVENTARE "arrivare, giungere",
attraverso ADVENTUM, giunge all'antico
siciliano nella forma sost. abbentu "pace,
riposo", con evidente trapasso semantico
(ossia.... arrivo e mi riposo!):
Cielo D'Alcamo: ".... per te non ajo abento
notte e dia..." (Contrasto 1231-1240)
Giovanni Meli: "Rundinella pilligrina / pri
l'amuri 'un avi abbentu"
Vincenzo Consolo: "Hai, non ho abbento, e
majormente ora ch'uscii di Vicaria
(Retablo).
12. ESITI DEL LAT. IMUS
Le diverse forme registrate in Sicilia per la
prima pers. pl. del presente indicativo di
"andare" corrispondono a diverse fasi
cronologiche e trafile linguistiche che
definiscono compatte aree territoriali.
13. • sic. imu
• Area centrale (nisseno-ennese)
Lat. imu
• sic. emu/iemu
• Area occidentale (tranne Palermo)
e orientale (tranne Messina)
innov.
galloitalica
(Normanni)
• sic. iamu
• Area centrale a partire da
Palermo
congiuntivo
EAMUS
(innovazione
da Napoli)
14. I NOMI DELL' "ALBICOCCA"
Una complessa vicenda
geografica e semantica
15. IL tipo Lat. PRAECOQUUM portato dai Romani in
Africa settentrionale, si è trasformato in barqūq
"prugna" ed è ritornato, infine, con gli Arabi in Sicilia,
dove ha assunto la forma di varcocu e varianti.
Dunque oggi coesistono in Sicilia due tipi per indicare
l'"albicocca" con una significativa distribuzione areale
che rinvia al quadro degli insediamenti storici:
- Continuatori del Lat. PRAECOQUUM "precoce"
(tipo pircocu "albicocca") Area occ. (TP, tra
Belice e Sosio), centro orientale e orientale.
- Continuatori dell' arabo barqūq "prugna" (tipo
varcocu "albicocca") - Area occidentale (PA - parte del
TP; CL-EN)
- Compresenza dei due tipi (Madonie; AG; areola or.
tra Salso e Simeto)