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LEONARDO DA VINCI
GENIO UNIVERSALE
Giorgio Rizzo 3^E
Leonardo nasce in 15 aprile 1452 ad Anchiano, una frazione del paese di Vinci, in
provincia di Firenze, figlio illegittimo di ser Piero, notaio e Caterina, donna di
modesta estrazione sociale.
Secondo Giorgio Vasari, iniziò il suo apprendistato nella bottega di Andrea del
Verrocchio, nel 1462.
Oggi molti autori ritengono che 10 anni fossero pochi e che Leonardo venne
educato a casa dei nonni ad Anchiano fino ad iniziare la sua attività dal Verrocchio
nel 1469 o 1470, dove studiò insieme a Botticelli, Perugino, Ghirlandaio.
Nel 1472 si trova citato nella Compagnia di San Luca dei pittori fiorentini. A
quell’epoca si ritiene fosse già autonomo anche se la collaborazione con la
bottega del Verrocchio di protrasse per molti anni.
Andrea del Verrocchio Leonardo nel 1472Casa natale di Leonardo
Il primo disegno noto di Leonardo è il Paesaggio con Fiume, del 1473. Un
disegno della Val d’Arno a sanguigna.
Del 1475 è il Battesimo di Cristo. Il Verrocchio dipinse Cristo e il Battista
assegnando a Leonardo il compito di dipingere l’angelo di profilo, quello più a
sinistra, e l’angelo di fronte, accanto al primo, forse a Botticelli.
Leggenda vuole che, avendo visto il
superbo angelo di Leonardo, gettasse via i
pennelli promettendo di non dipingere mai
più e di dedicarsi alla sola scultura.
In questo dipinto si osserva già una nuova
resa spaziale e atmosferica unificata,
nonché i primi accenni allo stile sfumato,
di cui è considerato l’ideatore.
Secondo il Vasari, Leonardo si dedicò anche alla scultura. Nella bottega del
Verrocchio avrebbe confezionato pregiate teste di donna e di putti in gesso, ma
in realtà sculture sicuramente attribuibili a Leonardo non ne sono rimaste.
Un busto in cera di donna, oggi a Berlino, è stato poi scoperto essere un falso.
Il progetto della più grande statua equestre del mondo, dedicata a Francesco
Sforza e voluta dal figlio Lodovico il Moro, non vide mai la luce. Di essa
rimangono solo numerosi disegni preparatori.
I primi dipinti autonomi di Leonardo sono la Madonna Dreyfus (1469) e la
Madonna del Garofano (1473)
La prima ( a sin.), oggi alla National Gallery di Washington, è un olio su
tavola. La Madonna con Bambino sono rappresentati contro una parete scura
e dotata di due finestre che danno su un paesaggio anonimo. Le diverse fonti
di luce, il manto pendente dal parapetto su cui sta il Bambino in piedi
ricordano la pittura fiamminga, allora molto nota a Firenze.
La seconda, anch’essa un olio su tavola, oggi alla Alte Pinakothek di Monaco,
Anche qui la Madonna è contro una parete scura dotata sempre di due
finestre, qui bifore su un paesaggio. Il bambino è seduto. Maria, leggermente
contrita porge un garofano rosso al figlio, simboleggiando la futura passione.
Dal 1474 al 1478 (22-26 anni), Leonardo non produce più nulla. Strano per una
mente vivida come la sua. Probabilmente di dedica ad altre scienze: la
Geografia e l’Astronomia, avendo per maestro Toscanelli, l’Anatomia, la Fisisa e
la Matematica.
Alcune opere di questo periodo sono di incerta attribuzione. Altre furono iniziate
ma Leonardo, come fece con tantissime altre opere, non le portò mai a termine.
Tra queste la Madonna Benois (oggi all’Ermitage) e l’Annunciazione del Louvre.
Nel 1482, Leonardo va a Milano, probabilmente
come ambasciatore artistico di Firenze, inviato
da Lorenzo il Magnifico.
Ivi giunto inviò a Lodovico il Moro una sorta di
curriculum in cui descriveva le sue competenze,
praticamente in tutte le scienze. Leonardo
venne accolto tiepidamente. Riceve la prima
commissione nel 1483 e dipinge la Vergine
delle Rocce ( olio su tavola, oggi al Louvre). La
tavola ha uno sviluppo piramidale: al centro si
trova la Madonna, che con il braccio destro
scosta il mantello per accordare un gesto di
protezione al piccolo san Giovanni, a sua volta
inginocchiato e in preghiera verso Gesù
Bambino, posto in basso a destra in posizione
benedicente; un angelo si trova dietro di lui,
mentre Maria stende sul figlio la mano sinistra,
rappresentata in scorcio, in un gesto protettivo.
Le quattro figure sono quindi collegate tra loro
da gesti e sguardi, che creano triangoli tra le
direttrici delle linee di forza, il tutto racchiuso in
una forma circolare che suggerisce
completezza ed eternità.
Del periodo milanese sono molte delle «invenzioni» che tanto colpiscono oggi la
nostra immaginazione. Ingegneria idraulica, civile, militare, architettura.
In questo periodo, Leonardo riceve numerose commissioni per ritratti. Nascono
così La Belle Ferronnière (olio su tavola, Louvre)., la Dama con l’ermellino,
ritratto di Cecilia Gallerani (olio su tavola, Cracovia), il Ritratto di musico
(Ambrosiama, olio su tavola). I dipinti di Leonardo introducono innovazioni della
tradizione milanese, l'artista mette a frutto gli studi anatomici avviati a Firenze,
interessandosi soprattutto ai legami tra le fisionomie e i "moti dell'animo", cioè
gli aspetti psicologici e le qualità morali che trasparivano puntualmente dalle
caratteristiche esteriori.
Nel 1494 Leonardo riceve la commissione per un cenacolo in Santa Maria delle
Grazie. Per questo affresco l’artista attinse alla tradizione fiorentina,interpretandola
in maniera originale con una maggiore enfasi sul momento drammatico in cui
Cristo afferma «Qualcuno di voi mi tradirà» e sui "moti dell'animo" degli apostoli
turbati. Essi sono ritratti a gruppi di tre, come una serie di onde emotive
successive, con al centro la figura isolata e dominante del Cristo.Leonardo cambiò
l'iconografia tradizionale scegliendo di non rappresentare Giuda da solo su un lato
del tavolo, ma accanto agli altri sul medesimo lato rivolto allo spettatore.
Leonardo non era esperto in affresco e usò tempera e olio su doppio intonaco la
l’opera iniziò molto presto a danneggiarsi.
E’ stata restaurata di recente.
Nel 1499, Milano viene invasa dai francesi e Leonardo comincia un periodo
errabondo: Mantova, Venezia, Roma, Tivoli e Firenze. A Mantova prepara il
dipinto per Isabella d’Este che non iniziò e di cui ci rimane il cartone
preparatorio. A Venezia si dedicò a opere di ingegneria ma rimase poco. A
Firenze tutto era cambiato. Leonardo mancava da 20 anni. Qui dipinse la
Madonna dei Fusi (olio su tavola, New York). Dopo un breve periodo come
ingegnere al seguito dei Borgia a Urbino, ebbe una grossa commissione, la
Battaglia d’Anghiari) a Palazzo Vecchio dove avrebbe dovuto lavorare con
Michelangelo, impegnato sulla parete di fronte. Nessuno dei due venne
completato. Leonardo usò una nuova tecnica che fu un fallimento totale, i colori
colarono subito.
Andrea del Verrocchio (1435-1488) e Leonardo da Vinci, Il Battesimo di Cristo,
ca 1470-1475, tempera e olio su tavola, 180 x 152,5 cm.
Firenze, Galleria degli Uffizi
Nel 1503, Leonardo inizia la Gioconda, il suo
massimo capolavoro. Ritratto di Lisa
Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo.
Il sorriso impercettibile, col suo alone di
mistero, ha ispirato tantissime pagine di
critica, letteratura, opere di immaginazione e
persino studi psicologici; sfuggente, ironica e
sensuale, la Monna Lisa è stata di volta in
volta amata e idolatrata, ma anche derisa o
aggredita.
Leonardo lavorerà sul dipinto fino alla morte.
Lo porterà con sé in Francia nel 1516.
Qui lo sfumato raggiunge la massima
espressione. Lo sfondo è un panorama della
Val di Chiana. Una parte è più bassa e forse
eseguita in due tempi.
Lo sfumato
Lo sfumato, che
rappresenta l’innovazione
più importante di
Leonardo, consiste nel
passaggio graduale
dall’ombra alla luce,
sfumando i contorni
attraverso tante linee
spezzate.
Nel 1508, Leonardo tornò a Milano, invitato dal duca di Amboise. Durante
questo soggiorno eseguì Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e l’agnellino (olio
su tavola, Louvre). Studiò anatomia con il Della Torre. Completo gli studi per la
statua equestre del Trivulzio che non completoò.
Nel 1511 Amboise muore, la Lega Santa scacciò i francesi e Leonardo si recò
a Roma.
A Roma, si occupò del prosciugamento delle Paludi Pontine, della
sistemazione del Porto di Civitavecchia, dipinse la Leda col Cigno, andato
perduto, si occupò di studi di anatomia e di specchi ustori. Non andando
d’accordo con gli operai tedeschi, esperti in specchi, abbandonò il lavoro e
quelli si vendicarono accusandolo di stregoneria per gli studi anatomici.
Leonardo abbandonò definitivamente l’Italia e andò in Francia.
Agro Pontino Leda
Nel 1517 Leonardo giunge in Francia e comincerà qui , insieme al Melzi e al
Salaì, suoi allievi e modelli, il periodo più sereno della sua vita. Abiterà nel
castello di Clos-Lucé vicino Amboise.
Qui si occuperà delle sue arti e anche dopo aver sofferto un ictus che gli toglierà
l’uso della mano destra (Leonardo era mancino) continuerà nelle sue attività. Di
questo periodo ricorderemo il progetto della cittadella di Romorantin e l’automa
del Leone per alcune feste da lui organizzate.
L'ultima data presente su un manoscritto di Leonardo risale al 24 giugno
del 1518: preso da calcoli di geometria, gli studi sono bruscamente interrotti con
un "eccetera, perché la minestra si fredda"! Si tratta di una rara annotazione
istintiva di vita quotidiana, che rende la dimensione umana del personaggio che,
incalzato dai richiami di qualcuno, deve rompere la concentrazione per mangiare.
Il 23 aprile 1519 redige il testamento davanti al Melzi.
Il 2 maggio di quell’anno Leonardo muore. Avvisato, Francesco I, re di Francia
che lo aveva invitato e ospitato di lascerà andare a un pianto irrefrenabile.
Moriva un genio e un uomo straordinario.
«Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà
lieto morire.»

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Leonardo da vinci

  • 1. LEONARDO DA VINCI GENIO UNIVERSALE Giorgio Rizzo 3^E
  • 2. Leonardo nasce in 15 aprile 1452 ad Anchiano, una frazione del paese di Vinci, in provincia di Firenze, figlio illegittimo di ser Piero, notaio e Caterina, donna di modesta estrazione sociale. Secondo Giorgio Vasari, iniziò il suo apprendistato nella bottega di Andrea del Verrocchio, nel 1462. Oggi molti autori ritengono che 10 anni fossero pochi e che Leonardo venne educato a casa dei nonni ad Anchiano fino ad iniziare la sua attività dal Verrocchio nel 1469 o 1470, dove studiò insieme a Botticelli, Perugino, Ghirlandaio. Nel 1472 si trova citato nella Compagnia di San Luca dei pittori fiorentini. A quell’epoca si ritiene fosse già autonomo anche se la collaborazione con la bottega del Verrocchio di protrasse per molti anni. Andrea del Verrocchio Leonardo nel 1472Casa natale di Leonardo
  • 3. Il primo disegno noto di Leonardo è il Paesaggio con Fiume, del 1473. Un disegno della Val d’Arno a sanguigna. Del 1475 è il Battesimo di Cristo. Il Verrocchio dipinse Cristo e il Battista assegnando a Leonardo il compito di dipingere l’angelo di profilo, quello più a sinistra, e l’angelo di fronte, accanto al primo, forse a Botticelli. Leggenda vuole che, avendo visto il superbo angelo di Leonardo, gettasse via i pennelli promettendo di non dipingere mai più e di dedicarsi alla sola scultura. In questo dipinto si osserva già una nuova resa spaziale e atmosferica unificata, nonché i primi accenni allo stile sfumato, di cui è considerato l’ideatore.
  • 4. Secondo il Vasari, Leonardo si dedicò anche alla scultura. Nella bottega del Verrocchio avrebbe confezionato pregiate teste di donna e di putti in gesso, ma in realtà sculture sicuramente attribuibili a Leonardo non ne sono rimaste. Un busto in cera di donna, oggi a Berlino, è stato poi scoperto essere un falso. Il progetto della più grande statua equestre del mondo, dedicata a Francesco Sforza e voluta dal figlio Lodovico il Moro, non vide mai la luce. Di essa rimangono solo numerosi disegni preparatori.
  • 5. I primi dipinti autonomi di Leonardo sono la Madonna Dreyfus (1469) e la Madonna del Garofano (1473) La prima ( a sin.), oggi alla National Gallery di Washington, è un olio su tavola. La Madonna con Bambino sono rappresentati contro una parete scura e dotata di due finestre che danno su un paesaggio anonimo. Le diverse fonti di luce, il manto pendente dal parapetto su cui sta il Bambino in piedi ricordano la pittura fiamminga, allora molto nota a Firenze. La seconda, anch’essa un olio su tavola, oggi alla Alte Pinakothek di Monaco, Anche qui la Madonna è contro una parete scura dotata sempre di due finestre, qui bifore su un paesaggio. Il bambino è seduto. Maria, leggermente contrita porge un garofano rosso al figlio, simboleggiando la futura passione.
  • 6. Dal 1474 al 1478 (22-26 anni), Leonardo non produce più nulla. Strano per una mente vivida come la sua. Probabilmente di dedica ad altre scienze: la Geografia e l’Astronomia, avendo per maestro Toscanelli, l’Anatomia, la Fisisa e la Matematica. Alcune opere di questo periodo sono di incerta attribuzione. Altre furono iniziate ma Leonardo, come fece con tantissime altre opere, non le portò mai a termine. Tra queste la Madonna Benois (oggi all’Ermitage) e l’Annunciazione del Louvre.
  • 7. Nel 1482, Leonardo va a Milano, probabilmente come ambasciatore artistico di Firenze, inviato da Lorenzo il Magnifico. Ivi giunto inviò a Lodovico il Moro una sorta di curriculum in cui descriveva le sue competenze, praticamente in tutte le scienze. Leonardo venne accolto tiepidamente. Riceve la prima commissione nel 1483 e dipinge la Vergine delle Rocce ( olio su tavola, oggi al Louvre). La tavola ha uno sviluppo piramidale: al centro si trova la Madonna, che con il braccio destro scosta il mantello per accordare un gesto di protezione al piccolo san Giovanni, a sua volta inginocchiato e in preghiera verso Gesù Bambino, posto in basso a destra in posizione benedicente; un angelo si trova dietro di lui, mentre Maria stende sul figlio la mano sinistra, rappresentata in scorcio, in un gesto protettivo. Le quattro figure sono quindi collegate tra loro da gesti e sguardi, che creano triangoli tra le direttrici delle linee di forza, il tutto racchiuso in una forma circolare che suggerisce completezza ed eternità.
  • 8. Del periodo milanese sono molte delle «invenzioni» che tanto colpiscono oggi la nostra immaginazione. Ingegneria idraulica, civile, militare, architettura.
  • 9. In questo periodo, Leonardo riceve numerose commissioni per ritratti. Nascono così La Belle Ferronnière (olio su tavola, Louvre)., la Dama con l’ermellino, ritratto di Cecilia Gallerani (olio su tavola, Cracovia), il Ritratto di musico (Ambrosiama, olio su tavola). I dipinti di Leonardo introducono innovazioni della tradizione milanese, l'artista mette a frutto gli studi anatomici avviati a Firenze, interessandosi soprattutto ai legami tra le fisionomie e i "moti dell'animo", cioè gli aspetti psicologici e le qualità morali che trasparivano puntualmente dalle caratteristiche esteriori.
  • 10. Nel 1494 Leonardo riceve la commissione per un cenacolo in Santa Maria delle Grazie. Per questo affresco l’artista attinse alla tradizione fiorentina,interpretandola in maniera originale con una maggiore enfasi sul momento drammatico in cui Cristo afferma «Qualcuno di voi mi tradirà» e sui "moti dell'animo" degli apostoli turbati. Essi sono ritratti a gruppi di tre, come una serie di onde emotive successive, con al centro la figura isolata e dominante del Cristo.Leonardo cambiò l'iconografia tradizionale scegliendo di non rappresentare Giuda da solo su un lato del tavolo, ma accanto agli altri sul medesimo lato rivolto allo spettatore. Leonardo non era esperto in affresco e usò tempera e olio su doppio intonaco la l’opera iniziò molto presto a danneggiarsi. E’ stata restaurata di recente.
  • 11. Nel 1499, Milano viene invasa dai francesi e Leonardo comincia un periodo errabondo: Mantova, Venezia, Roma, Tivoli e Firenze. A Mantova prepara il dipinto per Isabella d’Este che non iniziò e di cui ci rimane il cartone preparatorio. A Venezia si dedicò a opere di ingegneria ma rimase poco. A Firenze tutto era cambiato. Leonardo mancava da 20 anni. Qui dipinse la Madonna dei Fusi (olio su tavola, New York). Dopo un breve periodo come ingegnere al seguito dei Borgia a Urbino, ebbe una grossa commissione, la Battaglia d’Anghiari) a Palazzo Vecchio dove avrebbe dovuto lavorare con Michelangelo, impegnato sulla parete di fronte. Nessuno dei due venne completato. Leonardo usò una nuova tecnica che fu un fallimento totale, i colori colarono subito.
  • 12. Andrea del Verrocchio (1435-1488) e Leonardo da Vinci, Il Battesimo di Cristo, ca 1470-1475, tempera e olio su tavola, 180 x 152,5 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
  • 13. Nel 1503, Leonardo inizia la Gioconda, il suo massimo capolavoro. Ritratto di Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo. Il sorriso impercettibile, col suo alone di mistero, ha ispirato tantissime pagine di critica, letteratura, opere di immaginazione e persino studi psicologici; sfuggente, ironica e sensuale, la Monna Lisa è stata di volta in volta amata e idolatrata, ma anche derisa o aggredita. Leonardo lavorerà sul dipinto fino alla morte. Lo porterà con sé in Francia nel 1516. Qui lo sfumato raggiunge la massima espressione. Lo sfondo è un panorama della Val di Chiana. Una parte è più bassa e forse eseguita in due tempi.
  • 14. Lo sfumato Lo sfumato, che rappresenta l’innovazione più importante di Leonardo, consiste nel passaggio graduale dall’ombra alla luce, sfumando i contorni attraverso tante linee spezzate.
  • 15.
  • 16. Nel 1508, Leonardo tornò a Milano, invitato dal duca di Amboise. Durante questo soggiorno eseguì Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e l’agnellino (olio su tavola, Louvre). Studiò anatomia con il Della Torre. Completo gli studi per la statua equestre del Trivulzio che non completoò. Nel 1511 Amboise muore, la Lega Santa scacciò i francesi e Leonardo si recò a Roma.
  • 17. A Roma, si occupò del prosciugamento delle Paludi Pontine, della sistemazione del Porto di Civitavecchia, dipinse la Leda col Cigno, andato perduto, si occupò di studi di anatomia e di specchi ustori. Non andando d’accordo con gli operai tedeschi, esperti in specchi, abbandonò il lavoro e quelli si vendicarono accusandolo di stregoneria per gli studi anatomici. Leonardo abbandonò definitivamente l’Italia e andò in Francia. Agro Pontino Leda
  • 18. Nel 1517 Leonardo giunge in Francia e comincerà qui , insieme al Melzi e al Salaì, suoi allievi e modelli, il periodo più sereno della sua vita. Abiterà nel castello di Clos-Lucé vicino Amboise. Qui si occuperà delle sue arti e anche dopo aver sofferto un ictus che gli toglierà l’uso della mano destra (Leonardo era mancino) continuerà nelle sue attività. Di questo periodo ricorderemo il progetto della cittadella di Romorantin e l’automa del Leone per alcune feste da lui organizzate.
  • 19. L'ultima data presente su un manoscritto di Leonardo risale al 24 giugno del 1518: preso da calcoli di geometria, gli studi sono bruscamente interrotti con un "eccetera, perché la minestra si fredda"! Si tratta di una rara annotazione istintiva di vita quotidiana, che rende la dimensione umana del personaggio che, incalzato dai richiami di qualcuno, deve rompere la concentrazione per mangiare. Il 23 aprile 1519 redige il testamento davanti al Melzi. Il 2 maggio di quell’anno Leonardo muore. Avvisato, Francesco I, re di Francia che lo aveva invitato e ospitato di lascerà andare a un pianto irrefrenabile. Moriva un genio e un uomo straordinario. «Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.»