Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
L’ iran
1.
2. Repubblica Islamica dell’Iran
Lingue ufficiali: Farsi, Persiano
Capitale: Teheran
Ordinamento dello Stato: Repubblica
Islamica Presidenziale
Capo dello Stato: Mahmud
Ahmadinejad
Ingresso nell’ONU: 24 ottobre 1945
Superficie: 1.648.195 km²
Moneta: Rial iraniano
Religione: musulmana sciita,
minoranza sunnita
3.
4.
5. Teheran è la capitale dell’Iran. Situata nel nord
del paese, ai piedi dei Monti Elburz.
Ha visto la sua popolazione aumentare
progressivamente da quando è diventata la
capitale in seguito al cambio della dinastia
nel 1786 è la più grande città dell’Iran. La
popolazione dell'area metropolitana contava
13.500.000 di abitanti nel 2008.
Questa crescita fu dovuta principalmente al
miglioramento delle condizioni di vita, dovute
soprattutto al commercio di petrolio, e
all'azione di attrazione esercitata sulla
popolazione delle province limitrofe.
Teheran ospita quasi la metà delle attività
industriali del paese, soprattutto legate al
settore automobilistico, delle apparecchiature
elettriche ed elettroniche, delle armi, del
tessile, dello zucchero, del cemento e dei
prodotti chimici
6. Il 30% della popolazione vive ancora
di agricoltura, praticata su un territorio coltivato
solo per il 10%.
Diffuso l'allevamento.
L’Iran è uno dei maggiori produttori mondiali di
petrolio, ma le risorse minerarie annoverano altre
risorse, come gli idrocarburi. Sono sorte alcune
industrie nel settore petrolchimico in alcune città
tra cui la capitale, in quello siderurgico e in quelli
metallurgico e meccanico. Ai settori tessile e
alimentare si sono aggiunte industrie per la
produzione di beni di consumo ed
elettrodomestici, di macchinari, automobilistiche,
farmaceutiche, cosmetiche, della pelle, elettriche e
di elettronica.
Importante è il settore dell'artigianato, rappresentato
soprattutto dalla produzione e dall'esportazione di
tappeti.
.Notevoli sforzi sono stati compiuti durante la presidenza di Rafsaniani per tornare a un‘economia di pace e
modernizzare le strutture produttive, aprendo al mercato e ai capitali stranieri, ma la nuova linea di politica
economica ha portato a una grave crisi nei primi anni novanta, con pesanti costi sociali A tutto ciò si aggiungono i
problemi causati dall'ideologia religiosa che ha impedito la privatizzazione di alcuni settori dell'economia iraniana: la
costituzione islamica, infatti, vieta gli investimenti stranieri
7. La nascita dell'Iran moderno: da Regno di Persia
a Iran
1925: il capo cosacco Reza Palavi depone la dinastia regnante e si fa
incoronare imperatore (Scià). Durante il suo regno il Paese cambia nome: da
Persia a Iran e adotta politica filo occidentale e antisovietica.
La questione del petrolio
Nel 1951 l'Assemblea nazionale approva un disegno di legge per la
nazionalizzazione di tutti gli impianti petroliferi operanti nel Paese. Il governo
del primo ministro Hasain Ala viene fatto cadere, e si costituisce un governo di
coalizione di tutti i gruppi nazionalisti capeggiato da Muhammad Mossadeq. Il
nuovo governo avalla la
nazionalizzazione della Compagnia anglo-iraniana del petrolio. Si apre così un
lungo contenzioso internazionale.
Mossadeq, ascesa e caduta
Nell'aprile 1952 Mossadeq si dimette, ma un'ondata di
manifestazioni popolari in suo favore costringe lo scià a rinnovargli l'incarico e
a concedergli poteri eccezionali.
Gli Usa tentano di mediare il contenzioso Gran Bretagna - Iran sul petrolio. La
trattativa fallisce e nell'ottobre 1952 si arriva alla rottura delle relazioni
diplomatiche tra Londra e Teheran. Lo scià è contrario all'intransigenza di
Mossadeq sulla questione petrolifera e lo rimuove dalla carica. Ma Mossadeq
si rifiuta di dimettersi e i suoi sostenitori danno vita a violente manifestazioni.
Lo scià torna in patria e mette al governo il generale Fazullah Zahedi. Gli Usa
appoggiano il nuovo corso con un prestito di emergenza di oltre 45 milioni di
dollari. Riprendono le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna.
La rivoluzione bianca
Nel 1960 l'Iran riconosce lo Stato d'Israele e si inimica i Paesi arabi. Nel 1963
lo Scià introduce la Rivoluzione bianca, un pacchetto di riforme sociali ed
economiche per dare all'Iran uno stile di vita occidentale. Il clero islamico sciita
si oppone fermamente.
La dittatura dello scià
Nel 1975 tutti i partiti vengono messi fuori legge a eccezione di quello della
Rinascita nazionale iraniana. In politica estera vengono rafforzate le relazioni
con i paesi comunisti, riallacciando anche i rapporti con il blocco dei paesi
arabi, escluso l'Iraq. La Rivoluzione bianca si rivela un fallimento, perché il
tenore di vita aumenta solo per gli strati più alti della popolazione.
8. La dittatura dello scià
Nel 1975 tutti i partiti vengono messi fuori legge a eccezione di quello della
Rinascita nazionale iraniana, legato allo scià. In politica estera vengono
rafforzate le relazioni con i paesi comunisti, riallacciando anche i rapporti con il
blocco dei paesi arabi, escluso l'Iraq. La Rivoluzione bianca si rivela un
fallimento, perché il tenore di vita aumenta solo per gli strati più alti della
popolazione.
L'opposizione alla monarchia
La lotta alla politica dello scià è guidata dai capi religiosi contrari
all'occidentalizzazione della società iraniana. Il governo risponde con la
repressione più brutale, affidata alla polizia politica. Nel 1978 il movimento di
protesta è egemonizzato dai fautori della creazione di una repubblica islamica;
loro leader è l'ayatollah Ruhollah Khomeini, costretto all'esilio in Francia sin
dal 1963.
La rivoluzione islamica
Nel gennaio del 1979 le manifestazioni di piazza costringono lo scià a fuggire
all'estero, ponendo fine ai suoi 37 anni di regno. Il 1° febbraio, Khomeini
rientra in Iran in trionfo. L'11 febbraio del 1979 viene ufficialmente proclamata
la fine della monarchia. All'inizio di aprile nasce la Repubblica islamica. Nel
periodo intermedio si tiene un referendum: secondo i risultati ufficiali il 98 per
cento dei votanti dice sì alla nascita del nuovo stato religioso.
Un nuovo regime
Il nuovo stato si caratterizza per una repressione del dissenso ancora più
feroce di quella attuata dallo scià. La nuova Costituzione della Repubblica
islamica, approvata nel dicembre del 1979, conferisce a Khomeini poteri
assoluti a vita come massima guida politico-religiosa. Lo scopo è eliminare
qualsiasi influenza proveniente dal mondo occidentale e contemporaneamente
ogni possibile opposizione interna a un governo di tipo teocratico. Nemico
numero uno, per il nuovo regime, sono gli Usa, simbolo della corruzione della
civiltà occidentale. Alle donne è imposto il ciador.
Gli ostaggi dell'ambasciata Usa
Nel novembre del 1979 lo scià (gravemente malato) si reca per cure in Usa.
Alcuni fondamentalisti iraniani assaltano l'ambasciata americana a Teheran e
tengono in ostaggio 66 impiegati, pretendendo per la loro liberazione scuse
ufficiali da parte del governo statunitense per l'appoggio concesso allo scià, la
sua consegna alle autorità iraniane per istruire un processo nei suoi confronti
e la restituzione del patrimonio che si diceva avesse accumulato illecitamente
all'estero. La crisi durerà 444 giorni. Il 25 aprile 1980 il presidente Usa Jimmy
Carter tenta inutilmente di liberare gli ostaggi con un blitz in cui trovano la
morte otto militari
9. La guerra tra Iran ed Iraq ebbe iniziò nel
settembre del 1980, quando l'Iraq di Saddam
Hussein invase lo stato confinante.
Terminò quasi dieci anni più tardi, dopo che
entrambi le parti in lotta accettarono una
tregua patrocinata dall'ONU.
L’Iraq intraprese quella guerra per
consolidare il suo crescente potere all’interno
del mondo arabo e sostituire l’Iran come
stato dominante sul Golfo Persico. Il conflitto
fu tra i più lunghi e distruttivi del XX secolo,
ma nonostante la sua durata ed i suoi costi,
sia umani che economici, nessuno dei due
paesi fece significativi guadagni politici o
territoriali.
I problemi e le questioni che li dividevano
rimasero irrisolti.
l confini tra i due paesi erano da secoli
oggetto di contesa, sia diplomatica che
militare. A ciò si aggiungevano le storiche
rivalità tra Sanniti e Scià, tra elementi arabi e
persiani e quello che sarà l’astio personale
tra Saddam Hussein e l’Ayatollah Khomeini.
10. Dopo la rivoluzione islamica del 1979 l'Iran è una teocrazia islamico sciita, le cui strutture sono
piuttosto complesse. Il progetto politico dell'Ayatollah Khomeini era, infatti, la creazione di uno
stato conforme ai precetti del Corano.
Per questo motivo, il sistema iraniano è
complesso e articolato, in cui si combinano
istanze democratiche e teocratiche. L'apparato
politico si divide tra istituzioni religiose, non
eleggibili, e istituzioni laiche, eleggibili, ma ogni
decisione deve passare al vaglio dalla comunità
religiosa e dagli esperti di dottrina islamica.
L'elettorato iraniano può votare il Presidente,
per un mandato quadriennale che non può
essere ricoperto per più di due termini. La
costituzione attribuisce al presidente la seconda
carica istituzionale del paese, dopo la Suprema
Guida. Il presidente è capo dell'esecutivo e
responsabile per il rispetto della costituzione.
Dopo la rivoluzione del 1979, il leader dell'Iran è la Guida Suprema, nominato dall'Assemblea degli Esperti,
composta da 86 mujtahid, studiosi islamici, che si riuniscono due volte all'anno. La Guida viene scelta in base
al proprio curriculum e del grado di stima goduto presso la popolazione.
Con la morte di Khomeini, nel 1989, la Guida Suprema è l'Ayatollah Ali Khamenei, presidente negli anni di
Khomeini. La Guida Suprema è capo delle Forze Armate, della radio e della Televisione iraniana, è lui che
conferma l'elezione del Presidente, e soprattutto colui che traccia le linee guida in materia di politica estera.
11. L’iraniana è una delle popolazioni più giovani, e quindi più vive e aperte al futuro, di tutta l’Asia, e
probabilmente del mondo; nel contempo, la sua è una delle società più varie e composite, sotto il profilo della
diversità delle etnie che vi coesistono pacificamente.
. L’Iran è un paese pieno di giovani: il 70% della popolazione ha meno di trenta anni, ma i giovani iraniani sono
ritenuti pericolosi dal governo per la loro cultura. Per questo ogni volta che manifestano per la libertà e i diritti
umani,come nelle proteste del 2009 per la elezione di Ahmadinejad, le forse dell’ordine non esitano a usare
la violenza.
12. L'Iran è sicuramente uno dei Paesi dell'area mediorientale con il tasso di alfabetizzazione più elevato: se si considerano tutte le persone di età
superiore ai 15 anni che sappiano leggere e scrivere, questo tasso oggi è fissato al 79,4% di cui l'85,6% è composto da uomini e il 73% da donne. Da
questo punto di vista l'Iran offre alle sue donne molte più chance di formazione di quanto non accada in altri Paesi islamici, apparentemente più
emancipati.
Appartiene alla cosiddetta Rivoluzione Bianca dello shah Pahlavi, e cioè a quell'insieme di riforme che il monarca avviò a metà Novecento per
modernizzare il più velocemente possibile l'Iran, il "movimento per l'alfabetizzazione", che si proponeva di insegnare a tutti a leggere e scrivere.
Tuttavia oggi anche in Iran si stanno pian piano diffondendo le scuole private, soprattutto di matrice islamica, e la stessa istituzione universitaria fa fatica
ad assorbire per intero la crescente domanda dei giovani iraniani che vogliono formarsi in accademia, soprattutto delle donne.
13. Con l’avvento del nuovo secolo, le donne hanno preso
maggior coscienza della loro situazione, percependola
come un’ingiustizia: nel 2001, infatti, le donne sono state
le protagoniste delle cinque maggiori manifestazioni in
Iran e hanno fatto emergere il loro odio per il regime
misogino dei mullah. Ma la presa di coscienza, sebbene
rappresenti un passo avanti rispetto al passato, non basta
a modificare la situazione. Dall'elezione del nuovo
Presidente iraniano la repressione contro le donne è
nettamente peggiorata: il nuovo Ministro della Giustizia ha,
infatti, dichiarato alla stampa, nell’agosto del 2005, che le
donne «impropriamente velate» saranno trattate come se
non indossassero per nulla il velo. L'accusa alle donne è
di «non rispettare le virtù islamiche» e di indossare «vesti
repulsive ed immorali». Il bersaglio privilegiato dei gruppi
paramilitari e delle polizie private sono le giovani donne,
prese di mira per cercare di non far perdere le antiche
tradizioni islamiche basate sul rispetto del Corano.
Ali Khamenei, il supremo leader religioso iraniano,
sostiene che le donne del suo paese non hanno diritto a
un’attività politica e sociale, in quanto il loro unico scopo
nella vita deve essere quello di rimanere a casa, di
mettere al mondo i bambini, allattarli, crescerli ed educarli.
Anche dal punto di vista fisico, psicologico ed emotivo
sarebbero troppo deboli rispetto all’uomo.