SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 118
1939-1950
• 1939. Settembre: dichiarazione di guerra della
  Francia alla Germania.
• 1941. Derain, Vlaminck, Van Dongen, Friesz
  viaggiano da Parigi in Germania.
• 1943. Fondazione del Salon de mai. Sartre:
  L’essere e il nulla.
• 1944. L’arte moderna è accettata e consacrata
  al Salon d’Automne. Francis Bacon : Three
  Studies for Figures at the Base of a crucifixion
1945-1950
1945 Armistizio. Bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Conferenza di Yalta e
creazione dell’ONU. A Parigi alla galleria René Drouin mostra «Art concret». Jean
Dubuffet parla di «Art Brut». Retrospettiva di Mondrian al MoMA a New York.
Cinema : Roma, città aperta di Rossellini.
1946. Isidore Isou fonda il «Lettrisme». Retrospettiva di Kandinsky, mostra di
Delaunai, e mostra di Calder (presentato da Sartre) a Parigi. Pollock inaugura il
dripping e nasce l’Espressionismo astratto. Fondazione del Festival di Cannes.
Cinema: La vita è bella di F. Capra; Il grande sonno di Hawks.
1947. André Malraux pubblica Le musée imaginaire; Antonin Artaud, l’Art Brut.
Apre il musée d’art moderne di Parigi. Mostre di Schneider, Hartung e Soulages.
Lucio Fontana fonda il movimento spazialista. Piano Marshall e inizio della guerra
fredda.
1948. Braque è premiato alla Biennale di Venezia. Ad Amsterdam nasce COBRA, a
Barcellona il gruppo Dau al set. Viene fondato lo stato di Israele. Willem De Kooning
realizza la serie delle Black Painting. Cinema: Germania anno zero di
Rossellini, Ladri di biciclette di De Sica, La signora di Shanghai di O. Welles.
1949. A Parigi si fonda il Salon de la Jeune Peinture. Articolo di Life : «Jackson
Pollock è il più grande pittore americano vivente?»
1950. Nasce il gruppo Origine intorno ad Alberto Burri. Caccia alle streghe del
senatore MacCarthy. La scuola di New York è presente a Venezia. I primi Color fields
di Rothko e la serie Woman di De Kooning. Cinema : Rashomon di Kurosawa, Viale
del tramonto di B. Wilder, Jungla d’asfalto di J. Huston; Il terzo uomo di Reeds.
New York, New York

La Seconda Guerra mondiale costituisce per le
arti una svolta decisiva: la scena artistica si
sposta dall’Europa verso il Nuovo Mondo e più
precisamente da Parigi a New York. Questa
migrazione – cioè quella degli artisti o almeno
delle avanguardie economicamente riconosciute
– consacra il trionfo di una estetica:
l’espressionismo astratto, un termine uscito
dalla penna di un critico nel 1946, e che domina
la scena americana e mondiale fino a circa il
1960.
Dal surrealismo all’astrazione


Se negli anni 1950 il critico americano Clement
Greenberg spiega l’arte americana solo come
emergenza formale, nel 1983 questa evoluzione
è rivisitata in un libro dello storico e critico Serge
Guibaut: Come New York ha rubato l’idea di arte
moderna: l’espressionismo astratto, la libertà e
la guerra fredda. Rispetto alla lettura
precedente, qui il trionfo della scuola di New
York è interpretato come quello di
un’ideologia, quella dell’America liberale, contro
la dittatura comunista sovietica.
La reazione antirealistica

L’astrazione sarebbe una reazione contro una
figurazione discreditata dall’uso propagandistico
che ne hanno fatto i totalitarismi nel primo
dopoguerra e contro il realismo socialista. Se il
mercato dell’arte parigino rimane prospero
durante l’Occupazione, i galleristi americani
hanno ormai l’ambizione di conquistare un
posto che sia almeno equivalente a quello della
capitale francese: tanto più che la potenza
economica americana permette da sola la
promozione di artisti reputati portare dei valori
del mondo libero e della democrazia.
Il passaggio del testimone

Ma gli esordi della scuola di New York non si
riassumono con la costruzione dell’ideologia
liberale avversa al marxismo: i pittori
americani, giovani e meno giovani, subiscono
l’influenza di una generazione di artisti del Vecchio
Mondo che la guerra o i suoi preliminari hanno
costretto all’esilio. Si tratta di astrattisti geometrici
comme Mondrian, ma soprattutto i surrealisti:
Bréton o Max Ernst (arrivato a New York nel 1941
con sua moglie Peggy Guggenheim, allora
proprietria della galleria Art of This Century)
, Masson, o ancora Tanguy e Matta.
..
Agli inizi degli anni 1940, Joseph Cornell fabbrica
così delle scatole nella tradizione di oggetti
surrealisti, Dorothea Tanning – nuova compagna di
Max ernst – sviluppa un’immaginario
onirico, Jackson Pollock dipinge dei quadri che
dovrebbero svelare immagini sorte dall’inconscio
(Guardiani del segreto, 1943, San Francisco
Museum of Art), e Arshile Gorky, che si suicida nel
1948, rimpiazza la figuratività diretta con forme
«biomorfiche», cioè organiche, fatte di curve linee
irregolari che danno l’impressione di un dinamismo.
Arshile Gorky, The Liver is the Cock’s Comb, 1944, olio su
 tela, 186 x 248,9 cm Buffalo, Albright-Knox Art Gallery
..
Per Robert Motherwell (1915-1981) l’inflessione
decisiva è un soggiorno in Messico da Matta e
da un altro surrealista, Wolfang Paalen, nel
1941. Al ritorno, comincia a dipingere una serie
di quadri sulla guerra civile spagnola, tra i quali
The Little Spanish Prison, un rettangolo con delle
colature verticali gialle e bianche – come le
barre di una gogna. Geometria e materismo
discreto ci si combinano con il mantenimento di
un significato, eventualmente umano e politico.
Robert Motherwell, The Little
Spanish Prison, 1941-
1944, olio su tela, 69,2 x 43,5
cm New York, The MoMA
Matisse e la pittura americana

«un giorno avranno dei pittori»: questa frase
celebre fu pronunciata da Matisse, lo stesso
che, rimasto in Europa, influenzò
considerevolmente la genesi dell’espressionismo
astratto. Le tele nelle quali il pittore francese si è
più avvicinato all’astrazione hanno sicuramente
interessato i pittori americani del primo
dopoguerra, tipo Porta-finestra a Colliaure del
1914 (Parigi, Musée national d’art moderne), La
lezione di piano del 1916 (New York, The MoMA)
o ancora L’atelier rosso del 1911 (ibidem), dal
quale Rothko fa nascere tutta la sua pittura.
Henri Matisse, Icaro, tavola n. VII del libro Jazz, parigi, 1947, stampata
  con mascherina di colore, 42,2 x 65,5 cm, New York, The MoMA
Jackson Pollock,
 Out of the Web n°7, 1949
Stuttgard, Staatsgalerie

Le carte colorate a
gouache tagliate della fine
della vita di Matisse hanno
un’importanza ancora
maggiore: davano
l’esempio di un lavoro
diretto del colore
escludendo la tappa del
disegno. Jazz è l’origine
rivendicata da Pollock per
questo suo quadro
Sam Francis, Blue Composition on
White Ground, 1960, olio su tela,
130 x 97 cm, Rennes musée des
Beaux-Arts


e opere come quelle di Sam
Francis (1923-1994), di
Morris Louis verso il 1960 e
degli artisti californiani della
Pattern Painting degli anni
1970 non si spiegherebbero
senza il lirismo di questi
découpages.
1951-1955
• 1951. Viene fondata a Ulm la Scuola superiore di Estetica;
  Charles Estienne scrive L’arte astratta è accademismo?
  Cinema: Un tram chiamato desiderio di E.
  Kazan, fondazione di «Cahiers de cinéma».
• 1952. Samuel Beckett : Aspettando Godot. A Parigi la prima
  mostra di Pollock.
• 1953.Muore Stalin. Rauschenber: Erased De Kooning.
  Cinema: Le vacanze di monsieur Hulot.
• 1954.Inizia la guerra d’Algeria; appare il «tachisme».
  Cinema: La strada di Fellini, I sette Samurai di
  Kurosawa, Tutti in scena di V. Minnelli.
• 1955. Le manifeste jaune di Victor Vasarely.Duchamp
  diventa cittadino americano. Rauschenberg: Bed, prima
  combine painting. Il critico Lawrence Alloway utilizza il
  termine Pop Art.
«Action Painting» dipingere con il corpo


Il critico Harold Rosenberg è, nel
1952, l’inventore dei termini «Action Painting»:
una denominazione che sottolinea, in seno ad
una avanguardia americana che vuole liberarsi
delle sua radici surrealiste, l’importanza di una
pittura che fa della gestualità il suo mezzo
d’espressione.
Willem De Kooning, Woman
I, 1950-1952,
olio su tela, 192,7 x 147,3 cm,
New York, The MoMA
De Kooning e le «Women»
Si associa generalmente action painting e astrazione.
Con la serie delle Women, negli anni 1950, l’opera di
Willem De Kooning (1904-1997) non rinuncia
comunque alle figure. Su grandi formati, con una
tavolozza dai colori vivi e con colpi di pennellessa che
lasciano striature e ruvidezze, l’artista mostra, senza
differenziarli dal fondo, gli elementi di un corpo
femminile. Davanti a queste tele di grande violenza e di
intensità erotica, si pensa ad archetipi come le Veneri
preistoriche – i segni sessuali come i seni sono
smisurati – ma anche ad una madre mostruosa (ad
esempio v. i piedi). Dieci anni dopo la prima di queste
donne, De Kooning sperimenta di nuovo una frase
astratta verso il 1960.
La traccia del corpo

Altri artisti si voltano più uniformemente verso
l’astrazione. Il corpo non è assente dalle loro
opere, ma il corpo è il loro e non più quello di un
modello/a che serve di punto di riferimento. La
tela, sempre di grandi dimensioni, è lavorata per
terra, in una gestualità che confina con la
danza, o con rulli o pennelli attaccati ad assi, -
così Franz Kline (1910-1962). Ma succede
anche, come lo fa lo stesso Kline, in Chief (il
nome di una locomotiva che ammirava quando
era bambino), che il tracciato sia studiato a
lungo, poi trascritto in scala monumentale.
Franz Kline, Chief, 1950, olio su tela, 148,3 x 186,7 cm
                 New York, The MoMA
Jackson Pollock,
Full Fathom Five, 1947
olio su tela e materiali diversi,
129,2 x 76,5 cm
New York, The MoMA
Pollock

Jackson Pollock (1912-1956) è l’inventore nel
1947 della drip painting (to drip=colare). Si parla
anche di pouring (to pour=versare) Full Fathom
Five è dipinta in questo modo. Il
titolo, enigmatico e poeticamente si può
tradurre con «cinque braccia di fondo» o
qualcosa del genere . È una citazione dalla
Tempesta di Shakespeare: un padre annegato
(quindi disperazione) e di trasmutazione del suo
cadavere in corpo glorioso, che si fonde con il
corallo e le perle del fondo (quindi speranza).
La tecnica
Il pittore ha lavorato la tela per terra versando il
colore, industriale, dal barattolo (le superfici da
coprire sono notevoli) o facendolo scivolare da un
bastone impregnato di pigmento. Non si è
preoccupato di organizzare una composizione ma
ha sparso in maniera uguale la materia. Questa
ricopertura totale si chiama all-over. Poi ha
rilavorato il colore con la punta del bastone. Ha
anche introdotto dei rifiuti nel dipinto: un
mozzicone di sigaretta, il tappo di un tubetto, dei
chiodi… L’opera riporta il ricordo degli spostamenti
dell’artista.
Jackson Pollock nel
1950 in una foto di
   Hans Namuth
Il gesto

L’atto di dipingere è sperimentato come una danza:
questo movimento non utile da cui Nietzsche aveva
tratto la metafora della libertà, da cui gli
antropologi, alcuni dei quali vicini ai
surrealisti, avevano sottolineato il ruolo, e di cui
alcuni coreografi come Martha Graham esplorano
alla fine degli anni 1940 la potenza espressiva. Si è
anche visto il legame tra la scrittura automatica
surrealista e i movimenti spontanei che fa l’artista
versando la pittura, e infine sul rapporto che una
tale opera ha potuto intrattenere con le pitture di
sabbia degli indiani Navajos.
L’epoca del Color-Field



Nel momento in cui Pollock e altri artisti
sperimentano il lirismo della gestualità, Barnett
Newman, Mark Rothko, o ancora Clyfford Still e
Adolph Gottlieb optano per una pratica
semplificata e quasi geometrica. Dipingono per
campiture di colore, per le quali il critico
Clement Greenberg inventa nel 1955 la
definizione color-field (campo di colore).
Mark Rothko, Number 10, 1950
olio su tela, 229,6 x 145 cm
New York, The MoMA
Rothko e gli effetti del colore


Nella pitture di Rothko (1903-1970), i
campi, rettangolari, sono estremamente luminosi: il
loro cromatismo ricorda la gamme di un Bonnard, la
cui opera fu esposta a New York nel 1942. In
numero di due o tre sulla tela, non si toccano mai
completamente, sono modulati all’interno dalla
materia e i loro contorni hanno un aspetto
vaporoso. La profondità è abolita, o almeno si
esprime in modo diverso: i piani fluttuano sulla tela.
I titoli, ridotti a numeri, scoraggiano ogni tentativo
di interpretazione. Fuori delle parole, la pittura è
autosufficiente.
«il fondamento dell’atto estetico è
l’idea pura … è questa che mi dà il
contatto con il mistero *…+ di questo
caos nero che è la morte»
                    Barnett Newman
Barnett Newman, Vir Heroicus Sublimis, 1950-1951
olio su tela, 242,2 x 541,7 cm
New York, The MoMA
Sublime o estetico?
Newman (1905-1970)fa delle tele monocrome:
semplicemente, al centro o alle estremità, una
banda verticale (zip) colorata in modo diverso
rompe la radicalità del colore unico. I titoli sono
tutto fuorché neutri, come questo. Per
Newman, dopo gli orrori della guerra, la pittura
deve avere un contenuto spirituale: introdurre al
sublime. Da cui l’uso di grandi formati, come i
giganteschi paesaggi americani dipinti nel XIX
secolo. Un altro pittore, Ad Reinhardt, evolve nello
stesso momento verso i monocromi. Le sue ultime
opere (Ultimate paintings) sono quasi interamente
nere. L’artista vi cerca i limiti di ciò che si può
dipingere: sono per lui una ricerca di assoluto.
1956-1960
• 1956. Jack Kerouac : On the Road. Muore Pollock e a New York apre
  la galleria Leo Castelli. I monocromi di Y. Klein sono rifiutati.
  Cinema: I dieci comandamenti di C.B. De Mille, Le mysthère Picasso
  di Clouzot.
• 1957. Roland Barthes : Mythologies, Internazionale
  Situazionista, Creazione a Dusseldorf del Gruppo Zero. Y Klein
  ripresenta i suoi monocromi e Piero Manzoni presenta gli Acromi.
• 1958. De Gaulle in Francia. La Biennale di Venezia consacra
  M.Tobey, Tapiès e Chillida. Allan Kaprow mostra i primi Happenings.
  Presentazione europea della mostra «La nuova pittura americana».
  Cinema: Il posto delle fragole di I. Bergman.
• 1959. Fondazione della Biennale di Parigi. Fidel Castro a Cuba.
  Cinema : A qualcuno piace Caldo, di B. Wilder, Hiroshima mon
  Amour di Resnais.
• 1960. Kennedy presidente degli USA. Nasce il Nouveau Réalisme.
  Creazione del GRAV. Nascita a Milano del gruppo T. Cinema: La
  dolce vita di Fellini, Psycho di Hitchcock.
1961-1965
1961. Cuba: La baia dei porci; Costruzione del muro di Berlino; a Parigi
alla galleria J: «40° sotto Dada»; New York, MoMA: «Arte
dell’assemblaggio»; Warhol: Campbell Soup Cans. Maciunas: Fluxus.
Manifesto del Gruppo N a Padova. John Cage: Silenzi. Cinema:
Accattone di Pasolini, Misfits di Huston.
1962. Cinema: 8 e ½ di Fellini, L’eclissi di Antonioni.
1963. Assassinio di Kennedy a Dallas. Warhol inaugura la Factory.
Prima grande retrospettiva Duchamp a Pasadena; Nascita del Gruppo
Uno a Roma. Cinema: Il disprezzo di Godard.
1964. Rauschenberg Gran Premio della Biennale di Venezia. Arthur
Danto pubblica Il mondo dell’arte. Lacan: Pour un nouveau roman. A
Milano nasce il gruppo MID.
1965. Intensificazione della guerra in Vietnam; appareil termine
Minimal Art. A New York la mostra di Op art «The responsive eye». A
Berna e Parigi la mostra «Lumière et mouvement».
Dall’astrazione al minimalismo
La definizione «minimal art» o minimalismo
apparsa nel 1965, designa una reazione sia pittorica
sia plastica contro l’espressionismo gestuale. Il
minimalismo, che conosce degli sviluppi molto
aldilà degli anni 1960 e della sola America, appare
come la sistematizzazione dell’apprendimento
geometrico che marcava già il Color-Field. Un artista
come Newman, che appartiene a questa
tendenza, ha potuto così sembrare a certi critici
come vicino al minimalismo. Ma i punti di
riferimento di questa corrente sono anche nella
tradizione europea dell’astrazione geometrica.
L’idea della minimalizzazione «less is more» viene
dal Bauhaus ed è formulata da Mies Van der
Rohe, rifugiato in USA dal 1937.
Barnett Newman, Broken Obelisk, 1963-67
monumento alla memoria di Martin Luther King,
Houston, The Menil Collection davanti alla cappella Rothko
..


L’obelisco spezzato è la prima scultura
monumentale di Newman. Dopo l’assassinio di
Martin Luther King nel 1968, i collezionisti De
Menil l’hanno comprata e hanno proposto di
farne un monumento commemorativo del leadr
nero. Poiché la città di Houston aveva rifiutato il
dono, fu esposto davanti alla cappella concepita
da Rothko.
David Smith, Cubi VIII, 1964,
acciaio inossidabile lucido, h 294 cm
Boston, Museum of Fine Arts

David Smith (1905-1965) si
esprime con il metallo: inaugura
negli USA la tradizione scultores
del ferro saldato. Dopo opere che
riprendevano la tradizione delle
sculture surrealiste di Picasso e di
Julio Gonzàles, il grande maestro
del metallo in Europa fino alla
guerra, il suoi Cubi, negli anni che
precedono la sua morte, sono
arrangiamenti di volumi
geometrici che evocano delle
nature morte. Il loro nome rende
un omaggio simbolico al cubismo.
Sol Lewitt, Open Cube, 1968
alluminio laccato, 105 cm di lato
Berlino, Nationalgalerie im Hamburger
Bahnhof


Sol LeWitt (1928-2007)
struttura lo spazio con moduli
di cubi che spoglia
conservandone solo lo
scheletro. Pittore e
scultore, utilizza la
linea, orizzontale, verticale, o
bliqua, per strutturare i suoi
quadri. Nello stesso
periodo, Frank Stella si serve
di strisce cromatiche, prima
nere (black stripes) e poi
colorate (shaped canvas)) per
organizzare delle
composizioni ugualmente
geometriche.
Ludwig Mies Van der Rohe, casa Edith Farnsworth
    Piano (illinois), 1945-1950
La struttura portante ordinata in griglie astratte e i muri aperti sull’esterno per
vedere la natura caratterizzano questa dimora, la cui concezione fu celebrata
come il trionfo dell’idea pura come «una rottura radicale con la casa del Vecchio
Continente.
L’investitura dell’oggetto


L’eroismo dell’idea trasferita nell’atto estetico ha
condotto gli artisti americani lontano dalla
realtà. A partire dalla metà degli anni
1950, quando Color-Field poi il minimalismo
occupano il palco della scena
artistica, trascinando dei nuovi artisti come
Kenneth Noland o Ellsworth Kelly, alcuni si
impegnano in un’altra strada. L’oggetto, banale e
caricato di un contenuto simbolico, viene messo
al centro delle loro preoccupazioni.
Robert
Rauschenberg, Interview, 1955,
Combine painting su struttura di
legno, materiali diversi,
185x125x63,5 cm
Los Angeles, The Museum of
Contemporary Art (collezione
Panza)
Il ricorso al rifiuto
Il percorso di Robert Rauschenberg (1925-2008) è
rivelatore di questo cambiamento. Mentre l’artista
dipinge dei monocromi animati di effetti di texture nel
1951-52 (serie delle White Paintings e delle Night
Blooming), dal 1953 e per una decina di anni procede per
combinazioni (combine painting) di oggetti, trasferendo
nei quadri delle immagini fotografiche prima, poi dei
rifiuti: che allo stesso tempo mettono in discussione
l’eroizzazione della pittura praticata dalla generazione
precedente e affermano la presenza del reale
concreto, eventualmente urbano e sordido. Nel
1955, Rauschenberg compie un altro passo: l’oggetto non
è più soltanto riportato su una tela, ma diventa il
supporto dell’opera e l’opera stessa. Letti, porte e altri
elementi presi dal quotidiano.
Un nuovo dadaismo americano?

L’idea delle combine paintings deve molto agli
assemblaggi di Schwitters, l’artista di
Merz, movimento cripto-dadaista degli anni 1920.
Si può anche parlare di neodadaismo a proposito di
queste opere. Di fatto, l’influenza di dada, che si è
fatta sentire negli USA sin dall’inizio, con John
Covert, si trova riattualizzata negli anni 1960 con la
scuola sperimentale del Black Mountain
College, dove Rauschenberg risiede pe qualche
tempo come Jim Dine (nato nel 1935), che pratica
anche lui gli assemblaggi per un po’ di tempo.
Jim Dine, Five feet of
Colorful Tools, 1962, olio
su tela con tasselli di
legno e 32
utensili, 141,2 x 152,9 x
11 cm
New York, The MoMA
Jasper Johns, Hag, 1954-1955,
encausto, olio e collage su tessuto montato su legno, 107,3x154
cm, New York, The MoMA
..
Si può parlare di assemblaggi anche per Jasper
Johns (nato nel 1930); anche lui si serve di oggetti,
ma invece di trasportarli tali e quali o mettendoli
nello spazio del museo, li riproduce con il pennello,
invertendo il procedimento del ready-made.
Simbolo della fierezza americana in questi primi
anni di dopoguerra dove gli USA ritiene di aver
salvato il mondo, la bandiera stellata diventa il
motivo della pittura: una pittura figurativa, dove il
pigmento è posato su uno strato di cera liquida che
afferma anche la sua matericità.
Omicidio simbolico


L’arte del neodadaismo è fatta di attrazione e
repulsione per la generazione dei «padri», gli
espressionisti astratti. Nel 1953 Rauschenberg
domanda a De Kooning un disegno «per
cancellarlo». Quest’ultimo, intrigato, lo fa, ma
siccome lo rese molto denso, con tratti di
pastello e materia e inchiostro, Rauschenberh ci
mise un mese per cancellarlo, cioè a realizzare
ciò che doveva diventare uno nuova
opera, basata sull’assenza stessa e il
silenzio, chiamata Erased De Kooning Drawing.
Cy
Twombly, Thermopylae, 1992
bronzo a cera persa patinato a
fuoco, h 135,5 cm
Parigi, Centre Georges
Pompidou
..
Cy twombly (1928-2011), che è vicino a Robert
Rauschenberg e Jasper Johns, è conosciuto soprattutto
per le sue pitture e per le opere grafiche segnate di graffi
brutali e ripetuti in maniera aleatoria. Alla fine dello
stesso decennio 1950 si basa a Roma dove i suoi punti di
riferimento cambiano e aumentano i riferimenti al
classico mentre il gesto diventa meno pronunciato.
Il pittore pratica allora anche la scultura servendosi anche
lui di materiali di recupero: oggetti e frammenti di legno.
Immerge questi frammenti nel gesso e li dipinge in
bianco, ottenendo una patina deliberatamente rustica o,
come nel caso di questa scultura, li fonde in bronzo.
L’opera prodotta ricorda gli oggetti di arte primitiva e si
ricongiunge alla mitologia classica per il soggetto.
L’Europa dopo il disastro




Nel 1942, Max Ernst intitola uno dei suoi quadri
L’Europa dopo la pioggia: ci si vedono le rovine
di un mondo che un disastro a saccheggiato. Tre
anni più tardi, Picasso, che con Guernica aveva
testimoniato delle prime vittime civili dei
bombardamenti, rappresenta le carneficine che
si scoprono nei campi di sterminio.
Pablo Picasso, Il carnaio, 1945
olio e bulino su tela , 199,8 x 250 cm
New York, The MoMA
La memoria della guerra


La distruzione di intere regioni, la morte di
decine di milioni di esseri umani, la rivelazione
dei campi nazisti riempiti di cadaveri e di
agonizzanti, le bombe atomiche su Hiroshima e
Nagasaki: queste esperienze traumatiche
costituiscono il punto di partenza da cui gli
artisti europei, dopo il 1945, immaginano la loro
creazione.
La figura nonostante tutto

Nel Vecchio Continente come oltre Atlantico, la figura
sembra screditata – se ne discuterà per decenni … -. Sono
rari gli artisti – in particolari quelli legati al partito
comunista – che affermano che può ancora essere
salvata: come Guttuso o il francese André Fougeron, che
resta invece lontano dalle questioni formali delle
avanguardie e soprattutto da Léger e Picasso. Pittura
politica e manifesto estetico, Il carnaio di Picasso è
ispirato, come Guernica nel 1937 a fotografie di rotocalco.
Rispetta i grigi e i bianchi dei clichés, non aggiungendo
che dei valori di blu, come se il lirismo dei colori caldi non
potesse prestarsi alla rappresentazione dell’orrore.
…

La composizione piramidale e le forme
stilizzate, riprese anche da Guernica, affermano
la logica di una storia che ha portato
all’assassinio di una repubblica e a un genocidio.
L’abominio interviene nella banalità del
quotidiano: i corpi intricati si ammassano sotto
una tavola servita – è stata assassinata una
famiglia mentre pranzava.
Fautrier e gli «Otages»
Tra questi artisti, jean Faitrier (1898-1964) è stato
mostrato solo dal 1945. Eseguite a partire dal 1942,
mentre il pittore era in clandestinità, le sue serie degli
Otages rende omaggio alle vittime dell’occupazione.
Nella scia di un lavoro cominciato prima della guerra, la
forma riconoscibile sparisce e il critico Marcel Tapié ha
inventato il termine «informel» per indicare queste
opere. Non si tratta della riproduzione di un’apparenza,
ma la materia lavorata che porta il ricordo, e
eventualmente di volti; posato per terra, la carta si
imbeve per zone di bianco di Spagna e di colla che
formano una pasta spessa. Il pittore la lavora – la
scolpisce o quasi- con la spatola, aggiungendo altre paste,
inchiostri e polveri colorate.
Jean Fautrier,
testa di ostaggio n°8, 1944
olio su carta incollata su
tela, 36 x 28 cm
collezione privata
Dopo la Shoah: Adorno e la cultura
Esiliato sopo la presa del potere dei Nazisti e tornato in
Germania nel 1949, il filosofo Theodor Adorno (1903-
1969) denuncia nella sua critica della cultura e della
società, il rischio che la coscienza del disastro degenera in
chiacchiere. Ponendo in termini - che aggiusta
notevolmente in seguito - la dialettica tra cultura e
barbarie, afferma che scrivere un poema dopo Auschwitz
è divenuto impossibile.
Nel suo carattere perentorio tale affermazione di spiega
per il contesto: all’indomani della Seconda Guerra lo choc
è tale che diventa oggetto di ripensamento. Si
cerca, volontariamente o involontariamente di
dimenticare Auschwitz per non doversi confrontare con
questo abisso. La celebrazione della pace ritrovata, del
ritorno alla vita, si sostituisce alla denuncia della barbarie
messa in pratica recentemente.
… qualche anno dopo



Anni più tardi e in un altro contesto storico e
politico, Adorno tornerà sull’argomento
affermando che «bisogna scrivere dei poemi »,
nel senso dell’estetica hegeliana, cioè che poiché
esiste una coscienza della sofferenza deve
esistere l’arte come forma oggettiva di questa
coscienza.
Wladimir Stremiski, Voto e
giuramento in memoria delle
mani, dalla serie Ai miei amici
gli Ebrei, 1945
Collage e inchiostro su
carta, 30 x 21,5 cm
Gerusalemme, Yad Vashem
Art Museum
Disegnare come un bambino : l’art brut

Alla metà degli anni 1940, Jean Dubuffet
intraprende delle ricerche sulla materia pittorica. In
dipinti che si vorrebbero ritratti, volti anonimi o
corpi di donne, la rappresentazione è degradata in
favore dell’espressività di un gesto non
premeditato, e soprattutto liberata da ogni
convenzione.
Negoziante di vini, frequenta in USA Duchamp e
André Breton, sostenuto ancora oltreoceano dal
mercante Pierre Matisse (figlio del pittore) e
soprattutto da Michel Tapié, Dubuffet (1901-1985)
sviluppa all’inizio un’arte gestuale che evoca le
Women di De Kooning ma anteriormente a questa
serie.
Jean Dubuffet, Venere del
marciapiede, 1946
olio su placca di gesso,
 102 x 82 cm
Marsiglia, musée Cantini
Un primitivismo radicale


Il proposito di Dubuffet non è l’espressione del
corpo dell’artista come per Pollock, né quella
delle pulsioni fisiche come per i surrealisti. Si
preoccupa di un primitivismo radicale che
consiste corpo nel non tener conto di qualsiasi
riferimento accademico, ma anche si allontana
dai modelli già esplorati che rappresentano ciò
che non si chiamano ancora arti primitive.
Materico

Dopo la scoperta dell’arte di Fautrier nel
1945, Dubuffet, che scriverà il manifesto
«asfissiante cultura» si gira verso la materia per
creare i suoi quadri. I suoi «paesaggi mentali»
chiamati Texturologies (1957) poi Matériologies
(1959), ricoperti di materia povera, spessa o fine
(polvere, terra, ecc.) stesa su tutto il supporto senza
lasciare tracce, mettono l’accento sull’aspetto
materiale dell’opera piuttosto che sulla parte
intellettuale del lavoro dell’artista : ciò che Dubuffet
stesso chiama «bere alle fonti dell’assenza»
… e puerile


A partire dal 1945, Dubuffet, che sente di
disegnare come un bambino, non avendo
formazione artistica, definisce il concetto di «art
brut»: il disegno infantile, l’arte dei malati di
mente, o quella di personalità effettivamente
autodidatte – come Gaston Chaissac (1910-
1964) tappezziere di mestiere, gli sembrano
essere le sole vie d’uscita possibili per fondare
un arte nuova.
Gaston Chaissac,
Totem double face, 1961
olio su legno, h 187 cm
Parigi, Centre Georges
Pompidou
Happenings europei

Gli anni del dopoguerra nel mondo germanico sono
quelli del disorientamento e della difficoltà creativa.
Impegnandosi in una sorta di processo che potremmo
definire di “denazismizzazione“ che consiste
artisticamente nella promozione delle opere che il II
Reich aveva denunciato come degenerate, la RFT e
l’Austria si chiudono nel silenzio per qualche
anno, come per tacere dei crimini commessi da una
generazione. Intorno agli anni 1960, i figli di questa
generazione, fanno saltare i contorni della creazione
artistica. Non si tratta più di sapere se l’astrazione è il
vettore dei valori di libertà e la figurazione il veicolo di
quelli dei dittatori, ma di rinunciare ad ogni pratica
estetica e abbattere le frontiere nelle arti.
Fluxus
Di Fluxus ne abbiamo già parlato a proposito di
Nam June Paik, John Cage e altri artisti. Tutto inizia
con la rivista dello stesso nome fondata a New York
dal musicista di origine lituana, George Maciunas. IL
titolo mette l’accento sul flusso vitale che deve
ispirare l’atto creativo piuttosto che sull’opera
prodotta, e organizza delle serate «donore»
sperimentali. Trasferitosi a Wiesbaden qualche
mese più tardi, impianta Fluxus in Germania. Nam
June Paik e Wolf Vostell sono i primi a raggiungerlo.
Il gruppo inventa la «non arte»: la non produzione
di quadri, di oggetti, l’antimusica, l’antipoesia –
altrettanti mezzi espressivi che utilizzano lo humor
come risorsa.
Wolf Vostell, Automobile cementata, 1960,
Malpartida de Caceres (Spagna)
L’azionismo viennese


In Austria, nel decennio 1960, l’interpretazione
dell’happening dagli “azionisti” viennesi riveste
un carattere decisamente più violento e
traumatico. Ispirati dall’Action Painting, Günter
Brus, Otto Muchl, Hermann Nitsch e Rudolph
Schwarzkogler mettono in scena il corpo
(generalmente il proprio) in un modo che
secondo alcuni critici anticiperebbe la Body Art.
Otto Muhel,
 azione Oh
Sensibility, Vienna, 196
0,
in una foto di L.
Hoffenreich
Gutai



Molto lontano dall’Europa, tra il 1955 e il
1957, nel Giappone sconfitto e traumatizzato
dalla distruzione, il movimento Gutai (che vuol
dire «strumento» e «corpo») riunito intorno a
Jiro Yoshihara, fa del corpodell’artista il
materiale della creazione: Kazuro Shiraga che
arranca nel fango, Saburo Murakami, nel
1956, sfonda dei fogli di carta correndo.
Saburo Murakami
   Sakuhin (Tsuka) (Paper Break Through), 1956
  veduta della performance / performance view
The Gutai Art Exhibition (2nd Gutai Art Exhibition),
Informale
Il termine INFORMEL designa un certo tipo di
pittura contemporanea (ad eccezione dell’opera
di Kandinsky) che non deve nulla al passato e
non subisce alcuna influenza contemporanea né
per il soggetto né per la rappresentazione.
Questa corrente, si spande in Germania, poi in
Francia e in Spagna. Anche in Italia ci sono
correnti informali.
denominazione
Sotto questa denominazione si raggruppano diverse
forme di astrazione, di costruzioni più o meno esplose
: la calligrafia, il “tachisme”, l’art brut e l’arte
giapponese Gutaï. Nel 1951 il critico d’arte Michel
Tapié organizza una mostra a Parigi sul tema
«Tendances extrèmes de la peinture non figurative».
Qualifica d’«informale» l’improvvisazione psichica, ciò
che non ha forma determinata e possiede ancora
connotazioni surrealiste.
Artisti
INFORMALI : Wols, Jean Fautrier, Jean
Dubuffet, Camille Bryen, Georges Mathieu, Frédéric
Benrath, Jiro Yoshihara (gruppo Gutaï); gli spagnoli
Antoni Tapies, Antonio Saura, Rafael
Canogar, Manolo Millarès; l’americano tachiste Sam
Francis; Alberto Burri.
ASTRATTI : Henry Michaux, Hans Hartung, Jean
Atlan, Pierre Soulages, Gerard Schneider, Olivier
Debré, il canadese Jean-Paul Riopelle.
CALLIGRAFICI : Mark Tobey (USA), Julius Bissier
(Germania), Jean Degottex (Francia).
Wols
Jean Fautrier, Arbre vert, 1942
Jean Dubuffet, Dhotel nuance d'abricot 1947 Oil on
       canvas 45 1/2 x 35 in. (116 x 89 cm)
Jiro Yoshishara
Murakami
Work, 1965, acrilico su tela, 181x227,5, Osaka City
            Museum of Modern Art
Saburo Murakami
   Sakuhin (Tsuka) (Paper Break Through), 1956
  veduta della performance / performance view
The Gutai Art Exhibition (2nd Gutai Art Exhibition),
Yasuo Sumi



      Untitled (Itami), 1958
      colori su rete metallica stesa
      su tela intelaiata
      (colore steso con oggetti e
      con le mani)
      colours on metal net on
      stretched canvas
      (colour laid with objects and
      hands)
      120 x 80 x 10 cm
      Archivio Pari &
      Dispari, Reggio Emilia
Akira Kanayama
Work, 1957
tecnica mista su vinile / mixed media on
       vinyl
180 x 278,5 cm
Hyogo Prefectural Museum of Art
Michel Tapié e / and Jiro Yoshihara
"The New Painting of the World - Art Informel and Gutai",
Osaka, 1958, Ashiya City Museum of Art & History.
Antoni Tapies
Porta metallica con Violino,1956,
Fondazione Tapies,
Parafragamus, 1949,
olio su tela, 89 x 116 cm
fundaciò tapies
Palla e frusta, 1969,
assemblage su tela
Antonio Saura, Cocktail Party, 1960,
Sam Francis
Alberto Burri, Sacco e Rosso, 1954
Hans Hartung
Pierre Soulages
Spazialismo
Si elabora attorno a Lucio Fontana (1899-1968) e conosce
il suo apogeo tra il 1945 e il 1952. Nel 1946 Pubblica a
Buenos Aires il Manifesto Blanco; nel 1947 SpazialistiI e
nel 1947 Spazialisti2 sono redatti da Beniamino Joppolo
(1906-1963), pittore e scrittore e Antonio Tullier, filosofo
e critico. Fontana incoraggia l’abbandono delle «forme
conosciute dall’arte per lo sviluppo di un’arte basata
sull’unità del tempo e dello spazio». Nel 1949 ha luogo la
mostra fondatrice dello spazialismo con la prima opera di
Fontana. Nel Maniofesto dell’Arte spaziale
(1951), dichiara che l’era spaziale deve trovare la suo eco
nell’arte spaziale..
Non voglio fare un quadro, voglio aprire lo
spazio, creare per l’arte una nuova dimensione

 • … attaccarla al cosmo, per quanto si estende,
   infinito, oltre la superficie piatta dell’immagine.
 • Lacera con la lama di un rasoio o cutter i suoi
   monocromi, forma d’espressione scoperta per
   caso preparando una mostra a Parigi, quando
   aveva appena sbagliato una tela. Cosciente del
   suo atto, si rende conto del potenziale di questo
   gesto che esprime in seguito colontariamente.
 • « Oltre le perforazioni ci attende una libertà
   riconquistata ma ci aspetta anche e con
   altrtettanta evidenza, la fine dell’arte.»
Concetto spaziale “Attesa”, 1961
Joseph Beuys: la riattivazione della memoria


Tedesco, Joseph Beuys (1921-1986) era pilota della
Lufttwaffe durante la Seconda Guerra mondiale. Il
suo aereo viene abbattuto in Crimea: salvato da
alcuni nomadi tartari, riprende conoscenza coperto
di grasso, avviluppato in coperte di feltro e nutrito
di miele. Questo avvenimento, forse una leggenda
dell’artista costruita intorno all’incidente, influenza
la tematica di un’opera che si estende su trent’anni
di carriera artistica, fatta di
disegni, sculture, istallazioni e performances.
Joseph Beuys, Infiltrazione omogenea per piano a coda, 1966
Piano a coda ricoperto di feltro grigio e croce in tessuto
rosso, 100x152x240, Parigi, Cenre Georges Pompidou
..
Questo oggetto può essere qualificato si cultura o
istallazione, e messo in rapporto con i ready-made
«assistés» di Duchamp . Ma soprattutto conviene
soprattutto cercare di capirne il senso. Si tratta di
un piano a coda: uno strumento di qualità… ma la
musica non può essere suonata a causa della
coperta di feltro che lo avvolge. La musica, come
ogni crazione artistica è stata soffocata dalla guerra
(il feltro ha il colore delle uniformi). La Croce Rossa
ha salvato molte vite umane, forse la musica può
altrettanto? Se non fosse stata appunto soffocata. Il
riferimento autobiografico è evidente e forse anche
a quello della nazione tedesca, terra di grandi
musicisti : forse musica è guerra sono due aspetti
della stessa anima germanica.
«Un tale oggetto è concepito per incoraggiare il
dibattito, e in nessun caso come prodotto estetico»


                                Joseph Beuys
I like America and America likes me


Nel 1974 Beuys organizza un’azione nella galleria René Block a
New York per l’inaugurazione di una mosta. Venuto apposto dalla
Germania non mette piede sul suolo americano, ma si fa venire a
prendere e trasporare su una barella, avvolto in una coperta di
feltro. La performance consiste a coabitare per tre giorni con un
coyote. Il suolo è coperto di paglia e di esemplari del Wall Street
Journal che con il tempo si imbevono di urina del coyote. Beuys è
protetto dal feltro e tiene un bastone da pastore. La
performance, secondo Beuys mira a sottolineare il divario sempre
più ampio che si crea tra la natura e l’uomo sociale (lo spettatore).
Il coyote rappresenta anche la vita indigena, la cultura indiana
americana sterminata dall’uomo bianco. L’avvenimento ha una
portata di redenzione: l’uomo e l’animale sono quasi costretti a
ravvicinarsi e convivere perdendo uno il proprio ruolo sociale ed
economico, e l’altro il proprio essere selvaggio.
Joseph Beuys, I like America
and America likes me,
New York, 1974,
galleria René Block
(foto di Caroline Tisdall)
Joseph Beuys,
Dopo Berlino, di nuovo a proposito del coyote, 1979
..

Una performance su ciò che resta di una
performance finita. Il ricordo non rimane che
nelle foto e nei films. Nel caso della
performance I like America…, poiché la galleria
dove si era fatta è andata distrutta, Beuys ha
recuperato tutti i detriti e li ha riorganizzati in
istallazione.
La rifondazione della pitura tedesca

Nel momento in cui gli artisti di Fluxus e poi Beuys si impegnano in
«actions», azioni, alcuni più giovani, nati con la guerra, affermano la
possibilità di tornare ad una pittura che deve essere accessibile a tutti.
La nuova epoca d’oro della pittura tedesca ha la sua origine nella RFT;
ma uno dei suoi protagonisti, George Baselitz, è nato nel 1938 in quella
che sarebbe divenuta Germania dell’Est e si è formato nella RDT.
Questi artisti praticano un’arte figurativa: altra novità rispetto alla
tradizione tedesca occidentale segnata, dopo la guerra, dall’astrazione
gestuale (Wols) o geometrica (Albers). I loro punti di riferimento sono
da rintracciare nell’arte dell’inizio del secolo: i fauves per i colori e gli
espressionisti, ma questi pittori vogliono privilegiare un approccio al
quadro che non sia né figurativo del tutto, né narrativo.
George Baselitz, La famiglia, 1975
olio su tela, 250 x 200 cm
Kassel, Neue Galerie


Dal 1969 Baselitz rappresenta i
suoi soggetti al contrario per
lasciare meno presa
all’interpretazione realistica:
«l’inversione del motivo *…+ mi
dava la libertà di attaccarmi a
problemi pittorici». Prima di
questa data i soggetti
apparivano anodini
(animali, interni, ritratti di
anonimi, ecc), trattati in modo
da destabilizzare lo spettatore.
Ancora la questione del soggetto
Negli anni 1970, il passato recente della
Germania riviene fuori con evidenza. Pencke
Immendorff (1945-2007) che fu allievo di
Beuys, abbordano la questione della divisione
del Paese. Un altro artista, Lüpertz, dipinge
nature morte di grande formato che chiama
Motivi tedeschi dove inserisce dei caschi nazisti;
Anselm Kiefer comincia la sua opera con una
azione dove fa il saluto nazista prima di mettersi
a dipinge delle tele tragiche e fisicamente
pesanti con materiali diversi che dicono e
ridicono ciò che è stato taciuto per molto
tempo.
Jörg Immendorff, Cafè Deutschland VII, 1980
olio e acrilico su tela, 153 x 163 cm
Monaco Pinakothek des Moderne
Francis Bacon : un fedele della figura…

Sulla scia di Picasso, che esercitò su di lui
un’influenza notevole, l’Angloirlandese Francis
Bacon (1909-1992) è sempre stato fedele alla
figura: una figuratività in qualche modo sfigurata, a
misura del mondo contemporaneo. Il corpo e il
volto umano sono motivi che l’interessano quasi
esclusivamente. Li esplora direttamente attraverso
ritratti e autoritratti, ma anche riferendosi ai
maestri del passato, realizzando delle serie a partire
da un quadro (ad esempio il ritratto di Innocenzo X
di Velasquez o ‘autoritratto sulla via di Tarascona di
Van Gogh).
Francis Bacon, Tre studi per una crocifissione, 1962
trittico olio su tela, 198 x 322 cm (198 x 144, 8 ogni pannello)
New York, Solomon R. Guggenheim Museum
..
Nei Tre studi per una crocifissione, il suo punto di
partenza non è un dipinto preciso, ma un tema, la
Passione cristiana che possiede la storia della
pittura e costituisce, secondo Bacon, una
«magnifica armatura» capace di sopportare «ogni
sorta di sentimento e di sensazione». Questi studi si
impongono in definitiva come un quadro intero:
Bacon non sentì mai il bisogno di rifinire il
dipinto, né di completarlo con una
rappresentazione della croce.
La forma di trittico, ricorrente nella pittura cristiana
dalla fine del medioevo, l’epoca che rappresenta in
modo più drammatico la Passione.
Nel pannello di sinistra i
personaggi hanno il volto
caratterizzato, evocano dei
personaggi, quasi dei ritratti
ma sono allo stesso tempo
schiacciati, deformati. Su
quello che potrebbe essere un
tavolo, due carcasse di carne
sono come il doppio delle due
silhouette vestite con abiti
contemporanei.
Nel pannello centrale è
dipinto, sembrerebbe, un letto
d’ospedale. Un uomo ci si
attarda con il ventre
squarciato: il rosso porta ad
associare questo corpo
martire alla carcassa del
pannello di destra a quelle del
pannello di sinistra. Ma
soprattutto, da un punto di
vista pittorico, deborda dalla
silhouette contornata di nero:
macchia il cuscino bianco di
gocce scure. Al centro del
quadro è la prova che la carne
è triste e vulnerabile.
Nel pannello di sinistra Bacon
dipinge di nuovo una carcassa
che prende il posto del corpo del
Cristo in croce. La torsione di
questa massa sanguinante è resa
più evidente dal disegno della
colonna e del costato. La
carcassa evoca i mattatoi «luoghi
d’elezione del peccato di carne»
come l’aveva scritto Georges
Bataille in Documenti del
1929, che diventano la metafora
del rapporto tra società e morte
(dell’uomo) nel contesto del
dopoguerra e della rivelazione
dei crimini nazisti.

Más contenido relacionado

La actualidad más candente (20)

Picasso
PicassoPicasso
Picasso
 
Dada e Duchamp
Dada e DuchampDada e Duchamp
Dada e Duchamp
 
Jacques louis David
Jacques louis DavidJacques louis David
Jacques louis David
 
Espressionismo
EspressionismoEspressionismo
Espressionismo
 
Jackson Pollock e gli irascibili. La Scuola di New York
Jackson Pollock e gli irascibili. La Scuola di New YorkJackson Pollock e gli irascibili. La Scuola di New York
Jackson Pollock e gli irascibili. La Scuola di New York
 
Edward Hopper: testo e slides
Edward Hopper: testo e slidesEdward Hopper: testo e slides
Edward Hopper: testo e slides
 
Espressionismo
EspressionismoEspressionismo
Espressionismo
 
Edward Hopper: solo slides
Edward Hopper: solo slidesEdward Hopper: solo slides
Edward Hopper: solo slides
 
Tesi in powerpoint
Tesi in powerpointTesi in powerpoint
Tesi in powerpoint
 
La pittura francese nel 1800
La pittura francese nel 1800 La pittura francese nel 1800
La pittura francese nel 1800
 
Cubismo
CubismoCubismo
Cubismo
 
Olympia
OlympiaOlympia
Olympia
 
Eugene Delacroix
Eugene DelacroixEugene Delacroix
Eugene Delacroix
 
Espressionismo
EspressionismoEspressionismo
Espressionismo
 
Lezione cubismo
Lezione cubismoLezione cubismo
Lezione cubismo
 
Postimpressionismo cubismo sofia
Postimpressionismo  cubismo sofiaPostimpressionismo  cubismo sofia
Postimpressionismo cubismo sofia
 
Storia Dellarte 1
Storia Dellarte 1Storia Dellarte 1
Storia Dellarte 1
 
Impressionismo rossella cerreto
Impressionismo rossella cerretoImpressionismo rossella cerreto
Impressionismo rossella cerreto
 
Leonetto Cappiello
Leonetto CappielloLeonetto Cappiello
Leonetto Cappiello
 
Artisti e politica: il caso Courbet
Artisti e politica: il caso CourbetArtisti e politica: il caso Courbet
Artisti e politica: il caso Courbet
 

Similar a zanella storia del arte Contemporanea7

Da Jackson Pollock a Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...
Da Jackson Pollock a  Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...Da Jackson Pollock a  Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...
Da Jackson Pollock a Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...Maria Rosaria Gallo
 
55. la città nella pittura del novecento
55. la città nella pittura del novecento55. la città nella pittura del novecento
55. la città nella pittura del novecentoPierLuigi Albini
 
S_Dadaismo
S_Dadaismo S_Dadaismo
S_Dadaismo Iuav
 
zanella storia del arte Contemporanea10
zanella storia del arte Contemporanea10zanella storia del arte Contemporanea10
zanella storia del arte Contemporanea10angela dimopoulou
 
Le avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varutti
Le avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varuttiLe avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varutti
Le avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varuttiElio Varutti
 
T_Informale 10 gennaio 2016
T_Informale 10 gennaio 2016T_Informale 10 gennaio 2016
T_Informale 10 gennaio 2016Iuav
 
zanella storia del arte Contemporanea4
zanella storia del arte Contemporanea4zanella storia del arte Contemporanea4
zanella storia del arte Contemporanea4angela dimopoulou
 
La guerra nell'arte
La guerra nell'arteLa guerra nell'arte
La guerra nell'artechesarmani
 
Il neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinema
Il neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinemaIl neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinema
Il neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinemaAsiaYoon
 
Approfondimento mostra metafisica (2)
Approfondimento mostra metafisica (2)Approfondimento mostra metafisica (2)
Approfondimento mostra metafisica (2)Nicola Quirico
 
L’Astrattismo
L’AstrattismoL’Astrattismo
L’AstrattismoLola32
 
Metafisica. Carrà e De Chirico
Metafisica. Carrà e De ChiricoMetafisica. Carrà e De Chirico
Metafisica. Carrà e De ChiricoBabBeba
 

Similar a zanella storia del arte Contemporanea7 (20)

ESPRESSIONISMO
ESPRESSIONISMOESPRESSIONISMO
ESPRESSIONISMO
 
Gli artisti e la guerra
Gli artisti  e la guerraGli artisti  e la guerra
Gli artisti e la guerra
 
Da Jackson Pollock a Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...
Da Jackson Pollock a  Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...Da Jackson Pollock a  Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...
Da Jackson Pollock a Andy Warhol il passo è breve. La Pop Art e l'America de...
 
55. la città nella pittura del novecento
55. la città nella pittura del novecento55. la città nella pittura del novecento
55. la città nella pittura del novecento
 
S_Dadaismo
S_Dadaismo S_Dadaismo
S_Dadaismo
 
Pop art
Pop artPop art
Pop art
 
Pop art
Pop artPop art
Pop art
 
zanella storia del arte Contemporanea10
zanella storia del arte Contemporanea10zanella storia del arte Contemporanea10
zanella storia del arte Contemporanea10
 
Le avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varutti
Le avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varuttiLe avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varutti
Le avanguardie storiche, istituto stringher, udine, elio varutti
 
T_Informale 10 gennaio 2016
T_Informale 10 gennaio 2016T_Informale 10 gennaio 2016
T_Informale 10 gennaio 2016
 
zanella storia del arte Contemporanea4
zanella storia del arte Contemporanea4zanella storia del arte Contemporanea4
zanella storia del arte Contemporanea4
 
Popart1
Popart1Popart1
Popart1
 
Fotografia astratta1.ppt
Fotografia astratta1.pptFotografia astratta1.ppt
Fotografia astratta1.ppt
 
Picasso / Guernica
Picasso / GuernicaPicasso / Guernica
Picasso / Guernica
 
Romanticismo
RomanticismoRomanticismo
Romanticismo
 
La guerra nell'arte
La guerra nell'arteLa guerra nell'arte
La guerra nell'arte
 
Il neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinema
Il neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinemaIl neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinema
Il neorealismo (1945~1952): Letteratura e cinema
 
Approfondimento mostra metafisica (2)
Approfondimento mostra metafisica (2)Approfondimento mostra metafisica (2)
Approfondimento mostra metafisica (2)
 
L’Astrattismo
L’AstrattismoL’Astrattismo
L’Astrattismo
 
Metafisica. Carrà e De Chirico
Metafisica. Carrà e De ChiricoMetafisica. Carrà e De Chirico
Metafisica. Carrà e De Chirico
 

Último

Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptcarlottagalassi
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxtecongo2007
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxtecongo2007
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileNicola Rabbi
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxtecongo2007
 

Último (11)

Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 

zanella storia del arte Contemporanea7

  • 1. 1939-1950 • 1939. Settembre: dichiarazione di guerra della Francia alla Germania. • 1941. Derain, Vlaminck, Van Dongen, Friesz viaggiano da Parigi in Germania. • 1943. Fondazione del Salon de mai. Sartre: L’essere e il nulla. • 1944. L’arte moderna è accettata e consacrata al Salon d’Automne. Francis Bacon : Three Studies for Figures at the Base of a crucifixion
  • 2. 1945-1950 1945 Armistizio. Bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Conferenza di Yalta e creazione dell’ONU. A Parigi alla galleria René Drouin mostra «Art concret». Jean Dubuffet parla di «Art Brut». Retrospettiva di Mondrian al MoMA a New York. Cinema : Roma, città aperta di Rossellini. 1946. Isidore Isou fonda il «Lettrisme». Retrospettiva di Kandinsky, mostra di Delaunai, e mostra di Calder (presentato da Sartre) a Parigi. Pollock inaugura il dripping e nasce l’Espressionismo astratto. Fondazione del Festival di Cannes. Cinema: La vita è bella di F. Capra; Il grande sonno di Hawks. 1947. André Malraux pubblica Le musée imaginaire; Antonin Artaud, l’Art Brut. Apre il musée d’art moderne di Parigi. Mostre di Schneider, Hartung e Soulages. Lucio Fontana fonda il movimento spazialista. Piano Marshall e inizio della guerra fredda. 1948. Braque è premiato alla Biennale di Venezia. Ad Amsterdam nasce COBRA, a Barcellona il gruppo Dau al set. Viene fondato lo stato di Israele. Willem De Kooning realizza la serie delle Black Painting. Cinema: Germania anno zero di Rossellini, Ladri di biciclette di De Sica, La signora di Shanghai di O. Welles. 1949. A Parigi si fonda il Salon de la Jeune Peinture. Articolo di Life : «Jackson Pollock è il più grande pittore americano vivente?» 1950. Nasce il gruppo Origine intorno ad Alberto Burri. Caccia alle streghe del senatore MacCarthy. La scuola di New York è presente a Venezia. I primi Color fields di Rothko e la serie Woman di De Kooning. Cinema : Rashomon di Kurosawa, Viale del tramonto di B. Wilder, Jungla d’asfalto di J. Huston; Il terzo uomo di Reeds.
  • 3. New York, New York La Seconda Guerra mondiale costituisce per le arti una svolta decisiva: la scena artistica si sposta dall’Europa verso il Nuovo Mondo e più precisamente da Parigi a New York. Questa migrazione – cioè quella degli artisti o almeno delle avanguardie economicamente riconosciute – consacra il trionfo di una estetica: l’espressionismo astratto, un termine uscito dalla penna di un critico nel 1946, e che domina la scena americana e mondiale fino a circa il 1960.
  • 4. Dal surrealismo all’astrazione Se negli anni 1950 il critico americano Clement Greenberg spiega l’arte americana solo come emergenza formale, nel 1983 questa evoluzione è rivisitata in un libro dello storico e critico Serge Guibaut: Come New York ha rubato l’idea di arte moderna: l’espressionismo astratto, la libertà e la guerra fredda. Rispetto alla lettura precedente, qui il trionfo della scuola di New York è interpretato come quello di un’ideologia, quella dell’America liberale, contro la dittatura comunista sovietica.
  • 5. La reazione antirealistica L’astrazione sarebbe una reazione contro una figurazione discreditata dall’uso propagandistico che ne hanno fatto i totalitarismi nel primo dopoguerra e contro il realismo socialista. Se il mercato dell’arte parigino rimane prospero durante l’Occupazione, i galleristi americani hanno ormai l’ambizione di conquistare un posto che sia almeno equivalente a quello della capitale francese: tanto più che la potenza economica americana permette da sola la promozione di artisti reputati portare dei valori del mondo libero e della democrazia.
  • 6. Il passaggio del testimone Ma gli esordi della scuola di New York non si riassumono con la costruzione dell’ideologia liberale avversa al marxismo: i pittori americani, giovani e meno giovani, subiscono l’influenza di una generazione di artisti del Vecchio Mondo che la guerra o i suoi preliminari hanno costretto all’esilio. Si tratta di astrattisti geometrici comme Mondrian, ma soprattutto i surrealisti: Bréton o Max Ernst (arrivato a New York nel 1941 con sua moglie Peggy Guggenheim, allora proprietria della galleria Art of This Century) , Masson, o ancora Tanguy e Matta.
  • 7. .. Agli inizi degli anni 1940, Joseph Cornell fabbrica così delle scatole nella tradizione di oggetti surrealisti, Dorothea Tanning – nuova compagna di Max ernst – sviluppa un’immaginario onirico, Jackson Pollock dipinge dei quadri che dovrebbero svelare immagini sorte dall’inconscio (Guardiani del segreto, 1943, San Francisco Museum of Art), e Arshile Gorky, che si suicida nel 1948, rimpiazza la figuratività diretta con forme «biomorfiche», cioè organiche, fatte di curve linee irregolari che danno l’impressione di un dinamismo.
  • 8. Arshile Gorky, The Liver is the Cock’s Comb, 1944, olio su tela, 186 x 248,9 cm Buffalo, Albright-Knox Art Gallery
  • 9. .. Per Robert Motherwell (1915-1981) l’inflessione decisiva è un soggiorno in Messico da Matta e da un altro surrealista, Wolfang Paalen, nel 1941. Al ritorno, comincia a dipingere una serie di quadri sulla guerra civile spagnola, tra i quali The Little Spanish Prison, un rettangolo con delle colature verticali gialle e bianche – come le barre di una gogna. Geometria e materismo discreto ci si combinano con il mantenimento di un significato, eventualmente umano e politico.
  • 10. Robert Motherwell, The Little Spanish Prison, 1941- 1944, olio su tela, 69,2 x 43,5 cm New York, The MoMA
  • 11. Matisse e la pittura americana «un giorno avranno dei pittori»: questa frase celebre fu pronunciata da Matisse, lo stesso che, rimasto in Europa, influenzò considerevolmente la genesi dell’espressionismo astratto. Le tele nelle quali il pittore francese si è più avvicinato all’astrazione hanno sicuramente interessato i pittori americani del primo dopoguerra, tipo Porta-finestra a Colliaure del 1914 (Parigi, Musée national d’art moderne), La lezione di piano del 1916 (New York, The MoMA) o ancora L’atelier rosso del 1911 (ibidem), dal quale Rothko fa nascere tutta la sua pittura.
  • 12. Henri Matisse, Icaro, tavola n. VII del libro Jazz, parigi, 1947, stampata con mascherina di colore, 42,2 x 65,5 cm, New York, The MoMA
  • 13. Jackson Pollock, Out of the Web n°7, 1949 Stuttgard, Staatsgalerie Le carte colorate a gouache tagliate della fine della vita di Matisse hanno un’importanza ancora maggiore: davano l’esempio di un lavoro diretto del colore escludendo la tappa del disegno. Jazz è l’origine rivendicata da Pollock per questo suo quadro
  • 14. Sam Francis, Blue Composition on White Ground, 1960, olio su tela, 130 x 97 cm, Rennes musée des Beaux-Arts e opere come quelle di Sam Francis (1923-1994), di Morris Louis verso il 1960 e degli artisti californiani della Pattern Painting degli anni 1970 non si spiegherebbero senza il lirismo di questi découpages.
  • 15. 1951-1955 • 1951. Viene fondata a Ulm la Scuola superiore di Estetica; Charles Estienne scrive L’arte astratta è accademismo? Cinema: Un tram chiamato desiderio di E. Kazan, fondazione di «Cahiers de cinéma». • 1952. Samuel Beckett : Aspettando Godot. A Parigi la prima mostra di Pollock. • 1953.Muore Stalin. Rauschenber: Erased De Kooning. Cinema: Le vacanze di monsieur Hulot. • 1954.Inizia la guerra d’Algeria; appare il «tachisme». Cinema: La strada di Fellini, I sette Samurai di Kurosawa, Tutti in scena di V. Minnelli. • 1955. Le manifeste jaune di Victor Vasarely.Duchamp diventa cittadino americano. Rauschenberg: Bed, prima combine painting. Il critico Lawrence Alloway utilizza il termine Pop Art.
  • 16. «Action Painting» dipingere con il corpo Il critico Harold Rosenberg è, nel 1952, l’inventore dei termini «Action Painting»: una denominazione che sottolinea, in seno ad una avanguardia americana che vuole liberarsi delle sua radici surrealiste, l’importanza di una pittura che fa della gestualità il suo mezzo d’espressione.
  • 17. Willem De Kooning, Woman I, 1950-1952, olio su tela, 192,7 x 147,3 cm, New York, The MoMA
  • 18. De Kooning e le «Women» Si associa generalmente action painting e astrazione. Con la serie delle Women, negli anni 1950, l’opera di Willem De Kooning (1904-1997) non rinuncia comunque alle figure. Su grandi formati, con una tavolozza dai colori vivi e con colpi di pennellessa che lasciano striature e ruvidezze, l’artista mostra, senza differenziarli dal fondo, gli elementi di un corpo femminile. Davanti a queste tele di grande violenza e di intensità erotica, si pensa ad archetipi come le Veneri preistoriche – i segni sessuali come i seni sono smisurati – ma anche ad una madre mostruosa (ad esempio v. i piedi). Dieci anni dopo la prima di queste donne, De Kooning sperimenta di nuovo una frase astratta verso il 1960.
  • 19. La traccia del corpo Altri artisti si voltano più uniformemente verso l’astrazione. Il corpo non è assente dalle loro opere, ma il corpo è il loro e non più quello di un modello/a che serve di punto di riferimento. La tela, sempre di grandi dimensioni, è lavorata per terra, in una gestualità che confina con la danza, o con rulli o pennelli attaccati ad assi, - così Franz Kline (1910-1962). Ma succede anche, come lo fa lo stesso Kline, in Chief (il nome di una locomotiva che ammirava quando era bambino), che il tracciato sia studiato a lungo, poi trascritto in scala monumentale.
  • 20. Franz Kline, Chief, 1950, olio su tela, 148,3 x 186,7 cm New York, The MoMA
  • 21. Jackson Pollock, Full Fathom Five, 1947 olio su tela e materiali diversi, 129,2 x 76,5 cm New York, The MoMA
  • 22. Pollock Jackson Pollock (1912-1956) è l’inventore nel 1947 della drip painting (to drip=colare). Si parla anche di pouring (to pour=versare) Full Fathom Five è dipinta in questo modo. Il titolo, enigmatico e poeticamente si può tradurre con «cinque braccia di fondo» o qualcosa del genere . È una citazione dalla Tempesta di Shakespeare: un padre annegato (quindi disperazione) e di trasmutazione del suo cadavere in corpo glorioso, che si fonde con il corallo e le perle del fondo (quindi speranza).
  • 23. La tecnica Il pittore ha lavorato la tela per terra versando il colore, industriale, dal barattolo (le superfici da coprire sono notevoli) o facendolo scivolare da un bastone impregnato di pigmento. Non si è preoccupato di organizzare una composizione ma ha sparso in maniera uguale la materia. Questa ricopertura totale si chiama all-over. Poi ha rilavorato il colore con la punta del bastone. Ha anche introdotto dei rifiuti nel dipinto: un mozzicone di sigaretta, il tappo di un tubetto, dei chiodi… L’opera riporta il ricordo degli spostamenti dell’artista.
  • 24. Jackson Pollock nel 1950 in una foto di Hans Namuth
  • 25. Il gesto L’atto di dipingere è sperimentato come una danza: questo movimento non utile da cui Nietzsche aveva tratto la metafora della libertà, da cui gli antropologi, alcuni dei quali vicini ai surrealisti, avevano sottolineato il ruolo, e di cui alcuni coreografi come Martha Graham esplorano alla fine degli anni 1940 la potenza espressiva. Si è anche visto il legame tra la scrittura automatica surrealista e i movimenti spontanei che fa l’artista versando la pittura, e infine sul rapporto che una tale opera ha potuto intrattenere con le pitture di sabbia degli indiani Navajos.
  • 26. L’epoca del Color-Field Nel momento in cui Pollock e altri artisti sperimentano il lirismo della gestualità, Barnett Newman, Mark Rothko, o ancora Clyfford Still e Adolph Gottlieb optano per una pratica semplificata e quasi geometrica. Dipingono per campiture di colore, per le quali il critico Clement Greenberg inventa nel 1955 la definizione color-field (campo di colore).
  • 27. Mark Rothko, Number 10, 1950 olio su tela, 229,6 x 145 cm New York, The MoMA
  • 28. Rothko e gli effetti del colore Nella pitture di Rothko (1903-1970), i campi, rettangolari, sono estremamente luminosi: il loro cromatismo ricorda la gamme di un Bonnard, la cui opera fu esposta a New York nel 1942. In numero di due o tre sulla tela, non si toccano mai completamente, sono modulati all’interno dalla materia e i loro contorni hanno un aspetto vaporoso. La profondità è abolita, o almeno si esprime in modo diverso: i piani fluttuano sulla tela. I titoli, ridotti a numeri, scoraggiano ogni tentativo di interpretazione. Fuori delle parole, la pittura è autosufficiente.
  • 29. «il fondamento dell’atto estetico è l’idea pura … è questa che mi dà il contatto con il mistero *…+ di questo caos nero che è la morte» Barnett Newman
  • 30. Barnett Newman, Vir Heroicus Sublimis, 1950-1951 olio su tela, 242,2 x 541,7 cm New York, The MoMA
  • 31. Sublime o estetico? Newman (1905-1970)fa delle tele monocrome: semplicemente, al centro o alle estremità, una banda verticale (zip) colorata in modo diverso rompe la radicalità del colore unico. I titoli sono tutto fuorché neutri, come questo. Per Newman, dopo gli orrori della guerra, la pittura deve avere un contenuto spirituale: introdurre al sublime. Da cui l’uso di grandi formati, come i giganteschi paesaggi americani dipinti nel XIX secolo. Un altro pittore, Ad Reinhardt, evolve nello stesso momento verso i monocromi. Le sue ultime opere (Ultimate paintings) sono quasi interamente nere. L’artista vi cerca i limiti di ciò che si può dipingere: sono per lui una ricerca di assoluto.
  • 32. 1956-1960 • 1956. Jack Kerouac : On the Road. Muore Pollock e a New York apre la galleria Leo Castelli. I monocromi di Y. Klein sono rifiutati. Cinema: I dieci comandamenti di C.B. De Mille, Le mysthère Picasso di Clouzot. • 1957. Roland Barthes : Mythologies, Internazionale Situazionista, Creazione a Dusseldorf del Gruppo Zero. Y Klein ripresenta i suoi monocromi e Piero Manzoni presenta gli Acromi. • 1958. De Gaulle in Francia. La Biennale di Venezia consacra M.Tobey, Tapiès e Chillida. Allan Kaprow mostra i primi Happenings. Presentazione europea della mostra «La nuova pittura americana». Cinema: Il posto delle fragole di I. Bergman. • 1959. Fondazione della Biennale di Parigi. Fidel Castro a Cuba. Cinema : A qualcuno piace Caldo, di B. Wilder, Hiroshima mon Amour di Resnais. • 1960. Kennedy presidente degli USA. Nasce il Nouveau Réalisme. Creazione del GRAV. Nascita a Milano del gruppo T. Cinema: La dolce vita di Fellini, Psycho di Hitchcock.
  • 33. 1961-1965 1961. Cuba: La baia dei porci; Costruzione del muro di Berlino; a Parigi alla galleria J: «40° sotto Dada»; New York, MoMA: «Arte dell’assemblaggio»; Warhol: Campbell Soup Cans. Maciunas: Fluxus. Manifesto del Gruppo N a Padova. John Cage: Silenzi. Cinema: Accattone di Pasolini, Misfits di Huston. 1962. Cinema: 8 e ½ di Fellini, L’eclissi di Antonioni. 1963. Assassinio di Kennedy a Dallas. Warhol inaugura la Factory. Prima grande retrospettiva Duchamp a Pasadena; Nascita del Gruppo Uno a Roma. Cinema: Il disprezzo di Godard. 1964. Rauschenberg Gran Premio della Biennale di Venezia. Arthur Danto pubblica Il mondo dell’arte. Lacan: Pour un nouveau roman. A Milano nasce il gruppo MID. 1965. Intensificazione della guerra in Vietnam; appareil termine Minimal Art. A New York la mostra di Op art «The responsive eye». A Berna e Parigi la mostra «Lumière et mouvement».
  • 34. Dall’astrazione al minimalismo La definizione «minimal art» o minimalismo apparsa nel 1965, designa una reazione sia pittorica sia plastica contro l’espressionismo gestuale. Il minimalismo, che conosce degli sviluppi molto aldilà degli anni 1960 e della sola America, appare come la sistematizzazione dell’apprendimento geometrico che marcava già il Color-Field. Un artista come Newman, che appartiene a questa tendenza, ha potuto così sembrare a certi critici come vicino al minimalismo. Ma i punti di riferimento di questa corrente sono anche nella tradizione europea dell’astrazione geometrica. L’idea della minimalizzazione «less is more» viene dal Bauhaus ed è formulata da Mies Van der Rohe, rifugiato in USA dal 1937.
  • 35. Barnett Newman, Broken Obelisk, 1963-67 monumento alla memoria di Martin Luther King, Houston, The Menil Collection davanti alla cappella Rothko
  • 36. .. L’obelisco spezzato è la prima scultura monumentale di Newman. Dopo l’assassinio di Martin Luther King nel 1968, i collezionisti De Menil l’hanno comprata e hanno proposto di farne un monumento commemorativo del leadr nero. Poiché la città di Houston aveva rifiutato il dono, fu esposto davanti alla cappella concepita da Rothko.
  • 37. David Smith, Cubi VIII, 1964, acciaio inossidabile lucido, h 294 cm Boston, Museum of Fine Arts David Smith (1905-1965) si esprime con il metallo: inaugura negli USA la tradizione scultores del ferro saldato. Dopo opere che riprendevano la tradizione delle sculture surrealiste di Picasso e di Julio Gonzàles, il grande maestro del metallo in Europa fino alla guerra, il suoi Cubi, negli anni che precedono la sua morte, sono arrangiamenti di volumi geometrici che evocano delle nature morte. Il loro nome rende un omaggio simbolico al cubismo.
  • 38. Sol Lewitt, Open Cube, 1968 alluminio laccato, 105 cm di lato Berlino, Nationalgalerie im Hamburger Bahnhof Sol LeWitt (1928-2007) struttura lo spazio con moduli di cubi che spoglia conservandone solo lo scheletro. Pittore e scultore, utilizza la linea, orizzontale, verticale, o bliqua, per strutturare i suoi quadri. Nello stesso periodo, Frank Stella si serve di strisce cromatiche, prima nere (black stripes) e poi colorate (shaped canvas)) per organizzare delle composizioni ugualmente geometriche.
  • 39. Ludwig Mies Van der Rohe, casa Edith Farnsworth Piano (illinois), 1945-1950 La struttura portante ordinata in griglie astratte e i muri aperti sull’esterno per vedere la natura caratterizzano questa dimora, la cui concezione fu celebrata come il trionfo dell’idea pura come «una rottura radicale con la casa del Vecchio Continente.
  • 40. L’investitura dell’oggetto L’eroismo dell’idea trasferita nell’atto estetico ha condotto gli artisti americani lontano dalla realtà. A partire dalla metà degli anni 1950, quando Color-Field poi il minimalismo occupano il palco della scena artistica, trascinando dei nuovi artisti come Kenneth Noland o Ellsworth Kelly, alcuni si impegnano in un’altra strada. L’oggetto, banale e caricato di un contenuto simbolico, viene messo al centro delle loro preoccupazioni.
  • 41. Robert Rauschenberg, Interview, 1955, Combine painting su struttura di legno, materiali diversi, 185x125x63,5 cm Los Angeles, The Museum of Contemporary Art (collezione Panza)
  • 42. Il ricorso al rifiuto Il percorso di Robert Rauschenberg (1925-2008) è rivelatore di questo cambiamento. Mentre l’artista dipinge dei monocromi animati di effetti di texture nel 1951-52 (serie delle White Paintings e delle Night Blooming), dal 1953 e per una decina di anni procede per combinazioni (combine painting) di oggetti, trasferendo nei quadri delle immagini fotografiche prima, poi dei rifiuti: che allo stesso tempo mettono in discussione l’eroizzazione della pittura praticata dalla generazione precedente e affermano la presenza del reale concreto, eventualmente urbano e sordido. Nel 1955, Rauschenberg compie un altro passo: l’oggetto non è più soltanto riportato su una tela, ma diventa il supporto dell’opera e l’opera stessa. Letti, porte e altri elementi presi dal quotidiano.
  • 43. Un nuovo dadaismo americano? L’idea delle combine paintings deve molto agli assemblaggi di Schwitters, l’artista di Merz, movimento cripto-dadaista degli anni 1920. Si può anche parlare di neodadaismo a proposito di queste opere. Di fatto, l’influenza di dada, che si è fatta sentire negli USA sin dall’inizio, con John Covert, si trova riattualizzata negli anni 1960 con la scuola sperimentale del Black Mountain College, dove Rauschenberg risiede pe qualche tempo come Jim Dine (nato nel 1935), che pratica anche lui gli assemblaggi per un po’ di tempo.
  • 44. Jim Dine, Five feet of Colorful Tools, 1962, olio su tela con tasselli di legno e 32 utensili, 141,2 x 152,9 x 11 cm New York, The MoMA
  • 45. Jasper Johns, Hag, 1954-1955, encausto, olio e collage su tessuto montato su legno, 107,3x154 cm, New York, The MoMA
  • 46. .. Si può parlare di assemblaggi anche per Jasper Johns (nato nel 1930); anche lui si serve di oggetti, ma invece di trasportarli tali e quali o mettendoli nello spazio del museo, li riproduce con il pennello, invertendo il procedimento del ready-made. Simbolo della fierezza americana in questi primi anni di dopoguerra dove gli USA ritiene di aver salvato il mondo, la bandiera stellata diventa il motivo della pittura: una pittura figurativa, dove il pigmento è posato su uno strato di cera liquida che afferma anche la sua matericità.
  • 47. Omicidio simbolico L’arte del neodadaismo è fatta di attrazione e repulsione per la generazione dei «padri», gli espressionisti astratti. Nel 1953 Rauschenberg domanda a De Kooning un disegno «per cancellarlo». Quest’ultimo, intrigato, lo fa, ma siccome lo rese molto denso, con tratti di pastello e materia e inchiostro, Rauschenberh ci mise un mese per cancellarlo, cioè a realizzare ciò che doveva diventare uno nuova opera, basata sull’assenza stessa e il silenzio, chiamata Erased De Kooning Drawing.
  • 48. Cy Twombly, Thermopylae, 1992 bronzo a cera persa patinato a fuoco, h 135,5 cm Parigi, Centre Georges Pompidou
  • 49. .. Cy twombly (1928-2011), che è vicino a Robert Rauschenberg e Jasper Johns, è conosciuto soprattutto per le sue pitture e per le opere grafiche segnate di graffi brutali e ripetuti in maniera aleatoria. Alla fine dello stesso decennio 1950 si basa a Roma dove i suoi punti di riferimento cambiano e aumentano i riferimenti al classico mentre il gesto diventa meno pronunciato. Il pittore pratica allora anche la scultura servendosi anche lui di materiali di recupero: oggetti e frammenti di legno. Immerge questi frammenti nel gesso e li dipinge in bianco, ottenendo una patina deliberatamente rustica o, come nel caso di questa scultura, li fonde in bronzo. L’opera prodotta ricorda gli oggetti di arte primitiva e si ricongiunge alla mitologia classica per il soggetto.
  • 50. L’Europa dopo il disastro Nel 1942, Max Ernst intitola uno dei suoi quadri L’Europa dopo la pioggia: ci si vedono le rovine di un mondo che un disastro a saccheggiato. Tre anni più tardi, Picasso, che con Guernica aveva testimoniato delle prime vittime civili dei bombardamenti, rappresenta le carneficine che si scoprono nei campi di sterminio.
  • 51. Pablo Picasso, Il carnaio, 1945 olio e bulino su tela , 199,8 x 250 cm New York, The MoMA
  • 52. La memoria della guerra La distruzione di intere regioni, la morte di decine di milioni di esseri umani, la rivelazione dei campi nazisti riempiti di cadaveri e di agonizzanti, le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki: queste esperienze traumatiche costituiscono il punto di partenza da cui gli artisti europei, dopo il 1945, immaginano la loro creazione.
  • 53. La figura nonostante tutto Nel Vecchio Continente come oltre Atlantico, la figura sembra screditata – se ne discuterà per decenni … -. Sono rari gli artisti – in particolari quelli legati al partito comunista – che affermano che può ancora essere salvata: come Guttuso o il francese André Fougeron, che resta invece lontano dalle questioni formali delle avanguardie e soprattutto da Léger e Picasso. Pittura politica e manifesto estetico, Il carnaio di Picasso è ispirato, come Guernica nel 1937 a fotografie di rotocalco. Rispetta i grigi e i bianchi dei clichés, non aggiungendo che dei valori di blu, come se il lirismo dei colori caldi non potesse prestarsi alla rappresentazione dell’orrore.
  • 54. … La composizione piramidale e le forme stilizzate, riprese anche da Guernica, affermano la logica di una storia che ha portato all’assassinio di una repubblica e a un genocidio. L’abominio interviene nella banalità del quotidiano: i corpi intricati si ammassano sotto una tavola servita – è stata assassinata una famiglia mentre pranzava.
  • 55. Fautrier e gli «Otages» Tra questi artisti, jean Faitrier (1898-1964) è stato mostrato solo dal 1945. Eseguite a partire dal 1942, mentre il pittore era in clandestinità, le sue serie degli Otages rende omaggio alle vittime dell’occupazione. Nella scia di un lavoro cominciato prima della guerra, la forma riconoscibile sparisce e il critico Marcel Tapié ha inventato il termine «informel» per indicare queste opere. Non si tratta della riproduzione di un’apparenza, ma la materia lavorata che porta il ricordo, e eventualmente di volti; posato per terra, la carta si imbeve per zone di bianco di Spagna e di colla che formano una pasta spessa. Il pittore la lavora – la scolpisce o quasi- con la spatola, aggiungendo altre paste, inchiostri e polveri colorate.
  • 56. Jean Fautrier, testa di ostaggio n°8, 1944 olio su carta incollata su tela, 36 x 28 cm collezione privata
  • 57. Dopo la Shoah: Adorno e la cultura Esiliato sopo la presa del potere dei Nazisti e tornato in Germania nel 1949, il filosofo Theodor Adorno (1903- 1969) denuncia nella sua critica della cultura e della società, il rischio che la coscienza del disastro degenera in chiacchiere. Ponendo in termini - che aggiusta notevolmente in seguito - la dialettica tra cultura e barbarie, afferma che scrivere un poema dopo Auschwitz è divenuto impossibile. Nel suo carattere perentorio tale affermazione di spiega per il contesto: all’indomani della Seconda Guerra lo choc è tale che diventa oggetto di ripensamento. Si cerca, volontariamente o involontariamente di dimenticare Auschwitz per non doversi confrontare con questo abisso. La celebrazione della pace ritrovata, del ritorno alla vita, si sostituisce alla denuncia della barbarie messa in pratica recentemente.
  • 58. … qualche anno dopo Anni più tardi e in un altro contesto storico e politico, Adorno tornerà sull’argomento affermando che «bisogna scrivere dei poemi », nel senso dell’estetica hegeliana, cioè che poiché esiste una coscienza della sofferenza deve esistere l’arte come forma oggettiva di questa coscienza.
  • 59. Wladimir Stremiski, Voto e giuramento in memoria delle mani, dalla serie Ai miei amici gli Ebrei, 1945 Collage e inchiostro su carta, 30 x 21,5 cm Gerusalemme, Yad Vashem Art Museum
  • 60. Disegnare come un bambino : l’art brut Alla metà degli anni 1940, Jean Dubuffet intraprende delle ricerche sulla materia pittorica. In dipinti che si vorrebbero ritratti, volti anonimi o corpi di donne, la rappresentazione è degradata in favore dell’espressività di un gesto non premeditato, e soprattutto liberata da ogni convenzione. Negoziante di vini, frequenta in USA Duchamp e André Breton, sostenuto ancora oltreoceano dal mercante Pierre Matisse (figlio del pittore) e soprattutto da Michel Tapié, Dubuffet (1901-1985) sviluppa all’inizio un’arte gestuale che evoca le Women di De Kooning ma anteriormente a questa serie.
  • 61. Jean Dubuffet, Venere del marciapiede, 1946 olio su placca di gesso, 102 x 82 cm Marsiglia, musée Cantini
  • 62. Un primitivismo radicale Il proposito di Dubuffet non è l’espressione del corpo dell’artista come per Pollock, né quella delle pulsioni fisiche come per i surrealisti. Si preoccupa di un primitivismo radicale che consiste corpo nel non tener conto di qualsiasi riferimento accademico, ma anche si allontana dai modelli già esplorati che rappresentano ciò che non si chiamano ancora arti primitive.
  • 63. Materico Dopo la scoperta dell’arte di Fautrier nel 1945, Dubuffet, che scriverà il manifesto «asfissiante cultura» si gira verso la materia per creare i suoi quadri. I suoi «paesaggi mentali» chiamati Texturologies (1957) poi Matériologies (1959), ricoperti di materia povera, spessa o fine (polvere, terra, ecc.) stesa su tutto il supporto senza lasciare tracce, mettono l’accento sull’aspetto materiale dell’opera piuttosto che sulla parte intellettuale del lavoro dell’artista : ciò che Dubuffet stesso chiama «bere alle fonti dell’assenza»
  • 64. … e puerile A partire dal 1945, Dubuffet, che sente di disegnare come un bambino, non avendo formazione artistica, definisce il concetto di «art brut»: il disegno infantile, l’arte dei malati di mente, o quella di personalità effettivamente autodidatte – come Gaston Chaissac (1910- 1964) tappezziere di mestiere, gli sembrano essere le sole vie d’uscita possibili per fondare un arte nuova.
  • 65. Gaston Chaissac, Totem double face, 1961 olio su legno, h 187 cm Parigi, Centre Georges Pompidou
  • 66. Happenings europei Gli anni del dopoguerra nel mondo germanico sono quelli del disorientamento e della difficoltà creativa. Impegnandosi in una sorta di processo che potremmo definire di “denazismizzazione“ che consiste artisticamente nella promozione delle opere che il II Reich aveva denunciato come degenerate, la RFT e l’Austria si chiudono nel silenzio per qualche anno, come per tacere dei crimini commessi da una generazione. Intorno agli anni 1960, i figli di questa generazione, fanno saltare i contorni della creazione artistica. Non si tratta più di sapere se l’astrazione è il vettore dei valori di libertà e la figurazione il veicolo di quelli dei dittatori, ma di rinunciare ad ogni pratica estetica e abbattere le frontiere nelle arti.
  • 67. Fluxus Di Fluxus ne abbiamo già parlato a proposito di Nam June Paik, John Cage e altri artisti. Tutto inizia con la rivista dello stesso nome fondata a New York dal musicista di origine lituana, George Maciunas. IL titolo mette l’accento sul flusso vitale che deve ispirare l’atto creativo piuttosto che sull’opera prodotta, e organizza delle serate «donore» sperimentali. Trasferitosi a Wiesbaden qualche mese più tardi, impianta Fluxus in Germania. Nam June Paik e Wolf Vostell sono i primi a raggiungerlo. Il gruppo inventa la «non arte»: la non produzione di quadri, di oggetti, l’antimusica, l’antipoesia – altrettanti mezzi espressivi che utilizzano lo humor come risorsa.
  • 68. Wolf Vostell, Automobile cementata, 1960, Malpartida de Caceres (Spagna)
  • 69. L’azionismo viennese In Austria, nel decennio 1960, l’interpretazione dell’happening dagli “azionisti” viennesi riveste un carattere decisamente più violento e traumatico. Ispirati dall’Action Painting, Günter Brus, Otto Muchl, Hermann Nitsch e Rudolph Schwarzkogler mettono in scena il corpo (generalmente il proprio) in un modo che secondo alcuni critici anticiperebbe la Body Art.
  • 70. Otto Muhel, azione Oh Sensibility, Vienna, 196 0, in una foto di L. Hoffenreich
  • 71. Gutai Molto lontano dall’Europa, tra il 1955 e il 1957, nel Giappone sconfitto e traumatizzato dalla distruzione, il movimento Gutai (che vuol dire «strumento» e «corpo») riunito intorno a Jiro Yoshihara, fa del corpodell’artista il materiale della creazione: Kazuro Shiraga che arranca nel fango, Saburo Murakami, nel 1956, sfonda dei fogli di carta correndo.
  • 72. Saburo Murakami Sakuhin (Tsuka) (Paper Break Through), 1956 veduta della performance / performance view The Gutai Art Exhibition (2nd Gutai Art Exhibition),
  • 73. Informale Il termine INFORMEL designa un certo tipo di pittura contemporanea (ad eccezione dell’opera di Kandinsky) che non deve nulla al passato e non subisce alcuna influenza contemporanea né per il soggetto né per la rappresentazione. Questa corrente, si spande in Germania, poi in Francia e in Spagna. Anche in Italia ci sono correnti informali.
  • 74. denominazione Sotto questa denominazione si raggruppano diverse forme di astrazione, di costruzioni più o meno esplose : la calligrafia, il “tachisme”, l’art brut e l’arte giapponese Gutaï. Nel 1951 il critico d’arte Michel Tapié organizza una mostra a Parigi sul tema «Tendances extrèmes de la peinture non figurative». Qualifica d’«informale» l’improvvisazione psichica, ciò che non ha forma determinata e possiede ancora connotazioni surrealiste.
  • 75. Artisti INFORMALI : Wols, Jean Fautrier, Jean Dubuffet, Camille Bryen, Georges Mathieu, Frédéric Benrath, Jiro Yoshihara (gruppo Gutaï); gli spagnoli Antoni Tapies, Antonio Saura, Rafael Canogar, Manolo Millarès; l’americano tachiste Sam Francis; Alberto Burri. ASTRATTI : Henry Michaux, Hans Hartung, Jean Atlan, Pierre Soulages, Gerard Schneider, Olivier Debré, il canadese Jean-Paul Riopelle. CALLIGRAFICI : Mark Tobey (USA), Julius Bissier (Germania), Jean Degottex (Francia).
  • 76. Wols
  • 77. Jean Fautrier, Arbre vert, 1942
  • 78. Jean Dubuffet, Dhotel nuance d'abricot 1947 Oil on canvas 45 1/2 x 35 in. (116 x 89 cm)
  • 81. Work, 1965, acrilico su tela, 181x227,5, Osaka City Museum of Modern Art
  • 82. Saburo Murakami Sakuhin (Tsuka) (Paper Break Through), 1956 veduta della performance / performance view The Gutai Art Exhibition (2nd Gutai Art Exhibition),
  • 83. Yasuo Sumi Untitled (Itami), 1958 colori su rete metallica stesa su tela intelaiata (colore steso con oggetti e con le mani) colours on metal net on stretched canvas (colour laid with objects and hands) 120 x 80 x 10 cm Archivio Pari & Dispari, Reggio Emilia
  • 84. Akira Kanayama
Work, 1957
tecnica mista su vinile / mixed media on vinyl
180 x 278,5 cm
Hyogo Prefectural Museum of Art
  • 85. Michel Tapié e / and Jiro Yoshihara "The New Painting of the World - Art Informel and Gutai", Osaka, 1958, Ashiya City Museum of Art & History.
  • 87. Porta metallica con Violino,1956, Fondazione Tapies,
  • 88. Parafragamus, 1949, olio su tela, 89 x 116 cm fundaciò tapies
  • 89. Palla e frusta, 1969, assemblage su tela
  • 90. Antonio Saura, Cocktail Party, 1960,
  • 92.
  • 93. Alberto Burri, Sacco e Rosso, 1954
  • 96.
  • 97. Spazialismo Si elabora attorno a Lucio Fontana (1899-1968) e conosce il suo apogeo tra il 1945 e il 1952. Nel 1946 Pubblica a Buenos Aires il Manifesto Blanco; nel 1947 SpazialistiI e nel 1947 Spazialisti2 sono redatti da Beniamino Joppolo (1906-1963), pittore e scrittore e Antonio Tullier, filosofo e critico. Fontana incoraggia l’abbandono delle «forme conosciute dall’arte per lo sviluppo di un’arte basata sull’unità del tempo e dello spazio». Nel 1949 ha luogo la mostra fondatrice dello spazialismo con la prima opera di Fontana. Nel Maniofesto dell’Arte spaziale (1951), dichiara che l’era spaziale deve trovare la suo eco nell’arte spaziale..
  • 98.
  • 99. Non voglio fare un quadro, voglio aprire lo spazio, creare per l’arte una nuova dimensione • … attaccarla al cosmo, per quanto si estende, infinito, oltre la superficie piatta dell’immagine. • Lacera con la lama di un rasoio o cutter i suoi monocromi, forma d’espressione scoperta per caso preparando una mostra a Parigi, quando aveva appena sbagliato una tela. Cosciente del suo atto, si rende conto del potenziale di questo gesto che esprime in seguito colontariamente. • « Oltre le perforazioni ci attende una libertà riconquistata ma ci aspetta anche e con altrtettanta evidenza, la fine dell’arte.»
  • 101. Joseph Beuys: la riattivazione della memoria Tedesco, Joseph Beuys (1921-1986) era pilota della Lufttwaffe durante la Seconda Guerra mondiale. Il suo aereo viene abbattuto in Crimea: salvato da alcuni nomadi tartari, riprende conoscenza coperto di grasso, avviluppato in coperte di feltro e nutrito di miele. Questo avvenimento, forse una leggenda dell’artista costruita intorno all’incidente, influenza la tematica di un’opera che si estende su trent’anni di carriera artistica, fatta di disegni, sculture, istallazioni e performances.
  • 102. Joseph Beuys, Infiltrazione omogenea per piano a coda, 1966 Piano a coda ricoperto di feltro grigio e croce in tessuto rosso, 100x152x240, Parigi, Cenre Georges Pompidou
  • 103. .. Questo oggetto può essere qualificato si cultura o istallazione, e messo in rapporto con i ready-made «assistés» di Duchamp . Ma soprattutto conviene soprattutto cercare di capirne il senso. Si tratta di un piano a coda: uno strumento di qualità… ma la musica non può essere suonata a causa della coperta di feltro che lo avvolge. La musica, come ogni crazione artistica è stata soffocata dalla guerra (il feltro ha il colore delle uniformi). La Croce Rossa ha salvato molte vite umane, forse la musica può altrettanto? Se non fosse stata appunto soffocata. Il riferimento autobiografico è evidente e forse anche a quello della nazione tedesca, terra di grandi musicisti : forse musica è guerra sono due aspetti della stessa anima germanica.
  • 104. «Un tale oggetto è concepito per incoraggiare il dibattito, e in nessun caso come prodotto estetico» Joseph Beuys
  • 105. I like America and America likes me Nel 1974 Beuys organizza un’azione nella galleria René Block a New York per l’inaugurazione di una mosta. Venuto apposto dalla Germania non mette piede sul suolo americano, ma si fa venire a prendere e trasporare su una barella, avvolto in una coperta di feltro. La performance consiste a coabitare per tre giorni con un coyote. Il suolo è coperto di paglia e di esemplari del Wall Street Journal che con il tempo si imbevono di urina del coyote. Beuys è protetto dal feltro e tiene un bastone da pastore. La performance, secondo Beuys mira a sottolineare il divario sempre più ampio che si crea tra la natura e l’uomo sociale (lo spettatore). Il coyote rappresenta anche la vita indigena, la cultura indiana americana sterminata dall’uomo bianco. L’avvenimento ha una portata di redenzione: l’uomo e l’animale sono quasi costretti a ravvicinarsi e convivere perdendo uno il proprio ruolo sociale ed economico, e l’altro il proprio essere selvaggio.
  • 106. Joseph Beuys, I like America and America likes me, New York, 1974, galleria René Block (foto di Caroline Tisdall)
  • 107. Joseph Beuys, Dopo Berlino, di nuovo a proposito del coyote, 1979
  • 108. .. Una performance su ciò che resta di una performance finita. Il ricordo non rimane che nelle foto e nei films. Nel caso della performance I like America…, poiché la galleria dove si era fatta è andata distrutta, Beuys ha recuperato tutti i detriti e li ha riorganizzati in istallazione.
  • 109. La rifondazione della pitura tedesca Nel momento in cui gli artisti di Fluxus e poi Beuys si impegnano in «actions», azioni, alcuni più giovani, nati con la guerra, affermano la possibilità di tornare ad una pittura che deve essere accessibile a tutti. La nuova epoca d’oro della pittura tedesca ha la sua origine nella RFT; ma uno dei suoi protagonisti, George Baselitz, è nato nel 1938 in quella che sarebbe divenuta Germania dell’Est e si è formato nella RDT. Questi artisti praticano un’arte figurativa: altra novità rispetto alla tradizione tedesca occidentale segnata, dopo la guerra, dall’astrazione gestuale (Wols) o geometrica (Albers). I loro punti di riferimento sono da rintracciare nell’arte dell’inizio del secolo: i fauves per i colori e gli espressionisti, ma questi pittori vogliono privilegiare un approccio al quadro che non sia né figurativo del tutto, né narrativo.
  • 110. George Baselitz, La famiglia, 1975 olio su tela, 250 x 200 cm Kassel, Neue Galerie Dal 1969 Baselitz rappresenta i suoi soggetti al contrario per lasciare meno presa all’interpretazione realistica: «l’inversione del motivo *…+ mi dava la libertà di attaccarmi a problemi pittorici». Prima di questa data i soggetti apparivano anodini (animali, interni, ritratti di anonimi, ecc), trattati in modo da destabilizzare lo spettatore.
  • 111. Ancora la questione del soggetto Negli anni 1970, il passato recente della Germania riviene fuori con evidenza. Pencke Immendorff (1945-2007) che fu allievo di Beuys, abbordano la questione della divisione del Paese. Un altro artista, Lüpertz, dipinge nature morte di grande formato che chiama Motivi tedeschi dove inserisce dei caschi nazisti; Anselm Kiefer comincia la sua opera con una azione dove fa il saluto nazista prima di mettersi a dipinge delle tele tragiche e fisicamente pesanti con materiali diversi che dicono e ridicono ciò che è stato taciuto per molto tempo.
  • 112. Jörg Immendorff, Cafè Deutschland VII, 1980 olio e acrilico su tela, 153 x 163 cm Monaco Pinakothek des Moderne
  • 113. Francis Bacon : un fedele della figura… Sulla scia di Picasso, che esercitò su di lui un’influenza notevole, l’Angloirlandese Francis Bacon (1909-1992) è sempre stato fedele alla figura: una figuratività in qualche modo sfigurata, a misura del mondo contemporaneo. Il corpo e il volto umano sono motivi che l’interessano quasi esclusivamente. Li esplora direttamente attraverso ritratti e autoritratti, ma anche riferendosi ai maestri del passato, realizzando delle serie a partire da un quadro (ad esempio il ritratto di Innocenzo X di Velasquez o ‘autoritratto sulla via di Tarascona di Van Gogh).
  • 114. Francis Bacon, Tre studi per una crocifissione, 1962 trittico olio su tela, 198 x 322 cm (198 x 144, 8 ogni pannello) New York, Solomon R. Guggenheim Museum
  • 115. .. Nei Tre studi per una crocifissione, il suo punto di partenza non è un dipinto preciso, ma un tema, la Passione cristiana che possiede la storia della pittura e costituisce, secondo Bacon, una «magnifica armatura» capace di sopportare «ogni sorta di sentimento e di sensazione». Questi studi si impongono in definitiva come un quadro intero: Bacon non sentì mai il bisogno di rifinire il dipinto, né di completarlo con una rappresentazione della croce. La forma di trittico, ricorrente nella pittura cristiana dalla fine del medioevo, l’epoca che rappresenta in modo più drammatico la Passione.
  • 116. Nel pannello di sinistra i personaggi hanno il volto caratterizzato, evocano dei personaggi, quasi dei ritratti ma sono allo stesso tempo schiacciati, deformati. Su quello che potrebbe essere un tavolo, due carcasse di carne sono come il doppio delle due silhouette vestite con abiti contemporanei.
  • 117. Nel pannello centrale è dipinto, sembrerebbe, un letto d’ospedale. Un uomo ci si attarda con il ventre squarciato: il rosso porta ad associare questo corpo martire alla carcassa del pannello di destra a quelle del pannello di sinistra. Ma soprattutto, da un punto di vista pittorico, deborda dalla silhouette contornata di nero: macchia il cuscino bianco di gocce scure. Al centro del quadro è la prova che la carne è triste e vulnerabile.
  • 118. Nel pannello di sinistra Bacon dipinge di nuovo una carcassa che prende il posto del corpo del Cristo in croce. La torsione di questa massa sanguinante è resa più evidente dal disegno della colonna e del costato. La carcassa evoca i mattatoi «luoghi d’elezione del peccato di carne» come l’aveva scritto Georges Bataille in Documenti del 1929, che diventano la metafora del rapporto tra società e morte (dell’uomo) nel contesto del dopoguerra e della rivelazione dei crimini nazisti.