La Bosnia e le sue bellezze è una presentazione specifica sui ponti e sui fiumi apparteneti alla bosnia e molte altre curiosità come l' autore "Ivo Andrich".
3. I PONTI
“Di tutto ciò che l’uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed
erige, nulla è più bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più
importanti delle case, più sacri perché più utili dei templi.
Appartengono a
tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in
cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più duraturi di tutte
le altre costruzioni, mai asserviti al segreto o al malvagio.”
IVO ANDRIC, I ponti, da “Racconti di Bosnia”
4. I PONTI IN BOSNIA ERZEGOVINA
I ponti erano considerati un elemento fondamentale nella cultura
ottomana. Il loro significato oltre che pratico, era simbolico poiché
collegavano e collegano ancora oggi l’acqua con la terra, gli elementi
preferiti dai musulmani.
5. TABELLA
PONTI CITTA’ FIUME
Ponte di Mostar Mostar Neretva
Ponte di Visegrad Visegrad Drina
• Ponte Latino
• Ponte Vrbania
• Ponte Festina Lente
Sarajevo Miljacka
7. MOSTAR E IL SUO PONTE
Mostar è una città di 105.448 abitanti della Bosnia Erzegovina: è la capitale
non ufficiale dell’Erzegovina ed è costruita lungo il fiume Neretva.
Il nome Mostar deriva dal suo “ponte vecchio” (lo Stari Most) e dalle torri
sulle due rive dette “i custodi del ponte”( mostari).
Fu fondata nel XV secolo dai Turchi Ottomani: era il centro
dell’impero nella regione dell’Erzegovina.
8. Durante la seconda guerra mondiale la città di Mostar fece parte dei
Territori dell’attuale Bosnia Erzegovina,dello stato indipendente di
Croazia controllato dai nazifascisti. Dopo la seconda guerra mondiale
entrò a far parte della repubblica di Bosnia Erzegovina (una delle sei che
componevano la Jugoslavia).
Nel 1992 Mostar dichiara l’indipendenza e l’anno successivo nasce una
lotta per il possesso della città.
Il 9 novembre 1993 il ponte venne distrutto .
10. “Era quel simbolo, e non
il manufatto, che si era
voluto colpire. La pietra
non interessava ai
generali croati. Il ponte,
difatti, non aveva alcun
interesse strategico. Non
serviva a portare armi e
uomini in prima linea.
Esisteva, semplicemente.
Era il luogo della
nostalgia, il segno
dell’appartenenza e
dell’alleanza tra mondi
che si volevano a tutti i
costi separare”.
13. LA TRADIZIONE DEI TUFFI
Dopo la ricostruzione del ponte è ripresa la tradizione dei tuffi nella
Neretva. Durante l’anno i bosniaci si sfidano buttandosi dal “vecchio
ponte”: il 27 luglio si tiene una gara ufficiale.
14.
15. La Neretva
La Neretva, chiamata anche Narenta, è un fiume bosniaco lungo
225 km: anticamente la zona era abitata da Romani, Slavoni e Daorsoi.
Le sue sorgenti sono situate a 1320 m nelle Alpi Dinariche. La Neretva ha
una foce a delta ed è uno dei fiumi più freddi del mondo, caratterizzato
da acque pulite, limpide e da una flora particolarmente delicata.
17. IL PONTE DI VISEGRAD
Sotto il ponte di Visegrad scorre la Drina. Di tutti i ponti il più famoso è il
vecchio ponte di Visegrad, progettato dall’architetto di Mimar Koca Sinan
nel 1571, su ordine del Visir Mehamed Pascià Sokolovic. Il ponte è
costituito da 11 archi in muratura e da una rampa di accesso ad angolo
retto con quattro archi sulla riva sinistra.
18. Il ponte è lungo 179,5 m ed è un capolavoro di uno dei più grandi architetti
e ingegneri del periodo ottomano classico, contemporaneo del
Rinascimento italiano.
Il Visir lo fece costruire per rendere omaggio alla sua terra natale e per
esercitare un maggiore controllo sulla regione.
Visegrad
19. LA DRINA
Il fiume Drina è lungo 346 km e nasce dalla confluenza dei fiumi Tara e
Piva nei pressi di Scepan Polje in Montenegro. E’ caratterizzato da un
corso serpentino ideale per il rafting : inoltre non è navigabile.
La Drina è il più grande affluente del fiume Sava.
21. LA SUA STORIA
Il fiume Drina era il vecchio confine tra l’Impero Romano d’Occidente e
quello d’Oriente: adesso segna il confine tra la Bosnia Erzegovina e la
Serbia.
22. LA LEGGENDA
La leggenda narra che la squadra dell’architetto Sinan non riuscisse a
procedere con la costruzione del ponte: tutto ciò che veniva costruito di
Giorno, veniva distrutto di notte dalla ninfa delle acque. Per risolvere la
Situazione, bisognava trovare due fratellini gemelli (furono un maschio e
una femmina, Stoja e Ostoja)e murarli all’interno del pilone centrale
del ponte.
23. I bambini furono trovati e sottratti alla madre che, disperata, li seguì
fino a Visegrad: qui i bambini furono murati ma, per la compassione
dell’architetto, furono lasciati dei fori attraverso i quali la madre
potesse allattare i bambini. In memoria di questo da centinaia di
anni dal muro scorre il latte materno.
24. IL FIUME MILJACKA
La Miljacka è il principale fiume della capitale della Bosnia, Sarajevo
intorno al quale la città è stata fondata. Il fiume non è balneabile o
navigabile, inoltre è poco profondo e ha una lunghezza di 36 km: è
caratterizzato da acque marroni ed è noto per il suo odore salmastro.
26. IL PONTE LATINO
Fu costruito nel 1798 al posto di uno risalente al 1565.
E’ in travertino, con quattro arcate e tre piloni. Collegava il quartiere dei
Cristiani al resto della città e da qui viene il nome con cui è conosciuto.
Fino a due decenni fa il ponte era chiamato “ponte Gavrilo Princip”, dal
nome del giovane che nel 1914 sparò all’arciduca Francesco Ferdinando
causando la sua morte e quella della moglie e dando inizio alla prima
guerra mondiale.
27. IL PONTE VRBANJA
E’ il ponte più triste della storia di Sarajevo dato che qui scorse il primo
sangue dell’assedio della città il 6 aprile 1992 quando, da cecchini serbo-
bosniaci appostati nell’antico cimitero ,furono uccise 2 studentesse
durante una manifestazione contro la guerra. Ora una piccola lastra
ricorda il tragico evento. Nello stesso posto, un anno e mezzo dopo perse
la vita il giovane pacifista italiano Gabriele Moreno Locatelli.
28. IL PONTE FESTINA LENTE
Nel 2012 è stato inaugurato un nuovo ponte sul fiume. Gli architetti che lo
hanno progettato sono i giovani Adnan Alagic, Amila Hrustic e Bojan
Kanlic. Il ponte si chiama Festina Lente, che in latino significa “affrettati
lentamente”.
29. Il ponte si snoda come un nastro a circa 38 metri di altezza al
di sopra del fiume e presenta nella sua parte centrale una sorta di nodo
che ospita al suo interno delle panchine.
L’idea è quella di creare un equilibrio tra le rive sinistra e destra del
fiume, stabilendo anche un’unione temporale e spirituale tra le due. Il
“nodo” ponte rappresenta una porta,simbolica, che predispone a entrare
in un’altra dimensione spirituale.
30. “Così, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto, il mio
desiderio vada e si arresti, trova fedeli e operosi ponti,
come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di
collegare, pacificare, unire insieme tutto ciò che
appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai
nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti,
distacchi.”
IVO ANDRIC, I ponti, da “Racconti di Bosnia”