3. Il Web 2.0
• Interattività e
costruzione di reti
sociali
• Mobile revolution
4. Ri-disegnare la scuola
• In questo scenario mutato la scuola ha il compito di
– Favorire la ricomposizione dei saperi
– promuovere interattività e scambio
– suscitare non solo domande ma proposte provocatorie
– farsi luogo di ricerca culturale sociale ed etica
– fare cultura usando molti linguaggi insieme
LA DIDATTICA È SAGGIA QUANDO
FAVORISCE LA
RICONCETTUALIZZAZIONE
DELLA TECNOLOGIA COME
RISORSA CULTURALE
“NORMALE”
5. E il docente?
• Superare la
tentazione
dell’arrocco
• Cambiare la
punteggiatura
• Accettare il
cambiamento
6. L’EAS: definizione
• «Un EAS è una porzione di azione didattica, ovvero
l’unità minima di cui consta l’agire didattico
dell’insegnante in contesto; in quanto tale esso
costituisce il baricentro a partire dal quale l’intero edificio
della didattica si organizza». Rivoltella, 2013, p. 52
• E’ un approccio integrale ed integrato all’insegnamento
funziona a prescindere dall’uso di dispositivi digitali
mobili
7. Genesi
• FREINET e la scuola del FARE (1920
ca.)
• FLIPPED LESSON (Mazur 1991)
• Mobile Learning e micro-learning
(Pachler, 2007)
8.
9. La struttura
• Ritmo ternario
• Ottimizza i tre scenari di
base dell’apprendere
– Esperienza
– Imitazione
– Ripetizione
10.
11. Attività semplessa
• «La semplessità è un modo di vivere
con il proprio mondo. È eleganza
piuttosto che sobrietà, intelligenza
piuttosto che fredda logica, diplomazia
piuttosto che autorità» (Alain Berthoz)
• 3 principi:
– Creazione per inibizione
– Rapidità
– Selezione (flipped lesson)
12. • E’ centrale la guidance dell’insegnante
• Processo in fieri e non prodotto
pianificabile
14. Il lavoro a casa
• Nella nostra tradizione didattica:
– A posteriori (Meirieu)
– Favorire la ripetizione
– Fissare le routines
– Scarsamente motivante
• Nel metodo EAS:
– svolgere azione di recupero e rinforzo dei prerequisiti per affrontare la
fase operatoria in aula
– permettere emersione delle rappresentazioni sul nuovo oggetto di
studio
– mettere in relazione il nuovo contenuto con le esperienze pregresse
degli discenti e i relativi significati
– familiarizzare con il lessico che verrà utilizzato nell’EAS
– favorire una prima ricognizione esplorativa sul tema
15. La fase iniziale della “lezione”
• Framework concettuale: elementi-
chiave
• Situazione-stimolo: provocare, mettere
in discussione, enunciare una tesi
• Consegna: piano di lavoro
16. FASE 1
In classe
INDIVIDUAZIONE
DELL’ARGOMENTO DA
TRATTARE CON
FRAMEWORK
CONCETTUALE
FASE 2
Per casa
ASSEGNAZIONE DI
UN’ATTIVITÀ SOTTO
STIMOLO A CASA
FASE 3
In classe
PRESENTAZIONE DI UN
FRAMEWORK
CONCETTUALE DI
RECUPERO DEI
CONCETTI CHIAVE
ESEMPIO PROGETTUALE
17. FASE 1
DESCRIZIONE
COSA FA IL
DOCENTE
COSA FA
L’ALUNNO
fare
esperienza
selezionando
i problemi
FRAMEWORK
CONCETTUALE
DI AVVIO
Per introdurre
l’argomento
• Individua
l’argomento da
trattare
• presenta alla
classe
l’argomento
con un input
breve ed
efficace
(motivante): un
tag cloud, una
mappa, un
video …
• condivide i
materiali online
• partecipa al
framework
concettuale del
docente, con
domande,
osservazioni…
• sceglie appunti
(carta e penna,
tablet,
smartphone,…)
18. FASE 2
DESCRIZIONE
COSA FA IL
DOCENTE
COSA FA
L’ALUNNO
Avvio della ricerca
per la
concettualizzazione
ASSEGNAZIONE
DI UN’ATTIVITÀ
SOTTO STIMOLO
A CASA
Una
esplorazione
veloce,
stimolante
dell’argomento.
• Prepara ed
assegna mappe
incomplete,
individuali o
condivise,
documenti
collaborativi,
checklist per il
lavoro degli
studenti,
webquest, testi
di analisi con link
a risorse Web,
…
• condivide i
materiali online
• Risponde agli
input del
docente, fa
ricerca,
consulta,
guarda le
checklist,
comunica con
altri alunni e
con il docente
via web.
19. FASE 3
DESCRIZIONE
COSA FA IL
DOCENTE
COSA FA
L’ALUNNO
analisi per la
concettualizzazione
PRESENTAZIO
NE DI UN
FRAMEWORK
CONCETTUALE
DI RECUPERO
DEI CONCETTI
CHIAVE
• Rilancia
l’attività in
classe partendo
da eventuali
spunti ottenuti
da homework
studenti.
• Prepara
framework
concettuale
approfondito da
discutere in
classe
• Formula
domande ed
idee
rispondendo
alle domande,
alle checklist …
ed invia il
proprio report
al docente
21. La fase preparatoria
• Ha anticipato la nuova esperienza di
apprendimento
• Stimolando nuovi approcci mediante
l’esplorazione.
• Creando
– Empatia rispetto ai contenuti
– Un contesto problematico
23. La fase operatoria
• E’ centrale per
dare significato
alle fasi
preparatoria e
ristrutturativa.
• E’ la più lontana
dalla didattica
tradizionale.
24. La fase operatoria
• Deve presentare affinità con
l’esperienza precedente di conoscenza
• Deve aprirsi a una risposta plurale
–Sollecitando l’allievo a utilizzare
formati e linguaggi diversi
• Necessita il web (oppure va preparata
nella fase preparatoria).
25. La fase operatoria
• Tempo sufficientemente breve
• Lavoro individuale o di piccolo gruppo
– Scelta che spetta al docente
– Attenzione alla dimensione intersoggettiva
(intelligenza sociale, Goleman 2007)
• Produzione di un artefatto
• Condivisione interna ed esterna
– Nell’ottica della documentazione
pedagogica
26. Che cosa fa il docente
IN CLASSE COSA FA IL DOCENTE
FASE 1
ORGANIZZARE
Regolazione
ORGANIZZA LE ATTIVITÀ DEI GRUPPI
• Assegna i compiti;
• Definisce le modalità di lavoro e il target;
• Supporta i singoli e i gruppi nello
svolgimento e nell’approfondimento.
FASE 2
APPLICARE
Documentazione
MONITORAGGIO E PUBBLICAZIONE
• Monitora comportamento e apprendimento;
• Supporta i singoli e i gruppi nello
svolgimento e nell’approfondimento.
27. Che cosa fa l’alunno
IN CLASSE COSA FA L’ALUNNO
FASE 1
ORGANIZZARE
Collaborazione
e ricerca
AVVIO ATTIVITÀ DEI GRUPPI
• Condivide con i componenti del gruppo
checklist, webquest, testi proposti dal
docente, tutorial.
• Esplora le risorse, visualizza software
specifici indicati dal docente, consulta le
fonti.
• Decide il prodotto da realizzare.
• Usa strumenti/software collaborativi.
• Si avvale del supporto del docente coach.
FASE 2
APPLICARE
Learning by
doing
LAVORO DI GRUPPO
• Decide quali materiali prodotti utilizzare.
• Assembla i materiali nella presentazione
• Distribuisce i compiti di presentazione.
• Decide dove pubblicare.
• Sintetizza i risultati raggiunti.
• Pubblica i prodotti.
28. Attività
• Lavoro individuale o di piccolo gruppo
• Produzione di un artefatto: lavoro
individuale o in piccolo gruppo,
contenuto in un tempo sufficientemente
breve
• Condivisione interna (ed esterna)
• Laboratorio: dimensione spaziale vs.
situazionale
• Logica del Learning by doing
30. Obiettivi
• Crescere in conoscenza
• Ottimizzare la condivisione
delle informazioni
• Fondare l’azione sulla
partecipazione
• Orientarsi all’innovazione
attraverso la trasformazione
• Riflettere sulla storia ed
apprendere dall’esperienza
31. L’apprendimento riflessivo
• Non riguarda solo il cosa ma anche il
come
• Dall’apprendimento implicito (so, ma
non so di sapere) all’apprendimento
esplicito (conosco la mia conoscenza)
• Dalla destrezza alla competenza
(capacità di orchestrare schemi
d’azione – Piaget 2000)
32. Le 4 fasi del ciclo di Kolb
1. Esperienza concreta
2. Osservazione
riflessiva
3. Concettualizzazione
astratta
4. Sperimentazione
attiva
• Livello ricostruttivo
• Livello esperienziale
• Introduce il punto di vista
esterno (osservatore, esperto)
• Piano del contenuto
• Piano della metacognizione
• Reframing
• Applicazione ad altre situazioni
• Apertura contestuale
• rilancio
33. Strumenti
• Answer and question
– Supporto alla fase 1 e 2
– Meglio domande aperte
• Massimizza la partecipazione
• Permette di esprimere idee ed opinioni
• Raccoglie feedback sui contenuti proposti
34. Short Writing
• Supporto alla fase 4
• Utile per comprendere:
– la chiarezza dei materiali proposti;
– la capacità di riassumere e comprendere ciò che
si legge/ascolta da parte degli studenti;
– la consapevolezza di quanto gli alunni non hanno /
hanno capito: ciò permette di avere un quadro
esaustivo del livello della classe;
– il miglioramento del metodo di studio;
– la rivalutazione dell’errore.
35. Short writing
• Prevede
– Dilatazione dei tempi (lavoro domestico)
– Apertura a linguaggi narrativi diversi (non
solo testo, post in un blog, podcasting,
etc.)
– Tempo per la valutazione che diventa
spazio per gli assessment individuali.
36. SWOT
• Supporto alle fasi 1 e 4
– Strenghts
– Weaknesses
– Opportunities
– Threats
37. Il ruolo del docente
• Rafforzamento
• Sostegno (incoraggia le iniziative, suggerisce,
rende comprensibili gli errori)
• Monitoraggio (garantisce la coeranza del
lavoro svolto sull’oggetto di apprendimento)
• Facilitazione (attiva processi metacognitivi)
• Messa a confronto
• Bridging (sollecita la scoperta di nuovi
contesti applicativi)
38. Punti d’attenzione
• Il tempo
• Lo spazio fisico
• Lo spazio psicologico (regole di partecipazione:
libertà di espressione, gestione dei conflitti,
promozione dell’integrazione fra aspetti emotivi e
cognitivi, ascolto di tutti)
• Lo spazio individuale
• La documentazione
• Chiusura contenutistica
• La valutazione
• Il rilancio