La mia relazione al convegno "Dopo la caduta. Memoria e futuro". L'Aquila, 5 giugno 2010.
La presentazione è complementare al testo della relazione: http://www.massimogiuliani.it/blog/index.php/2010/06/06/il-primo-terremoto-di-internet/
2. Gli scatti di Sara De Vita, fotografa romana, della serie “Macerie sulla pelle” , sono un racconto doloroso delle fratture dei muri e dell’anima. ( www.myspace.com/saradevita )
9. Ibridamenti.com e “ O.U.T. Facebook” (“Organizzatore Umano Tematico”) Un esperimento di aggregazione del flusso delle voci, che fa emergere una intelligenza collettiva .
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14. “ ... viene naturale pensare al potenziale «politico» che questi strumenti contengono: così è stato, ad esempio, con l’uso «sovversivo» della rete, e in particolare di un social network come Twitter, nelle proteste iraniane” (Marco Rovelli, L’Unità, “Terremoto ai tempi di Twitter”)
15. “ Un esperimento interessante e che da l’idea delle potenzialità della rete, per chi ancora non se ne fosse accorto.” “ Teniamoci stretto e facciamolo vivere questo ultimo spazio di libertà di informazione. ” “ ...un modo rispettoso e efficace di raccontare un evento corale dando voce a chi l’ha vissuto in prima persona. In questo modo la storia delle persone diventa memoria collettiva ”
16. “ ... La cosa che salta agli occhi, che urta (e quindi è sostitutivo della funzione che un tempo avevano i mezzi di informazione tradizionali), è che non esiste l’evento inaspettatto, che sorprende, la katastrophè , il rovescio, lo scioglimento, ma esiste piuttosto un flusso di pensieri che anticipano un evento che appunto potendo essere anticipato poteva anche essere evitato. (…) Credo che l’aggregazione degli status come commentario collettivo funga in senso letterario da coro della tragedia , e in senso critico, da voce giudicante di una società civile in profonda crisi di risorse.” Claudia Boscolo Una storia narrata da una polifonia di narratori non ha un solo punto di inizio...
17. Enunciati polifonici e intelligenza collettiva “ Nell’agorà virtuale il mediatore è uno strumento elettronico nelle mani di migliaia di persone. Questo genere di democrazia è un gioco dove vincono i più collaborativi, quelli che sanno mettersi in ascolto e produrre narrazioni che abbiano senso per gli altri, non quelli più abili a imporre il loro punto di vista, a impadronirsi del potere e a inquadrare masse anonime in categorie molari”. (da Pierre Lévy, “L’intelligenza collettiva”)