Semiotica industrial design 7. Semiotica degli oggetti
1. Corso di Semiotica - INDUSTRIAL DESIGN
7. Semiotica degli oggetti
prof. Matteo Asti
2. Gli esordi
Interrogativi sulla possibilità degli oggetti di essere
considerati e interpretati come segni di un
linguaggio.
In Italia a fine anni '60 dibattito sullo studio
semiotico degli oggetti della quotidianità. Si oppone
la comunicazione degli oggetti con la loro funzione.
Gli oggetti COMUNICANO o FUNZIONANO?
In Francia ci si è invece dedicati a stabilire le
potenzialità degli oggetti di comunicare valori
sociali e connotazioni culturali (eleganza, virilità,
tradizione, status sociale...)
Es. vaso Venini
3. Lo sviluppo del campo
Negli ultimi vent'anni il campo della semiotica degli
oggetti si è arricchito di contributi ed è giunto a
produrre anche una manualistica infittendo il
proprio rapporto con il marketing e soprattutto con
il design.
Le due matrici di studio sono per lo più di ambito
cognitivista (scuola italiana) e generativo (scuola
francese).
Entrambi gli appricci partono da qualità percettive
e sinestetiche degli oggetti (forma, colore,
dimensione, materia, peso...) per descriverli come
veri e propri processi di significazione che invitano
a certe azioni e comunicano certi valori.
Es. un bicchiere di carta
4. Approccio interpretativo
Individua gli aspetti connessi all'uso degli oggetti e
sull'osservazione del comportamento degli utenti e
le sequenze di azione messe in uso nel quotidiano.
Gli oggetti vengono defibiti in base alla loro natura
di PROTESI (quando amplificano una funzione del
corpo) o di INTERFACCIA (per la loro capacità di
comunicare la funzione anche a utenti inesperti).
Si chiamano AFFORDANCE gli inviti all'uso
connessi in materiali, forme, dimensioni. Si tratta
di una semiosi percettiva.
L'efficacia comunicativa degli oggetti va sempre
vista nel come e per quali caratteri morfologici e
contesto d'uso un oggetto comunica la propria
funzione.
Es. uno schiaccianoci
5. Approccio generativo
La semiotica generativa considera gli oggetti come
testi e vanno interpretati nella loro dimensione
narrativa: attori che prendono in carico un ruolo
preciso e attivo nella vita sociale.
Ogni sequenza di azione si può descrivere come un
programma narrativo che manifesta un universo di
valori e racconta qualcosa di chi lo possiede.
Es. un paio di sneakers
6. Approccio generativo
La funzione per essere assolta ha bisogno di
derterminate sequenze di gesti e comportamenti;
inoltre strutturano lo spazio e lo arricchiscono di
significati e regolano le azioni individuali e sociali.
Prevedono un utente modello e prescrivono
comportamenti e atteggiamenti. Sono quindi attanti
MANIPOLATORI perchè producono un FAR
FARE.
Molto conta anche a livello sinestetico nel saper
significare a vari livelli sensoriali.
Es. una maniglia antipanico
7. I livelli di analisi (Floch)
Si possono considerare tre componenti e tre
configurazioni:
1. COMPONENTE CONFIGURATIVA
(scompone l'oggetto in parti e lo ricompone,
configurazione standard)
2. COMPONENTE TASSICA (rende conto di
opposizioni e differenze tra oggetti)
3. COMPONENTE FUNZIONALE (da ragione dei
diversi usi che sono prevsiti per l'oggetto e in
particolare la Dimensione strumentale, Dimensione
mitica, Dimensione estetica)
Es. una maniglia
8. Lo studio di interfaccia (Deni)
La comunicazione della funzione d'uso si basa o su
principi di azione naturale o su un repertorio
presente in una certa cultura.
Alcune caratteristiche (affordance) ci dicono il
modo di usarle. La loro correttezza ergonomica
viene studiata dal design. Ma la loro capacità di
comunicare può essere oggetto della semiotica.
Es. le pentole