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Comunicato Stampa
PROVA A PERDERMI!
IL TEATRO AMBRA JOVINELLI
PRESENTA LA STAGIONE 2019|2020
Roma, 11 giugno 2019
Il Teatro Ambra Jovinelli continua a incassare successi e con le oltre centomila presenze e il record di serate sold
out della passata stagione si conferma come uno dei teatri più amati e frequentati della città. La fama dell’Ambra
ha in questi anni oltrepassato i confini della capitale e il teatro è ormai un punto di riferimento a livello
nazionale: molti degli spettacoli che qui vedono la luce hanno ottenuto risultati straordinari in tutta Italia sia in
termini di pubblico che di critica. Un esempio in tal senso é lo spettacolo “A ruota libera”, con Giovanni
Veronesi, Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini, nato all’Ambra e divenuto un vero e proprio cult
che siamo lieti di ospitare per la terza volta come evento speciale.
Il cartellone 2019|2020 dell’Ambra Jovinelli segue la scia delle passate stagioni e consolida l’identità costruita
con cura e perseveranza in questi anni. La nuova programmazione spinge l’acceleratore sul divertimento
proponendo molte commedie contemporanee e di tradizione e con il ritorno di grandi comici. Artisti amatissimi
dal grande pubblico si alterneranno sul palco della storica sala dell’Esquilino offrendo agli spettatori momenti di
leggerezza senza rinunciare alla profondità di sguardo e alla riflessione.
Come sempre una particolare attenzione sarà data alla drammaturgia contemporanea con la proposta di nuovi
testi di nuovi autori. Dopo aver approfondito in questi anni il lavoro di scrittori come Yasmina Reza, Mattia
Torre e Cristina Comencini, per la prossima stagione abbiamo deciso di dare spazio all’opera di Florian Zeller,
autore francese tra i più prolifici e rappresentati al mondo. Di Zeller l’Ambra Jovinelli aveva già ospitato “Il
padre”, magistralmente interpretato da Alessandro Haber, e quest’anno propone due nuovi testi, due commedie
brillanti che ci mostrano un altro Zeller questa volta alle prese con i rapporti di coppia. Tra le proposte
drammaturgiche non mancheranno novità assolute come “Il nodo” di Jhonna Adams, un testo di forte attualità
ambientato nel mondo della scuola.
Prosegue la scelta di dare spazio alle riscritture dei grandi classici della letteratura con la messa in scena di “Don
Chisciotte”, ispirato alla celebre opera di Cervantes nell’adattamento di Francesco Niccolini: un inno alla lucida
follia che a volte consente di compiere atti eroici. A vestire i panni di Don Chisciotte sarà l’attore Alessio Boni
che potrà contare al suo fianco sull'inseparabile scudiero, curioso ed esilarante, Sancho Panza, portato in scena
da una donna: l’attrice turca Serra Yilmaz. La scelta insolita di affidare a una donna il ruolo del contadino
spagnolo non è casuale: Alessio Boni ha sottolineato in diverse interviste come la presenza di una donna e un
uomo in scena, in due ruoli archetipici così immensi e diversi, sia in grado di generare una vitalità insolita,
un’unicità di adesione sul palco che vive e si alimenta attraverso l’esperienza della diversità stessa.
Fedeli alla storia dell’Ambra Jovinelli, il teatro ospiterà il meglio della comicità italiana con il ritorno di Teresa
Mannino e di Ale e Franz.
La programmazione del Teatro Ambra Jovinelli è stata sempre caratterizzata da una grande attenzione per l’arte
cinematografica e con i più stimati interpreti del grande schermo. Tale attenzione si declina nella prossima
stagione nella proposta di tre spettacoli che in diversi modi rendono omaggio al cinema: “Orson Welles Roast”,
che racconta la vita del grande cineasta statunitense, “I soliti ignoti”, prima versione teatrale del mitico film di
Mario Monicelli, e “Mine Vaganti” che segna il debutto alla regia teatrale del grande Ferzan Ozpetek.
L’autunno inizia dunque con un evento speciale fuori abbonamento: dopo il record di incassi delle passate
stagioni torna per la terza volta all’Ambra Jovinelli “A ruota libera”, lo spettacolo ormai divenuto cult. Giovanni
Veronesi, Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini sono i grandi mattatori che ci accompagnano in una
esplosiva “chiacchierata musicale” sulla vita, sul cinema, sullo spettacolo e sui mille aneddoti vissuti in quel sottile “confine
artistico” che divide la vita e l’arte.
La stagione si apre il 30 ottobre con il ritorno di Giuseppe Battiston che, dopo aver conquistato il pubblico
dell’Ambra Jovinelli con la splendida interpretazione di Winston Churchill, porterà in scena il suo cavallo di
battaglia, “Orson Welles Roast”. Lo spettacolo, scritto dallo stesso Battiston insieme a Michele De Vita Conti,
ricostruisce, attraverso ricordi e irresistibili aneddoti, l’avventura artistica di Orson Welles, vera icona del
ventesimo secolo, attore, regista e produttore cinematografico geniale e originalissimo.
Una cena tra amici, due coppie e le certezze di una vita che vanno in frantumi sono gli ingredienti che
compongono "A testa in giù", l’esilarante pièce di Florian Zeller con Emilio Solfrizzi e Lisa Galantini per la
regia di Gioele Dix, in scena dal 13 novembre al primo dicembre. Una drammaturgia perfetta e piena di trovate
che Daniel Auteuil ha portato in scena con grande successo prima nei teatri francesi e poi sul grande schermo in
una fortunata trasposizione cinematografica che lo vede protagonista a fianco di Gérard Depardieu. Dal 4 al 15
dicembre Serena Autieri e Paolo Calabresi si cimentano con un’altra divertentissima commedia partorita dalla
penna graffiante di Florian Zeller: “La menzogna” diretta da Piero Maccarinelli. Anche in questo caso il testo
ruota intorno a una cena tra due coppie di amici che si ritrovano a confrontarsi in un irresistibile ma pericoloso
gioco alla Vaudeville che confonde i confini fra la menzogna e la verità, tra il reale e l’immaginario.
Dal 18 dicembre al 6 gennaio Vinicio Marchioni dirige e interpreta “I soliti ignoti”, l’indimenticabile
capolavoro di Monicelli, scritto con Age & Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico, nell’adattamento teatrale di
Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli. Un’opera celebre che racconta le gesta maldestre di un gruppo di ladri
improvvisati nell'Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. Insieme a Vinicio Marchioni saranno in scena
Augusto Fornari, Vito Facciolla e Antonio Grosso. La storica Compagnia di Teatro di Luca De Filippo,
capeggiata da Gianfelice Imperato e Carolina Rosi, torna a calcare il palco dell’Ambra dall’8 al 19 gennaio con
un nuovo imperdibile spettacolo: “Ditegli sempre di sì”, una delle più famose commedie farsesche del grande
Eduardo De Filippo la cui regia viene affidata a Roberto Andò che si confronta per la prima volta.
Un’opera vivace e colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione; un testo di
grande comicità che indaga sul labile confine tra salute e malattia mentale. Dal 21 al 26 gennaio Teresa
Mannino riporta in scena a grande richiesta il suo ultimo lavoro “Sento la terra girare”, scritto con Giovanna
Donini e diretto dalla stessa Mannino. Con la sua comicità graffiante, leggera e intelligente la Mannino ci
conduce attraverso una concreta riflessione sui grandi cambiamenti del mondo ad opera dell’essere umano. Il 19
febbraio debutterà un grande evento per la scena teatrale italiana: Ferzan Özpetek firma la sua prima regia teatrale
mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici “Mine Vaganti”. Protagonisti dello spettacolo
saranno Francesco Pannofino, Arturo Muselli, Paola Minaccioni e Giorgio Marchesi.
Dal 4 al 15 marzo Ambra Angiolini e Ludovica Modugno dirette da Serena Sinigaglia sono le protagoniste
de “Il nodo”, scritto della talentuosa drammaturga statunitense Johnna Adams: un racconto intenso e
commovente che affronta temi e problemi legati al mondo della scuola nei suoi risvolti più complessi. Dal 17 al
22 marzo approderà all’Ambra un evento internazionale: “The opera locos” della celebre compagnia spagnola
Yllana. Cinque cantanti d’opera sono i protagonisti di questa esilarante commedia musicale e clownesca, basata
sui classici immortali della storia del melodramma, riarrangiati e interpretati in modo divertente e originale. Dal
25 marzo al 5 aprile Alessio Boni veste i panni dell’epico personaggio di Cervantes “Don Chisciotte”
accompagnato da un peculiare Sancho Panza: l’attrice turca musa di Ferzan Ozpetek, Serra Yılmaz. Lo
spettacolo, adattato da Francesco Niccolini e liberamente ispirato all’opera dello scrittore spagnolo, è diretto
da Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e dallo stesso Boni che è anche autore della drammaturgia insieme a
Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e Francesco Niccolini. “Don Chisciotte” è un’opera immensa che
celebra gli eroi incompresi, coloro che nel corso dei secoli hanno osato avvalersi del sogno e dell’immaginazione
ponendosi controcorrente rispetto alle convenzioni sociali e per questo sono stati etichettati come pazzi.
La stagione dell’Ambra si chiude nel segno della comicità con Ale e Franz che da 15 al 26 aprile presentano al
pubblico dell’Ambra il loro ultimo lavoro “Nel nostro piccolo”: un viaggio alla ricerca del punto di partenza, di
quel momento in cui i due comici hanno deciso di intraprendere questa carriera. Per raccontare il loro viaggio
hanno deciso di affidarsi alla voce e alle parole di altri due grandi artisti milanesi Giorgio Gaber e Enzo Jannacci,
punti fermi del loro percorso artistico. “Nel nostro piccolo” gode anche della presenza da un’orchestra dal
vivo formata da valenti musicisti e che permette ad Ale e Franz di dar prova del loro talento artistico anche
canto e chitarra.
Fabrizia Pompilio
direttore artistico
del Teatro Ambra Jovinelli
Abbonamenti
Anche per la stagione teatrale 2019 | 2020, visto il grande successo dello scorso anno - proporremo numerose e
diversificate formule di abbonamento. Inoltre, come sempre, dopo l'estate, il ventaglio di proposte verrà ampliato grazie
all’utilizzo delle formule d'abbonamento a posto libero, per chiudersi a dicembre con l'ormai classica Merry Jovinelli, la
nostra fortunatissima idea regalo natalizia, sempre molto richiesta.
Biglietti:
Prezzi per il venerdì, sabato e domenica
Interi: Poltronissima € 35 - Poltrona € 28 – I galleria A € 24 – I galleria laterale € 20 – II galleria € 19
Ridotto Over 65 e Under 26: Poltronissima € 30 - Poltrona € 25 – I galleria A € 19 – I galleria laterale € 16 – II galleria €
14
Prezzi per martedì, mercoledì, giovedì e sabato pomeriggio
Interi : Poltronissima € 33 - Poltrona € 26 – I galleria A € 22 – I galleria laterale € 18 – II galleria € 17
Ridotto Over 65 e Under 26: Poltronissima € 27 - Poltrona € 22 – I galleria A € 17 – I galleria B € 14 – II galleria € 12
Contatti
Botteghino 06 83082620 – 06 83082884
Giugno dal lunedì al sabato ore 10.00-19.00
Luglio: dal lunedì al venerdì ore 10.00 - 19.00
Dal 3 agosto al 1 settembre: chiusura estiva
Dal 3 settembre: dal lunedì al sabato ore 10.00-19.00
Orario invernale: dal martedì al sabato ore 10.00 - 19.00 e la domenica ore 14.00-16.00 - lunedì chiuso
Ufficio Promozione 06 88816460 promozione@ambrajovinelli.org – infostudenti@ambrajovinelli.org
Ufficio Comunicazione e Marketing 06 88816460 marketing@ambrajovinelli.org
dal lunedì al venerdì ore 10.00-13.00 e 15.00-18.00
il teatro rimarrà chiuso dal 3 agosto al 1 settembre 2019
13 | 14 settembre 2019
NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo
presenta
Alessandro Haber, Rocco Papaleo,
Sergio Rubini, Giovanni Veronesi
A ruota libera
diretto in diretta da Giovanni Veronesi
scritto da Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Giovanni Veronesi
Orchestra dal vivo “Musica da Ripostiglio”
Un’occasione per incontrare un pubblico in modo alquanto stravagante.
Lo spettacolo si intitola “A Ruota Libera” proprio perché è una “chiacchierata musicale” sulla vita, sul cinema,
sullo spettacolo e sui mille aneddoti vissuti in quel sottile “confine artistico” che divide la vita e l’arte, realtà e
finzione di ogni artista.
È uno spettacolo -incontro tra 4 amici, dove si ride, ci si emoziona e si scopre una veste inattesa degli artisti.
È un vortice di racconti, canzoni ed emozioni che non ti mollano mai.
È una volata, un’eruzione vulcanica, un secchio di acqua gelata, di sentimenti e di risate, tutto rigorosamente
senza rete di protezione
e a ruota libera!
30 ottobre | 10 novembre 2019
Giuseppe Battiston
Orson Welles Roast
scritto da Giuseppe Battiston, Michele De Vita Conti
musica originale Riccardo Sala
regia Michele De Vita Conti
Giuseppe Battiston / Michele De Vita Conti
Conti
Come sarebbe un breve incontro con Orson Welles, se potesse, solo per un’ora, tornare a stare tra noi?
Ci svelerebbe qualche segreto della sua tecnica straordinaria o passerebbe tutto il tempo a raccontare aneddoti
esilaranti?
Scaglierebbe, indignato, invettive contro i nemici di allora e gli orrendi tempi moderni o ne sorriderebbe
sornione? Genio infinito e grandissimo cialtrone.
Senza nulla da nascondere, con ancora moltissimo da offrirci, per sempre in grado di stupire.
Premio UBU 2009 Miglior attore – Giuseppe Battiston in Orson Welles’ Roast
Premio Olimpico del Teatro 2009 – Miglior interprete di monologo
Premio Hystrio – Teatro Festival Mantova 200
13 novembre | 1 dicembre 2019
ErreTiTeatro30
presenta
Emilio Solfrizzi Lisa Galantini
A testa in giù
L’envers du decor
di Florian Zeller
con Bruno Armando, Viviana Altieri
regia Gioele Dix
scene Andrea Taddei
costumi Barbara Bessi
luci Carlo Signorini
Daniel invita a cena, contro il consiglio di sua moglie, Patrick suo migliore amico e la sua nuova partner Emma
per la quale ha lasciato la moglie. Emma, giovane e carina provoca una tempesta negli animi dei commensali,
scuotendo le loro certezze, risvegliando frustrazione, gelosia e invidia.
L'originalità di A testa in giù sta nel fatto che il pubblico è testimone dei pensieri dei personaggi che parlano in
disparte. Grande gioco di attori che svelano con la tecnica del doppio linguaggio una verità comica, crudele e
meravigliosamente patetica.
Il testo è stato portato in scena, nel gennaio 2016, al Théâtre De Paris, con Daniel Auteil nel ruolo di
protagonista e regista.
Da tempo desideravo lavorare con e per Emilio Solfrizzi. Ci unisce un’antica amicizia e una comune, istintiva
fiducia nell’arte della commedia. Ed ecco l’occasione: un nuovo testo di Zeller che sembra scritto apposta per
esaltare le sue qualità di comico naturale e di raffinato interprete. “A testa in giù” è costruito sull’idea che i
personaggi, oltre a parlare normalmente fra loro, esprimano ad alta voce di fronte al pubblico anche i propri
pensieri. L’effetto è dirompente e trasforma una comune vicenda in un formidabile e spassoso labirinto di gesti e
parole. Per le attrici e gli attori si tratta di recitare su un doppio binario, una prova al tempo stesso complicata ed
esaltante.
Emilio Solfrizzi è un esilarante Daniel, editore colto e maturo, le cui certezze improvvisamente si sgretolano di
fronte alla scelta di Patrick amico di un vita, che decide di abbandonare la moglie per mettersi con Emma,
giovane aspirante attrice.
Un avventato e inopportuno invito a cena trasforma l’innocua serata in una sorta di regolamento di conti fra
gaffe, equivoci e incomprensioni. E Daniel si ritroverà ben presto a mettere interiormente in discussione gran
parte della propria esistenza. Ma sarà la moglie Isabelle, con le sue brillanti doti di saggezza e di acuminata ironia,
a salvarlo dal preoccupante precipizio.
A testa in giù, uno spettacolo originale e sorprendente che non potrà non piacervi, se amate le commedie
intelligenti.
Gioele Dix – giugno 2018
4 | 15 dicembre 2019
Artisti riuniti – Engage
presentano
Serena Autieri Paolo Calabresi
La menzogna
di Florian Zeller
con Totò Onnis, Eleonora Vanni
regia Piero Maccarinelli
Vaudeville contemporaneo Zeller prova la sua abilità con infinite varianti sul tema del desiderio del tradimento
della verità e della menzogna.
Due coppie di amici, una cena convocata dopo molto tempo e un grande disagio che improvvisamente si
presenta fra loro. Nulla di “Nuovo” ma grande abilità nella declinazione delle varianti: fra le parole si
nascondono frustrazioni e risentimenti, bugie e sensualità.
È una ridicola resa dei conti che mostra la falsa morale che si nasconde dietro le convenzioni. Paolo, Alice,
Lorenza e Michele credono di vivere in un sistema di valori condivisi che si possono facilmente trasgredire.
Ma la dimensione non è psicologica e tutto è affidato alla parola, al teatro; si tratta di un abile gioco di
maschere, un gioco divertente e crudele che rende confusi i confini fra la menzogna e la verità, il reale e
l’immaginario: l’adulterio sembra essere l’unico orizzonte della vita coniugale.
Ma non è necessario distinguere così chiaramente la verità dalla menzogna.
La commedia costringe gli attori ad abbandonare l’arco psicologico o narrativo dei personaggi, perché, di volta
in volta ognuno di loro è chiamato a recitare o giocare un ruolo opposto a quello che ha vissuto nella scena
precedente e deve farlo con molta leggerezza senza dare la sensazione di mentire. L’architettura della commedia
si fa carico della narrazione e l’attore deve sforzarsi di non essere più intelligente della situazione in cui si trova.
Piero Maccarinelli
18 dicembre 2019| 6 gennaio 2020
Gli Ipocriti Melina Balsamo
presenta
Vinicio Marchioni
I soliti ignoti
adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli
tratto dalla sceneggiatura di Mario Monicelli – Suso Cecchi D’Amico – Age & Scarpelli
regia Vinicio Marchioni
con Augusto Fornari
Vito Facciolla e Antonio Grosso
il resto del cast è in via di definizione
La commedia è la prima versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col tempo un
classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo.
Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell'Italia
povera ma vitale del secondo dopoguerra.
L'adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age e Scarpelli senza rinunciare a trovate di scrittura e
di regia per rendere moderna quell'epoca lontana.
Il cast si avvarrà di attori di primo piano cresciuti alla lezione di quei mostri sacri della recitazione che sono stati
Gassman, Mastroianni, Totò e gli altri attori del film.
Uno spettacolo divertentissimo ed emozionante, assolutamente da non perdere.
8|19 gennaio 2020
Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, Fondazione Teatro della Toscana
presentano
Ditegli sempre di sì
di Eduardo De Filippo
con Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo Paola Fulciniti,
Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero, Federica Altamura, Andrea Cioffi
regia Roberto Andò
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo
metodico con la mania della perfezione; una commedia molto divertente che, pur conservando le sue note
farsesche, suggerisce serie riflessioni sul labile confine tra salute e malattia mentale. In Ditegli sempre di sì la pazzia
di Michele Murri è vera, infatti è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli
ha permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza
l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel
confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora
l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa dalla sorella Teresa si trova a fare
i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e
fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?
NOTE DI REGIA
È con grande emozione che mi accosto alla regia di un testo di Eduardo, raddoppiata dall’onore di dirigere la
compagnia intestata a un grande amico e straordinario interprete: Luca De Filippo.
Ditegli sempre di sì è una commedia in bilico tra la pochade e un vago pirandellismo, un congegno bizzarro in cui
Eduardo si applica a variare il tema della normalità e della follia, consegnando al personaggio di Michele Murri, il
protagonista, i tratti araldici della sua magistrale leggerezza.
L’intreccio è di una semplicità disarmante e si direbbe che l’autore si sia programmaticamente nascosto dietro la
sua evanescenza per dissimulare l’inquietudine, e la profondità, che vi stava insinuando. Come se ne avesse
pudore, o paura.
Ecco la storia: un pazzo, erroneamente congedato come guarito dal manicomio che lo ha ospitato, torna a casa
dalla sorella Teresa e inizia, lucidamente, furiosamente, a sperimentare, e stravolgere, gli effetti della cosiddetta
normalità.
Il luogo dove siamo convocati è il tipico interno piccolo-borghese di Eduardo, il salottino, e subito diviene lo
specchio scheggiato della follia del protagonista, l’antro in cui la sua mente può elaborare, manipolare, e
distorcere, i ragionamenti e i sofismi di chi gli viene a tiro, scardinandone la fragilità e la vanità.
Sarebbe facile dire che Michele Murri ci è vicino, e affermare che il suo continuo attentare alla logica, il suo
modo di vigilare sullo sguardo degli altri, il suo deviare continuo dal senso delle parole e delle intenzioni,
assumendone la letteralità, è un filtro che, prima o poi, ognuno di noi ha temuto o desiderato. Come sarebbe
anche facile dire che Michele, come ogni pazzo che si rispetti, è un forsennato contestatore della vita e del suo
senso.
La prima versione della commedia risale al 1925 e dunque è la prima volta che in un lavoro di Eduardo compare
la follia. Nonostante il grande successo tributatole negli anni della compagnia Scarpetta e poi nelle stagioni del
Teatro Umoristico, come altre commedie dei “giorni pari”, Ditegli sempre di sì a un certo punto venne messa da
parte. Probabilmente, per attenuare, dopo la separazione artistica dei due fratelli De Filippo, il ricordo
dell’interpretazione di Peppino nei panni di Luigi Strada, il personaggio dell’attore, lo studente pazzo di teatro.
Come il Bernhard di Minetti, anche Eduardo crede infatti che il rapporto tra l’attore e la pazzia sia consustanziale
all’arte drammatica. È da notare come, pur facendo molto ridere, a partire da certi anni, Ditegli sempre di sì sia
stata sempre definita una “commedia dolorosa”.
Frutto di successive elaborazioni, e per un certo tempo, nel suo derivare dalla farsa scarpettiana, lasciata aperta
all’improvvisazione, Eduardo provvide a darne una versione definitiva e italianizzata in occasione della sua regia
televisiva del 1962, in cui, a mio parere, rivestendo ancora una volta i panni del protagonista, si produsse in una
delle sue più grandi interpretazioni.
Il tema della pazzia ha sempre offerto spunti comici o farseschi, ma di solito è giocato a rovescio, con un sano
che si finge pazzo. Invece, in Ditegli sempre di sì il protagonista è realmente pazzo, da cui il dolore, e il senso di
minaccia che pervadono l’opera.
Tra porte che si aprono e si chiudono, equivoci, fraintendimenti, menzogne, illusioni, bovarismi, lo spettatore si
ritrova in un clima sospeso tra la surrealtà di Achille Campanile e un Pirandello finalmente privato della sua
filosofia, irresistibilmente proiettato nel pastiche.
Via via che si avvicina al finale, il fantasma delle apparenze assume in Ditegli sempre di sì un andamento beffardo,
sino a sfiorare, nel brio del suo ambiguo e iperbolico disincanto, una forma spiazzante, la stessa che, anni dopo,
il genio di Thomas Bernhard riassumerà in una scarna, e micidiale, domanda: “È una commedia? È una
tragedia?”
Roberto Andò
21| 26 gennaio 2020
SAVÀ produzioni creative
presenta
Teresa Mannino
Sento la terra girare
di Teresa Mannino e Giovanna Donini
regia Teresa Mannino
scene Maria Spazzi
disegno luci Alessandro Verazzi
Vivo chiusa in un armadio, per mesi, anni. Un giorno decido di uscire, apro le ante e un piccolo raggio di luce
artificiale mi acceca, esco e provo ad aprire gli occhi, li apro e leggo che il principe Harry si sta sposando e che
l’asse della terra si sta spostando. Mi butto stranamente sulla notizia meno glamour. Com’è possibile che l’asse
terrestre stia variando? Finché sparisce la primavera, cambiano le stagioni, ma l’asse della Terra... Pare che, a
causa dello scioglimento dei ghiacci, i Poli diventino più leggeri e l’asse si sposti. Come quando, al parco, il
compagno strafottente che hai di fronte scende all’improvviso dal dondolo e ti fa cadere giù. Bastardo!
Leggo che le cose stanno cambiando in modo radicale e velocissimo, gli animali si estinguono a un ritmo
allarmante, come quando sono spariti i dinosauri 66 milioni di anni fa. Nel mare ci sono più bottiglie di plastica
che pesci, sulle spiagge più tamarri che paguri. Leggo che non c’è più acqua da bere e aria da respirare. Cose di
pazzi! Ma la prova che qualcosa di epocale sta accadendo arriva quando vedo la pubblicità del filo interdentale
per cani. Segno certo che stiamo per estinguerci al ritmo di zumba! Ma si parla sempre d’altro, di posteggi per
mamme etero, di tablet a scuola, di ascolti televisivi, di fake news, di bonus bebè. Fuori dall’armadio scopro che
il mondo va a rotoli, rotoli di carta igienica. Allora, cerco delle strategie: non uso più rotoli, di nessun tipo,
chiudo l’acqua mentre mi insapono, tengo spente le luci dell’albero di Natale, vendo la macchina e faccio l’orto
sul balcone. Ma ciò non migliora la situazione del pianeta e in più mi sono complicata la vita. La strategia deve
essere un’altra.
Decido di richiudermi nell’armadio, ma l’armadio non è più lo stesso, dentro quell’armadio sento la Terra girare.
Teresa Mannino
19 febbraio | 1 marzo 2020
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro Della Toscana
presentano
Mine Vaganti
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
Ferzan Özpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi
capolavori cinematografici MINE VAGANTI
** 2 David Di Donatello** 5 Nastri D’Argento ** 4 Globi D’Oro
**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come
Miglior Film
Arturo Muselli è Tommaso Cantone
Francesco Pannofino è Vincenzo Cantone – il padre
Paola Minaccioni è Stefania Cantone – la madre
Giorgio Marchesi – il fratello
Il resto del cast è in via definizione
Il giovane Tommaso torna nella grande casa di famiglia a Lecce con l’intenzione di comunicare al variegato clan
dei parenti chi veramente è; un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente di economia fuori
sede come tutti credono. Ma la sua rivelazione viene bruciata sul tempo da una rivelazione ancora più inattesa e
scioccante del fratello Antonio. Tommaso è costretto a fermarsi a Lecce, rivedere i suoi piani e lottare per la
verità, contro un mondo famigliare pieno di contraddizioni e segreti.
4 | 15 marzo 2020
Società per attori – Goldenart production
presentano
Ambra Angiolini Ludovica Modugno
Il nodo
di Johnna Adams
regia Serena Sinigaglia
Un’aula di una scuola pubblica. È l’ora di ricevimento per una insegnante di una 5° classe elementare. È tesa, ha
la testa altrove, è in attesa di una telefonata che non arriva mai. Al colloquio si presenta inaspettatamente la
madre di un suo allievo. Vuole parlarle, ma non sarà un dialogo facile. Suo figlio alcuni giorni prima è stato
sospeso, è tornato a casa pieno di lividi e lei vuole a tutti i costi capire il perché. È stato vittima di bullismo o
forse lui stesso è stato un molestatore... forse l’insegnante l’ha trattato con asprezza...
Sciogliere questo nodo, cercare la verità è l’unica possibilità a cui aggrapparsi. Perché, come conseguenza del
fatto, il figlio ha commesso qualcosa di tremendo, di irreparabile. E solo un confronto durissimo tra le due
donne potrà dare un senso al dolore, allo smarrimento e al loro reciproco, soffocante senso di colpa.
17 | 22 marzo 2020
The opera locos
creato e diretto da Yllana, David Ottone e Ramy Eldar
direzione musicale Marc Àlvarez, Manuel Coves
performers Marìa Rey Joly, Mayca Teba, Toni Comas,
Enrique Sànchez Ramos, Jesùs Garcìa Gallera
Cinque tra i più famosi cantanti d’opera del mondo sono convocati per un recital unico che ripercorre i più
grandi classici del melodramma. Le premesse sono quelle per una serata gloriosa…o così sarebbe dovuto essere.
Il concerto inizia alla grande ma ben presto sembra chiaro che il palcoscenico è troppo piccolo per accogliere
degli ego così ingombranti. Il recital si trasforma per i produttori in un incubo con imprevedibili e disastrose
conseguenze. Il caotico risvolto dello spettacolo originerà momenti di incredibile comicità per il pubblico che
sarà testimone di un inesorabile scontro di cinque vanesie “prime donne” in una sfida fino all’ultima aria. Sarà
una serata da ricordare.
25 marzo | 5 aprile 2020
NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo
presenta
Alessio Boni Serra Ylmaz
Don Chisciotte
adattamento di Francesco Niccolini
liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra
drammaturgia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini
con
Marcello Prayer e
Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico
ronzinante Nicolò Diana
scene Massimo Troncanetti costumi Francesco Esposito
luci Davide Scognamiglio musiche Francesco Forni
regia
Alessio Boni - Roberto Aldorasi - Marcello Prayer
Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono
sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e
insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l'universo nella
solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d'amore,
di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l'esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes
Chi è pazzo? Chi è normale?
Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma
di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici.
La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che
dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani.
L'animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L'uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e
morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare,
soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se
tanto la fine è morire?
Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che
arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l'ha reso immortale.
È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete
di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato
svincolarsi da questa rete - avvalendosi del sogno, della fantasia, dell'immaginazione - sono stati spesso
considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli
abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che
meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre
Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
Alessio Boni
E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse
narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la
raccontasse e la spiegasse e io la commentassi.
Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è
stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire.
Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del
Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano
all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
15 | 26 aprile 2020
Enfiteatro produzione di Michele Gentile – ITC 2000
presentano
Ale e Franz
Nel nostro piccolo
scritto da Francesco Villa, Alessandro Besentini, Alberto Ferrari e Antonio De Santis
regia Alberto Ferrari
musicisti Luigi Schiavone, Fabrizio Palermo, Francesco Luppi, Marco Orsi
Nel “Nostro piccolo” è un viaggio alla ricerca del nostro punto di partenza, quello che ha mosso la nostra voglia
e ricerca di comicità̀.
Ma Ridendo.
Il racconto di un mondo visto dalla parte di chi ha il coraggio, con le proprie idee, di vedere dentro la vita di
ognuno.
Raccontare le piccolezze, le sconfitte, le paure che ci accompagnano.
Sempre Ridendo.
Il coraggio di vivere storie non sempre vincenti.
La forza di trasmettere emozioni vere: i fallimenti di una vita, la delusione degli ideali,
la conoscenza profonda di sentimenti penetranti, come l’amore.
La gioia della vita.
Ridendo ovviamente.
Ridendo riusciamo a scoprire i nostri difetti.
La risata è il nostro veicolo fondamentale per riuscire a parlare di noi senza prenderci troppo sul serio.
Nel costruire le tappe di questo percorso ci siamo imbattuti nei nostri punti fermi,
che ci hanno, grazie al cielo, condizionato: Giorgio Gaber e Enzo Jannacci.
Loro sono stati la scintilla che ci ha permesso di vedere l’uomo come il centro di tutto. Conoscere il suo mondo.
Vederlo mentre ci gira intorno.
Un mondo, sofferto e gioioso, colorato e grigio, assolato e buio.
Ma sempre, e comunque un mondo vero, reale. Senza timori, senza remore.
Ci hanno mostrato che chi si muove e vive accanto al nostro fianco, chi cammina nelle strade,
chi respira la nostra stessa aria, sono uomini, persone, uguali a noi.
Perché un amore andato male è una storia che abbiamo sentito mille volte, e mille volte ancora sentiremo,
perché le emozioni non finiscono mai.
Tutto questo porteremo con noi, sul palco, quei pensieri, quelle parole, quelle note,
in cui c’è anche il punto di partenza, la nostra piccola storia.
Il nostro piccolo.
E vi racconteremo la fortuna di aver potuto respirare la stessa aria che Gaber e Jannacci respiravano.
L’aria di Milano.
Di quegli anni.
Ma ridendo sempre!!!
Nel nostro piccolo.

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Cartellastampaambrajovinelli2019 2020

  • 1.
  • 2. Comunicato Stampa PROVA A PERDERMI! IL TEATRO AMBRA JOVINELLI PRESENTA LA STAGIONE 2019|2020 Roma, 11 giugno 2019 Il Teatro Ambra Jovinelli continua a incassare successi e con le oltre centomila presenze e il record di serate sold out della passata stagione si conferma come uno dei teatri più amati e frequentati della città. La fama dell’Ambra ha in questi anni oltrepassato i confini della capitale e il teatro è ormai un punto di riferimento a livello nazionale: molti degli spettacoli che qui vedono la luce hanno ottenuto risultati straordinari in tutta Italia sia in termini di pubblico che di critica. Un esempio in tal senso é lo spettacolo “A ruota libera”, con Giovanni Veronesi, Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini, nato all’Ambra e divenuto un vero e proprio cult che siamo lieti di ospitare per la terza volta come evento speciale. Il cartellone 2019|2020 dell’Ambra Jovinelli segue la scia delle passate stagioni e consolida l’identità costruita con cura e perseveranza in questi anni. La nuova programmazione spinge l’acceleratore sul divertimento proponendo molte commedie contemporanee e di tradizione e con il ritorno di grandi comici. Artisti amatissimi dal grande pubblico si alterneranno sul palco della storica sala dell’Esquilino offrendo agli spettatori momenti di leggerezza senza rinunciare alla profondità di sguardo e alla riflessione. Come sempre una particolare attenzione sarà data alla drammaturgia contemporanea con la proposta di nuovi testi di nuovi autori. Dopo aver approfondito in questi anni il lavoro di scrittori come Yasmina Reza, Mattia Torre e Cristina Comencini, per la prossima stagione abbiamo deciso di dare spazio all’opera di Florian Zeller, autore francese tra i più prolifici e rappresentati al mondo. Di Zeller l’Ambra Jovinelli aveva già ospitato “Il padre”, magistralmente interpretato da Alessandro Haber, e quest’anno propone due nuovi testi, due commedie brillanti che ci mostrano un altro Zeller questa volta alle prese con i rapporti di coppia. Tra le proposte drammaturgiche non mancheranno novità assolute come “Il nodo” di Jhonna Adams, un testo di forte attualità ambientato nel mondo della scuola. Prosegue la scelta di dare spazio alle riscritture dei grandi classici della letteratura con la messa in scena di “Don Chisciotte”, ispirato alla celebre opera di Cervantes nell’adattamento di Francesco Niccolini: un inno alla lucida follia che a volte consente di compiere atti eroici. A vestire i panni di Don Chisciotte sarà l’attore Alessio Boni che potrà contare al suo fianco sull'inseparabile scudiero, curioso ed esilarante, Sancho Panza, portato in scena da una donna: l’attrice turca Serra Yilmaz. La scelta insolita di affidare a una donna il ruolo del contadino spagnolo non è casuale: Alessio Boni ha sottolineato in diverse interviste come la presenza di una donna e un uomo in scena, in due ruoli archetipici così immensi e diversi, sia in grado di generare una vitalità insolita, un’unicità di adesione sul palco che vive e si alimenta attraverso l’esperienza della diversità stessa. Fedeli alla storia dell’Ambra Jovinelli, il teatro ospiterà il meglio della comicità italiana con il ritorno di Teresa Mannino e di Ale e Franz. La programmazione del Teatro Ambra Jovinelli è stata sempre caratterizzata da una grande attenzione per l’arte cinematografica e con i più stimati interpreti del grande schermo. Tale attenzione si declina nella prossima stagione nella proposta di tre spettacoli che in diversi modi rendono omaggio al cinema: “Orson Welles Roast”, che racconta la vita del grande cineasta statunitense, “I soliti ignoti”, prima versione teatrale del mitico film di Mario Monicelli, e “Mine Vaganti” che segna il debutto alla regia teatrale del grande Ferzan Ozpetek. L’autunno inizia dunque con un evento speciale fuori abbonamento: dopo il record di incassi delle passate stagioni torna per la terza volta all’Ambra Jovinelli “A ruota libera”, lo spettacolo ormai divenuto cult. Giovanni Veronesi, Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini sono i grandi mattatori che ci accompagnano in una
  • 3. esplosiva “chiacchierata musicale” sulla vita, sul cinema, sullo spettacolo e sui mille aneddoti vissuti in quel sottile “confine artistico” che divide la vita e l’arte. La stagione si apre il 30 ottobre con il ritorno di Giuseppe Battiston che, dopo aver conquistato il pubblico dell’Ambra Jovinelli con la splendida interpretazione di Winston Churchill, porterà in scena il suo cavallo di battaglia, “Orson Welles Roast”. Lo spettacolo, scritto dallo stesso Battiston insieme a Michele De Vita Conti, ricostruisce, attraverso ricordi e irresistibili aneddoti, l’avventura artistica di Orson Welles, vera icona del ventesimo secolo, attore, regista e produttore cinematografico geniale e originalissimo. Una cena tra amici, due coppie e le certezze di una vita che vanno in frantumi sono gli ingredienti che compongono "A testa in giù", l’esilarante pièce di Florian Zeller con Emilio Solfrizzi e Lisa Galantini per la regia di Gioele Dix, in scena dal 13 novembre al primo dicembre. Una drammaturgia perfetta e piena di trovate che Daniel Auteuil ha portato in scena con grande successo prima nei teatri francesi e poi sul grande schermo in una fortunata trasposizione cinematografica che lo vede protagonista a fianco di Gérard Depardieu. Dal 4 al 15 dicembre Serena Autieri e Paolo Calabresi si cimentano con un’altra divertentissima commedia partorita dalla penna graffiante di Florian Zeller: “La menzogna” diretta da Piero Maccarinelli. Anche in questo caso il testo ruota intorno a una cena tra due coppie di amici che si ritrovano a confrontarsi in un irresistibile ma pericoloso gioco alla Vaudeville che confonde i confini fra la menzogna e la verità, tra il reale e l’immaginario. Dal 18 dicembre al 6 gennaio Vinicio Marchioni dirige e interpreta “I soliti ignoti”, l’indimenticabile capolavoro di Monicelli, scritto con Age & Scarpelli e Suso Cecchi D’Amico, nell’adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli. Un’opera celebre che racconta le gesta maldestre di un gruppo di ladri improvvisati nell'Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. Insieme a Vinicio Marchioni saranno in scena Augusto Fornari, Vito Facciolla e Antonio Grosso. La storica Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, capeggiata da Gianfelice Imperato e Carolina Rosi, torna a calcare il palco dell’Ambra dall’8 al 19 gennaio con un nuovo imperdibile spettacolo: “Ditegli sempre di sì”, una delle più famose commedie farsesche del grande Eduardo De Filippo la cui regia viene affidata a Roberto Andò che si confronta per la prima volta. Un’opera vivace e colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione; un testo di grande comicità che indaga sul labile confine tra salute e malattia mentale. Dal 21 al 26 gennaio Teresa Mannino riporta in scena a grande richiesta il suo ultimo lavoro “Sento la terra girare”, scritto con Giovanna Donini e diretto dalla stessa Mannino. Con la sua comicità graffiante, leggera e intelligente la Mannino ci conduce attraverso una concreta riflessione sui grandi cambiamenti del mondo ad opera dell’essere umano. Il 19 febbraio debutterà un grande evento per la scena teatrale italiana: Ferzan Özpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici “Mine Vaganti”. Protagonisti dello spettacolo saranno Francesco Pannofino, Arturo Muselli, Paola Minaccioni e Giorgio Marchesi. Dal 4 al 15 marzo Ambra Angiolini e Ludovica Modugno dirette da Serena Sinigaglia sono le protagoniste de “Il nodo”, scritto della talentuosa drammaturga statunitense Johnna Adams: un racconto intenso e commovente che affronta temi e problemi legati al mondo della scuola nei suoi risvolti più complessi. Dal 17 al 22 marzo approderà all’Ambra un evento internazionale: “The opera locos” della celebre compagnia spagnola Yllana. Cinque cantanti d’opera sono i protagonisti di questa esilarante commedia musicale e clownesca, basata sui classici immortali della storia del melodramma, riarrangiati e interpretati in modo divertente e originale. Dal 25 marzo al 5 aprile Alessio Boni veste i panni dell’epico personaggio di Cervantes “Don Chisciotte” accompagnato da un peculiare Sancho Panza: l’attrice turca musa di Ferzan Ozpetek, Serra Yılmaz. Lo spettacolo, adattato da Francesco Niccolini e liberamente ispirato all’opera dello scrittore spagnolo, è diretto da Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e dallo stesso Boni che è anche autore della drammaturgia insieme a Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e Francesco Niccolini. “Don Chisciotte” è un’opera immensa che celebra gli eroi incompresi, coloro che nel corso dei secoli hanno osato avvalersi del sogno e dell’immaginazione ponendosi controcorrente rispetto alle convenzioni sociali e per questo sono stati etichettati come pazzi. La stagione dell’Ambra si chiude nel segno della comicità con Ale e Franz che da 15 al 26 aprile presentano al pubblico dell’Ambra il loro ultimo lavoro “Nel nostro piccolo”: un viaggio alla ricerca del punto di partenza, di quel momento in cui i due comici hanno deciso di intraprendere questa carriera. Per raccontare il loro viaggio hanno deciso di affidarsi alla voce e alle parole di altri due grandi artisti milanesi Giorgio Gaber e Enzo Jannacci, punti fermi del loro percorso artistico. “Nel nostro piccolo” gode anche della presenza da un’orchestra dal vivo formata da valenti musicisti e che permette ad Ale e Franz di dar prova del loro talento artistico anche canto e chitarra. Fabrizia Pompilio direttore artistico del Teatro Ambra Jovinelli
  • 4. Abbonamenti Anche per la stagione teatrale 2019 | 2020, visto il grande successo dello scorso anno - proporremo numerose e diversificate formule di abbonamento. Inoltre, come sempre, dopo l'estate, il ventaglio di proposte verrà ampliato grazie all’utilizzo delle formule d'abbonamento a posto libero, per chiudersi a dicembre con l'ormai classica Merry Jovinelli, la nostra fortunatissima idea regalo natalizia, sempre molto richiesta. Biglietti: Prezzi per il venerdì, sabato e domenica Interi: Poltronissima € 35 - Poltrona € 28 – I galleria A € 24 – I galleria laterale € 20 – II galleria € 19 Ridotto Over 65 e Under 26: Poltronissima € 30 - Poltrona € 25 – I galleria A € 19 – I galleria laterale € 16 – II galleria € 14 Prezzi per martedì, mercoledì, giovedì e sabato pomeriggio Interi : Poltronissima € 33 - Poltrona € 26 – I galleria A € 22 – I galleria laterale € 18 – II galleria € 17 Ridotto Over 65 e Under 26: Poltronissima € 27 - Poltrona € 22 – I galleria A € 17 – I galleria B € 14 – II galleria € 12 Contatti Botteghino 06 83082620 – 06 83082884 Giugno dal lunedì al sabato ore 10.00-19.00 Luglio: dal lunedì al venerdì ore 10.00 - 19.00 Dal 3 agosto al 1 settembre: chiusura estiva Dal 3 settembre: dal lunedì al sabato ore 10.00-19.00 Orario invernale: dal martedì al sabato ore 10.00 - 19.00 e la domenica ore 14.00-16.00 - lunedì chiuso Ufficio Promozione 06 88816460 promozione@ambrajovinelli.org – infostudenti@ambrajovinelli.org Ufficio Comunicazione e Marketing 06 88816460 marketing@ambrajovinelli.org dal lunedì al venerdì ore 10.00-13.00 e 15.00-18.00 il teatro rimarrà chiuso dal 3 agosto al 1 settembre 2019
  • 5. 13 | 14 settembre 2019 NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo presenta Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Giovanni Veronesi A ruota libera diretto in diretta da Giovanni Veronesi scritto da Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Giovanni Veronesi Orchestra dal vivo “Musica da Ripostiglio” Un’occasione per incontrare un pubblico in modo alquanto stravagante. Lo spettacolo si intitola “A Ruota Libera” proprio perché è una “chiacchierata musicale” sulla vita, sul cinema, sullo spettacolo e sui mille aneddoti vissuti in quel sottile “confine artistico” che divide la vita e l’arte, realtà e finzione di ogni artista. È uno spettacolo -incontro tra 4 amici, dove si ride, ci si emoziona e si scopre una veste inattesa degli artisti. È un vortice di racconti, canzoni ed emozioni che non ti mollano mai. È una volata, un’eruzione vulcanica, un secchio di acqua gelata, di sentimenti e di risate, tutto rigorosamente senza rete di protezione e a ruota libera!
  • 6. 30 ottobre | 10 novembre 2019 Giuseppe Battiston Orson Welles Roast scritto da Giuseppe Battiston, Michele De Vita Conti musica originale Riccardo Sala regia Michele De Vita Conti Giuseppe Battiston / Michele De Vita Conti Conti Come sarebbe un breve incontro con Orson Welles, se potesse, solo per un’ora, tornare a stare tra noi? Ci svelerebbe qualche segreto della sua tecnica straordinaria o passerebbe tutto il tempo a raccontare aneddoti esilaranti? Scaglierebbe, indignato, invettive contro i nemici di allora e gli orrendi tempi moderni o ne sorriderebbe sornione? Genio infinito e grandissimo cialtrone. Senza nulla da nascondere, con ancora moltissimo da offrirci, per sempre in grado di stupire. Premio UBU 2009 Miglior attore – Giuseppe Battiston in Orson Welles’ Roast Premio Olimpico del Teatro 2009 – Miglior interprete di monologo Premio Hystrio – Teatro Festival Mantova 200
  • 7. 13 novembre | 1 dicembre 2019 ErreTiTeatro30 presenta Emilio Solfrizzi Lisa Galantini A testa in giù L’envers du decor di Florian Zeller con Bruno Armando, Viviana Altieri regia Gioele Dix scene Andrea Taddei costumi Barbara Bessi luci Carlo Signorini Daniel invita a cena, contro il consiglio di sua moglie, Patrick suo migliore amico e la sua nuova partner Emma per la quale ha lasciato la moglie. Emma, giovane e carina provoca una tempesta negli animi dei commensali, scuotendo le loro certezze, risvegliando frustrazione, gelosia e invidia. L'originalità di A testa in giù sta nel fatto che il pubblico è testimone dei pensieri dei personaggi che parlano in disparte. Grande gioco di attori che svelano con la tecnica del doppio linguaggio una verità comica, crudele e meravigliosamente patetica. Il testo è stato portato in scena, nel gennaio 2016, al Théâtre De Paris, con Daniel Auteil nel ruolo di protagonista e regista. Da tempo desideravo lavorare con e per Emilio Solfrizzi. Ci unisce un’antica amicizia e una comune, istintiva fiducia nell’arte della commedia. Ed ecco l’occasione: un nuovo testo di Zeller che sembra scritto apposta per esaltare le sue qualità di comico naturale e di raffinato interprete. “A testa in giù” è costruito sull’idea che i personaggi, oltre a parlare normalmente fra loro, esprimano ad alta voce di fronte al pubblico anche i propri pensieri. L’effetto è dirompente e trasforma una comune vicenda in un formidabile e spassoso labirinto di gesti e parole. Per le attrici e gli attori si tratta di recitare su un doppio binario, una prova al tempo stesso complicata ed esaltante. Emilio Solfrizzi è un esilarante Daniel, editore colto e maturo, le cui certezze improvvisamente si sgretolano di fronte alla scelta di Patrick amico di un vita, che decide di abbandonare la moglie per mettersi con Emma, giovane aspirante attrice. Un avventato e inopportuno invito a cena trasforma l’innocua serata in una sorta di regolamento di conti fra gaffe, equivoci e incomprensioni. E Daniel si ritroverà ben presto a mettere interiormente in discussione gran parte della propria esistenza. Ma sarà la moglie Isabelle, con le sue brillanti doti di saggezza e di acuminata ironia, a salvarlo dal preoccupante precipizio. A testa in giù, uno spettacolo originale e sorprendente che non potrà non piacervi, se amate le commedie intelligenti. Gioele Dix – giugno 2018
  • 8. 4 | 15 dicembre 2019 Artisti riuniti – Engage presentano Serena Autieri Paolo Calabresi La menzogna di Florian Zeller con Totò Onnis, Eleonora Vanni regia Piero Maccarinelli Vaudeville contemporaneo Zeller prova la sua abilità con infinite varianti sul tema del desiderio del tradimento della verità e della menzogna. Due coppie di amici, una cena convocata dopo molto tempo e un grande disagio che improvvisamente si presenta fra loro. Nulla di “Nuovo” ma grande abilità nella declinazione delle varianti: fra le parole si nascondono frustrazioni e risentimenti, bugie e sensualità. È una ridicola resa dei conti che mostra la falsa morale che si nasconde dietro le convenzioni. Paolo, Alice, Lorenza e Michele credono di vivere in un sistema di valori condivisi che si possono facilmente trasgredire. Ma la dimensione non è psicologica e tutto è affidato alla parola, al teatro; si tratta di un abile gioco di maschere, un gioco divertente e crudele che rende confusi i confini fra la menzogna e la verità, il reale e l’immaginario: l’adulterio sembra essere l’unico orizzonte della vita coniugale. Ma non è necessario distinguere così chiaramente la verità dalla menzogna. La commedia costringe gli attori ad abbandonare l’arco psicologico o narrativo dei personaggi, perché, di volta in volta ognuno di loro è chiamato a recitare o giocare un ruolo opposto a quello che ha vissuto nella scena precedente e deve farlo con molta leggerezza senza dare la sensazione di mentire. L’architettura della commedia si fa carico della narrazione e l’attore deve sforzarsi di non essere più intelligente della situazione in cui si trova. Piero Maccarinelli
  • 9. 18 dicembre 2019| 6 gennaio 2020 Gli Ipocriti Melina Balsamo presenta Vinicio Marchioni I soliti ignoti adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli tratto dalla sceneggiatura di Mario Monicelli – Suso Cecchi D’Amico – Age & Scarpelli regia Vinicio Marchioni con Augusto Fornari Vito Facciolla e Antonio Grosso il resto del cast è in via di definizione La commedia è la prima versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo. Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell'Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L'adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age e Scarpelli senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere moderna quell'epoca lontana. Il cast si avvarrà di attori di primo piano cresciuti alla lezione di quei mostri sacri della recitazione che sono stati Gassman, Mastroianni, Totò e gli altri attori del film. Uno spettacolo divertentissimo ed emozionante, assolutamente da non perdere.
  • 10. 8|19 gennaio 2020 Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, Fondazione Teatro della Toscana presentano Ditegli sempre di sì di Eduardo De Filippo con Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero, Federica Altamura, Andrea Cioffi regia Roberto Andò scene e luci Gianni Carluccio costumi Francesca Livia Sartori Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione; una commedia molto divertente che, pur conservando le sue note farsesche, suggerisce serie riflessioni sul labile confine tra salute e malattia mentale. In Ditegli sempre di sì la pazzia di Michele Murri è vera, infatti è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa dalla sorella Teresa si trova a fare i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera? NOTE DI REGIA È con grande emozione che mi accosto alla regia di un testo di Eduardo, raddoppiata dall’onore di dirigere la compagnia intestata a un grande amico e straordinario interprete: Luca De Filippo. Ditegli sempre di sì è una commedia in bilico tra la pochade e un vago pirandellismo, un congegno bizzarro in cui Eduardo si applica a variare il tema della normalità e della follia, consegnando al personaggio di Michele Murri, il protagonista, i tratti araldici della sua magistrale leggerezza. L’intreccio è di una semplicità disarmante e si direbbe che l’autore si sia programmaticamente nascosto dietro la sua evanescenza per dissimulare l’inquietudine, e la profondità, che vi stava insinuando. Come se ne avesse pudore, o paura. Ecco la storia: un pazzo, erroneamente congedato come guarito dal manicomio che lo ha ospitato, torna a casa dalla sorella Teresa e inizia, lucidamente, furiosamente, a sperimentare, e stravolgere, gli effetti della cosiddetta normalità. Il luogo dove siamo convocati è il tipico interno piccolo-borghese di Eduardo, il salottino, e subito diviene lo specchio scheggiato della follia del protagonista, l’antro in cui la sua mente può elaborare, manipolare, e distorcere, i ragionamenti e i sofismi di chi gli viene a tiro, scardinandone la fragilità e la vanità.
  • 11. Sarebbe facile dire che Michele Murri ci è vicino, e affermare che il suo continuo attentare alla logica, il suo modo di vigilare sullo sguardo degli altri, il suo deviare continuo dal senso delle parole e delle intenzioni, assumendone la letteralità, è un filtro che, prima o poi, ognuno di noi ha temuto o desiderato. Come sarebbe anche facile dire che Michele, come ogni pazzo che si rispetti, è un forsennato contestatore della vita e del suo senso. La prima versione della commedia risale al 1925 e dunque è la prima volta che in un lavoro di Eduardo compare la follia. Nonostante il grande successo tributatole negli anni della compagnia Scarpetta e poi nelle stagioni del Teatro Umoristico, come altre commedie dei “giorni pari”, Ditegli sempre di sì a un certo punto venne messa da parte. Probabilmente, per attenuare, dopo la separazione artistica dei due fratelli De Filippo, il ricordo dell’interpretazione di Peppino nei panni di Luigi Strada, il personaggio dell’attore, lo studente pazzo di teatro. Come il Bernhard di Minetti, anche Eduardo crede infatti che il rapporto tra l’attore e la pazzia sia consustanziale all’arte drammatica. È da notare come, pur facendo molto ridere, a partire da certi anni, Ditegli sempre di sì sia stata sempre definita una “commedia dolorosa”. Frutto di successive elaborazioni, e per un certo tempo, nel suo derivare dalla farsa scarpettiana, lasciata aperta all’improvvisazione, Eduardo provvide a darne una versione definitiva e italianizzata in occasione della sua regia televisiva del 1962, in cui, a mio parere, rivestendo ancora una volta i panni del protagonista, si produsse in una delle sue più grandi interpretazioni. Il tema della pazzia ha sempre offerto spunti comici o farseschi, ma di solito è giocato a rovescio, con un sano che si finge pazzo. Invece, in Ditegli sempre di sì il protagonista è realmente pazzo, da cui il dolore, e il senso di minaccia che pervadono l’opera. Tra porte che si aprono e si chiudono, equivoci, fraintendimenti, menzogne, illusioni, bovarismi, lo spettatore si ritrova in un clima sospeso tra la surrealtà di Achille Campanile e un Pirandello finalmente privato della sua filosofia, irresistibilmente proiettato nel pastiche. Via via che si avvicina al finale, il fantasma delle apparenze assume in Ditegli sempre di sì un andamento beffardo, sino a sfiorare, nel brio del suo ambiguo e iperbolico disincanto, una forma spiazzante, la stessa che, anni dopo, il genio di Thomas Bernhard riassumerà in una scarna, e micidiale, domanda: “È una commedia? È una tragedia?” Roberto Andò
  • 12. 21| 26 gennaio 2020 SAVÀ produzioni creative presenta Teresa Mannino Sento la terra girare di Teresa Mannino e Giovanna Donini regia Teresa Mannino scene Maria Spazzi disegno luci Alessandro Verazzi Vivo chiusa in un armadio, per mesi, anni. Un giorno decido di uscire, apro le ante e un piccolo raggio di luce artificiale mi acceca, esco e provo ad aprire gli occhi, li apro e leggo che il principe Harry si sta sposando e che l’asse della terra si sta spostando. Mi butto stranamente sulla notizia meno glamour. Com’è possibile che l’asse terrestre stia variando? Finché sparisce la primavera, cambiano le stagioni, ma l’asse della Terra... Pare che, a causa dello scioglimento dei ghiacci, i Poli diventino più leggeri e l’asse si sposti. Come quando, al parco, il compagno strafottente che hai di fronte scende all’improvviso dal dondolo e ti fa cadere giù. Bastardo! Leggo che le cose stanno cambiando in modo radicale e velocissimo, gli animali si estinguono a un ritmo allarmante, come quando sono spariti i dinosauri 66 milioni di anni fa. Nel mare ci sono più bottiglie di plastica che pesci, sulle spiagge più tamarri che paguri. Leggo che non c’è più acqua da bere e aria da respirare. Cose di pazzi! Ma la prova che qualcosa di epocale sta accadendo arriva quando vedo la pubblicità del filo interdentale per cani. Segno certo che stiamo per estinguerci al ritmo di zumba! Ma si parla sempre d’altro, di posteggi per mamme etero, di tablet a scuola, di ascolti televisivi, di fake news, di bonus bebè. Fuori dall’armadio scopro che il mondo va a rotoli, rotoli di carta igienica. Allora, cerco delle strategie: non uso più rotoli, di nessun tipo, chiudo l’acqua mentre mi insapono, tengo spente le luci dell’albero di Natale, vendo la macchina e faccio l’orto sul balcone. Ma ciò non migliora la situazione del pianeta e in più mi sono complicata la vita. La strategia deve essere un’altra. Decido di richiudermi nell’armadio, ma l’armadio non è più lo stesso, dentro quell’armadio sento la Terra girare. Teresa Mannino
  • 13. 19 febbraio | 1 marzo 2020 Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro Della Toscana presentano Mine Vaganti uno spettacolo di Ferzan Ozpetek Ferzan Özpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI ** 2 David Di Donatello** 5 Nastri D’Argento ** 4 Globi D’Oro **Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film Arturo Muselli è Tommaso Cantone Francesco Pannofino è Vincenzo Cantone – il padre Paola Minaccioni è Stefania Cantone – la madre Giorgio Marchesi – il fratello Il resto del cast è in via definizione Il giovane Tommaso torna nella grande casa di famiglia a Lecce con l’intenzione di comunicare al variegato clan dei parenti chi veramente è; un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente di economia fuori sede come tutti credono. Ma la sua rivelazione viene bruciata sul tempo da una rivelazione ancora più inattesa e scioccante del fratello Antonio. Tommaso è costretto a fermarsi a Lecce, rivedere i suoi piani e lottare per la verità, contro un mondo famigliare pieno di contraddizioni e segreti.
  • 14. 4 | 15 marzo 2020 Società per attori – Goldenart production presentano Ambra Angiolini Ludovica Modugno Il nodo di Johnna Adams regia Serena Sinigaglia Un’aula di una scuola pubblica. È l’ora di ricevimento per una insegnante di una 5° classe elementare. È tesa, ha la testa altrove, è in attesa di una telefonata che non arriva mai. Al colloquio si presenta inaspettatamente la madre di un suo allievo. Vuole parlarle, ma non sarà un dialogo facile. Suo figlio alcuni giorni prima è stato sospeso, è tornato a casa pieno di lividi e lei vuole a tutti i costi capire il perché. È stato vittima di bullismo o forse lui stesso è stato un molestatore... forse l’insegnante l’ha trattato con asprezza... Sciogliere questo nodo, cercare la verità è l’unica possibilità a cui aggrapparsi. Perché, come conseguenza del fatto, il figlio ha commesso qualcosa di tremendo, di irreparabile. E solo un confronto durissimo tra le due donne potrà dare un senso al dolore, allo smarrimento e al loro reciproco, soffocante senso di colpa.
  • 15. 17 | 22 marzo 2020 The opera locos creato e diretto da Yllana, David Ottone e Ramy Eldar direzione musicale Marc Àlvarez, Manuel Coves performers Marìa Rey Joly, Mayca Teba, Toni Comas, Enrique Sànchez Ramos, Jesùs Garcìa Gallera Cinque tra i più famosi cantanti d’opera del mondo sono convocati per un recital unico che ripercorre i più grandi classici del melodramma. Le premesse sono quelle per una serata gloriosa…o così sarebbe dovuto essere. Il concerto inizia alla grande ma ben presto sembra chiaro che il palcoscenico è troppo piccolo per accogliere degli ego così ingombranti. Il recital si trasforma per i produttori in un incubo con imprevedibili e disastrose conseguenze. Il caotico risvolto dello spettacolo originerà momenti di incredibile comicità per il pubblico che sarà testimone di un inesorabile scontro di cinque vanesie “prime donne” in una sfida fino all’ultima aria. Sarà una serata da ricordare.
  • 16. 25 marzo | 5 aprile 2020 NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo presenta Alessio Boni Serra Ylmaz Don Chisciotte adattamento di Francesco Niccolini liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra drammaturgia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer e Francesco Niccolini con Marcello Prayer e Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico ronzinante Nicolò Diana scene Massimo Troncanetti costumi Francesco Esposito luci Davide Scognamiglio musiche Francesco Forni regia Alessio Boni - Roberto Aldorasi - Marcello Prayer Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l'universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d'amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l'esistenza. Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L'animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L'uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l'ha reso immortale.
  • 17. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete - avvalendosi del sogno, della fantasia, dell'immaginazione - sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte. Alessio Boni E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi. Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre! Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
  • 18. 15 | 26 aprile 2020 Enfiteatro produzione di Michele Gentile – ITC 2000 presentano Ale e Franz Nel nostro piccolo scritto da Francesco Villa, Alessandro Besentini, Alberto Ferrari e Antonio De Santis regia Alberto Ferrari musicisti Luigi Schiavone, Fabrizio Palermo, Francesco Luppi, Marco Orsi Nel “Nostro piccolo” è un viaggio alla ricerca del nostro punto di partenza, quello che ha mosso la nostra voglia e ricerca di comicità̀. Ma Ridendo. Il racconto di un mondo visto dalla parte di chi ha il coraggio, con le proprie idee, di vedere dentro la vita di ognuno. Raccontare le piccolezze, le sconfitte, le paure che ci accompagnano. Sempre Ridendo. Il coraggio di vivere storie non sempre vincenti. La forza di trasmettere emozioni vere: i fallimenti di una vita, la delusione degli ideali, la conoscenza profonda di sentimenti penetranti, come l’amore. La gioia della vita. Ridendo ovviamente. Ridendo riusciamo a scoprire i nostri difetti. La risata è il nostro veicolo fondamentale per riuscire a parlare di noi senza prenderci troppo sul serio. Nel costruire le tappe di questo percorso ci siamo imbattuti nei nostri punti fermi, che ci hanno, grazie al cielo, condizionato: Giorgio Gaber e Enzo Jannacci. Loro sono stati la scintilla che ci ha permesso di vedere l’uomo come il centro di tutto. Conoscere il suo mondo. Vederlo mentre ci gira intorno. Un mondo, sofferto e gioioso, colorato e grigio, assolato e buio. Ma sempre, e comunque un mondo vero, reale. Senza timori, senza remore. Ci hanno mostrato che chi si muove e vive accanto al nostro fianco, chi cammina nelle strade, chi respira la nostra stessa aria, sono uomini, persone, uguali a noi. Perché un amore andato male è una storia che abbiamo sentito mille volte, e mille volte ancora sentiremo, perché le emozioni non finiscono mai. Tutto questo porteremo con noi, sul palco, quei pensieri, quelle parole, quelle note, in cui c’è anche il punto di partenza, la nostra piccola storia. Il nostro piccolo. E vi racconteremo la fortuna di aver potuto respirare la stessa aria che Gaber e Jannacci respiravano. L’aria di Milano. Di quegli anni. Ma ridendo sempre!!! Nel nostro piccolo.