RASSEGNA STAMPA PER IL NEO AD DEL GRUPPO IMMOBILIARE PRELIOS
«La mission del nuovo management è chiara, e si può condensare in un unico concetto: back to basics . Prelios deve tornare al suo core business, i servizi, ed essere competitiva dal lato dei costi. Abbiamo cinque anni per portare a termine questa missione, uscendo dai business meno redditizi». Sergio Iasi, l'ad di Prelios fresco di nomina (si è insediato lunedì 3 dicembre), spiega per la prima volta i capisaldi della sua strategia. Iasi ha svolto all'inizio la sua carriera nelle tlc, dove è stato assistant to ceo per Canal Plus e poi vicedirettore generale della Rai, infine ha virato sul settore immobiliare, dov'è stato ad di Sansedoni (la società di Mps) e di Silvano Toti Holding.
2. La Repubblica - Affari Finanza - 10/12/2012
Ingresso di Caputi e aumento di
capitale, operazione complessa
Ricapitalizzazione e ristrutturazione del debito sono i due
capisaldi dell'operazione che porterà la Feidos di Massimo Caputi
dentro Prelios. Caputi, che ha il ruolo di partner industriale,
parteciperebbe all'aumento di capitale con 20 milioni, attraverso
un veicolo di nuova costituzione (per 18 milioni), in cui
confluirà anche parte della sottoscrizione cash delle banche
creditici (per altri 50 milioni). Tale veicolo deterrà all'inizio
azioni senza diritto di voto, che dopo tre anni potranno essere
convertite in ordinarie, consentendo a Caputi di assumere un ruolo
di guida. Sui 560 milioni dell'indebitamento, si andrebbe verso
una rimodulazione a 5-6 anni per 250 milioni; i restanti 311
confluiranno in strumenti finanziari quasi-equity della durata di
7-10 anni con possibilità di rimborso parziale prima della
scadenza. Sull'azionariato post-operazione non è ancora possibile
fare ipotesi - a fronte dei 140 milioni di aumento in opzione al
mercato, pur se interamente garantiti - se non che l'attuale patto
di sindacato dovrebbe mantenere un peso simile anche nella nuova
Prelios attraverso la sottoscrizione delle nuove quote.
3. La Repubblica - Affari Finanza - Adriano Bonafede - 10/12/2012
Iasi: "Ecco la mia Prelios usciamo dalla
proprietà ci concentriamo sui servizi"
INTERVISTA AL NEO AD DEL GRUPPO IMMOBILIARE "I NUOVI SOCI CI
CREDONO, LE BANCHE CI CREDONO. E CI HANNO DATO CINQUE ANNI PER IL
TURNAROUND"
«La mission del nuovo management è chiara, e si può condensare in
un unico concetto: back to basics . Prelios deve tornare al suo
core business, i servizi, ed essere competitiva dal lato dei
costi. Abbiamo cinque anni per portare a termine questa missione,
uscendo dai business meno redditizi». Sergio Iasi, l'ad di Prelios
fresco di nomina (si è insediato lunedì 3 dicembre), spiega per la
prima volta i capisaldi della sua strategia. Iasi ha svolto
all'inizio la sua carriera nelle tlc, dove è stato assistant to
ceo per Canal Plus e poi vicedirettore generale della Rai, infine
ha virato sul settore immobiliare, dov'è stato ad di Sansedoni (la
società di Mps) e di Silvano Toti Holding. Perché saranno i
servizi il core business della nuova Prelios? «Perché questa è una
società nata nei servizi. Una società che poi, proprio per
crescere nei servizi, ha accresciuto il portafoglio dei propri
investimenti diretti insieme ad altri partner come Morgan Stanley,
Deutsche Bank, Goldman Sachs ecc. Tutto ciò è avvenuto per il
tramite di circa 200 veicoli, poi ridotti di numero, in cui
Prelios partecipa mediamente per il 25%. Bene, da questi
investimenti dobbiamo uscire». La ragione sembra evidente: è a
questa passata strategia che si deve in gran parte l'indebitamento
di 560 milioni che fa capo a Prelios e che è oggetto del previsto
accordo sulla revisione del debito con l'ingresso del nuovo socio
Feidos. Ma la vendita di questi asset, circa 8 miliardi di cui 2
la quota Prelios, non sembra davvero dietro l'angolo vista la
profonda crisi del settore. «I nuovi e gli attuali soci ci
credono, le banche (l'operazione, subordinata all'approvazione di
creditori e pattisti, prevede la conversione di parte dei loro
crediti in azioni) ci credono. E ci hanno dato cinque anni per
farlo. Un lasso di tempo che consideriamo sufficiente per la
nostra missione: l'Europa non sarà in recessione per sette anni!
Non abbiamo fretta, venderemo quando sarà possibile e utile. Nel
frattempo, razionalizziamo e rilanciamo il nostro core business,
che sono i servizi e che contano su un patrimonio gestito di 11,4
miliardi di euro». E allora parliamo di servizi. Quali sono
esattamente? «I segmenti che già abbiamo e su cui puntiamo per
tornare a crescere, perché questo è il nostro obbiettivo, sono
tre. Abbiamo un'sgr che gestisce circa 4,5 miliardi in una ventina
di fondi d'investimento. Abbiamo una società per il recupero dei
4. crediti inesigibili (cosiddetti non performing loans ), e abbiamo
i servizi specialistici, commerciali e di gestione immobiliare.
Poi c'è la piattaforma di servizi tedesca, che tra l'altro
controlla una delle più qualificate società di gestione di centri
commerciali. Un'esperienza che contiamo di valorizzare anche in
Italia, confrontandoci con i big come LaSalle, Cushman & Wakefield
e Larry Smith». Un attimo. Strana questa storia dei non performing
loans: prima l'ex Pirelli Re ci aveva creduto, poi voleva vendere
la società, ora si cambia di nuovo strategia... «Sì, e le spiego
perché. Sta ritornando alle banche, a causa delle crisi, una massa
di crediti inesigibili con sottostanti gli immobili. Prelios ha
una piattaforma in grado di recuperare i crediti e di gestire i
beni. Sempre gli istituti di credito, insieme alla amministrazioni
pubbliche, potranno offrire a Prelios Sgr, l'altra gamba dei
servizi, l'opportunità di crescere: sono previste molte
dismissioni immobiliari nei prossimi anni e il modo migliore e più
rapido per farlo è impacchettare questi beni in fondi
d'investimento. Puntiamo ad aumentare i nostri asset under
management dai 4,5 miliardi ad almeno 68 nel prossimo triennio. La
terza gamba "buona" sono i servizi di agency, property & project e
facility management, che ben si accoppiano agli altri due in un
tutto armonico». Dunque Prelios dovrebbe diventare una società
concentrata nei soli servizi. Ma perché anni fa si disse che la
diversificazione era invece un bene? «I tempi sono cambiati.
Alcuni anni fa giravano più soldi. Il nuovo modello di business
basato sui servizi richiede certo investimenti per lo sviluppo ma
non paragonabili a quelli di chi acquista immobili». Voi avete
circa 2 miliardi di immobili pro-quota (su 8 totali) da vendere,
di cui 1 in Italia e 1 in G e r m a nia. Venderete anche questi
ultimi? «Certo, e non sarà difficile. Gli immobili che abbiamo
danno un reddito fra il 6 e l'8%, che sul mercato tedesco, così
stabile, è moltissimo. Noi potremmo tenere qualche piccola quota
in cambio dei servizi di gestione. Ma anche in Italia, mi lasci
dire, la situazione non è così negativa. Proprio nei giorni scorsi
abbiamo avuto la visita di un investitore estero che ha un
miliardo da spendere. L'Italia, poi, non è la Spagna, il rischio-
paese sta scemando e i prezzi sono sì scesi ma non crollati». Va
bene, venderete. Ma intanto l'alto debito pressa i conti della
società. «No, aumento di capitale e rimodulazione del debito
costituiscono l'oggetto stesso dell'operazione ora in iter
approvativo, che ipotizza, alla fine, un debito senior ridotto
della metà. Prelios non sarà più un "forced seller": non avrà la
pressione operativa per ripagare il debito e potrà dedicarsi
finalmente al rilancio».
5. Advisor 07/12/2012 pg. 27 ed. N. 12 - dicembre 2012
Prelios passa a Feidos in perdita
Pesano le svalutazioni e gli oneri sui risultati di Prelios,
destinata a finire nell'orbita della cordata organizzata da
Massimo Caputi (netta foto). Il cda ha approvato i dati relativi
ai primi nove mesi che evidenziano un risultato netto negativo per
171 milioni contro i -152,9 milioni dello stesso periodo dell'anno
scorso. Sul dato hanno pesato le svalutazioni immobiliari e del
portafoglio di NPL per oltre 100 milioni. La posizione finanziaria
netta è negativa per 523,6 milioni, mentre il risultato operativo
è negativo per 41,9 milioni. Sul fronte ricavi il gruppo ha
registrato ricavi consolidati pari a 95.8 milioni rispetto ai
121,6 dei primi nove mesi del 2011. Intanto il cda ha approvato la
sottoscrizione di un memorandum of understanding con la Feidos di
Caputi per la realizzazione di un'operazione straordinaria
finalizzata al rafforzamento patrimoniale, al riequilibrio
finanziano e al rilancio industriale di Prelios. L'operazione
delineata prevede una revisione della struttura patrimoniale e
finanziaria complessiva della società basata su due componenti: -
un aumento di capitale per complessivi 185 milioni di euro, di cui
una quota pari ad almeno 100 milioni di euro, da sottoscrivere per
cassa, e la restante quota sottoscritta attraverso eventuale
conversione di parte dei debiti; - una nmodulazione
dell'indebitamento, stimabile in circa 561 milioni di euro
(inclusi gli oneri finanziari al 31 dicembre 2012), a livelli
sostentili, ipotizzati fino a 250 milioni di euro complessivi, e
per la restante quota, mediante conversione in strumenti
partecipativi o quasi-equity. Infine Paolo Bottelli si è dimesso
dalla carica di amministratore delegato e Sergio lasi è stato
cooptato come nuovo consigliere di amministrazione.
6. Borsa & Finanza 07/12/2012 pg. 26 ed. N.967 - 7 dicembre 2012
Prelios, Sergio Iasi nominato ad
Il Cda di Prelios ha nominato il consigliere Sergio Iasi ( foto )
ad della società. Salernitano, 54 anni, Iasi ha ricoperto ruoli di
vertice nel settore delle telecomunicazioni, e ha maturato
un'ampia esperienza nel settore real estate e dei servizi, avendo
tra l'altro gestito come ceo progetti di rilancio aziendale in
società immobiliari. Iasi è stato, tra l'altro, vice dg della Rai
(2002), ad di Sansedoni (dal 2006 al 2009), e ad della Silvano
Toti Hol- ding (gruppo immobiliare-finanziario romano). A seguito
della nomina, Enrico Parazzini lascia la carica di ad finance ed è
nominato vice presidente di Prelios. Parazzini, 68 anni, milanese,
docente universitario e manager (ex Arthur Andersen, Honeywell
Information Systems Italia, Pininfarina Spa, Telecom Italia Media)
avrà l'incarico di seguire il rafforzamento patrimoniale e
finanziario e il rilancio industriale del gruppo.