1. LE GRANDI ESTINZIONI:
Micro storia della terra e della vita
relatore Manlio Suvieiri 1
2. Nascita del sistema solare
L'origine del Sole e del Sistema Solare è legata alla condensazione di una
nube primordiale di gas e polveri come se ne vedono tante nella nostra
galassia.
E' probabile che l'evento che innescò il collasso sia stato esterno alla nube
stessa.
Gli scienziati hanno avanzato l'ipotesi che possa essersi trattato
dell'esplosione di una supernova vicina, cioè di una stella di grande massa
che arrivata alla fine della sua vita esplode, espellendo tutta la sua
atmosfera nello spazio.
La silenziosa onda d'urto avrebbe dato quindi la spinta iniziale alla nube:
così la morte di una stella può generare la nascita di un'altra stella.
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3. Una volta innescato, il collasso si alimenta da solo: si
genera un'attrazione gravitazionale sempre maggiore
che tende a sua volta a raggruppare la massa.
La materia in caduta libera non cade in linea retta
verso il centro, ma vi ruota intorno in spirali sempre
più strette.
La rotazione del Sole e dei pianeti intorno al loro
asse, così come la rivoluzione dei pianeti e degli altri
corpi intorno al Sole, è proprio il residuo di questo
mulinello iniziale.
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5. Nascita dei pianeti
Formata la stella, il materiale restante continuò a ruotare
intorno al centro assottigliandosi in un disco e formò per
urti e successive aggregazioni i pianeti a partire dai
granelli di polvere presenti.
Ancora oggi i corpi maggiori del Sistema Solare ruotano
intorno alla nostra stella su uno stesso piano, chiamato
eclittica.
Gli scienziati sostengono che gli asteroidi, i corpi
ghiacciati e le polveri che popolano il nostro sistema
planetario costituiscano i residui più antichi della sua
formazione, cioè il frutto di aggregazioni primordiali che
non sono riuscite a evolvere in pianeti.
Le loro orbite più inclinate rispetto all’eclittica
testimoniano proprio il fatto che questi corpi sono rimasti
esclusi dal meccanismo di formazione principale lungo il
disco di rotazione.
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6. Quando è avvenuto tutto ciò?
Attraverso misure radiometriche su delle meteoriti alcuni
ricercatori hanno stimato che l'età del sistema solare sia
di circa 4,5 miliardi di anni.
Le più vecchie rocce della Terra sono vecchie circa 3,9
miliardi di anni.
Rocce di questa età sono rare dato che la superficie
terrestre è soggetta ad un continuo rimodellamento
dovuto a erosione, vulcanismo e
movimento delle placche continentali.
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7. Misure dell’età
Nell'universo, spazio significa tempo e viceversa, poiché la
luce non viaggia a velocità infinita: la luce che noi riceviamo
di una galassia lontana, 5 miliardi di anni luce da noi, porta
con sé l'immagine di quella galassia
quale era 5 miliardi
di anni fa
Il parsec (abbreviato in pc) è un' unità di lunghezza usata
in astronomia . Significa "parallasse di un secondo d'arco"
ed è definito come la distanza dalla Terra (o dal Sole ) di
una stella che ha una parallasse annua [1] di 1
secondo d'arco . Il termine fu coniato nel 1913 su
suggerimento dell'astronomo britannico
Herbert Hall Turner . 1 pc corrisponde a 3,263 A.L.
unità astronomica è un' unità di misura pari alla distanza
media tra il pianeta Terra e il Sole . 150 ml DI KM
L'anno luce (al) è un'unità di misura della lunghezza,
definita come la distanza percorsa dalla
radiazione elettromagnetica ( luce ) nel vuoto
nell'intervallo di un anno . Corrisponde 9 461 miliardi di
kilometri o circa 63 241 volte la distanza fra la Terra ed il
Sole relatore Manlio Suvieiri
8. -Eratostene di Cirene intorno al 240 a.e.c. ottiene 12.629 km che è
quasi esattamente il valore del diametro terrestre.
-Ipparco di Nicea, intorno al 150 a.e.c., determinò la distanza fra la
Terra e la Luna utilizzando l’ombra di un’eclissi di luna molto vicino
alla realtà
-Per determinare le distanze di corpi lontani si usa il sistema
cosiddetto della parallasse. Se si tiene il pollice vicino agli occhi e lo
si guarda prima con l'occhio destro (tenendo chiuso il sinistro) e poi
con l'occhio sinistro (tenendo chiuso il destro), lo si vede spostarsi
sullo sfondo della parete lontana. Se ora si pone il pollice un po' più
lontano dagli occhi, e lo si guarda nello stesso modo, si nota ancora
uno spostamento, ma di minore entità.. Dalla Terra è possibile
osservare un corpo celeste da posizioni ce distano al massimo quanto
il diametro terrestre
-Una variabile Cefeide è una stella variabile, notevole per la
correlazione molto stretta tra il periodo di variabilità e la luminosità
stellare assoluta.
Grazie a questa correlazione, e alla grande precisione con cui viene
misurato il periodo pulsazionale, le variabili Cefeidi possono essere
usate come candele standard per determinare con precisione la
distanza degli ammassi globulari e delle galassie in cui sono
contenute.
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9. Nascita della terra
La Terra nacque 5 miliardi di anni fa. A seguito del Big Bang
e della formazione delle galassie, il materiale incandescente
disperso intorno al Sole cominciò ad aggregarsi formando i primi
corpi celesti, tra questi anche la Terra
Col passare del tempo la materia iniziò a raffreddarsi solidificando
e dando luogo a una imponente evaporazione e condensazione da
cui si originarono gli oceani.
Circa 3,5 miliardi di anni fa la Terra era già un corpo celeste
formato prevalentemente da azoto, carbonio e idrogeno
In seguito all'azione di diversi fattori, dell'elettricità e degli elementi
chimici fecero la comparsa gli amminoacidi e, dalla loro
aggregazione, le proteine.
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10. Nascita della vita
Da questi primi composti organici nacquero le prime forme di
vita . I processi chimici che la generarono sono ancora oggetto
d'indagine scientifica.
I primi organismi viventi elementari furono i batteri, le spugne e le
alghe azzurre. Il loro nutrimento era basato essenzialmente sulla
fotosintesi clorofilliana, un processo che iniziò a sottrarre carbonio
dall'atmosfera rilasciando al suo posto l'ossigeno nelle acque
oceaniche
L'atmosfera planetaria si arricchì man mano d'ossigeno e le prime
forme di vita vegetale iniziarono ad uscire dall'acqua per colonizzare
la terra ferma. La vita si diversificò in milioni di modi e di forme,
dapprima invertebrate e successivamente anche vertebrate. La
selezione naturale fece il suo corso facendo nascere, estinguere ed
evolvere le specie dominanti.
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11. Al congresso europeo di Scienza planetaria che si è
tenuto in ottobre 2012 a Madrid, un gruppo di astrofisici ha
illustrato la teoria sulla nascita della vita, microorganismi
trasportati sulla Terra da frammenti di meteoriti provenienti da
altri pianeti possono essere stati il germe primigenio della vita sul
nostro pianeta.
Usano un termine lungo e complesso, ma che cattura
l’immaginazione: litopanspermia. Ovvero la disseminazione
ovunque nello spazio di spore di vita trasportate da rocce».
L'origine della vita sulla Terra è databile entro un periodo
compreso tra i 4,4 miliardi di anni fa, quando l'acqua allo stato
liquido comparve sulla superficie terrestre, e i 2,7 miliardi di anni fa
quando la prima incontrovertibile evidenza della vita è verificata
da isotopi stabili e biomarcatori molecolari che mostrano l'attività di
fotosintesi.
Il processo evolutivo che ha portato alla formazione di un
sistema complesso e organizzato (ovvero il primo essere vivente) a
partire dal mondo prebiotico è durato centinaia di milioni d'anni, ed è
avvenuto attraverso tappe successive di eventi che, dopo un numero
elevato di tentativi e grazie all'intervento della selezione naturale,
hanno portato a sistemi progressivamente più complessi.
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12.
Le ere geologiche
Archeozonica o Precambriana (da 3500 a 600 milioni di anni fa). Fecero la prima
comparsa gli organismi viventi sotto forma di spugne, batteri e alghe .
Questa Era si suddivide in due periodi: Archeano e Algonchiano.
Primaria o Paleozoica (da 600 a 220 milioni di anni fa). Iniziarono a formarsi i
coralli e le felci . Questa Era è composta da diversi periodi: Cambriano,
Ordoviciano, Siluriano, Devoniano, Carbonifero, Permiano.
Secondaria o Mesozoica (da 220 a 70 milioni di anni fa). Comparvero le forme di
vita distinte in nuove specie: quella dei sauri, degli insetti. Si diffusero le
prime conifere . Questa Era si distingue in tre periodi: Triassico, Giurassico e
Cretacico.
Terziaria o Cenozoica (da 70 a 1 milione di anni fa). Scomparvero i Sauri e la
Terra fu colonizzata dall'evoluzione delle specie minori: pesci, fiori, rettili,
mammiferi, uccelli. Questa Era si suddivide in due periodi: Paleogene e Neogene
Quaternaria o Neozoica (da 1 milione di anni fa fino ad oggi). L'evoluzione umana
compie notevoli passi in avanti con la comparsa dell'Homo Sapiens, e del
Sapiens Sapiens. Scomparvero altre specie come quella di Neanderthal .
Questa Era si suddivide in due periodi: Pleistocene e Olocene
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14. Nascita dell’uomo
La nascita dell'uomo sulla Terra risale a 250-500 mila anni fa ( mezzo milione di anni
fa). E' comunque difficile dare una data precisa. L'evoluzione dell'uomo dai primi ominidi è
un processo continuo, avvenuto prevalentemente in Africa in regioni e periodi diversi. Gran
parte dell'evoluzione dell'uomo si svolge nella preistoria, in condizioni ambientali del tutto
critiche e durante i periodi di glaciazione del globo. I primi uomini hanno imparato a
superare le difficoltà dell'ambiente e della natura, servendosi di strumenti e dell'ingegno .
Sin da quando Charles Darwin formulò la sua teoria sulle origine delle specie viventi, si è
cercato di ricostruire la linea evolutiva che portò all'uomo. I numerosi ritrovamenti fossili
avvenuti negli ultimi tempi hanno permesso ai paleontologi di risalire fino alla comparsa dei
primi ominidi; ma resta ancora da fissare il termine cronologico per la comparsa del nostro
più antico progenitore e da individuare l'anello che collega i primi ominidi alla catena
evolutiva precedente. La ricerca paleontologica è tuttora in evoluzione e non si esclude
che nuove scoperte possano portare alla formulazione di diverse teorie. Fino a non molti
anni fa si riteneva che il più antico antenato dell'uomo fosse il Ramapiteco , una scimmia
antropomorfa che circa 12-11 milioni di anni fa scese dagli alberi per vivere al suolo, in
seguito alla comparsa delle savane al posto delle foreste tropicali.
I primi resti fossili attribuibili ad un progenitore dell'uomo sono stati trovati in Etiopia, nella
valle di Hadur, datati a circa 4 milioni di anni fa. Si tratta di un individuo di sesso femminile,
battezzato Lucy dallo scopritore, appartenente al genere Australopitecus afarensis
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15. ESTINZIONI
Ogni milione di anni, normalmente si estinguono
da 2 a 5 famiglie biologiche di invertebrati marini
e vertebrati che rappresenta il tasso di
estinzione
L’estinzione di massa (dalla descrizione
dell'evento più caratteristico e disastroso), è un
periodo geologicamente breve durante il quale vi
è un massiccio sovvertimento dell'ecosistema
terrestre, con scomparsa di un grande numero di
specie viventi e sopravvivenza di altre che
divengono dominanti.
relatore Manlio Suvieiri
16. Le grandi estinzioni
negli ultimi 500 milioni di anni, cioè dalla presumibile nascita dell’uomo,
un’importante percentuale delle specie che popolavano la terra (tra il 50 e il
90 per cento) è scomparsa in un lasso di tempo molto breve dal punto di
vista geologico.
Nonostante la loro portata catastrofica, le grandi estinzioni sgombrano la
strada alla comparsa di nuove forme di vita.
I dinosauri apparvero in seguito a una delle più gravi estinzioni di massa
mai verificatasi sulla Terra, quella avvenuta circa 250 milioni di anni fa, al
passaggio dal Permiano al Triassico.
L’estinzione di massa più studiata, quella avvenuta alla fine del Cretaceo,
65 milioni di anni fa, ha segnato la fine dei dinosauri e creato le condizioni
per una rapida evoluzione e diversificazione dei mammiferi.
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17. Ordoviciano-Siluriano (circa 450
milioni di anni fa)
In un periodo di tempo di pochi milioni di anni, probabilmente a causa di imponenti
glaciazioni, il livello marino si abbassò drasticamente causando l'estinzione
di molte specie marine, in particolare quelle residenti nei fondali bassi e
nelle acque calde.
- Depositi glaciali di questo periodo sono stati trovati persino in prossimità
dell'Equatore, nel deserto del Sahara, suggerendo un drastico raffreddamento del
clima mondiale.
- Si pensa infatti che, a causa della deriva dei continenti , il supercontinente
Gondwana , transitando vicino al Polo Sud , abbia causato una prolungata
glaciazione. Gli impulsi glaciali furono almeno due, separati tra loro da circa 500.000-
1.000.000 di anni, durante i quali il livello del mare risalì rapidamente.
- Si stima che l'estinzione abbia riguardato circa l'85% delle specie allora
esistenti tra invertebrati e pesci primitivi.
Secondo una recente ipotesi, avanzata da Prof. Adrian L. Melott dell'
Università del Kansas, questa estinzione di massa sarebbe stata causata da lampi di
raggi gamma dovuti all'esplosione di una supernova relativamente "vicina"
(qualche migliaio di anni luce) particolarmente massiccia, che avrebbe causato
gravissimi squilibri nella catena alimentare e nel clima
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20. Devoniano (circa 377 milioni di anni fa)
In questo periodo si verificò un'estinzione di
massa che interessò una percentuale stimata in
circa l'82% delle specie viventi. Anche se
alcuni ricercatori suggeriscono come
causa dell'estinzione alcuni impatti
asteroidali , non dovrebbe essersi trattato di un
evento improvviso in quanto le estinzioni si
svilupparono durante un periodo di circa 3
milioni di anni. In Brasile sono stati trovati
depositi glaciali relativi a questo periodo.
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21. Permiano-Triassico (circa 251 milioni di anni
fa)
Si tratta sicuramente dell'estinzione di massa più catastrofica di tutti i tempi.
Circa il 96% delle specie animali marine si estinse e
complessivamente scomparve il 50% delle famiglie animali esistenti.
Secondo alcuni ricercatori questa estinzione avvenne in un periodo
rapidissimo, secondo altri invece si sono verificati tre o più episodi durante
un periodo di tempo di circa 3 milioni di anni.
Nel sottosuolo australiano è stato scoperto recentemente un antico cratere
da impatto, largo circa 120 chilometri, che risale all'epoca della grande
estinzione. .
Alcuni scienziati sono convinti che a provocare l'estinzione sia stato un
episodio di vulcanismo intenso che si è verificato proprio 250 milioni di anni
fa. Infatti a Norilsk in Siberia è stata individuata un'enorme colata di basalto,
spessa 4 km e ampia 2,5 milioni di km².
Recentemente, (2006 il satellite Grace Nasa) ha fornito una prova all'ipotesi
del meteorite che avrebbe provocato l'estinzione scoprendo l'enorme
cratere della Terra di Wilkes di 450 km di diametro rilevato in Antartide e
risalente proprio, secondo gli esperti, a 250 milioni di anni fa.
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22. Triassico-Giurassico (circa 203 milioni
di anni fa)
Al termine del Triassico, la temperatura salì di circa 5 gradi Celsius
e si estinse circa il 76% delle specie viventi, tra le quali la quasi
totalità dei terapsidi (rettili particolari, precursori dei
mammiferi ) e molti anfibi primitivi , e l'84% dei bivalvi . Tra le
cause proposte per spiegare questa estinzione, oltre a
impatti di corpi extraterrestri , ricordiamo variazioni climatiche
verso una crescente aridità, variazioni del livello del mare
e diffusa anossia ( mancanza di ossigeno) dei fondi marini a causa
della divisione di Pangea o,
Un’ultima ipotesi in ordine di tempo, il rilascio di grandi quantità di
metano dal fondo degli oceani, Nel corso dei successivi 150.000
anni, il riscaldamento globale del pianeta ha provocato un
aumento dell'erosione delle rocce sulla superficie terrestre
di almeno un 400%, causando reazioni chimiche che consumarono
il biossido di carbonio in eccesso ponendo fine al riscaldamento
globale.
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23. Cretaceo-Terziario (circa 66 milioni di
anni fa)
l'estinzione di circa il 76% di tutte le specie viventi, compresi i dinosauri
La causa di questa estinzione rimase un mistero a cui si diedero le spiegazioni più
diverse e assurde, finché, nel 1980, il premio Nobel per la chimica
Luis Alvarez , suo figlio Walter e Frank Asaro misurarono in alcuni livelli
geologici risalenti al limite K-T (abbreviazione per Cretaceo-Terziario),
campionati vicino a Gubbio , la presenza di una concentrazione insolita di
iridio , un elemento chimico piuttosto raro sulla Terra, ma comune nelle meteoriti. Si
avanzò pertanto l'ipotesi che l'estinzione di massa fosse stata provocata dall'urto con
un meteorite.
È stata scoperta recentemente (inizi anni 90) un'enorme struttura circolare
sotterranea situata nella penisola dello Yucatan , vicino alla città di Puerto
Chicxulub presso Mérida. Lo studio su questo cratere ha portato alla conclusione che
il meteorite che avrebbe colpito la Terra alla velocità stimata di 30 km/s ,
avrebbe avuto un diametro di almeno 10 km e avrebbe liberato un'energia pari a
10.000 volte quella generabile da tutto l'arsenale nucleare ai tempi della guerra
fredda.
Un'altra possibile struttura candidata a essere la testimonianza dell'impatto di un
corpo celeste con la terra, provocando l'estinzione di fine cretaceo è il
cratere di Shiva, oggi localizzato sul fondo dell'oceano Indiano, a ovest di Mumbai. Il
suo cratere, dal diametro di circa 500 km, sarebbe stato prodotto da un meteorite
avente un diametro di circa 40 km.
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24. Fino ad oggi si considerano dunque cinque grandi
estinzioni di massa (chiamate anche big five ),
intervallate l'un l'altra rispettivamente da circa 69,
124, 71 e 115 milioni di anni.
Oltre alle cinque grandi estinzioni vi sono stati
periodi in cui si sono verificate estinzioni di minore
entità. Tra le piccole estinzioni si possono
annoverare quelle avvenute 2, 11, 35-39, 90-95
e 170 milioni di anni fa. Per spiegare queste
estinzioni sono state proposte diverse ipotesi.
relatore Manlio Suvieiri
25. Ipotesi sono allo studio per spiegare queste
estinzioni
Una prima suggerisce un ciclo di piccole estinzioni ogni
26 -30 milioni di anni. È difficile datare accuratamente i
fossili al fine di produrre risultati affidabili, ma molti studi
di questa ipotetica periodicità suggeriscono che altre
estinzioni minori sono state separate da periodi di tempo
di solo 10 milioni di anni.
Una seconda suggerisce invece che il ciclo di estinzioni
sia stato causato da una non ancora osservata
stella binaria compagna del Sole chiamata Nemesis .
Essa, periodicamente, influirebbe sulla Nube di Oort
causando la deviazione di diverse centinaia o migliaia di
asteroidi e comete verso il Sole (e di conseguenza verso
la Terra ) una volta ogni 26 milioni di anni.
Una terza, nota come ipotesi di Shiva , suggerisce che
l'oscillazione del sistema solare attraverso il piano
galattico provochi come risultato un anomalo e intenso
flusso cometario.
relatore Manlio Suvieiri
26. Altre ipotesi
Una quarta prevede un periodico e intensissimo vulcanismo
su scala planetaria, durante il quale rocce gigantesche verrebbero
lanciate su di una traiettoria sub orbitale. Le conseguenze degli
impatti sarebbero molto simili agli effetti degli impatti di asteroidi.
Una quinta, che in parte può essere ricondotta alla quarta, prevede
che a seguito di un periodo di intenso vulcanismo la percentuale
di anidride carbonica presente in atmosfera possa
aumentare velocemente, sfavorendo l’assorbimento di ossigeno
da parte dei mari. Microrganismi marini produttori di acido solfidrico
normalmente abitano in prossimità del chemioclino (zona di
equilibrio tra acque sature d’acido e ricche d’ossigeno). Una
riduzione dell'assorbimento dell'ossigeno nell'oceano conduce a un
innalzamento del chemioclino.
Secondo un studio pubblicato su Le scienze, se la percentuale di
anidride carbonica presente in atmosfera raggiunse un valore limite,
stimato intorno alle 1000 ppm, il chemioclino potrebbe raggiungere
la superficie dell'oceano, rendendo anossico il mare e liberando
tremende bolle di gas venefico su tutto il pianeta. Il gas avrebbe
effetti deleteri anche sullo scudo dell’ozono, favorendo la distruzione
del fitoplancton che è alla base della catena alimentare.
relatore Manlio Suvieiri
27. Sotto il mare, nel mistero dei buchi
blu
Acqua, acido solfidrico e nessuna forma
di vita, TOSSICITA' In profondità un
ambiente infernale L' ORIGINE
Variazioni di clima ai tempi delle
glaciazioni Si tratta di cavità sommerse
di origine carsica.
Un terribile effetto serra provocato da
colossali eruzioni vulcaniche, o da impatti di
meteoriti che portarono la CO2 a livelli record,
Diminuendo l’ossigeno dell’acqua. L’anossia
Destabilizzò il chemioclino,(confine che separa
Le acque ossigenate da quelle ricche di acido
solfidrico H2S prodotto dai batteri anaerobi del
fondo.) L’H2S risalito in superficie fece
proliferare i batteri anaerobi soffocando la vita
Basata sulla respirazione.
relatore Manlio Suvieiri
28. Metodi di datazione
Il metodo del 14C permette di datare materiali di origine organica (ossa, legno,
fibre tessili, semi, carboni di legno, ...) si tratta di una datazione assoluta, vale a dire
in anni calendariali, ed è utilizzabile per materiali di età compresa tra i 50.000 e i 100
anni. La sua principale utilizzazione è in archeologia per datare i reperti costituiti da
materia organica, quindi contenenti atomi di carbonio. (14C). è un isotopo radioattivo
che si trasforma per decadimento in azoto con un tempo di dimezzamento medio (o
emivita) di 5730 anni,
Radiometrico, si basa sulla misura della radioattività residua di rocce e
di fossili
Argo-argo Il metodo di datazione argo-argo è stato largamente usato
per determinare l’età delle rocce, anche di quelle risalenti a miliardi di
anni fa Come risultato, la tecnica argo/argo fornisce attualmente la più precisa
datazione assoluta per molti eventi geologici, dalle eruzioni vulcaniche ai terremoti
fino all’estinzione dei dinosauri e di molti altri organismi. L’importanza della tecnica
argo/argo risiede nel fatto che essa è l’unica in grado di coprire quasi l’intera storia
naturale della Terra
Datazione Uranio-Piombo Datazione Samario-Neodimio
Datazione Potassio-Argon Datazione Rubidio-Stronzio
Datazioni con radionuclidi estinti Etc etc
relatore Manlio Suvieiri
29. Giove protegge la terra
corpi minori del sistema Solare vagano attorno al Sole, riuniti in gruppi, a
volte scontrandosi fra loro. Sono gli asteroidi, le meteoriti e le
comete , ce ne sono migliaia e migliaia nel Sistema Solare.
Un asteroide è un corpo celeste roccioso le cui dimensioni possono variare
fra pochi metri e diverse centinaia di Km. Sono considerati i resti della
formazione del Sistema Solare. Molti asteroidi orbitano attorno al Sole in
una regione compresa fra le orbite di Marte e di Giove . Questa
"fascia" di asteroidi segue un percorso ellittico e orbita intorno al Sole nella
stessa direzione dei pianeti. Un asteroide della fascia impiega fra i tre e i
sei anni terrestri a completare una rivoluzione attorno al Sole.
Un asteroide è anche in grado di urtare un pianeta, creando sulla sua
superficie un cratere d'impatto
Il pianeta gigante Giove esercita sugli asteroidi della fascia la propria forza
gravitazionale, evitando che questi attratti dal Sole cadano verso e
colpiscano i pianeti interni. La presenza di Giove protegge Mercurio,
Venere, la Terra e Marte da collisioni ripetute con gli asteroidi !
relatore Manlio Suvieiri
30. La terra come la luna
La faccia nascosta della luna è piena di
crateri, quella che vediamo molto meno,
perché la terra si è presa gli impatti
destinati alla luna, essendo di massa
molto maggiore
La terra i suoi crateri li ha quasi tutti
cancellati, con l’atmosfera e l’erosione
altrimenti ne sarebbe piena
relatore Manlio Suvieiri
31. meteoriti
Ogni anno la Terra è bombardata da almeno 100-150
mila tonnellate di detriti naturali provenienti dallo spazio.
Per la maggior parte si tratta di granuli di dimensioni
ridotte che bruciano per attrito attraversando l’atmosfera
e quindi arrivano a terra sotto forma di pulviscolo.
In qualche caso però si tratta di corpi abbastanza grandi
da non venire completamente ridotti in polvere nel
passaggio attraverso lo strato d’aria che avvolge il
pianeta prima che essi raggiungano la sua superficie con
un violento impatto. Queste sono le meteoriti vere e
proprie, alcune delle quali (una decina all’anno) vengono
ritrovate e studiate.
relatore Manlio Suvieiri
34. Cadute recenti di meteoriti
Il meteorite è ciò che rimane dopo l'ablazione atmosferica di un
meteoroide (cioè "piccolo" asteroide)
La scia luminosa chiamata meteora, bolide o stella cadente
meteorite si intende un corpo di natura non artificiale ed extraterrestre e
alcuni provengono dalla Luna e da Marte
30 giugno 1908: alle 7,15 ora locale, un corpo di origine cosmica esplose
nei cieli della Siberia centrale nei pressi del fiume Tunguska Pietrosa nei
pressi del fiume Tunguska. Un’area di 2000 chilometri quadrati fu distrutta e
milioni di alberi presero fuoco. Se l’evento fosse avvenuto alle ore 11 e non
alle 7,15, per effetto della rotazione della Terra, la grande esplosione
avrebbe distrutto la città di Leningrado (ora San Pietroburgo), cambiando
con ciò sicuramente il corso della storia.
Luglio 2011 Marocco: La caduta era stata avvistata ma poi sono occorsi
mesi per raccoglierli e collegarli all’evento di cui erano stati testimoni anche
numerosi turisti La conferma arriva ora dalla Nasa che li ha esaminati in
questi mesi giungendo all’interessante conclusione Il lavoro non è stato
facile e ha coinvolto specialisti di varie discipline e università americane
oltre a quelli dell’ente spaziale ma il risultato è inequivocabile si tratta di
rocce provenienti da Marte. I diversi frammenti pesano complessivamente
6,8 chilogrammi e il pezzo più consistente è di 907 grammi. L’ultima volta
accadde nel 1962 e allora il bottino era stato più consistente raggiungendo
i 108 chilogrammi.
relatore Manlio Suvieiri
35. UN TOUR TRA I CRATERI
Sulla terra attualmente le strutture da impatto riconosciute come tali sono
oltre 200, ma ogni anno nuovi candidati si aggiungono alla lista, in paziente
attesa della definitiva consacrazione una volta che le indagini fisiche e
chimiche abbiano fornito ai ricercatori elementi sufficienti a stabilirne l'esatta
natura.
Una conferma della loro origine porterebbe a dover riconoscere, se ancora ce
ne fosse bisogno, che l'elenco dei crateri terrestri da impatto è ancora ben
lontano dall'essere completo!
relatore Manlio Suvieiri
36. Barringer Meteor Crater, Arizona 35°02'N, 111°01'W; 49.000 anni
Il Meteor Crater è stato il primo cratere meteoritico terrestre di cui si
sia accertata l'origine . Si presume che il meteorite sia arrivato da nord
ad una velocità di circa 70.000 km/h; Ovviamente l'impatto è stato
devastante, in quanto l'energia sviluppata è stata l'equivalente a
quattro volte la bomba di Hiroshima. Il cratere ha attualmente un
diametro di circa 1.200 metri, con un bordo rialzato irregolare che
arriva fino ad un'altezza di 45 metri rispetto al terreno circostante ed
una profondità di circa 170 metri (sufficiente per poter contenere un
edificio di 60 piani): queste dimensioni non sono quelle originarie, in
quanto esse sono variate col riassestamento del terreno.
relatore Manlio Suvieiri
37. Manicouagan, Quebec, Canada
51°23'N, 68°42'W; ~100 kilometers (62 miles); age: 212 +-
1 million years
Ha un diametro di 100 km
E un’età di 212 milioni di
anni Con errore di 1
milione di anni
La struttura di impatto
Manicouagan è il quinto
cratere più grande da
impatto ancora conservati
sulla superficie della Terra.
diametro originale del
cerchio di circa 100
chilometri ora è un lago
ghiacciato con un’isola al
centro.
relatore Manlio Suvieiri
38. Arkenu 1 e 2 Con il termine Arkenu
(dal vicino monte
Jebel Arkenu)
si indicano due
strutture geologiche
presenti nel sud-est
del deserto libico
che si ritiene siano il
frutto dell'impatto di
due meteoriti, Esse
mostrano un anello di
rispettivamente
10 km e 6,8 km.
Venne identificata
esaminando foto
scattate da satelliti.
Queste strutture sono
il risultato di un
doppio impatto
avvenuto
simultaneamente
circa 140 milioni di
anni fa.
relatore Manlio Suvieiri
39. Gebel Dalma è un cratere d'impatto situato nella Libia. Il suo diametro misura
circa 2 km e la sua età è stimata a meno di 120 milioni di anni (periodo
Cretaceo). Il cratere è noto anche come BP Structure , visto che venne
scoprerto dai geologi della British Petroleum. Il cratere si trova in superficie.
relatore Manlio Suvieiri
40. Aorounga è un cratere nel centro nord del Ciad nel deserto del Sahara. La
struttura, molto erosa, un cratere meteoritico formatosi tra la fine del
devoniano e l'inizio del carbonifero tra 370 e 345 milioni di anni fa con un
diametro di 12,6 km. Recenti studi, con immagini dal satellite ottenute con
la tecnologia del Radar ad apertura sintetica, hanno individuato altre due
formazioni geologiche poste in sequenza, che fanno pensare ad un impatto
multiplo. Queste immagini fanno supporre che la cometa o l'asteroide, che
colpì la regione, nella sua fase terminale si divise in tre pezzi, provocando
questa sequenza
relatore Manlio Suvieiri
41. Cratere di Chicxulub
Cratere di Chicxulub è un antico cratere da impatto sepolto sotto la
penisola dello Yucatan, con il suo centro localizzato
approssimativamente vicino al paese di Chicxulub, nel Messico.
Le ricerche suggeriscono che questa struttura d'impatto può datarsi a
circa 65 milioni di anni fa, determinando il passaggio tra il periodo
Cretacico e quello detto Paleogene.
Il diametro stimato dalle ricerche terminate nel 2010 del meteorite è
di 12 km (paragonabile per dimensioni a Deimos satellite di Marte),
equivalente alla detonazione di una potenza esplosiva di 190.000
gigatoni di TNT, nell'impatto.
L'impatto provocò uno tsunami gigante che si sparse a cerchi
concentrici in tutte le direzioni. L'emissione di polvere e particelle
provocò cambi climatici simili all'inverno nucleare, che probabilmente
vide la superficie della Terra totalmente coperta da una nube di
polvere per molti anni.
Questo calcolo dei tempi è in armonia con la teoria postulata dal fisico
Luis Alvarez e da suo figlio Walter, un geologo, per spiegare
l'estinzione dei dinosauri.
relatore Manlio Suvieiri
43. Il cratere Vredefort è il secondo più grande cratere meteoritico
sulla Terra . Ha un diametro di circa 300 km ed è situato nella
provincia sudafricana di Free State . Deriva il suo nome dalla
cittadina di Vredefort , che si è sviluppata vicino al suo centro. Il
sito è noto anche con il nome di Vredefort dome o Punto d'impatto
Vredefort.
L'asteroide che colpì Vredefort è
uno dei più grandi che abbia mai
colpito il pianeta Terra, il suo
diametro è stimato in oltre 10 km,
nonostante molti credano che la
dimensione originale d'impatto
superasse i 250 km, o addirittura
oltre. Si stima che l'impatto sia
avvenuto oltre 2 miliardi d'anni fa
(2023 ± 4 milioni di anni) durante
il paleoproterozoico. È il secondo
cratere più antico visibile sulla
superficie terrestre, ben maggiore
come età del più giovane cratere
esistente.
relatore Manlio Suvieiri
44. Una cicatrice vecchia tre miliardi di anni
-una compagnia mineraria canadese, a caccia di riserve di nichel e
platino, la prima a dare credito a una squadra di scienziati che
sosteneva d’aver individuato, sotto alle rocce della Groenlandia, i
segni del più antico cratere da impatto mai scoperto:
-3 miliardi di anni. Ora, dopo tre anni d’indagine serrata, arriva
finalmente la convalida. (giugno 2012) A tenere il giudizio degli
scienziati sospeso così a lungo, non solo l’improbabilità d’un
ritrovamento risalente a un’epoca così remota, ma anche la difficoltà
a individuarne le tracce. Perché se è vero che la maggior parte dei
crateri lunari, pur perfettamente visibili, s’è formata a seguito
d’impatti con asteroidi e comete risalenti a 3-4 miliardi d’anni fa,
sulla Terra la situazione è ben diversa. Nel corso di 3 miliardi di anni
che ci separano dall’evento, i processi d’erosione attivi sul nostro
pianeta hanno “scavato” in profondità, rimuovendo fino a 25 km di
crosta rispetto a quella che era la superficie rocciosa dell’epoca. Ma
l’impatto dev’essere stato talmente violento che l’onda d’urto che ne
è seguita è penetrata così a fondo – come mai nessun altro cratere
conosciuto, affermano gli scienziati – da lasciare comunque una
traccia
relatore Manlio Suvieiri
45. Cosa sta succedendo ora?
Il 23 marzo 1989 la Terra ha evitato per un soffio un
grosso pericolo: un meteorite, con un diametro di circa
un kilometro, è passato ad una distanza pari a poco più
del doppio di quella che ci separa dal nostro satellite
naturale.
Se però precipitasse sul nostro pianeta un corpo celeste
simile a quello che ha colpito Giove nel luglio del 1994 e
anche qualche mese fa il nostro destino potrebbe essere
analogo a quello dei dinosauri, i quali si estinsero 65
milioni di anni fa probabilmente proprio in seguito alla
collisione di un meteorite di grosse dimensioni con la
nostra Terra.
relatore Manlio Suvieiri
47. e…..sulla terra?
La maggior parte degli scienziati legge nelle
attuali condizioni ambientali la minaccia di una
sesta estinzione di massa.
Se così fosse, si tratterebbe dell’estinzione più
veloce nella storia della Terra, la cui
responsabilità sarebbe interamente
riconducibile all'uomo.
Per il 2100, si prevede che le attività umane
d’inquinamento, di disboscamento, e
l’esaurimento delle risorse, avranno eliminato
oltre la metà delle specie animali, marine e
terrestri .
relatore Manlio Suvieiri
48. Quello che il bruco chiama fine del
mondo, il resto del mondo chiama
farfalla.
Lao Tzu, Tao Te Ching, V sec. a.e.c.
FINE
relatore Manlio Suvieiri