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Roma, 19 giugno 2020
Indice
Premessa 3
1. Le prospettive dei giovani al primo lavoro 4
2. Le proposte per i policy maker 9
Gli esperti consultati 15
Il curatore 20
2
Ringraziamenti
Una ricerca condotta come questa, in pochissimo tempo, durante una pandemia, rivolgendosi a
persone che hanno proseguito in gran parte la propria attività in condizioni logistiche tutt’altro
che semplici, non può che aprirsi con un sentito ringraziamento alle venti persone che hanno
avuto la disponibilità e la pazienza di rispondere a due questionari, non lunghi ma intellettual-
mente impegnativi, anche perché chiedevano di misurarsi con la previsione in un periodo di
forte incertezza e al tempo stesso con la proposta, se possibile anche inedita, in una fase storica
in cui i governi si sono inaspettatamente messi a fare tante cose, anche inedite (più o meno ri-
uscite, ma questo è un altro discorso). Un sentito grazie, dunque, a Claudio Biestro, Gabriele
Blasutig, Dario Cera, Andrea Ciarini, Silvia Ciucciovino, Giorgio Coraggioso, Antonio Feb-
braio, Giovanna Fullin, Ornella Giambalvo, Sonia Malaspina, Alfonso Orfanelli, Layla Pavo-
ne, Stefano Pozzi, Maria Letizia Pruna, Lorenzo Rocco, Alessandro Rosina, Sara Testino, Gior-
gio Ventre, Gianfranco Viesti e Roberto Zecchino.
Nella composizione del panel, però, ho avuto bisogno di molti altri aiuti. Se una parte degli
Esperti interpellati sono persone conosciute ed amiche, per individuare buona parte degli altri
ho dovuto svolgere un’attività esplorativa intensa e rapida, durante la quale mi hanno offerto
suggerimenti, interessamento e contatti Luca Bragoli, Francesca Chialà, Vanni Codeluppi, Ro-
berto Grandinetti, Concetta Lattanzio, Wiliams Landolfi, Francesca Magni, Antonio Perdichiz-
zi, Massimo Plescia, Francesca Portincasa, Cristina Sottotetti, Michele Tripaldi, Luca Vignaga,
Assunta Viteritti e nuovamente Roberto Zecchino. Anche a loro sono molto grato per il suppor-
to.
3
Premessa
La ricerca qui riportata nasce da una riflessione condotta nel periodo della quarantena generaliz-
zata, dovuta alla pandemia di Covid-19. Conducendo una serie di colloqui e brevi interviste,
ascoltando una lunga serie di webinar in cui intervenivano manager e osservatori della realtà
economica e sociale italiana, mi è sembrato importante focalizzare, in un’analisi rapida ma ba-
sata su un adeguato ventaglio di diversi e autorevoli punti di vista, le prospettive del mercato del
lavoro successive all’emergenza sanitaria. Era infatti evidente che, con la ripartenza
dell’economia – allora ancora del tutto imprecisata nei termini temporali – sarebbe emerso un
impatto occupazionale, di cui in quel momento (ma in effetti anche oggi) si avevano solo alcuni
parziali segnali. Già nelle settimane passate era evidente che una parte di tale impatto sarebbe
stata attutita dagli aiuti messi a disposizione delle imprese da parte del Governo.
L’ipotesi, confermata da molte delle voci ascoltate in quel periodo, era che per un insieme di
fattori (dipendenza dagli aiuti, pressioni sindacali, atteggiamenti di responsabilità sociale assunti
da numerose grandi imprese), una parte almeno dei lavori esistenti alla vigilia della pandemia
sarebbe stata “protetta” dagli impatti della recessione. La conseguenza di questo ragionamento
era che una delle condizioni più svantaggiate nel breve termine avrebbe potuto essere quella dei
giovani in ingresso nel mercato del lavoro. Anche le imprese meno colpite dal lockdown, infatti,
cercando di mantenere gli occupati pregressi, si sarebbero trovate costrette ad azzerare o quasi
le assunzioni.
L’ipotesi da cui sono partito, dunque, è che per i giovani (diplomati o laureati) in ingresso nel
mercato del lavoro nel 2020, nel 2021, e forse anche in anni successivi, la situazione lavorativa
post-pandemia si presenti in modo assai più sfavorevole di quella, già tutt’altro che eccellente,
vissuta dalle coorti di giovani affacciatisi al mondo del lavoro negli anni passati. In tal senso va
anche considerato che l’opzione di andare a cercare all’estero le occasioni mancanti in Italia sa-
rà anch’essa praticamente azzerata.
L’idea del progetto è stata dunque quella di:
• analizzare i termini di quest’impatto, chiedendosi quali percorsi di studi saranno più svan-
taggiati, quali comparti economici saranno più chiusi ai giovani in ingresso, quali aree terri-
toriali soffriranno di più;
• formulare proposte di policy, per evitare che un patrimonio di capitale umano venga disperso
e svalorizzato per un periodo forse pluriennale e che i percorsi di vita di tanti giovani risulti-
no gravemente indeboliti.
Analisi e proposti sono state elaborate utilizzando un “Instant Delphi”, ovvero una versione ri-
dotta ma rigorosa, della più affidabile metodologia previsionale utilizzata a livello internazio-
nale. Come Esperti di questa ricerca sono stati coinvolti dieci autorevoli esponenti delle univer-
sità italiane e altrettanti qualificati manager, quasi tutti direttori delle Risorse Umane di imprese
operanti nel Paese. Gli Esperti sono stati consultati in due fasi: dapprima per raccogliere le loro
idee, espresse in forma molto sintetica; successivamente chiedendo a tutti loro di valutare le
idee stesse una per una, valutandone la credibilità. Nella valutazione delle idee, nessuno di loro
sapeva chi avesse formulato le diverse ipotesi, cosicché la valutazione non è stata influenzata da
alcun pregiudizio, positivo o negativo, derivante dalla reputazione o dall’appartenenza degli al-
tri Esperti. Il risultato dell’ideazione e della successiva selezione (condotta con il criterio della
maggioranza qualificata) è il rapporto presentato qui di seguito.
L’esecuzione di questo progetto è stata molto rapida (iniziata il 30 aprile, si è conclusa il 31
maggio), poiché l’obiettivo era di formulare una buona lista di proposte in tempo per l’avvio
della “fase tre”, in modo da poter stimolare il più possibile un dibattito pubblico sul tema e far
arrivare le idee prodotte collettivamente all’attenzione dei decisori pubblici e privati.
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1. Le prospettive dei giovani al primo lavoro
Inoccupazione e diseguaglianze
La crisi economica derivante dalla pandemia si tradurrà in un aumento significativo
dell’inoccupazione giovanile. Le difficoltà di inserimento dei giovani saranno pressoché
generalizzate, anche se esse saranno più accentuate nei settori economici maggiormente
colpiti dalla crisi pandemica e nelle regioni più svantaggiate del Paese.
Va anche considerato che, a seguito della recessione, si verificherà un travaso di lavo-
ratori e lavoratrici da settori semi-garantiti (piccole imprese al di sotto dei 15 dipendenti
e attività stagionali del terziario) e da settori tipicamente appena sopra la linea di soste-
nibilità (lavori a Partita Iva legati ai servizi alla persona, servizi dello sport, ristorazione,
etc.) verso i Gig Jobs, i lavori precari, sottopagati e marginali, spesso primo approdo dei
giovani nel mondo del lavoro. Per i giovani poco qualificati, dunque, risulteranno assai
limitati anche gli spazi nella cosiddetta Gig Economy.
In assenza di un forte investimento sulla formazione dei giovani e la ricerca, oltre a
mancare occasioni per chi entrerà nel mercato del lavoro, cresceranno le diseguaglianze,
anche perché l’aiuto di base compensativo fornito dalle famiglie diventerà anch’esso più
debole.
Divari territoriali ed educativi
Le difficoltà occupazionali saranno abbastanza differenziate fra le macro-aree del Paese.
Il Centro-Nord, nonostante abbia subito la maggior incidenza dell’emergenza sanitaria,
non offrirà ai propri giovani una condizione tanto svantaggiata quanto quella dei loro
coetanei del Mezzogiorno.
Le zone più penalizzanti per i giovani, dal punto di vista occupazionale, saranno dunque
il Sud e le Isole, per varie ragioni.
• In primo luogo il Sud, dipendendo molto dal turismo e dal leisure, risentirà mag-
giormente dell’impatto occupazionale che questo comparto subirà più di altri.
• Le minori possibilità di spostamento si faranno sentire, oltre che per il turismo, anche
per l’ostacolo che rappresenteranno per le relazioni economiche con le altre aree.
• Il Sud, inoltre, sconterà il fatto di avere nel proprio profilo economico una quota al di
sotto della media italiana ed europea nei comparti che usciranno meglio dalla crisi
(economia digitale, servizi alle imprese).
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Il volano dell’istruzione
Le maggiori difficoltà occupazionali riguarderanno, più che in passato, i giovani che si
affacceranno nel mercato del lavoro con una formazione debole. I giovani più colpiti
dalla crisi al momento del loro ingresso nel mercato del lavoro saranno quelli privi di un
titolo di studio universitario.
I titoli di istruzione superiore “generalisti” (licei, istituti commerciali, ecc.), che costi-
tuiscono il bacino principale del terziario commerciale, saranno molto in difficoltà nel
prossimo futuro.
Le opportunità, viceversa, saranno in forte crescita per le lauree Stem1
. La centralità
dell’innovazione digitale, peraltro, si tradurrà in opportunità, oltre che per tale gruppo di
discipline, anche per i laureati con profili umanistici e sociali in tutti i settori, purché
dotati di competenze digitali e di spirito di creatività e intraprendenza.
Competenze digitali e investimento in ricerca
Le migliori opportunità, in effetti, riguarderanno – in tutti i settori economici, anche
quelli più “tradizionali” – i profili in grado di accompagnare o stimolare un processo di
innovazione delle organizzazioni produttive, soprattutto sul versante della digitalizza-
zione. Le aziende dovranno infatti ripensare il modo di lavorare, eliminando vecchie e
costose abitudini (trasferte, uffici dedicati, etc.) e introducendo forme nuove di collabo-
razione anche da remoto. Questo stimolerà la domanda di consulenza organizzativa e di
formazione, in cui i giovani avranno spazio, anche all’inizio della propria carriera.
In un panorama di questo genere l’intervento pubblico per sviluppare le competenze
delle nuove generazioni, assieme a un aumento dell’investimento in ricerca e innova-
zione, diventeranno leve per un salto di qualità del Paese nello sviluppo post-pandemia.
Sofferenze prolungate
Le incertezze legate ai tempi di rimozione dei vari livelli di restrizione prolungheranno
nel tempo la sofferenza dei settori del turismo e della ristorazione. Quando la mobilità
riprenderà e si allenterà il distanziamento fisico, comunque, molti giovani torneranno a
occupare in ampia misura i lavori:
• poco qualificati nel settore della ristorazione, dei bar e dei locali, nelle strutture turi-
stiche e nei servizi al turismo;
• più qualificati, ma precari e sottopagati, nel settore della cultura e
dell’intrattenimento.
Tutti gli ambiti legati agli spostamenti e al turismo resteranno a lungo in sofferenza e
avranno quindi bisogno di essere quanto prima ripensati con modalità nuove.
1
Dall’inglese “Science, Technology, Engineering and Mathematics”.
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Internazionalizzazione e reshoring
L’industria, nella sua componente manifatturiera tradizionale:
• chiuderà i “cancelli in ingresso”;
• snellirà e ridimensionerà la supply-chain, in particolare i fornitori fungibili e deboli,
favorendo soluzioni più low-cost, o soluzioni interne alle proprie organizzazioni.
Il periodo post-pandemia sarà caratterizzato da un’accelerazione dei processi di digita-
lizzazione e automazione che riguarderanno i beni e servizi offerti, i processi produttivi
e l’organizzazione del lavoro, con ripercussioni occupazionali negative tanto sul settore
del commercio (sia per la grande, sia per la piccola distribuzione), quanto sul settore
manifatturiero. Va però considerato che in quest’ambito la perdita del lavoro per effetto
dell’automazione sarà in parte compensata, già nel breve termine:
• dai processi di reshoring;
• dai nuovi lavori qualificati nei settori produttivi legati all’economia verde.
Il comparto della tecnologia biomedicale, in funzione delle nuova situazione creata dalla
pandemia, assorbirà nuova occupazione.
Agricoltura e innovazione
Lo sviluppo di nuove produzioni alimentari ecosostenibili e di nuove forme di commer-
cializzazione dei prodotti agricoli e dell’allevamento favorirà l’occupazione giovanile.
In agricoltura si apriranno significative opportunità per i giovani, anche per sopperire in
parte alla mancanza di lavoratori immigrati.
Domanda di lavoro innovativa
La pandemia avrà l’effetto di aumentare notevolmente le opportunità nel settore medico
e delle professioni sanitarie e quindi di facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro per
quei giovani che avranno intrapreso questo tipo di percorsi.
Al di là delle professioni legate alla salute, peraltro, vi saranno innovazioni molto rile-
vanti nell’ambito dei servizi alle persone. Le attività di tipo più tradizionale incontre-
ranno forti difficoltà, che si ripercuoteranno pesantemente sui giovani. Essi, infatti, vi
trovavano molto spesso lavoro, in parte attraverso bridge-jobs e in parte con occupazio-
ni stabili per i giovani meno qualificati.
Emergerà tuttavia una domanda crescente di servizi alla persona offerti tramite nuove
soluzioni e quindi innovazione sociale e tecnologica. Tale domanda aprirà nuove op-
portunità di occupazione anche per i giovani al primo lavoro.
I servizi per le famiglie e gli anziani (housecare, caregiver), inoltre, toglieranno “quote”
alle Rsa, offrendo così occupazione anche ai giovani al primo impiego.
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Un terziario distanziato
La pandemia accelererà la transizione verso un’economia ancora più Internet-based, di-
stribuita, nella quale i servizi saranno erogabili a distanza, il commercio sempre più
elettronico e la prossimità fisica diverrà progressivamente meno rilevante.
I giovani continueranno a trovare spazi di lavoro nel comparto delle consegne a domici-
lio, che continuerà a crescere e a differenziarsi, e più in generale nel settore della logi-
stica.
Nel terziario i servizi alle imprese saranno quelli che, più di altri, continueranno a offri-
re opportunità ma, almeno fino al 2021, saranno opportunità sottoretribuite, stage a rim-
borso spese o comunque con compensi variabili.
L’accelerazione digitale
Il settore dell’informatica e dei servizi collegati avrà un’ulteriore espansione occupazio-
nale, di cui i giovani più qualificati si gioveranno, grazie ai cambiamenti indotti dalla
pandemia.
I giovani troveranno opportunità nei contesti in cui saranno richieste le professionalità
legate alla rivoluzione digitale. In tal modo, avranno la possibilità di spendere (e spe-
cializzare) le proprie competenze informatiche, generalmente più elevate di quelle delle
precedenti generazioni.
Le opportunità maggiori per i giovani riguarderanno soprattutto la ricerca, l’ideazione e
l’ingegnerizzazione del software, ma ve ne saranno anche negli ambiti dello sviluppo e
della programmazione. Poiché si consoliderà e organizzerà il ricorso allo smart wor-
king, si creeranno anche opportunità derivanti dalla domanda crescente di formazione e
assistenza che questa forma di lavoro porterà con sé.
Professioni rampanti
I gruppi professionali in cui i giovani in ingresso nel mercato del lavoro potranno trova-
re più facilmente lavoro saranno:
• i “data scientist” (un po’ in tutti i settori, ma specie in campo sanitario);
• le figure tecniche di base legate al digitale;
• le figure tecniche legate all’intelligenza artificiale, al blockchain e all’IoT (Internet
of Things);
• la comunicazione e il digital marketing;
• la sicurezza delle reti (cybersecurity);
• la sicurezza delle persone (e-health).
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Il termometro delle difficoltà e delle opportunità
In sintesi, in quali comparti economici i giovani avranno maggiori difficoltà per trovare
il primo lavoro e in quali, invece, le maggiori opportunità, fra il 2020 e il 2021?
MAGGIORI
DIFFICOLTÀ
MAGGIORI
OPPORTUNITÀ
1) le professionalità operative del tu-
rismo (camerieri, guide turistiche,
addetti al pubblico, etc.);
2) i comparti dello spettacolo dal vi-
vo;
3) il trasporto delle persone;
4) i servizi di intrattenimento;
5) l’organizzazione di eventi;
6) il management del turismo;
7) la ristorazione;
8) l’industria culturale (musei, siti
archeologici, etc.);
9) la manifattura meccanica;
10) le vendite retail e i customer ser-
vice.
1) l’informatica e l’elettronica;
2) i servizi sanitari;
3) le industrie farmaceutiche;
4) la comunicazione digitale;
5) lo sviluppo dei sistemi di roboti-
ca;
6) il commercio elettronico;
7) la logistica;
8) la ricerca sanitaria.
9) i servizi per le famiglie e gli an-
ziani (housecare, caregiver);
10) i sistemi digitali per l’intratteni-
mento.
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2. Le proposte per i policy maker
Una corsa contro il tempo
Per evitare che i giovani, al termine del percorso di studi, siano risucchiati dallo scena-
rio recessivo verso la disoccupazione di lunga durata (12 mesi) o verso l’inattività
(Neet2
), si dovrà varare un piano straordinario di interventi molto veloce, rimuovendo in
via provvisoria tutti i vincoli normativi che eventualmente ne potrebbero rallentare
l’esecuzione.
Sarà quindi opportuno contattare i destinatari del piano subito prima o immediatamente
dopo il conseguimento del titolo di studio, in modo da raggiungerli con un menu di pro-
poste (formative e/o lavorative) in grado di intercettare profili e progetti di vita assai dif-
ferenziati. Per ottenere l’integrazione delle proposte e la possibilità di un rapido contatto
diretto con i giovani in transizione dall’istruzione al lavoro, all’attuazione del piano do-
vranno collaborare il Ministero del Lavoro (responsabile delle politiche attive) e i Mini-
steri dell’Istruzione e dell’Università (in grado di raggiungere direttamente tutti i giova-
ni).
Un diritto rafforzato
Si dovrà rafforzare la lotta alla dispersione scolastica nella fase dell’istruzione seconda-
ria superiore con un forte investimento sul diritto all’istruzione, mirato sui giovani a ri-
schio di uscita anticipata dal percorso di studio. Ad esempio, andrà aumentata la quota
di detraibilità delle spese (oggi al 19%) e ampliata la tipologia di spese ammesse (inclu-
dendo, fra l’altro, l’acquisto dei libri di testo). Tale misura sarà particolarmente impor-
tante in vista di una futura estensione dell’obbligo scolastico all’intero ciclo secondario
superiore.
Dovrà inoltre essere incentivata l’iscrizione dei diplomati all’università. Per favorire il
prolungamento dell’istruzione (lauree brevi e specialistiche, master post laurea, dottora-
ti) sarà necessario, fra l’altro:
• estendere le facilitazioni ed esenzioni relative al “diritto allo studio”;
• aumentare drasticamente la deducibilità/detraibilità fiscale per le famiglie delle spese
collaterali alla frequenza universitaria (costi dei fuori sede, acquisto libri).
I policy maker dovranno inoltre:
• incentivare l’accesso all’alta formazione;
• sostenere la rivoluzione digitale in corso nelle università.
2
Persona, soprattutto di giovane età, che non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un
corso di formazione o di aggiornamento professionale. Dall’inglese “Neither in Employment nor in Edu-
cation or Training”.
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Accentuare l’occupabilità
Nel mentre si combatte la dispersione scolastica e l’entrata prematura nel mercato del
lavoro, si dovrà anche accentuare l’occupabilità dei giovani. In tal senso:
• vi sarà necessità di una riforma scolastica che preveda il ripristino (peraltro già defi-
nito dall’ultima legge di stabilità) dell’alternanza scuola-lavoro per tutti gli studenti
delle scuole superiori;
• dovranno essere sviluppati e rafforzati gli ITS (Istituti Tecnici Superiori), allo scopo
di aumentare la collocabilità dei giovani tramite l’alternanza delle esperienze forma-
tive in azienda con piani di studio coerenti e adeguati.
Dovranno inoltre essere realizzati percorsi di formazione professionale mirati, volti
all’allargamento e alla riconversione delle competenze per i giovani che provengono da
percorsi di istruzione strutturalmente poco richiesti dalle imprese.
L’Italia dovrà aumentare le risorse investite sulla formazione e qualificazione delle
nuove generazioni, puntando, in particolare:
• per il breve termine, sulle competenze più immediatamente necessarie alle aziende
per ripartire e su quelle più legate ai nuovi servizi richiesti nella fase 3 della pande-
mia;
• per il medio-lungo termine, sulle competenze avanzate necessarie a rendere competi-
tivo il Paese a regime nel nuovo scenario.
Si dovrà infine investire su scuole di formazione digitale focalizzate sulle esigenze delle
piccole imprese.
Competenze trasversali e digitali
Ai giovani sarà necessario offrire una formazione mirata a sviluppare competenze (co-
noscenze tecnologiche, lavoro in team, comunicazione interpersonale, capacità organiz-
zativa) che tengano conto della nuova situazione creata dalla pandemia, con cambia-
menti profondi nel modo di relazionarsi, di comunicare, di organizzare il lavoro.
In particolare, per trovare lavoro nei prossimi anni sarà fondamentale una buona cono-
scenza a capacità di utilizzo degli strumenti di lavoro a distanza o di lavoro con moda-
lità smart: dovranno pertanto essere promossi corsi di formazione orientati in tal senso,
indirizzati ai giovani in transizione verso il lavoro.
Dal tirocinio al contratto
Si dovranno incoraggiare con sostegni finanziari modelli di apprendistato, praticantato e
stage. In primo luogo, si dovrà puntare sui tirocini attinenti ai percorsi curricolari (evi-
tando impieghi che mortifichino le competenze dei giovani professionisti) e seguiti da
veri contratti di lavoro.
Si dovranno comunque sostenere anche i tirocini extracurriculari, accompagnandoli con:
• voucher per la tutorship aziendale;
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• incentivi economici all’assunzione dopo i 6 mesi di tirocinio.
Un menu di soluzioni
Nel breve termine, si dovrà incentivare un contatto più rapido possibile dei giovani con
le aziende, seppure con la modalità dello stage. Nel medio periodo, si dovrà puntare su
un sistematico abbattimento delle barriere fra la scuola, gli enti di formazione profes-
sionale, le università e le aziende.
In tal senso, andranno messi in campo strumenti differenziati.
• Si dovranno impostare collaborazioni fra scuole e università da un lato e aziende
dall’altro per impostare piani di studio che consentano un inserimento precoce degli
studenti in azienda.
• Sarà opportuno intensificare l’orientamento a valle dei percorsi universitari collegato
alle professioni.
• Si dovranno realizzare progetti di inserimento al lavoro co-finanziati in forma mista
pubblico-privato.
Orientamento, matching e riqualificazione
Si dovrà realizzare una riforma dei Servizi per l’Impiego che consenta il superamento
della logica burocratica con cui essi propongono alle imprese candidati inadatti.
Le competenze presenti nei Servizi per l’Impiego dovranno essere rafforzate, così da
poter unire l’usuale componente informativa di tali servizi, con quella consulenziale e di
orientamento al lavoro. I Centri per l’Impiego, inoltre, dovranno avere un budget da
spendere per la riqualificazione dei lavoratori e poter condizionare in modo netto
l’erogazione dei sussidi alla disoccupazione alle azioni di riqualificazione intraprese dai
lavoratori.
Infine, sarà opportuno creare una piattaforma nazionale avanzata di incrocio doman-
da/offerta di lavoro basata sulle competenze, anziché soltanto sui titoli di studio.
Decontribuzione e defiscalizzazione
Per incentivare il primo lavoro dei giovani si dovranno prevedere:
• una decontribuzione totale (sia quota a carico azienda, sia quota a carico dipenden-
te/quota a carico gestione separata) del lavoro dipendente e del lavoro in P.Iva per i
primi 3 anni;
• una defiscalizzazione parziale del lavoro dipendente e del lavoro in P.Iva per i primi
anni (in forma simile al regime forfettario o dei minimi delle P.Iva).
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Superdetrazione del primo lavoro
Si dovrà ridurre la pressione fiscale e contributiva per i neoassunti, ma anche per le im-
prese e gli artigiani che creano occupazione stabile.
Per stimolare le imprese a offrire ai giovani il primo lavoro si dovrà prevedere una
“superdetrazione” del costo lordo del lavoro (retribuzione e contributi), con un meccani-
smo analogo a quello utilizzato per il “superammortamento” degli investimenti nel Pia-
no “Industria 4.0”. Per le imprese dei settori la cui chiusura è stata più lunga e/o che re-
steranno soggette a limitazioni di attività più forti di altre (p.es. la ristorazione o i servizi
di estetica) dovranno essere previste quote di ammortamento superiori.
La riduzione del costo del “primo lavoro” per le aziende che assumono giovani sarà
particolarmente importante come strumento per incentivare l’inserimento dei laureati.
Sostenere il lavoro intermittente
Assieme alle misure finalizzate a favorire inserimenti stabili nel lavoro dipendente, sarà
necessario prevedere interventi a favore dell’occupazione autonoma o intermittente.
Si dovranno quindi prevedere forme di sostegno economico utili a fronteggiare le so-
spensioni o le interruzioni dei rapporti lavorativi o di collaborazione. Questa misura an-
drà focalizzata in particolare sulla condizione dei giovani il cui inserimento avviene con
contratti di tirocinio e/o stage, che in una situazione crisi economica come quella attuale
risulterebbero privi di tutele.
Considerando la situazione occupazionale complessiva del Paese, comunque, le azioni
per i giovani in ingresso nel mercato del lavoro dovranno essere poste su un piano di
priorità analogo a quelle per chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo. In questa fase
infatti dovrà essere considerato centrale sostenere i redditi di chi ha perso il lavoro o ri-
schia di perderlo.
Imprenditorialità immediata
Una strada importante per offrire rapidamente occasioni ai giovani ed evitarne
l’inattività sarà quella di incentivarne l’imprenditorialità, mettendo in campo misure di
tipo straordinario.
• Si dovranno prevedere, in primo luogo, facilitazioni fiscali e contributive per le star-
tup costituite al 100% da giovani al primo lavoro.
• Inoltre, si dovranno prevedere incentivi economici per le imprese che coinvolgeranno
in relazioni di “open innovation” startup costituite in maniera maggioritaria o com-
pleta da giovani al primo lavoro.
Anche in un orizzonte di medio periodo, d’altronde, sarà decisivo per l’occupazione
giovanile agevolare maggiormente le startup e le Pmi innovative, con provvedimenti di:
• semplificazione delle regole;
• finanziamento agevolato.
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Gambe giovani per la mano pubblica
Sarà necessario varare piani occupazionali pubblici destinati ai giovani, con una fase
preparatoria di formazione specifica. Tali piani dovranno essere indirizzati in alcuni
settori strategici:
• dissesto idrogeologico e bonifiche ambientali;
• restauro e valorizzazione dei beni culturali;
• ricerca scientifica e tecnologica con divulgazione e fruizione museale;
• ricognizione e rimozione di barriere architettoniche;
• servizi di cura e inserimento sociale di persone con disabilità.
Alfabetizzatori digitali
Il lockdown dovuto alla pandemia ha reso evidente la necessità di una rapida alfabetiz-
zazione digitale di alcuni gruppi sociali (i bambini delle primarie, una parte degli inse-
gnanti dei vari cicli, le persone anziane), che riduca ai minimi termini un divario digitale
che rende vulnerabile la nostra società: è emerso in tal modo un fabbisogno di forma-
zione che l’offerta di mercato stenterà a soddisfare. Si dovrà quindi varare un piano
pubblico di alfabetizzazione digitale, la cui attuazione andrà affidata proprio ai giovani
in uscita dall’istruzione istituzionale.
Tale piano dovrà essere impostato in chiave di “servizio civile” retribuito, a partecipa-
zione volontaria. L’impegno dei giovani in tale ambito, peraltro, andrà preceduto da una
rapida certificazione delle competenze digitali e da un breve modulo di formazione for-
matori.
Interventi sistemici
Oltre alle misure specificamente focalizzate sui giovani, saranno necessarie misure di
carattere generale, che potranno portare beneficio anche al gruppo-bersaglio di questo
studio, ma creando opportunità e miglioramenti di più ampia portata.
• Si dovrà in primo luogo aumentare l’investimento in ricerca, sviluppo e innovazione.
• Si dovrà inoltre varare una politica industriale focalizzata sul medio periodo e indi-
rizzata ai settori innovativi in grado di garantire maggiore tenuta occupazionale.
• Per ridurre l’impatto occupazionale negativo già nel breve termine sarà opportuno
varare un piano per il lavoro che punti principalmente sui settori ad alto assorbimento
di manodopera.
• In particolare, si dovrà varare un piano straordinario per le regioni del Sud Italia con
la riduzione dell’Irap per le nuove imprese ad alta occupazione (labour intensive).
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Investire, malgrado l’incertezza
Le imprese potranno trovare benefici da gran parte delle misure suggerite in precedenza.
Vi sono però una serie di azioni che esse dovranno mettere in campo direttamente, per
evitare la dispersione del capitale umano dei giovani.
Quest’anno, in particolare, per i giovani che finiranno gli studi, la possibilità molto ri-
dotta di andare all’estero rappresenterà un blocco alla “fuga dei cervelli dall’Italia”, di
cui ci è molto lamentati negli anni passati. Questo fatto dovrà essere utilizzato da parte
delle aziende come una grande opportunità di intercettare e inserire giovani validi, in-
traprendenti, con “vision”, investendo – grazie a una visione di medio-lungo periodo –
sulla fiducia nel futuro, pur in un periodo così buio.
Il menu della responsabilità aziendale
Le imprese, inoltre, dovranno:
• collaborare alla transizione istruzione-lavoro dando vita a learning center, con
l’obiettivo di orientare e formare i giovani rispetto a un mercato in costante evolu-
zione;
• coinvolgere i giovani nelle fasi di riprogettazione e innovazione organizzativa neces-
sarie ad affrontare il post-pandemia;
• sforzarsi di dare opportunità ai giovani anche se all’inizio molto flessibili, ma che ga-
rantiscano loro la possibilità di fare esperienze pratiche;
• puntare a evitare il conflitto generazionale, attraverso l’incentivazione di strumenti
come l’isopensione3
che permettono il ricambio generazionale in maniera social-
mente sostenibile.
3
Scivolo pensionistico pagato internamente dall’azienda, in attesa della maturazione del diritto alla pen-
sione.
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Gli esperti consultati
Claudio Biestro
Laureato in Giurisprudenza. La prima esperienza è presso l’Unione
Industriale di Torino, in materia di consulenza e supporto alle aziende
associate su temi di gestione del personale, paghe e relazioni sindacali.
Successivamente lavora nel Gruppo Fiat, in Cnh – capofila del settore
delle macchine agricole, movimento terra e mezzi di trasporto
commerciale, come responsabile del personale di stabilimento prima e di relazioni sin-
dacali a livello europeo poi. Dal 2014 è Hr Director di Engineering, il più grande Grup-
po tecnologico che sviluppa e gestione soluzioni innovative per la digitalizzazione.
Gabriele Blasutig
Nato a Savogna (Ud) nel 1964. Laureato in Scienze Politiche nel 1991
presso l’Università di Trieste, ha conseguito il dottorato di ricerca in
Sociologia del fenomeni territoriali e internazionali nel 1995. È ricercatore
presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di
Trieste È inoltre coordinatore del corso di laurea in Scienze politiche e
dell’amministrazione” e del corso di laurea magistrale “Scienze del governo e politiche
pubbliche”. Ha realizzato studi in materia di transizione istruzione-lavoro, di percorsi
lavorativi e condizione occupazionale dei laureati, di apprendistato, tirocini e orienta-
mento e di Neet.
Dario Cera
Laureato in Scienze Politiche nel 1985. È Responsabile Risorse Umane di
Siciliacque S.p.A., società mista costituita per il 75% da soci industriali e
per il 25% dalla Regione Siciliana, concessionaria del servizio di
captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione a scala sovrambito.
Fra il 1992 e il 2005 ha lavorato nel Cerisdi (Centro Ricerche e Studi
Direzionali) di Palermo, prima come Assistente di ricerca e project manager, poi come
Responsabile dell’Area Ricerca, Formazione e Didattica.
Andrea Ciarini
Professore associato di sociologia dei processi economici, organizzativi e
del lavoro presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della
Sapienza Università di Roma. Coordinatore scientifico del Laboratorio
SemPer (Seminario Permanente sulle politiche sociali e l’empowerment
del cittadino). È stato Visiting Researcher presso la London School of
Economics and Political Sciences (Uk) e Visiting Fellow al Centre for Sociological Re-
search (Ceso) presso l’Università Ku Leuven (Belgio). Di recente è stato membro
dell’High-Level Task Force for Social Infrastructures promossa dalla Commissione Eu-
ropea e dall’European Long-Term Investors Association (Elti).
16
Silvia Ciucciovino
Professore ordinario di Diritto del lavoro, Presidente della Commissione
di certificazione e Prorettore con delega ai rapporti con il mondo del la-
voro dell’Università Roma Tre. È Consigliere Esperto del Cnel. Compo-
nente del Jean Monnet Centre of Excellence on Labour, Welfare and
Social Rights in Europe. Componente del Cda di Lazio Innova S.p.A.
Presidente di LabChain. Membro dell’Advisory board sulle Politiche di Blockchain no-
minato in qualità di Esperto dall’Oecd Blockchain Policy Centre. È autrice di due mo-
nografie e di oltre cento pubblicazioni di carattere scientifico in materia di Diritto sinda-
cale, del lavoro e della previdenza sociale.
Giorgio Coraggioso
Laureato in Economia e Commercio all’Università di Genova nel 1990,
lavora da 30 anni nel Gruppo Erg, che, a seguito di una profonda trasfor-
mazione dal mondo oil al mondo dell’energia rinnovabile, è attivo nella
produzione di energia da fonte eolica, solare, idroelettrica e termoelettrica.
Nel Gruppo ha ricoperto ruoli diversi per contenuto e crescente responsa-
bilità, soprattutto in ambito amministrativo e fiscale. Dal 2014 al 2016 è stato Ammini-
stratore Delegato di Erg Services. Da luglio del 2019 è Direttore delle Risorse Umane e
dell’Ict del gruppo.
Antonio Febbraio
Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli
Federico II, ha lavorato dapprima nell’Ufficio legale di Fintecna-Italtecna
(1994-1998), per poi dedicarsi alla consulenza nel campo della Gestione
delle Risorse Umane (1995-1999), accumulando un’ampia esperienza su
temi quali la negoziazione, il business planning, le strategie retributive, il
team building. Dal 2000 è HR Director del Gruppo La Doria, un gruppo italiano leader
nel food & beverage, produttore di prodotti a base di pomodoro, sughi per pasta, con-
serve di verdure e succhi di frutta, soprattutto per le private label.
Giovanna Fullin
Laureata in Economia all’Università Luigi di Bocconi di Milano nel 1997.
Nel 2001 ha conseguito il dottorato in Sociologia Economica all’Univer-
sità di Brescia. La sua carriera accademica si è svolta presso l’Università
Bicocca di Milano. Dal 2015 è professore associato in Sociologia dei
processi economici e del lavoro. Ha svolto attività di studio e ricerca
presso la City University di New York (Graduate Center) e attività di docente presso
l’Ecole Normale Supérieur de Cachan (Parigi). È direttore della rivista Stato e Mercato.
I suoi scritti sono stati pubblicati, tra l’altro, su European Journal of Industrial Rela-
tions, International Journal of Comparative Sociology, International Migration, Il Mu-
lino, Rassegna Italiana di Sociologia, Stato e Mercato.
17
Ornella Giambalvo
Professore Ordinario di Statistica presso il Dipartimento di Scienze Eco-
nomiche, Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo.
Insegna Piani di campionamento per le scienze sociali, presso il corso di
studi magistrale in Statistica e Data Science. È delegata del Rettore per le
attività di Placement e Stage e Tirocini e presidente della Rete Regionale
del Placement degli atenei siciliani. È inoltre componente del Comitato scientifico stra-
tegico del Consorzio Almalaurea e componente in rappresentanza dell’Università degli
Studi di Palermo dell’Osservatorio Università-Imprese costituito presso la Crui.
Sonia Malaspina
Milanese, laurea in Lingue presso l’Università Cattolica. Dal 2011 lavora
in Danone dove ricopre attualmente il ruolo di Direttrice Risorse Umane
Specialized Nutrition per il Sud Europa. È una convinta sostenitrice
dell’ingaggio delle persone e dell’inclusione delle diversità come leve per
la creazione di valore economico e sociale. Ha guidato le aziende di
Danone in Italia a qualificarsi Great Place to Work e a conseguire la certificazione
Geeis (Gender Equality European International Standard). Ha presentato la pratica ita-
liana presso le United Nations Women e al Centenario di Maternity Protection a Gine-
vra presso l’International Labour Office.
Alfonso Orfanelli
HR Director con significative esperienze in realtà industriali multinazio-
nali e nazionali di settori quali Automotive, Food & Beverage, Stampa
grafica, caratterizzate dalla gestione di importanti e complessi processi di
trasformazione. Le principali aree di competenza sono l’organizzazione, la
gestione, il change management, piani di riorganizzazione, progetti e pro-
cessi innovativi del mondo HR e organizzazione in generale. Dopo una breve esperienza
all’estero, attualmente è impegnato come HR & Lead Operation Manager in ZF Auto-
motive Italia.
Layla Pavone
Laureata in Scienze Politiche (1987). Nel 1995 ha contribuito alla nascita
della start-up Video Online, il primo Internet Service Provider in Italia.
Nel 1997 in Publikompass ha creato la prima concessionaria di pubblicità
online. Dal 2014 è entrata in Digital Magics, incubatore di startup, come
membro del Consiglio di Amministrazione e Chief Innovation Marketing
& Communication Officer. È Presidente di Livextension, digital communication agency
fondata e partecipata da Digital Magics. Fondatrice e condirettrice del Master Assocom-
Almed/Università Cattolica del Sacro Cuore “Digital Communication Specialist”.
18
Stefano Pozzi
Ha lavorato sia in aziende a proprietà familiare fortemente internaziona-
lizzate, sia in grandi multinazionali con la responsabilità della direzione
del Personale. Per alcuni anni è stato Direttore Generale di Confindu-
stria Padova, acquisendo uno sguardo d’insieme. Le esperienze di cultura
e internazionalizzazione nei viaggi frequenti presso stabilimenti e filiali
estere ne completano il profilo. Oggi è il Direttore HR del Gruppo Marzotto, il più im-
portante gruppo tessile europeo, con oltre 4.000 addetti. Consigliere nazionale
dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale.
Maria Letizia Pruna
Ricercatrice in Sociologia dei processi economici e del lavoro nel Dipar-
timento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Cagliari. I suoi
interessi di ricerca, a cui sono dedicate le sue pubblicazioni, riguardano
principalmente il mercato del lavoro e le politiche per l’occupazione, le di-
suguaglianze di genere e generazionali nel mercato del lavoro, la parte-
cipazione femminile al mercato del lavoro, le condizioni di lavoro nell’industria e nei
servizi.
Lorenzo Rocco
Ha conseguito il dottorato in Economia ed Econometria all’Università di
Toulouse I nel 2005. Dal 2018 è professore ordinario di Politica Econo-
mica presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Uni-
versità di Padova. I suoi studi riguardano, fra l’altro, l’impatto dell’istru-
zione sul lavoro e le retribuzioni, l’efficienza dei processi formativi, le
determinanti socio-economiche della salute e il capitale sociale. I suoi scritti sono stati
pubblicati, tra l’altro, su The Economic Journal, Journal of Economic Growth, Journal
of Public Economics, Journal of Human Capital e Economics of Education Review.
Alessandro Rosina
È ordinario di Demografia e Statistica sociale presso l’Università Catto-
lica di Milano, dove dirige il “Center for Applied Statistics in Business
and Economics”. È coordinatore scientifico del Rapporto giovani
dell’Istituto Toniolo. Svolge il ruolo di esperto in Commissioni ministe-
riali, Tavoli di lavoro Istat e Programmi della Commissione europea. È
membro della redazione di ItalianiEuropei e di Neodemos. Scrive per vari quotidiani
nazionali. Il suo ultimo libro è Il futuro non invecchia (Vita e Pensiero 2018).
www.alessandrorosina.it
19
Sara Testino
Laureata in Scienze Politiche presso la Sapienza, ha successivamente
conseguito un Master in Corporate Law alla Luiss e, nel 2019, un master
in Coaching presso la scuola Osnaghi. Nel 2004 ha iniziato a lavorare in
Linkem, accompagnando la crescita della società dalla fase di start up a
quella di operatore tlc nazionale, prima come Head of Legal and
Compliance e poi, dal 2016, come Direttore Risorse Umane, Legal and Compliance.
Dal 2019 è HR Director di Magnolia S.p.A. (società leader nella produzione di format
televisivi), parte di Banijay Group. Sposata, è mamma di Vittoria e Federico.
Giorgio Ventre
Professore Ordinario di Reti di Calcolatori presso il Dipartimento di
Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università
degli Studi di Napoli Federico II, di cui è Direttore. È inoltre Direttore
Scientifico della iOS Developer Academy, creata dalla Federico II in
collaborazione con Apple. È membro del CdA di Campania NewSteel, un
incubatore di imprese ad alta innovazione nata con un partenariato tra Città della Scien-
za e l’Università di Napoli Federico II. Ha collaborato e collabora con diversi ministeri
ed agenzie governative e con la Giunta regionale della Campania per iniziative legate
alla ricerca ed innovazione, nonché al trasferimento tecnologico.
Gianfranco Viesti
È professore ordinario di Economia Applicata nel Dipartimento di Scienze
Politiche dell’Università di Bari. Svolge attività di ricerca su temi di eco-
nomia internazionale, industriale e regionale. Nel 1997-98 ha fatto parte
del Consiglio degli esperti economici del presidente del Consiglio Roma-
no Prodi. I suoi volume più recenti: Università in declino. Un’indagine
sugli atenei da Nord a Sud (a cura di, Donzelli 2016), Una nuova politica industriale in
Italia (a cura di, con Fabrizio Onida, Passigli 2016), La laurea negata (Laterza 2018),
Verso la secessione dei ricchi? (Laterza 2019).
Roberto Zecchino
Nato a Teramo nel 1968, sposato con due figlie, laurea con lode in Scien-
ze Politiche presso l’Università degli Studi di Teramo e successiva spe-
cializzazione presso l'Università di Ginevra in Economia dello Sviluppo.
Parla correntemente inglese, tedesco, francese e spagnolo e ha maturato
significative esperienze nell’area risorse umane presso importanti multina-
zionali tra cui Autodesk in Italia e in Svizzera. Dal 2003 ricopre il ruolo di Vice Presi-
dent Human Resources and Organization Bosch Italy and South Europe con la respon-
sabilità e il coordinamento della funzione risorse umane di oltre 20 società e circa 6.000
collaboratori nei paesi Italia, Grecia, Cipro Albania e Malta.
20
Il curatore
Stefano Palumbo
Sociologo, opera come ricercatore, formatore e organizzatore di eventi
culturali. Ha lavorato con vari istituti di ricerca (fra cui Cesos-Cisl e Cen-
sis). Ha diretto il Settore Ricerca di S3.Studium (1998-2014). Ha realiz-
zato decine di studi previsionali (inerenti, fra l’altro, i consumi, la ricerca
scientifica, il mercato del lavoro, il marketing). Fra le sue recenti pubbli-
cazioni: Terziario Futuro 2020. Le prospettive delle imprese terziarie in Italia (2017);
(con Maurizio Urbani) Energia 2030. Il futuro del settore energetico in Italia (2019).

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Giovani e lavoro post pandemia - rapporto

  • 1. 1 Roma, 19 giugno 2020 Indice Premessa 3 1. Le prospettive dei giovani al primo lavoro 4 2. Le proposte per i policy maker 9 Gli esperti consultati 15 Il curatore 20
  • 2. 2 Ringraziamenti Una ricerca condotta come questa, in pochissimo tempo, durante una pandemia, rivolgendosi a persone che hanno proseguito in gran parte la propria attività in condizioni logistiche tutt’altro che semplici, non può che aprirsi con un sentito ringraziamento alle venti persone che hanno avuto la disponibilità e la pazienza di rispondere a due questionari, non lunghi ma intellettual- mente impegnativi, anche perché chiedevano di misurarsi con la previsione in un periodo di forte incertezza e al tempo stesso con la proposta, se possibile anche inedita, in una fase storica in cui i governi si sono inaspettatamente messi a fare tante cose, anche inedite (più o meno ri- uscite, ma questo è un altro discorso). Un sentito grazie, dunque, a Claudio Biestro, Gabriele Blasutig, Dario Cera, Andrea Ciarini, Silvia Ciucciovino, Giorgio Coraggioso, Antonio Feb- braio, Giovanna Fullin, Ornella Giambalvo, Sonia Malaspina, Alfonso Orfanelli, Layla Pavo- ne, Stefano Pozzi, Maria Letizia Pruna, Lorenzo Rocco, Alessandro Rosina, Sara Testino, Gior- gio Ventre, Gianfranco Viesti e Roberto Zecchino. Nella composizione del panel, però, ho avuto bisogno di molti altri aiuti. Se una parte degli Esperti interpellati sono persone conosciute ed amiche, per individuare buona parte degli altri ho dovuto svolgere un’attività esplorativa intensa e rapida, durante la quale mi hanno offerto suggerimenti, interessamento e contatti Luca Bragoli, Francesca Chialà, Vanni Codeluppi, Ro- berto Grandinetti, Concetta Lattanzio, Wiliams Landolfi, Francesca Magni, Antonio Perdichiz- zi, Massimo Plescia, Francesca Portincasa, Cristina Sottotetti, Michele Tripaldi, Luca Vignaga, Assunta Viteritti e nuovamente Roberto Zecchino. Anche a loro sono molto grato per il suppor- to.
  • 3. 3 Premessa La ricerca qui riportata nasce da una riflessione condotta nel periodo della quarantena generaliz- zata, dovuta alla pandemia di Covid-19. Conducendo una serie di colloqui e brevi interviste, ascoltando una lunga serie di webinar in cui intervenivano manager e osservatori della realtà economica e sociale italiana, mi è sembrato importante focalizzare, in un’analisi rapida ma ba- sata su un adeguato ventaglio di diversi e autorevoli punti di vista, le prospettive del mercato del lavoro successive all’emergenza sanitaria. Era infatti evidente che, con la ripartenza dell’economia – allora ancora del tutto imprecisata nei termini temporali – sarebbe emerso un impatto occupazionale, di cui in quel momento (ma in effetti anche oggi) si avevano solo alcuni parziali segnali. Già nelle settimane passate era evidente che una parte di tale impatto sarebbe stata attutita dagli aiuti messi a disposizione delle imprese da parte del Governo. L’ipotesi, confermata da molte delle voci ascoltate in quel periodo, era che per un insieme di fattori (dipendenza dagli aiuti, pressioni sindacali, atteggiamenti di responsabilità sociale assunti da numerose grandi imprese), una parte almeno dei lavori esistenti alla vigilia della pandemia sarebbe stata “protetta” dagli impatti della recessione. La conseguenza di questo ragionamento era che una delle condizioni più svantaggiate nel breve termine avrebbe potuto essere quella dei giovani in ingresso nel mercato del lavoro. Anche le imprese meno colpite dal lockdown, infatti, cercando di mantenere gli occupati pregressi, si sarebbero trovate costrette ad azzerare o quasi le assunzioni. L’ipotesi da cui sono partito, dunque, è che per i giovani (diplomati o laureati) in ingresso nel mercato del lavoro nel 2020, nel 2021, e forse anche in anni successivi, la situazione lavorativa post-pandemia si presenti in modo assai più sfavorevole di quella, già tutt’altro che eccellente, vissuta dalle coorti di giovani affacciatisi al mondo del lavoro negli anni passati. In tal senso va anche considerato che l’opzione di andare a cercare all’estero le occasioni mancanti in Italia sa- rà anch’essa praticamente azzerata. L’idea del progetto è stata dunque quella di: • analizzare i termini di quest’impatto, chiedendosi quali percorsi di studi saranno più svan- taggiati, quali comparti economici saranno più chiusi ai giovani in ingresso, quali aree terri- toriali soffriranno di più; • formulare proposte di policy, per evitare che un patrimonio di capitale umano venga disperso e svalorizzato per un periodo forse pluriennale e che i percorsi di vita di tanti giovani risulti- no gravemente indeboliti. Analisi e proposti sono state elaborate utilizzando un “Instant Delphi”, ovvero una versione ri- dotta ma rigorosa, della più affidabile metodologia previsionale utilizzata a livello internazio- nale. Come Esperti di questa ricerca sono stati coinvolti dieci autorevoli esponenti delle univer- sità italiane e altrettanti qualificati manager, quasi tutti direttori delle Risorse Umane di imprese operanti nel Paese. Gli Esperti sono stati consultati in due fasi: dapprima per raccogliere le loro idee, espresse in forma molto sintetica; successivamente chiedendo a tutti loro di valutare le idee stesse una per una, valutandone la credibilità. Nella valutazione delle idee, nessuno di loro sapeva chi avesse formulato le diverse ipotesi, cosicché la valutazione non è stata influenzata da alcun pregiudizio, positivo o negativo, derivante dalla reputazione o dall’appartenenza degli al- tri Esperti. Il risultato dell’ideazione e della successiva selezione (condotta con il criterio della maggioranza qualificata) è il rapporto presentato qui di seguito. L’esecuzione di questo progetto è stata molto rapida (iniziata il 30 aprile, si è conclusa il 31 maggio), poiché l’obiettivo era di formulare una buona lista di proposte in tempo per l’avvio della “fase tre”, in modo da poter stimolare il più possibile un dibattito pubblico sul tema e far arrivare le idee prodotte collettivamente all’attenzione dei decisori pubblici e privati.
  • 4. 4 1. Le prospettive dei giovani al primo lavoro Inoccupazione e diseguaglianze La crisi economica derivante dalla pandemia si tradurrà in un aumento significativo dell’inoccupazione giovanile. Le difficoltà di inserimento dei giovani saranno pressoché generalizzate, anche se esse saranno più accentuate nei settori economici maggiormente colpiti dalla crisi pandemica e nelle regioni più svantaggiate del Paese. Va anche considerato che, a seguito della recessione, si verificherà un travaso di lavo- ratori e lavoratrici da settori semi-garantiti (piccole imprese al di sotto dei 15 dipendenti e attività stagionali del terziario) e da settori tipicamente appena sopra la linea di soste- nibilità (lavori a Partita Iva legati ai servizi alla persona, servizi dello sport, ristorazione, etc.) verso i Gig Jobs, i lavori precari, sottopagati e marginali, spesso primo approdo dei giovani nel mondo del lavoro. Per i giovani poco qualificati, dunque, risulteranno assai limitati anche gli spazi nella cosiddetta Gig Economy. In assenza di un forte investimento sulla formazione dei giovani e la ricerca, oltre a mancare occasioni per chi entrerà nel mercato del lavoro, cresceranno le diseguaglianze, anche perché l’aiuto di base compensativo fornito dalle famiglie diventerà anch’esso più debole. Divari territoriali ed educativi Le difficoltà occupazionali saranno abbastanza differenziate fra le macro-aree del Paese. Il Centro-Nord, nonostante abbia subito la maggior incidenza dell’emergenza sanitaria, non offrirà ai propri giovani una condizione tanto svantaggiata quanto quella dei loro coetanei del Mezzogiorno. Le zone più penalizzanti per i giovani, dal punto di vista occupazionale, saranno dunque il Sud e le Isole, per varie ragioni. • In primo luogo il Sud, dipendendo molto dal turismo e dal leisure, risentirà mag- giormente dell’impatto occupazionale che questo comparto subirà più di altri. • Le minori possibilità di spostamento si faranno sentire, oltre che per il turismo, anche per l’ostacolo che rappresenteranno per le relazioni economiche con le altre aree. • Il Sud, inoltre, sconterà il fatto di avere nel proprio profilo economico una quota al di sotto della media italiana ed europea nei comparti che usciranno meglio dalla crisi (economia digitale, servizi alle imprese).
  • 5. 5 Il volano dell’istruzione Le maggiori difficoltà occupazionali riguarderanno, più che in passato, i giovani che si affacceranno nel mercato del lavoro con una formazione debole. I giovani più colpiti dalla crisi al momento del loro ingresso nel mercato del lavoro saranno quelli privi di un titolo di studio universitario. I titoli di istruzione superiore “generalisti” (licei, istituti commerciali, ecc.), che costi- tuiscono il bacino principale del terziario commerciale, saranno molto in difficoltà nel prossimo futuro. Le opportunità, viceversa, saranno in forte crescita per le lauree Stem1 . La centralità dell’innovazione digitale, peraltro, si tradurrà in opportunità, oltre che per tale gruppo di discipline, anche per i laureati con profili umanistici e sociali in tutti i settori, purché dotati di competenze digitali e di spirito di creatività e intraprendenza. Competenze digitali e investimento in ricerca Le migliori opportunità, in effetti, riguarderanno – in tutti i settori economici, anche quelli più “tradizionali” – i profili in grado di accompagnare o stimolare un processo di innovazione delle organizzazioni produttive, soprattutto sul versante della digitalizza- zione. Le aziende dovranno infatti ripensare il modo di lavorare, eliminando vecchie e costose abitudini (trasferte, uffici dedicati, etc.) e introducendo forme nuove di collabo- razione anche da remoto. Questo stimolerà la domanda di consulenza organizzativa e di formazione, in cui i giovani avranno spazio, anche all’inizio della propria carriera. In un panorama di questo genere l’intervento pubblico per sviluppare le competenze delle nuove generazioni, assieme a un aumento dell’investimento in ricerca e innova- zione, diventeranno leve per un salto di qualità del Paese nello sviluppo post-pandemia. Sofferenze prolungate Le incertezze legate ai tempi di rimozione dei vari livelli di restrizione prolungheranno nel tempo la sofferenza dei settori del turismo e della ristorazione. Quando la mobilità riprenderà e si allenterà il distanziamento fisico, comunque, molti giovani torneranno a occupare in ampia misura i lavori: • poco qualificati nel settore della ristorazione, dei bar e dei locali, nelle strutture turi- stiche e nei servizi al turismo; • più qualificati, ma precari e sottopagati, nel settore della cultura e dell’intrattenimento. Tutti gli ambiti legati agli spostamenti e al turismo resteranno a lungo in sofferenza e avranno quindi bisogno di essere quanto prima ripensati con modalità nuove. 1 Dall’inglese “Science, Technology, Engineering and Mathematics”.
  • 6. 6 Internazionalizzazione e reshoring L’industria, nella sua componente manifatturiera tradizionale: • chiuderà i “cancelli in ingresso”; • snellirà e ridimensionerà la supply-chain, in particolare i fornitori fungibili e deboli, favorendo soluzioni più low-cost, o soluzioni interne alle proprie organizzazioni. Il periodo post-pandemia sarà caratterizzato da un’accelerazione dei processi di digita- lizzazione e automazione che riguarderanno i beni e servizi offerti, i processi produttivi e l’organizzazione del lavoro, con ripercussioni occupazionali negative tanto sul settore del commercio (sia per la grande, sia per la piccola distribuzione), quanto sul settore manifatturiero. Va però considerato che in quest’ambito la perdita del lavoro per effetto dell’automazione sarà in parte compensata, già nel breve termine: • dai processi di reshoring; • dai nuovi lavori qualificati nei settori produttivi legati all’economia verde. Il comparto della tecnologia biomedicale, in funzione delle nuova situazione creata dalla pandemia, assorbirà nuova occupazione. Agricoltura e innovazione Lo sviluppo di nuove produzioni alimentari ecosostenibili e di nuove forme di commer- cializzazione dei prodotti agricoli e dell’allevamento favorirà l’occupazione giovanile. In agricoltura si apriranno significative opportunità per i giovani, anche per sopperire in parte alla mancanza di lavoratori immigrati. Domanda di lavoro innovativa La pandemia avrà l’effetto di aumentare notevolmente le opportunità nel settore medico e delle professioni sanitarie e quindi di facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro per quei giovani che avranno intrapreso questo tipo di percorsi. Al di là delle professioni legate alla salute, peraltro, vi saranno innovazioni molto rile- vanti nell’ambito dei servizi alle persone. Le attività di tipo più tradizionale incontre- ranno forti difficoltà, che si ripercuoteranno pesantemente sui giovani. Essi, infatti, vi trovavano molto spesso lavoro, in parte attraverso bridge-jobs e in parte con occupazio- ni stabili per i giovani meno qualificati. Emergerà tuttavia una domanda crescente di servizi alla persona offerti tramite nuove soluzioni e quindi innovazione sociale e tecnologica. Tale domanda aprirà nuove op- portunità di occupazione anche per i giovani al primo lavoro. I servizi per le famiglie e gli anziani (housecare, caregiver), inoltre, toglieranno “quote” alle Rsa, offrendo così occupazione anche ai giovani al primo impiego.
  • 7. 7 Un terziario distanziato La pandemia accelererà la transizione verso un’economia ancora più Internet-based, di- stribuita, nella quale i servizi saranno erogabili a distanza, il commercio sempre più elettronico e la prossimità fisica diverrà progressivamente meno rilevante. I giovani continueranno a trovare spazi di lavoro nel comparto delle consegne a domici- lio, che continuerà a crescere e a differenziarsi, e più in generale nel settore della logi- stica. Nel terziario i servizi alle imprese saranno quelli che, più di altri, continueranno a offri- re opportunità ma, almeno fino al 2021, saranno opportunità sottoretribuite, stage a rim- borso spese o comunque con compensi variabili. L’accelerazione digitale Il settore dell’informatica e dei servizi collegati avrà un’ulteriore espansione occupazio- nale, di cui i giovani più qualificati si gioveranno, grazie ai cambiamenti indotti dalla pandemia. I giovani troveranno opportunità nei contesti in cui saranno richieste le professionalità legate alla rivoluzione digitale. In tal modo, avranno la possibilità di spendere (e spe- cializzare) le proprie competenze informatiche, generalmente più elevate di quelle delle precedenti generazioni. Le opportunità maggiori per i giovani riguarderanno soprattutto la ricerca, l’ideazione e l’ingegnerizzazione del software, ma ve ne saranno anche negli ambiti dello sviluppo e della programmazione. Poiché si consoliderà e organizzerà il ricorso allo smart wor- king, si creeranno anche opportunità derivanti dalla domanda crescente di formazione e assistenza che questa forma di lavoro porterà con sé. Professioni rampanti I gruppi professionali in cui i giovani in ingresso nel mercato del lavoro potranno trova- re più facilmente lavoro saranno: • i “data scientist” (un po’ in tutti i settori, ma specie in campo sanitario); • le figure tecniche di base legate al digitale; • le figure tecniche legate all’intelligenza artificiale, al blockchain e all’IoT (Internet of Things); • la comunicazione e il digital marketing; • la sicurezza delle reti (cybersecurity); • la sicurezza delle persone (e-health).
  • 8. 8 Il termometro delle difficoltà e delle opportunità In sintesi, in quali comparti economici i giovani avranno maggiori difficoltà per trovare il primo lavoro e in quali, invece, le maggiori opportunità, fra il 2020 e il 2021? MAGGIORI DIFFICOLTÀ MAGGIORI OPPORTUNITÀ 1) le professionalità operative del tu- rismo (camerieri, guide turistiche, addetti al pubblico, etc.); 2) i comparti dello spettacolo dal vi- vo; 3) il trasporto delle persone; 4) i servizi di intrattenimento; 5) l’organizzazione di eventi; 6) il management del turismo; 7) la ristorazione; 8) l’industria culturale (musei, siti archeologici, etc.); 9) la manifattura meccanica; 10) le vendite retail e i customer ser- vice. 1) l’informatica e l’elettronica; 2) i servizi sanitari; 3) le industrie farmaceutiche; 4) la comunicazione digitale; 5) lo sviluppo dei sistemi di roboti- ca; 6) il commercio elettronico; 7) la logistica; 8) la ricerca sanitaria. 9) i servizi per le famiglie e gli an- ziani (housecare, caregiver); 10) i sistemi digitali per l’intratteni- mento.
  • 9. 9 2. Le proposte per i policy maker Una corsa contro il tempo Per evitare che i giovani, al termine del percorso di studi, siano risucchiati dallo scena- rio recessivo verso la disoccupazione di lunga durata (12 mesi) o verso l’inattività (Neet2 ), si dovrà varare un piano straordinario di interventi molto veloce, rimuovendo in via provvisoria tutti i vincoli normativi che eventualmente ne potrebbero rallentare l’esecuzione. Sarà quindi opportuno contattare i destinatari del piano subito prima o immediatamente dopo il conseguimento del titolo di studio, in modo da raggiungerli con un menu di pro- poste (formative e/o lavorative) in grado di intercettare profili e progetti di vita assai dif- ferenziati. Per ottenere l’integrazione delle proposte e la possibilità di un rapido contatto diretto con i giovani in transizione dall’istruzione al lavoro, all’attuazione del piano do- vranno collaborare il Ministero del Lavoro (responsabile delle politiche attive) e i Mini- steri dell’Istruzione e dell’Università (in grado di raggiungere direttamente tutti i giova- ni). Un diritto rafforzato Si dovrà rafforzare la lotta alla dispersione scolastica nella fase dell’istruzione seconda- ria superiore con un forte investimento sul diritto all’istruzione, mirato sui giovani a ri- schio di uscita anticipata dal percorso di studio. Ad esempio, andrà aumentata la quota di detraibilità delle spese (oggi al 19%) e ampliata la tipologia di spese ammesse (inclu- dendo, fra l’altro, l’acquisto dei libri di testo). Tale misura sarà particolarmente impor- tante in vista di una futura estensione dell’obbligo scolastico all’intero ciclo secondario superiore. Dovrà inoltre essere incentivata l’iscrizione dei diplomati all’università. Per favorire il prolungamento dell’istruzione (lauree brevi e specialistiche, master post laurea, dottora- ti) sarà necessario, fra l’altro: • estendere le facilitazioni ed esenzioni relative al “diritto allo studio”; • aumentare drasticamente la deducibilità/detraibilità fiscale per le famiglie delle spese collaterali alla frequenza universitaria (costi dei fuori sede, acquisto libri). I policy maker dovranno inoltre: • incentivare l’accesso all’alta formazione; • sostenere la rivoluzione digitale in corso nelle università. 2 Persona, soprattutto di giovane età, che non ha né cerca un impiego e non frequenta una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale. Dall’inglese “Neither in Employment nor in Edu- cation or Training”.
  • 10. 10 Accentuare l’occupabilità Nel mentre si combatte la dispersione scolastica e l’entrata prematura nel mercato del lavoro, si dovrà anche accentuare l’occupabilità dei giovani. In tal senso: • vi sarà necessità di una riforma scolastica che preveda il ripristino (peraltro già defi- nito dall’ultima legge di stabilità) dell’alternanza scuola-lavoro per tutti gli studenti delle scuole superiori; • dovranno essere sviluppati e rafforzati gli ITS (Istituti Tecnici Superiori), allo scopo di aumentare la collocabilità dei giovani tramite l’alternanza delle esperienze forma- tive in azienda con piani di studio coerenti e adeguati. Dovranno inoltre essere realizzati percorsi di formazione professionale mirati, volti all’allargamento e alla riconversione delle competenze per i giovani che provengono da percorsi di istruzione strutturalmente poco richiesti dalle imprese. L’Italia dovrà aumentare le risorse investite sulla formazione e qualificazione delle nuove generazioni, puntando, in particolare: • per il breve termine, sulle competenze più immediatamente necessarie alle aziende per ripartire e su quelle più legate ai nuovi servizi richiesti nella fase 3 della pande- mia; • per il medio-lungo termine, sulle competenze avanzate necessarie a rendere competi- tivo il Paese a regime nel nuovo scenario. Si dovrà infine investire su scuole di formazione digitale focalizzate sulle esigenze delle piccole imprese. Competenze trasversali e digitali Ai giovani sarà necessario offrire una formazione mirata a sviluppare competenze (co- noscenze tecnologiche, lavoro in team, comunicazione interpersonale, capacità organiz- zativa) che tengano conto della nuova situazione creata dalla pandemia, con cambia- menti profondi nel modo di relazionarsi, di comunicare, di organizzare il lavoro. In particolare, per trovare lavoro nei prossimi anni sarà fondamentale una buona cono- scenza a capacità di utilizzo degli strumenti di lavoro a distanza o di lavoro con moda- lità smart: dovranno pertanto essere promossi corsi di formazione orientati in tal senso, indirizzati ai giovani in transizione verso il lavoro. Dal tirocinio al contratto Si dovranno incoraggiare con sostegni finanziari modelli di apprendistato, praticantato e stage. In primo luogo, si dovrà puntare sui tirocini attinenti ai percorsi curricolari (evi- tando impieghi che mortifichino le competenze dei giovani professionisti) e seguiti da veri contratti di lavoro. Si dovranno comunque sostenere anche i tirocini extracurriculari, accompagnandoli con: • voucher per la tutorship aziendale;
  • 11. 11 • incentivi economici all’assunzione dopo i 6 mesi di tirocinio. Un menu di soluzioni Nel breve termine, si dovrà incentivare un contatto più rapido possibile dei giovani con le aziende, seppure con la modalità dello stage. Nel medio periodo, si dovrà puntare su un sistematico abbattimento delle barriere fra la scuola, gli enti di formazione profes- sionale, le università e le aziende. In tal senso, andranno messi in campo strumenti differenziati. • Si dovranno impostare collaborazioni fra scuole e università da un lato e aziende dall’altro per impostare piani di studio che consentano un inserimento precoce degli studenti in azienda. • Sarà opportuno intensificare l’orientamento a valle dei percorsi universitari collegato alle professioni. • Si dovranno realizzare progetti di inserimento al lavoro co-finanziati in forma mista pubblico-privato. Orientamento, matching e riqualificazione Si dovrà realizzare una riforma dei Servizi per l’Impiego che consenta il superamento della logica burocratica con cui essi propongono alle imprese candidati inadatti. Le competenze presenti nei Servizi per l’Impiego dovranno essere rafforzate, così da poter unire l’usuale componente informativa di tali servizi, con quella consulenziale e di orientamento al lavoro. I Centri per l’Impiego, inoltre, dovranno avere un budget da spendere per la riqualificazione dei lavoratori e poter condizionare in modo netto l’erogazione dei sussidi alla disoccupazione alle azioni di riqualificazione intraprese dai lavoratori. Infine, sarà opportuno creare una piattaforma nazionale avanzata di incrocio doman- da/offerta di lavoro basata sulle competenze, anziché soltanto sui titoli di studio. Decontribuzione e defiscalizzazione Per incentivare il primo lavoro dei giovani si dovranno prevedere: • una decontribuzione totale (sia quota a carico azienda, sia quota a carico dipenden- te/quota a carico gestione separata) del lavoro dipendente e del lavoro in P.Iva per i primi 3 anni; • una defiscalizzazione parziale del lavoro dipendente e del lavoro in P.Iva per i primi anni (in forma simile al regime forfettario o dei minimi delle P.Iva).
  • 12. 12 Superdetrazione del primo lavoro Si dovrà ridurre la pressione fiscale e contributiva per i neoassunti, ma anche per le im- prese e gli artigiani che creano occupazione stabile. Per stimolare le imprese a offrire ai giovani il primo lavoro si dovrà prevedere una “superdetrazione” del costo lordo del lavoro (retribuzione e contributi), con un meccani- smo analogo a quello utilizzato per il “superammortamento” degli investimenti nel Pia- no “Industria 4.0”. Per le imprese dei settori la cui chiusura è stata più lunga e/o che re- steranno soggette a limitazioni di attività più forti di altre (p.es. la ristorazione o i servizi di estetica) dovranno essere previste quote di ammortamento superiori. La riduzione del costo del “primo lavoro” per le aziende che assumono giovani sarà particolarmente importante come strumento per incentivare l’inserimento dei laureati. Sostenere il lavoro intermittente Assieme alle misure finalizzate a favorire inserimenti stabili nel lavoro dipendente, sarà necessario prevedere interventi a favore dell’occupazione autonoma o intermittente. Si dovranno quindi prevedere forme di sostegno economico utili a fronteggiare le so- spensioni o le interruzioni dei rapporti lavorativi o di collaborazione. Questa misura an- drà focalizzata in particolare sulla condizione dei giovani il cui inserimento avviene con contratti di tirocinio e/o stage, che in una situazione crisi economica come quella attuale risulterebbero privi di tutele. Considerando la situazione occupazionale complessiva del Paese, comunque, le azioni per i giovani in ingresso nel mercato del lavoro dovranno essere poste su un piano di priorità analogo a quelle per chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo. In questa fase infatti dovrà essere considerato centrale sostenere i redditi di chi ha perso il lavoro o ri- schia di perderlo. Imprenditorialità immediata Una strada importante per offrire rapidamente occasioni ai giovani ed evitarne l’inattività sarà quella di incentivarne l’imprenditorialità, mettendo in campo misure di tipo straordinario. • Si dovranno prevedere, in primo luogo, facilitazioni fiscali e contributive per le star- tup costituite al 100% da giovani al primo lavoro. • Inoltre, si dovranno prevedere incentivi economici per le imprese che coinvolgeranno in relazioni di “open innovation” startup costituite in maniera maggioritaria o com- pleta da giovani al primo lavoro. Anche in un orizzonte di medio periodo, d’altronde, sarà decisivo per l’occupazione giovanile agevolare maggiormente le startup e le Pmi innovative, con provvedimenti di: • semplificazione delle regole; • finanziamento agevolato.
  • 13. 13 Gambe giovani per la mano pubblica Sarà necessario varare piani occupazionali pubblici destinati ai giovani, con una fase preparatoria di formazione specifica. Tali piani dovranno essere indirizzati in alcuni settori strategici: • dissesto idrogeologico e bonifiche ambientali; • restauro e valorizzazione dei beni culturali; • ricerca scientifica e tecnologica con divulgazione e fruizione museale; • ricognizione e rimozione di barriere architettoniche; • servizi di cura e inserimento sociale di persone con disabilità. Alfabetizzatori digitali Il lockdown dovuto alla pandemia ha reso evidente la necessità di una rapida alfabetiz- zazione digitale di alcuni gruppi sociali (i bambini delle primarie, una parte degli inse- gnanti dei vari cicli, le persone anziane), che riduca ai minimi termini un divario digitale che rende vulnerabile la nostra società: è emerso in tal modo un fabbisogno di forma- zione che l’offerta di mercato stenterà a soddisfare. Si dovrà quindi varare un piano pubblico di alfabetizzazione digitale, la cui attuazione andrà affidata proprio ai giovani in uscita dall’istruzione istituzionale. Tale piano dovrà essere impostato in chiave di “servizio civile” retribuito, a partecipa- zione volontaria. L’impegno dei giovani in tale ambito, peraltro, andrà preceduto da una rapida certificazione delle competenze digitali e da un breve modulo di formazione for- matori. Interventi sistemici Oltre alle misure specificamente focalizzate sui giovani, saranno necessarie misure di carattere generale, che potranno portare beneficio anche al gruppo-bersaglio di questo studio, ma creando opportunità e miglioramenti di più ampia portata. • Si dovrà in primo luogo aumentare l’investimento in ricerca, sviluppo e innovazione. • Si dovrà inoltre varare una politica industriale focalizzata sul medio periodo e indi- rizzata ai settori innovativi in grado di garantire maggiore tenuta occupazionale. • Per ridurre l’impatto occupazionale negativo già nel breve termine sarà opportuno varare un piano per il lavoro che punti principalmente sui settori ad alto assorbimento di manodopera. • In particolare, si dovrà varare un piano straordinario per le regioni del Sud Italia con la riduzione dell’Irap per le nuove imprese ad alta occupazione (labour intensive).
  • 14. 14 Investire, malgrado l’incertezza Le imprese potranno trovare benefici da gran parte delle misure suggerite in precedenza. Vi sono però una serie di azioni che esse dovranno mettere in campo direttamente, per evitare la dispersione del capitale umano dei giovani. Quest’anno, in particolare, per i giovani che finiranno gli studi, la possibilità molto ri- dotta di andare all’estero rappresenterà un blocco alla “fuga dei cervelli dall’Italia”, di cui ci è molto lamentati negli anni passati. Questo fatto dovrà essere utilizzato da parte delle aziende come una grande opportunità di intercettare e inserire giovani validi, in- traprendenti, con “vision”, investendo – grazie a una visione di medio-lungo periodo – sulla fiducia nel futuro, pur in un periodo così buio. Il menu della responsabilità aziendale Le imprese, inoltre, dovranno: • collaborare alla transizione istruzione-lavoro dando vita a learning center, con l’obiettivo di orientare e formare i giovani rispetto a un mercato in costante evolu- zione; • coinvolgere i giovani nelle fasi di riprogettazione e innovazione organizzativa neces- sarie ad affrontare il post-pandemia; • sforzarsi di dare opportunità ai giovani anche se all’inizio molto flessibili, ma che ga- rantiscano loro la possibilità di fare esperienze pratiche; • puntare a evitare il conflitto generazionale, attraverso l’incentivazione di strumenti come l’isopensione3 che permettono il ricambio generazionale in maniera social- mente sostenibile. 3 Scivolo pensionistico pagato internamente dall’azienda, in attesa della maturazione del diritto alla pen- sione.
  • 15. 15 Gli esperti consultati Claudio Biestro Laureato in Giurisprudenza. La prima esperienza è presso l’Unione Industriale di Torino, in materia di consulenza e supporto alle aziende associate su temi di gestione del personale, paghe e relazioni sindacali. Successivamente lavora nel Gruppo Fiat, in Cnh – capofila del settore delle macchine agricole, movimento terra e mezzi di trasporto commerciale, come responsabile del personale di stabilimento prima e di relazioni sin- dacali a livello europeo poi. Dal 2014 è Hr Director di Engineering, il più grande Grup- po tecnologico che sviluppa e gestione soluzioni innovative per la digitalizzazione. Gabriele Blasutig Nato a Savogna (Ud) nel 1964. Laureato in Scienze Politiche nel 1991 presso l’Università di Trieste, ha conseguito il dottorato di ricerca in Sociologia del fenomeni territoriali e internazionali nel 1995. È ricercatore presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste È inoltre coordinatore del corso di laurea in Scienze politiche e dell’amministrazione” e del corso di laurea magistrale “Scienze del governo e politiche pubbliche”. Ha realizzato studi in materia di transizione istruzione-lavoro, di percorsi lavorativi e condizione occupazionale dei laureati, di apprendistato, tirocini e orienta- mento e di Neet. Dario Cera Laureato in Scienze Politiche nel 1985. È Responsabile Risorse Umane di Siciliacque S.p.A., società mista costituita per il 75% da soci industriali e per il 25% dalla Regione Siciliana, concessionaria del servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione a scala sovrambito. Fra il 1992 e il 2005 ha lavorato nel Cerisdi (Centro Ricerche e Studi Direzionali) di Palermo, prima come Assistente di ricerca e project manager, poi come Responsabile dell’Area Ricerca, Formazione e Didattica. Andrea Ciarini Professore associato di sociologia dei processi economici, organizzativi e del lavoro presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Sapienza Università di Roma. Coordinatore scientifico del Laboratorio SemPer (Seminario Permanente sulle politiche sociali e l’empowerment del cittadino). È stato Visiting Researcher presso la London School of Economics and Political Sciences (Uk) e Visiting Fellow al Centre for Sociological Re- search (Ceso) presso l’Università Ku Leuven (Belgio). Di recente è stato membro dell’High-Level Task Force for Social Infrastructures promossa dalla Commissione Eu- ropea e dall’European Long-Term Investors Association (Elti).
  • 16. 16 Silvia Ciucciovino Professore ordinario di Diritto del lavoro, Presidente della Commissione di certificazione e Prorettore con delega ai rapporti con il mondo del la- voro dell’Università Roma Tre. È Consigliere Esperto del Cnel. Compo- nente del Jean Monnet Centre of Excellence on Labour, Welfare and Social Rights in Europe. Componente del Cda di Lazio Innova S.p.A. Presidente di LabChain. Membro dell’Advisory board sulle Politiche di Blockchain no- minato in qualità di Esperto dall’Oecd Blockchain Policy Centre. È autrice di due mo- nografie e di oltre cento pubblicazioni di carattere scientifico in materia di Diritto sinda- cale, del lavoro e della previdenza sociale. Giorgio Coraggioso Laureato in Economia e Commercio all’Università di Genova nel 1990, lavora da 30 anni nel Gruppo Erg, che, a seguito di una profonda trasfor- mazione dal mondo oil al mondo dell’energia rinnovabile, è attivo nella produzione di energia da fonte eolica, solare, idroelettrica e termoelettrica. Nel Gruppo ha ricoperto ruoli diversi per contenuto e crescente responsa- bilità, soprattutto in ambito amministrativo e fiscale. Dal 2014 al 2016 è stato Ammini- stratore Delegato di Erg Services. Da luglio del 2019 è Direttore delle Risorse Umane e dell’Ict del gruppo. Antonio Febbraio Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha lavorato dapprima nell’Ufficio legale di Fintecna-Italtecna (1994-1998), per poi dedicarsi alla consulenza nel campo della Gestione delle Risorse Umane (1995-1999), accumulando un’ampia esperienza su temi quali la negoziazione, il business planning, le strategie retributive, il team building. Dal 2000 è HR Director del Gruppo La Doria, un gruppo italiano leader nel food & beverage, produttore di prodotti a base di pomodoro, sughi per pasta, con- serve di verdure e succhi di frutta, soprattutto per le private label. Giovanna Fullin Laureata in Economia all’Università Luigi di Bocconi di Milano nel 1997. Nel 2001 ha conseguito il dottorato in Sociologia Economica all’Univer- sità di Brescia. La sua carriera accademica si è svolta presso l’Università Bicocca di Milano. Dal 2015 è professore associato in Sociologia dei processi economici e del lavoro. Ha svolto attività di studio e ricerca presso la City University di New York (Graduate Center) e attività di docente presso l’Ecole Normale Supérieur de Cachan (Parigi). È direttore della rivista Stato e Mercato. I suoi scritti sono stati pubblicati, tra l’altro, su European Journal of Industrial Rela- tions, International Journal of Comparative Sociology, International Migration, Il Mu- lino, Rassegna Italiana di Sociologia, Stato e Mercato.
  • 17. 17 Ornella Giambalvo Professore Ordinario di Statistica presso il Dipartimento di Scienze Eco- nomiche, Aziendali e Statistiche dell’Università degli Studi di Palermo. Insegna Piani di campionamento per le scienze sociali, presso il corso di studi magistrale in Statistica e Data Science. È delegata del Rettore per le attività di Placement e Stage e Tirocini e presidente della Rete Regionale del Placement degli atenei siciliani. È inoltre componente del Comitato scientifico stra- tegico del Consorzio Almalaurea e componente in rappresentanza dell’Università degli Studi di Palermo dell’Osservatorio Università-Imprese costituito presso la Crui. Sonia Malaspina Milanese, laurea in Lingue presso l’Università Cattolica. Dal 2011 lavora in Danone dove ricopre attualmente il ruolo di Direttrice Risorse Umane Specialized Nutrition per il Sud Europa. È una convinta sostenitrice dell’ingaggio delle persone e dell’inclusione delle diversità come leve per la creazione di valore economico e sociale. Ha guidato le aziende di Danone in Italia a qualificarsi Great Place to Work e a conseguire la certificazione Geeis (Gender Equality European International Standard). Ha presentato la pratica ita- liana presso le United Nations Women e al Centenario di Maternity Protection a Gine- vra presso l’International Labour Office. Alfonso Orfanelli HR Director con significative esperienze in realtà industriali multinazio- nali e nazionali di settori quali Automotive, Food & Beverage, Stampa grafica, caratterizzate dalla gestione di importanti e complessi processi di trasformazione. Le principali aree di competenza sono l’organizzazione, la gestione, il change management, piani di riorganizzazione, progetti e pro- cessi innovativi del mondo HR e organizzazione in generale. Dopo una breve esperienza all’estero, attualmente è impegnato come HR & Lead Operation Manager in ZF Auto- motive Italia. Layla Pavone Laureata in Scienze Politiche (1987). Nel 1995 ha contribuito alla nascita della start-up Video Online, il primo Internet Service Provider in Italia. Nel 1997 in Publikompass ha creato la prima concessionaria di pubblicità online. Dal 2014 è entrata in Digital Magics, incubatore di startup, come membro del Consiglio di Amministrazione e Chief Innovation Marketing & Communication Officer. È Presidente di Livextension, digital communication agency fondata e partecipata da Digital Magics. Fondatrice e condirettrice del Master Assocom- Almed/Università Cattolica del Sacro Cuore “Digital Communication Specialist”.
  • 18. 18 Stefano Pozzi Ha lavorato sia in aziende a proprietà familiare fortemente internaziona- lizzate, sia in grandi multinazionali con la responsabilità della direzione del Personale. Per alcuni anni è stato Direttore Generale di Confindu- stria Padova, acquisendo uno sguardo d’insieme. Le esperienze di cultura e internazionalizzazione nei viaggi frequenti presso stabilimenti e filiali estere ne completano il profilo. Oggi è il Direttore HR del Gruppo Marzotto, il più im- portante gruppo tessile europeo, con oltre 4.000 addetti. Consigliere nazionale dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale. Maria Letizia Pruna Ricercatrice in Sociologia dei processi economici e del lavoro nel Dipar- timento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Cagliari. I suoi interessi di ricerca, a cui sono dedicate le sue pubblicazioni, riguardano principalmente il mercato del lavoro e le politiche per l’occupazione, le di- suguaglianze di genere e generazionali nel mercato del lavoro, la parte- cipazione femminile al mercato del lavoro, le condizioni di lavoro nell’industria e nei servizi. Lorenzo Rocco Ha conseguito il dottorato in Economia ed Econometria all’Università di Toulouse I nel 2005. Dal 2018 è professore ordinario di Politica Econo- mica presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Uni- versità di Padova. I suoi studi riguardano, fra l’altro, l’impatto dell’istru- zione sul lavoro e le retribuzioni, l’efficienza dei processi formativi, le determinanti socio-economiche della salute e il capitale sociale. I suoi scritti sono stati pubblicati, tra l’altro, su The Economic Journal, Journal of Economic Growth, Journal of Public Economics, Journal of Human Capital e Economics of Education Review. Alessandro Rosina È ordinario di Demografia e Statistica sociale presso l’Università Catto- lica di Milano, dove dirige il “Center for Applied Statistics in Business and Economics”. È coordinatore scientifico del Rapporto giovani dell’Istituto Toniolo. Svolge il ruolo di esperto in Commissioni ministe- riali, Tavoli di lavoro Istat e Programmi della Commissione europea. È membro della redazione di ItalianiEuropei e di Neodemos. Scrive per vari quotidiani nazionali. Il suo ultimo libro è Il futuro non invecchia (Vita e Pensiero 2018). www.alessandrorosina.it
  • 19. 19 Sara Testino Laureata in Scienze Politiche presso la Sapienza, ha successivamente conseguito un Master in Corporate Law alla Luiss e, nel 2019, un master in Coaching presso la scuola Osnaghi. Nel 2004 ha iniziato a lavorare in Linkem, accompagnando la crescita della società dalla fase di start up a quella di operatore tlc nazionale, prima come Head of Legal and Compliance e poi, dal 2016, come Direttore Risorse Umane, Legal and Compliance. Dal 2019 è HR Director di Magnolia S.p.A. (società leader nella produzione di format televisivi), parte di Banijay Group. Sposata, è mamma di Vittoria e Federico. Giorgio Ventre Professore Ordinario di Reti di Calcolatori presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, di cui è Direttore. È inoltre Direttore Scientifico della iOS Developer Academy, creata dalla Federico II in collaborazione con Apple. È membro del CdA di Campania NewSteel, un incubatore di imprese ad alta innovazione nata con un partenariato tra Città della Scien- za e l’Università di Napoli Federico II. Ha collaborato e collabora con diversi ministeri ed agenzie governative e con la Giunta regionale della Campania per iniziative legate alla ricerca ed innovazione, nonché al trasferimento tecnologico. Gianfranco Viesti È professore ordinario di Economia Applicata nel Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari. Svolge attività di ricerca su temi di eco- nomia internazionale, industriale e regionale. Nel 1997-98 ha fatto parte del Consiglio degli esperti economici del presidente del Consiglio Roma- no Prodi. I suoi volume più recenti: Università in declino. Un’indagine sugli atenei da Nord a Sud (a cura di, Donzelli 2016), Una nuova politica industriale in Italia (a cura di, con Fabrizio Onida, Passigli 2016), La laurea negata (Laterza 2018), Verso la secessione dei ricchi? (Laterza 2019). Roberto Zecchino Nato a Teramo nel 1968, sposato con due figlie, laurea con lode in Scien- ze Politiche presso l’Università degli Studi di Teramo e successiva spe- cializzazione presso l'Università di Ginevra in Economia dello Sviluppo. Parla correntemente inglese, tedesco, francese e spagnolo e ha maturato significative esperienze nell’area risorse umane presso importanti multina- zionali tra cui Autodesk in Italia e in Svizzera. Dal 2003 ricopre il ruolo di Vice Presi- dent Human Resources and Organization Bosch Italy and South Europe con la respon- sabilità e il coordinamento della funzione risorse umane di oltre 20 società e circa 6.000 collaboratori nei paesi Italia, Grecia, Cipro Albania e Malta.
  • 20. 20 Il curatore Stefano Palumbo Sociologo, opera come ricercatore, formatore e organizzatore di eventi culturali. Ha lavorato con vari istituti di ricerca (fra cui Cesos-Cisl e Cen- sis). Ha diretto il Settore Ricerca di S3.Studium (1998-2014). Ha realiz- zato decine di studi previsionali (inerenti, fra l’altro, i consumi, la ricerca scientifica, il mercato del lavoro, il marketing). Fra le sue recenti pubbli- cazioni: Terziario Futuro 2020. Le prospettive delle imprese terziarie in Italia (2017); (con Maurizio Urbani) Energia 2030. Il futuro del settore energetico in Italia (2019).