2. Deriva da un’espressione tedesca di augurio: “Bring dir’s”, che significa “lo porgo a te”, sottintendendo il bicchiere di vino o il boccale di birra. Il vocabolo è comunque giunto a noi attraverso lo spagnolo “brindis”, forse perché i soldati spagnoli lo appresero da quelli tedeschi. BRINDISI
3. Il nome ha avuto una storia lunga e tortuosa: dal greco “melimelon” e dal corrispondente latino “mrlimèlum”, che era una qualità di mela, il portoghese “mermelo” (mela cotogna), da cui, sempre in portoghese, “marmelada”. MARMELLATA
4. Deriva da “pio” e da “pietà”. Era infatti il cibo offerto come pia elargizione ai poveri in aggiunta al semplice pane, soprattutto in occasione di ricorrenze religiose. Ha poi assunto l’attuale significato di portata di cibo, che si aggiunge al pane e che si serve in tavola dopo la minestra. PIETANZA
5. Nei Paesi nordici il merluzzo viene essiccato all’aria aperta dai pescatori, che lo infilano per la code a bastoni infissi al suolo e lo lasciano lì finchè non diventa rigido e duro come un bastone. L’etimo della parola è certo: dall’olandese “stocvisch”, alla lettera “pesce (visch) bastone (stoc)”; incerta però è l’interpretazione: o “pesce bastone” cioè duro come un bastone, oppure “pesce seccato sui bastoni”. STOCCAFISSO
6. Deriva dallo spagnolo “turròn”, che vuol dire letteralmente “cosa arrostita, abbrustolita”, e a sua volta deriva dal verbo “turrar”, “arrostire, abbrustolire”, che risale al latino “torrere”, avente lo stesso significato. TORRONE