SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 3
Descargar para leer sin conexión
#PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica
http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/print/ABvCqJNB/0 1/3
27 Giu 2016
#PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e
linguaggi della comunicazione pubblica
di Sergio Talamo
Sicurezza sul lavoro, rischi e prevenzione, adempimenti per le aziende, dati relativi a infortuni sul
lavoro, percorsi post infortunio e malattie professionali. Non sono propriamente argomenti che
appassionano i frequentatori dei social. Eppure è con queste frecce all’arco che Inail ha ottenuto il
premio  innovazione  allo  Smau  di  Bologna  2016  con  il  suo  canale  Youtube.  Il  caso  Inail  è
emblematico, perché descrive un percorso di comunicazione pubblica che unisce antichi saperi
giornalistici a nuove piattaforme e nuovi linguaggi, e conferma che dove può arrivare un social
media non potrebbero mai arrivare i canali tradizionali.
Web e Pa  
La produzione video nella Pa ha già un passato più o meno glorioso: le prime sperimentazioni di
web tv risalgono a circa 15 anni fa, e si facevano strada fra i vincoli tecnici della connessione lenta
e  del  mini­schermo  dei  siti  (il  famigerato  “francobollo”)  e  la  mancanza  di  una  cultura  della
trasparenza  e  del  dialogo  a  due  vie  con  l’utente.  Risultato:  molta  propaganda  ­  dall’esibizione
acritica  delle  performance  dell’ente  fino  al  “tele­assessore”  ­    e  scarsissima  rilevazione  del
gradimento  dell’utente.  In  sintesi,  ben  poco  servizio  pubblico.  Dopo  tre  lustri,  le  cose  sono
cambiate  radicalmente  per  almeno  tre  ragioni:  l’affinamento  continuo  delle  tecnologie;
l’incessante percorso verso la trasparenza come spina dorsale dell’attività pubblica; l’esplosione
dei social. Su Youtube è possibile costruire un tragitto di conoscenza, informazione e formazione
che incontra i reali interessi e le necessità dell’utente. Così Inail, partendo nel 2010, ha potuto
raggiungere  dati  interessanti:  2.600  video,  1.100  iscritti  e  quasi  un  milione  di  visualizzazioni
totali.  Il  cuore  del  successo  sta  molto  nella  tecnica  comunicativa  del  canale,  che  fa  leva
sull’accurata distinzione fra: a) l’archivio dei servizi dedicati all’istituto da tv e radio nazionali e
locali;  b)  le  iniziative  di  comunicazione,  i  seminari  e  le  campagne  informative  per  studenti,
lavoratori  e  aziende,  arricchite  dalle  brillanti  animazioni  del  personaggio  “Napo”,  che  senza
parlare e con umorismo affronta i nodi del lavoro e della sicurezza; c) la videoteca dedicata ai
servizi e agli adempimenti; d) i cortometraggi, molti dei quali nascono nell’ambito di concorsi; e
persino  e)  i  filmati  storici,  documenti  che  raccontano  anche  le  sofferenze  e  le  conquiste  del
passato.
Social network e comunicazione pubblica  
L’esperienza di Inail su Youtube è una delle ormai numerose case­histories che mettono i social
network al centro della comunicazione pubblica. Si diffonde sempre più, anche nella pratica, la
consapevolezza  che  i  canali  sociali  hanno  potenzialità  enormi  e  inedite.  Da  un  lato,  infatti,
raggiungono i cittadini dove sempre più si incontrano e si esprimono (solo per fare un esempio,
su Facebook ci sono ogni giorno 12 milioni di italiani con una media di permanenza di 2 ore e 30
minuti);    dall’altro  si  cimentano  con  la  comunicazione  sincrona  (in  tempo  reale),  entrando
finalmente  nell’era  della  comunicazione  a  due  vie,  in  cui  l’emittente  non  eroga  informazioni
#PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica
http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/print/ABvCqJNB/0 2/3
dall’alto  a  un  ipotetico  ricevente,  ma  dialoga  con  lui  ottenendone  riscontri,  dissensi  e
suggerimenti che permettono di ri­orientare il servizio. I casi virtuosi spaziano in diversi settori
pubblici (un’aggiornata casistica si può trovare su cittadiniditwitter.it, che a dispetto del nome
tocca diversi social). Ad esempio, la campagna Twitter e Facebook “Sulla buona strada”, dedicata
ai  temi  della  sicurezza  stradale  e  gestita  dal  ministero  delle  Infrastrutture  e  dei  trasporti.  La
campagna,  durata  dal  22  marzo  all’11  aprile,  ha  registrato  questi  dati:  la  pagina  Facebook  ha
superato i 100mila ‘mi piace’ e raggiunto 2milioni e 300mila persone, con 18mila condivisioni
solo ad aprile; i tweet hanno avuto circa 250mila visualizzazioni. Oppure la novità dell’università
‘Ca  Foscari  di  Venezia,  dove  con  un  tweet  raggiungibile  da  un’app  è  possibile  iscriversi  o
cancellarsi agli esami, accedere al libretto on line, visualizzare il calendario delle prove, restare in
contatto con i docenti, compilare il questionario di valutazione di fine corso. O ancora, il successo
del  Miur,  ma  anche  di  Mef,  Farnesina  e  Italiasicura  su  Telegram,  o  del  Mibact  nelle  iniziative
social su cultura, musei, turismo. Poi c’è WhatsApp, che merita un discorso specifico perché si
inoltra sul terreno della comunicazione “one to one”. L’azienda dei trasporti “Brescia Mobilità” ha
indagato  sulle  conversazioni  con  il  cittadino  tramite  la  famosa  chat  da  poco  acquistata  da
Facebook:  la  parola  più  utilizzata  dagli  utenti  è  “grazie”.  “Da  quando  abbiamo  iniziato  questa
esperienza” ­ racconta il direttore generale di Brescia Mobilità Marco Medeghini ­ le lamentele dei
cittadini  sono  diminuite  del  40%.  I  cittadini,  scrivendo  semplicemente  su  WhatsApp,  possono
rivolgerci domande oppure fare segnalazioni. Basta una semplice foto, ad esempio, per mostrarci
che  una  delle  pensiline  degli  autobus  è  stata  vandalizzata”.  E  ad  Ancona  su  WhatsApp  si  è
“trasferito” l’intero Urp, con il risultato di “incontrare” i cittadini con una frequenza e un’efficacia
mai  raggiungibili  dai  tradizionali  uffici.  “I  cittadini  ­  dice  il  responsabile  Marco  Porcu  ­  ci
chiedono informazioni di diverso tipo, dagli orari di apertura degli uffici alle notizie sui bandi fino
agli eventi e alle iniziative in programma in città. Il servizio si è dimostrato utilissimo in caso di
emergenze.  Nel  giro  di  pochi  istanti  riusciamo  ad  arrivare  in  maniera  capillare  a  moltissimi
cittadini e informarli su quello che sta succedendo”.
#PAsocial  
Un mondo in grande fermento, insomma. La necessità è ora di rendere sistematico e consueto ciò
che ancora viaggia sulle ali dell’esperienza estemporanea o del puro laboratorio. “Fare sistema”
significa anche agevolare il confronto e l’imitazione, in un terreno in cui creatività, innovazione e
realizzazione concreta hanno confini molto sottili. In questo senso si muove #PAsocial, una rete
che  opera  a  Palazzo  Chigi  e  che  mette  insieme  i  comunicatori  del  governo:  uffici  stampa
ministeriali che virano verso i “social media team” e sono coordinati da Francesco Di Costanzo,
portavoce  della  struttura  di  missione  Italiasicura  che  a  Palazzo  Chigi  si  occupa  di  dissesto
idrogeologico.  Fra  i  promotori,  altri  due  comunicatori  di  Palazzo  Chigi:  Francesco  Nicodemo,
braccio destro di Filippo Sensi, e la responsabile della comunicazione on line Roberta Maggio.
Accanto a loro, l'Agid e i capi ufficio stampa di pressoché tutti i ministeri. È un gruppo che non si
propone di elaborare le nuove tavole della legge, ma piuttosto di assecondare e valorizzare ciò che
spontaneamente si muove nella Pa centrale e sul territorio. Infatti, dopo aver lanciato il nuovo
corso con “Gli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica”, incontro tenutosi a Palazzo
Chigi lo scorso novembre, ha fatto tappa a Pescara ad aprile (in progetto un percorso formativo
“ad hoc” in Abruzzo) e al ForumpA di Roma a maggio scorso. I prossimi appuntamenti vedono
#PAsocial  impegnata  a  Napoli  il  6  luglio,  con  un  evento  che  riunisce  Agid  e  tutti  i  più  grandi
ministeri, poi a settembre a Roma con il “Social Media Week” dedicato all’uso dei social su temi
specifici (trasporti, istruzione, cultura, turismo, emergenze). Poi ancora Catania, Trieste, Cagliari,
Genova, Ancona e Aosta.
Verso una nuova stagione della comunicazione pubblica  
La bussola dei nuovi comunicatori sembra essere, più che la dottrina, la passione professionale,
cioè quel motore che permette di immaginare una nuova stagione della comunicazione pubblica
lontana anni­luce da quella che nel 2000 e 2001, con la legge 150 e il regolamento attuativo, fissò
#PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica
http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/print/ABvCqJNB/0 3/3
gli strumenti del mestiere nella triade uffici stampa­urp­portavoce. Dopo quella fase, il pianeta
pubblico è stato attraversato da innovazioni epocali, sia sul lato tecnologico (l’esplosione dei siti
web, i motori di ricerca, l’interattività, i social media, lo streaming video) sia su quello legislativo
(dal codice dell’amministrazione digitale alla citizen satisfaction fino alla trasparenza totale e alla
Pa “digital first” della recentissima Riforma). L’utente è quindi passato dall’attesa di informazioni
su siti e portali (anni ’90­primi anni 2000) all’indagine attraverso i motori di ricerca, Google in
primis, per approdare ad una fase in cui l’’homepage dei siti è ormai uno strumento desueto, e lo
stesso uso di Google lascia il posto ai social network: le ricerche dimostrano che oltre i due terzi
delle  informazioni  sono  veicolati  dai  propri  contatti  virtuali,  che  consentono  di  orientarsi  nel
labirinto informativo (il cosiddetto information overload), o comunque reperiti da link e rimandi
contenuti nei social.
In attesa della legge “151”  
Di  fronte  a  cambiamenti  così  profondi  delle  abitudini  d’uso  degli  utenti  e  finanche  della  loro
aspettative  rispetto  alle  informazioni  e  alle  prestazioni  pubbliche,  il  principale  riferimento
normativo della comunicazione pubblica è ancora fermo a 15 anni fa. Ecco perché dal lavoro di
#PAsocial potrebbe nascere la sollecitazione a una legge “151”, come negli anni è stato indicato il
superamento della normativa del 2000. E forse l’approccio “dal basso” ­ censire, promuovere e
valorizzare le esperienze sul campo delle PA ­ si rivelerà la via più efficace, dopo anni di riforme
sulla comunicazione scritte nelle commissioni parlamentari o negli uffici legislativi dei ministeri e
poi rimaste a livello di corpo estraneo o poco più.  
Sono del resto le esperienze internazionali a far immaginare che il cammino possa trovare uno
sbocco anche normativo. Ad esempio, nella sanità: circa 1.500 ospedali americani hanno almeno
un profilo social, e alcuni investono molte risorse sulla targettizzazione degli utenti, con profili
dedicati alle diverse categorie di malati o anche di medici e ricercatori. L’ospedale social, secondo
ricerche ormai consolidate, può agire in modo molto efficace anche nella fase della prevenzione,
promuovendo stili di vita salutari. E la questione tocca anche i più scottanti problemi planetari.
Negli  Stati  Uniti  è  da  tempo  chiaro  il  peso  dei  social  nella  diffusione  della  “jihad”,  con  veri  e
propri percorsi di formazione e indottrinamento dei terroristi. Il National Security Council punta
l’indice su Facebook, Twitter e Telegram. Tutto sta, ora, nello scegliere se la strada giusta è quella
suggerita  da  Hillary  Clinton:  “Da  presidente  lavorerò  con  le  grandi  aziende  tecnologiche  della
Silicon  Valley.  Con  il  loro  aiuto  dobbiamo  intercettare  le  comunicazioni  dell'Is,  sorvegliare  e
analizzare le conversazioni sui social media, ricostruire i network jihadisti, e promuovere delle
voci credibili che offrano un'alternativa all'estremismo". O quella di Donald Trump: “Almeno in
parte, internet va chiuso”.
P.I. 00777910159 ­ Copyright Il Sole 24 Ore ­ All rights reserved

Más contenido relacionado

Similar a #PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica

Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)
Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)
Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)
Paolo Costa
 
A. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social media
A. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social mediaA. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social media
A. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social media
Istituto nazionale di statistica
 
Facebook le banche scoprono la community
Facebook le banche scoprono la communityFacebook le banche scoprono la community
Facebook le banche scoprono la community
LiveXtension
 

Similar a #PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica (20)

Venezia camp giraldo_alessandra
Venezia camp giraldo_alessandraVenezia camp giraldo_alessandra
Venezia camp giraldo_alessandra
 
Social media e partecipazione. Il caso Pisapia e altri
Social media e partecipazione. Il caso Pisapia e altriSocial media e partecipazione. Il caso Pisapia e altri
Social media e partecipazione. Il caso Pisapia e altri
 
Academy FPA
Academy FPAAcademy FPA
Academy FPA
 
WhatsApp, giornalismo e pubblica amministrazione, la sperimentazione della Re...
WhatsApp, giornalismo e pubblica amministrazione, la sperimentazione della Re...WhatsApp, giornalismo e pubblica amministrazione, la sperimentazione della Re...
WhatsApp, giornalismo e pubblica amministrazione, la sperimentazione della Re...
 
#Politiche #sociali e #smart #cities
#Politiche #sociali e #smart #cities#Politiche #sociali e #smart #cities
#Politiche #sociali e #smart #cities
 
Magazine Protezione Civile - Anno 4 - n. 14 - gennaio-marzo 2014
Magazine Protezione Civile - Anno 4 - n. 14 - gennaio-marzo 2014Magazine Protezione Civile - Anno 4 - n. 14 - gennaio-marzo 2014
Magazine Protezione Civile - Anno 4 - n. 14 - gennaio-marzo 2014
 
Sentieri Digitali 2010 - La comunicazione nell'era delle realtà virtuali (by ...
Sentieri Digitali 2010 - La comunicazione nell'era delle realtà virtuali (by ...Sentieri Digitali 2010 - La comunicazione nell'era delle realtà virtuali (by ...
Sentieri Digitali 2010 - La comunicazione nell'era delle realtà virtuali (by ...
 
La società dei media digitali fra continuita e cambiamento
La società dei media digitali fra continuita e cambiamentoLa società dei media digitali fra continuita e cambiamento
La società dei media digitali fra continuita e cambiamento
 
Social Media Week Milano: Introduzione al Social Media Engagement
Social Media Week Milano: Introduzione al Social Media EngagementSocial Media Week Milano: Introduzione al Social Media Engagement
Social Media Week Milano: Introduzione al Social Media Engagement
 
Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)
Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)
Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (1a Lezione)
 
Curriculum 2015 alonzo
Curriculum 2015 alonzoCurriculum 2015 alonzo
Curriculum 2015 alonzo
 
Power point europa
Power point europaPower point europa
Power point europa
 
Comunicare l'ambiente
Comunicare l'ambienteComunicare l'ambiente
Comunicare l'ambiente
 
A. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social media
A. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social mediaA. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social media
A. Martino, G. Proietti Pannunzi - L’Istat nei social media
 
Dodicesima Conferenza Nazionale di Statistica - Presentazione OpenCoesione / ...
Dodicesima Conferenza Nazionale di Statistica - Presentazione OpenCoesione / ...Dodicesima Conferenza Nazionale di Statistica - Presentazione OpenCoesione / ...
Dodicesima Conferenza Nazionale di Statistica - Presentazione OpenCoesione / ...
 
Corso Facebook per Odontoiatri
Corso Facebook per OdontoiatriCorso Facebook per Odontoiatri
Corso Facebook per Odontoiatri
 
La Comunicazione Digitale per i Musei (Chiara Natali)
La Comunicazione Digitale per i Musei (Chiara Natali)La Comunicazione Digitale per i Musei (Chiara Natali)
La Comunicazione Digitale per i Musei (Chiara Natali)
 
Facebook le banche scoprono la community
Facebook le banche scoprono la communityFacebook le banche scoprono la community
Facebook le banche scoprono la community
 
Comunicazione Pubblica 2.0
Comunicazione Pubblica 2.0Comunicazione Pubblica 2.0
Comunicazione Pubblica 2.0
 
OpenCoesione: dalla trasparenza alla cittadinanza consapevole
OpenCoesione: dalla trasparenza alla cittadinanza consapevoleOpenCoesione: dalla trasparenza alla cittadinanza consapevole
OpenCoesione: dalla trasparenza alla cittadinanza consapevole
 

Más de Paolo Marcucci (8)

Settimana dell’Amministrazione Aperta, Porte Aperte all’Inail, 6 marzo 2017
Settimana dell’Amministrazione Aperta, Porte Aperte all’Inail, 6 marzo 2017Settimana dell’Amministrazione Aperta, Porte Aperte all’Inail, 6 marzo 2017
Settimana dell’Amministrazione Aperta, Porte Aperte all’Inail, 6 marzo 2017
 
07.03.2017 REPUBBLICA RSalute - Simone Valesini pag.28
07.03.2017 REPUBBLICA RSalute - Simone Valesini pag.2807.03.2017 REPUBBLICA RSalute - Simone Valesini pag.28
07.03.2017 REPUBBLICA RSalute - Simone Valesini pag.28
 
06.03.2017 Sole 24 Ore Lavoro e Carriere - Settecento posti nella galassia de...
06.03.2017 Sole 24 Ore Lavoro e Carriere - Settecento posti nella galassia de...06.03.2017 Sole 24 Ore Lavoro e Carriere - Settecento posti nella galassia de...
06.03.2017 Sole 24 Ore Lavoro e Carriere - Settecento posti nella galassia de...
 
lentepubblica.it-Notizie correlate
lentepubblica.it-Notizie correlatelentepubblica.it-Notizie correlate
lentepubblica.it-Notizie correlate
 
Inail 13.03.2014
Inail 13.03.2014Inail 13.03.2014
Inail 13.03.2014
 
Prova ufficiostampa 4
Prova ufficiostampa 4Prova ufficiostampa 4
Prova ufficiostampa 4
 
Rassegna Stampa forum pa
Rassegna Stampa forum paRassegna Stampa forum pa
Rassegna Stampa forum pa
 
Rassegna Stampa e Bur Forum P.A.
Rassegna Stampa e Bur Forum P.A.Rassegna Stampa e Bur Forum P.A.
Rassegna Stampa e Bur Forum P.A.
 

#PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica

  • 1. #PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/print/ABvCqJNB/0 1/3 27 Giu 2016 #PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica di Sergio Talamo Sicurezza sul lavoro, rischi e prevenzione, adempimenti per le aziende, dati relativi a infortuni sul lavoro, percorsi post infortunio e malattie professionali. Non sono propriamente argomenti che appassionano i frequentatori dei social. Eppure è con queste frecce all’arco che Inail ha ottenuto il premio  innovazione  allo  Smau  di  Bologna  2016  con  il  suo  canale  Youtube.  Il  caso  Inail  è emblematico, perché descrive un percorso di comunicazione pubblica che unisce antichi saperi giornalistici a nuove piattaforme e nuovi linguaggi, e conferma che dove può arrivare un social media non potrebbero mai arrivare i canali tradizionali. Web e Pa   La produzione video nella Pa ha già un passato più o meno glorioso: le prime sperimentazioni di web tv risalgono a circa 15 anni fa, e si facevano strada fra i vincoli tecnici della connessione lenta e  del  mini­schermo  dei  siti  (il  famigerato  “francobollo”)  e  la  mancanza  di  una  cultura  della trasparenza  e  del  dialogo  a  due  vie  con  l’utente.  Risultato:  molta  propaganda  ­  dall’esibizione acritica  delle  performance  dell’ente  fino  al  “tele­assessore”  ­    e  scarsissima  rilevazione  del gradimento  dell’utente.  In  sintesi,  ben  poco  servizio  pubblico.  Dopo  tre  lustri,  le  cose  sono cambiate  radicalmente  per  almeno  tre  ragioni:  l’affinamento  continuo  delle  tecnologie; l’incessante percorso verso la trasparenza come spina dorsale dell’attività pubblica; l’esplosione dei social. Su Youtube è possibile costruire un tragitto di conoscenza, informazione e formazione che incontra i reali interessi e le necessità dell’utente. Così Inail, partendo nel 2010, ha potuto raggiungere  dati  interessanti:  2.600  video,  1.100  iscritti  e  quasi  un  milione  di  visualizzazioni totali.  Il  cuore  del  successo  sta  molto  nella  tecnica  comunicativa  del  canale,  che  fa  leva sull’accurata distinzione fra: a) l’archivio dei servizi dedicati all’istituto da tv e radio nazionali e locali;  b)  le  iniziative  di  comunicazione,  i  seminari  e  le  campagne  informative  per  studenti, lavoratori  e  aziende,  arricchite  dalle  brillanti  animazioni  del  personaggio  “Napo”,  che  senza parlare e con umorismo affronta i nodi del lavoro e della sicurezza; c) la videoteca dedicata ai servizi e agli adempimenti; d) i cortometraggi, molti dei quali nascono nell’ambito di concorsi; e persino  e)  i  filmati  storici,  documenti  che  raccontano  anche  le  sofferenze  e  le  conquiste  del passato. Social network e comunicazione pubblica   L’esperienza di Inail su Youtube è una delle ormai numerose case­histories che mettono i social network al centro della comunicazione pubblica. Si diffonde sempre più, anche nella pratica, la consapevolezza  che  i  canali  sociali  hanno  potenzialità  enormi  e  inedite.  Da  un  lato,  infatti, raggiungono i cittadini dove sempre più si incontrano e si esprimono (solo per fare un esempio, su Facebook ci sono ogni giorno 12 milioni di italiani con una media di permanenza di 2 ore e 30 minuti);    dall’altro  si  cimentano  con  la  comunicazione  sincrona  (in  tempo  reale),  entrando finalmente  nell’era  della  comunicazione  a  due  vie,  in  cui  l’emittente  non  eroga  informazioni
  • 2. #PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/print/ABvCqJNB/0 2/3 dall’alto  a  un  ipotetico  ricevente,  ma  dialoga  con  lui  ottenendone  riscontri,  dissensi  e suggerimenti che permettono di ri­orientare il servizio. I casi virtuosi spaziano in diversi settori pubblici (un’aggiornata casistica si può trovare su cittadiniditwitter.it, che a dispetto del nome tocca diversi social). Ad esempio, la campagna Twitter e Facebook “Sulla buona strada”, dedicata ai  temi  della  sicurezza  stradale  e  gestita  dal  ministero  delle  Infrastrutture  e  dei  trasporti.  La campagna,  durata  dal  22  marzo  all’11  aprile,  ha  registrato  questi  dati:  la  pagina  Facebook  ha superato i 100mila ‘mi piace’ e raggiunto 2milioni e 300mila persone, con 18mila condivisioni solo ad aprile; i tweet hanno avuto circa 250mila visualizzazioni. Oppure la novità dell’università ‘Ca  Foscari  di  Venezia,  dove  con  un  tweet  raggiungibile  da  un’app  è  possibile  iscriversi  o cancellarsi agli esami, accedere al libretto on line, visualizzare il calendario delle prove, restare in contatto con i docenti, compilare il questionario di valutazione di fine corso. O ancora, il successo del  Miur,  ma  anche  di  Mef,  Farnesina  e  Italiasicura  su  Telegram,  o  del  Mibact  nelle  iniziative social su cultura, musei, turismo. Poi c’è WhatsApp, che merita un discorso specifico perché si inoltra sul terreno della comunicazione “one to one”. L’azienda dei trasporti “Brescia Mobilità” ha indagato  sulle  conversazioni  con  il  cittadino  tramite  la  famosa  chat  da  poco  acquistata  da Facebook:  la  parola  più  utilizzata  dagli  utenti  è  “grazie”.  “Da  quando  abbiamo  iniziato  questa esperienza” ­ racconta il direttore generale di Brescia Mobilità Marco Medeghini ­ le lamentele dei cittadini  sono  diminuite  del  40%.  I  cittadini,  scrivendo  semplicemente  su  WhatsApp,  possono rivolgerci domande oppure fare segnalazioni. Basta una semplice foto, ad esempio, per mostrarci che  una  delle  pensiline  degli  autobus  è  stata  vandalizzata”.  E  ad  Ancona  su  WhatsApp  si  è “trasferito” l’intero Urp, con il risultato di “incontrare” i cittadini con una frequenza e un’efficacia mai  raggiungibili  dai  tradizionali  uffici.  “I  cittadini  ­  dice  il  responsabile  Marco  Porcu  ­  ci chiedono informazioni di diverso tipo, dagli orari di apertura degli uffici alle notizie sui bandi fino agli eventi e alle iniziative in programma in città. Il servizio si è dimostrato utilissimo in caso di emergenze.  Nel  giro  di  pochi  istanti  riusciamo  ad  arrivare  in  maniera  capillare  a  moltissimi cittadini e informarli su quello che sta succedendo”. #PAsocial   Un mondo in grande fermento, insomma. La necessità è ora di rendere sistematico e consueto ciò che ancora viaggia sulle ali dell’esperienza estemporanea o del puro laboratorio. “Fare sistema” significa anche agevolare il confronto e l’imitazione, in un terreno in cui creatività, innovazione e realizzazione concreta hanno confini molto sottili. In questo senso si muove #PAsocial, una rete che  opera  a  Palazzo  Chigi  e  che  mette  insieme  i  comunicatori  del  governo:  uffici  stampa ministeriali che virano verso i “social media team” e sono coordinati da Francesco Di Costanzo, portavoce  della  struttura  di  missione  Italiasicura  che  a  Palazzo  Chigi  si  occupa  di  dissesto idrogeologico.  Fra  i  promotori,  altri  due  comunicatori  di  Palazzo  Chigi:  Francesco  Nicodemo, braccio destro di Filippo Sensi, e la responsabile della comunicazione on line Roberta Maggio. Accanto a loro, l'Agid e i capi ufficio stampa di pressoché tutti i ministeri. È un gruppo che non si propone di elaborare le nuove tavole della legge, ma piuttosto di assecondare e valorizzare ciò che spontaneamente si muove nella Pa centrale e sul territorio. Infatti, dopo aver lanciato il nuovo corso con “Gli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica”, incontro tenutosi a Palazzo Chigi lo scorso novembre, ha fatto tappa a Pescara ad aprile (in progetto un percorso formativo “ad hoc” in Abruzzo) e al ForumpA di Roma a maggio scorso. I prossimi appuntamenti vedono #PAsocial  impegnata  a  Napoli  il  6  luglio,  con  un  evento  che  riunisce  Agid  e  tutti  i  più  grandi ministeri, poi a settembre a Roma con il “Social Media Week” dedicato all’uso dei social su temi specifici (trasporti, istruzione, cultura, turismo, emergenze). Poi ancora Catania, Trieste, Cagliari, Genova, Ancona e Aosta. Verso una nuova stagione della comunicazione pubblica   La bussola dei nuovi comunicatori sembra essere, più che la dottrina, la passione professionale, cioè quel motore che permette di immaginare una nuova stagione della comunicazione pubblica lontana anni­luce da quella che nel 2000 e 2001, con la legge 150 e il regolamento attuativo, fissò
  • 3. #PAsocial mette in rete i nuovi strumenti e linguaggi della comunicazione pubblica http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/print/ABvCqJNB/0 3/3 gli strumenti del mestiere nella triade uffici stampa­urp­portavoce. Dopo quella fase, il pianeta pubblico è stato attraversato da innovazioni epocali, sia sul lato tecnologico (l’esplosione dei siti web, i motori di ricerca, l’interattività, i social media, lo streaming video) sia su quello legislativo (dal codice dell’amministrazione digitale alla citizen satisfaction fino alla trasparenza totale e alla Pa “digital first” della recentissima Riforma). L’utente è quindi passato dall’attesa di informazioni su siti e portali (anni ’90­primi anni 2000) all’indagine attraverso i motori di ricerca, Google in primis, per approdare ad una fase in cui l’’homepage dei siti è ormai uno strumento desueto, e lo stesso uso di Google lascia il posto ai social network: le ricerche dimostrano che oltre i due terzi delle  informazioni  sono  veicolati  dai  propri  contatti  virtuali,  che  consentono  di  orientarsi  nel labirinto informativo (il cosiddetto information overload), o comunque reperiti da link e rimandi contenuti nei social. In attesa della legge “151”   Di  fronte  a  cambiamenti  così  profondi  delle  abitudini  d’uso  degli  utenti  e  finanche  della  loro aspettative  rispetto  alle  informazioni  e  alle  prestazioni  pubbliche,  il  principale  riferimento normativo della comunicazione pubblica è ancora fermo a 15 anni fa. Ecco perché dal lavoro di #PAsocial potrebbe nascere la sollecitazione a una legge “151”, come negli anni è stato indicato il superamento della normativa del 2000. E forse l’approccio “dal basso” ­ censire, promuovere e valorizzare le esperienze sul campo delle PA ­ si rivelerà la via più efficace, dopo anni di riforme sulla comunicazione scritte nelle commissioni parlamentari o negli uffici legislativi dei ministeri e poi rimaste a livello di corpo estraneo o poco più.   Sono del resto le esperienze internazionali a far immaginare che il cammino possa trovare uno sbocco anche normativo. Ad esempio, nella sanità: circa 1.500 ospedali americani hanno almeno un profilo social, e alcuni investono molte risorse sulla targettizzazione degli utenti, con profili dedicati alle diverse categorie di malati o anche di medici e ricercatori. L’ospedale social, secondo ricerche ormai consolidate, può agire in modo molto efficace anche nella fase della prevenzione, promuovendo stili di vita salutari. E la questione tocca anche i più scottanti problemi planetari. Negli  Stati  Uniti  è  da  tempo  chiaro  il  peso  dei  social  nella  diffusione  della  “jihad”,  con  veri  e propri percorsi di formazione e indottrinamento dei terroristi. Il National Security Council punta l’indice su Facebook, Twitter e Telegram. Tutto sta, ora, nello scegliere se la strada giusta è quella suggerita  da  Hillary  Clinton:  “Da  presidente  lavorerò  con  le  grandi  aziende  tecnologiche  della Silicon  Valley.  Con  il  loro  aiuto  dobbiamo  intercettare  le  comunicazioni  dell'Is,  sorvegliare  e analizzare le conversazioni sui social media, ricostruire i network jihadisti, e promuovere delle voci credibili che offrano un'alternativa all'estremismo". O quella di Donald Trump: “Almeno in parte, internet va chiuso”. P.I. 00777910159 ­ Copyright Il Sole 24 Ore ­ All rights reserved