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Tanti applausi durante i saluti di Monica Martenghi e dei
delegati delle istanze di base del Partito
Entusiasmo alle stelle per il discorso di
Scuderi
Il PMLI proiettato ad acquisire un corpo da Gigante
Rosso applicando gli insegnamenti di Mao

La Commemorazione di Mao che il Comitato centrale PMLI tiene ogni anno
nell'anniversario della scomparsa del grande maestro del proletariato
internazionale, avvenuta il 9 settembre 1976, rappresenta il vero giro di boa che
apre il nuovo anno politico: l'appuntamento che per tutto il Partito riassume
idealmente un anno di lotte e di progressi, col quale si ricarica di energie fresche
attingendo alla fonte inesauribile degli insegnamenti di Mao, sintetizza e
aggiorna la sua analisi marxista-leninista della situazione italiana e
internazionale, e si proietta in avanti verso le nuove tappe imposte dalla lotta di
classe e dall'obiettivo di acquisire un corpo da Gigante Rosso.
In questo quadro questa commemorazione di Mao, celebrata l'11 settembre a
Firenze, assumeva un valore speciale, sia perché a tenere il discorso
commemorativo era il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni
Scuderi, sia per l'importanza del tema: "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul
partito del proletariato". Due motivi degnamente valorizzati dalla scelta del
luogo, la Sala verde del Palazzo dei Congressi di Firenze, un luogo ricorrente in
eventi importanti della vita del PMLI, a cominciare dalla storica proiezione del
lungometraggio cinese sui funerali di Mao nel 1977, dove si è tenuto il III
Congresso nazionale del Partito (dicembre 1985), e dove si sono svolti tanti altri
eventi che la compagna Monica Martenghi ha ricordato nel suo discorso di
saluto ai partecipanti.
È questa bella sala, dunque, sobriamente e splendidamente addobbata di rosso
a cura della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC e delle istanze
delle province di Firenze e Prato, coi manifesti del Partito alle pareti, le bandiere
dei Maestri e del PMLI ai lati del grande tavolo rosso della presidenza, e
soprattutto il grande pannello rosso centrale con una storica gigantografia di
Mao e il titolo a grandi caratteri della manifestazione, che ha accolto le
compagne e i compagni delle istanze di base e i simpatizzanti e amici del
Partito, provenienti da tutta Italia e dall'estero, e anche alcuni semplici
intervenuti provenienti da Firenze e da altre città dalla Toscana. Completava la
calorosa e rossa accoglienza dei partecipanti, accompagnata da un sottofondo
musicale di canzoni proletarie e partigiane, concluso da "L'Internazionale",
"Bandiera Rossa" e "Il Sole Rosso", un grande tavolo rosso allestito fuori dalla
sala con in bella mostra "Il Bolscevico", le pubblicazioni del Partito, gli opuscoli
di Scuderi, le spille dei Maestri e del PMLI e gli altri gadget del Partito, che sono
stati ammirati, consultati e ritirati da moltissimi intervenuti che hanno lasciato
generose sottoscrizioni.
Il rigido black-out osservato dai mezzi di "informazione" borghesi nei confronti
delle nostre manifestazioni è stato più odioso che mai in questa occasione,
salvo il network toscano TGT che ha inviato una troupe e mandato in onda un
ampio servizio con alcune riprese del discorso di Scuderi e una intervista
all'incaricato dei rapporti con la stampa compagno Loris Sottoscritti.

Il saluto di Monica Martenghi
Alle 10, dopo che al suono solenne de "L'Internazionale" i compagni della
presidenza hanno preso posto con al centro il Segretario generale, ha avuto
ufficialmente inizio la commemorazione. Alla compagna Monica Martenghi il
compito di aprire la manifestazione con i calorosi saluti e ringraziamenti del
Comitato centrale del Partito a tutti i militanti, simpatizzanti e amici arrivati,
anche sopportando grandi fatiche e sacrifici economici e di salute, da ogni parte
d'Italia, dal Trentino alla Sicilia; e perfino dall'estero, come i compagni della
cellula Stalin di Londra e dell'Organizzazione di Aberdeen in Scozia.
Spontanei e commossi applausi hanno cominciato a scaldare la sala quando
Martenghi ha reso omaggio alla memoria dei compagni deceduti - Nerina "Lucia"
Paoletti, Vincenzo Falzarano, Ferruccio Panico e Marco Marchi, applausi
continuati in crescendo via via che la compagna elencava le istanze e i
simpatizzanti che avevano contribuito generosamente all'organizzazione
dell'evento, le istanze e le organizzazioni sorte in questo anno trascorso dalla
precedente commemorazione, in Italia e all'estero, i messaggi di saluto
internazionalisti dei partiti fratelli del Messico e di Panama.
Il suo discorso, letto con voce appassionata e trascinante, e che pubblichiamo
integralmente a parte, è stato sottolineato dai calorosi applausi della sala nei
passaggi più significativi. Come quando ha ripercorso e ricordato in sintesi
alcune iniziative pubbliche del PMLI e alcuni cruciali passaggi della sua storia. O
come quando ha denunciato con sdegno il falso comunismo della cricca
capitalista e fascista attualmente al potere in Cina, che ha sostituito le
gigantografie dei Maestri con una statua di Confucio in piazza Tien An Men e
che se potesse chiuderebbe anche il mausoleo di Mao. Come quando ha
ricordato le numerose e intense battaglie politiche, sociali, sindacali,
studentesche e popolari come quella in Valsusa, a cui il nostro Partito ha preso
direttamente parte in questo ultimo anno, dando appuntamento a tutti alla
manifestazione nazionale del prossimo 15 ottobre a Roma. E come quando ha
concluso il suo intervento introduttivo esortando tutto il Partito a impadronirsi
dell'opera incancellabile di Mao per conquistare il socialismo in Italia.

Gli interventi dei delegati delle istanze di base e dei simpatizzanti
È stata quindi data la parola ai delegati delle istanze di base e dei simpatizzanti
del Partito per portare il loro saluto alla commemorazione, dando la precedenza
ai compagni provenienti dall'estero, per poi procedere come toccava quest'anno
dal Sud al Nord dell'Italia. Pur avendo a disposizione solo due minuti a testa, a
causa dei tempi strettissimi imposti dalle decine di interventi e dal tempo
complessivo disponibile, tutte le compagne e i compagni intervenuti sono riusciti
a portare alla manifestazione un altissimo contributo di idee, esperienze e
proponimenti, espressi con grande partecipazione e passione politica marxiste-
leniniste.
Naturalmente è impossibile in questa cronaca forzatamente sintetica della
commemorazione dare conto di tutti gli interventi e della loro enorme ricchezza
ideologica, politica e pratica. E del resto alcuni di questi sono pubblicati in
questo stesso numero de "Il Bolscevico". Ma possiamo dire senz'altro che tutti
gli interventi, pronunciati da giovani, di media età e anziani, sottolineati da
continui e calorosi applausi, hanno costruito un ininterrotto inno a Mao, al suo
esempio e ai suoi preziosi e imperituri insegnamenti, e alla necessità di applicarli
alla situazione concreta in cui ci si trova ad operare per radicarsi nel territorio e
tra le masse. E che tutti gli intervenuti, mostrando di aver recepito appieno il
tema della commemorazione, hanno fatto encomiabili sforzi, pur nell'estrema
stringatezza dei tempi, per fornire con successo ai partecipanti un quadro
sintetico ma illuminante delle loro realtà locali e dei compiti che ci aspettano
nella nuova stagione politica e di lotte.
Particolarmente significativi, a questo proposito, sono stati i contributi dei
delegati delle istanze che hanno smascherato il falso progressismo delle giunte
locali degli imbroglioni Vendola, De Magistris, Renzi e Pisapia, ma anche quelle
dei neopodestà di Catania, Civitavecchia, Gabicce Mare, Forlì e di altre città in
cui vivono e operano questi compagni.
Particolarmente importante e da sottolineare è stato il contributo di quei delegati,
accompagnati spesso dagli apprezzamenti dello stesso Segretario generale, che
hanno sviluppato il tema della commemorazione dal lato della vita interna del
Partito, del centralismo democratico, della lotta contro le influenze della
borghesia, contro l'individualismo, il liberalismo, il settarismo e il revisionismo e
dell'importanza di impugnare saldamente la bandiera rossa del marxismo-
leninismo-pensiero di Mao per far sì che il nostro amato Partito non cambi mai di
colore e percorra con sicurezza e fino in fondo la strada per diventare un
Gigante Rosso anche nel corpo.
Infine, ma non per ordine di importanza, altri delegati hanno dato un prezioso
contributo a tutto il Partito nell'inquadrare le lotte cruciali che ci aspettano, a
partire da quella contro la manovra di lacrime e sangue del massacratore
sociale Berlusconi, in questo autunno che, come ha detto con espressione felice
un compagno, vogliamo che sia non caldo ma rovente.

Il discorso di Scuderi
Il clima caloroso, entusiasta e militante in cui la sala ha seguito e applaudito gli
interventi dei delegati ha introdotto magnificamente il discorso commemorativo
del compagno Scuderi, che purtroppo ha dovuto tagliare drasticamente a causa
dello sforamento dei tempi previsti, pubblicato integralmente su questo stesso
numero del giornale. Ma ciò non ha influito minimamente sulla chiarezza,
completezza ed efficacia del magistrale messaggio politico che conteneva,
arrivando in tutti i suoi punti salienti dritto alla mente e al cuore dei partecipanti,
che lo hanno dimostrato sottolineandolo con continui, ripetuti e scroscianti
applausi dall'inizio alla fine.
In particolare quando il compagno ha trattato il tema delle due culture, quella
borghese e quella proletaria, esortando le operaie e gli operai a impadronirsi di
quest'ultima per trasformarsi da "classe in sé" a "classe per sé". E quando ha
ribadito con forza che le operaie e gli operai devono essere la testa e la colonna
vertebrale del Partito. E ciò a dimostrazione di come il nostro Partito mette e
metterà sempre la classe operaia al centro di tutto, come ci ha insegnato Mao.
Il discorso del Segretario generale del PMLI ha avuto il respiro di un discorso
congressuale e in questo senso si presenta come l'aggiornamento e
l'attualizzazione della linea vittoriosa uscita dal 5° Congresso nazionale del
PMLI. Esso è preziosissimo perché è il frutto della magistrale conoscenza non
solo del marxismo-leninismo-pensiero di Mao ma anche dell'attuale situazione
internazionale e nazionale e delle questioni più cruciali che attraversa il nostro
Partito. Grazie a questa conoscenza approfondita della situazione interna al
Partito e dei suoi compiti storici, il compagno Scuderi ha potuto fornire ai militanti
e al proletariato italiano una lezione marxista-leninista che se sarà studiata,
assimilata e applicata metterà in grado il PMLI di diventare un Gigante Rosso
anche nel corpo ed essere sempre più riconosciuto come il Partito che riuscirà a
realizzare l'Italia unita, rossa e socialista.
Il discorso di Scuderi dovrà ora essere attentamente studiato e ristudiato dalle
diverse istanze e da tutti i militanti e i dirigenti per essere pienamente compreso
e attuato. Come ha indicato nel suo saluto il compagno Franco Melandri
dell'Organizzazione di Ravenna: "Noi marxisti-leninisti italiani abbiamo un
grande dirigente alla guida del Partito; il nostro Segretario generale compagno
Giovanni Scuderi, è un vero grande capo rivoluzionario marxista-leninista. Noi
militanti, i simpatizzanti, gli amici del Partito, abbiamo il dovere di leggere i suoi
scritti, studiarli e di seguire i suoi insegnamenti! Solo così potremo portare a
compimento la lotta del proletariato fino alla vittoria per un'Italia unita, rossa e
socialista".
È impossibile citare qui tutti i passaggi del discorso che sono stati sottolineati
dall'entusiasmo e dagli applausi della sala, sia quelli che hanno sviluppato e
aggiornato l'analisi e la linea del Partito sui più recenti avvenimenti interni e
internazionali, sia quelli che hanno ribadito e rafforzato i principi intangibili, già
completamente sviluppati da Mao e dagli altri quattro Maestri, a cui si ispira e si
ispirerà sempre il Partito del proletariato. Tra i primi sono stati accolti con
particolare attenzione e consenso il passaggio sulle nuove forme di
travestimento "umanitario" assunte dall'interventismo imperialista con la guerra
in Libia e sul predominio che ha assunto il capitale finanziario sulla scena
internazionale, che riconferma la necessità storica dell'abolizione del
capitalismo.
Tra i secondi sono stati salutati da scroscianti applausi la sua magistrale lezione
sul compito fondamentale di formare nuovi quadri rossi e sul valore e
l'intangibilità del centralismo democratico, con la necessità di tenere a bada il
revisionismo se si vuole che il PMLI adempia al suo compito storico di fare la
rivoluzione socialista in Italia. Come anche sul tema della manovra economica
del governo, che ha denunciato e smascherato in tutti i suoi micidiali risvolti: un
golpe costituzionale, sociale e sindacale del nuovo Mussolini, che può essere
affossato solo dalla rivolta popolare e non dalle chiacchiere dei partiti della
"sinistra" borghese. "La crisi la devono pagare i finanzieri, i ricchi, quel 10% che
possiede il 45-50% della ricchezza", ha gridato con forza Scuderi suscitando un
boato di applausi della sala.
E quando il massimo dirigente del Partito, in un crescendo di appassionata
partecipazione dei presenti, si è avviato alle conclusioni salutando i compagni in
partenza per le loro lontane destinazioni con la poetica citazione del discorso di
Mao dell'agosto 1945 ai combattenti in partenza per il fronte, "noi comunisti
siamo come i semi e il popolo è come la terra", per poi finire il suo discorso
con la parola d'ordine "Avanti, avanti, avanti, con forza e fiducia verso l'Italia
unita, rossa e socialista", l'entusiasmo della sala tutta in piedi si è sciolto in una
intensa e prolungata ovazione. Un'ovazione subito seguita dal lancio delle
parole d'ordine "Mao, Mao, Mao" e "PMLI, PMLI, PMLI", che ha degnamente
coronato la sua grande e vittoriosa fatica per proiettare con questa bellissima
commemorazione di Mao tutto il Partito verso la conquista di un corpo da
Gigante Rosso.
Prima di chiudere definitivamente la manifestazione, la presidenza e tutta la sala
in piedi, hanno cantato in coro, come è ormai tradizione, i tre Inni del PMLI:
"L'Internazionale", "Bandiera Rossa" e "Il Sole Rosso". E poi hanno gridato forte
le parole d'ordine ripetute ciascuna due volte, "Giù, giù, giù, Berlusconi
buttiamolo giù"; "Tutti in piazza è ora di andare, il nuovo Mussolini dobbiam
cacciare"; "Con gli insegnamenti di Mao, sì, sì, sì, crescerà il Gigante Rosso del
PMLI"; "Avanti con forza e con fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista";
"Viva Marx, viva Engels, viva Lenin, viva Stalin, viva Mao Zedong"; "Coi Maestri
e col PMLI vinceremo". Così si è conclusa brillantemente questa
commemorazione del 35° della scomparsa di Mao, che resterà memorabile nella
mente e nei cuori dei partecipanti.
Non senza però che prima di lasciare definitivamente la sala le compagne e i
compagni abbiano sostato ancora per completare la conoscenza e la
fraternizzazione tra loro avviata prima dell'inizio della manifestazione, e per
congratularsi e farsi fotografare col compagno Giovanni Scuderi, infaticabile
come sempre nel salutare personalmente tutti, in particolare i nuovi militanti e
simpatizzanti del PMLI.

Oscurati
Ormai ci abbiamo fatto il callo. Per i media della destra e della "sinistra"
borghese il PMLI non esiste. Ma oscurare persino la commemorazione di Mao,
dopo 35 anni dalla sua scomparsa, ci sembra il colmo della disinformazione e
dell'anticomunismo viscerale.
Il buco l'ha compiuto anche "Il Fatto", che pur si è lamentato con un lungo
articolo perché "Repubblica" non ha citato che Santoro aveva parlato alla festa
di quel giornale.
Solo un lampo ha squarciato il buio totale sulla commemorazione. Ci riferiamo
all'ampio servizio sulla commemorazione del TGT (Telegiornale della Toscana)
in onda su Italia7, Rete 37 e Toscana8 in analogico e in digitale, sulla
piattaforma satellitare e sul canale digitale "TGT24". Grazie. Chissà quanti
rimbrotti la sua direzione avrà ricevuto dagli "oscurantisti" antiPMLI!



Saluto di Monica Martenghi ai partecipanti alla
commemorazione del 35° della scomparsa di Mao
Grazie a Mao stiamo costruendo un
partito che non ha precedenti in Italia
Pubblichiamo integralmente il vibrante e caloroso saluto che la compagna
Monica Martenghi ha rivolto a nome del Comitato centrale del PMLI e dei
dirigenti nazionali, con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario
generale del PMLI, ai partecipanti alla commemorazione di Mao per il 35°
Anniversario della scomparsa.
Per stare nei tempi programmati, Martenghi lo ha letto non integralmente.

Care compagne e compagni, care amiche e amici,
a nome del Comitato centrale del nostro Partito e dei compagni dirigenti seduti
alla presidenza con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario
generale del PMLI, porgo a tutti voi un caloroso saluto e un sincero grazie per
essere presenti a questa pubblica iniziativa in occasione del 35° Anniversario
della scomparsa di Mao, grande Maestro del proletariato internazionale, dei
popoli e delle nazioni oppresse, deceduto il 9 settembre 1976.
La commemorazione di quest'anno ha un rilievo e un'importanza del tutto
particolari sia perché il discorso commemorativo sarà tenuto dal nostro amato
Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, sia perché il tema che egli
affronterà, "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul partito del proletariato", è
fondamentale per il futuro della lotta di classe nel nostro Paese e per il presente
e il futuro del nostro Partito.
Salutiamo con particolare calore tutti i compagni che hanno gravi problemi di
salute, sia quelli che, nonostante tutto, oggi sono qui con noi, sia quelli che
purtroppo non sono più in grado di partecipare nemmeno alla vita del Partito.
Salutiamo con gioia rivoluzionaria tutte le compagne e i compagni provenienti un
po' da tutta Italia, specialmente quelli che vengono da molto lontano, dal
Trentino- Alto Adige alla Sicilia e che hanno sopportato lunghi, estenuanti e
costosi viaggi.
Un saluto del tutto particolare va alle compagne e ai compagni che risiedono
all'estero e che per la prima volta sono presenti alla commemorazione di Mao e
ci riferiamo ai compagni della Cellula "Stalin" di Londra e dell'Organizzazione di
Aberdeen in Scozia, che si sono caricati di grossi sacrifici economici e personali
dimostrando un grande attaccamento a Mao e al PMLI. Cogliamo l'occasione
per ringraziare di cuore i compagni della Cellula "Stalin" di Londra per la loro
fraterna ospitalità ai compagni del Partito che vanno a visitare la tomba di Marx.
Ringraziamo chi, pur impossibilitato a partecipare, ha voluto comunque esserci
vicini inviando messaggi di saluto alla commemorazione.
Ricordiamo con gratitudine imperitura i compagni Nerina "Lucia" Paoletti,
Vincenzo Falzarano, Ferruccio Panico e Marco Marchi che ci hanno lasciato
fisicamente e prematuramente ma che rimarranno sempre al nostro fianco con il
loro esempio di dedizione al Partito e alla causa del proletariato e del
socialismo.
Ringraziamo tutte le istanze e i compagni che in vario modo hanno
propagandato questa iniziativa nonostante il rigido black out dei mass media che
anche quest'anno l'hanno completamente ignorata.
Ringraziamo di cuore il Comitato provinciale di Firenze, che ci ospita con tanta
premura, e i militanti, i simpatizzanti e gli amici di Firenze e provincia e Prato
che hanno collaborato con la Commissione di organizzazione del Comitato
centrale alla realizzazione di questa iniziativa.
Un grazie di cuore ai dirigenti e ai militanti residenti nelle province di Firenze e
Prato, in particolare il compagno fiorentino pensionato di origine operaia che ha
dato il più grosso contributo uguale a quello di un dirigente del Partito, che con
le loro sottoscrizioni hanno pagato l'affitto piuttosto salato di questa sala e tutte
le spese della commemorazione.
Un caloroso elogio e ringraziamento all'Organizzazione di Biella e ai suoi
simpatizzanti per il loro cospicuo e spontaneo contributo.
Cogliamo questa felice occasione anche per inviare un saluto alle nuove istanze
che sono nate in questo ultimo anno politico, dalla precedente commemorazione
di Mao ad oggi. A partire dal Comitato lombardo del PMLI diretto dal compagno
Angelo Urgo, il 1° Comitato regionale della storia del Partito, la Cellula
"Rivoluzione d'Ottobre" di Bari, le Organizzazioni di Aberdeen, Retorbido
(Pavia), Binasco e Sesto San Giovanni (Milano), e Capua (Caserta). Siamo
peraltro felicissimi di salutare l'apertura in quest'anno della sede della Cellula
"Vincenzo Falzarano" a Fucecchio presso un circolo ARCI, e della sede della
Cellula "Stalin" della provincia di Catania aperta grazie all'esemplare generosità
proletaria rivoluzionaria del compagno Sesto Schembri.
Ringraziamo fraternamente e con spirito internazionalista proletario il Nucleo
marxista leninista in Messico che ci ha inviato un messaggio di saluto. In esso i
marxisti-leninisti messicani, fra l'altro, affermano che:
"Nella commemorazione del 35º anniversario della scomparsa del nostro grande
Maestro Mao, il NML vuole rendergli onore ribadendo che la nostra esperienza
nello studiare i suoi insegnamenti è stata molto positiva perché abbiamo
riportato alla memoria quello che già conoscevamo, imparato nuove idee e
assimilato i suoi insegnamenti. (...)
Noi del NML commemoriamo quest'anno Mao ribadendo che non ci
smuoveremo di un millimetro né dal suo pensiero né dal marxismo-leninismo. Il
miglior modo di onorarlo è sostenere ben alta e ferma la bandiera del suo
pensiero. La nostra aspirazione continua ad essere la costruzione del partito
della classe operaia in Messico, sotto la guida teorica del marxismo-leninismo-
pensiero di Mao.
Con Mao per sempre!"
Con lo stesso spirito internazionalista proletario, ringraziamo fraternamente il
compagno Rodrigo Morales, portavoce del Comitato centrale del Partito
comunista marxista-leninista di Panama, che tramite i compagni messicani ci ha
fatto giungere un messaggio nel quale fra l'altro si legge: "Vi preghiamo di
trasmettere il nostro saluto proletario al combattivo e internazionalista Partito
marxista-leninista italiano, al compagno Giovanni Scuderi, Segretario Generale,
al Comitato Centrale e a ognuno dei suoi quadri e militanti, in Italia e là dove
operano. È stata istruttiva la lettura de 'Il Bolscevico': una luce che ci è servita
da faro e ispirazione".
Questa "Sala verde" del Palazzo dei Congressi ci ricorda importanti e storici
avvenimenti promossi dal Partito, alcuni dei quali legati a Mao. Come la
proiezione, il 27 febbraio 1977, di fronte a una sala emozionata e
profondamente commossa, del lungometraggio "Gloria eterna al grande
dirigente e maestro, il presidente Mao", oltre due ore di testimonianze
dell'immenso cordoglio e amore del popolo cinese nei confronti del suo grande
timoniere, fornitoci dall'Ambasciata della Repubblica popolare cinese di Roma,
con la quale, all'epoca, intrattenevamo ancora dei rapporti politici.
Il meeting internazionalista di solidarietà col Kampuchea Democratico, il 7
gennaio 1980, promosso dal Comitato centrale del PMLI a un anno
dall'invasione da parte del Vietnam, al soldo dell'allora socialimperialismo
sovietico, e dove il compagno Scuderi tenne un importante discorso.
La celebrazione del centenario della nascita di Mao, organizzata dal Comitato
centrale del Partito il 19 dicembre 1993, dove attraverso un memorabile discorso
il compagno Scuderi ha fornito una pietra miliare e un quadro prezioso sul
pensiero, la figura e l'opera di Mao. E poi le celebrazioni del centenario della
nascita di Engels, il 25 giugno 1995, e del 50° anniversario della morte di Stalin,
il 3 marzo 2003. Nonché altre commemorazioni annuali e dibattiti elettorali
astensionisti.
Memorabile è comunque stato il 3° Congresso nazionale del PMLI svoltosi
proprio in questa sala il 27, 28 e 29 dicembre 1985 in cui viene lanciato per la
prima volta il disegno generale del socialismo in Italia. Un socialismo autentico
perché rispondente a quello tracciato da Marx ed Engels e realizzato in concreto
da Lenin, Stalin e Mao. Non certo quel socialismo a parole e capitalismo e
imperialismo nei fatti spacciato dagli imbroglioni revisionisti e fascisti di Pechino
Hu Jintao, Wen Jiabao, Xi Jinping e dai loro tirapiedi in Italia, in primis i dirigenti
falsi comunisti del PdCI.
Lo "sviluppo pacifico e armonioso" di cui ciancia il Libro bianco del Consiglio di
stato cinese, uscito proprio in queste settimane, che sarebbe finalizzato a
trasformare la Cina "in un paese socialista ricco, forte, democratico, civile
armonioso" è solo un grande inganno oltreché un'illusione confuciana. Dal
momento che si fa propria l'economia di mercato capitalistico e la parola
d'ordine è "arricchitevi", ossia sfruttate il lavoro altrui e ricavate il massimo
profitto, non può esistere né pace, né sviluppo "armonioso", né all'interno del
Paese, fra le classi, né nei rapporti con gli altri paesi del mondo, ai quali la Cina
vuol contendere l'egemonia mondiale. Tanto meno si può parlare di socialismo.
Non sarà certo per assicurare uno "sviluppo pacifico e armonioso" e "socialista"
che la Cina ha iniziato una frenetica corsa al riarmo.
Quando Mao è morto è come se ci avessero strappato un pezzo di cuore perché
egli è parte integrante di noi marxisti-leninisti italiani. Dopo la sua morte siamo
stati costretti a fare da noi, ad affrontare da soli le mille avversità della lotta di
classe, a fare a meno delle sue preziose indicazioni. Ma è nello studio delle sue
opere, delle sue imprese, del suo fulgido esempio di dirigente marxista-leninista
che abbiamo trovato sempre la forza, il coraggio, la chiarezza di idee necessarie
per andare avanti con le nostre forze.
Il PMLI ha con Mao un rapporto del tutto particolare perché è sotto la sua
influenza che il nostro Partito è nato e si è forgiato. Grazie a lui abbiamo capito
qual era la situazione che si era venuta a creare a livello internazionale, ma
anche nel nostro Paese, dopo l'avvento al potere del revisionismo in Urss e la
frantumazione del campo un tempo socialista, seguiti al colpo di stato
kruscioviano al XX Congresso del PCUS; grazie a lui siamo riusciti a non essere
fagocitati dal revisionismo moderno e abbiamo capito la necessità e l'urgenza di
fornire al proletariato italiano il suo partito autenticamente marxista-leninista.
È proprio nel suo nome e seguendo il suo esempio che i primi quattro pionieri e
poi i fondatori del Partito hanno dedicato le loro migliori energie alla costruzione
del Partito marxista-leninista che per fondamento teorico, linea politica e
organizzativa, composizione di classe, stile di lavoro e capacità di guida
strategica e tattica non ha precedenti nel Paese. Grazie a Mao abbiamo avuto
subito chiaro che senza tale Partito non è possibile radunare intorno al
proletariato tutte le forze e le classi amiche, sgominare il nemico di classe e i
suoi servi e guidare il proletariato alla conquista del potere politico.
Si comprende bene perché da quando, nel 1977, la 2ª Sessione plenaria del 1°
CC del PMLI decise di commemorare pubblicamente ogni anno la sua morte,
per noi quest'appuntamento non è mai stato un momento rituale o nostalgico.
Ogni anno vogliamo rendere onore alla sua memoria, ricordarne il pensiero e le
gesta, ma soprattutto vogliamo imparare ancor di più da Mao come fare e
vincere la rivoluzione, come costruire il nostro Gigante Rosso anche nel corpo
che guiderà il proletariato italiano alla conquista del potere politico, che è la
madre di tutte le questioni, e all'instaurazione e la difesa della nuova società
socialista fino al comunismo.
Noi amiamo in modo particolare Mao, ma in ugual misura amiamo anche tutti gli
altri grandi maestri del proletariato Marx, Engels, Lenin e Stalin. Tutti e cinque
questi Maestri sono costantemente ricordati da "Il Bolscevico" e dalle Cellule
che portano il loro nome e tutte le istanze e i compagni del Partito fanno grandi
sforzi per rendere loro omaggio, difenderne la memoria, propagandarne gli
insegnamenti.
Noi non faremo mai come i dirigenti cinesi che dopo aver eliminato le
gigantografie di Marx, Engels, Lenin e Stalin da piazza Tien An Men, quest'anno
vi hanno eretto una gigantesca statua del filosofo reazionario feudale Confucio
nel tentativo di contrapporlo a Mao. Se potessero chiuderebbero persino il
mausoleo di Mao che in quella stessa piazza ogni anno viene visitato da milioni
di cinesi che gli rendono onore, com'è costretto ad ammettere lo stesso
rinnegato anticomunista Federico Rampini su "Il Venerdì" di Repubblica del 2
settembre scorso.
Care compagne e compagni, care amiche e amici,
anche quest'anno è stato un anno di intense battaglie di classe e sociali.
In ogni occasione il nostro Partito ha fatto ogni sforzo per stare al fianco,
sostenere, incoraggiare, indirizzare le masse in lotta. Abbiamo sostenuto la
rivolta degli studenti contro la "riforma" Gelmini, e li abbiamo difesi quando sono
stati vergognosamente attaccati per l'assedio e l'assalto al parlamento il 14
dicembre dell'anno scorso. Eravamo a Roma con la Cgil il 29 settembre e poi il
27 novembre 2010, alla grandiosa manifestazione nazionale della Fiom del 16
ottobre, nelle piazze per lo sciopero generale della Cgil del 6 maggio e ancora
per lo sciopero generale di 8 ore del 6 settembre. Tramite i compagni napoletani
guidati da Franco Di Matteo, siamo stati vicini agli operai di Pomigliano d'Arco e
alle popolazioni di Terzigno, Boscoreale, Chiaiano, Marano, in rivolta contro le
megadiscariche e in difesa della salute e dell'ambiente. Nonostante non siamo
completamente d'accordo con la sua linea, ovunque abbiamo potuto abbiamo
sostenuto le iniziative promosse dal "Popolo Viola" per chiedere le dimissioni del
governo Berlusconi.
Grazie all'Organizzazione di Binasco, diretta dal compagno Stefano, eravamo in
Val Susa nella storica giornata di lotta contro la Tav del 3 luglio scorso. Noi
siamo solidali con i combattenti contro la Tav e condanniamo con sdegno le
aggressioni militari che subiscono da parte delle "forze dell'ordine" del
neofascista Maroni.
Eravamo a Genova il 23 luglio 2011 in occasione del decennale della mattanza
al G8. Non abbiamo lesinato impegno per la vittoria dei 4 Sì ai referendum per
l'acqua pubblica, contro il nucleare e il legittimo impedimento. Per propagandare
l'astensionismo elettorale marxista-leninista nelle amministrative parziali e in
particolare a Milano e Napoli e in Sicilia. Abbiamo partecipato alle iniziative di
lotta contro la guerra di aggressione alla Libia sforzandoci di promuovere
iniziative unitarie con le altre forze politiche e sociali com'è avvenuto con
successo a Biella e a Rufina. Abbiamo celebrato in modo militante, in alcuni casi
anche da soli, l'8 Marzo, il 25° Aprile e il 1° Maggio.
Dobbiamo continuare ad essere presenti a tutte le manifestazioni di massa in
particolare a quella nazionale del 15 ottobre a Roma.
Molto abbiamo fatto, ma tanto abbiamo ancora da fare. Specie ora che il nostro
proletariato e il nostro popolo è sotto il feroce assedio del governo e della classe
dominante borghese. Ora che occorre una grande rivolta popolare per fermare il
micidiale e senza precedenti massacro costituzionale, sociale e sindacale
avallato dal nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano. Invitiamo tutte le forze
politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antifasciste a unirsi come un sol
uomo per affossare la manovra e abbattere il governo del neoduce Berlusconi.
Il nostro rammarico è che il PMLI non è tuttora in grado di tutelare come
vorremmo gli interessi immediati e a lungo termine del proletariato perché non
ha un numero sufficiente di militanti e di simpatizzanti attivi e forti ed estesi
legami con le masse, soprattutto operaie e giovanili, per mancanza di mezzi
economici e materiali e per il rigido black-out stampa che da sempre vige nei
nostri confronti. Per questo dobbiamo decuplicare gli sforzi per dare al PMLI un
corpo da Gigante Rosso difendendo con i denti e applicando risolutamente la
linea politica e organizzativa del PMLI con particolare riferimento alla lotta contro
l'individualismo, il soggettivismo e il frazionismo, studiando, concentrandosi sulle
priorità e sul fronte operaio e sindacale e su quello studentesco, migliorando il
lavoro giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza sulla base della linea,
delle indicazioni e delle misure del 5° Congresso nazionale del PMLI.
Come ebbe a dire il compagno Scuderi, il 9 ottobre 1976, in occasione del
trigesimo della scomparsa di Mao: "Colui che ci ha dato la luce e ci ha lanciato
nell'avvenire, non è più presente fisicamente fra il suo popolo e fra tutti noi, il
suo grande cuore ha cessato di battere per sempre, la sua prodigiosa mente
non potrà più lavorare alla risoluzione dei problemi della rivoluzione e del
socialismo, la sua luminosa figura di condottiero non sarà più lì ad incitarci ad
andare avanti con forza e determinazione sulla strada che lui ha tracciato, ma la
sua opera, il suo insegnamento, il suo tesoro di esperienza di tutta una vita
spesa per la rivoluzione rimangono incancellabili e sta a noi e a tutti i suoi
discepoli sparsi in ogni dove impadronircene e farli vivere in eterno nella
costruzione del nuovo mondo senza più sfruttamento, miseria e guerra".
Noi marxisti-leninisti italiani, discepoli di Mao, dopo 35 anni dalla sua
scomparsa, siamo ancora e più che mai decisi a costruire questo nuovo mondo
a cominciare dalla conquista del socialismo nel nostro Paese.
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Con Mao per sempre!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!



Alcuni interventi emblematici di istanze di
base del PMLI
Alla Commemorazione di Mao dell'11 settembre 2011 sono intervenuti, ciascuno
per due minuti, 28 delegati delle Istanze di base del PMLI (dal Trentino-Alto
Adige alla Sicilia e persino dalla Gran Bretagna, da Londra e Aberdeen) che
hanno letto i saluti delle rispettive Istanze. Altre Istanze impossibilitate a
parteciparvi hanno inviato comunque messaggi di saluto.
Fra i saluti delle Istanze intervenute alla commemorazione ne abbiamo
selezionati otto che ci sembrano i più emblematici e rappresentativi del legame
profondo fra il PMLI e il pensiero di Mao, della necessità di studiarlo per
acquisire la concezione proletaria e applicarlo nella lotta contro il capitalismo, il
governo del neoduce Berlusconi e nella realtà concreta in cui operiamo, per
radicarci e rendere il PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo. Tutti gli interventi
hanno in genere sottolineato l'importanza di studiare il pensiero di Mao per
sviluppare la lotta contro il revisionismo moderno, il frazionismo e
l'individualismo e per assicurare che il Partito non cambi mai di colore.
Leggendo questi interventi le lettrici e i lettori de "Il Bolscevico" non membri del
PMLI possono farsi un'idea più concreta dei militanti del Partito, e, magari
prendere esempio da loro per diventare anch'essi dei marxisti-leninisti. Se ne
gioverebbero la lotta di classe e la nobile causa del proletariato e del socialismo.

SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI VIGGIÙ (provincia di Varese)
Care compagne e cari compagni, l'organizzazione di Viggiù del PMLI è felice e
onorata di essere qui oggi insieme a voi per ricordare la figura del grande
maestro del proletariato internazionale Mao Zedong.
Nel ricordare Mao, viene alla mente la sconfinata fiducia che egli nutriva nei
confronti delle masse, nella loro forza rivoluzionaria e nella vittoria finale del
proletariato sulla borghesia e del comunismo sul capitalismo!
In particolar modo Mao guardava ai giovani, e oggi in questa sala c'è ne sono
tanti. Giovani operai e giovani studenti che sotto le bandiere rosse con la falce e
martello e l'effige di Mao del PMLI si uniscono oggi per combattere
l'imperialismo e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo coscienti che solo militando
e appoggiando in ogni modo, forma e maniera un partito dalla tempra
bolscevica, saldo sui principi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, si
potranno vincere le battaglie immediate e marciare nel futuro verso la conquista
dell'Italia unita, rossa e socialista!
Sì, compagni, il nostro Partito sta crescendo, e questo è sicuramente un bene,
per il Partito e per la causa. Ma dobbiamo anche ricordare che più il Partito
cresce, più dovremo mantenere alta la vigilanza rivoluzionaria sui possibili
nemici di classe, agenti della borghesia che si infiltreranno nel PMLI per fargli
cambiare colore e farlo diventare un partito riformista.
Dobbiamo studiare con costanza la scienza marxista-leninista e in particolar
modo gli scritti di Mao sul revisionismo, armi ideologiche micidiali per individuare
ed eliminare le idee errate nel Partito che se non combattute in tempo possono
portare all'individualismo e al frazionismo.
Il Partito ha bisogno di unità e di una solida disciplina rivoluzionaria per
assolvere i suoi compiti e diventare un Gigante Rosso non solo nella mente ma
anche nel corpo. Per questo ha bisogno di nuovi militanti, che diano anima e
corpo alla causa del socialismo e nel servire gli interessi della classe operaia e
delle masse popolari. Ovunque si sviluppi la lotta di massa contro il regime
neofascista e il sistema capitalista il Partito sarà presente.
Così il PMLI è stato a fianco degli operai della Fiat di Pomigliano e di tutta Italia
contro il piano di fascistizzazione industriale portato avanti dal nuovo Valletta,
Marchionne, col benestare del neoduce Berlusconi; così è stato al fianco dei
valsusini del movimento No Tav e così sarà al fianco di tutte le forze popolari,
democratiche e antifasciste che intendono spazzare via una volta per tutte il
neoduce Berlusconi, il suo nero governo e il regime neofascista attraverso un
nuovo 25 Aprile!
Per quanto riguarda il lavoro a livello locale l'Organizzazione di Viggiù è stata
attiva in particolare sui due fronti più caldi della lotta politica nella primavera
appena passata: l'elezione del neopodestà di Varese e i referendum sull'acqua,
il nucleare e il legittimo impedimento. Entrambe le occasioni hanno visto una
forte e laboriosa presenza del Partito sul territorio che malgrado il numero
esiguo di militanti e le ristrette risorse economiche è riuscito ad effettuare una
proficua propaganda tra le masse popolari con tutti mezzi a disposizione come
volantinaggi, affissioni, banchini, battendo in maniera particolare i quartieri
popolari e raccogliendo tra le masse una stima e una simpatia sempre più
crescenti.
Due sono state in particolare le vittorie di rilievo per l'organizzazione di Viggiù e
per tutto il Partito: la vendita del nostro settimanale di battaglia, "Il Bolscevico",
presso un'edicola nel popolare quartiere di Biumo a Varese e la stesura
avvenuta dopo un attento studio socio-politico del territorio di un corposo
documento elettorale, trasformato poi in volantino per una più larga diffusione tra
le masse, nel quale si denunciava la natura borghese e antipopolare dei partiti
della destra e della "sinistra" borghese che si presentavano alle elezioni, in
particolar modo mettendo a nudo le politiche antipopolari perseguite negli ultimi
5 anni dalla giunta del fascio-leghista Fontana, e proponendo in
contrapposizione alle vuote e fumose promesse dei partiti borghesi, il
programma del Partito marxista-leninista per una Varese governata dal popolo e
al servizio del popolo.
Concludendo compagni, posso dire che c'è ancora molta strada da fare, e tante
saranno ancora le battaglie che dovranno essere affrontate dalle masse popolari
e dai marxisti-leninisti. Una cosa è certa: noi marxisti-leninisti non cederemo di
un passo sul terreno della lotta di classe e prendendo a modello lo spirito di lotta
rivoluzionaria dei nostri maestri Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao spianeremo le
montagne piccole e grandi che si frappongono sulla strada del progresso sociale
e del socialismo!
Con Mao per sempre!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

SALUTO DELLA CELLULA "STALIN" DI LONDRA
Carissime compagne e compagni presenti qui oggi,
è con estremo onore che le militanti e i militanti della Cellula "Stalin" di Londra
del PMLI prendono parte a questo momento di unione rivoluzionaria. Siamo qui
non solo per ricordare l'immensa opera di questo grandissimo dirigente
marxista-leninista, ma anche per rapportare al presente i suoi scientifici
insegnamenti. Mao ci ha insegnato che la lotta di classe è immutabile e che
questo conflitto non avrà mai fine fino a quando non saranno abbattute le classi.
Se esiste lotta di classe nello stesso socialismo, possiamo immaginare quanto
essa sia acuta all'interno del capitalismo. Mao ci ha insegnato a sognare ma a
occhi aperti, ci ha insegnato a essere scientifici e materialisti, quindi non idealisti
o metafisici; ci ha insegnato a guardare in avanti senza mai perdere il contatto
con il presente. Mao era uno scienziato sociale, un matematico della lotta di
classe e della rivoluzione, è stato l'unico dopo Stalin ad oltrepassare i limiti che i
revisionisti moderni avevano costruito al fine di frenare lo sviluppo del socialismo
nel mondo.
In particolar modo occorre ricordare il suo ultimo decennio di vita in cui diede
vita a quel capolavoro chiamato Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, dove
per la prima volta nella storia del mondo un uomo riuscì a mobilitare masse di
milioni di persone nel lavoro di sradicamento della borghesia nella società per il
propulsivo avanzamento del socialismo nell'umanità che andava ben oltre i
confini dell'economia e della politica. Mao aveva in mente di portare il socialismo
nel profondo dell'animo umano. Questo è stato il significato di quella rivoluzione.
Noi del PMLI siamo eredi di quella tradizione bolscevica e non arresteremo di un
solo passo la lotta di classe e il nostro lavoro tra le masse del nostro Paese.
Eterna memoria a Mao!
Sfruttiamo tutte le condizioni al fine di portare il Sole Rosso sull'Italia!
Abbattiamo il governo del neoduce Berlusconi!
Viva Mao e il Partito marxista-leninista italiano!

SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI ABERDEEN (Scozia)
Care compagne e cari compagni,
a nome dell'Organizzazione di Aberdeen del PMLI rivolgo calorosi saluti al
Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, e a tutte le compagne e i
compagni presenti oggi in occasione del 35° Anniversario della scomparsa del
grande Maestro del proletariato internazionale, Mao Zedong.
Mao ha il merito storico di aver difeso e sviluppato la concezione proletaria del
mondo, di aver arricchito il marxismo-leninismo e di averne salvaguardato la
purezza smascherando gli inganni revisionisti.
Non stupiscono, dunque, gli innumerevoli attacchi a lui rivolti dalla borghesia e
dai suoi lacchè revisionisti e riformisti, al fine di allontanare le masse dalla lotta
di classe per il socialismo. Il proletariato per liberarsi dal giogo capitalista deve
sviluppare fino in fondo la lotta di classe, facendo tesoro degli insegnamenti di
Mao ma non può farlo da solo.
Insegna Mao: "Se si vuol fare la rivoluzione ci deve essere un partito
rivoluzionario". Il PMLI è l'unico Partito in Italia autenticamente marxista-
leninista, nato sulla base degli insegnamenti di Mao, che applica dialetticamente
e creativamente alla situazione concreta del nostro Paese.
Oggi, la macelleria sociale scatenata dal governo del neoduce Berlusconi
penalizza le masse e in particolar modo i giovani ai quali nega speranze e
sicurezza per il futuro, spingendone un numero sempre maggiore a emigrare.
L'Organizzazione di Aberdeen del PMLI si muoverà in quest'ottica,
impegnandosi in particolar modo sul fronte femminile, giovanile e studentesco
dei migranti italiani in territorio scozzese, per trasmettere loro la linea proletaria
rivoluzionaria del PMLI, tenendo presenti le parole di Mao: "Il risveglio politico
del popolo non è una cosa facile. Per eliminare le idee errate diffuse fra il
popolo, dobbiamo fare seri e considerevoli sforzi".
Uniamo le nostre forze proletarie rivoluzionare sotto la rossa bandiera con falce
e martello e l'effige di Mao del PMLI, acquisendo la potente coscienza di classe
che sbaraglierà il nostro avversario che da sempre ci sfrutta ed illude e
conquistare così l'Italia unita, rossa e socialista!
Gloria eterna a Mao!
Con il PMLI e i Maestri vinceremo!

SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI SESTO SAN GIOVANNI (provincia di
Milano)
Compagne e compagni,
anche quest'anno grazie agli encomiabili sforzi del Comitato centrale,
puntualmente, siamo qui a commemorare il nostro grande Maestro Mao. Non
certo per il semplice desiderio di compiere un rito, bensì perché il marxismo-
leninismo-pensiero di Mao è la scienza che ci guida quotidianamente nella
nostra azione politica.
Mao ha portato avanti lo sviluppo del marxismo-leninismo arricchendolo della
fondamentale teoria della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del
proletariato concretizzatasi poi nel suo capolavoro politico, la Grande
Rivoluzione Culturale Proletaria che costituisce il punto più avanzato finora
raggiunto da una società socialista e che non potrà che essere un giorno il
nostro modello di partenza nella costruzione dell'Italia unita, rossa e socialista.
La bussola del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che il PMLI non ha mai
abbandonato per un solo giorno, ha consentito al nostro amato Partito di vedere
lontano, denunciando prima di tutti gli altri che era intenzione della borghesia
restaurare il fascismo in Italia, sia pure sotto nuove forme e sotto nuovi vessilli.
Oggi il vento rivoluzionario ha ricominciato a soffiare in tutto il mondo, vi sono
state le rivoluzioni vittoriose dei popoli tunisino, egiziano e libico, ve ne sono
altre ancora in corso ad esempio nello Yemen o nel Bahrain, vi sono i movimenti
degli indignati in Spagna e Grecia, c'è stata la rivolta delle masse popolari
inglesi. E nuove e importanti lotte si preannunciano anche nel nostro Paese per
questo autunno che noi vogliamo sia non caldo ma rovente!
Le nuove sirene della "sinistra" borghese, uscite vittoriose dalle ultime elezioni
amministrative, hanno già gettato la maschera adottando provvedimenti
antipopolari che rivelano quali interessi intendano in realtà tutelare. Anche i
recenti scandali che nella mia città hanno travolto l'ex neopodestà Filippo Penati
e l'attuale giunta guidata da Giorgio Oldrini del PD e appoggiata dal PRC,
rivelano che non vi è alcuna differenza fra la destra e la "sinistra" del regime
neofascista perché tanto a livello nazionale quanto a livello locale esiste un
tacito accordo delle cosche partitiche per la spartizione del potere, degli appalti
e dei finanziamenti. Il nostro obiettivo è quindi far comprendere a tutti gli
elementi più avanzati che occorre abbandonare subito ogni illusione
elettoralistica e che non è possibile abbattere il neoduce Berlusconi e questo
regime neofascista se non con la piazza, attraverso un nuovo 25 aprile!
Con Mao per sempre!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI RAVENNA
Care compagne e cari compagni,
anche quest'anno siamo qui a Firenze per ricordare il grande Maestro del
proletariato internazionale, fondatore della Repubblica Popolare Cinese, grande
oppositore dell'imperialismo, critico contro il revisionismo dei partiti un tempo
comunisti dell'Occidente e dell'Unione Sovietica dopo la morte di Stalin, Mao.
Egli aveva previsto da tempo che la strada del revisionismo avrebbe portato al
disfacimento dell'Urss ed al suicidio dei partiti comunisti nel mondo. Uno dei
primi documenti del PMLI che io lessi alcuni anni fa (all'epoca ero ancora in
Rifondazione) è stato l'opuscolo "Sulla lotta contro il revisionismo moderno" di
Mao; ma ciò che mi colpì fu la prefazione scritta dal nostro Segretario generale,
compagno Giovanni Scuderi: egli prevedeva con assoluta precisione la fine del
PCI e dei partiti comunisti revisionisti. Considerato che questa prefazione è
datata dicembre 1973, ne rimasi sbalordito e telefonai al compagno che mi
aveva fornito l'opuscolo, chiedendogli se Scuderi (che ancora non conoscevo)
fosse un mago e avesse letto il futuro nella sfera di cristallo; la risposta fu che
egli aveva studiato a fondo Marx, Lenin ed il pensiero di Mao.
Noi marxisti-leninisti italiani abbiamo un grande dirigente alla guida del Partito; il
nostro Segretario generale compagno Giovanni Scuderi è un vero grande capo
rivoluzionario marxista-leninista. Noi militanti, i simpatizzanti, gli amici del
Partito, abbiamo il dovere di leggere i suoi scritti, studiarli e di seguire i suoi
insegnamenti!
Solo così potremo portare a compimento la lotta del proletariato fino alla vittoria
per un'Italia unita, rossa e socialista.
Viva il nostro maestro, Segretario generale compagno Giovanni Scuderi!
Onore e Gloria ai cinque grandi Maestri del proletariato!
Viva il pensiero di Mao!

SALUTO DELLA CELLULA "RIVOLUZIONE D'OTTOBRE" DI ROMA
Compagni,
ricordare ogni anno con la stessa vivacità e la stessa intelligenza la scomparsa
del grande Maestro del proletariato di tutto il mondo Mao è un obbligo. Ricordare
i suoi insegnamenti, la sua pratica del marxismo-leninismo, tenere vivo il suo
esempio e portare alta la sua bandiera ci forgia, ci prepara, ci rende sempre più
consapevoli delle nostre azioni nelle questioni politiche di tutti i giorni, nella
molteplicità di fattori oggettivi e soggettivi, dentro e fuori il PMLI. È perciò un
dovere di ogni sincero marxista-leninista essere presenti qui oggi.
Il saluto di Roma sembrerà un po' diverso. Molte cose, infatti, in quest'ultimo
anno, sono successe e cambiate, proprio quando avremmo dovuto fare il nostro
balzo in avanti, quando era giunto il tempo di sostenere l'esame più grande. Di
fronte all'esigenza di una nuova crescita qualitativa della Cellula sono diventate
chiare - chiarissime - le sue contraddizioni interne, che hanno prima rallentato e
infine complicato la sua stessa attività politica e di massa, mettendola d'innanzi
ad una prova di sopravvivenza dalla quale è uscita modificata quasi
completamente nella fisionomia. Ma la Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" non è
morta, come potete vedere; e, anzi, in questa sua sopravvivenza c'è dentro una
nuova forza e la speranza di riprendere il lavoro lasciato in sospeso e
recuperare centimetro per centimetro la posizione che ci compete tra i lavoratori
e le larghe masse popolari.
Ma allora di quale teoria e quale pratica, se non quella di Mao, abbiamo la
certezza storica e politica per poter proseguire nella nostra via rivoluzionaria,
nella nostra via verso il socialismo?
Per tutti noi, Mao è stato un grandissimo Maestro, l'ultimo baluardo contro il
revisionismo e contro il dogmatismo. I suoi insegnamenti sono precipui per
preservare la salute e la vita del nostro Partito. Perciò sappiamo che ci tocca
affrontare una cruda realtà: i veri nemici a volte si annidano all'interno del
Partito, sono coloro che a parole si dicono marxisti-leninisti, lavorano insieme a
noi, ma in verità non hanno mai appreso e fatta loro la concezione del mondo e
la cultura socialista, rimanendo di fatto nelle mani della borghesia, vittime del
proprio individualismo, e anche se in buona fede, quando si devono fare i conti,
tutti i loro limiti vengono smascherati. Ma sappiamo anche che questa verità non
deve demoralizzarci, anzi, ci fa sempre più coscienti, ci ricorda di tenere alta la
guardia rivoluzionaria e ci rinforza.
Per questo, se non tenessimo conto del grande apporto di Mao, brancoleremmo
nel buio, senza riconoscere la via percorsa e senza sapere quale sia la strada
da percorrere, rinnegheremmo persino gli altri quattro grandi Maestri, Marx,
Engels, Lenin e Stalin, ritrovandoci ad affrontare qualsiasi contingenza senza
dialettica, senza una teoria, senza un pratica veramente rivoluzionaria.
È obbligo di noi veri marxisti-leninisti difendere Mao e porgere il suo pensiero
alle generazioni future, per questo noi siamo qui.
Viva Mao!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!

SALUTO DELLA CELLULA "25 APRILE 1945" DI MELITO DI NAPOLI
Care compagne e cari compagni,
innanzitutto desidero portarvi i saluti dei militanti, simpatizzanti e amici della
Cellula "25 Aprile 1945" di Melito di Napoli del PMLI. Inoltre ringrazio vivamente i
compagni che con grande sacrificio hanno reso possibile la realizzazione di
questa importante iniziativa in ricordo del 35° Anniversario della scomparsa del
grande Maestro del proletariato internazionale, Mao, artefice della grande
Rivoluzione Culturale Proletaria, ultima grande sua opera.
Un saluto proletario rivoluzionario lo rivolgiamo al compagno Giovanni Scuderi,
che oggi a nome del CC del PMLI commemora con la sua grande esperienza e
coerenza di dirigente marxista-leninista il presidente Mao. Grazie di cuore
compagno Scuderi.
È doveroso e necessario commemorare Mao, in modo da far conoscere ai più
giovani il suo poderoso pensiero rivoluzionario che fu capace di emancipare un
miliardo di cinesi dalle catene del feudalesimo, del capitalismo e
dell'imperialismo, ed inoltre mobilitare alla rivolta contro il sistema capitalista
milioni di operai e studenti in ogni parte del mondo. Ed è ancor più importante
per confutare le infime e subdole menzogne che i pennivendoli e i servi in Italia
e all'estero, asserviti alla classe dominante borghese, riversano
quotidianamente sulla sua figura. A questo proposito, la miglior risposta è quella
del popolo cinese che ama ancora il grande Maestro del proletariato
internazionale.
Gli insegnamenti di Mao sono incancellabili, egli ci ha insegnato ad essere
sempre e comunque al servizio del popolo, ad imparare dalle masse e non
staccarsi mai da esse. A combattere tenacemente il revisionismo moderno,
strumento con cui la borghesia indebolì dall'interno il movimento comunista
internazionale e con cui ritornò al potere nei primi Stati in cui il potere politico
apparteneva al proletariato: l'Urss di Lenin e Stalin e la Cina di Mao.
Inoltre la vasta opera di Mao ha portato all'arricchimento della teoria marxista-
leninista in tutti i campi, raggiungendo l'apice nella sua ultima grande opera: la
grande Rivoluzione Culturale Proletaria, cioè la continuazione della rivoluzione
sotto la dittatura del proletariato, che Mao definì "una grande rivoluzione che
tocca l'uomo in quanto ha di più profondo, e tende a risolvere il problema
della sua concezione del mondo" e che egli indicò come la giusta via per
avanzare risolutamente nella costruzione del socialismo e difendere il potere
politico del proletariato dagli attacchi della borghesia.
Applicare gli insegnamenti di Mao in modo creativo non considerandoli un
dogma da applicare alla lettera senza tener conto del contesto in cui operiamo,
come egli ha fatto sviluppando la teoria marxista-leninista sino a quel momento
elaborata dai grandi Maestri Marx, Engels, Lenin e Stalin, è l'unica strada che
può condurci risolutamente verso il radioso avvenire socialista che attende il
proletariato italiano con alla testa la sua avanguardia: il PMLI.
Viva Mao!
Viva il PMLI!
Viva l'invincibile pensiero di Mao!
Coi Maestri e col PMLI vinceremo!

SALUTO DELLA CELLULA "STALIN" DELLA PROVINCIA DI CATANIA
Un saluto al compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, alle
compagne, ai compagni tutti qui presenti.
Cari compagni, che dire di Mao Zedong? Come dice il compagno Giovanni
Scuderi, non ci stancheremo mai di ringraziarlo!
Mao per prima cosa ha applicato creativamente il marxismo-leninismo nelle
condizioni peculiari della Cina, colonizzata dall'imperialismo giapponese, un
paese prevalentemente agricolo feudale, con un proletariato industriale poco
numeroso rispetto ai 450 milioni di cinesi, con una borghesia arretrata e
reazionaria, è in queste condizioni che Mao ha costruito un grande partito
comunista marxista-leninista, ha costruito un grande fronte unito guidando la
lotta di liberazione contro gli invasori giapponesi con la parola d'ordine
"conquistare a milioni le masse nel fronte unito nazionale antigiapponese, le
larghe masse del proletariato, dei contadini e della piccola borghesia urbana, e
stringere alleanze con quella parte della borghesia che è contro il Giappone",
dimostratasi anche una strategia militare.
Mao ha diretto e condotto con creatività in un fronte unito la tappa di nuova
democrazia, marciando verso la rivoluzione socialista, instaurando la dittatura
del proletariato. Mao aveva intuito, facendo tesoro dell'esperienza negativa
dell'Unione sovietica di Krusciov e quello che serpeggiava in Cina, all'interno del
Partito e fuori dove elementi revisionisti e borghesi minacciavano il partito e il
socialismo, dando vita alla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria contro gli
elementi revisionisti borghesi. Un processo di proletarizzazione della concezione
del mondo e dando un grande contributo alla lotta al revisionismo moderno a
livello mondiale.
Oggi il PMLI è la continuazione del pensiero di Mao. È Mao che ci ha dato gli
strumenti per comprendere il revisionismo moderno, gli opportunisti di ogni
risma di destra e di "sinistra".
Oggi il PMLI è lo sviluppo massimo di tutta l'esperienza del movimento operaio
in Italia ed a livello internazionale ed è la continuità dell'opera dei cinque
Maestri, nel contesto storico delle crisi finanziarie dell'imperialismo.
Il PMLI applica la sua linea politica creativamente nel movimento di massa,
partendo dai bisogni delle masse popolari, in loro difesa, creando le condizioni di
fronte unito su obiettivi comuni per la conquista di vittorie parziali, perché quelle
totali saranno nel socialismo.
Il PMLI è stato il primo e l'unico Partito a capire che con Berlusconi ci siamo
trovati con un nuovo Mussolini, l'"uomo della provvidenza", della reazione
neofascista, della P2, del "piano di rinascita democratica" di Licio Gelli, della
massoneria, della borghesia più retriva, che fa comodo anche a quella
borghesia più "democratica".
Nell'attuale contesto di crisi finanziaria e di mercato dell'imperialismo, di lotta fra
imperialismi per l'affermazione di nuovi equilibri globali, di fronte alle direttive
della Ue per far pagare la crisi del sistema capitalistico alle masse popolari
attraverso privatizzazioni e tagli di tutto quello che è pubblico (dalla scuola alla
sanità, alle pensioni, con licenziamenti e lavoro precario sottopagato) è evidente
che la classe dominante borghese pretenda governi forti e "opposizioni" di
regime.
Che dire dell'amministrazione comunale catanese dove c'è un dissesto
finanziario di oltre un miliardo di euro, con a capo il podestà Stancanelli del PDL
che segue la politica di regime del neoduce berlusconi, al servizio della
borghesia catanese?
Per Stancanelli i problemi prioritari per la città di Catania è il centro storico,
abbellire le strade principali, anche se le strade poco distanti sono dissestate, e
il "pacchetto di sicurezza" contro i migranti e gli strati più deboli della società,
mentre l'illegalità mafiosa imperversa con pizzo e tangenti di vario tipo; mentre
vengono abbattuti palazzi storici per far posto a nuovi insediamenti più lucrosi.
Nel frattempo l'edilizia è ferma, non si costruiscono edifici pubblici ed edifici
popolari per i senzatetto che a Catania sono a migliaia.
Non si fa niente per l'occupazione. A Catania il tasso di disoccupazione è il più
alto d'Italia; il precariato è norma per quel poco lavoro che c'è; le periferie sono
abbandonate; le strade dissestate e quel poco verde pubblico è in abbandono;
servizi sociali anch'essi pochi e in abbandono; la povertà reale è a livelli del
Terzo mondo.
È in questa realtà che la cellula "Stalin" della provincia di Catania deve radicarsi
e diffondere il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea politica del Partito
per costruire il Gigante Rosso anche nel corpo che è il PMLI. L'unica alternativa
al capitalismo, non esistono altre vie che l'Italia unita, rossa e socialista .
Viva il marxismo-leninismopensiero di Mao!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!



Impressioni di alcuni partecipanti alla
Commemorazione di Mao
Non è facile descrivere la gioia di aver partecipato alla Commemorazione
Cari compagni e compagne,
non è facile descrivere a parole la gioia che ho provato ad essere stato presente
domenica 11 settembre e conoscervi tutti di persona.
Dal compagno Mao abbiamo solo da imparare, studiando i suoi eccellenti scritti,
e imparare dalle sue lezioni e dai suoi utili, pratici ed efficaci consigli.
Ricordarlo ogni anno, è un po' come sentirlo nostro, renderlo partecipe della
nostra piccola ma bellissima avventura, iniziata più di 30 anni fa.
Volevo semplicemente mandare il mio più affettuoso abbraccio alle compagne e
ai compagni presenti alla ricorrenza: al Segretario generale del Partito,
compagno Giovanni Scuderi, alle compagne Martenghi e Pierattini ed al
compagno Pasca, senza dimenticare tutte le compagne e i compagni intervenuti
da ogni città o paese.
Una bella sorpresa è stato sentire citare parte della mia poesia su Mao dal
Segretario generale compagno Giovanni Scuderi durante il suo efficace e mirato
intervento. Grazie!
Un grazie particolare lo devo anche a tutti i compagni milanesi e lombardi, e in
particolare al compagno Angelo Urgo, che ha avuto (ed ha tuttora) una pazienza
infinita con il sottoscritto, rendendosi sempre disponibile a discutere
apertamente, e con estrema sensibilità, su molti argomenti di politica, società ed
economia, e che dimostra costantemente un atteggiamento marxista-leninista
puro, esempio per tutti noi che lavoriamo a lui vicini.
Grazie infinite a tutti voi, ed immenso onore a Mao, sole rosso di vera libertà!
W il PMLI!
Con i Maestri e il Partito vinceremo!
Pier - Milano

Nel PMLI sono finalmente a casa mia
Cari compagni,
domenica sono stato contento e commosso in occasione della
commemorazione del caro compagno Mao, e sono stato contento e felice di
aver conosciuto il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi
che mi ha accettato e salutato dandomi il benvenuto con tanta gioia.
Il suo discorso è stato importante per la mia crescita rivoluzionaria, ho bisogno
di tempo per imparare ad essere un autentico marxista-leninista e del pensiero
di Mao, visto che per anni ho frequentato solo falsi comunisti ben travestiti.
Leggo con gioia il Bolscevico e farò ogni sforzo che mi è possibile affinché a
Malnate possa nascere una Cellula del PMLI e mi farò guidare dal caro
compagno Alessandro Frezza.
Voglio con tutto il cuore essere fedele alla causa rivoluzionaria dando, se è
necessario, anche la mia stessa vita, perché le generazioni presenti e future
possano come ha detto Scuderi gustare il paradiso terrestre dove non regni il
capitalismo, il fanatismo, il razzismo e ogni sorta di clientelismo.
Dopo tanti anni di ricerca sono finalmente a casa mia in un Partito meraviglioso
e carico di insegnamenti non revisionisti ma autentici per garantire una crescita
umana e rivoluzionaria.
Con i Maestri e il comunismo vinceremo!
Emanuele - Malnate (Varese)

Questa commemorazione resterà per sempre nella mia memoria
La commemorazione di Mao organizzata dal PMLI a Firenze l'11 settembre
2011 resterà per sempre nella nostra, e particolarmente nella mia, memoria.
Mi sono alzato alle 8 apposta per poter essere prima a Piazza Adua, luogo della
commemorazione, in modo da poter stare più tempo coi compagni del PMLI.
Mi ha fatto davvero piacere rincontrare tutti i compagni come Scuderi e Pasca, e
incontrarne di nuovi come la compagna Alba (del sol dell'avvenire!) da
Aberdeen, della quale ho avuto il piacere di leggere le corrispondenze sul
Bolscevico.
Sono stato molto felice e orgoglioso di ricevere i complimenti da parte dei
compagni per il mio scritto a proposito del corteo organizzato dalla CGIL il 6
settembre, al quale ho partecipato al fianco della combattiva delegazione rossa
guidata dalla compagna Claudia del Decennale. Ma ciò che di buono vi ho
scritto è il frutto di due anni di educazione marxista-leninista da parte del PMLI e
della compagna stessa, così come merito dell'educazione marxista-leninista
impartitami dal PMLI è il fatto che l'anno scorso una frase di una mia lettera al
Partito è stata ripresa dai compagni del NML, faro del proletariato messicano
(altro che il revisionista e capitolazionista subcomandante Marcos!).
Ho da subito preso d'assalto il banchino di propaganda e ho comprato fra l'altro
l'ultimo opuscolo del PMLI col documento del CC sui giovani pronunciato dal
compagno Federico Picerni, Responsabile per il lavoro giovanile del Partito, e i
saluti d'apertura e di chiusura alla Sessione plenaria del CC del compagno
Scuderi (3 aprile 2011). Ero molto emozionato quando si è presentato il
momento del mio intervento, ma sapevo che dovevo trasmettere alla Sala Verde
(tinta di rosso per l'occasione) la grinta e la determinazione marxista-leninista
che sentivo dentro il mio cuore, così ho trasformato l'emozione in grinta, in
rabbia rivoluzionaria.
Sono stato davvero contento di ricevere gli applausi della sala a fine intervento e
i complimenti dei compagni a fine commemorazione. Anche questo è il frutto del
lavoro marxista-leninista del Partito per educarmi e forgiarmi come un buon
marxista-leninista. I miei meriti in questione sono minimi.
Durante il pranzo con alcuni compagni ho avuto l'occasione di confrontarmi col
coetaneo compagno Andrea su questioni sia di storia del movimento operaio
internazionale sia su questioni di stringente attualità. Egli è militante del PMLI,
quindi ho tanto da imparare da lui, specialmente per quanto riguarda questioni di
centralismo democratico, dato che in parte, complice il mio carattere piccolo-
borghese, sono ancora restio ad accettarlo, preferendogli l'autonomia.
Ho pensato che sarebbe proprio bello se all'esame di 5ª Liceo potessi avere una
commissione di membri esterni come il Comitato centrale del PMLI!
Viva il nostro grande Comitato centrale!
Viva il nostro glorioso Partito marxista-leninista italiano!
Viva il nostro amato Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi!
Viva il grande capo il Presidente Mao!
Viva il Pensiero di Mao Zedong!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
Antonio, 15 anni - Firenze




Messaggi di partiti fratelli esteri
Nucleo marxista leninista (in Messico)
Il miglior modo per onorare Mao è tenere alta la
bandiera del suo pensiero
Commemorando il 35º anniversario della scomparsa del nostro grande Maestro
Mao, il NML vuole rendergli onore ribadendo che la nostra esperienza a studiare
i suoi insegnamenti è stata molto positiva perché abbiamo ricordato quello che
già sapevamo, imparato nuove idee e assimilato quello che abbiamo imparato
da lui. Con queste armi, noi ci sforziamo di applicare il suo pensiero e il suo
metodo per interpretare scientificamente le circostanze internazionali e
nazionali, per ottenere maggior coscienza e chiarezza che ci permettano di
sapere qual è la situazione mondiale e prevedere più possibile come essa
continuerà a svilupparsi.
Gli eventi recenti, incluso il crollo delle borse, le crisi del debito di diversi Paesi, il
declassamento nella valutazione di livello di affidabilità del credito degli Stati
Uniti, una quasi stagnazione della crescita economica dei Paesi sviluppati (la
Germania con crescita dello 0,1% nel secondo trimestre; l'Inghilterra con
crescita dello 0,2%, per citare alcuni esempi, altro che ripresa economica), sta
portando alcuni "esperti" a domandarsi se il mondo sta di fronte a cambiamenti
fondamentali. In realtà, molti di questi punti riflettono tendenze che sono state
sotterranee per molti anni e che la crisi ha evidenziato e accelerato.
Fin dall'inizio della crisi finanziaria - un anno prima dei titoli subprime -, quattro
anni fa, il capitalismo non era certo nella "normalità". Nessuna delle principali
economie aveva recuperato compiutamente la perdita di produzione industriale
durante la recessione. I prezzi delle azioni globali sono quasi un terzo più bassi
di prima. Le azioni finanziarie hanno perduto due terzi del loro valore. Il debito
governativo è salito a spirale a seguito del salvataggio delle banche. Se la prima
fase ha coinvolto il trasferimento del passivo dal settore finanziario ai governi via
salvataggi bancari, nella seconda siamo testimoni dei trasferimenti da Paesi più
deboli a Paesi più forti, mentre quest'ultimi cercano di evitare che i primi
falliscano e provochino maggiori tempeste finanziarie.
Mentre la borghesia internazionale e i suoi "economisti" e lacché vogliono
mascherare la crisi monetaria, finanziaria e oggi di debito, in quest'ultima crollo
delle borse le azioni industriali sono state le più colpite. L'esempio
dell'incremento del tetto del debito degli Stati Uniti nasconde il fallimento
statunitense, cioè del Paese che era il più potente al mondo. Ad esempio, pochi
giorni fa è giunta notizia che in agosto nessuna occupazione è stata creata negli
Usa, cioè essi hanno cifra zero per creazione di posti di lavoro, cosa che non
accadeva dal 1945. Essendo la Cina il Paese che possiede in massima parte il
debito degli Stati Uniti nel mondo, i due paesi hanno un legame che costituisce
un'unità dove ciascuno dipendende seriamente dall'altro. Questa unità può ben
descriversi come due ubriachi abbracciati che vanno camminando: se uno cade,
cadrà anche l'altro.
Il NML giudica importantissimo, prima di tutto, denunciare lo stato di crisi attuale
del capitalismo. Sebbene abbia diversi aspetti, come quello finanziario,
industriale, di debito, ecc., gli eventi menzionati sono soltanto alcune espressioni
della stessa crisi che, a nostro avviso, è una crisi strutturale e non congiunturale.
I fatti menzionati sono semplici esempi che confermano la nostra tesi. Riteniamo
rilevante che individuare questa crisi come strutturale è una risposta di
opposizione frontale alla propaganda della borghesia internazionale che tenta di
convincere le masse che questa crisi sarà sconfitta.
Noi invece consideriamo, premesso che non è una crisi qualsiasi, che questo
non accadrà. Anzi, siamo sicuri che la situazione dell'imperialismo peggiorerà.
Riteniamo essenziale che la classe operaia, i lavoratori e le masse popolari
smettano d'illudersi che la crisi passerà e riconoscano che perdurerà e
peggiorerà e, pertanto, anche le loro condizioni di vita e di lavoro peggioreranno.
Rendendosi conto che il mostro soffre di una malattia inguaribile nelle sue
fondamenta deve aumentare la nostra determinazione a organizzarsi e lottare
per aiutarlo a ben morire. Probabilmente Mao direbbe che se vedono il gatto
ferito a morte, i topi potranno pensare meglio come organizzare la loro festa, e
la loro festa non può essere altro che la rivoluzione socialista.
Dove porta a breve la situazione attuale? La borghesia internazionale, avendo la
urgenza di uscire dalla crisi, da un lato tenta di "risolverla" con più
disoccupazione e più tagli ai servizi sociali e dall'altro, tende ad emettere più
titoli di Stato (ossia, carte, carte e più carte che per loro rappresentano denaro,
ma che non hanno nessuna sostanza reale). Quindi, oggi è ancor più preciso
che metaforico dire che l'imperialismo è una tigre di carta. Questo dimostra
ancora una volta che la borghesia non ha né avrà la capacità di dare soluzione
alla crisi e che, per questo, il cedimento del capitalismo imperialista seguirà il
suo processo. Questo si vede chiaro adesso e si vedrà più chiaro nei prossimi
anni.
Soltanto la classe operaia è in grado di risolvere la crisi strutturale. Il punto
centrale è sempre l'egemonia della classe operaia e la conquista del potere
político. Come diceva Mao, la rivoluzione socialista "ha bisogno della
direzione della classe operaia, perché è questa la classe più lungimirante e
più desinteressata, la classe dello spirito rivoluzionario più coerente. Tutta
la storia della rivoluzione dimostra che, senza la direzione della classe
operaia, la rivoluzione fallisce, mentre con la direzione della classe operaia
essa trionfa. Nell'epoca dell'imperialismo nessun'altra classe in nessun
paese può condurre una vera rivoluzione alla vittoria".
In base a questi insegnamenti di Mao, il NML apprezza moltissimo che il
compagno Emanuele Sala abbia dato tanta enfasi nel suo editoriale per il 1º
Maggio all'importanza centrale della classe operaia. Il NML valuta sempre come
priorità strategica e tattica la classe operaia e perciò condividiamo quello che il
compagno Emanuele ha affermato: "Si deve fare ogni sforzo perché le fabbriche
e in genere tutti i luoghi di lavoro diventino delle fortezze del Partito", perché un
Partito veramente rivoluzionario è quello che rappresenta la classe operaia, e
nessun'altra, l'unica classe che può lottare per gli interessi di tutti gli sfruttati e
tutti gli oppressi.
Noi del NML commemoriamo questo anno Mao ribadendo che non ci
smuoveremo di un millimetro dal suo pensiero e dal marxismo leninismo. Il
miglior modo di onorarlo è tenere ben alta e ferma la bandiera del suo pensiero.
La nostra aspirazione continua ad essere la costruzione del Partito della classe
operaia in Messico, sotto la guida teorica del marxismo leninismo pensiero di
Mao.
Con Mao per sempre!

Nucleo marxista leninista (in Messico)


Partito Comunista (Marxista-Leninista) di Panama
Il nostro saluto proletario al combattivo e
internazionalista PMLI
Cari compagni,
Vi preghiamo di trasmettere il nostro saluto proletario al combattivo e
internazionalista Partito marxista-leninista italiano, al compagno Giovanni
Scuderi, Segretario generale, al Comitato centrale e a ognuno dei suoi quadri e
militanti, in Italia e là dove operano. È stata istruttiva la lettura de "Il Bolscevico":
una luce che ci è servita da faro e ispirazione.
Coi cinque Maestri vinceremo!

Rodrigo Morales F., portavoce del Comitato centrale del Partito Comunista
(Marxista-Leninista) di Panama
Discorso di Giovanni Scuderi, a nome del CC del PMLI,
per il 35° anniversario della scomparsa di Mao
Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul
Partito del proletariato
Pubblichiamo qui di seguito il testo dello splendido, lungimirante e memorabile
discorso che il Segretario generale del PMLI Giovanni Scuderi ha pronunciato,
l'11 settembre nella sala Verde del Palazzo dei Congressi di Firenze, in forma
abbreviata per rientrare nei tempi programmati dal CC del PMLI per la
Commemorazione di Mao in occasione del 35° Anniversario della sua
scomparsa.

Care compagne, cari compagni, care amiche, cari amici,
a nome della presidenza e mio personale, ringrazio le compagne e i compagni
che sono intervenuti. Solo dei flash, ma valgono più due minuti di parole rosse
che due ore di parole riformiste. Avete detto delle cose giuste, utili e stimolanti,
su cui rifletteremo.
Ringrazio il Comitato centrale del Partito marxista-leninista italiano, promotore di
questa commemorazione pubblica di Mao, che mi ha dato l'onore di parlare a
suo nome.
Come voi sapete, Mao è scomparso 35 anni fa, il 9 settembre 1976, ma è
sempre con noi, perché l'influenza del suo pensiero, della sua opera e del suo
esempio è tuttora viva, forte e operante nel PMLI e nei suoi dirigenti e semplici
militanti, della vecchia e delle nuove generazioni.
Ci manca però molto la sua presenza fisica perché quando era in vita era una
sicurezza per noi. Seguendolo, eravamo certi di non sbagliare, perché sapevamo
che la strada che lui indicava era quella giusta. Un comprovato scienziato della
rivoluzione e della lotta antimperialista e antirevisionista non poteva sbagliare, e
non sbagliava. Ogni volta centrava in pieno il bersaglio.
Quando è venuto a mancare fisicamente, ci siamo trovati di colpo senza un
fondamentale punto di riferimento e di fronte a nuove responsabilità nei confronti
del nostro proletariato e della causa del socialismo. Capimmo che per non
perdere la rotta dovevamo raddoppiare gli sforzi per studiare il marxismo-
leninismo-pensiero di Mao e per applicarlo nella realtà concreta del nostro
Paese.
È stata la nostra àncora di salvezza in una situazione in cui tanti partiti e gruppi
in Italia e all'estero ammainavano la bandiera di Mao e si autoscioglievano. Per
noi la teoria rivoluzionaria del proletariato è il nutrimento intellettuale quotidiano,
come lo è il pane per il corpo. In particolare il pensiero di Mao, che è una miniera
inesauribile di insegnamenti su tutti i campi: dalla filosofia alla politica,
dall'economia alla cultura, dalla strategia alla tattica, dall'organizzazione al
militare.
Ogni volta che leggiamo le opere di Mao, in base ai problemi che abbiamo da
risolvere, scopriamo sempre delle cose nuove da imparare. Noi saremo
riconoscenti in eterno a Mao. Come ha detto il compagno simpatizzante Pier,
nella sua poesia dal titolo "Ode a Mao", inviata a "Il Bolscevico" per questa
occasione, "Impariamo dai tuoi insegnamenti, / e cambieremo la storia e la
natura, / facendo sorgere il sole rosso anche da occidente!".
Chi non ci crede, ma vuol fare la rivoluzione, vada a leggere e a studiare le
opere di Mao; si ricrederà e una nuova e potente luce avrà davanti ai suoi occhi.
Mao è un grande Maestro di rivoluzione. Per 28 anni, dal 1921 al 1949, ha diretto
ideologicamente, politicamente, organizzativamente e militarmente la rivoluzione
di Nuova Democrazia, inframezzata dalla guerra di resistenza contro il Giappone
che si è svolta dal 1937 al 1945. Questa nuova forma di rivoluzione democratica
borghese armata diretta dal proletariato ha liberato il popolo cinese dal
semifeudalesimo, dal semicolonialismo e dall'imperialismo e consentito al
proletariato di conquistare il potere politico. Nei successivi 27 anni, Mao ha
diretto su tutti i piani la rivoluzione socialista e l'edificazione del socialismo in
Cina, gli ultimi dieci anni sono stati dedicati alla Grande rivoluzione culturale
proletaria, elaborata e diretta da Mao, per impedire la restaurazione del
capitalismo da parte dei revisionisti travestiti da comunisti.
Per 55 anni Mao ha dedicato ogni giorno della sua vita alla rivoluzione socialista,
accumulando, come capo di Partito, condottiero militare, lottatore
antirevisionista, statista, un'esperienza unica nella storia, di fondamentale
importanza per tutti i rivoluzionari del mondo, specie per i marxisti-leninisti.
Per chi vuol fare la rivoluzione socialista non può prescindere dal pensiero e
dall'opera di Mao. Anche chi vuol semplicemente sapere cosa è accaduto nel
mondo dopo la scomparsa di Stalin non può fare a meno di ricorrere a Mao il cui
pensiero è essenziale per comprendere la natura, le funzioni e gli scopi del
revisionismo moderno e lo scempio che ha compiuto nell'Urss di Lenin e Stalin,
nella Cina di Mao, negli altri paesi un tempo socialisti e nei partiti comunisti
storici. Le nuove generazioni attraverso il pensiero di Mao possono arrivare più
facilmente a capire il pensiero di Marx, Engels, Lenin e Stalin, la loro opera, la
via rivoluzionaria, il socialismo e il comunismo.
Mao da sempre ha lottato per l'emancipazione del popolo cinese, ma da giovane
lo faceva su una base democratico borghese e riformista. A 18 anni entra nel
movimento rivoluzionario, l'anno dopo diventa un leader studentesco,
successivamente si lega ai lavoratori per i quali istituisce dei corsi serali di
studio. Nel 1936 nella base rossa di Yan'an da lui stesso creata, rievocando le
sue esperienze giovanili pre-marxiste, racconta al giornalista americano Edgar
Snow che lo intervistava: "A quel tempo le mie idee erano uno strano
miscuglio di riformismo democratico, liberalismo, e socialismo utopistico.
Avevo una specie di vaga passione per la 'democrazia del XIX secolo', per
l'utopismo e il liberalismo vecchio stampo, ed ero decisamente
antimilitarista e antimperialista"(1).
Nella celebre opera dal titolo "Sulla dittatura democratica popolare" del 30 luglio
1949, così Mao inquadra storicamente la questione: "Dal tempo della disfatta
della Cina nella Guerra dell'oppio del 1840, i progressisti cinesi sono
passati attraverso innumerevoli avversità per cercare la verità presso i
paesi occidentali (...). A quell'epoca, i cinesi che aspiravano al progresso
leggevano qualsiasi libro, purché contenesse le idee nuove dell'Occidente
(...). Anch'io, da giovane, intrapresi questi studi. Era la cultura della
democrazia borghese occidentale (...). Agli occhi dei cinesi di allora la
Russia era un paese arretrato e pochi volevano imparare da essa (...).
L'aggressione imperialista infranse i sogni dei cinesi che si sforzavano di
imparare dall'Occidente (...). Sorsero dei dubbi, che crebbero e si
approfondirono. La Prima guerra mondiale scosse il globo. I Russi fecero
la Rivoluzione d'Ottobre e crearono il primo Stato socialista del mondo.
Sotto la guida di Lenin e Stalin, l'energia rivoluzionaria del grande
proletariato e del grande popolo lavoratore della Russia, fino allora latente
e non avvertita dagli stranieri, esplose all'improvviso come un vulcano, e i
cinesi come tutta l'umanità, videro i russi sotto una nuova luce. Allora, solo
allora, ebbe inizio un'era completamente nuova nel pensiero e nella vita dei
cinesi. Essi scoprirono il marxismo-leninismo, la verità universale
applicabile ovunque, e il volto della Cina cominciò a cambiare.
Fu grazie ai russi che i cinesi scoprirono il marxismo-leninismo. Prima
della Rivoluzione d'Ottobre i cinesi non solo ignoravano Lenin e Stalin, ma
non conoscevano neppure Marx e Engels. Le cannonate della Rivoluzione
d'Ottobre aiutò i progressisti cinesi e quelli di tutti i paesi ad adottare la
concezione proletaria del mondo come strumenti per studiare il destino
della propria nazione e per esaminare daccapo tutti i loro problemi. Seguire
la strada dei russi, questa fu la loro conclusione".
Questa fu anche la conclusione di Mao, aveva 24 anni. Finalmente aveva
scoperto quali erano l'ideologia, la cultura, la via, le alleanze, i metodi e i mezzi
per cambiare il volto della Cina. All'età di 27 anni scopre e legge il "Manifesto del
Partito comunista" di Marx e Engels. La strada da seguire diventa ancora più
chiara. La sua concezione del mondo ormai aveva subito una trasformazione
radicale, da democratica borghese e riformista a proletaria rivoluzionaria e
marxista-leninista. E attraverso lo studio attento e approfondito capisce che il
marxismo-leninismo non è un dogma ma una guida per l'azione, e che va
integrato alle condizioni concrete e specifiche del proprio paese. In ciò eccelle
nel Partito elaborando la via propria della Cina per la conquista del socialismo e
del potere politico da parte del proletariato. Un capolavoro senza precedenti
nella storia del socialismo e del movimento comunista internazionale. Una
grande esperienza cui dovrebbero prestare una particolare attenzione i popoli
dei paesi del Terzo mondo che hanno condizioni simili a quelli della Cina di
allora.
Fare la rivoluzione è stata l'unica grande aspirazione di Mao. Perché aveva
capito che solo attraverso la rivoluzione è possibile sradicare le cause dello
sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dell'esistenza delle classi e delle ingiustizie di
classe, della guerra imperialista e creare le condizioni per l'emancipazione del
proletariato e delle masse. La sua ambizione non era certo quella di acquisire
meriti, onori, gloria, privilegi personali, come fanno vergognosamente i politicanti
borghesi di qualsiasi colore.
In una lettera del 6 luglio 1963 affermava: "Io sono un eroe in mancanza di
altri". Parlando di un'inchiesta sulle campagne, nel marzo 1941, specificava che
"i veri eroi sono le masse, mentre noi siamo spesso infantili e ridicoli, se
non comprendiamo questo, non possiamo acquisire neppure le nozioni più
elementari (...). Imparare dalle masse insieme con tutti i compagni del
Partito, continuare a essere il loro allievo, questo è il mio desiderio".
La sua modestia, il suo spirito di servizio verso le masse, la sua coerenza e il
suo senso educativo erano infiniti. Quattro anni dopo la fondazione della
Repubblica popolare cinese di cui era stato eletto presidente, invitava il Partito a
"non mettere i compagni cinesi sullo stesso piano di Marx, Engels, Lenin,
Stalin. I nostri rapporti con loro sono tra studenti e maestri, e così deve
essere. Rispettare queste norme significa avere un atteggiamento di
modestia"(2).
L'anno seguente, il 1954, nella discussione della bozza della Costituzione della
Repubblica popolare cinese sconsigliava chi voleva inserirvi il suo nome e i suoi
meriti con queste parole: "Vorrei chiarire una questione. Secondo alcuni,
certi articoli sono stati tolti dal progetto di Costituzione a causa della
particolare modestia di alcune persone. Non è questa la spiegazione. Non
si tratta di modestia, ma del fatto che inserire quegli articoli sarebbe stato
inopportuno, irrazionale, non scientifico. In un paese di democrazia
popolare come il nostro, articoli così inopportuni non devono essere scritti
nella Costituzione. Non si tratta di cose che avrebbero dovuto essere
inserite e poi non lo sono state per modestia. Per quel che riguarda la
scienza non si tratta di essere modesti o meno. Redigere una costituzione
è fare un lavoro scientifico. Noi non crediamo a niente altro se non alla
scienza, ciò significa che non bisogna avere miti. Sia per i cinesi che per
gli stranieri, si tratta di vivi o di morti, ciò che è giusto è giusto, ciò che è
sbagliato è sbagliato, altrimenti si ha il mito. Bisogna liquidare i miti"(3).
Il 1° luglio 1921 a Shanghai, assieme a altri undici delegati, Mao fonda il Partito
comunista cinese. Nella Cina di allora, che contava 450 milioni abitanti, vi erano
solo una cinquantina di comunisti, diventeranno tre milioni nel 1948, e ancora più
negli anni successivi.
La fondazione del PCC fece compiere gradualmente un salto di qualità al
movimento rivoluzionario cinese. Mao viene eletto presidente del Comitato
centrale nella riunione allargata dell'Ufficio politico svoltasi a Zunya nel gennaio
1935 nel corso della Lunga Marcia.
Questa elezione è il coronamento della lotta che Mao aveva condotto contro gli
opportunisti di destra guidati dal primo Segretario del Partito Chen Duxin e
successivamente, dal 1927 al gennaio 1935, contro gli opportunisti di "sinistra"
guidati dal nuovo Segretario del Partito Qu Qinbai, poi da Li Li-san e infine da
Wang Ming.
Gli opportunisti di destra, dopo la sconfitta dell'insurrezione di Nanchang del
1927, capitolarono al partito nazionalista del Kuomintang diretto da Jang Jieshi.
Gli opportunisti di sinistra di Qu Qiubai sostenevano, sulla base della teoria della
"rivoluzione permanente" di Trotzki, che la rivoluzione cinese aveva già un
carattere di rivoluzione socialista. Questa corrente, come quelle successive
analoghe, spingeva il Partito e il movimento rivoluzionario verso azioni
avventuriste armate, in particolare nelle principali città della Cina.
Mao invece sosteneva che per arrivare alla rivoluzione socialista bisognava
passare dalla rivoluzione di Nuova Democrazia e che era necessario creare delle
basi di appoggio nelle campagne e accerchiare le città partendo dalle campagne,
sulla base della strategia della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata.
Mao ha la meglio sugli opportunisti di destra e di "sinistra" grazie alla sua
approfondita conoscenza del marxismo-leninismo e della realtà cinese, alle sue
capacità dialettiche di convincimento e alle vittorie riportate dall'Esercito Rosso,
che lui stesso aveva contribuito a fondare il 1° agosto 1927.
Il PCC sotto la direzione di Mao si è consolidato, sviluppato e ingrossato, e ha
potuto assolvere tutti i suoi compiti rivoluzionari nelle varie fasi della rivoluzione e
della edificazione del socialismo, attraverso la lotta tra le due linee; quella
proletaria rivoluzionaria marxista-leninista e quella borghese e revisionista di
destra o di "sinistra".
In totale nel PCC di Mao si sono svolte undici lotte tra le due linee. L'ultima è
stata quella contro la cricca revisionista di destra di Deng Xiaoping, che si
opponeva all'edificazione del socialismo e alla Grande rivoluzione culturale
proletaria con false teorizzazioni marxiste-leniniste. Questo rinnegato, traditore e
imbroglione fu smascherato e battuto puntualmente da Mao ogni volta che
veniva allo scoperto e alla fine, dimostrandosi sordo a ogni richiamo e
incorreggibile, fu destituito da tutti gli incarichi all'interno e all'esterno del Partito.
Riemerse poco dopo la scomparsa di Mao, e solo allora gli fu possibile coronare
il suo vecchio disegno della restaurazione del capitalismo in Cina.
Mao, con la sua proverbiale lungimiranza, aveva previsto per tempo la possibilità
che la borghesia riprendesse il potere politico. Nel suo intervento, documentato
dalla foto che campeggia sul pannello che vedete dietro la presidenza, alla
seconda sessione plenaria del 7° Comitato centrale del PCC, svoltasi il 5 marzo
1949, sette mesi prima della vittoria della rivoluzione di Nuova Democrazia, mise
in guardia il Partito, l'Esercito popolare di Liberazione e l'intero popolo cinese del
pericolo a cui poteva andare incontro se abbassavano la vigilanza rivoluzionaria.
Ecco le sue parole: "Con la vittoria, il popolo ci sarà riconoscente e la
borghesia si farà avanti per lusingarci. È stato provato che il nemico non
può batterci con la forza delle armi. Tuttavia, le lusinghe della borghesia
possono conquistare quelli tra di noi che non hanno una forte volontà.
Possono esserci comunisti che, pur non essendo stati vinti dai nemici
armati e avendo anzi meritato il nome di eroi per aver affrontato questi
nemici, non sono tuttora capaci di resistere alle pallottole di zucchero: essi
cadranno sotto questi colpi". E indicava esplicitamente che dopo la
liberazione di tutta la Cina, la contraddizione principale interna sarebbe stata "la
contraddizione fra la classe operaia e la borghesia".
Per colpa diretta dei revisionisti alla fine questa contraddizione si è risolta, sia
pure temporaneamente, con la vittoria della borghesia e del capitalismo,
nonostante sia negata dagli imbroglioni revisionisti di Pechino Hu Jintao, Wen
Jiabao, Xi Jinping e dei loro tirapiedi Oliviero Diliberto e Domenico Losurdo e altri
falsi comunisti, che cianciano dell'esistenza del socialismo in Cina.
L'amara realtà invece è che il PCC è divenuto un partito fascista e la Cina una
superpotenza imperialista con ambizioni egemoniche planetarie. Rimane tuttavia
il fatto innegabile che nessuno potrà mai cancellare la Cina socialista di Mao, il
pensiero di Mao, la teoria di Mao sulla continuazione della rivoluzione sotto la
dittatura del proletariato.
Esse rimarranno in eterno patrimonio teorico, politico e pratico del proletariato
internazionale e dei marxisti-leninisti di tutto il mondo.

Gli insegnamenti di Mao sul partito
L'esperienza del glorioso e sempre vittorioso Partito di Mao e l'elaborazione
teorica di Mao sul Partito del proletariato sono per noi marxisti-leninisti italiani di
particolare ed estrema importanza, una fonte di ispirazione e di insegnamenti per
fare del PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo. Infatti il nostro Partito, il PMLI,
è stato e viene costruito e sviluppato sul modello del PCC di Mao.
Nel 1948, in occasione del 31° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, Mao ha
scritto un articolo per l'organo dell'Ufficio di informazione dei partiti comunisti e
operai d'Europa "Per una pace stabile, per una democrazia popolare", che
conteneva una frase fondamentale sul Partito del proletariato.
Ecco le sue parole: "Se si vuol fare la rivoluzione, ci deve essere un partito
rivoluzionario. Senza un partito rivoluzionario, senza un partito che si basi
sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario
marxista-leninista, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe
masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacché"(4).
Una brillante sintesi del carattere, dell'ideologia, del modo di vita e di operare e
dello scopo del Partito rivoluzionario del proletariato. "Se si vuol fare la
rivoluzione", è il presupposto. È bene essere chiari in proposito e non menare il
can per l'aia. Vogliamo a no fare la rivoluzione? In altri termini: vogliamo o no
liberarci del capitalismo? Se vogliamo semplicemente moderare e addolcire il
capitalismo, va bene un qualsiasi partito democratico borghese riformista. Ma se
invece vogliamo abolire il capitalismo e conquistare il socialismo non può non
esserci "un partito rivoluzionario", ossia lo strumento organizzativo
fondamentale predisposto e funzionale alla rivoluzione. Ma non si tratta di un
generico partito rivoluzionario, bensì di "un partito che si basi sulla teoria
rivoluzionaria marxista-leninista", ossia sulla scienza della rivoluzione, sulla
concezione proletaria e rivoluzionaria del mondo e sulle strategie e le tattiche
elaborate da Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao. Esse devono orientare tutta
l'azione rivoluzionaria del Partito, dei suoi dirigenti e militanti e applicate secondo
le condizioni concrete del proprio Paese.
"Il marxismo-leninismo, spiega Mao, è la teoria che Marx, Engels, Lenin e
Stalin hanno creato sulla base della pratica, è la conclusione generale che
hanno tratto dalla realtà storica e dalla pratica rivoluzionaria (...). Il
marxismo-leninismo è la verità più giusta, più scientifica e più
rivoluzionaria, generata dalla realtà oggettiva e confermata da questa
stessa realtà"(5).
Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è la cultura del proletariato, il liberalismo
è la cultura della borghesia. O scegliamo l'una o scegliamo l'altra. Non è
possibile un'altra soluzione, nemmeno quella di pescare in tutte e due le culture.
In questo caso la bilancia penderebbe a favore della cultura borghese.
"La cultura rivoluzionaria, afferma Mao, è per le masse popolari una
poderosa arma rivoluzionaria. Prima della rivoluzione, essa prepara
ideologicamente il terreno, e, durante la rivoluzione, è un settore
necessario e importante del fronte generale rivoluzionario"(6).
Una volta che le masse proletarie, popolari, giovanili e femminili acquisiscono la
cultura del proletariato, essa illumina la mente e genera una enorme forza
materiale. Lo sanno bene tutte le compagne e i compagni del Partito che hanno
fatto propria tale cultura e che, quando ne hanno la necessità, vi ricorrono per
rinfrescarsi la memoria e per il loro lavoro politico rivoluzionario. L'ha capito
molto bene una giovane compagna che è entrata recentemente nel PMLI, sulla
quale riponiamo grandi speranze.
Trattandosi di una cultura, non può che essere appresa dai libri marxisti-leninisti.
Non può sorgere spontaneamente dai movimenti della classe operaia, dei
lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, dei precari, delle masse popolari,
femminili, studentesche e giovanili. Essi non potranno mai acquisire una cultura
proletaria se non vi è apportata dal Partito del proletariato e se non studiano il
marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Le operaie e gli operai coscienti devono
capire bene l'importanza di questo problema ideologico e politico e fare i dovuti
sforzi per studiare la cultura del proletariato, perché solo acquisendo la propria
cultura la classe operaia può diventare una classe per sé in grado di unire tutte
le masse sfruttate e oppresse, i giovani e gli intellettuali progressisti su un
terreno rivoluzionario, di fare e vincere la rivoluzione socialista, abbattere la
classe dominante borghese e conquistare e mantenere il potere politico e il
socialismo.
Il Partito rivoluzionario, come insegna Mao, deve basarsi anche sullo "stile
rivoluzionario marxista-leninista". Questo stile riguarda i rapporti interni di
Partito, i rapporti con le masse e con le altre forze politiche, sindacali, sociali,
culturali e religiose, lo studio, l'integrazione con la realtà e l'uso della teoria
rivoluzionaria, l'analisi della realtà in cui operiamo, il modo di scrivere. Ciascuno
di questi rapporti deve essere conforme al marxismo-leninismo-pensiero di Mao,
il quale esclude l'individualismo, il liberalismo, il soggettivismo, il settarismo, il
dogmatismo, il revisionismo di destra e di "sinistra", l'empirismo, lo schematismo,
lo stile stereotipato nei discorsi, nei volantini e negli articoli, l'intellettualismo,
l'astrattismo e il metodo libresco.
In sostanza, il nostro stile deve essere improntato al materialismo storico e al
materialismo dialettico, al legame della teoria con la pratica concreta, alla
conoscenza della realtà oggettiva, alla ricerca della verità nei fatti, alla politica di
massa e di fronte unito, all'uso di argomenti convincenti, alla scrittura di articoli
più corti, più concisi e più sostanziosi, al tener conto delle persone a cui ci
rivolgiamo e della loro coscienza politica, a un linguaggio vivo e popolare, al
senso di responsabilità verso il Partito, il proletariato e le masse, all'unità
rivoluzionaria del Partito, all'aiuto reciproco tra compagni, al lavoro collettivo di
squadra, al centralismo democratico, alla disciplina proletaria, alla critica e
l'autocritica.
"Senza un partito rivoluzionario, dice infine Mao, è impossibile guidare la
classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i
suoi lacché". Su ciò non c'è bisogno di spendere tante parole in quanto questa
tesi è ampiamente comprovata dalla storia e dai fatti attuali. I popoli, anche se
guidati da partiti e movimenti non marxisti-leninisti, possono riuscire a liberarsi
dall'imperialismo straniero, come numerosi casi passati e recenti dimostrano, ma
se non hanno alla testa un Partito rivoluzionario marxista-leninista non possono
abbattere il capitalismo del proprio paese. Perché solo tale Partito vuole
veramente sopprimere il capitalismo, e ha l'esperienza, l'ideologia, la strategia e
la tattica giuste per riuscirvi.
L'imperialismo è un mostro feroce, sanguinario e insaziabile, anche quando
vuole apparire come una "fata" che soccorre i popoli in rivolta, come è accaduto
in Libia e potrebbe accadere in Siria. Non è degno di alcuna credibilità
"umanitaria". Quello che fa, pure ciò che sembra giusto o addirittura richiesto, lo
fa esclusivamente per il suo interesse: dominare i popoli e depredare le
ricchezze e le risorse dei loro paesi, espandere il proprio mercato, accrescere i
propri profitti e rafforzare la propria egemonia internazionale. Allo stesso tempo
affama, sfrutta e succhia il sangue al proprio popolo addossandogli la crisi
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  • 1.
  • 2. Tanti applausi durante i saluti di Monica Martenghi e dei delegati delle istanze di base del Partito Entusiasmo alle stelle per il discorso di Scuderi Il PMLI proiettato ad acquisire un corpo da Gigante Rosso applicando gli insegnamenti di Mao La Commemorazione di Mao che il Comitato centrale PMLI tiene ogni anno nell'anniversario della scomparsa del grande maestro del proletariato internazionale, avvenuta il 9 settembre 1976, rappresenta il vero giro di boa che apre il nuovo anno politico: l'appuntamento che per tutto il Partito riassume idealmente un anno di lotte e di progressi, col quale si ricarica di energie fresche attingendo alla fonte inesauribile degli insegnamenti di Mao, sintetizza e aggiorna la sua analisi marxista-leninista della situazione italiana e internazionale, e si proietta in avanti verso le nuove tappe imposte dalla lotta di classe e dall'obiettivo di acquisire un corpo da Gigante Rosso. In questo quadro questa commemorazione di Mao, celebrata l'11 settembre a Firenze, assumeva un valore speciale, sia perché a tenere il discorso commemorativo era il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, sia per l'importanza del tema: "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul partito del proletariato". Due motivi degnamente valorizzati dalla scelta del luogo, la Sala verde del Palazzo dei Congressi di Firenze, un luogo ricorrente in eventi importanti della vita del PMLI, a cominciare dalla storica proiezione del lungometraggio cinese sui funerali di Mao nel 1977, dove si è tenuto il III Congresso nazionale del Partito (dicembre 1985), e dove si sono svolti tanti altri eventi che la compagna Monica Martenghi ha ricordato nel suo discorso di saluto ai partecipanti. È questa bella sala, dunque, sobriamente e splendidamente addobbata di rosso a cura della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC e delle istanze delle province di Firenze e Prato, coi manifesti del Partito alle pareti, le bandiere dei Maestri e del PMLI ai lati del grande tavolo rosso della presidenza, e soprattutto il grande pannello rosso centrale con una storica gigantografia di Mao e il titolo a grandi caratteri della manifestazione, che ha accolto le compagne e i compagni delle istanze di base e i simpatizzanti e amici del Partito, provenienti da tutta Italia e dall'estero, e anche alcuni semplici intervenuti provenienti da Firenze e da altre città dalla Toscana. Completava la calorosa e rossa accoglienza dei partecipanti, accompagnata da un sottofondo musicale di canzoni proletarie e partigiane, concluso da "L'Internazionale", "Bandiera Rossa" e "Il Sole Rosso", un grande tavolo rosso allestito fuori dalla sala con in bella mostra "Il Bolscevico", le pubblicazioni del Partito, gli opuscoli
  • 3. di Scuderi, le spille dei Maestri e del PMLI e gli altri gadget del Partito, che sono stati ammirati, consultati e ritirati da moltissimi intervenuti che hanno lasciato generose sottoscrizioni. Il rigido black-out osservato dai mezzi di "informazione" borghesi nei confronti delle nostre manifestazioni è stato più odioso che mai in questa occasione, salvo il network toscano TGT che ha inviato una troupe e mandato in onda un ampio servizio con alcune riprese del discorso di Scuderi e una intervista all'incaricato dei rapporti con la stampa compagno Loris Sottoscritti. Il saluto di Monica Martenghi Alle 10, dopo che al suono solenne de "L'Internazionale" i compagni della presidenza hanno preso posto con al centro il Segretario generale, ha avuto ufficialmente inizio la commemorazione. Alla compagna Monica Martenghi il compito di aprire la manifestazione con i calorosi saluti e ringraziamenti del Comitato centrale del Partito a tutti i militanti, simpatizzanti e amici arrivati, anche sopportando grandi fatiche e sacrifici economici e di salute, da ogni parte d'Italia, dal Trentino alla Sicilia; e perfino dall'estero, come i compagni della cellula Stalin di Londra e dell'Organizzazione di Aberdeen in Scozia. Spontanei e commossi applausi hanno cominciato a scaldare la sala quando Martenghi ha reso omaggio alla memoria dei compagni deceduti - Nerina "Lucia" Paoletti, Vincenzo Falzarano, Ferruccio Panico e Marco Marchi, applausi continuati in crescendo via via che la compagna elencava le istanze e i simpatizzanti che avevano contribuito generosamente all'organizzazione dell'evento, le istanze e le organizzazioni sorte in questo anno trascorso dalla precedente commemorazione, in Italia e all'estero, i messaggi di saluto internazionalisti dei partiti fratelli del Messico e di Panama. Il suo discorso, letto con voce appassionata e trascinante, e che pubblichiamo integralmente a parte, è stato sottolineato dai calorosi applausi della sala nei passaggi più significativi. Come quando ha ripercorso e ricordato in sintesi alcune iniziative pubbliche del PMLI e alcuni cruciali passaggi della sua storia. O come quando ha denunciato con sdegno il falso comunismo della cricca capitalista e fascista attualmente al potere in Cina, che ha sostituito le gigantografie dei Maestri con una statua di Confucio in piazza Tien An Men e che se potesse chiuderebbe anche il mausoleo di Mao. Come quando ha ricordato le numerose e intense battaglie politiche, sociali, sindacali, studentesche e popolari come quella in Valsusa, a cui il nostro Partito ha preso direttamente parte in questo ultimo anno, dando appuntamento a tutti alla manifestazione nazionale del prossimo 15 ottobre a Roma. E come quando ha concluso il suo intervento introduttivo esortando tutto il Partito a impadronirsi dell'opera incancellabile di Mao per conquistare il socialismo in Italia. Gli interventi dei delegati delle istanze di base e dei simpatizzanti È stata quindi data la parola ai delegati delle istanze di base e dei simpatizzanti
  • 4. del Partito per portare il loro saluto alla commemorazione, dando la precedenza ai compagni provenienti dall'estero, per poi procedere come toccava quest'anno dal Sud al Nord dell'Italia. Pur avendo a disposizione solo due minuti a testa, a causa dei tempi strettissimi imposti dalle decine di interventi e dal tempo complessivo disponibile, tutte le compagne e i compagni intervenuti sono riusciti a portare alla manifestazione un altissimo contributo di idee, esperienze e proponimenti, espressi con grande partecipazione e passione politica marxiste- leniniste. Naturalmente è impossibile in questa cronaca forzatamente sintetica della commemorazione dare conto di tutti gli interventi e della loro enorme ricchezza ideologica, politica e pratica. E del resto alcuni di questi sono pubblicati in questo stesso numero de "Il Bolscevico". Ma possiamo dire senz'altro che tutti gli interventi, pronunciati da giovani, di media età e anziani, sottolineati da continui e calorosi applausi, hanno costruito un ininterrotto inno a Mao, al suo esempio e ai suoi preziosi e imperituri insegnamenti, e alla necessità di applicarli alla situazione concreta in cui ci si trova ad operare per radicarsi nel territorio e tra le masse. E che tutti gli intervenuti, mostrando di aver recepito appieno il tema della commemorazione, hanno fatto encomiabili sforzi, pur nell'estrema stringatezza dei tempi, per fornire con successo ai partecipanti un quadro sintetico ma illuminante delle loro realtà locali e dei compiti che ci aspettano nella nuova stagione politica e di lotte. Particolarmente significativi, a questo proposito, sono stati i contributi dei delegati delle istanze che hanno smascherato il falso progressismo delle giunte locali degli imbroglioni Vendola, De Magistris, Renzi e Pisapia, ma anche quelle dei neopodestà di Catania, Civitavecchia, Gabicce Mare, Forlì e di altre città in cui vivono e operano questi compagni. Particolarmente importante e da sottolineare è stato il contributo di quei delegati, accompagnati spesso dagli apprezzamenti dello stesso Segretario generale, che hanno sviluppato il tema della commemorazione dal lato della vita interna del Partito, del centralismo democratico, della lotta contro le influenze della borghesia, contro l'individualismo, il liberalismo, il settarismo e il revisionismo e dell'importanza di impugnare saldamente la bandiera rossa del marxismo- leninismo-pensiero di Mao per far sì che il nostro amato Partito non cambi mai di colore e percorra con sicurezza e fino in fondo la strada per diventare un Gigante Rosso anche nel corpo. Infine, ma non per ordine di importanza, altri delegati hanno dato un prezioso contributo a tutto il Partito nell'inquadrare le lotte cruciali che ci aspettano, a partire da quella contro la manovra di lacrime e sangue del massacratore sociale Berlusconi, in questo autunno che, come ha detto con espressione felice un compagno, vogliamo che sia non caldo ma rovente. Il discorso di Scuderi Il clima caloroso, entusiasta e militante in cui la sala ha seguito e applaudito gli
  • 5. interventi dei delegati ha introdotto magnificamente il discorso commemorativo del compagno Scuderi, che purtroppo ha dovuto tagliare drasticamente a causa dello sforamento dei tempi previsti, pubblicato integralmente su questo stesso numero del giornale. Ma ciò non ha influito minimamente sulla chiarezza, completezza ed efficacia del magistrale messaggio politico che conteneva, arrivando in tutti i suoi punti salienti dritto alla mente e al cuore dei partecipanti, che lo hanno dimostrato sottolineandolo con continui, ripetuti e scroscianti applausi dall'inizio alla fine. In particolare quando il compagno ha trattato il tema delle due culture, quella borghese e quella proletaria, esortando le operaie e gli operai a impadronirsi di quest'ultima per trasformarsi da "classe in sé" a "classe per sé". E quando ha ribadito con forza che le operaie e gli operai devono essere la testa e la colonna vertebrale del Partito. E ciò a dimostrazione di come il nostro Partito mette e metterà sempre la classe operaia al centro di tutto, come ci ha insegnato Mao. Il discorso del Segretario generale del PMLI ha avuto il respiro di un discorso congressuale e in questo senso si presenta come l'aggiornamento e l'attualizzazione della linea vittoriosa uscita dal 5° Congresso nazionale del PMLI. Esso è preziosissimo perché è il frutto della magistrale conoscenza non solo del marxismo-leninismo-pensiero di Mao ma anche dell'attuale situazione internazionale e nazionale e delle questioni più cruciali che attraversa il nostro Partito. Grazie a questa conoscenza approfondita della situazione interna al Partito e dei suoi compiti storici, il compagno Scuderi ha potuto fornire ai militanti e al proletariato italiano una lezione marxista-leninista che se sarà studiata, assimilata e applicata metterà in grado il PMLI di diventare un Gigante Rosso anche nel corpo ed essere sempre più riconosciuto come il Partito che riuscirà a realizzare l'Italia unita, rossa e socialista. Il discorso di Scuderi dovrà ora essere attentamente studiato e ristudiato dalle diverse istanze e da tutti i militanti e i dirigenti per essere pienamente compreso e attuato. Come ha indicato nel suo saluto il compagno Franco Melandri dell'Organizzazione di Ravenna: "Noi marxisti-leninisti italiani abbiamo un grande dirigente alla guida del Partito; il nostro Segretario generale compagno Giovanni Scuderi, è un vero grande capo rivoluzionario marxista-leninista. Noi militanti, i simpatizzanti, gli amici del Partito, abbiamo il dovere di leggere i suoi scritti, studiarli e di seguire i suoi insegnamenti! Solo così potremo portare a compimento la lotta del proletariato fino alla vittoria per un'Italia unita, rossa e socialista". È impossibile citare qui tutti i passaggi del discorso che sono stati sottolineati dall'entusiasmo e dagli applausi della sala, sia quelli che hanno sviluppato e aggiornato l'analisi e la linea del Partito sui più recenti avvenimenti interni e internazionali, sia quelli che hanno ribadito e rafforzato i principi intangibili, già completamente sviluppati da Mao e dagli altri quattro Maestri, a cui si ispira e si ispirerà sempre il Partito del proletariato. Tra i primi sono stati accolti con particolare attenzione e consenso il passaggio sulle nuove forme di
  • 6. travestimento "umanitario" assunte dall'interventismo imperialista con la guerra in Libia e sul predominio che ha assunto il capitale finanziario sulla scena internazionale, che riconferma la necessità storica dell'abolizione del capitalismo. Tra i secondi sono stati salutati da scroscianti applausi la sua magistrale lezione sul compito fondamentale di formare nuovi quadri rossi e sul valore e l'intangibilità del centralismo democratico, con la necessità di tenere a bada il revisionismo se si vuole che il PMLI adempia al suo compito storico di fare la rivoluzione socialista in Italia. Come anche sul tema della manovra economica del governo, che ha denunciato e smascherato in tutti i suoi micidiali risvolti: un golpe costituzionale, sociale e sindacale del nuovo Mussolini, che può essere affossato solo dalla rivolta popolare e non dalle chiacchiere dei partiti della "sinistra" borghese. "La crisi la devono pagare i finanzieri, i ricchi, quel 10% che possiede il 45-50% della ricchezza", ha gridato con forza Scuderi suscitando un boato di applausi della sala. E quando il massimo dirigente del Partito, in un crescendo di appassionata partecipazione dei presenti, si è avviato alle conclusioni salutando i compagni in partenza per le loro lontane destinazioni con la poetica citazione del discorso di Mao dell'agosto 1945 ai combattenti in partenza per il fronte, "noi comunisti siamo come i semi e il popolo è come la terra", per poi finire il suo discorso con la parola d'ordine "Avanti, avanti, avanti, con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista", l'entusiasmo della sala tutta in piedi si è sciolto in una intensa e prolungata ovazione. Un'ovazione subito seguita dal lancio delle parole d'ordine "Mao, Mao, Mao" e "PMLI, PMLI, PMLI", che ha degnamente coronato la sua grande e vittoriosa fatica per proiettare con questa bellissima commemorazione di Mao tutto il Partito verso la conquista di un corpo da Gigante Rosso. Prima di chiudere definitivamente la manifestazione, la presidenza e tutta la sala in piedi, hanno cantato in coro, come è ormai tradizione, i tre Inni del PMLI: "L'Internazionale", "Bandiera Rossa" e "Il Sole Rosso". E poi hanno gridato forte le parole d'ordine ripetute ciascuna due volte, "Giù, giù, giù, Berlusconi buttiamolo giù"; "Tutti in piazza è ora di andare, il nuovo Mussolini dobbiam cacciare"; "Con gli insegnamenti di Mao, sì, sì, sì, crescerà il Gigante Rosso del PMLI"; "Avanti con forza e con fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista"; "Viva Marx, viva Engels, viva Lenin, viva Stalin, viva Mao Zedong"; "Coi Maestri e col PMLI vinceremo". Così si è conclusa brillantemente questa commemorazione del 35° della scomparsa di Mao, che resterà memorabile nella mente e nei cuori dei partecipanti. Non senza però che prima di lasciare definitivamente la sala le compagne e i compagni abbiano sostato ancora per completare la conoscenza e la fraternizzazione tra loro avviata prima dell'inizio della manifestazione, e per congratularsi e farsi fotografare col compagno Giovanni Scuderi, infaticabile
  • 7. come sempre nel salutare personalmente tutti, in particolare i nuovi militanti e simpatizzanti del PMLI. Oscurati Ormai ci abbiamo fatto il callo. Per i media della destra e della "sinistra" borghese il PMLI non esiste. Ma oscurare persino la commemorazione di Mao, dopo 35 anni dalla sua scomparsa, ci sembra il colmo della disinformazione e dell'anticomunismo viscerale. Il buco l'ha compiuto anche "Il Fatto", che pur si è lamentato con un lungo articolo perché "Repubblica" non ha citato che Santoro aveva parlato alla festa di quel giornale. Solo un lampo ha squarciato il buio totale sulla commemorazione. Ci riferiamo all'ampio servizio sulla commemorazione del TGT (Telegiornale della Toscana) in onda su Italia7, Rete 37 e Toscana8 in analogico e in digitale, sulla piattaforma satellitare e sul canale digitale "TGT24". Grazie. Chissà quanti rimbrotti la sua direzione avrà ricevuto dagli "oscurantisti" antiPMLI! Saluto di Monica Martenghi ai partecipanti alla commemorazione del 35° della scomparsa di Mao Grazie a Mao stiamo costruendo un partito che non ha precedenti in Italia Pubblichiamo integralmente il vibrante e caloroso saluto che la compagna Monica Martenghi ha rivolto a nome del Comitato centrale del PMLI e dei dirigenti nazionali, con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, ai partecipanti alla commemorazione di Mao per il 35° Anniversario della scomparsa. Per stare nei tempi programmati, Martenghi lo ha letto non integralmente. Care compagne e compagni, care amiche e amici, a nome del Comitato centrale del nostro Partito e dei compagni dirigenti seduti alla presidenza con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, porgo a tutti voi un caloroso saluto e un sincero grazie per essere presenti a questa pubblica iniziativa in occasione del 35° Anniversario della scomparsa di Mao, grande Maestro del proletariato internazionale, dei popoli e delle nazioni oppresse, deceduto il 9 settembre 1976. La commemorazione di quest'anno ha un rilievo e un'importanza del tutto particolari sia perché il discorso commemorativo sarà tenuto dal nostro amato Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, sia perché il tema che egli
  • 8. affronterà, "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul partito del proletariato", è fondamentale per il futuro della lotta di classe nel nostro Paese e per il presente e il futuro del nostro Partito. Salutiamo con particolare calore tutti i compagni che hanno gravi problemi di salute, sia quelli che, nonostante tutto, oggi sono qui con noi, sia quelli che purtroppo non sono più in grado di partecipare nemmeno alla vita del Partito. Salutiamo con gioia rivoluzionaria tutte le compagne e i compagni provenienti un po' da tutta Italia, specialmente quelli che vengono da molto lontano, dal Trentino- Alto Adige alla Sicilia e che hanno sopportato lunghi, estenuanti e costosi viaggi. Un saluto del tutto particolare va alle compagne e ai compagni che risiedono all'estero e che per la prima volta sono presenti alla commemorazione di Mao e ci riferiamo ai compagni della Cellula "Stalin" di Londra e dell'Organizzazione di Aberdeen in Scozia, che si sono caricati di grossi sacrifici economici e personali dimostrando un grande attaccamento a Mao e al PMLI. Cogliamo l'occasione per ringraziare di cuore i compagni della Cellula "Stalin" di Londra per la loro fraterna ospitalità ai compagni del Partito che vanno a visitare la tomba di Marx. Ringraziamo chi, pur impossibilitato a partecipare, ha voluto comunque esserci vicini inviando messaggi di saluto alla commemorazione. Ricordiamo con gratitudine imperitura i compagni Nerina "Lucia" Paoletti, Vincenzo Falzarano, Ferruccio Panico e Marco Marchi che ci hanno lasciato fisicamente e prematuramente ma che rimarranno sempre al nostro fianco con il loro esempio di dedizione al Partito e alla causa del proletariato e del socialismo. Ringraziamo tutte le istanze e i compagni che in vario modo hanno propagandato questa iniziativa nonostante il rigido black out dei mass media che anche quest'anno l'hanno completamente ignorata. Ringraziamo di cuore il Comitato provinciale di Firenze, che ci ospita con tanta premura, e i militanti, i simpatizzanti e gli amici di Firenze e provincia e Prato che hanno collaborato con la Commissione di organizzazione del Comitato centrale alla realizzazione di questa iniziativa. Un grazie di cuore ai dirigenti e ai militanti residenti nelle province di Firenze e Prato, in particolare il compagno fiorentino pensionato di origine operaia che ha dato il più grosso contributo uguale a quello di un dirigente del Partito, che con le loro sottoscrizioni hanno pagato l'affitto piuttosto salato di questa sala e tutte le spese della commemorazione. Un caloroso elogio e ringraziamento all'Organizzazione di Biella e ai suoi simpatizzanti per il loro cospicuo e spontaneo contributo. Cogliamo questa felice occasione anche per inviare un saluto alle nuove istanze che sono nate in questo ultimo anno politico, dalla precedente commemorazione di Mao ad oggi. A partire dal Comitato lombardo del PMLI diretto dal compagno Angelo Urgo, il 1° Comitato regionale della storia del Partito, la Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Bari, le Organizzazioni di Aberdeen, Retorbido
  • 9. (Pavia), Binasco e Sesto San Giovanni (Milano), e Capua (Caserta). Siamo peraltro felicissimi di salutare l'apertura in quest'anno della sede della Cellula "Vincenzo Falzarano" a Fucecchio presso un circolo ARCI, e della sede della Cellula "Stalin" della provincia di Catania aperta grazie all'esemplare generosità proletaria rivoluzionaria del compagno Sesto Schembri. Ringraziamo fraternamente e con spirito internazionalista proletario il Nucleo marxista leninista in Messico che ci ha inviato un messaggio di saluto. In esso i marxisti-leninisti messicani, fra l'altro, affermano che: "Nella commemorazione del 35º anniversario della scomparsa del nostro grande Maestro Mao, il NML vuole rendergli onore ribadendo che la nostra esperienza nello studiare i suoi insegnamenti è stata molto positiva perché abbiamo riportato alla memoria quello che già conoscevamo, imparato nuove idee e assimilato i suoi insegnamenti. (...) Noi del NML commemoriamo quest'anno Mao ribadendo che non ci smuoveremo di un millimetro né dal suo pensiero né dal marxismo-leninismo. Il miglior modo di onorarlo è sostenere ben alta e ferma la bandiera del suo pensiero. La nostra aspirazione continua ad essere la costruzione del partito della classe operaia in Messico, sotto la guida teorica del marxismo-leninismo- pensiero di Mao. Con Mao per sempre!" Con lo stesso spirito internazionalista proletario, ringraziamo fraternamente il compagno Rodrigo Morales, portavoce del Comitato centrale del Partito comunista marxista-leninista di Panama, che tramite i compagni messicani ci ha fatto giungere un messaggio nel quale fra l'altro si legge: "Vi preghiamo di trasmettere il nostro saluto proletario al combattivo e internazionalista Partito marxista-leninista italiano, al compagno Giovanni Scuderi, Segretario Generale, al Comitato Centrale e a ognuno dei suoi quadri e militanti, in Italia e là dove operano. È stata istruttiva la lettura de 'Il Bolscevico': una luce che ci è servita da faro e ispirazione". Questa "Sala verde" del Palazzo dei Congressi ci ricorda importanti e storici avvenimenti promossi dal Partito, alcuni dei quali legati a Mao. Come la proiezione, il 27 febbraio 1977, di fronte a una sala emozionata e profondamente commossa, del lungometraggio "Gloria eterna al grande dirigente e maestro, il presidente Mao", oltre due ore di testimonianze dell'immenso cordoglio e amore del popolo cinese nei confronti del suo grande timoniere, fornitoci dall'Ambasciata della Repubblica popolare cinese di Roma, con la quale, all'epoca, intrattenevamo ancora dei rapporti politici. Il meeting internazionalista di solidarietà col Kampuchea Democratico, il 7 gennaio 1980, promosso dal Comitato centrale del PMLI a un anno dall'invasione da parte del Vietnam, al soldo dell'allora socialimperialismo sovietico, e dove il compagno Scuderi tenne un importante discorso. La celebrazione del centenario della nascita di Mao, organizzata dal Comitato centrale del Partito il 19 dicembre 1993, dove attraverso un memorabile discorso
  • 10. il compagno Scuderi ha fornito una pietra miliare e un quadro prezioso sul pensiero, la figura e l'opera di Mao. E poi le celebrazioni del centenario della nascita di Engels, il 25 giugno 1995, e del 50° anniversario della morte di Stalin, il 3 marzo 2003. Nonché altre commemorazioni annuali e dibattiti elettorali astensionisti. Memorabile è comunque stato il 3° Congresso nazionale del PMLI svoltosi proprio in questa sala il 27, 28 e 29 dicembre 1985 in cui viene lanciato per la prima volta il disegno generale del socialismo in Italia. Un socialismo autentico perché rispondente a quello tracciato da Marx ed Engels e realizzato in concreto da Lenin, Stalin e Mao. Non certo quel socialismo a parole e capitalismo e imperialismo nei fatti spacciato dagli imbroglioni revisionisti e fascisti di Pechino Hu Jintao, Wen Jiabao, Xi Jinping e dai loro tirapiedi in Italia, in primis i dirigenti falsi comunisti del PdCI. Lo "sviluppo pacifico e armonioso" di cui ciancia il Libro bianco del Consiglio di stato cinese, uscito proprio in queste settimane, che sarebbe finalizzato a trasformare la Cina "in un paese socialista ricco, forte, democratico, civile armonioso" è solo un grande inganno oltreché un'illusione confuciana. Dal momento che si fa propria l'economia di mercato capitalistico e la parola d'ordine è "arricchitevi", ossia sfruttate il lavoro altrui e ricavate il massimo profitto, non può esistere né pace, né sviluppo "armonioso", né all'interno del Paese, fra le classi, né nei rapporti con gli altri paesi del mondo, ai quali la Cina vuol contendere l'egemonia mondiale. Tanto meno si può parlare di socialismo. Non sarà certo per assicurare uno "sviluppo pacifico e armonioso" e "socialista" che la Cina ha iniziato una frenetica corsa al riarmo. Quando Mao è morto è come se ci avessero strappato un pezzo di cuore perché egli è parte integrante di noi marxisti-leninisti italiani. Dopo la sua morte siamo stati costretti a fare da noi, ad affrontare da soli le mille avversità della lotta di classe, a fare a meno delle sue preziose indicazioni. Ma è nello studio delle sue opere, delle sue imprese, del suo fulgido esempio di dirigente marxista-leninista che abbiamo trovato sempre la forza, il coraggio, la chiarezza di idee necessarie per andare avanti con le nostre forze. Il PMLI ha con Mao un rapporto del tutto particolare perché è sotto la sua influenza che il nostro Partito è nato e si è forgiato. Grazie a lui abbiamo capito qual era la situazione che si era venuta a creare a livello internazionale, ma anche nel nostro Paese, dopo l'avvento al potere del revisionismo in Urss e la frantumazione del campo un tempo socialista, seguiti al colpo di stato kruscioviano al XX Congresso del PCUS; grazie a lui siamo riusciti a non essere fagocitati dal revisionismo moderno e abbiamo capito la necessità e l'urgenza di fornire al proletariato italiano il suo partito autenticamente marxista-leninista. È proprio nel suo nome e seguendo il suo esempio che i primi quattro pionieri e poi i fondatori del Partito hanno dedicato le loro migliori energie alla costruzione del Partito marxista-leninista che per fondamento teorico, linea politica e organizzativa, composizione di classe, stile di lavoro e capacità di guida
  • 11. strategica e tattica non ha precedenti nel Paese. Grazie a Mao abbiamo avuto subito chiaro che senza tale Partito non è possibile radunare intorno al proletariato tutte le forze e le classi amiche, sgominare il nemico di classe e i suoi servi e guidare il proletariato alla conquista del potere politico. Si comprende bene perché da quando, nel 1977, la 2ª Sessione plenaria del 1° CC del PMLI decise di commemorare pubblicamente ogni anno la sua morte, per noi quest'appuntamento non è mai stato un momento rituale o nostalgico. Ogni anno vogliamo rendere onore alla sua memoria, ricordarne il pensiero e le gesta, ma soprattutto vogliamo imparare ancor di più da Mao come fare e vincere la rivoluzione, come costruire il nostro Gigante Rosso anche nel corpo che guiderà il proletariato italiano alla conquista del potere politico, che è la madre di tutte le questioni, e all'instaurazione e la difesa della nuova società socialista fino al comunismo. Noi amiamo in modo particolare Mao, ma in ugual misura amiamo anche tutti gli altri grandi maestri del proletariato Marx, Engels, Lenin e Stalin. Tutti e cinque questi Maestri sono costantemente ricordati da "Il Bolscevico" e dalle Cellule che portano il loro nome e tutte le istanze e i compagni del Partito fanno grandi sforzi per rendere loro omaggio, difenderne la memoria, propagandarne gli insegnamenti. Noi non faremo mai come i dirigenti cinesi che dopo aver eliminato le gigantografie di Marx, Engels, Lenin e Stalin da piazza Tien An Men, quest'anno vi hanno eretto una gigantesca statua del filosofo reazionario feudale Confucio nel tentativo di contrapporlo a Mao. Se potessero chiuderebbero persino il mausoleo di Mao che in quella stessa piazza ogni anno viene visitato da milioni di cinesi che gli rendono onore, com'è costretto ad ammettere lo stesso rinnegato anticomunista Federico Rampini su "Il Venerdì" di Repubblica del 2 settembre scorso. Care compagne e compagni, care amiche e amici, anche quest'anno è stato un anno di intense battaglie di classe e sociali. In ogni occasione il nostro Partito ha fatto ogni sforzo per stare al fianco, sostenere, incoraggiare, indirizzare le masse in lotta. Abbiamo sostenuto la rivolta degli studenti contro la "riforma" Gelmini, e li abbiamo difesi quando sono stati vergognosamente attaccati per l'assedio e l'assalto al parlamento il 14 dicembre dell'anno scorso. Eravamo a Roma con la Cgil il 29 settembre e poi il 27 novembre 2010, alla grandiosa manifestazione nazionale della Fiom del 16 ottobre, nelle piazze per lo sciopero generale della Cgil del 6 maggio e ancora per lo sciopero generale di 8 ore del 6 settembre. Tramite i compagni napoletani guidati da Franco Di Matteo, siamo stati vicini agli operai di Pomigliano d'Arco e alle popolazioni di Terzigno, Boscoreale, Chiaiano, Marano, in rivolta contro le megadiscariche e in difesa della salute e dell'ambiente. Nonostante non siamo completamente d'accordo con la sua linea, ovunque abbiamo potuto abbiamo sostenuto le iniziative promosse dal "Popolo Viola" per chiedere le dimissioni del governo Berlusconi.
  • 12. Grazie all'Organizzazione di Binasco, diretta dal compagno Stefano, eravamo in Val Susa nella storica giornata di lotta contro la Tav del 3 luglio scorso. Noi siamo solidali con i combattenti contro la Tav e condanniamo con sdegno le aggressioni militari che subiscono da parte delle "forze dell'ordine" del neofascista Maroni. Eravamo a Genova il 23 luglio 2011 in occasione del decennale della mattanza al G8. Non abbiamo lesinato impegno per la vittoria dei 4 Sì ai referendum per l'acqua pubblica, contro il nucleare e il legittimo impedimento. Per propagandare l'astensionismo elettorale marxista-leninista nelle amministrative parziali e in particolare a Milano e Napoli e in Sicilia. Abbiamo partecipato alle iniziative di lotta contro la guerra di aggressione alla Libia sforzandoci di promuovere iniziative unitarie con le altre forze politiche e sociali com'è avvenuto con successo a Biella e a Rufina. Abbiamo celebrato in modo militante, in alcuni casi anche da soli, l'8 Marzo, il 25° Aprile e il 1° Maggio. Dobbiamo continuare ad essere presenti a tutte le manifestazioni di massa in particolare a quella nazionale del 15 ottobre a Roma. Molto abbiamo fatto, ma tanto abbiamo ancora da fare. Specie ora che il nostro proletariato e il nostro popolo è sotto il feroce assedio del governo e della classe dominante borghese. Ora che occorre una grande rivolta popolare per fermare il micidiale e senza precedenti massacro costituzionale, sociale e sindacale avallato dal nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano. Invitiamo tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antifasciste a unirsi come un sol uomo per affossare la manovra e abbattere il governo del neoduce Berlusconi. Il nostro rammarico è che il PMLI non è tuttora in grado di tutelare come vorremmo gli interessi immediati e a lungo termine del proletariato perché non ha un numero sufficiente di militanti e di simpatizzanti attivi e forti ed estesi legami con le masse, soprattutto operaie e giovanili, per mancanza di mezzi economici e materiali e per il rigido black-out stampa che da sempre vige nei nostri confronti. Per questo dobbiamo decuplicare gli sforzi per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso difendendo con i denti e applicando risolutamente la linea politica e organizzativa del PMLI con particolare riferimento alla lotta contro l'individualismo, il soggettivismo e il frazionismo, studiando, concentrandosi sulle priorità e sul fronte operaio e sindacale e su quello studentesco, migliorando il lavoro giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza sulla base della linea, delle indicazioni e delle misure del 5° Congresso nazionale del PMLI. Come ebbe a dire il compagno Scuderi, il 9 ottobre 1976, in occasione del trigesimo della scomparsa di Mao: "Colui che ci ha dato la luce e ci ha lanciato nell'avvenire, non è più presente fisicamente fra il suo popolo e fra tutti noi, il suo grande cuore ha cessato di battere per sempre, la sua prodigiosa mente non potrà più lavorare alla risoluzione dei problemi della rivoluzione e del socialismo, la sua luminosa figura di condottiero non sarà più lì ad incitarci ad andare avanti con forza e determinazione sulla strada che lui ha tracciato, ma la sua opera, il suo insegnamento, il suo tesoro di esperienza di tutta una vita
  • 13. spesa per la rivoluzione rimangono incancellabili e sta a noi e a tutti i suoi discepoli sparsi in ogni dove impadronircene e farli vivere in eterno nella costruzione del nuovo mondo senza più sfruttamento, miseria e guerra". Noi marxisti-leninisti italiani, discepoli di Mao, dopo 35 anni dalla sua scomparsa, siamo ancora e più che mai decisi a costruire questo nuovo mondo a cominciare dalla conquista del socialismo nel nostro Paese. Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista! Con Mao per sempre! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! Alcuni interventi emblematici di istanze di base del PMLI Alla Commemorazione di Mao dell'11 settembre 2011 sono intervenuti, ciascuno per due minuti, 28 delegati delle Istanze di base del PMLI (dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia e persino dalla Gran Bretagna, da Londra e Aberdeen) che hanno letto i saluti delle rispettive Istanze. Altre Istanze impossibilitate a parteciparvi hanno inviato comunque messaggi di saluto. Fra i saluti delle Istanze intervenute alla commemorazione ne abbiamo selezionati otto che ci sembrano i più emblematici e rappresentativi del legame profondo fra il PMLI e il pensiero di Mao, della necessità di studiarlo per acquisire la concezione proletaria e applicarlo nella lotta contro il capitalismo, il governo del neoduce Berlusconi e nella realtà concreta in cui operiamo, per radicarci e rendere il PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo. Tutti gli interventi hanno in genere sottolineato l'importanza di studiare il pensiero di Mao per sviluppare la lotta contro il revisionismo moderno, il frazionismo e l'individualismo e per assicurare che il Partito non cambi mai di colore. Leggendo questi interventi le lettrici e i lettori de "Il Bolscevico" non membri del PMLI possono farsi un'idea più concreta dei militanti del Partito, e, magari prendere esempio da loro per diventare anch'essi dei marxisti-leninisti. Se ne gioverebbero la lotta di classe e la nobile causa del proletariato e del socialismo. SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI VIGGIÙ (provincia di Varese) Care compagne e cari compagni, l'organizzazione di Viggiù del PMLI è felice e onorata di essere qui oggi insieme a voi per ricordare la figura del grande maestro del proletariato internazionale Mao Zedong. Nel ricordare Mao, viene alla mente la sconfinata fiducia che egli nutriva nei confronti delle masse, nella loro forza rivoluzionaria e nella vittoria finale del proletariato sulla borghesia e del comunismo sul capitalismo! In particolar modo Mao guardava ai giovani, e oggi in questa sala c'è ne sono tanti. Giovani operai e giovani studenti che sotto le bandiere rosse con la falce e martello e l'effige di Mao del PMLI si uniscono oggi per combattere l'imperialismo e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo coscienti che solo militando e appoggiando in ogni modo, forma e maniera un partito dalla tempra bolscevica, saldo sui principi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, si
  • 14. potranno vincere le battaglie immediate e marciare nel futuro verso la conquista dell'Italia unita, rossa e socialista! Sì, compagni, il nostro Partito sta crescendo, e questo è sicuramente un bene, per il Partito e per la causa. Ma dobbiamo anche ricordare che più il Partito cresce, più dovremo mantenere alta la vigilanza rivoluzionaria sui possibili nemici di classe, agenti della borghesia che si infiltreranno nel PMLI per fargli cambiare colore e farlo diventare un partito riformista. Dobbiamo studiare con costanza la scienza marxista-leninista e in particolar modo gli scritti di Mao sul revisionismo, armi ideologiche micidiali per individuare ed eliminare le idee errate nel Partito che se non combattute in tempo possono portare all'individualismo e al frazionismo. Il Partito ha bisogno di unità e di una solida disciplina rivoluzionaria per assolvere i suoi compiti e diventare un Gigante Rosso non solo nella mente ma anche nel corpo. Per questo ha bisogno di nuovi militanti, che diano anima e corpo alla causa del socialismo e nel servire gli interessi della classe operaia e delle masse popolari. Ovunque si sviluppi la lotta di massa contro il regime neofascista e il sistema capitalista il Partito sarà presente. Così il PMLI è stato a fianco degli operai della Fiat di Pomigliano e di tutta Italia contro il piano di fascistizzazione industriale portato avanti dal nuovo Valletta, Marchionne, col benestare del neoduce Berlusconi; così è stato al fianco dei valsusini del movimento No Tav e così sarà al fianco di tutte le forze popolari, democratiche e antifasciste che intendono spazzare via una volta per tutte il neoduce Berlusconi, il suo nero governo e il regime neofascista attraverso un nuovo 25 Aprile! Per quanto riguarda il lavoro a livello locale l'Organizzazione di Viggiù è stata attiva in particolare sui due fronti più caldi della lotta politica nella primavera appena passata: l'elezione del neopodestà di Varese e i referendum sull'acqua, il nucleare e il legittimo impedimento. Entrambe le occasioni hanno visto una forte e laboriosa presenza del Partito sul territorio che malgrado il numero esiguo di militanti e le ristrette risorse economiche è riuscito ad effettuare una proficua propaganda tra le masse popolari con tutti mezzi a disposizione come volantinaggi, affissioni, banchini, battendo in maniera particolare i quartieri popolari e raccogliendo tra le masse una stima e una simpatia sempre più crescenti. Due sono state in particolare le vittorie di rilievo per l'organizzazione di Viggiù e per tutto il Partito: la vendita del nostro settimanale di battaglia, "Il Bolscevico", presso un'edicola nel popolare quartiere di Biumo a Varese e la stesura avvenuta dopo un attento studio socio-politico del territorio di un corposo documento elettorale, trasformato poi in volantino per una più larga diffusione tra le masse, nel quale si denunciava la natura borghese e antipopolare dei partiti della destra e della "sinistra" borghese che si presentavano alle elezioni, in particolar modo mettendo a nudo le politiche antipopolari perseguite negli ultimi 5 anni dalla giunta del fascio-leghista Fontana, e proponendo in contrapposizione alle vuote e fumose promesse dei partiti borghesi, il programma del Partito marxista-leninista per una Varese governata dal popolo e al servizio del popolo. Concludendo compagni, posso dire che c'è ancora molta strada da fare, e tante saranno ancora le battaglie che dovranno essere affrontate dalle masse popolari e dai marxisti-leninisti. Una cosa è certa: noi marxisti-leninisti non cederemo di
  • 15. un passo sul terreno della lotta di classe e prendendo a modello lo spirito di lotta rivoluzionaria dei nostri maestri Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao spianeremo le montagne piccole e grandi che si frappongono sulla strada del progresso sociale e del socialismo! Con Mao per sempre! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! SALUTO DELLA CELLULA "STALIN" DI LONDRA Carissime compagne e compagni presenti qui oggi, è con estremo onore che le militanti e i militanti della Cellula "Stalin" di Londra del PMLI prendono parte a questo momento di unione rivoluzionaria. Siamo qui non solo per ricordare l'immensa opera di questo grandissimo dirigente marxista-leninista, ma anche per rapportare al presente i suoi scientifici insegnamenti. Mao ci ha insegnato che la lotta di classe è immutabile e che questo conflitto non avrà mai fine fino a quando non saranno abbattute le classi. Se esiste lotta di classe nello stesso socialismo, possiamo immaginare quanto essa sia acuta all'interno del capitalismo. Mao ci ha insegnato a sognare ma a occhi aperti, ci ha insegnato a essere scientifici e materialisti, quindi non idealisti o metafisici; ci ha insegnato a guardare in avanti senza mai perdere il contatto con il presente. Mao era uno scienziato sociale, un matematico della lotta di classe e della rivoluzione, è stato l'unico dopo Stalin ad oltrepassare i limiti che i revisionisti moderni avevano costruito al fine di frenare lo sviluppo del socialismo nel mondo. In particolar modo occorre ricordare il suo ultimo decennio di vita in cui diede vita a quel capolavoro chiamato Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, dove per la prima volta nella storia del mondo un uomo riuscì a mobilitare masse di milioni di persone nel lavoro di sradicamento della borghesia nella società per il propulsivo avanzamento del socialismo nell'umanità che andava ben oltre i confini dell'economia e della politica. Mao aveva in mente di portare il socialismo nel profondo dell'animo umano. Questo è stato il significato di quella rivoluzione. Noi del PMLI siamo eredi di quella tradizione bolscevica e non arresteremo di un solo passo la lotta di classe e il nostro lavoro tra le masse del nostro Paese. Eterna memoria a Mao! Sfruttiamo tutte le condizioni al fine di portare il Sole Rosso sull'Italia! Abbattiamo il governo del neoduce Berlusconi! Viva Mao e il Partito marxista-leninista italiano! SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI ABERDEEN (Scozia) Care compagne e cari compagni, a nome dell'Organizzazione di Aberdeen del PMLI rivolgo calorosi saluti al Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, e a tutte le compagne e i compagni presenti oggi in occasione del 35° Anniversario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale, Mao Zedong. Mao ha il merito storico di aver difeso e sviluppato la concezione proletaria del mondo, di aver arricchito il marxismo-leninismo e di averne salvaguardato la purezza smascherando gli inganni revisionisti. Non stupiscono, dunque, gli innumerevoli attacchi a lui rivolti dalla borghesia e dai suoi lacchè revisionisti e riformisti, al fine di allontanare le masse dalla lotta di classe per il socialismo. Il proletariato per liberarsi dal giogo capitalista deve
  • 16. sviluppare fino in fondo la lotta di classe, facendo tesoro degli insegnamenti di Mao ma non può farlo da solo. Insegna Mao: "Se si vuol fare la rivoluzione ci deve essere un partito rivoluzionario". Il PMLI è l'unico Partito in Italia autenticamente marxista- leninista, nato sulla base degli insegnamenti di Mao, che applica dialetticamente e creativamente alla situazione concreta del nostro Paese. Oggi, la macelleria sociale scatenata dal governo del neoduce Berlusconi penalizza le masse e in particolar modo i giovani ai quali nega speranze e sicurezza per il futuro, spingendone un numero sempre maggiore a emigrare. L'Organizzazione di Aberdeen del PMLI si muoverà in quest'ottica, impegnandosi in particolar modo sul fronte femminile, giovanile e studentesco dei migranti italiani in territorio scozzese, per trasmettere loro la linea proletaria rivoluzionaria del PMLI, tenendo presenti le parole di Mao: "Il risveglio politico del popolo non è una cosa facile. Per eliminare le idee errate diffuse fra il popolo, dobbiamo fare seri e considerevoli sforzi". Uniamo le nostre forze proletarie rivoluzionare sotto la rossa bandiera con falce e martello e l'effige di Mao del PMLI, acquisendo la potente coscienza di classe che sbaraglierà il nostro avversario che da sempre ci sfrutta ed illude e conquistare così l'Italia unita, rossa e socialista! Gloria eterna a Mao! Con il PMLI e i Maestri vinceremo! SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI SESTO SAN GIOVANNI (provincia di Milano) Compagne e compagni, anche quest'anno grazie agli encomiabili sforzi del Comitato centrale, puntualmente, siamo qui a commemorare il nostro grande Maestro Mao. Non certo per il semplice desiderio di compiere un rito, bensì perché il marxismo- leninismo-pensiero di Mao è la scienza che ci guida quotidianamente nella nostra azione politica. Mao ha portato avanti lo sviluppo del marxismo-leninismo arricchendolo della fondamentale teoria della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato concretizzatasi poi nel suo capolavoro politico, la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria che costituisce il punto più avanzato finora raggiunto da una società socialista e che non potrà che essere un giorno il nostro modello di partenza nella costruzione dell'Italia unita, rossa e socialista. La bussola del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che il PMLI non ha mai abbandonato per un solo giorno, ha consentito al nostro amato Partito di vedere lontano, denunciando prima di tutti gli altri che era intenzione della borghesia restaurare il fascismo in Italia, sia pure sotto nuove forme e sotto nuovi vessilli. Oggi il vento rivoluzionario ha ricominciato a soffiare in tutto il mondo, vi sono state le rivoluzioni vittoriose dei popoli tunisino, egiziano e libico, ve ne sono altre ancora in corso ad esempio nello Yemen o nel Bahrain, vi sono i movimenti degli indignati in Spagna e Grecia, c'è stata la rivolta delle masse popolari inglesi. E nuove e importanti lotte si preannunciano anche nel nostro Paese per questo autunno che noi vogliamo sia non caldo ma rovente! Le nuove sirene della "sinistra" borghese, uscite vittoriose dalle ultime elezioni amministrative, hanno già gettato la maschera adottando provvedimenti antipopolari che rivelano quali interessi intendano in realtà tutelare. Anche i
  • 17. recenti scandali che nella mia città hanno travolto l'ex neopodestà Filippo Penati e l'attuale giunta guidata da Giorgio Oldrini del PD e appoggiata dal PRC, rivelano che non vi è alcuna differenza fra la destra e la "sinistra" del regime neofascista perché tanto a livello nazionale quanto a livello locale esiste un tacito accordo delle cosche partitiche per la spartizione del potere, degli appalti e dei finanziamenti. Il nostro obiettivo è quindi far comprendere a tutti gli elementi più avanzati che occorre abbandonare subito ogni illusione elettoralistica e che non è possibile abbattere il neoduce Berlusconi e questo regime neofascista se non con la piazza, attraverso un nuovo 25 aprile! Con Mao per sempre! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! SALUTO DELL'ORGANIZZAZIONE DI RAVENNA Care compagne e cari compagni, anche quest'anno siamo qui a Firenze per ricordare il grande Maestro del proletariato internazionale, fondatore della Repubblica Popolare Cinese, grande oppositore dell'imperialismo, critico contro il revisionismo dei partiti un tempo comunisti dell'Occidente e dell'Unione Sovietica dopo la morte di Stalin, Mao. Egli aveva previsto da tempo che la strada del revisionismo avrebbe portato al disfacimento dell'Urss ed al suicidio dei partiti comunisti nel mondo. Uno dei primi documenti del PMLI che io lessi alcuni anni fa (all'epoca ero ancora in Rifondazione) è stato l'opuscolo "Sulla lotta contro il revisionismo moderno" di Mao; ma ciò che mi colpì fu la prefazione scritta dal nostro Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi: egli prevedeva con assoluta precisione la fine del PCI e dei partiti comunisti revisionisti. Considerato che questa prefazione è datata dicembre 1973, ne rimasi sbalordito e telefonai al compagno che mi aveva fornito l'opuscolo, chiedendogli se Scuderi (che ancora non conoscevo) fosse un mago e avesse letto il futuro nella sfera di cristallo; la risposta fu che egli aveva studiato a fondo Marx, Lenin ed il pensiero di Mao. Noi marxisti-leninisti italiani abbiamo un grande dirigente alla guida del Partito; il nostro Segretario generale compagno Giovanni Scuderi è un vero grande capo rivoluzionario marxista-leninista. Noi militanti, i simpatizzanti, gli amici del Partito, abbiamo il dovere di leggere i suoi scritti, studiarli e di seguire i suoi insegnamenti! Solo così potremo portare a compimento la lotta del proletariato fino alla vittoria per un'Italia unita, rossa e socialista. Viva il nostro maestro, Segretario generale compagno Giovanni Scuderi! Onore e Gloria ai cinque grandi Maestri del proletariato! Viva il pensiero di Mao! SALUTO DELLA CELLULA "RIVOLUZIONE D'OTTOBRE" DI ROMA Compagni, ricordare ogni anno con la stessa vivacità e la stessa intelligenza la scomparsa del grande Maestro del proletariato di tutto il mondo Mao è un obbligo. Ricordare i suoi insegnamenti, la sua pratica del marxismo-leninismo, tenere vivo il suo esempio e portare alta la sua bandiera ci forgia, ci prepara, ci rende sempre più consapevoli delle nostre azioni nelle questioni politiche di tutti i giorni, nella molteplicità di fattori oggettivi e soggettivi, dentro e fuori il PMLI. È perciò un dovere di ogni sincero marxista-leninista essere presenti qui oggi.
  • 18. Il saluto di Roma sembrerà un po' diverso. Molte cose, infatti, in quest'ultimo anno, sono successe e cambiate, proprio quando avremmo dovuto fare il nostro balzo in avanti, quando era giunto il tempo di sostenere l'esame più grande. Di fronte all'esigenza di una nuova crescita qualitativa della Cellula sono diventate chiare - chiarissime - le sue contraddizioni interne, che hanno prima rallentato e infine complicato la sua stessa attività politica e di massa, mettendola d'innanzi ad una prova di sopravvivenza dalla quale è uscita modificata quasi completamente nella fisionomia. Ma la Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" non è morta, come potete vedere; e, anzi, in questa sua sopravvivenza c'è dentro una nuova forza e la speranza di riprendere il lavoro lasciato in sospeso e recuperare centimetro per centimetro la posizione che ci compete tra i lavoratori e le larghe masse popolari. Ma allora di quale teoria e quale pratica, se non quella di Mao, abbiamo la certezza storica e politica per poter proseguire nella nostra via rivoluzionaria, nella nostra via verso il socialismo? Per tutti noi, Mao è stato un grandissimo Maestro, l'ultimo baluardo contro il revisionismo e contro il dogmatismo. I suoi insegnamenti sono precipui per preservare la salute e la vita del nostro Partito. Perciò sappiamo che ci tocca affrontare una cruda realtà: i veri nemici a volte si annidano all'interno del Partito, sono coloro che a parole si dicono marxisti-leninisti, lavorano insieme a noi, ma in verità non hanno mai appreso e fatta loro la concezione del mondo e la cultura socialista, rimanendo di fatto nelle mani della borghesia, vittime del proprio individualismo, e anche se in buona fede, quando si devono fare i conti, tutti i loro limiti vengono smascherati. Ma sappiamo anche che questa verità non deve demoralizzarci, anzi, ci fa sempre più coscienti, ci ricorda di tenere alta la guardia rivoluzionaria e ci rinforza. Per questo, se non tenessimo conto del grande apporto di Mao, brancoleremmo nel buio, senza riconoscere la via percorsa e senza sapere quale sia la strada da percorrere, rinnegheremmo persino gli altri quattro grandi Maestri, Marx, Engels, Lenin e Stalin, ritrovandoci ad affrontare qualsiasi contingenza senza dialettica, senza una teoria, senza un pratica veramente rivoluzionaria. È obbligo di noi veri marxisti-leninisti difendere Mao e porgere il suo pensiero alle generazioni future, per questo noi siamo qui. Viva Mao! Con i Maestri e il PMLI vinceremo! SALUTO DELLA CELLULA "25 APRILE 1945" DI MELITO DI NAPOLI Care compagne e cari compagni, innanzitutto desidero portarvi i saluti dei militanti, simpatizzanti e amici della Cellula "25 Aprile 1945" di Melito di Napoli del PMLI. Inoltre ringrazio vivamente i compagni che con grande sacrificio hanno reso possibile la realizzazione di questa importante iniziativa in ricordo del 35° Anniversario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale, Mao, artefice della grande Rivoluzione Culturale Proletaria, ultima grande sua opera. Un saluto proletario rivoluzionario lo rivolgiamo al compagno Giovanni Scuderi, che oggi a nome del CC del PMLI commemora con la sua grande esperienza e coerenza di dirigente marxista-leninista il presidente Mao. Grazie di cuore compagno Scuderi. È doveroso e necessario commemorare Mao, in modo da far conoscere ai più
  • 19. giovani il suo poderoso pensiero rivoluzionario che fu capace di emancipare un miliardo di cinesi dalle catene del feudalesimo, del capitalismo e dell'imperialismo, ed inoltre mobilitare alla rivolta contro il sistema capitalista milioni di operai e studenti in ogni parte del mondo. Ed è ancor più importante per confutare le infime e subdole menzogne che i pennivendoli e i servi in Italia e all'estero, asserviti alla classe dominante borghese, riversano quotidianamente sulla sua figura. A questo proposito, la miglior risposta è quella del popolo cinese che ama ancora il grande Maestro del proletariato internazionale. Gli insegnamenti di Mao sono incancellabili, egli ci ha insegnato ad essere sempre e comunque al servizio del popolo, ad imparare dalle masse e non staccarsi mai da esse. A combattere tenacemente il revisionismo moderno, strumento con cui la borghesia indebolì dall'interno il movimento comunista internazionale e con cui ritornò al potere nei primi Stati in cui il potere politico apparteneva al proletariato: l'Urss di Lenin e Stalin e la Cina di Mao. Inoltre la vasta opera di Mao ha portato all'arricchimento della teoria marxista- leninista in tutti i campi, raggiungendo l'apice nella sua ultima grande opera: la grande Rivoluzione Culturale Proletaria, cioè la continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato, che Mao definì "una grande rivoluzione che tocca l'uomo in quanto ha di più profondo, e tende a risolvere il problema della sua concezione del mondo" e che egli indicò come la giusta via per avanzare risolutamente nella costruzione del socialismo e difendere il potere politico del proletariato dagli attacchi della borghesia. Applicare gli insegnamenti di Mao in modo creativo non considerandoli un dogma da applicare alla lettera senza tener conto del contesto in cui operiamo, come egli ha fatto sviluppando la teoria marxista-leninista sino a quel momento elaborata dai grandi Maestri Marx, Engels, Lenin e Stalin, è l'unica strada che può condurci risolutamente verso il radioso avvenire socialista che attende il proletariato italiano con alla testa la sua avanguardia: il PMLI. Viva Mao! Viva il PMLI! Viva l'invincibile pensiero di Mao! Coi Maestri e col PMLI vinceremo! SALUTO DELLA CELLULA "STALIN" DELLA PROVINCIA DI CATANIA Un saluto al compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, alle compagne, ai compagni tutti qui presenti. Cari compagni, che dire di Mao Zedong? Come dice il compagno Giovanni Scuderi, non ci stancheremo mai di ringraziarlo! Mao per prima cosa ha applicato creativamente il marxismo-leninismo nelle condizioni peculiari della Cina, colonizzata dall'imperialismo giapponese, un paese prevalentemente agricolo feudale, con un proletariato industriale poco numeroso rispetto ai 450 milioni di cinesi, con una borghesia arretrata e reazionaria, è in queste condizioni che Mao ha costruito un grande partito comunista marxista-leninista, ha costruito un grande fronte unito guidando la lotta di liberazione contro gli invasori giapponesi con la parola d'ordine "conquistare a milioni le masse nel fronte unito nazionale antigiapponese, le larghe masse del proletariato, dei contadini e della piccola borghesia urbana, e stringere alleanze con quella parte della borghesia che è contro il Giappone",
  • 20. dimostratasi anche una strategia militare. Mao ha diretto e condotto con creatività in un fronte unito la tappa di nuova democrazia, marciando verso la rivoluzione socialista, instaurando la dittatura del proletariato. Mao aveva intuito, facendo tesoro dell'esperienza negativa dell'Unione sovietica di Krusciov e quello che serpeggiava in Cina, all'interno del Partito e fuori dove elementi revisionisti e borghesi minacciavano il partito e il socialismo, dando vita alla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria contro gli elementi revisionisti borghesi. Un processo di proletarizzazione della concezione del mondo e dando un grande contributo alla lotta al revisionismo moderno a livello mondiale. Oggi il PMLI è la continuazione del pensiero di Mao. È Mao che ci ha dato gli strumenti per comprendere il revisionismo moderno, gli opportunisti di ogni risma di destra e di "sinistra". Oggi il PMLI è lo sviluppo massimo di tutta l'esperienza del movimento operaio in Italia ed a livello internazionale ed è la continuità dell'opera dei cinque Maestri, nel contesto storico delle crisi finanziarie dell'imperialismo. Il PMLI applica la sua linea politica creativamente nel movimento di massa, partendo dai bisogni delle masse popolari, in loro difesa, creando le condizioni di fronte unito su obiettivi comuni per la conquista di vittorie parziali, perché quelle totali saranno nel socialismo. Il PMLI è stato il primo e l'unico Partito a capire che con Berlusconi ci siamo trovati con un nuovo Mussolini, l'"uomo della provvidenza", della reazione neofascista, della P2, del "piano di rinascita democratica" di Licio Gelli, della massoneria, della borghesia più retriva, che fa comodo anche a quella borghesia più "democratica". Nell'attuale contesto di crisi finanziaria e di mercato dell'imperialismo, di lotta fra imperialismi per l'affermazione di nuovi equilibri globali, di fronte alle direttive della Ue per far pagare la crisi del sistema capitalistico alle masse popolari attraverso privatizzazioni e tagli di tutto quello che è pubblico (dalla scuola alla sanità, alle pensioni, con licenziamenti e lavoro precario sottopagato) è evidente che la classe dominante borghese pretenda governi forti e "opposizioni" di regime. Che dire dell'amministrazione comunale catanese dove c'è un dissesto finanziario di oltre un miliardo di euro, con a capo il podestà Stancanelli del PDL che segue la politica di regime del neoduce berlusconi, al servizio della borghesia catanese? Per Stancanelli i problemi prioritari per la città di Catania è il centro storico, abbellire le strade principali, anche se le strade poco distanti sono dissestate, e il "pacchetto di sicurezza" contro i migranti e gli strati più deboli della società, mentre l'illegalità mafiosa imperversa con pizzo e tangenti di vario tipo; mentre vengono abbattuti palazzi storici per far posto a nuovi insediamenti più lucrosi. Nel frattempo l'edilizia è ferma, non si costruiscono edifici pubblici ed edifici popolari per i senzatetto che a Catania sono a migliaia. Non si fa niente per l'occupazione. A Catania il tasso di disoccupazione è il più alto d'Italia; il precariato è norma per quel poco lavoro che c'è; le periferie sono abbandonate; le strade dissestate e quel poco verde pubblico è in abbandono; servizi sociali anch'essi pochi e in abbandono; la povertà reale è a livelli del Terzo mondo. È in questa realtà che la cellula "Stalin" della provincia di Catania deve radicarsi
  • 21. e diffondere il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea politica del Partito per costruire il Gigante Rosso anche nel corpo che è il PMLI. L'unica alternativa al capitalismo, non esistono altre vie che l'Italia unita, rossa e socialista . Viva il marxismo-leninismopensiero di Mao! Con i Maestri e il PMLI vinceremo! Impressioni di alcuni partecipanti alla Commemorazione di Mao Non è facile descrivere la gioia di aver partecipato alla Commemorazione Cari compagni e compagne, non è facile descrivere a parole la gioia che ho provato ad essere stato presente domenica 11 settembre e conoscervi tutti di persona. Dal compagno Mao abbiamo solo da imparare, studiando i suoi eccellenti scritti, e imparare dalle sue lezioni e dai suoi utili, pratici ed efficaci consigli. Ricordarlo ogni anno, è un po' come sentirlo nostro, renderlo partecipe della nostra piccola ma bellissima avventura, iniziata più di 30 anni fa. Volevo semplicemente mandare il mio più affettuoso abbraccio alle compagne e ai compagni presenti alla ricorrenza: al Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, alle compagne Martenghi e Pierattini ed al compagno Pasca, senza dimenticare tutte le compagne e i compagni intervenuti da ogni città o paese. Una bella sorpresa è stato sentire citare parte della mia poesia su Mao dal Segretario generale compagno Giovanni Scuderi durante il suo efficace e mirato intervento. Grazie! Un grazie particolare lo devo anche a tutti i compagni milanesi e lombardi, e in particolare al compagno Angelo Urgo, che ha avuto (ed ha tuttora) una pazienza infinita con il sottoscritto, rendendosi sempre disponibile a discutere apertamente, e con estrema sensibilità, su molti argomenti di politica, società ed economia, e che dimostra costantemente un atteggiamento marxista-leninista puro, esempio per tutti noi che lavoriamo a lui vicini. Grazie infinite a tutti voi, ed immenso onore a Mao, sole rosso di vera libertà! W il PMLI! Con i Maestri e il Partito vinceremo! Pier - Milano Nel PMLI sono finalmente a casa mia Cari compagni, domenica sono stato contento e commosso in occasione della commemorazione del caro compagno Mao, e sono stato contento e felice di aver conosciuto il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi
  • 22. che mi ha accettato e salutato dandomi il benvenuto con tanta gioia. Il suo discorso è stato importante per la mia crescita rivoluzionaria, ho bisogno di tempo per imparare ad essere un autentico marxista-leninista e del pensiero di Mao, visto che per anni ho frequentato solo falsi comunisti ben travestiti. Leggo con gioia il Bolscevico e farò ogni sforzo che mi è possibile affinché a Malnate possa nascere una Cellula del PMLI e mi farò guidare dal caro compagno Alessandro Frezza. Voglio con tutto il cuore essere fedele alla causa rivoluzionaria dando, se è necessario, anche la mia stessa vita, perché le generazioni presenti e future possano come ha detto Scuderi gustare il paradiso terrestre dove non regni il capitalismo, il fanatismo, il razzismo e ogni sorta di clientelismo. Dopo tanti anni di ricerca sono finalmente a casa mia in un Partito meraviglioso e carico di insegnamenti non revisionisti ma autentici per garantire una crescita umana e rivoluzionaria. Con i Maestri e il comunismo vinceremo! Emanuele - Malnate (Varese) Questa commemorazione resterà per sempre nella mia memoria La commemorazione di Mao organizzata dal PMLI a Firenze l'11 settembre 2011 resterà per sempre nella nostra, e particolarmente nella mia, memoria. Mi sono alzato alle 8 apposta per poter essere prima a Piazza Adua, luogo della commemorazione, in modo da poter stare più tempo coi compagni del PMLI. Mi ha fatto davvero piacere rincontrare tutti i compagni come Scuderi e Pasca, e incontrarne di nuovi come la compagna Alba (del sol dell'avvenire!) da Aberdeen, della quale ho avuto il piacere di leggere le corrispondenze sul Bolscevico. Sono stato molto felice e orgoglioso di ricevere i complimenti da parte dei compagni per il mio scritto a proposito del corteo organizzato dalla CGIL il 6 settembre, al quale ho partecipato al fianco della combattiva delegazione rossa guidata dalla compagna Claudia del Decennale. Ma ciò che di buono vi ho scritto è il frutto di due anni di educazione marxista-leninista da parte del PMLI e della compagna stessa, così come merito dell'educazione marxista-leninista impartitami dal PMLI è il fatto che l'anno scorso una frase di una mia lettera al Partito è stata ripresa dai compagni del NML, faro del proletariato messicano (altro che il revisionista e capitolazionista subcomandante Marcos!). Ho da subito preso d'assalto il banchino di propaganda e ho comprato fra l'altro l'ultimo opuscolo del PMLI col documento del CC sui giovani pronunciato dal compagno Federico Picerni, Responsabile per il lavoro giovanile del Partito, e i saluti d'apertura e di chiusura alla Sessione plenaria del CC del compagno Scuderi (3 aprile 2011). Ero molto emozionato quando si è presentato il momento del mio intervento, ma sapevo che dovevo trasmettere alla Sala Verde (tinta di rosso per l'occasione) la grinta e la determinazione marxista-leninista che sentivo dentro il mio cuore, così ho trasformato l'emozione in grinta, in
  • 23. rabbia rivoluzionaria. Sono stato davvero contento di ricevere gli applausi della sala a fine intervento e i complimenti dei compagni a fine commemorazione. Anche questo è il frutto del lavoro marxista-leninista del Partito per educarmi e forgiarmi come un buon marxista-leninista. I miei meriti in questione sono minimi. Durante il pranzo con alcuni compagni ho avuto l'occasione di confrontarmi col coetaneo compagno Andrea su questioni sia di storia del movimento operaio internazionale sia su questioni di stringente attualità. Egli è militante del PMLI, quindi ho tanto da imparare da lui, specialmente per quanto riguarda questioni di centralismo democratico, dato che in parte, complice il mio carattere piccolo- borghese, sono ancora restio ad accettarlo, preferendogli l'autonomia. Ho pensato che sarebbe proprio bello se all'esame di 5ª Liceo potessi avere una commissione di membri esterni come il Comitato centrale del PMLI! Viva il nostro grande Comitato centrale! Viva il nostro glorioso Partito marxista-leninista italiano! Viva il nostro amato Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi! Viva il grande capo il Presidente Mao! Viva il Pensiero di Mao Zedong! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! Antonio, 15 anni - Firenze Messaggi di partiti fratelli esteri Nucleo marxista leninista (in Messico) Il miglior modo per onorare Mao è tenere alta la bandiera del suo pensiero Commemorando il 35º anniversario della scomparsa del nostro grande Maestro Mao, il NML vuole rendergli onore ribadendo che la nostra esperienza a studiare i suoi insegnamenti è stata molto positiva perché abbiamo ricordato quello che già sapevamo, imparato nuove idee e assimilato quello che abbiamo imparato da lui. Con queste armi, noi ci sforziamo di applicare il suo pensiero e il suo metodo per interpretare scientificamente le circostanze internazionali e nazionali, per ottenere maggior coscienza e chiarezza che ci permettano di sapere qual è la situazione mondiale e prevedere più possibile come essa continuerà a svilupparsi. Gli eventi recenti, incluso il crollo delle borse, le crisi del debito di diversi Paesi, il declassamento nella valutazione di livello di affidabilità del credito degli Stati Uniti, una quasi stagnazione della crescita economica dei Paesi sviluppati (la Germania con crescita dello 0,1% nel secondo trimestre; l'Inghilterra con
  • 24. crescita dello 0,2%, per citare alcuni esempi, altro che ripresa economica), sta portando alcuni "esperti" a domandarsi se il mondo sta di fronte a cambiamenti fondamentali. In realtà, molti di questi punti riflettono tendenze che sono state sotterranee per molti anni e che la crisi ha evidenziato e accelerato. Fin dall'inizio della crisi finanziaria - un anno prima dei titoli subprime -, quattro anni fa, il capitalismo non era certo nella "normalità". Nessuna delle principali economie aveva recuperato compiutamente la perdita di produzione industriale durante la recessione. I prezzi delle azioni globali sono quasi un terzo più bassi di prima. Le azioni finanziarie hanno perduto due terzi del loro valore. Il debito governativo è salito a spirale a seguito del salvataggio delle banche. Se la prima fase ha coinvolto il trasferimento del passivo dal settore finanziario ai governi via salvataggi bancari, nella seconda siamo testimoni dei trasferimenti da Paesi più deboli a Paesi più forti, mentre quest'ultimi cercano di evitare che i primi falliscano e provochino maggiori tempeste finanziarie. Mentre la borghesia internazionale e i suoi "economisti" e lacché vogliono mascherare la crisi monetaria, finanziaria e oggi di debito, in quest'ultima crollo delle borse le azioni industriali sono state le più colpite. L'esempio dell'incremento del tetto del debito degli Stati Uniti nasconde il fallimento statunitense, cioè del Paese che era il più potente al mondo. Ad esempio, pochi giorni fa è giunta notizia che in agosto nessuna occupazione è stata creata negli Usa, cioè essi hanno cifra zero per creazione di posti di lavoro, cosa che non accadeva dal 1945. Essendo la Cina il Paese che possiede in massima parte il debito degli Stati Uniti nel mondo, i due paesi hanno un legame che costituisce un'unità dove ciascuno dipendende seriamente dall'altro. Questa unità può ben descriversi come due ubriachi abbracciati che vanno camminando: se uno cade, cadrà anche l'altro. Il NML giudica importantissimo, prima di tutto, denunciare lo stato di crisi attuale del capitalismo. Sebbene abbia diversi aspetti, come quello finanziario, industriale, di debito, ecc., gli eventi menzionati sono soltanto alcune espressioni della stessa crisi che, a nostro avviso, è una crisi strutturale e non congiunturale. I fatti menzionati sono semplici esempi che confermano la nostra tesi. Riteniamo rilevante che individuare questa crisi come strutturale è una risposta di opposizione frontale alla propaganda della borghesia internazionale che tenta di convincere le masse che questa crisi sarà sconfitta. Noi invece consideriamo, premesso che non è una crisi qualsiasi, che questo non accadrà. Anzi, siamo sicuri che la situazione dell'imperialismo peggiorerà. Riteniamo essenziale che la classe operaia, i lavoratori e le masse popolari smettano d'illudersi che la crisi passerà e riconoscano che perdurerà e peggiorerà e, pertanto, anche le loro condizioni di vita e di lavoro peggioreranno. Rendendosi conto che il mostro soffre di una malattia inguaribile nelle sue fondamenta deve aumentare la nostra determinazione a organizzarsi e lottare per aiutarlo a ben morire. Probabilmente Mao direbbe che se vedono il gatto ferito a morte, i topi potranno pensare meglio come organizzare la loro festa, e la loro festa non può essere altro che la rivoluzione socialista. Dove porta a breve la situazione attuale? La borghesia internazionale, avendo la urgenza di uscire dalla crisi, da un lato tenta di "risolverla" con più disoccupazione e più tagli ai servizi sociali e dall'altro, tende ad emettere più titoli di Stato (ossia, carte, carte e più carte che per loro rappresentano denaro, ma che non hanno nessuna sostanza reale). Quindi, oggi è ancor più preciso
  • 25. che metaforico dire che l'imperialismo è una tigre di carta. Questo dimostra ancora una volta che la borghesia non ha né avrà la capacità di dare soluzione alla crisi e che, per questo, il cedimento del capitalismo imperialista seguirà il suo processo. Questo si vede chiaro adesso e si vedrà più chiaro nei prossimi anni. Soltanto la classe operaia è in grado di risolvere la crisi strutturale. Il punto centrale è sempre l'egemonia della classe operaia e la conquista del potere político. Come diceva Mao, la rivoluzione socialista "ha bisogno della direzione della classe operaia, perché è questa la classe più lungimirante e più desinteressata, la classe dello spirito rivoluzionario più coerente. Tutta la storia della rivoluzione dimostra che, senza la direzione della classe operaia, la rivoluzione fallisce, mentre con la direzione della classe operaia essa trionfa. Nell'epoca dell'imperialismo nessun'altra classe in nessun paese può condurre una vera rivoluzione alla vittoria". In base a questi insegnamenti di Mao, il NML apprezza moltissimo che il compagno Emanuele Sala abbia dato tanta enfasi nel suo editoriale per il 1º Maggio all'importanza centrale della classe operaia. Il NML valuta sempre come priorità strategica e tattica la classe operaia e perciò condividiamo quello che il compagno Emanuele ha affermato: "Si deve fare ogni sforzo perché le fabbriche e in genere tutti i luoghi di lavoro diventino delle fortezze del Partito", perché un Partito veramente rivoluzionario è quello che rappresenta la classe operaia, e nessun'altra, l'unica classe che può lottare per gli interessi di tutti gli sfruttati e tutti gli oppressi. Noi del NML commemoriamo questo anno Mao ribadendo che non ci smuoveremo di un millimetro dal suo pensiero e dal marxismo leninismo. Il miglior modo di onorarlo è tenere ben alta e ferma la bandiera del suo pensiero. La nostra aspirazione continua ad essere la costruzione del Partito della classe operaia in Messico, sotto la guida teorica del marxismo leninismo pensiero di Mao. Con Mao per sempre! Nucleo marxista leninista (in Messico) Partito Comunista (Marxista-Leninista) di Panama Il nostro saluto proletario al combattivo e internazionalista PMLI Cari compagni, Vi preghiamo di trasmettere il nostro saluto proletario al combattivo e internazionalista Partito marxista-leninista italiano, al compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale, al Comitato centrale e a ognuno dei suoi quadri e militanti, in Italia e là dove operano. È stata istruttiva la lettura de "Il Bolscevico": una luce che ci è servita da faro e ispirazione. Coi cinque Maestri vinceremo! Rodrigo Morales F., portavoce del Comitato centrale del Partito Comunista (Marxista-Leninista) di Panama
  • 26. Discorso di Giovanni Scuderi, a nome del CC del PMLI, per il 35° anniversario della scomparsa di Mao Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul Partito del proletariato Pubblichiamo qui di seguito il testo dello splendido, lungimirante e memorabile discorso che il Segretario generale del PMLI Giovanni Scuderi ha pronunciato, l'11 settembre nella sala Verde del Palazzo dei Congressi di Firenze, in forma abbreviata per rientrare nei tempi programmati dal CC del PMLI per la Commemorazione di Mao in occasione del 35° Anniversario della sua scomparsa. Care compagne, cari compagni, care amiche, cari amici, a nome della presidenza e mio personale, ringrazio le compagne e i compagni che sono intervenuti. Solo dei flash, ma valgono più due minuti di parole rosse che due ore di parole riformiste. Avete detto delle cose giuste, utili e stimolanti, su cui rifletteremo. Ringrazio il Comitato centrale del Partito marxista-leninista italiano, promotore di questa commemorazione pubblica di Mao, che mi ha dato l'onore di parlare a suo nome. Come voi sapete, Mao è scomparso 35 anni fa, il 9 settembre 1976, ma è sempre con noi, perché l'influenza del suo pensiero, della sua opera e del suo esempio è tuttora viva, forte e operante nel PMLI e nei suoi dirigenti e semplici militanti, della vecchia e delle nuove generazioni. Ci manca però molto la sua presenza fisica perché quando era in vita era una sicurezza per noi. Seguendolo, eravamo certi di non sbagliare, perché sapevamo che la strada che lui indicava era quella giusta. Un comprovato scienziato della rivoluzione e della lotta antimperialista e antirevisionista non poteva sbagliare, e non sbagliava. Ogni volta centrava in pieno il bersaglio. Quando è venuto a mancare fisicamente, ci siamo trovati di colpo senza un fondamentale punto di riferimento e di fronte a nuove responsabilità nei confronti del nostro proletariato e della causa del socialismo. Capimmo che per non perdere la rotta dovevamo raddoppiare gli sforzi per studiare il marxismo- leninismo-pensiero di Mao e per applicarlo nella realtà concreta del nostro Paese. È stata la nostra àncora di salvezza in una situazione in cui tanti partiti e gruppi in Italia e all'estero ammainavano la bandiera di Mao e si autoscioglievano. Per noi la teoria rivoluzionaria del proletariato è il nutrimento intellettuale quotidiano, come lo è il pane per il corpo. In particolare il pensiero di Mao, che è una miniera inesauribile di insegnamenti su tutti i campi: dalla filosofia alla politica, dall'economia alla cultura, dalla strategia alla tattica, dall'organizzazione al militare.
  • 27. Ogni volta che leggiamo le opere di Mao, in base ai problemi che abbiamo da risolvere, scopriamo sempre delle cose nuove da imparare. Noi saremo riconoscenti in eterno a Mao. Come ha detto il compagno simpatizzante Pier, nella sua poesia dal titolo "Ode a Mao", inviata a "Il Bolscevico" per questa occasione, "Impariamo dai tuoi insegnamenti, / e cambieremo la storia e la natura, / facendo sorgere il sole rosso anche da occidente!". Chi non ci crede, ma vuol fare la rivoluzione, vada a leggere e a studiare le opere di Mao; si ricrederà e una nuova e potente luce avrà davanti ai suoi occhi. Mao è un grande Maestro di rivoluzione. Per 28 anni, dal 1921 al 1949, ha diretto ideologicamente, politicamente, organizzativamente e militarmente la rivoluzione di Nuova Democrazia, inframezzata dalla guerra di resistenza contro il Giappone che si è svolta dal 1937 al 1945. Questa nuova forma di rivoluzione democratica borghese armata diretta dal proletariato ha liberato il popolo cinese dal semifeudalesimo, dal semicolonialismo e dall'imperialismo e consentito al proletariato di conquistare il potere politico. Nei successivi 27 anni, Mao ha diretto su tutti i piani la rivoluzione socialista e l'edificazione del socialismo in Cina, gli ultimi dieci anni sono stati dedicati alla Grande rivoluzione culturale proletaria, elaborata e diretta da Mao, per impedire la restaurazione del capitalismo da parte dei revisionisti travestiti da comunisti. Per 55 anni Mao ha dedicato ogni giorno della sua vita alla rivoluzione socialista, accumulando, come capo di Partito, condottiero militare, lottatore antirevisionista, statista, un'esperienza unica nella storia, di fondamentale importanza per tutti i rivoluzionari del mondo, specie per i marxisti-leninisti. Per chi vuol fare la rivoluzione socialista non può prescindere dal pensiero e dall'opera di Mao. Anche chi vuol semplicemente sapere cosa è accaduto nel mondo dopo la scomparsa di Stalin non può fare a meno di ricorrere a Mao il cui pensiero è essenziale per comprendere la natura, le funzioni e gli scopi del revisionismo moderno e lo scempio che ha compiuto nell'Urss di Lenin e Stalin, nella Cina di Mao, negli altri paesi un tempo socialisti e nei partiti comunisti storici. Le nuove generazioni attraverso il pensiero di Mao possono arrivare più facilmente a capire il pensiero di Marx, Engels, Lenin e Stalin, la loro opera, la via rivoluzionaria, il socialismo e il comunismo. Mao da sempre ha lottato per l'emancipazione del popolo cinese, ma da giovane lo faceva su una base democratico borghese e riformista. A 18 anni entra nel movimento rivoluzionario, l'anno dopo diventa un leader studentesco, successivamente si lega ai lavoratori per i quali istituisce dei corsi serali di studio. Nel 1936 nella base rossa di Yan'an da lui stesso creata, rievocando le sue esperienze giovanili pre-marxiste, racconta al giornalista americano Edgar Snow che lo intervistava: "A quel tempo le mie idee erano uno strano miscuglio di riformismo democratico, liberalismo, e socialismo utopistico. Avevo una specie di vaga passione per la 'democrazia del XIX secolo', per l'utopismo e il liberalismo vecchio stampo, ed ero decisamente antimilitarista e antimperialista"(1). Nella celebre opera dal titolo "Sulla dittatura democratica popolare" del 30 luglio 1949, così Mao inquadra storicamente la questione: "Dal tempo della disfatta della Cina nella Guerra dell'oppio del 1840, i progressisti cinesi sono passati attraverso innumerevoli avversità per cercare la verità presso i paesi occidentali (...). A quell'epoca, i cinesi che aspiravano al progresso leggevano qualsiasi libro, purché contenesse le idee nuove dell'Occidente
  • 28. (...). Anch'io, da giovane, intrapresi questi studi. Era la cultura della democrazia borghese occidentale (...). Agli occhi dei cinesi di allora la Russia era un paese arretrato e pochi volevano imparare da essa (...). L'aggressione imperialista infranse i sogni dei cinesi che si sforzavano di imparare dall'Occidente (...). Sorsero dei dubbi, che crebbero e si approfondirono. La Prima guerra mondiale scosse il globo. I Russi fecero la Rivoluzione d'Ottobre e crearono il primo Stato socialista del mondo. Sotto la guida di Lenin e Stalin, l'energia rivoluzionaria del grande proletariato e del grande popolo lavoratore della Russia, fino allora latente e non avvertita dagli stranieri, esplose all'improvviso come un vulcano, e i cinesi come tutta l'umanità, videro i russi sotto una nuova luce. Allora, solo allora, ebbe inizio un'era completamente nuova nel pensiero e nella vita dei cinesi. Essi scoprirono il marxismo-leninismo, la verità universale applicabile ovunque, e il volto della Cina cominciò a cambiare. Fu grazie ai russi che i cinesi scoprirono il marxismo-leninismo. Prima della Rivoluzione d'Ottobre i cinesi non solo ignoravano Lenin e Stalin, ma non conoscevano neppure Marx e Engels. Le cannonate della Rivoluzione d'Ottobre aiutò i progressisti cinesi e quelli di tutti i paesi ad adottare la concezione proletaria del mondo come strumenti per studiare il destino della propria nazione e per esaminare daccapo tutti i loro problemi. Seguire la strada dei russi, questa fu la loro conclusione". Questa fu anche la conclusione di Mao, aveva 24 anni. Finalmente aveva scoperto quali erano l'ideologia, la cultura, la via, le alleanze, i metodi e i mezzi per cambiare il volto della Cina. All'età di 27 anni scopre e legge il "Manifesto del Partito comunista" di Marx e Engels. La strada da seguire diventa ancora più chiara. La sua concezione del mondo ormai aveva subito una trasformazione radicale, da democratica borghese e riformista a proletaria rivoluzionaria e marxista-leninista. E attraverso lo studio attento e approfondito capisce che il marxismo-leninismo non è un dogma ma una guida per l'azione, e che va integrato alle condizioni concrete e specifiche del proprio paese. In ciò eccelle nel Partito elaborando la via propria della Cina per la conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato. Un capolavoro senza precedenti nella storia del socialismo e del movimento comunista internazionale. Una grande esperienza cui dovrebbero prestare una particolare attenzione i popoli dei paesi del Terzo mondo che hanno condizioni simili a quelli della Cina di allora. Fare la rivoluzione è stata l'unica grande aspirazione di Mao. Perché aveva capito che solo attraverso la rivoluzione è possibile sradicare le cause dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dell'esistenza delle classi e delle ingiustizie di classe, della guerra imperialista e creare le condizioni per l'emancipazione del proletariato e delle masse. La sua ambizione non era certo quella di acquisire meriti, onori, gloria, privilegi personali, come fanno vergognosamente i politicanti borghesi di qualsiasi colore. In una lettera del 6 luglio 1963 affermava: "Io sono un eroe in mancanza di altri". Parlando di un'inchiesta sulle campagne, nel marzo 1941, specificava che "i veri eroi sono le masse, mentre noi siamo spesso infantili e ridicoli, se non comprendiamo questo, non possiamo acquisire neppure le nozioni più elementari (...). Imparare dalle masse insieme con tutti i compagni del Partito, continuare a essere il loro allievo, questo è il mio desiderio".
  • 29. La sua modestia, il suo spirito di servizio verso le masse, la sua coerenza e il suo senso educativo erano infiniti. Quattro anni dopo la fondazione della Repubblica popolare cinese di cui era stato eletto presidente, invitava il Partito a "non mettere i compagni cinesi sullo stesso piano di Marx, Engels, Lenin, Stalin. I nostri rapporti con loro sono tra studenti e maestri, e così deve essere. Rispettare queste norme significa avere un atteggiamento di modestia"(2). L'anno seguente, il 1954, nella discussione della bozza della Costituzione della Repubblica popolare cinese sconsigliava chi voleva inserirvi il suo nome e i suoi meriti con queste parole: "Vorrei chiarire una questione. Secondo alcuni, certi articoli sono stati tolti dal progetto di Costituzione a causa della particolare modestia di alcune persone. Non è questa la spiegazione. Non si tratta di modestia, ma del fatto che inserire quegli articoli sarebbe stato inopportuno, irrazionale, non scientifico. In un paese di democrazia popolare come il nostro, articoli così inopportuni non devono essere scritti nella Costituzione. Non si tratta di cose che avrebbero dovuto essere inserite e poi non lo sono state per modestia. Per quel che riguarda la scienza non si tratta di essere modesti o meno. Redigere una costituzione è fare un lavoro scientifico. Noi non crediamo a niente altro se non alla scienza, ciò significa che non bisogna avere miti. Sia per i cinesi che per gli stranieri, si tratta di vivi o di morti, ciò che è giusto è giusto, ciò che è sbagliato è sbagliato, altrimenti si ha il mito. Bisogna liquidare i miti"(3). Il 1° luglio 1921 a Shanghai, assieme a altri undici delegati, Mao fonda il Partito comunista cinese. Nella Cina di allora, che contava 450 milioni abitanti, vi erano solo una cinquantina di comunisti, diventeranno tre milioni nel 1948, e ancora più negli anni successivi. La fondazione del PCC fece compiere gradualmente un salto di qualità al movimento rivoluzionario cinese. Mao viene eletto presidente del Comitato centrale nella riunione allargata dell'Ufficio politico svoltasi a Zunya nel gennaio 1935 nel corso della Lunga Marcia. Questa elezione è il coronamento della lotta che Mao aveva condotto contro gli opportunisti di destra guidati dal primo Segretario del Partito Chen Duxin e successivamente, dal 1927 al gennaio 1935, contro gli opportunisti di "sinistra" guidati dal nuovo Segretario del Partito Qu Qinbai, poi da Li Li-san e infine da Wang Ming. Gli opportunisti di destra, dopo la sconfitta dell'insurrezione di Nanchang del 1927, capitolarono al partito nazionalista del Kuomintang diretto da Jang Jieshi. Gli opportunisti di sinistra di Qu Qiubai sostenevano, sulla base della teoria della "rivoluzione permanente" di Trotzki, che la rivoluzione cinese aveva già un carattere di rivoluzione socialista. Questa corrente, come quelle successive analoghe, spingeva il Partito e il movimento rivoluzionario verso azioni avventuriste armate, in particolare nelle principali città della Cina. Mao invece sosteneva che per arrivare alla rivoluzione socialista bisognava passare dalla rivoluzione di Nuova Democrazia e che era necessario creare delle basi di appoggio nelle campagne e accerchiare le città partendo dalle campagne, sulla base della strategia della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata. Mao ha la meglio sugli opportunisti di destra e di "sinistra" grazie alla sua approfondita conoscenza del marxismo-leninismo e della realtà cinese, alle sue capacità dialettiche di convincimento e alle vittorie riportate dall'Esercito Rosso,
  • 30. che lui stesso aveva contribuito a fondare il 1° agosto 1927. Il PCC sotto la direzione di Mao si è consolidato, sviluppato e ingrossato, e ha potuto assolvere tutti i suoi compiti rivoluzionari nelle varie fasi della rivoluzione e della edificazione del socialismo, attraverso la lotta tra le due linee; quella proletaria rivoluzionaria marxista-leninista e quella borghese e revisionista di destra o di "sinistra". In totale nel PCC di Mao si sono svolte undici lotte tra le due linee. L'ultima è stata quella contro la cricca revisionista di destra di Deng Xiaoping, che si opponeva all'edificazione del socialismo e alla Grande rivoluzione culturale proletaria con false teorizzazioni marxiste-leniniste. Questo rinnegato, traditore e imbroglione fu smascherato e battuto puntualmente da Mao ogni volta che veniva allo scoperto e alla fine, dimostrandosi sordo a ogni richiamo e incorreggibile, fu destituito da tutti gli incarichi all'interno e all'esterno del Partito. Riemerse poco dopo la scomparsa di Mao, e solo allora gli fu possibile coronare il suo vecchio disegno della restaurazione del capitalismo in Cina. Mao, con la sua proverbiale lungimiranza, aveva previsto per tempo la possibilità che la borghesia riprendesse il potere politico. Nel suo intervento, documentato dalla foto che campeggia sul pannello che vedete dietro la presidenza, alla seconda sessione plenaria del 7° Comitato centrale del PCC, svoltasi il 5 marzo 1949, sette mesi prima della vittoria della rivoluzione di Nuova Democrazia, mise in guardia il Partito, l'Esercito popolare di Liberazione e l'intero popolo cinese del pericolo a cui poteva andare incontro se abbassavano la vigilanza rivoluzionaria. Ecco le sue parole: "Con la vittoria, il popolo ci sarà riconoscente e la borghesia si farà avanti per lusingarci. È stato provato che il nemico non può batterci con la forza delle armi. Tuttavia, le lusinghe della borghesia possono conquistare quelli tra di noi che non hanno una forte volontà. Possono esserci comunisti che, pur non essendo stati vinti dai nemici armati e avendo anzi meritato il nome di eroi per aver affrontato questi nemici, non sono tuttora capaci di resistere alle pallottole di zucchero: essi cadranno sotto questi colpi". E indicava esplicitamente che dopo la liberazione di tutta la Cina, la contraddizione principale interna sarebbe stata "la contraddizione fra la classe operaia e la borghesia". Per colpa diretta dei revisionisti alla fine questa contraddizione si è risolta, sia pure temporaneamente, con la vittoria della borghesia e del capitalismo, nonostante sia negata dagli imbroglioni revisionisti di Pechino Hu Jintao, Wen Jiabao, Xi Jinping e dei loro tirapiedi Oliviero Diliberto e Domenico Losurdo e altri falsi comunisti, che cianciano dell'esistenza del socialismo in Cina. L'amara realtà invece è che il PCC è divenuto un partito fascista e la Cina una superpotenza imperialista con ambizioni egemoniche planetarie. Rimane tuttavia il fatto innegabile che nessuno potrà mai cancellare la Cina socialista di Mao, il pensiero di Mao, la teoria di Mao sulla continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato. Esse rimarranno in eterno patrimonio teorico, politico e pratico del proletariato internazionale e dei marxisti-leninisti di tutto il mondo. Gli insegnamenti di Mao sul partito L'esperienza del glorioso e sempre vittorioso Partito di Mao e l'elaborazione teorica di Mao sul Partito del proletariato sono per noi marxisti-leninisti italiani di particolare ed estrema importanza, una fonte di ispirazione e di insegnamenti per
  • 31. fare del PMLI un Gigante Rosso anche nel corpo. Infatti il nostro Partito, il PMLI, è stato e viene costruito e sviluppato sul modello del PCC di Mao. Nel 1948, in occasione del 31° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, Mao ha scritto un articolo per l'organo dell'Ufficio di informazione dei partiti comunisti e operai d'Europa "Per una pace stabile, per una democrazia popolare", che conteneva una frase fondamentale sul Partito del proletariato. Ecco le sue parole: "Se si vuol fare la rivoluzione, ci deve essere un partito rivoluzionario. Senza un partito rivoluzionario, senza un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacché"(4). Una brillante sintesi del carattere, dell'ideologia, del modo di vita e di operare e dello scopo del Partito rivoluzionario del proletariato. "Se si vuol fare la rivoluzione", è il presupposto. È bene essere chiari in proposito e non menare il can per l'aia. Vogliamo a no fare la rivoluzione? In altri termini: vogliamo o no liberarci del capitalismo? Se vogliamo semplicemente moderare e addolcire il capitalismo, va bene un qualsiasi partito democratico borghese riformista. Ma se invece vogliamo abolire il capitalismo e conquistare il socialismo non può non esserci "un partito rivoluzionario", ossia lo strumento organizzativo fondamentale predisposto e funzionale alla rivoluzione. Ma non si tratta di un generico partito rivoluzionario, bensì di "un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista", ossia sulla scienza della rivoluzione, sulla concezione proletaria e rivoluzionaria del mondo e sulle strategie e le tattiche elaborate da Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao. Esse devono orientare tutta l'azione rivoluzionaria del Partito, dei suoi dirigenti e militanti e applicate secondo le condizioni concrete del proprio Paese. "Il marxismo-leninismo, spiega Mao, è la teoria che Marx, Engels, Lenin e Stalin hanno creato sulla base della pratica, è la conclusione generale che hanno tratto dalla realtà storica e dalla pratica rivoluzionaria (...). Il marxismo-leninismo è la verità più giusta, più scientifica e più rivoluzionaria, generata dalla realtà oggettiva e confermata da questa stessa realtà"(5). Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è la cultura del proletariato, il liberalismo è la cultura della borghesia. O scegliamo l'una o scegliamo l'altra. Non è possibile un'altra soluzione, nemmeno quella di pescare in tutte e due le culture. In questo caso la bilancia penderebbe a favore della cultura borghese. "La cultura rivoluzionaria, afferma Mao, è per le masse popolari una poderosa arma rivoluzionaria. Prima della rivoluzione, essa prepara ideologicamente il terreno, e, durante la rivoluzione, è un settore necessario e importante del fronte generale rivoluzionario"(6). Una volta che le masse proletarie, popolari, giovanili e femminili acquisiscono la cultura del proletariato, essa illumina la mente e genera una enorme forza materiale. Lo sanno bene tutte le compagne e i compagni del Partito che hanno fatto propria tale cultura e che, quando ne hanno la necessità, vi ricorrono per rinfrescarsi la memoria e per il loro lavoro politico rivoluzionario. L'ha capito molto bene una giovane compagna che è entrata recentemente nel PMLI, sulla quale riponiamo grandi speranze. Trattandosi di una cultura, non può che essere appresa dai libri marxisti-leninisti. Non può sorgere spontaneamente dai movimenti della classe operaia, dei
  • 32. lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, dei precari, delle masse popolari, femminili, studentesche e giovanili. Essi non potranno mai acquisire una cultura proletaria se non vi è apportata dal Partito del proletariato e se non studiano il marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Le operaie e gli operai coscienti devono capire bene l'importanza di questo problema ideologico e politico e fare i dovuti sforzi per studiare la cultura del proletariato, perché solo acquisendo la propria cultura la classe operaia può diventare una classe per sé in grado di unire tutte le masse sfruttate e oppresse, i giovani e gli intellettuali progressisti su un terreno rivoluzionario, di fare e vincere la rivoluzione socialista, abbattere la classe dominante borghese e conquistare e mantenere il potere politico e il socialismo. Il Partito rivoluzionario, come insegna Mao, deve basarsi anche sullo "stile rivoluzionario marxista-leninista". Questo stile riguarda i rapporti interni di Partito, i rapporti con le masse e con le altre forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose, lo studio, l'integrazione con la realtà e l'uso della teoria rivoluzionaria, l'analisi della realtà in cui operiamo, il modo di scrivere. Ciascuno di questi rapporti deve essere conforme al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, il quale esclude l'individualismo, il liberalismo, il soggettivismo, il settarismo, il dogmatismo, il revisionismo di destra e di "sinistra", l'empirismo, lo schematismo, lo stile stereotipato nei discorsi, nei volantini e negli articoli, l'intellettualismo, l'astrattismo e il metodo libresco. In sostanza, il nostro stile deve essere improntato al materialismo storico e al materialismo dialettico, al legame della teoria con la pratica concreta, alla conoscenza della realtà oggettiva, alla ricerca della verità nei fatti, alla politica di massa e di fronte unito, all'uso di argomenti convincenti, alla scrittura di articoli più corti, più concisi e più sostanziosi, al tener conto delle persone a cui ci rivolgiamo e della loro coscienza politica, a un linguaggio vivo e popolare, al senso di responsabilità verso il Partito, il proletariato e le masse, all'unità rivoluzionaria del Partito, all'aiuto reciproco tra compagni, al lavoro collettivo di squadra, al centralismo democratico, alla disciplina proletaria, alla critica e l'autocritica. "Senza un partito rivoluzionario, dice infine Mao, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacché". Su ciò non c'è bisogno di spendere tante parole in quanto questa tesi è ampiamente comprovata dalla storia e dai fatti attuali. I popoli, anche se guidati da partiti e movimenti non marxisti-leninisti, possono riuscire a liberarsi dall'imperialismo straniero, come numerosi casi passati e recenti dimostrano, ma se non hanno alla testa un Partito rivoluzionario marxista-leninista non possono abbattere il capitalismo del proprio paese. Perché solo tale Partito vuole veramente sopprimere il capitalismo, e ha l'esperienza, l'ideologia, la strategia e la tattica giuste per riuscirvi. L'imperialismo è un mostro feroce, sanguinario e insaziabile, anche quando vuole apparire come una "fata" che soccorre i popoli in rivolta, come è accaduto in Libia e potrebbe accadere in Siria. Non è degno di alcuna credibilità "umanitaria". Quello che fa, pure ciò che sembra giusto o addirittura richiesto, lo fa esclusivamente per il suo interesse: dominare i popoli e depredare le ricchezze e le risorse dei loro paesi, espandere il proprio mercato, accrescere i propri profitti e rafforzare la propria egemonia internazionale. Allo stesso tempo affama, sfrutta e succhia il sangue al proprio popolo addossandogli la crisi