XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
Organizzazione aziendale processi motivazionali
1. Appunti d’esame
Organizzazione Aziendale: Processi motivazionali Visto su: Profland
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
I Processi motivazionali
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2. Appunti d’esame
Organizzazione Aziendale: Processi motivazionali Visto su: Profland
Processi motivazionali
Sono processi decisionali che portano all’azione; il modello dell’aspettativa/valenza; del goal
setting; del rinforzo. Massimizzazione dell’aspettativa/valenza: il modello più conosciuto è quello
di Vroom. L’aspettativa è il giudizio che l’attore formula sulla probabilità di raggiungere un certo
risultato, attraverso l’impiego di un certo sforzo e di certe competenze. La valenza è il valore,
l’utilità assegnata dall’attore alle conseguenze. Per predire i comportamenti abbastanza bene, la
misura della valenza deve includere valutazioni separate sia della valenza estrinseca, sia della
valenza intrinseca, sia delle valenze negative. Le conseguenze devono essere misurabili su una scala
di utilità unica. Le alternative devono essere note e comparabili. Goal Setting: un obiettivo o goal è
infatti definito come livello di performance specificato a priori che orienta la scelta di azioni come
mezzi per raggiungerlo. Era stato formulato da March e Simon come problema della tensione
ottimale: livelli di aspirazione troppo bassi riducono la ricerca e inducono ad accontentarsi dei primi
risultati che superino tali livelli; livelli di aspirazione troppo alti conducono a stimare basse
probabilità di raggiungimento e quindi a non agire. Un obiettivo è preciso se è specificata una scala
di misurazione ed è specificato un livello di risultati da raggiungere su tale scala. Il processo
attraverso il quale vengono fissati gli obiettivi è importante. La relazione tra prestazione e grado di
partecipazione alla fissazione dei propri obiettivi da parte di un attore non è semplice e lineare.
Modelli cibernetici e del rinforzo: il processo motivazionale viene regolato da aggiustamenti
automatici al feedback direttamente conseguente alle azioni piuttosto che da anticipazioni e
previsione sulle conseguenze. Il verificarsi di conseguenze attribuite alle proprie azioni e percepite
come positive aumenta la probabilità che quelle azioni vengano ripetute; mentre la percezione di
conseguenze negative delle proprie azioni diminuisce tale probabilità. I rinforzi possono essere
diretti ed indiretti; il modello considera quattro situazioni tipo, dette rinforzo positivo, punizione e
estinzione. Caratteristica del rinforzo è quella di regolare la parte del comportamento cui gli attori
dedicano minor attenzione esplicita e minor analisi preventiva prima di agire. Distorsioni tipiche
possono essere generate da meccanismi di rinforzo non governati in particolare dall’inavvertito
rinforzo di comportamenti non desiderati o dall’inavvertita punizione di comportamenti desiderati.
Altre patologie sono: l’instaurarsi di sistemi di governo delle relazioni di lavoro basati sulla
punizione e il rinforzo negativo.
Le patologie dell’autorità
Sono 4 l’autoritarismo: un comportamento autoritario confonde il diritto di prescrivere certi compiti
con l’aggressività verso le persone, il diritto di servirsi di certi contributi con il diritto ad essere
servito come persona. Inoltre che la cessione di diritti decisionali a chi accetta l’autorità in una certa
zona di comportamento diventi un diritto generale a dirigere qualsiasi comportamento, trascura gli
scambi sociali che derivano dall’esercizio d’autorità, emana ordini, reagisce in sede
d’attuazione/valutazione solo negativamente di fronte a prestazioni non conformi alle aspettative.
La manipolazione: chi esercita l’autorità non trascura le relazioni sociali che emergono come
conseguenza del rapporto lavorativo ma le sfrutta a fini produttivi. Si tratta di una forma
d’opportunismo che tradisce lo spirito di un accordo e spesso contiene elementi d’inganno e
dichiarazioni non credute da parte di chi le fa. Strategie manipolative possono essere adottate sia da
parte dei subordinati sia da parte dei leader. Il paternalismo: confonde quella relazione che è basata
sulla diversità tra interessi con una relazione padre-figlio in cui il padre è il decisore competente e
lungimirante che rimedia tutto, in particolare agli interessi del figlio non ancora in grado di
giudicare. Il permissivismo: le componenti di controllo e supervisione delle relazioni d’autorità ed
agenzia possono essere difficili da vivere relazionalmente alla persona che le esercita, soprattutto se
tali relazioni sono buone è difficile dare feedback negativi e rilevare inadempienze.Il controllore
può incorrere in perdite personali d’amicizia, affetto. Tale patologia è d’origine affettiva si tratta
d’imprigionamento delle relazioni produttive in quelle affettive.
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3. Appunti d’esame
Organizzazione Aziendale: Processi motivazionali Visto su: Profland
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