1. GIOVANI VS ANZIANI: NUOVE
RELAZIONI TRA GENERAZIONI
E CULTURE.
SPERIMENTAZIONI DI
AZIONI TERRITORIALI A
FAVORE DELLA SOLIDARIETÀ
GENERAZIONALE
2. L’idea progettuale
L’Unione Europea ha proclamato il 2012 Anno europeo
dell'invecchiamento attivo e delle solidarietà tra le generazioni.
Una prospettiva che non può non interrogare l’Italia, paese
demograficamente vecchio, con alti indici di dipendenza e bassi
indici di natalità e che non può non richiamare alla cooperazione
intergenerazionale, in funzione di un continuo e reciproco
apprendimento e di una rinnovata costruzione del concetto di
cittadinanza attiva e sociale.
La nostra proposta è orientata alla sperimentazione di specifiche
strategie d’intervento (di natura socio-educativa) che possano
favorire un accrescimento quali-quantitivo della comunicazione,
delle relazioni sociali e del riconoscimento reciproco di
competenze e saperi tra generazioni all'interno di un contesto
multiforme, in vista di un miglioramento della qualità di vita e di
una più consapevole cittadinanza.
3. L’idea progettuale
Facendo riferimento all’incontro fra anziani e
giovani, riteniamo che sia d’obbligo orientare una
progettazione partecipata, volta a sviluppare logiche
inclusive, di
responsabilizzazione, comunitarie, animative.
Per i giovani e gli anziani, nel loro interesse, in relazione
ad un invecchiamento che diventa vitale nell’incontro
con una generazione che sta crescendo fra varie
appartenenze e riferimenti culturali; con gli anziani e i
giovani, investendo sulle risorse presenti, facendo leva
sulla disponibilità ad attuare percorsi creativi che li vedano
presenti e promotori in prima persona.
Le risorse umane, fonte di continua ri-generazione del
capitale sociale, non vanno solo riconosciute, ma anche
fatte esprimere in modo visibile e tangibile, dando vita così a
persone pronte a investire sulla creazione di nuove comunità
in cui poter offrire il proprio contributo originale.
4. Gli obiettivi
• Favorire la comunicazione e il dialogo tra
giovani e anziani attraverso lo sviluppo di luoghi
e contesti relazionali accoglienti e ri-generativi
nei quali giovani e anziani possano apprendere,
condividere e valorizzare le proprie e altrui
capacità e competenze, anche in vista di
obiettivi di sviluppo comuni.
• Favorire l'identificazione, il riconoscimento e la
condivisione di conoscenze e competenze
personali di giovani ed anziani a partire dalle
competenze già possedute, dai saperi già
esistenti, benché taciti.
5. Gli obiettivi
• Incrementare lo sviluppo di patti
intergenerazionali, attraverso l'attuazione di
esperienze di collaborazione e sostegno
reciproco tra giovani e anziani
• Sviluppare processi di community care e di
cittadinanza attiva, orientati in primo luogo da un
senso di valorizzazione della persona e
dell’inclusione sociale; l’incontro anziani/giovani
potrà costruire un fertile terreno di democrazia in
cui condividere riflessioni e azioni, grazie alla
partecipazione di tutti.
6. Gli obiettivi
• Sviluppare l’accoglienza, l’ascolto e la
costruzione di vie di convivenza comuni e
comunicabili e la costruzione di relazioni
significative attraverso la conoscenza e il
riconoscimento delle culture diverse dalla
propria in un approccio dialogico che
conduca a interpretare le differenze come
ricchezza, a valorizzare gli aspetti
comuni, a consolidare i legami
intergenerazionali e interculturali.
7. Strategie e focus d’azione
Il progetto si realizzerà in 19 sedi dove opererà un team
composto da 1 responsabile e 2 animatori con la
supervisione dell'equipe centrale.
I tre focus metodologici principali su cui verranno sviluppare
le attività sono:
1) la dimensione intergenerazionale: creare contatto
diretto, nuclei di interessi e di attività per anziani e
giovani, costruendo spazi e tempi di reciprocità e di scambio;
2) la dimensione interculturale: attenzione al contesto plurale
in cui andremo a collocare l’intervento e all’impatto che
questo avrà sul binomio tradizione/innovazione, anche in
relazione al passaggio di consegna da parte degli anziani e
alla costruzione di prospettive da parte dei più giovani;
3) la dimensione della pluralità dei linguaggi: verranno
utilizzati più stimoli, canali e veicoli comunicativi che attivino e
riattivino la creatività e la comunicabilità.
8. Metodologie
1) VAE (validazione apprendimenti esperienziali) nata in
contesti aziendali verrà adattata ai contesi informali ove il
progetto si realizza, permette di identificare, riconoscere e
documentare i saperi e le competenze pregresse:
l'esperienza maturata viene riconosciuta, valorizzata, in vista
di un suo utilizzo differente, per nuove finalità (cfr. fase 3);
2) dinamiche di gruppo, favoriranno l’empowerment
individuale e collettivo e consentiranno di realizzare un fattivo
scambio di esperienze tra giovani e anziani sulle aree
tematiche individuate;
3) partecipazione sociale: i gruppi locali costituiti
sperimenteranno esperienze di partecipazione rivolte al
territorio quale modalità di attivazione di processi di
community care, cittadinanza attiva e di patti
intergenerazionali.
9. I risultati attesi
Al termine del progetto, almeno il 75% dei destinatari previsti
avrà:
• incrementato la consapevolezza dei propri saperi, delle
esperienze significative e delle proprie capacità e risorse
e sulla possibilità di condividerle con gli altri e di poterle
re-impiegare in modo trasversale nella quotidianità. Nello
specifico si prevede che alla conclusione delle attività i
destinatari avranno sviluppato 1) la capacità di raccontarsi;
2)di saper continuamente apprendere dalle esperienze; 3) di
individuare ed esercitare competenze personali e
professionali;
• sviluppato la capacità di dialogo tra generazioni, in
particolare fra i soggetti presenti nei centri; ampliato la
capacità di confronto, al di là degli stereotipi
• sull’invecchiamento e sulla cultura come due rigide categorie
pre-definite;
10. I risultati attesi
• incrementato la capacità di creare alleanze di
supporto reciproco giovani-anziani a partire dai
bisogni rilevati;
• sviluppato la capacità di collaborare insieme
(giovani e anziani) valorizzando le reciproche
risorse in azioni a beneficio della comunità
locale/territoriale;
• sviluppato il senso di appartenenza e di
partecipazione attiva alla vita della propria
comunità locale;
• accresciuto le proprie competenze di
dialogo, ascolto e apertura verso l’altro e
11. I risultati attesi
Inoltre al termine del progetto:
• si sarà costituita ed attivata, presso ciascuna
sede, una rete di facilitazione informale
attenta a valorizzare le risorse e le
competenze presenti, favorendo lo scambio di
saperi;
• si saranno attivati percorsi concreti di
interazione giovani-anziani nella gestione
di spazi, tempi, problematiche e
progettualità comuni.
12. I destinatari
Il progetto prevede 475 destinatari, così
distinti:
• 285 adolescenti/giovani; fascia d'età: 16 - 25
anni; genere: 45% donne - 55% uomini;
appartenenti a categorie vulnerabili, in
condizione di marginalità ed esclusione (si
prevede un coinvolgimento di 15 giovani per
ciascuna sede operativa)
• 190 anziani: fascia d'età: 65-75 anni anni;
genere: 40% donne - 60% uomini (si prevede
un coinvolgimento di 10 anziani per ciascuna
sede operativa).
13. Le fasi del progetto – FASE 1
Durata della fase: 12 mese/i: dal mese 1 al mese 12
Attività previste
ATTIVITÀ 1.1 PREDISPOSIZIONE OPERATIVA PROGETTO.
Costituzione equipe coordinamento centrale (resp.
prog., coordin.scientifico, referenti ass. co-
proponenti, rappresentanza territori coinvolti), s'incontrerà 4 volte
per definire sviluppo operativo e monitorare andamento progetto;
costituzione team locali.
ATTIVITÀ 1.2 WEB E BLOG PROGETTO. Realizzazione di:1) area
progetto nel sito www.federazionescs.org 2) blog sul
progetto, accessibile a destinatari, operatori sedi, operatori settore.
ATTIVITÀ 1.3 MONITORAGGIO IN ITINERE E VALUTAZIONE
FINALE. I materiali di valutazione saranno condivisi on line per
restituire in tempi rapidi l’immagine complessiva di andamento del
progetto. Attività/strumenti previsti:1)scheda valutativa per
destinatari attività 2.2 2)scheda raccolta informazioni su andamento
progetti locali (compilata ogni 4 mesi dal team locale) 3)scheda
destinatari al termine di 3.1, 3.2, 4.1 4)focus group presso ogni
sede.
14. Le fasi del progetto – FASE 2
Durata della fase: 3 mese/i: dal mese 1 al mese 3
Attività previste
ATTIVITA' 2.1 RICERCA SU BISOGNI SPECIFICI LEGATI ALLA
SOLIDARIETA'/COOPERAZIONE TRA GENERAZIONI. Il
coordinatore scientifico, attraverso strumento di rilevazione quali-
quantitativo e interviste telefoniche campione, predispone report
che illustra il tema della solidarietà/dialogo fra le generazioni, al fine
di comprendere quali interazioni informali e interventi sono già
presenti nelle realtà locali di riferimento, quali risorse poter
attivare, quali criticità considerare.
ATTIVITA' 2.2 FORMAZIONE RESPONSABILI SEDI OPERATIVE.
Realizzazione di 1 seminario formativo, durata 3 giorni (24
h), rivolto ai responsabili team locali. Il seminario, finalizzato alla
condivisione delle ipotesi teoriche e metodologie previste, ha
l'obiettivo di fornire ai responsabili competenze e conoscenze
(anche gestionali) necessarie all'attuazione del progetto.
ATTIVITA' 2.3 STAMPA BROCHURE progetto, diffusione, raccolta
iscrizioni ai laboratori.
15. Le fasi del progetto – FASE 3
Durata della fase: 3 mese/i: dal mese 4 al mese 6
Attività previste
ATTIVITA' 3.1 LABORATORIO COMPETENZE E
RAPPRESENTAZIONI. Distinto per gruppi omogenei (giovani e
anziani).
Anziani: avranno la possibilità raccontare i propri percorsi
esistenziali, sviluppare consapevolezza delle proprie risorse, saperi,
competenze, attraverso il riconoscimento reciproco e la
codificazione. Tappe: 1)conoscenza partecipanti 2)presentazione e
rappresentazione di sé 3)elaborazione dossier individuali
4)riconoscimento dossier da parte del gruppo. 4 incontri.
Giovani: percorso volto a fare emergere le rappresentazioni
sull’invecchiamento, sugli anziani e sul dialogo tra generazioni.
Tappe: 1)conoscenza partecipanti 2)rappresentazioni
dell’invecchiamento/anziani 3)proposte per dialogo
intergenerazionale. 4 incontri.
ATTIVITA' 3.2 LABORATORIO SCAMBIO ESPERIENZE GIOVANI-
ANZIANI. Eterogeneo (giovani+anziani), intende favorire lo
scambio comunicativo e di esperienze tra i 2 gruppi a partire da
16. Le fasi del progetto – FASE 4
Durata della fase: 5 mese/i: dal mese 7 al mese 11
Attività previste
ATTIVITA' 4.1 LABORATORIO DI CITTADINANZA. Il gruppo
(eterogeneo) costituito nell'attività 3.2 avvia esperienze di
community care e cittadinanza attiva. Il gruppo affronterà
problemi concreti della comunità locale nella quale è inserito
e, in generale, questioni di carattere sociale (es. il lavoro, la
memoria storica, la cultura e la tradizione). In relazione ai
temi individuati verranno progettate ed attuate azioni mirate a
“prodotti” concreti e visibili per la comunità locale (es. rass.
cinema, teatro/musica, eventi sportivi, riscoperta memoria
territorio,...). Il percorso compiuto da ciascun gruppo prevede
le seguenti tappe comuni: 1) individuazione tema 2)
definizione dell'iniziativa di cittadinanza 3) verifica periodica
4) valutazione finale. Previsti 6 incontri.
ATTIVITA'4.2 INTEGRAZIONE SOCIALE. In ciascuna sede
verranno organizzate attività di animazione/integrazione
sociale (musica, giochi, rinfreschi,...): 1 attività al mese.
17. Le fasi del progetto – FASE 5
Durata della fase: 1 mese/i: dal mese 12 al mese 12
Attività previste
ATTIVITA' 5.1 CONVEGNO NAZIONALE. Realizzazione di un
convegno nazionale di condivisione e restituzione
dell’esperienza. Nel convegno oltre alla possibilità di esporre
le esperienze da parte di alcune sedi progetto si prevede la
partecipazione di due esperti, uno di area pedagogica e uno
di area psico-sociale. Durata 1 giorno.
ATTIVITA' 5.2 PUBBLICAZIONE FINALE (anche in formato e-
book) che sarà elaborato con la partecipazione dei soggetti
coinvolti nel progetto, coordinati dal supervisore scientifico.
Oltre a contenere la descrizione del progetto e la descrizione
di quanto realizzato, proporrà riflessioni a partire dal lavoro
valutativo svolto e dalla rielaborazione dell’esperienza in
prassi replicabili. Inoltre verranno predisposti alcuni articoli su
riviste del settore educativo/pedagogico di portata nazionale
e internazionale.
18. Approccio pedagogico e parole
chiave
Intenzionalità
Progettualità
Riflessività
Progettazione partecipata
Dialogicità
Inclusione
Apprendere nell’esperienza, dall’esperienza, per
l’esperienza
Animazione sociale
Approccio quante/i – qualità/tivo
… in primo luogo le risorse umane!!!
19. Una valutazione partecipata,
critica e apprenditiva (Volpe,
2007)
la dialogicità: la valutazione contribuisce a ri-
conoscere i significati delle azioni per poi confrontarli
e metterli in circolazione;
la partecipazione: la valutazione implica un
contributo consapevole di autovalutazione da parte di
tutti i soggetti dell’azione;
la costruzione di senso: la valutazione dà visibilità
alle culture
personali, professionali, organizzative, emergenti dalle
biografie, per orientare l’attribuzione di significato alle
azioni messe in atto e ai risultati raggiunti;
l’apprendimento (sociale): la valutazione sviluppa
apprendimenti sociali che, a loro volta, alimentano il
patrimonio culturale dei contesti organizzativi e
territoriali;
l’orientamento: la valutazione individua nuove
20. APPRENDERE
DALL’ESPERIENZA
Fare proprio un approccio alla valutazione
come apprendimento immette in una
«prospettiva di carattere sperimentale»
I RISULTATI
L’ESPLICITAZIONE DEI PROCESSI
21. I RISULTATI
Quando si costituisce un gruppo di lavoro e si
restituisce ai componenti che si è tutti attori
culturali, in quanto portatori di saperi
esperienziali, e che tale patrimonio è
indispensabile per generare altri
pensieri, riteniamo che ciò rappresenti un esito
importante del lavoro, poiché sono stati
stimolati cambiamenti nel modo di vedere i
fenomeni e dunque nelle rappresentazioni
individuali e collettive. È un concreto
risultato, di tipo immateriale.
22. I RISULTATI
sono necessari risultati concreti, visibili, legati al
costatare che le azioni possono incidere nelle
situazioni.
È quindi necessario porsi a un doppio livello: il qui
e ora del fare, dei piccoli successi e le prospettive
di più lungo periodo necessarie per far crescere
una comunità competente.
Occorre anche, in tale quadro, tener conto dei
cosiddetti risultati non previsti, vale a dire di esiti
che non corrispondono a obiettivi dichiarati, ma
rappresentano una parte importante dei risultati a
cui di fatto, senza volerlo direttamente, si è giunti.
23. I PROCESSI
Non si intende certo rimuovere l’importanza degli
esiti, né sottovalutare che un progetto deve
esprimere una direzione di intervento, sotto forma
di un’ipotesi/obiettivo da verificare/perseguire.
Ma, in ogni caso, la realizzazione del progetto
sociale è «affidata» all’evolversi delle situazioni, ai
processi che ne orientano lo sviluppo, perché
quotidianamente occorre rivedere la rotta in
funzione di variabili che modificano la
direzione, con il rischio di perdere il senso del
percorso. Pur sapendo infatti verso dove
andare, non si sa che cosa si incontrerà sulla
strada.