I fenomeni creditizi risentono dell’interazione tra moltissimi fattori, cioè sono complessi. Lo Easy Landscape Viewing System (Elvis) ne semplifica (ma non ne risolve) la comprensione offrendo, per alcuni tasselli del puzzle (in forma organizzata), la possibilità di analisi personalizzabili. IN BREVE, ELVIS - è una banca dati sui fenomeni creditizi che utilizza fonti pubbliche e, come i dati di origine, è gratuita; - è realizzata con Excel per Windows, sicché: utilizza a grafici e tabelle pivot facili: _ da interrogare e da personalizzare; _ da integrare con altri dati e software; - ha un basso costo di apprendimento; - è aggiornata semestralmente; - è «scalabile» (espandibile) e quindi migliorabile nel tempo. Elvis non è un centro studi portatile, non sostituisce altre fonti né le analisi sviluppate dalle più qualificate istituzioni pubbliche e private che si occupano di queste materie. Presuppone che gli utilizzatori abbiano già una discreta conoscenza dei fenomeni di cui facilita la misurazione. Elvis nasce per rispondere a un bisogno contingente: le Pubbliche Amministrazioni che intendano attivare degli strumenti finanziari utilizzando i Fondi Strutturali del periodo 2014-2020 hanno l’obbligo di predisporre una valutazione ex ante nella quale descrivere, tra le altre cose, la misura dei gap di mercato che intendono fronteggiare. La stessa normativa richiede sia strutturato un sistema di raccolta dati funzionale alla valutazione in itinere indispensabile per l’attività di fine tuning degli strumenti. L’utilizzo di Elvis è possibile in molti altri ambiti. Tra questi è quello dei confidi, delle piccole banche, delle associazioni imprenditoriali e di quanti ancora avvertano il bisogno di attrezzarsi di benchmark di controllo della propria operatività o di monitor su fenomeni molto rilevanti per l’economia del territorio. Indice degli argomenti 1. Il tessuto produttivo 2. Il mercato del credito 2.1. Impieghi bancari nelle imprese non finanziarie 2.2. Rischiosità (ex post) dei prenditori 2.3. Costo di accesso al credito 3. L’efficienza della giustizia civile