2. UNITRE Oristano 23-02-062
“All the world’s a stage. And all men and women merely players.
They have their exits and their entrances, and one man in his time
plays many parts. His acts being seven ages.”
“tutto il mondo è un
palcoscenico, e gli uomini e le
donne non sono altro che
attori. Anch’essi entrano ed
escono di scena. E la medesima
persona, durante la propria
vita, rappresenta molte parti, e
gli atti sono costituiti da sette
età.”
(II, VII, 139-66 As You Like It)
3. UNITRE Oristano 23-02-063
Pirandello, come Shakespeare molti secoli prima di lui,
riteneva che gli uomini e le donne fossero niente altro che
attori che rappresentano molti e diversi ruoli sul
palcoscenico del mondo.
Questo è espresso particolarmente bene dal protagonista del
suo ultimo romanzo Uno, nessuno e centomila, che dopo un
banale incidente improvvisamente arriva alla conclusione
che lui non ha una sola identità ma lui è uno, nessuno e
centomila persone allo stesso tempo.
4. UNITRE Oristano 23-02-064
“Verso il 1590 un giovanotto di provincia – non è ricco di famiglia,
non ha conoscenze importanti, non ha studiato all’università – si
trasferisce a Londra, e in un arco di tempo straordinariamente breve
diventa il drammaturgo più importante non solo della propria epoca,
ma di tutti i tempi. Le sue opere attirano colti e analfabeti, sofisticati
cittadini londinesi e provinciali che per la prima volta andavano a
teatro. Fa ridere e fa piangere il pubblico, trasforma la politica in
poesia, mescola arditamente beffe volgari e sottigliezze filosofiche.
Cattura con eguale profondità gli aspetti più intimi della vita dei
sovrani come di quella dei mendicanti. Sembra aver studiato ora
legge, ora teologia, ma anche storia antica, e allo stesso tempo mima
senza fatica gli accenti dei goffi villani e si diverte con i racconti delle
vecchie comari. Come si spiega un risultato tanto magnifico? Come ha
fatto Shakespeare a diventare Shakespeare?”
Stephen Greenblatt – Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico – Einaudi 2004
5. UNITRE Oristano 23-02-065
I Tudors
Il primo re Tudor fu Enrico VII (1485-1509).
Enrico VIII (1509-47), suo figlio, salì al trono.
Enrico VIII vuole divorziare dalla sua prima moglie
Caterina d’Aragona, figlia del re di Spagna, che gli
ha dato solo una figlia, Maria, per sposare Anna
Bolena. Da qui nasce il conflitto con la chiesa
cattolica. Il Papa Clemente VII non gli concede il
divorzio e Enrico VIII viene scomunicato.
L’Inghilterra diventa protestante e con l’Atto di
Supremazia (1534) il re si dichiara “Capo Supremo
della Chiesa” d’Inghilterra. Il re decide di chiudere i
monasteri che per secoli sono stati il maggiore
centro culturale del paese. Dal matrimonio con
Anna Bolena ha un’altra figlia, Elisabetta. Anna
Bolena viene giustiziata e il re si sposa altre quattro
volte. Dalla terza moglie, Jane Seymour, ha un
erede maschio, Edoardo VI.
6. UNITRE Oristano 23-02-066
La Riforma
E’ il periodo della Riforma
(prima metà del 16° secolo) che
ridusse il potere internazionale
della Chiesa Romana.
Movimento di origine tedesca
condotto da Martin Lutero che
portò alla nascita della Chiesa
Protestante che si affermò
anche in Inghilterra.
La differenza maggiore tra
protestanti e cattolici riguardava
il rapporto tra chiesa e stato.
Lutero accettava il potere del re
sulla chiesa in riferimento agli
aspetti religiosi.
7. UNITRE Oristano 23-02-067
Le persecuzioni religiose
Edoardo VI governa per soli sei
anni. E’ un periodo di
persecuzione religiosa verso i
cattolici romani. Questo porta ad
una aspra reazione contro il
protestantesimo quando sale al
trono la sorella Maria.
Maria I, conosciuta come
‘Bloody Mary’ (Maria la
Sanguinaria) per le sue
persecuzioni contro i protestanti,
tentò di di restaurare la religione
cattolica della madre Caterina
d’Aragona.
8. UNITRE Oristano 23-02-068
Elisabetta I
Nel 1558 sale al trono Elisabetta I. Durante il
suo regno (1558-1603) il Rinascimento
inglese raggiunge il suo splendore. Durante
il suo regno l’Inghilterra attraversa un
periodo di stabilità. Restaura una forma
moderata e più tollerante di
protestantesimo. Donna di forte volontà,
con una buona educazione classica, parlava
parecchie lingue e amava l’arte e il teatro.
Era anche molto ambiziosa e infatti il suo
regno coincise con l’inizio dell’Impero
Britannico. Sostenne la Marina e
l’Inghilterra divenne una delle nazioni più
potenti d’Europa. Non si sposò. Era
conosciuta come la ‘Virgin Queen’ e usò la
sua castità come arma politica per
mantenere la stabilità del paese. Si distinse
come protettrice delle lettere e fu celebrata
da artisti e poeti. Il teatro come forma
d’arte indipendente inizia durante il regno.
9. UNITRE Oristano 23-02-069
La Regina, che ama le lettere e gli spettacoli, prepara la strada al
professionismo dell’attore e alla diffusione del teatro, stabilendo che
fosse sufficiente, per un attore, per sottrarsi alle persecuzioni
puritane, porsi sotto la protezione di un nobile di cui doveva
indossare la livrea; poteva in questo modo garantirsi la libertà di
esercitare la sua professione. Elisabetta incoraggia anche il formarsi
di compagnie stabili e protegge ogni genere di spettacolo ospitando
a Corte, insieme ai divertimenti raffinati, gli spettacoli popolari.
10. UNITRE Oristano 23-02-0610
Sorsero presto molti teatri pubblici: il primo fu costruito, sotto la protezione
del Conte di Leicester, nel 1576 dall’impresario James Burbage a Shoreditch,
e lo chiamò ‘The Theatre’.
Altri teatri pubblici costruiti dal 1570 in poi : il Curtain, il Rose, lo Swan, il
Globe, il Red Bull, il Fortune, e l’Hope.
11. UNITRE Oristano 23-02-0611
“Londra era una città di immigrati, invasa ogni anno da gente arrivata fresca dalla
campagna; erano di solito uomini e donne poco meno o poco più che ventenni
attirati dalla promessa di lavoro, dallo spettacolo del benessere e del potere, dal
sogno di un destino straordinario. Ma il destino, a molti di loro, riservava solo una
morte precoce: Londra infestata dai topi, sovraffollata, inquinata, soggetta agli
incendi e, di quando in quando, ai tumulti popolari, era un posto terribilmente
insicuro e malsano.” Stephen Greenblatt – Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico – Einaudi 2004
12. UNITRE Oristano 23-02-0612
“Al normale livello di rischio, spaventoso secondo i nostri standard, si
aggiungevano le devastazioni provocate dalle malattie epidemiche. La peggiore
di tutte, la peste bubbonica, falcidiò la città più volte, scatenando il panico,
spazzando via intere famiglie, decimando i quartieri. Anche negli anni
risparmiati dalla peste il numero delle morti annotate sui registri delle parrocchie
londinesi supera sempre quello delle nascite. Eppure, la città continuava a
crescere, a essere un’attrazione irresistibile.”
Stephen Greenblatt – Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico – Einaudi 2004
13. UNITRE Oristano 23-02-0613
Gli edifici teatrali
le Playhouses
Il palcoscenico
consisteva in “ ...una
piattaforma
rettangolare rialzata,
protesa verso il centro
di un grande cortile
circondato da file di
gallerie. Il cortile,
destinato alla “platea”
che guardava lo
spettacolo in piedi,
era scoperto, ma il
palcoscenico era
coperto da una tettoia
dipinta – chiamata
heavens, i cieli -
sorretta da due
colonne.” Stephen
Greenblatt – Vita, arte e passioni
di William Shakespeare,
capocomico – Einaudi 2004
14. UNITRE Oristano 23-02-0614
Gli edifici teatrali
le Playhouses
“ Posta sul proscenio, una botola
chiamata “trappola” conduceva ad
uno sgabuzzino sottostante
chiamato hell, inferno, che poteva
essere usato per produrre mirabili
effetti teatrali. Sul fondo del
proscenio c’era una parete di legno
con due porte d’ingresso e d’uscita,
e tra le porte, in alcuni teatri, c’era
uno spazio centrale aperto per fare
ingressi formali o per le scene più
intime. Sopra le due porte sulla
parete in fondo al proscenio,
correva una galleria suddivisa in
stanzette destinate agli spettatori
che pagavano di più.” Stephen Greenblatt –
Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico –
Einaudi 2004
15. UNITRE Oristano 23-02-0615
Gli edifici teatrali
le Playhouses
“Con un penny si poteva accedere al cortile e stare per due o tre ore in mezzo alla folla a
menar le mani, comprare mele, arance, noci e birra in bottiglia, o cercare di farsi
spazio avanzando il più possibile sotto il palco. Con un penny in più ci si comprava un
riparo dalla pioggia (o dal sole bruciante) e un posto a sedere in una delle gallerie
coperte che circondavano il teatro; con un terzo penny il posto a seder era imbottito e
si trovava in una delle “sale dei gentiluomini” sulla fila più bassa delle gallerie, “il
posto migliore”, come lo definì un habituè del teatro dell’epoca, “dove non solo si può
ammirare tutto benissimo, ma si può anche essere ammirati.” Stephen Greenblatt – Vita, arte e
passioni di William Shakespeare, capocomico – Einaudi 2004
16. UNITRE Oristano 23-02-0616
Il Globe
Il teatro più famoso dell’epoca
era il Globe Theatre che fu
costruito a Londra nel 1599 sulla
riva sud del fiume Tamigi.
17. UNITRE Oristano 23-02-0617
Il Globe, così chiamato
dall’insegna di Ercole col globo
sulle spalle e il motto “Totus
mundus agit histrionem”, fu
edificato dalla compagnia diretta
dal famoso attore Richard Burbage
a cui apparteneva Shakespeare.
Poteva contenere più di 3000
spettatori; il Globe attuale ne
contiene circa la metà .
Come gli altri teatri del periodo il
Globe era un teatro all’aperto
senza illuminazione. Le
rappresentazioni avevano luogo
durante il giorno, nel pomeriggio,
nel periodo estivo.
Il Globe
18. UNITRE Oristano 23-02-0618
Nel 1613 il Globe subì un
incendio che lo distrusse
completamente. Uno sparo
di cannone durante una
rappresentazione dell’ Enrico
VIII di Shakespeare bruciò il
tetto di paglia della galleria.
Sulle fondamenta originali fu
costruito un nuovo Globe
completato prima della morte
di Shakespeare.
Il nuovo Globe continuò ad
operare come teatro fino al
1642 quando fu chiuso dai
Puritani
( tutti i teatri e luoghi di
intrattenimento).
Nel 1644 il Globe fu
nuovamente bruciato per
edificare abitazioni.
Il Globe
19. UNITRE Oristano 23-02-0619
Non c’era sipario e poco arredo
scenico.
L’azione procedeva di scena in
scena senza interruzione.
Quando il teatro era pieno gli
attori erano circondati dal
pubblico su tre parti.
La relazione tra attori e pubblico
era molto più intima rispetto al
teatro moderno.
Il monologo viene sussurrato
dagli attori elisabettiani
materialmente nelle orecchie
degli spettatori.
La produzione delle opere teatrali
20. UNITRE Oristano 23-02-0620
I mutamenti di scena, il passaggio dalla luce del
giorno alla notte e viceversa, come tutte le altre
specificazioni di luogo e d’atmosfera, venivano
annunciate dagli stessi attori, nel contesto del dramma.
Per esempio, nel primo atto di Amleto (I, I 166-67)
Horatio per informare che la notte sta per finire ed sta
per spuntare l’aurora, dice: “Guardate, il mattino
vestito d’un manto vermiglio, passeggia sulla rugiada
di quel colle a oriente.”
Duncan, in Macbeth (I, VI, 1-2) per dare l’impressione
dell’atmosfera di serenità che lo accoglie al suo
ingresso nel castello di Inverness, dice: “Questo
castello si trova in un sito ameno; l’aria scherzosa
saluta con dolcezza i nostri sensi delicati”.
Questa tecnica sottilissima di scenografia verbale ricca
di immagini e metafore per sottolineare i mutamenti di
scena si è persa nel teatro moderno.
La produzione delle opere teatrali
21. UNITRE Oristano 23-02-0621
La produzione delle opere teatrali
Veniva data grande importanza ai costumi che
miravano a esprimere i tratti di un particolare
personaggio.
Le donne, almeno fino al 1660, molto raramente
recitavano nelle rappresentazioni e i ruoli
femminili erano generalmente sostenuti da
giovani adolescenti di sesso maschile.
I personaggi femminili nelle commedie di
Shakespeare spesso si mascherano da uomini
come in As You Like It, per esempio, Rosalind
era un ragazzo mascherato da donna che si
traveste da uomo per scoprire se il suo fidanzato
Orlando la ama veramente.
22. UNITRE Oristano 23-02-0622
Teatro elisabettiano
Cristopher Marlowe (1564-93) è il
primo grande drammaturgo
inglese. La sua opera più
significativa è il Doctor Faustus.
Ben Jonson (1572-1637) ha detto che
l’arte di Shakespeare ‘was not of an
age, but for all time’. Così
Shakespeare è il più grande
drammaturgo del rinascimento ma
anche del periodo moderno.
23. UNITRE Oristano 23-02-0623
William Shakespeare (1564-1616)
Sebbene Shakespeare sia probabilmente il
più famoso scrittore al mondo si conosce
relativamente poco della sua vita.
La sua nascita è celebrata tradizionalmente
il 23 aprile del 1564.
E’ nato a Stratford-upon-Avon, grosso
centro del Warwickshire, a nord-ovest di
Londra .
Nacque, terzo di otto figli, da una famiglia
agiata: il padre, John, era un commerciante
appartenente alla corporazione dei pellai e
guantai ed arrivò ad essere eletto sindaco
di Stradford, anche se durante la
fanciullezza di William subì una serie di
rovesci economici; la madre, Mary Arden,
discendeva da un'antica famiglia di
possidenti.
24. UNITRE Oristano 23-02-0624
William Shakespeare (1564-1616)
Il giovane William studiò probabilmente
alla Grammar School di Stradford, ma
poco sappiamo dei suoi primi anni di vita
se non che a diciotto anni, nel novembre
del 1582, sposò Anne Hathaway, di anni
ventisei, e che probabilmente il
matrimonio fu "un ripiego con cui egli
riparò un atto di irriflessione giovanile"
(Praz).
Sei mesi più tardi nacque la figlia
Susanna a cui seguirono nel 1585 due
gemelli, Hamnet e Judith. Con una
moglie e tre figli da mantenere, oltre a
fratelli e sorelle più giovani a cui
provvedere, e un padre in cattive
condizioni economiche, Shakespeare si
trasferì a Londra in cerca di fortuna.
25. UNITRE Oristano 23-02-0625
William Shakespeare (1564-1616)
I primi anni trascorsi nella capitale sono quelli in
assoluto più misteriosi per quel che riguarda la
biografia dell'autore, ma probabilmente egli lavorò
come attore in diverse compagnie teatrali.
Il successivo riferimento storico certo è del 1592,
quando ormai Shakespeare è già un drammaturgo
affermato.
Nei due anni successivi i teatri restarono chiusi a
causa di un'epidemia di peste, e Shakespeare si
dedicò alla composizione dei poemi Venere e
Adone e Il ratto di Lucrezia.
Nel 1594 risulta socio dei Chamberlain's Men
(Attori della compagnia del Ciambellano, una
compagnia teatrale che poi sotto Giacomo I
prenderà il nome di King's Men, Attori della
compagnia del re), diventa poi socio del nuovo
teatro The Globe nel 1599.
26. UNITRE Oristano 23-02-0626
William Shakespeare (1564-1616)
Negli anni successivi, grazie ai favori
della Corte dei quali beneficiava la sua
compagnia, egli godette di prosperità e
successo dividendo le sue energie tra la
composizione di drammi e di sonetti. Il
suo protettore e amico era il conte di
Southampton.
Probabilmente intorno alla fine del
primo decennio del '600 si ritirò a
Stratford dove con i guadagni della
professione aveva acquistato una casa
patrizia con giardino, denominata
"New Place", e dove il 25 marzo 1616
firmò il proprio testamento.
Morì il 23 aprile del 1616 e il 25 venne
sepolto nel coro della chiesa dell‘Holy
Trinity.
27. UNITRE Oristano 23-02-0627
Opere
Come poeta scrisse una collezione di 154
sonetti e due lunghi poemi.
Come drammaturgo scrisse 37 opere.
Shakespeare in vita non si preoccupò di
dare alle stampe le sue opere, che
circolavano in copie non autorizzate
ricostruite dalla memoria di uno o più
attori (i cosiddetti in quarto) e che
chiaramente erano piene di errori.
Nel 1623 due attori della compagnia di
Shakespeare, John Heminges e Henry
Condell, curarono un'edizione di trentasei
opere dell'amico scomparso, denominata
First Folio, che assieme ai precedenti in-
quarto ha consentito un lavoro di
ricostruzione filologica delle opere di
Shakespeare.
28. UNITRE Oristano 23-02-0628
Opere
Le composizioni di
Shakespeare possono essere
divise in quattro periodi:
il primo, che va circa dal 1589
al 1595, di sperimentazione, di
apprendimento delle tecniche
di scrittura teatrale;
Il secondo (dal 1595 al 1600)
dominato dalle "histories", dai
drammi storici, come l'Enrico
V, e dalle grandi commedie,
Sogno di una notte di mezza
estate, Molto rumore per nulla,
Come vi piace, La dodicesima
notte, ma che include anche
tragedie del calibro di Romeo e
Giulietta e Giulio Cesare.
29. UNITRE Oristano 23-02-0629
Il terzo periodo è quello delle
grandi tragedie, dal 1600 al
1608 circa, Amleto, Otello,
Macbeth, Re Lear, Antonio e
Cleopatra.
Infine, l'ultimo periodo, dal
1608-9 al 1612, quello dei
cosiddetti romances, da alcuni
definite tragicommedie perché
caratterizzate da una fuga verso
atmosfere fiabesche,
romanzesche (La tempesta).
Opere
30. UNITRE Oristano 23-02-0630
Temi
Tra i temi principali delle opere di Shakespeare ci sono i
grandi temi universali: il potere, l’ amore, l’ambizione, il
conflitto tra diverse generazioni, la guerra, la morte.
E’ difficile dire esattamente cosa separa Shakespeare da tutti
gli altri artisti.
E’ in parte una questione della sua ‘all-inclusiveness’, il
fatto che le sue opere esplorano ogni aspetto concepibile
della vita umana.
31. UNITRE Oristano 23-02-0631
Shakespeare formula le domande senza risposta che
continuano a tormentare filosofi e scrittori:
Cosa è l’io? (Amleto).
Cosa è l’amore e quali sono i suoi limiti? (Romeo e Giulietta,
Otello).
Come dovrebbe comportarsi un capo di stato? (Enrico V).
Qual è la relazione tra arte e potere? (La Tempesta).
Cosa è il male e come appare nel mondo? ( Riccardo III e
Macbeth).
Dove sta la linea di demarcazione tra pazzia e sanità
mentale? (Re Lear).
Temi
32. UNITRE Oristano 23-02-0632
Temi
Riesce a fare questo creando personaggi che nelle parole del
filosofo F. Hegel sono ‘free artists of themeselves’, cioè
personaggi in grado di contemplare se stessi oggettivamente
in immagini che loro stessi creano con la loro mente: loro
possono vedere se stessi come personaggi drammatici che
rappresentano le proprie vite o come attori che recitano un
ruolo.
33. UNITRE Oristano 23-02-0633
Questo è quello che Macbeth intende quando dice:
“Life’s but a walking shadow, a poor player
that struts and frets his hour upon the stage,
and then is heard no more.” (Macbeth V,v,19)
“La vita non è che un’ombra che cammina;
un povero attore che si pavoneggia e si agita
per la sua ora sulla scena
e del quale poi non si ode più nulla.”
Nelle opere di Shakespeare l’uomo diventa uno spettatore delle sue azioni,
un ascoltatore dei propri pensieri.