Seminario “La violenza contro le donne. Dai dati statistici ai nuovi strumenti di contrasto e prevenzione” 6 marzo 2019
Università IUSVE
Via dei Salesiani, 15 Venezia Mestre
1. I numeri della
violenza
Alessandra Battisti
La violenza contro le donne. Dai nuovi dati statistici ai nuovi strumenti di
contrasto e prevenzione
Università IUSVE
6 Marzo 2019
2. La violenza contro le donne
essa ...
ӏ qualsiasi atto di violenza di genere che comporta, o
che è probabile che comporti, una sofferenza fisica,
sessuale o psicologica o una qualsiasi forma di
sofferenza alla donna, comprese le minacce di tali
violenze, forme di coercizione o forme arbitrarie di
privazione della libertà personale sia che si
verifichino nel contesto della vita privata che di quella
pubblica”
(Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite Vienna 1993)
3. LA VIOLENZA FISICA E SESSUALE NEL CORSO DELLA VITA
6 milioni 788 mila donne hanno subito violenza fisica o sessuale, il 31,5%
4 milioni 353 mila donne hanno subito violenza fisica, il 20,2%
4 milioni 520 mila donne hanno subito violenza sessuale, il 21%
1 milione 157 mila donne hanno subito stupri o tentati stupri, il 5,4%
652 mila stupri
746 mila tentati stupri
Minacce (12,3%),
Spintonameni/strattonamenti (11,5%)
Schiaffi, pugni, e morsi (7,3%)
Colpi con oggetti che possono far male (6,1%)
Meno frequenti MA PRESENTI le forme più gravi come tentativi di
strangolamento ustione, soffocamento (1,5%) e la minaccia o uso delle armi
(1,7%)
4. LA VIOLENZA FISICA O SESSUALE NEGLI ULTIMI 5 ANNI
4 milioni 353 mila donne hanno subito violenza fisica o sessuale, 11,3%
1 milione 517 mila donne hanno subito violenza fisica , il 7%
1 milione 369 mila donne hanno subito violenze sessuali, il 6,4%
246 mila donne hanno subito stupri o tentati stupri, il 1,2%
136 mila stupri
163 mila tentati stupri
Minacce (3,7%)
Spintonameni/strattonamenti (3,9%)
Schiaffi, pugni, e morsi (2,1%)
Colpi con oggetti che possono far male (1,8%)
Meno frequenti MA PRESENTI le forme più gravi come tentativi di strangolamento
ustione, soffocamento (0,4%) e la minaccia o uso delle armi (0,4%)
5. LA VIOLENZA DA PATNER O EX: UN FENOMENO MOLTO
DIFFUSO
Hanno subito violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner
nel corso della vita:
il 13,6% delle donne con un partner (2milioni 800mila)
il 5,2% da partner attuale (855mila)
il 18,9% (2milioni 44mila) da ex partner
negli ultimi 5 anni:
il 4,9% delle donne con un partner (1milioni 19mila)
il 3% da partner attuale (496mila)
il 5% (538 mila) da ex partner
6. LE CONSEGUENZE DELLA VIOLENZA DA PARTE DEI PARTNER
A seguito delle ripetute violenze dai partner (attuali o precedenti), le
conseguenze per le donne sono:
perdita di fiducia ed autostima (52,7%)
ansia, fobia e attacchi di panico (46,8%)
disperazione e sensazione di impotenza (46,4%)
disturbi del sonno e dell’alimentazione (46,3%)
depressione (40,3%)
difficoltà a concentrarsi e perdita della memoria (24,9%)
dolori ricorrenti nel corpo (21,8%)
difficoltà nel gestire i figli (14,8%)
autolesionismo o idee di suicidio (12,1%)
7. PIÙ VIOLENZE FISICHE E STUPRI PER LE DONNE STRANIERE
Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile
alle italiane nel corso della vita 31,3% e 31,5% nel corso della vita
Ma tra le straniere
Più violenze fisiche 25,7% contro 19,6%
Più stupri e tentati stupri 7,7% contro 5,1%
Meno molestie sessuali 7,1% contro 16,5%
Tra le cittadinanze dichiarano di subire più violenze le donne:
moldave (37,3%), rumene (33,9%), ucraine (33,2%)
marocchine (21,7%)
albanesi (18,8%)
cinesi (16,4%)
8. PIÙ A RISCHIO DONNE SEPARATE E CON DISABILITÀ
Subiscono più violenze fisiche o sessuali nel corso della vita:
Le separate e divorziate 51,4%
Le donne con problemi di salute o con disabilità
36%; 10% stupri (contro 4,7%)
Le donne con limitazioni gravi 36,6%
Donne tra 25 e i 44 anni
35,9% per le 25-34; 35% per le 35-44enni
Le donne più istruite (con laurea o diploma)
42,5% laurea; 35,3% diploma
Le donne che occupano le posizioni professionali più elevate o che sono in
cerca di occupazione
40,3% Dirigenti/Imprenditrici/Libere Professioniste
39,8% Direttivi/quadri/impiegate; 37,2% In cerca di occupazione
9. NUMERI GRAVI MA IMPORTANTI SEGNALI DI MIGLIORAMENTO
DIMINUISCONO LE VIOLENZE FISICHE E SESSUALI
Negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono diminuite dal 13,3%
all’11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti l’indagine del 2006
E’ in calo la violenza fisica e sessuale:
da partner o ex partner
sia la fisica dal 5,1% al 4%
sia la sessuale dal 2,8% al 2%
E dai non partner dal 9% al 7,7%
La diminuzione è più forte per le studentesse e le giovani sia per le violenze
da partner che non partner
10. NUMERI GRAVI MA IMPORTANTI SEGNALI DI MIGLIORAMENTO
In forte calo anche la violenza psicologica
La violenza psicologica dal partner attuale è in calo (dal 42,3% al
26,4%), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale, cioè
quella meno grave che passa dal 35,9% al 22,4%
Diminuiscono tutte le diverse forme di violenza psicologica (sempre e
spesso) dal partner attuale:
Dal 9,6% al 4,2% l’isolamento
Dall’8% al 3,3% la svalorizzazione e violenza verbale
Dal 5,6 al 3,3% controllo
Dal 2% al 1,4% violenza economica
Dall’1,7 all’1,2% intimidazione
11. MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DELLE DONNE
…. Maggiore capacità della donne di uscire dalle relazioni violente o di prevenirla
e maggiore consapevolezza …..
La violenza negli ultimi 5 anni da parte dei partner è:
Più spesso considerata un reato (dal 14,3% al 29,6%)
Più spesso raccontata a qualcuno (dal 67,8% al 75,9%)
Più spesso denunciata alle forze dell’ordine (dal 6,7% al 11,8% per il
partner)
E con più soddisfazione per il loro operato (dal 9,9% al 28,5% le molto
soddisfatte tra coloro che denunciano)
Più spesso supportata (dal 2,4% al 4,9% cercano aiuto presso i servizi
specializzati, centri antiviolenza, sportelli )
Lo stesso avviene per le violenze da non partner
12. LE GIOVANI MAGGIORI PROTAGONISTE DEL CAMBIAMENTO DI
MIGLIORAMENTO
Negli ultimi 5 anni:
più a rischio di violenza fisica o sessuale sono le donne più giovani (fino a 34
anni), le nubili, le separate o divorziate, le studentesse
Rispetto ai cinque anni precedenti il 2006, diminuisce soprattutto la violenza
fisica o sessuale per le donne:
fra i 16 e i 24 anni dal 31,7% al 27,1%
Soprattutto per la sessuale
per le studentesse dal 33,5% al 25,9%
per la violenza fisica dal 18,4% al 14,8%
per la violenza da ex partner dal 17,1% all’11,9%
da partner attuale dal 5,3% al 2,4%
da non partner dal 30% al 22%
E per le donne in cerca di occupazione (da 22 a 17,3%) e lavoratrici in
proprio (da 12,2% a 6,1%)
13. CALANO SOPRATTUTTO LE VIOLENZE NEL NORD EST
Non emergono particolari differenze a livello territoriale
Le violenze fisiche o sessuali sono più diffuse al Centro (12,6%) e al Sud
(12,3%)
Il minimo è nelle Isole (9%).
Le violenze sessuali più frequenti al Sud, quelle fisiche al Centro Italia
Rispetto ai 5 anni precedenti il 2006 il calo è soprattutto per il:
Nord est, dal 14,2% al 10,7% nel 2014
Isole dal 12,7 al 9%
Non emergono particolari differenze
per status sociale per la violenza dai partner
che è più trasversale
14. PERCHÉ QUESTO CAMBIAMENTO?
Tutto ciò è l’espressione
- della maggiore capacità delle donne di prevenire e contrastare il
fenomeno e di una crescita della coscienza femminile
- una diversa relazione tra maschi e femmine, anche se in fase iniziale
-di una aumentata informazione diffusa nella società : se ne parla di
più nei media, soprattutto della violenza da partner o ex
-della maggiore attivazione sul campo delle associazioni e dei servizi
pubblici
-di un clima sociale di maggiore condanna della violenza dato anche
dalle leggi che si sono susseguite
15. MA EMERGONO ANCHE SEGNALI NEGATIVI
Lo zoccolo duro della violenza non è intaccato: stupri e tentati stupri sono
stabili così come le forme più efferate di violenza fisica.
La GRAVITA’ delle violenze sessuali e fisiche è AUMENTATA
Negli ultimi cinque anni a confronto con i cinque anni precedenti il 2006, sono
aumentate per le violenze da partner ed ex partner:
le donne che hanno subito ferite, dal 26,3 al 40,2%
le violenze molto o abbastanza gravi, dal 64 al 76,7%
le donne che hanno temuto per la propria vita in seguito alla violenza
subita dal 18,8 al 34,5%
ed è aumentata la gravità delle violenze dai non partner
16. MA EMERGONO ANCHE SEGNALI NEGATIVI
La violenza assistita è in crescita
Considerando il totale delle violenze subite da donne con figli aumenta la
percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria
madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014)
Se il proprio partner ha assistito alla violenza tra i genitori diventa autore di
violenza nel 22% dei casi (5,2% la media), così come se ha subito da piccolo
violenza fisica, soprattutto dalla madre (35,9%)
Non passa ancora il messaggio di quanto sia nocivo per i figli vivere in un
ambiente dove si esercita la violenza contro la propria madre.
Necessità di campagna di sensibilizzazione per interrompere la trasmissione
intergenerazionale della violenza
17. Gli omicidi
Le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2017 in Italia
sono state 123, lo 0,40 per 100.000 donne. La serie storica degli
omicidi per genere mostra come siano soprattutto gli omicidi di
uomini a essere diminuiti in circa 25 anni (da 4,0 per 100.000
maschi nel 1992 a 0,9 nel 2015), mentre le vittime donne di
omicidio sono rimaste complessivamente stabili (da 0,6 a 0,4
per 100.000 femmine).
18. Gli omicidi
Il diverso andamento degli omicidi di uomini e donne ha dunque
radicalmente modificato il rapporto tra i sessi. Per i maschi,
sebbene l’incidenza degli omicidi si mantenga tuttora sempre
nettamente maggiore rispetto alle femmine, i progressi sono stati
molto visibili. Per le donne, che partivano da una situazione molto
più favorevole, la diminuzione nel tempo ha invece seguito ritmi
molto più lenti, fino ad arrestarsi. Il calo differenziale nel periodo
tra i due sessi è stato favorito anche dalla contrazione degli
omicidi legati alla criminalità organizzata, che coinvolgono –
esclusivamente o quasi – gli uomini.
19. Il lavoro dell’ISTAT
L’Istituto nazionale di statistica e il Dipartimento delle Pari
Opportunità della Presidenza del Consiglio hanno realizzato
un sistema informativo integrato sulla violenza contro le
donne in Italia. Il sistema ha l’obiettivo di fornire informazioni
e indicatori di qualità, che permettano una visione di insieme
su questo fenomeno, attraverso l’integrazione di dati
provenienti da varie fonti quali Istat, Dipartimento per le Pari
Opportunità, Ministeri, Regioni, Centri antiviolenza, Case
rifugio ed altri servizi come il numero verde 1522.
20. Il lavoro dell’ISTAT
Al fine di coprire alcuni vuoti informativi esistenti l’Istat, oltre
alle indagini che già in passato conduceva sul tema, insieme alle
regioni e all’associazionismo ha intrapreso alcune nuove attività:
1) ha condotto un’indagine sui centri antiviolenza;
2) ha appena concluso un’indagine sulle case rifugio;
3) sta progettando un’indagine sulle caratteristiche
dell’utenza accolte da questi servizi.
22. Intesa stato-regioni
Individuazione criteri minimi necessari dei Centri
antiviolenza e delle Case rifugio.
Definizione di Centro antiviolenza
Requisiti strutturali ed organizzativi
Operatrici
Servizi minimi garantiti
23. I centri antiviolenza
Sono stati contattati 281 centri antiviolenza
rispondenti ai requisiti dell’Intesa del 2014. Tra questi
253 hanno risposto.
Le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza sono
49.152, di queste 29.227 hanno iniziato un percorso di
uscita dalla violenza. Il numero medio di donne prese
in carico dai centri (116) è massimo al Nord-est (171) e
minimo al Sud (48). Il 30% delle donne è straniera e il
74% ha figli, che sono minorenni in più del 70% dei
casi.
24. I centri antiviolenza
I centri forniscono in prevalenza servizi di ascolto e
accoglienza, supporto legale, orientamento e
accompagnamento ad altri servizi, supporto
psicologico, aiuto nel percorso di allontanamento dal
partner violento, orientamento lavorativo, sostegno
all'autonomia. In alcuni casi il servizio è fornito
direttamente dal centro, in altri, dal centro in
collaborazione con i servizi sul territorio, in altri
ancora, il centro assolve la funzione di indirizzamento.
25. I centri antiviolenza
I servizi che sono erogati direttamente dai centri
antiviolenza sono: servizio di ascolto e accoglienza
(94% dei centri), Servizio di supporto legale (93% dei
centri), Servizio di supporto psicologico (88% dei
centri), Servizio di orientamento e accompagnamento
ad altri servizi (87% dei centri).
26. I centri antiviolenza
La collaborazione tra centri antiviolenza e territorio è
invece importante per l’erogazione dei Servizi di
pronto intervento (24% dei centri) e Servizi di
predisposizione del percorso di allontanamento (20%
dei centri). I servizi di supporto ai minori, supporto
alloggiativo e di mediazione linguistica sono invece
quelli per i quali i centri indirizzano la donna ad altro
erogatore (rispettivamente 32%, 28%, 25% dei centri).
27. I centri antiviolenza
Più dell’82% dei centri antiviolenza applica una
metodologia per la valutazione del rischio e nell’85%
dei casi questa metodologia è riconducibile a SARA in
tutte le sue versioni esistenti.
La maggior parte dei centri, l’86%, lavora in rete con
altri enti della rete territoriale anche se ci sono un 11%
dei centri che no appartiene ad una rete territoriale
antiviolenza in quanto questa rete formale non esiste
sul territorio di loro competenza. Quasi tutti i centri
antiviolenza, il 95%, aderiscono al numero verde
nazionale 1522 contro la violenza e lo stalking.
28. I centri antiviolenza
La possibilità di contattare il centro antiviolenza da
parte delle donne è elevata, il 69% ha messo a
disposizione una reperibilità H24, il 71% ha attivato un
servizio di segreteria telefonica negli orari di chiusura
e il 25% possiede un numero verde dedicato.
Per facilitare ulteriormente il contatto con le donne
vittime di violenza circa il 45% dei centri ha aperto
almeno uno sportello sul territorio, di questi il 35% ha
tre o più sportelli.
29. I centri antiviolenza
Circa 1 centro antiviolenza su 4 dichiara di avere avuto
difficoltà ad accogliere donne a causa
dell’indisponibilità dei posti. Le differenze a livello
territoriale sono molto marcate e coerenti anche con il
numero medio di donne prese in carico
30. I centri antiviolenza
Il Sud che ha il numero medio di donne più basso ha
anche la percentuale minore di centri che hanno avuto
difficoltà ad accogliere le donne per indisponibilità di
posti (19% dei centri), la percentuale aumenta nel
Nord Est (31%) e al Centro (38%) e raggiunge il suo
massimo nelle Isole con IL 48% dei centri che si è
trovato in difficoltà ad accogliere una donna vittima di
violenza.
31. I centri antiviolenza
Sono circa 4.400 le operatrici che nel 2017 hanno
lavorato presso i centri antiviolenza, di queste il 56,1%
è stato impegnato esclusivamente in forma volontaria.
Le figure professionali che sono maggiormente
presenti nei centri, coerentemente con i servizi
prestati, sono le avvocate, le psicologhe e le operatrici
di accoglienza.
32. I centri antiviolenza
Il 93% dei centri antiviolenza prevede una formazione
obbligatoria per le operatrici che sono impegnate
presso il centro. Nell’85% dei casi è il centro stesso che
ha organizzato corsi di formazione per il personale.
34. I servizi per la violenza
All’offerta dei centri antiviolenza rilevati dall’indagine
Istat va aggiunta l’offerta di 89 servizi/centri
antiviolenza che non rispettano i criteri dell’Intesa ma
presenti nell’archivio del servizio di pubblica utilità
1522 e che sono stati invece contattati dal Consiglio
Nazionale delle Ricerche (CNR – IRRPS).
35. I servizi per la violenza
Le donne che hanno iniziato un percorso di uscita dalla
violenza presso questi servizi/centri sono 3.755 nel
complesso; di queste, le straniere sono 958 (pari al
25,5% del totale) e le madri con figli minori 2.224 (pari
al 59%).
Le operatrici e gli operatori impegnati in questi
servizi/centri antiviolenza ammontano a 1.024 unità;
la maggior parte è costituita da volontarie/i (68%).
Per approfondimenti:
https://www.irpps.cnr.it/wp-content/uploads/2018/03/Progetto-ViVa-
indagine-Servizi-antiviolenza-e-Programmi-per-uomini-maltrattanti.pdf
36. • Si è appena conclusa l’indagine sulle Case rifugio (n.
247, tasso risposta 89%);
• Stiamo finalizzando insieme a DPO, Regioni,
Associazioni il questionario sull’utenza dei Centri
antiviolenza e sulle Case rifugio (dati anomini);
• Tavoli con i Ministeri per utilizzo dei dati
amministrativi (armonizzazione ed implementazione);
• Utilizzo del flusso dati del 1522;
• Indagine sugli stereotipi nelle scuole;
• Indagine sugli stereotipi sulla popolazione.
Sviluppi futuri