Cosa sono i neuroni a specchio? Che ruolo hanno i comportamenti imitativi? Qual è l'importanza dei processi cognitivi legati all'imitazione? Si può imparare a praticare uno sport osservando gli altri?
Autore: Margherita Sassi
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2. L’IMITAZIONE COME MOTORE DI CRESCITA
Le ricerche condotte negli ultimi anni hanno evidenziato
il ruolo fondamentale che i neuroni a specchio
svolgono nei comportamenti imitativi,
di grande importanza in molti processi legati
all’apprendimento e all’acquisizione
di nuove conoscenze e competenze.
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L’imitazione è un fenomeno onnipresente nel regno animale, ma
raggiunge la sua forma più complessa negli esseri umani.
Un bambino nei primi anni di vita impara molte cose per imitazione
(camminare, parlare, ecc.), si tratta di un processo volontario,
facile da eseguire e poco costoso dal punto di vista cognitivo,
considerando il limitato sforzo decisionale che richiede.
UN MECCANISMO PER IMPARARE
4. LA BASE CEREBRALE
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I neuroni specchio sono la base dei processi cerebrali che
governano l’imitazione. Si attivano quando il soggetto esegue
una determinata azione e anche quando osserva un’azione altrui.
solco
temporale
superiore
lobulo
parietale
inferiore
corteccia
frontale
inferiore
Aree anatomiche
che formano il sistema
dei neuroni a specchio
nell’uomo e permettono
la percezione di azioni.
5. “I neuroni specchio
rivestono un ruolo
importante in diversi
processi cognitivi legati
all’imitazione, intervengono
nei meccanismi più
elementari, per esempio
copiare un gesto o un
movimento come
l’allacciarsi le scarpe, e
preludono ad abilità più
complesse, come
l’apprendimento.”
Vilayanur Ramachandran è
un neuroscienziato indiano
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6. IL CIRCUITO DELL’IMITAZIONE
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parte posteriore del solco temporale superiore
corteccia frontale inferiore
dove si producono stimoli visivi di entrata
(tra la parte posteriore del giro frontale inferiore e la corteccia premotoria ventrale)
coinvolta nell’obiettivo dell’azione, produce gli stimoli di uscita con gli
ordini d’imitazione del sistema motorio che si dirigono verso il solco
temporale superiore, per valutare la coincidenza tra le predizioni
sensomotorie e l’informazione visiva dell’azione osservata
si passa attraverso la regione parietale, coinvolta nella
descrizione del modello motorio dell’azione
7. LA FUNZIONALITÀ SOCIALE
Possiamo anche incorrere in modelli d’imitazione
senza esserne consapevoli ed allora parliamo
dell’effetto camaleonte; in questa caso,
l’imitazione involontaria
di posture, gesti, espressioni facciali e altri segni esterni
di persone con cui interagiamo,
innesca un meccanismo cognitivo grazie al quale gli scambi
sociali diventano più piacevoli e naturalmente migliorano.
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8. IL MODELLAMENTO
a) frazionamento dell’abilità e utilizzo della task analysis (soprattutto se la difficoltà è crescente)
b) impiego dell’aiuto fisico da eliminare gradatamente
c) presentazione di immagini fisse o in movimento ed uso della videoregistrazione
d) immaginazione di un modello ad hoc per ripassare l’esecuzione corretta
e) immaginazione di un modello preso dal gruppo di allenamento
Criteri di applicabilità nei settori giovanili:
(modeling) è una procedura mediante la quale l’atleta che osserva
apprende specifiche abilità prestando attenzione al “modello”
a) apprendimento di nuove abilità (funzione acquisitiva)
b) miglioramento delle abilità già possedute
c) facilitazione del controllo emotivo
d) promozione della self-confidence
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9. il modello va condiviso ed accettato dall’atleta;
le capacità attentive dell’atleta devono corrispondere allo
sforzo richiesto per osservare;
la capacità di ritenzione (memoria) dell’atleta deve coprire il
numero di informazioni trasmesse;
la capacità di ragionamento e di problem solving dell’atleta
deve essere inferiore rispetto al modello (da considerare,
soprattutto, quando il modello è preso dai pari);
il rinforzo da dare all’atleta dopo che ha allenato l’abilità
target consolida l’apprendimento.
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LE REGOLE DEL MODELLAMENTO
10. “osservare” = guardare con attenzione, esaminare, scrutare
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PERCHÉ BISOGNA OSSERVARE?
11. PERCHÉ È IMPORTANTE!
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Studiando la corteccia premotoria, la parte del cervello deputata alla
pianificazione dei movimenti, ed esaminando il cervello di alcune scimmie, è stato
scoperto che lo stesso gruppo di neuroni si attivava quando una scimmia
faceva un certo movimento, per esempio portare il cibo alla bocca, e quando le
altre scimmie ne osservavano l’azione. Quel tipo di unità cellulari sono appunto
i neuroni specchio e sembrano essere deputati a codificare un archivio completo
dei movimenti muscolari che apprendiamo nel corso della vita. Negli esseri umani
la teoria è stata confermata e addirittura si è visto che tali neuroni si attivano
anche nei portatori di amputazioni e nei soggetti ipovedenti o ciechi.
Immaginare una prestazione
attiva quasi esattamente i medesimi
percorsi neurali dell’esecuzione effettiva.
12. Osservare altre persone che praticano uno sport
è di supporto solo se sussiste un’esperienza pregressa
in quella disciplina. Nel cervello deve esserci una mappa
motoria per quel tipo di attività, quindi dei neuroni da
“accendere” quando osservo un modello da cui imparare.
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SI PUÒ IMPARARE A PRATICARE UNO
SPORT OSSERVANDO GLI ALTRI?
Magari!
13. COME AUMENTA LA PROBABILITÀ DI
RIPETERE L’ABILITÀ DI UN MODELLO?
Stimolando un apprendimento vicario in base a 4 fattori cognitivi:
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1) attenzione 2) ritenzione 3) riproduzione 4) motivazione
focalizzazione
dell'attenzione
sul modello
d’interesse.
trasformazione
di quanto è stato
appreso ed
osservato in azione,
ritenendo i punti
chiave.
sperimentazione
dell’abilità in campo
per raggiungere
l’obiettivo stabilito.
I neuroni stabiliscono
la connessione
acquisita e replicano
ciò che è accaduto
per migliorare o
correggere
l’apprendimento.
ripetizione del
pattern motorio,
strettamente
condizionata
dalla motivazione
e dal desiderio
dell’atleta di
volerlo riprodurre.
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Facendo leva sulla neuroplasticità cerebrale, i neuroni
“accesi” associano la propria attività al pattern motorio
osservato. Di conseguenza l’efficacia dell’azione
aumenta così come il senso di controllo, mentre
l’utilizzo delle regioni corticali si riduce. Ciò vuol dire
che se imitare un’azione per la prima volta comporta
una grande attività cerebrale e un alto costo metabolico,
ripetendola, l’attività nervosa avrà un andamento inverso
al grado di esperienza e di self-confidence.
COME MIGLIORA L’EFFICACIA DI UN’AZIONE?
16. «Atleta straordinario è solo colui che sente d’imparare
ad essere se stesso scoprendosi negli altri.»
M. Sassi, Spunti sportivi, cpspescara.it
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