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Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05




   Evoluzione dei modelli di
        classificazione
ed evoluzione delle piattaforme


               Stefano Penge
             Maurizio Mazzoneschi
              Morena Terraschi




     Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05


Oggi è possibile stimare che esistano e vengano
utilizzate alcune centinaia di piattaforme per
l'elearning diverse, tra proprietarie ed
opensource
Non c'è (ancora?) un monopolio come in altri
settori

             Ma cos'è che davvero distingue una
                        piattaforma da un'altra?

 Quali modelli di categorizzazione possono
 essere utilizzati per fare confronti (ed
 eventualmente esprimere un giudizio), in questo
 settore?
         Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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E ancora: è davvero possibile arrivare a
definire alcuni (pochi) paradigmi nei quali
far rientrare tutte le piattaforme esistenti?

Si potrebbe argomentare che l'idea stessa di una
classificazione semplice è destinata al fallimento.

Probabilmente oggi tutti sarebbero concordi nel
riconoscere che ogni classificazione si scontra
con una realtà molto complessa e con un
percorso storico non lineare.




          Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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Il cammino dei progettisti di piattaforme non è
stato lineare, ma su di esso hanno influito
molteplici fattori:

●
    fattori tecnologici: la disponibilità di banda larga sempre più
ampia o l'affermarsi di versioni stabili di linguaggi potenti come Java
●
    fattori sociologici: la disponibilità di giovani programmatori
competenti in linguaggi di scripting lato server o la diffusione del
paradigma dell'OpenSource
●
    fattori commerciali: il crescere delle dimensioni complessive
dell'e-learning e la sua uscita dal mercato “captive”verso quello
aperto al singolo utente
●
    fattori culturali: la crescita della generale “digital literacy” da
parte degli utenti, che oggi richiedono un livello di interazione
adeguato.

                Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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Tuttavia in molti hanno cercato di
classificare le piattaforme esistenti.
Forse è normale, alla fine di un periodo di
crescita rapida e incontrollata, come
quella cui abbiamo assistito

     Molte esperienze diverse sono state descritte
         come "e-learning", o come "formazione a
    distanza", a volte senza una chiara distinzione
                                    tra l'uno e l'altra.
 Di qui l'esigenza teorica di normalizzare il lessico,
      di stabilire delle categorie e di confrontare i
               diversi sistemi su una base comune.

           Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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Sono stati utilizzati come base di
classificazione parametri diversi, che
risentivano:
- dell'impostazione degli autori
- del loro background scientifico
- del contesto storico in cui sono state
prodotte
                                                   .
     E' venuto il momento di iniziare a studiare in
  dettaglio l'evolversi nel tempo non tanto delle
 piattaforme, quanto delle classificazioni e degli
  modelli su cui sono basate; fare insomma una
      "storia della storiografia" delle piattaforme.


         Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05

               Come primo saggio di questo lavoro
    storiografico proponiamo qui di suddividere le
    classificazioni (e i modelli) in tre gruppi, in base
              ai parametri che vengono considerati
                                          fondamentali:


●
  le tecnologie utilizzate;
●
  la teoria pedagogica che li governa;
●
  il contesto sociale di apprendimento che viene
reso possibile.




            Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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1. Le tecnologie come chiave primaria
                                                                  .
 Il tentativo di creare un pedigree alla FaD ha
 prodotto una classificazione piuttosto diffusa,
 che è quella che distingue tra ambienti di I, II e
 III generazione. Questa classificazione si basa
 sulla diverse tecnologie utilizzate e
 sull'interattività degli ambienti.




         Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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1. Le tecnologie come chiave primaria

                                                 .
   Si riconosce alla tecnologia un ruolo di traino
   culturale, che semplificando, accelerando e
   moltiplicando rende possibile mutamenti sul
   piano pedagogico.


       Alla base, la mitologia ottocentesca del
                          progresso inarrestabile
             ("le magnifiche sorti e progressive")


        Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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1. Le tecnologie come chiave primaria

                                                .
Si fonda su un'ipotesi epistemologica "evolutiva":
che le generazioni più recenti superino le
precedenti, e anzi derivino da quelle.

Ma non sempre è evidente questa trasposizione
da una scala temporale ad una scala di valore:
    la terza generazione non è sempre migliore
                                della seconda,
                      e la seconda della prima.


         Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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2. La teoria pedagogica di riferimento

                                                  .
 Alcuni studiosi hanno invece provato a leggere
        le differenze tra gli ambienti come effetti
      secondari dell'impostazione pedagogica e
  psicologica, o più generalmente culturale, dei
                                    loro progettisti

 Galliani individua per esempio tre paradigmi
 dominanti nella storia della didattica:
 1.razionalista-informazionista
 2.sistemico-interazionista
 3.costruttivista-sociale
         Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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2. La teoria pedagogica di riferimento

                                                                   .
Da ogni paradigma è possibile derivare una
tipologia di sistema:
●
  Sistemi trasmissivi, basati su una teoria
pedagogica comportamentista
●
  Sistemi interazionisti, basati su una teoria
cognitivista
●
  Sistemi aperti, basati su una teoria costruttivista-
sociale



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2. La teoria pedagogica di riferimento

       Questa impostazione vede le piattaforme
   letteralmente come applicazioni, cioè come
realizzazioni di un idea pedagogica preesistente

Tende a ignorare i condizionamenti (sia negativi,
 sia positivi) che sono posti dagli "informatici".

Rischia di ritrovarsi sempre come teoria
ricostruttiva, a posteriori, e mai come teoria
produttiva, in grado di indicare la strada per
nuovi modelli di e-learning.

         Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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3. L'approccio socio-comunicativo

  Alcuni studiosi hanno cercato di ricondurre l'e-
   learning all'interno del contesto sociale in cui
viene utilizzato, analizzando i ruoli e i rapporti tra
                       le persone che li ricoprono.

Jonassen, ad esempio, individua tre modi di
usare la tecnologia: distributivo, interattivo e
collaborativo. Questi modi sono il prodotto di
una scelta rispetto a due serie di parametri:
- il centro dell'attività
- gli obiettivi didattici

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3. L'approccio socio-comunicativo

Una semplice classificazione di questo tipo si                     .
basa sui rapporti tra gli utenti:
- uno a molti (diffusione)
- uno a uno (personalizzazione)
- molti a molti (condivisione).

Questa classificazione non è storica, ma cerca di
 riconoscere modalità diverse anche all'interno
                  di un unico progetto formativo.



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3. L'approccio socio-comunicativo
Tecnologie diverse possono convivere all'interno.
di un organismo in formazione, per scopi diversi
oppure rivolti a utenti diversi. Per esempio, si
potrebbero utilizzare:
- la videoconferenza (per la diffusione)
- materiali di auto-apprendimento digitale e
strumenti di comunicazione asincroni (per la
personalizzazione)
- una piattaforma che gestisca la comunicazione
e supporti la collaborazione tra gli studenti (per la
condivisione)

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4. Un modello dinamico

Tutti questi modelli risentono della guerra delle
“due culture”, del dualismo
tecnologico/umanestico tipico dei nostri anni.

 Non è una sorpresa: nell'e-learning l'opposizione
        tra mezzi e fini emerge continuamente.

Tuttavia, trattandosi di "mezzi digitali", cioè
inscindibilmente legati con la manipolazione
della conoscenza, una rappresentazione così
chiaramente dualistica non funziona.
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Alcuni anni fa, nel contesto di un manuale sulla
media education*, alcuni di noi tentavano di
schematizzare non tanto i media in se stessi,
quanto il rapporto che un utente può instaurare
con un medium.

   Nel seguito del testo cercavamo di derivare da questa
 analisi la successiva disamina delle applicazioni (buone
                      o cattive) educative dei vari media.


*Maragliano, Martini, Penge (a cura di), I media e la
formazione, Carocci, Roma, 1996

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Venivano individuate tre modalità di rapporto tra
un soggetto e l'ambiente/medium:

- la modalità monodimensionale, in cui il soggetto è
posto in un ambiente e ne riceve gli stimoli in maniera
indifferenziata


- la modalità bidimensionale, in cui dal flusso
indifferenziato vengono selezionati contenuti significativi
per il soggetto


- la modalità tridimensionale, in cui il soggetto a sua volta
introduce modifiche nell'ambiente.

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Per estensione, oggi vogliamo applicare quel
modello all'e-learning.

Vogliamo differenziare tra:
1. piattaforme monodimensionali, centrate sui
contenuti da trasmettere e ricevere
2. piattaforme bidimensionali, basate sulla
selezione e ricostruzione dei contenuti da parte
del soggetto
3. piattaforme tridimensionali, aperte
all'interazione e alla modifica dell'ambiente da
parte del soggetto

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Naturalmente questa divisione non è migliore
delle altre...

Queste modalità corrispondono a i modelli di Galliani o ai
modi di Jonassen, e servono più da indicatori che da
vere categorie. Oggi nessuna piattaforma rientra in uno
solo dei paradigmi.


Ma soprattutto, in astratto, una piattaforma
tridimensionale non è migliore di una monodimensionale.




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Ci sembra più interessante vedere questo
modello in una prospettiva dinamica:

                Potremmo cioè parlare di fase mono-, bi- e
            tridimensionale, anche all'interno di una stessa
                                                      piattaforma.


Invece che classificare si tratterebbe di studiare il
processo dinamico di ogni piattaforma, la sua "storia"
(dalla sua progettazione alla sua ultima revisione) e il suo
modificarsi quotidiano.




            Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
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Alla base di questa impostazione c'è una
concezione dell'apprendimento attiva (Dewey)

     Un soggetto che apprende non si limita a acquisire
                                          conoscenze.
  L'apprendimento è un processo nel quale un soggetto
 acquisisce progressivamente il controllo dell'ambiente.

Da una fase iniziale passiva, di osservazione, in cui
l'ambiente è dominante fissa le regole dell'interazione, si
passa a fasi in cui è il soggetto a inserire nuovi elementi,
fino a modificare le regole stesse dell'ambiente che gli
cede il controllo.

Apprendere è anche modificare il contesto.
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Allo stesso tempo, e inversamente, la piattaforma che
inizialmente domina la scena e impone i suoi linguaggi e
le sue regole cede progressivamente il controllo al
soggetto e gli/le consente di assumere l'iniziativa sempre
più autonomamente.

    Se inizialmente offre solo materiali in lettura (mono-)
     richiedendo poche scelte, e magari non permette
         modifiche alla sequenza di presentazione (bi-),
    progressivamente rilascia questi vincoli e si presenta
sempre più flessibile e personalizzabile (tri-dimensionale).




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In altre parole, è un ambiente educativo è un
ambiente esplicitamente progettato per cedere
il controllo al soggetto

Un ambiente per l'apprendimento online “evoluto” non è
  semplicemente una piattaforma aperta, collaborativa
     etc, ma è una piattaforma progettata e costruita in
      funzione della sua possibile modifica da parte dei
                                          soggetti che la usano




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Un altro modo per definire una piattaforma di
questo tipo è "aperta".

 In questa categoria allargata di apertura vanno discusse
 sia la questione del codice (open source) che quella dei
materiali didattici (open content) che quella dell'usabilità
                                e accessibilità (open interface).
Alla luce di quanto detto sopra, "aperta" non significa
vuota e in attesa di contenuti ma disponibile -
progressivamente - alla modifica, da parte di tutti gli
utenti, a diversi livelli.



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Questo approccio ci consente non solo di
valutare piattaforme esistenti, ma anche di
progettarne e costruirne di nuove.

ADA (Ambiente digitale per l'Apprendimento) è il nostro
tentativo – che dura ormai da cinque anni - di applicare
questo approccio in maniera consistente costruendo
una piattaforma di e-learning open*.




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       Questo documento è scaricabile da:
        http://altrascuola.it/convegni/siel/

Per contattare gli autori:

Stefano Penge steve@lynxlab.com

Maurizio Mazzoneschi graffio@lynxlab.com

Morena Terraschi morena@lynxlab.com

ADA è software libero rilasciato con licenza GPL
Info su ADA: http://ada.lynxlab.com




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Evoluzione dei modelli di classificazione ed evoluzione delle piattaforme

  • 1. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Evoluzione dei modelli di classificazione ed evoluzione delle piattaforme Stefano Penge Maurizio Mazzoneschi Morena Terraschi Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 2. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Oggi è possibile stimare che esistano e vengano utilizzate alcune centinaia di piattaforme per l'elearning diverse, tra proprietarie ed opensource Non c'è (ancora?) un monopolio come in altri settori Ma cos'è che davvero distingue una piattaforma da un'altra? Quali modelli di categorizzazione possono essere utilizzati per fare confronti (ed eventualmente esprimere un giudizio), in questo settore? Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 3. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 E ancora: è davvero possibile arrivare a definire alcuni (pochi) paradigmi nei quali far rientrare tutte le piattaforme esistenti? Si potrebbe argomentare che l'idea stessa di una classificazione semplice è destinata al fallimento. Probabilmente oggi tutti sarebbero concordi nel riconoscere che ogni classificazione si scontra con una realtà molto complessa e con un percorso storico non lineare. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 4. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Il cammino dei progettisti di piattaforme non è stato lineare, ma su di esso hanno influito molteplici fattori: ● fattori tecnologici: la disponibilità di banda larga sempre più ampia o l'affermarsi di versioni stabili di linguaggi potenti come Java ● fattori sociologici: la disponibilità di giovani programmatori competenti in linguaggi di scripting lato server o la diffusione del paradigma dell'OpenSource ● fattori commerciali: il crescere delle dimensioni complessive dell'e-learning e la sua uscita dal mercato “captive”verso quello aperto al singolo utente ● fattori culturali: la crescita della generale “digital literacy” da parte degli utenti, che oggi richiedono un livello di interazione adeguato. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 5. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Tuttavia in molti hanno cercato di classificare le piattaforme esistenti. Forse è normale, alla fine di un periodo di crescita rapida e incontrollata, come quella cui abbiamo assistito Molte esperienze diverse sono state descritte come "e-learning", o come "formazione a distanza", a volte senza una chiara distinzione tra l'uno e l'altra. Di qui l'esigenza teorica di normalizzare il lessico, di stabilire delle categorie e di confrontare i diversi sistemi su una base comune. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 6. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Sono stati utilizzati come base di classificazione parametri diversi, che risentivano: - dell'impostazione degli autori - del loro background scientifico - del contesto storico in cui sono state prodotte . E' venuto il momento di iniziare a studiare in dettaglio l'evolversi nel tempo non tanto delle piattaforme, quanto delle classificazioni e degli modelli su cui sono basate; fare insomma una "storia della storiografia" delle piattaforme. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 7. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Come primo saggio di questo lavoro storiografico proponiamo qui di suddividere le classificazioni (e i modelli) in tre gruppi, in base ai parametri che vengono considerati fondamentali: ● le tecnologie utilizzate; ● la teoria pedagogica che li governa; ● il contesto sociale di apprendimento che viene reso possibile. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 8. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 1. Le tecnologie come chiave primaria . Il tentativo di creare un pedigree alla FaD ha prodotto una classificazione piuttosto diffusa, che è quella che distingue tra ambienti di I, II e III generazione. Questa classificazione si basa sulla diverse tecnologie utilizzate e sull'interattività degli ambienti. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 9. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 1. Le tecnologie come chiave primaria . Si riconosce alla tecnologia un ruolo di traino culturale, che semplificando, accelerando e moltiplicando rende possibile mutamenti sul piano pedagogico. Alla base, la mitologia ottocentesca del progresso inarrestabile ("le magnifiche sorti e progressive") Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 10. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 1. Le tecnologie come chiave primaria . Si fonda su un'ipotesi epistemologica "evolutiva": che le generazioni più recenti superino le precedenti, e anzi derivino da quelle. Ma non sempre è evidente questa trasposizione da una scala temporale ad una scala di valore: la terza generazione non è sempre migliore della seconda, e la seconda della prima. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 11. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 2. La teoria pedagogica di riferimento . Alcuni studiosi hanno invece provato a leggere le differenze tra gli ambienti come effetti secondari dell'impostazione pedagogica e psicologica, o più generalmente culturale, dei loro progettisti Galliani individua per esempio tre paradigmi dominanti nella storia della didattica: 1.razionalista-informazionista 2.sistemico-interazionista 3.costruttivista-sociale Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 12. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 2. La teoria pedagogica di riferimento . Da ogni paradigma è possibile derivare una tipologia di sistema: ● Sistemi trasmissivi, basati su una teoria pedagogica comportamentista ● Sistemi interazionisti, basati su una teoria cognitivista ● Sistemi aperti, basati su una teoria costruttivista- sociale Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 13. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 2. La teoria pedagogica di riferimento Questa impostazione vede le piattaforme letteralmente come applicazioni, cioè come realizzazioni di un idea pedagogica preesistente Tende a ignorare i condizionamenti (sia negativi, sia positivi) che sono posti dagli "informatici". Rischia di ritrovarsi sempre come teoria ricostruttiva, a posteriori, e mai come teoria produttiva, in grado di indicare la strada per nuovi modelli di e-learning. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 14. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 3. L'approccio socio-comunicativo Alcuni studiosi hanno cercato di ricondurre l'e- learning all'interno del contesto sociale in cui viene utilizzato, analizzando i ruoli e i rapporti tra le persone che li ricoprono. Jonassen, ad esempio, individua tre modi di usare la tecnologia: distributivo, interattivo e collaborativo. Questi modi sono il prodotto di una scelta rispetto a due serie di parametri: - il centro dell'attività - gli obiettivi didattici Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 15. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 3. L'approccio socio-comunicativo Una semplice classificazione di questo tipo si . basa sui rapporti tra gli utenti: - uno a molti (diffusione) - uno a uno (personalizzazione) - molti a molti (condivisione). Questa classificazione non è storica, ma cerca di riconoscere modalità diverse anche all'interno di un unico progetto formativo. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 16. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 3. L'approccio socio-comunicativo Tecnologie diverse possono convivere all'interno. di un organismo in formazione, per scopi diversi oppure rivolti a utenti diversi. Per esempio, si potrebbero utilizzare: - la videoconferenza (per la diffusione) - materiali di auto-apprendimento digitale e strumenti di comunicazione asincroni (per la personalizzazione) - una piattaforma che gestisca la comunicazione e supporti la collaborazione tra gli studenti (per la condivisione) Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 17. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 4. Un modello dinamico Tutti questi modelli risentono della guerra delle “due culture”, del dualismo tecnologico/umanestico tipico dei nostri anni. Non è una sorpresa: nell'e-learning l'opposizione tra mezzi e fini emerge continuamente. Tuttavia, trattandosi di "mezzi digitali", cioè inscindibilmente legati con la manipolazione della conoscenza, una rappresentazione così chiaramente dualistica non funziona. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 18. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Alcuni anni fa, nel contesto di un manuale sulla media education*, alcuni di noi tentavano di schematizzare non tanto i media in se stessi, quanto il rapporto che un utente può instaurare con un medium. Nel seguito del testo cercavamo di derivare da questa analisi la successiva disamina delle applicazioni (buone o cattive) educative dei vari media. *Maragliano, Martini, Penge (a cura di), I media e la formazione, Carocci, Roma, 1996 Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 19. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Venivano individuate tre modalità di rapporto tra un soggetto e l'ambiente/medium: - la modalità monodimensionale, in cui il soggetto è posto in un ambiente e ne riceve gli stimoli in maniera indifferenziata - la modalità bidimensionale, in cui dal flusso indifferenziato vengono selezionati contenuti significativi per il soggetto - la modalità tridimensionale, in cui il soggetto a sua volta introduce modifiche nell'ambiente. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 20. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Per estensione, oggi vogliamo applicare quel modello all'e-learning. Vogliamo differenziare tra: 1. piattaforme monodimensionali, centrate sui contenuti da trasmettere e ricevere 2. piattaforme bidimensionali, basate sulla selezione e ricostruzione dei contenuti da parte del soggetto 3. piattaforme tridimensionali, aperte all'interazione e alla modifica dell'ambiente da parte del soggetto Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 21. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Naturalmente questa divisione non è migliore delle altre... Queste modalità corrispondono a i modelli di Galliani o ai modi di Jonassen, e servono più da indicatori che da vere categorie. Oggi nessuna piattaforma rientra in uno solo dei paradigmi. Ma soprattutto, in astratto, una piattaforma tridimensionale non è migliore di una monodimensionale. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 22. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Ci sembra più interessante vedere questo modello in una prospettiva dinamica: Potremmo cioè parlare di fase mono-, bi- e tridimensionale, anche all'interno di una stessa piattaforma. Invece che classificare si tratterebbe di studiare il processo dinamico di ogni piattaforma, la sua "storia" (dalla sua progettazione alla sua ultima revisione) e il suo modificarsi quotidiano. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 23. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Alla base di questa impostazione c'è una concezione dell'apprendimento attiva (Dewey) Un soggetto che apprende non si limita a acquisire conoscenze. L'apprendimento è un processo nel quale un soggetto acquisisce progressivamente il controllo dell'ambiente. Da una fase iniziale passiva, di osservazione, in cui l'ambiente è dominante fissa le regole dell'interazione, si passa a fasi in cui è il soggetto a inserire nuovi elementi, fino a modificare le regole stesse dell'ambiente che gli cede il controllo. Apprendere è anche modificare il contesto. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 24. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 25. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Allo stesso tempo, e inversamente, la piattaforma che inizialmente domina la scena e impone i suoi linguaggi e le sue regole cede progressivamente il controllo al soggetto e gli/le consente di assumere l'iniziativa sempre più autonomamente. Se inizialmente offre solo materiali in lettura (mono-) richiedendo poche scelte, e magari non permette modifiche alla sequenza di presentazione (bi-), progressivamente rilascia questi vincoli e si presenta sempre più flessibile e personalizzabile (tri-dimensionale). Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 26. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 27. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 In altre parole, è un ambiente educativo è un ambiente esplicitamente progettato per cedere il controllo al soggetto Un ambiente per l'apprendimento online “evoluto” non è semplicemente una piattaforma aperta, collaborativa etc, ma è una piattaforma progettata e costruita in funzione della sua possibile modifica da parte dei soggetti che la usano Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 28. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Un altro modo per definire una piattaforma di questo tipo è "aperta". In questa categoria allargata di apertura vanno discusse sia la questione del codice (open source) che quella dei materiali didattici (open content) che quella dell'usabilità e accessibilità (open interface). Alla luce di quanto detto sopra, "aperta" non significa vuota e in attesa di contenuti ma disponibile - progressivamente - alla modifica, da parte di tutti gli utenti, a diversi livelli. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 29. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Questo approccio ci consente non solo di valutare piattaforme esistenti, ma anche di progettarne e costruirne di nuove. ADA (Ambiente digitale per l'Apprendimento) è il nostro tentativo – che dura ormai da cinque anni - di applicare questo approccio in maniera consistente costruendo una piattaforma di e-learning open*. Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx
  • 30. Congresso SIE-L – Firenze 9/11/05 Questo documento è scaricabile da: http://altrascuola.it/convegni/siel/ Per contattare gli autori: Stefano Penge steve@lynxlab.com Maurizio Mazzoneschi graffio@lynxlab.com Morena Terraschi morena@lynxlab.com ADA è software libero rilasciato con licenza GPL Info su ADA: http://ada.lynxlab.com Stefano Penge, Maurizio Mazzoneschi, Morena Terraschi - Lynx