2. I numeri dell’Emigrazione Secondo stime ufficiali risulterebbero partiti ben 29 milioni di Italiani di cui circa 11 milioni avrebbero successivamente fatto ritorno in patria. I connazionali rimasti a vivere all’estero sono considerati tra i 18 e i 19 milioni. Nel 2000 si sono stimati nel mondo circa 58 milioni di oriundi italiani, un'altra Italia!
3. Invece scopriamo che fino al 1880, l'80% degli emigranti era del Nord, il 7% del Centro e solo il 13 % del Sud. Dal 1880 e fino al 1925 dei 16.milioni partiti per l'estero, il 50 % era del Nord con 8.308.000 unità (di cui 3.632.000 Veneti), l’ 11% del Centro (1.819.000 ) e il 39% ( 6.503.000) provenivano dal Sud. L'appartenenza regionale degli emigranti è un aspetto poco conosciuto, essendo pregiudizialmente considerati quasi tutti nativi del Sud.
4. All’inizio del secolo scorso fu insistente e capillare l’offerta delle compagnie di navigazione come la White Star Line, la Prince Line, Cunard Line, Lloyd di Brema e da noi la Nuova Navigazione Generale Italiana, nata dalla fusione tra la Ribattino di Genova e la Florio palermitana. In ogni paesino i loro subagenti e una relativa facilità per ottenere i documenti.
5. Piroscafi in partenza da Napoli nel maggio del 1904. Da un manifesto ritrovato nell’Archivio Storico del Comune di Lenola
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7. La Delegacion Regional de Policia Brasiliana attesta che Riccardi Luciano è residente a Botucatu ,stato di San Paolo dal 1900 al 1919. Documento dell’Archivio Storico del Comune di Lenola
8. " Meza Lenola, …chi jeva e chi veneva. Anche in Brasile, ma dopo però, dopo andarono in Canada… Prima facevano la stagione , si trattava di fa’ la ferrovia da Toronto ai confini dell’America.” Giovanni Marrocco , anni 95 nel 1985.
9. “ I primi soldi servivano per ripianare i debiti, compresi quelli fatti per il viaggio. Già al ritorno di una stagione o di un anno, si potevano firmare contratti di acquisto.
10. Circolare su rilascio de’ passaporti Corrispondenza per la morte dello operaio lenolese Terelle nel 1904 nell’Hudson River
11. “ Arrivavamo a Isoletta verso le 8 del mattino per prende il treno per Napoli. Allora non c'era il treno a Fondi. Da Isoletta arrivavamo a Napoli verso mezzogiorno ." Angelo Domenichini ( Usa 2000 )
12. Da Napoli salpava un piroscafo al giorno. Dopo il 1905 si aprirono gli scali di Palermo e poi di Messina. Il costo del biglietto era di 195 lire nel 1909 .
13. Una pagina del diario di bordo di un piroscafo nel 1909 dove sono annotati i nomi dei passeggeri, loro provenienza e destinazione.
14. Chi sbarcava ad Ellis Island doveva essere sano, non avere carichi giudiziari pendenti, dimostrare di avere denaro sufficiente per il rimpatrio. Solo dopo tali verifiche si poteva lasciare il porto e avviarsi verso le destinazioni indicate.
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16. Testimonianze di viaggio " Per andà ti facevi il passaporto, c’erano sta gente. A quel tempo costava 195 lire per il Nord America. Ci volevano 195 giorni pe te l’abbuscà. A Napoli c’era Gian Battista Catalano, aspettava, e li portava all’ufficio alla cumpagnia per il biglietto d’imbarco. Il viaggio con la nave..allora ..ci metteva 15 – 17 giorni. Ho fatto in tutto 5 traversate, l’ultima volta ci ho messo 6 giorni, con il Rex .“ Giovanni Marrocco - 1985
18. Dove andare? Sicuramente l'indirizzo più indicato dai nostri primi lenolani, sul registro di bordo delle navi di imbarco, quale loro futura destinazione negli USA, è il n°34 di Mulberry Street in New York, in piena Little Italy, la strada più animata di italiani. Sempre in questa via anche ai numeri 60 troviamo tra gli altri, Gerardo Colantone, Quinto Carmine, De Filippis Attilio, Vincenzo Davia.
19. Altri punti di riferimento furono per i nostri primi approdati: Bernardsville, Unionsville, Thampkinsville, Farmington, Buffalo.
25. TRA IL 1920 E IL 1940. L'emigrazione in America è da considerarsi ormai un fenomeno consolidato. Chi ha fatto venire la famiglia ed è rimasto nonostante la crisi, sente gli USA come la nuova patria. E' un modello emigratorio diverso dall'andirivieni dei primi del secolo. Allora si guadagnava e si correva in Italia ad investire, comprare, cambiare vita. Ora si sono stabiliti nuovi legami, e anche chi non pensa di restare programma una permanenza più lunga.
28. “ Mountain Top Inn” 1941 – Pranzo alla Fratellanza Lenolese
29. << E' più dun mese che i giornali non fanno altro che parlare di guerra e specialmente tra l'Italia e L'abissinia. Ma questa volta non finirà come finì il 1918, questa volta la Germania del traditore Ciali Ciaplin, se la divideranno un po' per ciascuno, l'Italia del Duce, la Francia, Inghilterra e pare che anche la Russia. Si dice che parechi giovani lenolesi si sono arruolati volontari, e che già si trovano in Abissinia, chi sono? Fammi sapere tutto ….>> Da una lettera dagli USA
31. Nel 1941 rimpatria da New York Luigiotto De Filippis, a lui il saluto giù dal porto
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33. Sia nella I che nella II Guerra Mondiale, diversi nostri concittadini si trovarono a combattere con gli Stati Uniti contro le forze fasciste e naziste in Europa e nella stessa Italia. Mario Abbruzzese colpito da gas tossici nella I guerra mondiale, morirà nel 1935 .
36. Finita la guerra si torna a partire… verso le Americhe, USA, Canada, Venezuela, e… per la lontana Australia Luis Falconieri Gioconda Labbadia Michele Terella
37. Giulia Cardi, in Inghilterra dal 1959 Paolina Quinto , vive in Canada Maria Mastrobattista sta in Brasile
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39. Alla fine degli anni 50, precisamente nel 1958, Lenola contava 3957 abitanti; Nel 1973 essi sono censiti in 3481, circa 500 in meno e si calcolavano altri 450-500 unità di lavoratori stagionali. 1955 Napoli : La famiglia Lo Stocco e Davia salutano Renato e Giuseppe
40. Lenolesi in Venezuela…. Una volta sulle montagne facciamo un ponte di ferro di 100 m con le corde d’acciaio … Mi fecero trovare una quindicina di muli per arrivarci ….che camminavano sull’orlo del pericolo eh,eh! Renato Lo Stocco Renato e Lisetta con Tripoletti Spirito, Michele Davia Quintino Labbadia, Michele Labbadia
41. .. se io mi mettessi a raccontare la storia mia ci vorrebbero 3 rotoli di pellicola come quelli del Cinema Lilla... So’ partito in Australia il giorno di Tutti i Santi del 1959, arrivai in Australia giusto il 1° dicembre 1959, molto caldo! Perché non avevo concepito ancora i cambiamenti della stagione , che all’Italia è praticamente dicembre, molto freddo, nevica,..e in Australia trovammo molto caldo. ( Domenico Marrocco - 2002) Non solo, è fratello a mia cognata, capisci. Io con lui dopo 47 anni ci siamo rivisti, e per noi è un onore .. ( Sandro De Filippis)
43. Ma un nuovo grande esodo sarà quello verso il Belgio e poi la Svizzera e la Germania dal 1960 La valigia vecchia legata con lo spago ha preso il treno per andare a nord... Nino Sassi GIOVENALE
44. Con una legge umiliante, varata il 19 ottobre 1945, fu stabilita un'intesa con i belgi che si impegnavano a versare 24 quintali di carbone all'anno per ogni italiano che fosse andato a lavorare nelle sue miniere, dove nessun belga voleva più calarsi.
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46. A Marcinelle in Belgio l' 8 Agosto 1956 morirono 262 minatori soffocati nella miniera, di cui 136 emigrati italiani! Diversi Lenolesi scelsero la via delle miniere in Belgio negli anni 50
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48. Lenolesi in Svizzera I racconti di Celeste Guglietta... .e quello di Mattei Rocco
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50. “ Siamo partiti facendo tappa a Verona, una visita accuratissima dalla testa fino ai piedi, chi non era idoneo per qualsiasi motivo, tornava indietro. Poi lì contratto di lavoro , si arrivava in Germania , si prendeva lavoro presso le dovute ditte, Mi misero con la prima ditta, che faceva lavori maggiormente stradali, canalizzazione, c’erano delle baracche dove si abitava, però si stava lì quattro, sei persone per stanza, per cucinare ci si doveva abbinare perché da soli non si riusciva mai a prepararsi qualcosa, i fornelli a disposizione non è che siano stati tanti, così si andava avanti…io mi sono abbinato con dei connazionali, ..otto persone, una settimana a testa si doveva lavà i piatti, provvedere alle pulizie.” Mattei Alessandro (2007 )
51. “ Stai sempe lontano dalla famiglia. E chiju pate che vo’ bene alla famigla.., la domeneca soffre, pecchè vere i’amici cu le mogli e i figli, bambini, passeggià ch’è ‘ na bella jurnata, i tu stai sulu come a ‘nu pezzente. “ Egidio Natissi . (2007)
52. Nei primi anni 70 si partiva ancora per le vie del petrolio : Iran, Libia… Fasolo Armando (FOTO) e Marrocco Salvatore Si partiva da Roma e dopo quattro ore di volo si arrivava a Teheran, però per raggiungere il posto dove c’era il nostro campo si dovevano percorrere ancora altri 100 km. Il campo era già stato preparato dalla ditta, era dotato di tutto,. Si lavorava sotto temperature altissime tanto che era impossibile toccare il ferro con le mani nude, senza i guanti, mentre d’inverno le temperature raggiungevano livelli bassissimi, ghiacciavano persino le tubature
53. FINE Documenti e testimonianze raccolti da Fabio Pannozzo e Sandro Rosato