2. Assessorato alle politiche dell’economia,
dello sviluppo, della ricerca e dell’innovazione
Segreteria generale della programmazione
Direzione sistema statistico regionale
Rapporto Statistico 2009
il Veneto si racconta, il Veneto si confronta
4. Un Veneto in movimento è ciò che possiamo leggere nelle pagine del rapporto statistico di questo
2009. Anno particolare per il mondo, per l’Europa, per tutti noi, che siamo ancora in una crisi economica
di grande portata, ma allo stesso tempo consapevoli di non poterne che uscire rafforzati, dopo aver
colto le opportunità di crescita che la stessa crisi ha fatto emergere.
Un anno particolare per quello che ci vuole ricordare: dalla grande rivoluzione del passato, quella
astronomica, per la ricorrenza dei 400 anni dal primo telescopio utilizzato da Galileo a Padova,
evento cui si ispirano le immagini fotografiche contenute nel libro, alla celebrazione della creatività
e dell’innovazione da parte della stessa Europa. Un anno che vede il Veneto protagonista della scena
nazionale ed europea con l’apertura del Passante di Mestre, opera simbolo, una rivoluzione che renderà
sempre più evidente il valore della libera circolazione delle merci e rafforzerà la presenza delle nostre
piccole e medie imprese nei più diversi e strutturati mercati europei, oltre a portare enormi benefici
alla popolazione locale.
Il rapporto di quest’anno si concentra proprio sulla mobilità, di persone, di merci, di imprese che
si spostano e comunicano percorrendo reti stradali, tecnologiche, territoriali, reti locali, mondiali,
professionali, formative, culturali, sociali.
Questo tema viene, come di consueto, incentrato sul Veneto, sui suoi abitanti, sul proprio territorio,
sulle sue unità produttive, facendo emergere le trasformazioni che questi hanno subito nel corso degli
anni.
La trattazione degli argomenti si esprime in una previsione che vede rimappare il sistema sociale
ed economico, sia attraverso un ripensamento dei modi della vita quotidiana che con una revisione dei
sistemi di produzione, facendo sentire l’esigenza di persone, idee, progetti utili a ridisegnare il domani
verso il Terzo Veneto.
Giancarlo Galan
Presidente della Regione del Veneto
3
6. In un sistema sempre più integrato, la nostra piccola e media impresa, pur esposta a maggiori
rischi, con la sua propensione alla mobilità, all’adattabilità, può diventare un’arma vincente. In questo
contesto può infatti sperare di sopravvivere o di prosperare chi è più dinamico, flessibile, in grado di
muoversi nel mondo per coglierne le opportunità, in qualunque luogo ed in qualunque momento esse
si presentino, di adattarsi rapidamente ai mutamenti, sfruttando il potenziale innovativo.
Sono consapevole che le istituzioni debbano soprattutto oggi impegnarsi per salvaguardare le
specificità, le potenzialità dei nostri prodotti, delle nostre tradizioni, tutelando i lavoratori e raccogliendo
comunque le sfide del presente. È a questo scopo che siamo chiamati a progettare e coordinare azioni,
per sostenere le imprese nei loro percorsi di internazionalizzazione, nella loro capacità di fare sistema.
Proprio per questo non possiamo esimerci dal conoscere, guardando alle immagini dettagliate
restituiteci ogni anno dal rapporto statistico, che pone la realtà veneta sotto i riflettori, tenuti
costantemente accesi dai nostri analisti, per interpretare con attenzione l’evoluzione della regione
verso scenari futuri.
Il testo del volume è disponibile in formato ipertestuale sul sito internet dell’amministrazione
regionale all’indirizzo www.regione.veneto.it/statistica, anche nella versione in inglese.
Vendemiano Sartor
Assessore alle Politiche dell’Economia, dello Sviluppo,
della Ricerca e dell’Innovazione
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8. La Regione è stata chiamata ormai da diversi anni ad un ruolo di guida del proprio territorio,
attraverso l’individuazione di obiettivi e strategie per poter determinare le forme ed i modi del proprio
stesso intervento.
Nella Regione del Veneto già da alcuni anni si è acquisita la consapevolezza di dover non solo
utilizzare ma orientare un vero e proprio allineamento della funzione statistica con il ciclo della
programmazione.
Mai come oggi, le nostre attività di valutazione delle politiche e degli interventi devono essere
costantemente alimentate da informazioni accurate e tempestive, sostituendo la razionalità dell’analisi
ai quotidiani numeri mediatici, che diffondono affrettate e superficiali interpretazioni tratte dalle stesse
statistiche ufficiali.
Per questo diamo oggi impulso al SìGOVe, Sistema informativo di governo del Veneto, che, avvalendosi
delle metodologie statistiche e di un impianto tecnologico aggiornato, consente di soddisfare l’esigenza
conoscitiva del territorio veneto. Il sistema rappresenta sempre più la base informativa condivisa ad uso
del nostro sistema istituzionale, una macchina che vogliamo funzioni, tenendo conto delle interrelazioni
umane, informative, istituzionali della nostra regione, che ne accrescono la ricchezza e complessità.
Adriano Rasi Caldogno
Segretario Generale della Programmazione
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9. Indice
Rapporto Statistico 2009
Il Veneto si racconta
Sintesi 10
1. Cicli e struttura del sistema economico 28
1.1 La congiuntura 29
1.2 La mobilità del sistema economico 47
I numeri raccontano 56
2. I flussi commerciali e l’impresa mobile 58
2.1 Le merci in entrata e in uscita 62
2.2 L’impresa veneta mobile 70
I numeri raccontano 77
3. Dinamicità del tessuto produttivo 78
3.1 La congiuntura per le imprese 79
3.2 La ricomposizione settoriale 82
3.3 La mobilità delle imprese: innovazione, sopravvivenza 84
3.4 La dinamica territoriale 88
I numeri raccontano 108
4. Le facce della mobilità 110
4.1 La mobilità reale 111
4.2 La mobilità virtuale 131
4.3 Gli spostamenti per motivi di cura 133
I numeri raccontano 140
5. Il lavoro: un mercato in movimento 142
5.1 I diversi volti dell’occupazione 143
5.2 La flessibilità dei lavoratori 152
I numeri raccontano 155
6. Competizione sociale tra vantaggi ereditati e nuove opportunità 156
6.1 Le trasformazioni nelle classi sociali 157
6.2 Muoversi per colmare le disuguaglianze 171
I numeri raccontano 177
7. I poli di sviluppo del capitale umano 178
7.1 L’orientamento alle superiori 179
7.2 L’attrattività universitaria 180
7.3 La mobilità territoriale 187
I numeri raccontano 191
8. Popolazione migrante tra passato e presente 192
I numeri raccontano 211
8
10. 9. La cultura si muove nel Veneto 212
9.1 La mobilità dei beni culturali 214
9.2 Lo spettacolo dal vivo 221
I numeri raccontano 223
10. Il turismo e i turisti in movimento 224
10.1 Le nuove tendenze 231
10.2 Le vacanze dei veneti 236
10.3 L’economia turistica veneta 238
I numeri raccontano 242
11. La mobilità dell’agricoltura 244
11.1 L’evoluzione dell’agricoltura veneta 245
11.2 Le garanzie del sistema alimentare 254
I numeri raccontano 260
12. Le foreste: la mobilità di un patrimonio immobile 262
I numeri raccontano 270
Il Veneto si confronta
13 Il Veneto e le sue province 274
14 Il Veneto, i competitor e le regioni europee 296
Bibliografia, sitografia, pubblicazioni 313
9
12. DOVe VA iL VenetO, nUOVi PARADiGMi dominarle a vantaggio dell’uomo stesso.
DeLLA MOBiLitÀ Il 2009 è in questo senso un anno particolare, che pone a
questi temi grande attenzione: è stato infatti proclamato
Da qualche anno ci soffermiamo a guardare al Veneto come dall’ONU Anno Internazionale dell’Astronomia; Galileo
ad un territorio che crea valore trasformandosi, tendendo Galilei nel 1609, giusto 400 anni fa, proprio a Padova puntò
a preservare la propria competitività1 a volte, come per la prima volta al cielo il suo cannocchiale.
nell’ultimo periodo, con fatica, evidenziando le criticità del “Immaginare, creare, innovare” sono anche le tre parole
salto di qualità2 che va compiendo dal punto di vista sociale chiave, slogan della campagna che promuove il 2009 come
e produttivo. anno europeo della creatività e dell’innovazione.
La rivoluzione astronomica, come gli altri grandi cambiamenti
La storia insegna scientifici, sociali ed economici, ha comportato un radicale
Se pensiamo ai grandi cambiamenti avvenuti nella storia cambiamento dei sistemi di riferimento, un mutamento di
economica, la rivoluzione commerciale prima, con la paradigma, contraddistinto da un nuovo linguaggio, non
nascita del razionalismo economico, quella industriale poi, direttamente confrontabile con i precedenti, che all’epoca
con tutte le innovazioni conseguenti che hanno portato da fece comunque emergere una serie di contraddizioni.
un sistema agricolo-artigianale-commerciale ad un sistema
industriale moderno, hanno stravolto le strutture sociali, Le recenti grandi trasformazioni
attraverso una impressionante accelerazione di mutamenti La fase di industrializzazione è arrivata a compimento negli
che portarono nel giro di pochi decenni alla trasformazione anni ottanta del secolo scorso, quando è incominciata la
radicale delle abitudini di vita, dei rapporti fra le classi terziarizzazione dell’economia italiana, con lo sviluppo dei
sociali, dello stesso aspetto delle città. servizi bancari, assicurativi, commerciali, finanziari e della
Nonostante gli iniziali effetti negativi sulla società urbana, comunicazione.
la rivoluzione industriale a lungo andare ha permesso Negli ultimi decenni, al pari delle grandi rivoluzioni
di elevare le condizioni di benessere di una sempre più economiche, la globalizzazione dell’economia, che ha
vasta quota di popolazione, portando dalla fine del portato con sé l’integrazione dei mercati, ha intensificato
diciannovesimo secolo ad un generale miglioramento delle la mobilità dei flussi di beni e di capitali tra i singoli paesi,
condizioni sanitarie, un sensibile prolungamento della vita attraverso l’integrazione delle strutture industriali e terziarie,
media degli individui, un estendersi della alfabetizzazione, le quali sono apparse sempre più caratterizzate da assetti
la maggiore disponibilità di beni e servizi che in altre epoche proprietari internazionalmente diversificati, in cui si sono
erano totalmente preclusi alle classi più povere. intrecciate origini nazionali diverse. Tra le cause di questo
In particolare le numerose e importantissime innovazioni processo di unificazione sovranazionale, che ha assunto un
tecnologiche hanno avuto un ruolo decisivo: l’avvento, ritmo senza precedenti nelle ultime tre decadi, fondamentali
concentrato in pochi decenni, di grandi scoperte in campo sono stati gli avanzamenti nelle tecnologie di trasporto e di
scientifico e medico, e di invenzioni come la macchina comunicazione, nelle infrastrutture logistiche, nei servizi
industriale a vapore, la ferrovia, l’energia elettrica, finanziari, oltre ai grandi cambiamenti istituzionali indotti
l’illuminazione a gas e quella elettrica, il telegrafo, la dalle politiche di liberalizzazione e di privatizzazione e
dinamite, e in una seconda fase, il telefono e l’automobile, ha dall’evoluzione verso nuovi assetti politici di grandi blocchi
rapidamente trasformato la vita della popolazione e coinvolto dell’economia mondiale.
tutte le società industrializzate, modificando alla radice Attraverso queste prime considerazioni, ci avviciniamo al
secolari abitudini di vita e contribuendo ad un velocissimo tema eletto per la trattazione di questa edizione del rapporto
mutamento di mentalità e di aspettative degli individui. statistico, la mobilità, di persone, di merci, di imprese che si
Tra le grandi scoperte scientifiche, la Rivoluzione astronomica spostano realmente, idealmente, comunicano virtualmente
fu uno degli avvenimenti culturali più importanti della percorrendo reti stradali, tecnologiche, territoriali locali,
storia dell’Occidente e tra quelli che più hanno contribuito mondiali, professionali, formative, culturali, sociali; tema
al passaggio dall’età medioevale all’età moderna. Dalla che viene, come di consueto, incentrato sul Veneto, sui suoi
metodologia galileiana deriva la concezione della scienza abitanti, sul proprio territorio, sulle sue unità produttive,
come sapere sperimentale-matematico, avente lo scopo di facendo emergere le trasformazioni che questi hanno
ampliare progressivamente le conoscenze dell’uomo e di subito nel corso degli ultimi anni.
1
Rapporto statistico 2007, Sintesi – Un modello di competitività per il Veneto.
2
Rapporto statistico 2008, Sintesi – Un Veneto di qualità.
11
13. Sintesi
Piano regionale territoriale di coordinamento – La mobilità
INDICAZIONI DI PROGETTO
sistema della mobilità sistema ferro e gomma
aria acqua corridoio plurimodale di
cittadella aereoportuale riequilibrio urbanistico terr.
autostrade e superstrade
aereoporto di progetto
cono di decollo e atterraggio complanari
(in caso di verifica)
rete FS e SFMR
ambito portuale veneto
stazione FS e SFMR
porto offshore asse plurimondiale
terminal portuale veneto Padova-Venezia
linea sub lagunare
porto peschereccio
connessioni intervallive
porto multimodale aria acqua asse potenziale di
connessione
autostrade del mare
connessione alle
rete metromare località balneari
rete navigabile interna potenzialità connettive
rete di collegamento litoraneo
connessione della logistica
hub monocentrico
sistema della nautica hub policentrico
di diporto connessione della
mobilità secondaria
macro ambiti interporto di secondo livello
popolarità della nautica terminal intermodale
da diporto primario
aree per la cantieristica terminal intermodale
porto nautico principale secondario
porto nautico terminal intermodale
da riattivare
parcheggi scambiatori
segni descrizione
sistema delle reti
<0,10 abitanti/ettaro
0,10-0,30 abitanti/ettaro strada principale
0,30-0,60 abitanti/ettaro strada regionale
La mappa sintetizza i punti fondamentali sui quali il PTRC vuole agire al fine autostrada
>0,60 abitanti/ettaro
di migliorare l’efficienza delle reti viarie attraverso il potenziamento della centri abitati casello autostradale
rete stradale sulle direttrici dei corridoi pan-europei; la gerarchizzazione dei
flussi di traffico, tramite la separazione tra il traffico di attraversamento del
territorio (a medio/lungo raggio) e quello destinato alla mobilità locale.
Fonte: Regione Veneto, PTRC - Assessorato alle Politiche per il Territorio - Segreteria Regionale all’Ambiente e Territorio - Direzione Pianificazione
Territoriale e Parchi
il Veneto genera mobilità regioni italiane sue competitor.
Il Veneto genera non poca mobilità, per diversi motivi, in
primis la sua posizione geografica, poi lo specifico piano 8 febbraio 2009 – via al Passante di Mestre
insediativo, oltre agli interessi turistico-culturali, l’eccellenza Con l’inaugurazione del Passante di Mestre, avvenuta nel
dei poli ospedalieri, l’attrattività occupazionale, formativa corso di quest’anno, si è compiuto un passo fondamentale,
ed altro ancora. una piccola grande rivoluzione che possiamo quasi
In termini di mobilità stradale, i dati contenuti nel rapporto considerare la fine di un incubo, che aveva avuto inizio
indicano che la criticità da affrontare per la regione sembra nel corso di un anno tra i più luminosi nella storia della
risiedere non tanto nella scarsa disponibilità infrastrutturale riconquista della libertà e della democrazia nell’Europa del
in termini assoluti, quanto in riferimento all’elevato numero ventesimo secolo: il 1989.
di utilizzatori (persone e imprese, ognuno con i propri Con la caduta del Muro di Berlino questo punto geografico
mezzi di trasporto). D’altra parte, il congestionamento del del Veneto nella carta d’Europa si trasformò in un nodo
traffico è un fenomeno che quotidianamente anche ogni invalicabile. Il “muro” si trasferì infatti lungo la Tangenziale di
singolo cittadino può sperimentare nei principali nodi della Mestre, che divenne il tristemente famoso Valico di Mestre,
rete viaria ed è evidenza dell’insufficienza e dell’incapacità lì dove finiva fin troppo spesso la libertà di circolare, quella
della rete stessa a far fronte alla domanda di movimento di libertà che ora abbiamo finalmente riconquistato. D’altra
cittadini e imprese. parte, Mestre rappresenta un punto strategico di passaggio
Nel decennio 1996:2006 vi è stato comunque un notevole sia a livello regionale, sia nazionale che internazionale; di
sviluppo della rete stradale: nel 2006 sono registrati 58 km qui la congestione delle sue arterie stradali. Il numero di
di strade principali ogni 100 km2 di superficie, contro i 55 veicoli circolanti sulla tangenziale di Mestre aveva raggiunto
di dieci anni prima. Sono numeri che pongono il Veneto in circa quota 150 mila al giorno (con punte di 170.000), di
linea con il dato nazionale ma ancora in ritardo rispetto alle cui il 30% costituito da mezzi pesanti. Nel 53% dei casi
12
14. il Passante di Mestre
Fonte: Commissario Straordinario per il Passante
la tangenziale era utilizzata come raccordo autostradale, riduzione del tempo necessario a coprire alcune delle
mentre per il 47% come asse per spostamenti all’interno tratte principali degli spostamenti regionali. I tecnici hanno
della città. Nelle ore di punta sulle due corsie transitavano stimato che, una volta completate tutte le infrastrutture
fino a 4.000 veicoli all’ora. previste, il tempo per spostarsi da Treviso a Padova potrebbe
Il Passante, 32 km e 300 metri d’asfalto a tre corsie da scendere dagli attuali 45 a 20-25 minuti e quello tra Treviso
Dolo a Quarto d’Altino, consente oggi di oltrepassare la e Vicenza da 60 a 30-35, con un conseguente aumento
tangenziale di Mestre, tornata così a svolgere le funzioni degli spostamenti all’interno del quadrilatero Vicenza-
proprie, ad uso del traffico pendolare. Infatti, la principale Treviso-Venezia-Padova.
funzione del Passante, segmento chiave del corridoio Occorre poi ricordare che il Passante di Mestre non è un
Lisbona-Kiev, è quella di decongestionare la tangenziale progetto isolato; è prevista l’esecuzione di una fitta rete
dal traffico di attraversamento, che rappresenta oltre la di opere complementari, ovvero di una serie di arterie di
metà dei transiti, e che oggi può utilizzare il Passante per viabilità ordinaria, tangenziali e circonvallazioni atte a
superare l’area di Mestre, senza mai uscire dal sistema sgravare i centri limitrofi da un’intensa circolazione di
autostradale; sulla tangenziale rimane il solo traffico da mezzi e consentire un rapido accesso ai nodi del Passante.
e per l’area di Venezia-Mestre. I primi dati a disposizione Ad ultimazione di tali lavori, presumibilmente nel biennio
sul traffico veicolare giornaliero sembrano effettivamente 2010-2011, e quindi quando il “sistema Passante” sarà a
confermare queste previsioni, dando evidenza di un regime, la Società delle Autostrade di Venezia e Padova
considerevole sgravio al traffico sulla tangenziale, stima che i flussi veicolari sia alle barriere sia nei diversi
soprattutto quello pesante. tratti di tangenziale subiranno diminuzioni di oltre il 20%,
Un altro vantaggio portato dal Passante sarà dato dalla con punte del 41% alla Barriera Venezia Ovest.
13
15. Sintesi
Questo tratto autostradale è un’opera simbolo, soprattutto i paesi dell’Europa orientale e il Medio Oriente. Invece verso
perché lungo il Passante diventerà ancora più evidente il l’Asia orientale e i paesi dell’Asia centrale si sono registrati
valore del principio fondamentale della libera circolazione dei disavanzi commerciali.
delle merci. A partire da questo evento, diverrà ancora più L’export veneto è aumentato in gran parte dei settori di
significativa di prima la presenza delle nostre piccole e medie attività economica ad eccezione dei mezzi di trasporto, dei
imprese nei più diversi e strutturati mercati europei. Questo prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi e degli
è certamente uno degli elementi positivi che ci aiuterà a altri prodotti dell’industria manifatturiera (mobili, gioielli e
superare il difficile periodo che oggi stiamo affrontando. articoli sportivi). Ha retto bene anche il comparto moda,
che ha chiuso l’anno con un incremento del fatturato estero
La crisi del +2,9% per i prodotti del tessile-abbigliamento e del
L’acuirsi della crisi finanziaria nel corso dello scorso anno +1,2% per le produzioni in pelle e cuoio.
ha colto in una fase di rallentamento le economie dei paesi Il 2009 risentirà maggiormente degli effetti della crisi, si
avanzati, già indebolite dal forte aumento dei prezzi delle prevede infatti per il Veneto, una contrazione di circa 6
materie prime dei mesi scorsi. punti percentuali del valore dell’export.
In modo analogo a quanto avvenuto nell’area dell’euro, la
recessione si è approfondita in Italia nell’ultimo trimestre. Gli effetti più evidenti
Il PIL 2008 è diminuito complessivamente dell’1%, -3% 3 la Negli ultimi mesi del 2008 l’occupazione in Italia interrompe
riduzione registrata nell’ultimo trimestre 2008 rispetto allo la sua crescita; in Veneto, invece, in media annua il numero
stesso periodo dell’anno precedente, ma ancora più pesante di occupati cresce di quasi il 2% rispetto al 2007. Il tasso di
la contrazione stimata per il primo trimestre di quest’anno, occupazione italiano rimane invariato, immobile al 58,7%
-5,9%, che si tradurrebbe in una media 2009 pari a -4,6%. e molto distante dall’obiettivo fissato dalla strategia di
È pur vero che si va manifestando qualche segnale di Lisbona che prevede per l’Unione Europea di raggiungere
attenuazione della caduta produttiva che si esprimerà nei un livello occupazionale del 70% entro il 2010, risultato in
risultati dei prossimi mesi, come effetto della situazione parte da attribuire alla forte eterogeneità normativa tra gli
internazionale analizzata dal FMI, che immagina una svolta Stati in materia pensionistica.
già verso la seconda metà dell’anno e la ripresa nel primo In Veneto la situazione è migliore: nel 2008 la quota di
semestre del 2010. popolazione fra i 15 e i 64 anni che risulta occupata è pari al
L’evoluzione economica ha risentito del contributo 66,4%, +0,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente,
marcatamente negativo fornito tanto dalla domanda interna e superiore anche al dato registrato nell’Unione europea dei
che da quella estera. Sulla scia del minore export anche gli 27 Paesi (65,9%).
investimenti si sono ulteriormente indeboliti, mentre le In crescita la partecipazione al mercato lavorativo delle donne:
incerte prospettive di domanda potrebbero avere ridotto nel 2008 la quota media di donne tra i 15 e i 64 anni occupate
ulteriormente il livello desiderato delle scorte in magazzino, è pari al 55,5% in Veneto, un punto e mezzo percentuale al di
spingendo le imprese verso tagli di produzione. sopra del dato dell’anno precedente, contro il dato nazionale
Per ciò che riguarda il Veneto, nel 2007, ultimo anno del dato pari al 47,2%, 0,6 punti percentuali in più del 2007.
ufficiale di contabilità territoriale, consolidatasi la ripresa In Italia si scatena l’allarme della disoccupazione. Dopo nove
economica avviata nell’estate 2005, si è raggiunto un tasso anni di contrazione ininterrotta dei livelli di disoccupazione,
di crescita pari a +1,8%, più elevato rispetto alla crescita nel 2008 il dato italiano torna a salire registrando un tasso
del +1,6% dell’Italia. Nel 2008, invece, la stagnazione del pari al 6,7%, oltre mezzo punto percentuale in più dell’anno
PIL veneto è stimata al -0,7% 3 e la prospettiva per il 2009 precedente.
è di -3,9% 3. Il risultato del 2008, appena migliore di quello A fronte della crescita nel numero di occupati, in Veneto, come
nazionale, è attribuibile soprattutto alla tenuta dei servizi, in Italia, sebbene in misura minore, le persone che cercano
a fronte di una riduzione del valore aggiunto dell’industria lavoro comunque aumentano: +8,2% rispetto all’anno
manifatturiera. precedente contro il dato italiano pari a +12,3%. Cresce
Sempre lo scorso anno si è registrato un ridimensionamento anche il tasso di disoccupazione nella nostra regione che,
nella crescita del valore delle vendite all’estero, +1,4%, cui è tuttavia, con un dato pari al 3,5% rispetto al 3,3% dell’anno
corrisposto comunque un attivo della bilancia commerciale, precedente, continua a mantenere una posizione privilegiata
pari a circa 11 miliardi di euro, conseguenza dei saldi positivi tra le regioni italiane, quarta nella graduatoria regionale.
verso l’UE (+5.795 milioni di euro), l’America settentrionale,
3
Dato aggiornato a maggio 2009.
14
16. Lo stato di sofferenza in cui si trova il mercato lavorativo La reattività del Veneto
dalla fine del 2008 è testimoniato anche dall’intensificazione Dobbiamo però considerare che, come affermava John
dei licenziamenti e dei conseguenti inserimenti dei lavoratori Fitzgerald Kennedy: «Scritta in cinese la parola crisi è
nelle liste di mobilità e dall’impennata delle ore di cassa composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e
integrazione usate. l’altro rappresenta l’opportunità».
Nel 2008 sono oltre 19.600 i lavoratori licenziati4 e inseriti -> wei (pericolo), ji (opportunità)
nelle liste di mobilità, più del doppio di quelli rilevati otto I pericoli che discendono dall’attuale situazione sono come
anni prima. Dall’analisi mensile emerge poi che l’acuirsi abbiamo potuto constatare evidenti a tutti e, in termini
dei licenziamenti, soprattutto quelli dalle piccole aziende occupazionali e produttivi, oltre che sociali, ne stiamo
venete, iniziata alla fine del 2008 prosegue nel 2009: tra subendo le conseguenze. Meno attenzione viene posta,
novembre 2008 e marzo 2009, in Veneto gli inserimenti invece, alle opportunità che, da un periodo buio come
totali nelle liste di mobilità salgono del 62%. questo, possono scaturire per il futuro. «Possiamo limitare
In crescita anche il ricorso alla cassa integrazione guadagni le conseguenze economiche e sociali della crisi mondiale
che consente di arginare le difficoltà in cui l’azienda si trova per l’Italia, e creare anzi le premesse di un migliore futuro,
attraverso una temporanea sospensione dei lavoratori. Nel se facciamo leva sui punti di forza e sulle più vive energie
2008 le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni di cui disponiamo5».
(cig) in Italia sono risultate 223 milioni (135.000 occupati Attraverso gli studi contenuti nel rapporto abbiamo ricevuto
equivalenti in cig), quasi il 25% in più del dato dell’anno conferma del fatto che il Veneto è maggiormente sensibile
precedente, ma ancora molto lontano dai valori registrati alle condizioni esterne, proprio per un suo più elevato grado
durante la crisi del ’93 (circa 550 milioni). di apertura all’estero rispetto alla media nazionale.
Anche in Veneto l’uso della cig nel 2008 è stato sfruttato Infatti rispetto all’Italia il Veneto pur avendo a volte
considerevolmente: complessivamente nell’anno le ore mostrato nell’analisi dei cicli economici una flessione più
autorizzate sono state 15 milioni e mezzo (oltre 9.400 intensa nei momenti di crisi, ha saputo reagire in modo più
lavoratori equivalenti in cig), quasi il 45% in più di quelle deciso attraverso una maggiore capacità di sfruttare le
concesse nell’anno precedente. opportunità della ripresa.
Anche il 2009 si apre con non pochi problemi. A marzo di Da uno studio più particolareggiato del valore aggiunto,
quest’anno in Italia le ore autorizzate di cassa integrazione la regione nell’ultimo decennio pur essendo sfavorita dalla
guadagni sono risultate quasi 59 milioni, il 38,2% in più composizione strutturale delle proprie attività produttive,
del dato del mese precedente e quasi quattro volte al di ha potuto compensare tale carenza attraverso i propri
sopra del valore registrato un anno prima. In Veneto sono fattori locali di sviluppo, legati alla dinamicità tipica del
poco meno di 3 milioni e mezzo le ore concesse, il 44,5% in territorio, che dispone di un sistema produttivo forte, in
più di febbraio e quasi il doppio rispetto a marzo 2008. C’è grado di mantenere un livello di sviluppo economico ben
da dire che nella nostra regione a determinare la crescita consolidato e stabile nel tempo, alimentando così un chiaro
è esclusivamente l’aumento di ore di integrazione salariale segnale di forte produttività.
a gestione ordinaria, più strettamente legata al ciclo Sono le peculiarità del territorio legate alla sfera tecnologica,
economico, assegnata quando la crisi dell’azienda dipende infrastrutturale e logistica, alla profondità della cultura del
da eventi temporanei e si prevede la ripresa dell’attività management nelle imprese, alla disponibilità di materie
produttiva; un segnale che un po’ ci solleva perché prime, a fattori riguardanti la produttività della forza lavoro
implicitamente indica che le prospettive aziendali non dell’area, ad isolare e mettere in luce i drivers dello sviluppo
sono valutate troppo negativamente. Rispetto a marzo del della nostra regione.
2008, la cig ordinaria veneta aumenta del 546%, mentre
la cig straordinaria, connessa a crisi e ristrutturazioni, L’impresa mobile
diminuisce del 66%. Inoltre, si nota anche che la crescita La lettura trasversale dei dati sulla mobilità delle merci, dei
della richiesta, indipendentemente dal tipo di gestione, tra mercati e delle imprese multinazionali nel lungo periodo ci ha
febbraio e marzo è meno sostenuta di quella registrata nei consentito di delineare il modello di internazionalizzazione
primi due mesi dell’anno. del Veneto, nei suoi tratti salienti e nella sua evoluzione
recente, individuando le unità produttive che più delle altre
4
Si tratta di dati provenienti da Veneto Lavoro. È importante ricordare che questi dati sono di fonte amministrativa e si riferiscono esclusivamente al territorio
veneto, mentre Istat diffonde dati ufficiali che nascono per finalità statistiche riferite al territorio nazionale con disaggregazione territoriale e conferiti a
Eurostat per i confronti internazionali. Si tratta di due fonti diverse che si differenziano nel cosa, nel come e nel quando si misurano gli aggregati di interesse.
5
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
15
17. Sintesi
hanno saputo attivamente essere “mobili”, modificare nel soprattutto all’introduzione dell’euro.
tempo le proprie strategie e strutture al fine di cogliere Negli ultimi quattro anni gli operatori regionali che hanno
le opportunità di crescita economica offerte dai suddetti dichiarato di esportare beni per un valore superiore a 20
cambiamenti. milioni di euro sono aumentati di 92 unità (da 356 nel 2004
Si tratta di un modello che nelle ultime due decadi ha visto a 448 nel 2007) e anche la quota di export da loro attivata
tendenzialmente crescere l’integrazione internazionale è cresciuta, passando dal 51,7% al 57,2%.
dell’economia locale, con performance di lungo periodo La composizione settoriale delle imprese multinazionali
superiori a quelle che si sono riscontrate in media per il presenti sul territorio regionale premia soprattutto
paese e per molti altri sistemi locali. i settori di maggiore competitività esportativa della
Nel periodo 1991-2007 le esportazioni dalla regione sono regione. Le informazioni disponibili sulle maggiori imprese
cresciute in valore dell’8,7% all’anno, tasso superiore alla a partecipazione estera della regione porta ad ipotizzare
media nazionale (+7,9%). Rispetto alle altre regioni del che esse svolgano un duplice ruolo positivo. Da un lato,
Nord-Est, le performance del Veneto sono risultate migliori molte di tali imprese sono fortemente export-oriented e
di quelle del Trentino-Alto Adige ed in linea con quelle del in alcuni casi è proprio la loro natura di nodi di una rete
Friuli-Venezia Giulia e dell’Emilia-Romagna. produttiva e commerciale internazionale a favorire l’elevata
Riguardo agli investimenti diretti all’estero delle imprese propensione alle esportazioni, talvolta superiore a quella
venete, nel periodo 1991-2007 si assiste al proliferare delle delle altre imprese locali. In secondo luogo, appare del
iniziative produttive all’estero, che passano da livelli irrisori – tutto verosimile che la loro presenza stimoli e favorisca la
settanta partecipazioni in imprese manifatturiere estere per proiezione all’estero delle imprese locali, inducendo export
circa 8.300 dipendenti all’estero all’inizio degli anni Novanta spillover nel contesto locale, attraverso la condivisione e
– a valori assai più consistenti – 968 partecipazioni estere il trasferimento di risorse qualificate e di conoscenze sui
per oltre 103mila dipendenti all’estero all’inizio del 2007. mercati esteri, e alimentando processi di apprendimento e
Sull’altro fronte dell’apertura internazionale, nello stesso imitazione, sia attraverso le relazioni competitive orizzontali,
periodo le importazioni della regione sono cresciute in sia grazie alle relazioni verticali cliente-fornitore.
valore ad un tasso medio annuo dell’8,4%, anch’esso
superiore alla media nazionale (7,5%). È inoltre cresciuta Dimensione internazionale e innovazione
significativamente la presenza di attività partecipate Come ampiamente sottolineato dalla letteratura, esiste
dall’estero, in particolare nel settore manifatturiero: il un legame stringente tra coinvolgimento internazionale
numero dei dipendenti delle imprese venete partecipate da delle imprese e propensione all’innovazione: il processo di
IMN estere è aumentato tra il 1991 e il 2007 di oltre l’80%, selezione del mercato fa sì che le imprese maggiormente
a fronte di una sostanziale stabilità della consistenza delle dinamiche e innovative riescano a competere con successo
partecipazioni estere a livello nazionale (-0,5%). sui mercati internazionali. L’innovazione tecnologica ha
Nonostante la moderazione della crescita negli anni più inoltre un effetto positivo ai fini della sopravvivenza
recenti, il Veneto si posiziona ancora tra le regioni italiane dell’impresa; questo effetto tra l’altro cresce all’aumentare
con la migliore performance esportativa. Il rapporto tra della dimensione d’impresa, facendo sì che a sopravvivere
esportazioni e valore aggiunto industriale è superiore di più siano le imprese più grandi, operanti in settori ad alta
alla media nazionale (posta a 100 la media di paese, il tecnologia ed esportatrici.
valore dell’indice per il Veneto è pari a 124 nel 2007) e Peculiarità della nostra regione è il fatto che in Veneto
allineato a quello del Nord-Est. Sul fronte dell’espansione si riducano le imprese sia a basso che ad alto contenuto
multinazionale delle imprese, invece, la forte crescita tecnologico, facendo sì che la manifattura veneta si sviluppi su
degli anni Novanta non è stata comunque sufficiente a prodotti di fascia media, ma di alta specializzazione, attraverso
proiettare il Veneto tra le aree del paese a maggiore grado elevate competenze tecniche piuttosto che tecnologiche.
di multinazionalizzazione tramite Investimenti Diretti Nel complesso i dati confermano la solidità del tessuto
all’Estero e la presenza all’estero delle imprese venete imprenditoriale veneto: a un anno il tasso di sopravvivenza
rimane al di sotto della media nazionale. delle imprese si aggira intorno al 92%, a due anni è
Nel corso degli ultimi anni, risulta poi evidente un costante superiore all’85%, a tre anni supera l’80% e a quattro anni
aumento del peso relativo degli operatori di grandi tre imprese su quattro risultano ancora attive.
dimensioni sul valore complessivo dell’export regionale, a Le imprese del settore manifatturiero tendono a sopravvivere
conferma della rilevanza della dimensione d’impresa nel più facilmente di quelle del terziario. All’interno del settore
contesto del mercato mondiale. Le imprese che riescono a manifatturiero, l’alimentare, i metalli, la meccanica sono i
competere sul mercato globale sono diventate più grandi e rami che presentano l’evoluzione più dinamica, con tassi
hanno ottimizzato la struttura finanziaria traendo vantaggio di sopravvivenza costantemente al di sopra della media
dalla lunga stagione di bassi tassi di interesse goduta grazie regionale.
16
18. Alle radici della sopravvivenza di sviluppo. Il futuro dell’economia come della società è
Sopravvive e si rafforza di più chi riesce ad innovarsi. sempre più influenzato dalla creatività e dalla capacità delle
L’innovazione, nelle sue diverse forme, di prodotto, processo, persone di non restare immobili, bensì di cambiare, produrre
commerciale, tecnologica, piuttosto che di marketing, idee nuove e quindi innovazione. Molto pertinente a nostro
permette il rinnovamento o l’ampliamento della gamma di avviso l’affermazione secondo cui L’uomo ragionevole
prodotti e servizi aziendali, oltre che lo sviluppo di nuovi adegua se stesso al mondo. L’uomo irragionevole persiste
concetti commerciali, l’introduzione di nuovi metodi o nel tentativo di adeguare il mondo a se stesso. Perciò ogni
processi nell’organizzazione e gestione dell’impresa, nella progresso dipende dall’uomo irragionevole6 , per questo
produzione, nell’approvvigionamento e nella distribuzione auspichiamo una certa originalità di vedute, di idee che
dei beni. indirizzino il Veneto, soprattutto ora, nel verso giusto,
La propensione all’attività innovativa, anche attraverso il preservandone peculiarità, storia, valori, territorio.
contributo delle imprese piccole e piccolissime, risulta una Ci si può certamente aspettare che le idee migliori arrivino da
delle principali componenti delle performance positive del chi si dedica in maniera particolare alle attività intellettuali,
sistema regionale. Nel Veneto, le imprese che dichiarano seguendo un percorso di studi soprattutto universitario.
di aver introdotto un qualche tipo di innovazione nel In Veneto l’offerta formativa è sempre più ricca, minori
triennio 2005-07 sono pari al 40,9%, con un dato sono gli abbandoni e la partecipazione al nostro sistema
nettamente superiore a quello fatto registrare per il resto universitario aumenta. Tra il 2001 e il 2007, si nota
dell’Italia, 31,2%. Viene evidenziata, sia a livello regionale comunque in tutte le regioni italiane un aumento dei livelli
che nazionale, una correlazione positiva tra dimensione di alta formazione: nell’ultimo anno considerato, in Italia
aziendale e propensione all’innovazione, ma con un’attività sono circa 5 i nuovi laureati ogni 1.000 abitanti, due in più
significativa già a livelli dimensionali minimi. Il contributo rispetto a quelli che si contavano all’inizio del millennio. Ai
dei prodotti innovativi alla formazione del fatturato primi posti della classifica per la quota più elevata di studenti
sembra essere particolarmente elevato, così da confermare ogni 1.000 abitanti che raggiungono la laurea nel 2007 si
la presenza in Veneto di una dimensione innovativa che trovano le regioni del Centro-Sud, regioni dove c’è maggiore
ricopre un peso specifico notevole nella formazione della difficoltà a trovare un lavoro e quindi diventa fondamentale
ricchezza del settore manifatturiero. puntare sul titolo di studio, nella consapevolezza che livelli di
Il Veneto, pur in presenza di importanti recenti segnali studio più elevati corrispondono spesso a minori possibilità
di dinamicità in questo campo, rappresenta il caso più di trovarsi in condizioni di disagio. Il Veneto si posiziona
emblematico del modello italiano di “innovazione senza intorno a metà classifica con un dato pari a 4,5, un punto
ricerca”: i dati mostrano che la spesa in ricerca e sviluppo e mezzo in più di quello rilevato nel 2001, ma al di sopra di
regionale è inferiore al valore medio italiano, già di per sé quello registrato nelle regioni sue competitors (Toscana e
modesto rispetto allo standard europeo, sia in percentuale Lombardia 4,3, Emilia Romagna 4,1 e Piemonte 4).
del prodotto interno lordo che per il numero di occupati Nel 2007 si contano quasi 21.600 laureati veneti, circa il
nell’attività di ricerca. 59% in più di sei anni prima e pari a oltre il 7% del totale
Tale forma di investimenti nel Veneto si è però notevolmente nazionale. In generale, già da qualche anno, il nostro capitale
evoluta negli ultimi anni, con un incremento della spesa in umano ad alto livello esce dall’università per lo più preparato
ricerca e sviluppo nell’ultimo anno di disponibilità del dato nel campo economico-statistico e in quello ingegneristico:
ufficiale, il 2006, pari al 22,7%. Anche gli addetti alla ricerca nel 2007 sono competenti in questi ambiti, rispettivamente,
e sviluppo in Veneto mostrano una consistente crescita; si il 14,8% e il 13,4% del totale dei nuovi laureati. Si tratta
evidenzia in particolar modo l’aumento di risorse umane di dati fondamentali, in quanto come indicato anche dalle
dedicate all’attività di ricerca e sviluppo nelle imprese, che linee strategiche europee, per poter vivere meglio nella
cresce di quasi il 50%. nostra società più tecnologica, innovativa e complessa e
concorrere quindi allo sviluppo dell’Europa, occorre puntare
Dall’irragionevolezza il progresso su una buona preparazione scientifica e tecnologica,
Mai come oggi, alla luce dell’attuale crisi economica, è spingendo alla crescita di laureati in queste discipline.
necessario tener presente che spesso proprio dai grandi
cambiamenti, che pur comportano evidenti rotture che talenti in viaggio
si riflettono sul vivere quotidiano, ci si può aspettare di Una volta laureati, l’inserimento lavorativo è però spesso
migliorare, ridisegnando, prefigurando diversi percorsi faticoso, tanto che molti giovani decidono di spostarsi alla
6
George Bernard Shaw.
17
19. Sintesi
ricerca di migliori prospettive per il futuro e di salari più il livello di scolarizzazione e a liberalizzare l’accesso al
appropriati. sistema universitario, riducendone il carattere prettamente
Dall’analisi combinata tra area di residenza, di studio e elitario, l’istruzione superiore, dunque, non svolge ancora
di lavoro7 emerge una diversa mobilità geografica tra i pienamente la funzione di canale di mobilità ascensionale.
laureati del Nord, del Centro e del Sud. Dei laureati pre- Nel complesso la società italiana si dimostra ancora poco
riforma nel 2003 intervistati nel 2008, ovvero a cinque anni mobile, soprattutto se confrontata con altri Paesi europei.
dal conseguimento del titolo, e residenti al Nord, oltre il È anche vero che in Veneto la probabilità di crescita sociale
93% ha svolto gli studi universitari e attualmente lavora di ciascun individuo è meno condizionata dall’origine della
nella propria area di residenza; l’unico flusso di una certa famiglia, favorendo così più eque opportunità di successo.
rilevanza è quello relativo alla mobilità verso l’estero (circa È da dire che la crescente richiesta di figure professionali
il 3%). Più elevati gli spostamenti dei giovani residenti al sempre più qualificate, specie nei servizi, ha creato
Centro, anche se la maggior parte dei laureati non ha mai sicuramente nuove opportunità, di cui hanno potuto godere
lasciato la propria area di residenza (quasi l’83%); solo l’1,7% anche i figli delle classi sociali più svantaggiate.
sono i residenti delle regioni centrali trasferiti all’estero Nel 2007 tra gli occupati veneti quasi il 40% appartiene
per lavoro. Più pesante poi l’esodo dei laureati del Sud, alla classe operaia (nel 1971 era oltre il 50%), il 35% alla
anche se tra questi appena l’1% ha cercato fortuna fuori classe media impiegatizia (nel 1971 il 16%), il 18% alla
dall’Italia. Rispetto al dato complessivo del Nord, i veneti piccola borghesia e solo il 7% alla borghesia. Come in altre
si muovono di più: a cinque anni dal conseguimento del aree di piccola impresa, maggiore risulta il peso della classe
titolo universitario si rileva nel 2008 che l’89% ha studiato operaia urbana, minore quello della borghesia e della classe
e lavora nella propria area di residenza, oltre quattro punti media impiegatizia.
percentuali in meno del dato della ripartizione di cui il Veneto Circa il 36% dei figli, in Italia e in Veneto, si trova nella stessa
fa parte. Inoltre, dei veneti che hanno studiato nella propria condizione sociale del padre, mentre il 30% è riuscito a
regione, il 2,8% lavora all’estero, quasi il 7% si è spostato in progredire nella scala sociale. La propensione alla mobilità
altre regioni del Nord per lavorare, appena l’1,2% nel Centro è diversa a seconda della classe sociale di appartenenza e i
e pochissimi nel Sud (lo 0,1%). Cambiamenti di città quasi soggetti che appaiono più fortemente influenzati dall’origine
sempre motivati da guadagni salariali più elevati. sociale sono in primo luogo i figli di operai, seguiti da quanti
provengono da una famiglia della classe media impiegatizia.
scale sociali Favorire la mobilità sociale può essere di certo uno
Nei meccanismi di mobilità sociale l’istruzione ricopre strumento per colmare le disuguaglianze sociali. In generale
un ruolo fondamentale: se da un lato rappresenta un elevati livelli di disuguaglianza sono più tollerati se la
importante strumento di promozione sociale, perché società si dimostra fluida e capace di garantire a tutti le
possedere un titolo di studio elevato, in particolare una stesse opportunità di ascesa sociale. In questo senso la
laurea, facilita l’accesso alle professioni più prestigiose, situazione in Italia, se confrontata con altri Paesi europei,
dall’altro proprio le opportunità educative sono fortemente appare meno favorevole perché la contenuta mobilità
influenzate dalle condizioni di partenza individuali e, sociale si accompagna a livelli maggiori di disuguaglianza,
quindi, dall’origine sociale. L’innalzamento assai veloce del anche in termini di reddito. In Italia il 20% più ricco delle
livello di istruzione ha consentito alle donne in pochi anni famiglie dispone di un reddito di oltre 5 volte superiore a
di recuperare e superare lo svantaggio occupazionale e quello a disposizione del 20% delle famiglie meno ricche,
competitivo rispetto agli uomini. mentre in media in Europa la proporzione arriva a 4,8.
Lo status socio-culturale della famiglia di origine condiziona In Veneto le disparità nella distribuzione del reddito sono
la scelta del percorso di studi già dalle scuole medie più contenute e solo Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto
superiori, nonché il successo scolastico e i successivi esiti Adige possono vantare situazioni di maggiore equità. Le
occupazionali. Gli studenti di estrazione sociale elevata, famiglie venete si dichiarano mediamente più soddisfatte
figli di genitori maggiormente istruiti, sono più propensi della loro situazione economica, dovendo affrontare minori
a iscriversi ad un liceo e poi all’università, e, una volta disagi e privazioni nella vita quotidiana. Significativamente
entrati nel mondo del lavoro, continuano a mantenere inferiore è anche la percentuale di famiglie povere (3,3%
il vantaggio in termini di soddisfazioni economiche e contro l’11,1% delle famiglie italiane).
professionali. Nonostante le riforme volte ad innalzare Incontrano maggiori difficoltà di mobilità sociale gli stranieri
7
Indagine sulla condizione occupazionale dei laureati svolta dal Consorzio Interuniversitario Almalaurea nel 2008, si tratta di un’indagine campionaria
rivolta ai laureati di 47 atenei italiani fra cui quelli veneti.
18
20. Piano regionale territoriale di coordinamento – La crescita sociale e culturale
sistema delle politiche per la bosco di Mestre
valorizzazione del territorio
coordinamento delle politiche aree naturali lagunari
territoriali interregionali
giardino basso
coordinamento delle politiche
territoriali interprovinciali terre basse
luoghi abitati da minoranze Centro Culturale e tradizioni
linguistiche del fiume Adige
sistema lineari ordinatori del parco culturale e letterario
territo da valorizzare
la grande diagonale parco delle tradizioni rurali
dell’Ostiglia
corridoio storico insediativo parco marino
del fiume Piave
rete dei canali storici parco testimoniale
tra arte ed architettura
rete storico-ambientale patrimonio dell’Umanità
dei grandi fiumi
percorso archeologico luoghi della Grande Guerra
con le città romane antiche
città muraria
“strada romantica” Alemagna
luoghi ed architetture Loreo: museo galleggiante
luoghi ed architetture del 900 principali musei tradizioni
rurali ed etnologiche
percorsi dell’architettura
del 900 padovano paese delle fiabe di Sarmede
luoghi archeologia industriale borgo icona
itinerario principale di Isola di Trimerone
valore storico-ambientale
Villa Draghi
percorsi di terra e di acqua
linea ferroviaria storica museo della carta
della littorina porta tra mare e terra
tracciato grande greenway A-museo: dimora di Pojana
gira Piave libri, musica e teatro
Il PTRC riconosce il patrimonio storico e culturale quale elemento centro culturale polifunz.
caratterizzante il territorio ed il paesaggio della regione promuovendo riviera del Bacchiglione
il riconoscimento, la catalogazione, la tutela e la valorizzazione di questi struttura della salute
riviera del Berica
aspetti culturali in tutte le sue forme. struttura ospedaliera
percorso delle corti integrata Università-Regione
benedettine
struttura intermedia
di eccellenza
sistema delle polarità
culturali e storico-ambientali elementi territoriali
di riferimento
Urban Labour di Rovigo
incubatore veneto montagna
per la cultura e il territorio
collina
parco
pianura
ambito per l’istruzione di
nuovi parchi regionali tessuto urbanizzato
corsi d’acqua significativi
Fonte: Regione Veneto, PTRC - Assessorato alle Politiche per il Territorio - Segreteria Regionale all’Ambiente e Territorio - Direzione Pianificazione
Territoriale e Parchi
che sono oggi circa 457 mila, 9,3% della popolazione veneta, negozi, bar e ristoranti, infermieri, insegnanti o traduttori.
che alla fine del 2007 conta 4.832.340 persone, tendenti a 5 Proprio la via dell’imprenditorialità può rappresentare non
milioni entro il 2012. Nel complesso il Veneto si caratterizza solo una opportunità di maggior guadagno, ma una vera
per un buon radicamento e inserimento sociale degli stranieri occasione di riscatto dalla posizione di lavoro dipendente,
nel territorio, collocandosi tra le prime otto regioni nella soprattutto se poco soddisfacente dal punto di vista sociale
graduatoria nazionale. Gli stranieri presenti nella regione, oltre che retributivo.
anche se in possesso di un elevato titolo di studio, si trovano I loro figli aspirano ad un futuro diverso. Rispetto ai coetanei
per lo più a ricoprire qualifiche professionali di basso italiani, molti ragazzi stranieri provengono da una famiglia
livello. Circa la metà degli stranieri tra i 15 e i 64 anni può con livelli economici medio-bassi e le loro aspettative sono
vantare una laurea o un diploma, una percentuale simile a molto simili a quelle dei coetanei italiani, segnale questo
quella degli italiani. Ciò nonostante, quasi tre stranieri ogni della loro volontà di riscatto e di integrazione nel nuovo
quattro sono operai o impiegati in attività non qualificate, contesto sociale. E non manca loro la fiducia, dal momento
mentre neanche il 10% riesce ad inserirsi nelle professioni che 9 ragazzi stranieri su 10 credono di avere molte
che richiedono maggiori competenze. Tra questi si contano possibilità per raggiungere tale desiderio.
soprattutto piccoli imprenditori, proprietari e gestori di
19
21. Sintesi
Luoghi dell’abitare il 18% della popolazione raggiunta risulta esserne reale
In termini residenziali, sono più mobili i cittadini stranieri utilizzatore.
rispetto a quelli italiani: una volta giunti nel nostro I dati sulle attività svolte con internet ci danno però
territorio essi non stabiliscono subito la propria dimora, ma indicazione di come comincino ad essere sfruttate le
il loro viaggio prosegue alla ricerca di migliori condizioni, possibilità di mobilità “virtuale” offerte dalle moderne
sia abitative che occupazionali. In questo senso anche i tecnologie. I veneti utilizzano la rete web oltre che per
veneti sono una popolazione in movimento, ben disposta mandare o ricevere e-mail (76,5%) e per cercare informazioni
a cambiamenti di dimora di breve o medio raggio, su merci e servizi (70,9%), anche per apprendere (55%),
principalmente all’interno del territorio regionale, non per ricerca e informazione (54,1%), per prenotare viaggi
altrettanto propensa però a spostamenti verso altre regioni. (45,5%), per leggere o scaricare giornali e news (38%), per
Le motivazioni alla base degli spostamenti sono in genere usare servizi di home banking (35%).
diverse: tipicamente, spostamenti a medio e lungo raggio Opportunità, scelte di vita, nuovi comportamenti sociali
(interregionali e con l’estero) sono legati in prevalenza a inducono perciò a muoversi di più; progresso e tecnologia
motivi di studio o di lavoro, mentre trasferimenti di più breve sono divenuti parte fondamentale di questi processi.
distanza (intraregionali e intraprovinciali) sono più spesso
connessi ad eventi familiari particolari, come matrimoni, il paradosso della mobilità
separazioni, uscite dalla famiglia di origine che sovente si Nonostante tecnologie e mezzi di comunicazione siano
accompagnano a mutati bisogni abitativi e insediativi. aumentati in maniera esponenziale, facendo presupporre
una minore necessità di spostarsi fisicamente, la domanda
il nuovo paradigma della mobilità di mobilità continua ad aumentare.
La disarticolazione delle motivazioni dello spostamento, I veicoli a disposizione ogni 100 residenti sono nel Veneto 9
la segmentazione progressiva del mercato del lavoro (più in più rispetto a dieci anni fa: 78 (79 il dato Italia), valore che
lavoro autonomo, più posizioni “atipiche”, più precariato sale a 93 (95 per l’Italia) se si considera solo la popolazione
ecc.), l’ampliamento dei sistemi relazionali (reali e/o maggiorenne. Inoltre i dati relativi al traffico negli ultimi
virtuali), la frammentazione dei comportamenti di consumo dieci anni sulle autostrade in esercizio che interessano la
sono tutti processi che erodono la presenza dominante del regione veneta mostrano aumenti significativi sia del numero
modello consolidato del pendolarismo “casa-lavoro-casa”, di veicoli effettivi, ovvero i veicoli entrati in autostrada a
centrato sul protagonista “unico” dell’occupato dipendente prescindere dai chilometri percorsi, sia della quantità di
con posto fisso che va al lavoro percorrendo sempre lo veicoli/km, ovvero i chilometri complessivamente percorsi
stesso “corridoio monomodale” in auto (prevalentemente) dai veicoli entrati in autostrada, con riferimento sia al
o con un mezzo pubblico. È forte nel Veneto, come in Italia, traffico pesante che a quello leggero.
il cosiddetto ceto urbano lavorativo, nel quale si esplicita In ogni caso l’innalzamento dei livelli di mobilità virtuale,
un modello di consumo tipicamente cittadino: spostamenti assieme a quelli di mobilità reale, è un fenomeno oramai
frammentati, brevi e ripetuti, con motivazioni diverse inarrestabile, che necessita di essere da una parte assecondato,
(lavoro, gestione familiare, tempo libero) e con mezzi di favorito, parallelamente in qualche modo rallentato.
trasporto individuali per poter arrivare dappertutto in
tempo utile. Fermarsi a riflettere
Non meno importanti risultano essere tutte quelle forme Un primo modo per “rallentare” è a nostro avviso quello di
di mobilità “virtuale” che la tecnologia oggi ci consente. fermarsi a riflettere sulle bellezze del Veneto. Non a caso la
L’utilizzo combinato e sempre più diffuso di computer regione, apprezzata da turisti provenienti da tutto il mondo
portatili e cellulari di ultima generazione può permettere, per la varietà e qualità dell’offerta e la cultura dell’ospitalità
tra l’altro, di lavorare a distanza, di acquistare nei negozi che la contraddistingue, ottiene sempre nel settore turistico
senza dovercisi recare, di prenotare viaggi stando seduti sul risultati eccezionali: da anni detiene il primato tra le regioni
proprio divano, di curare relazioni personali attraverso la italiane, con il 14,7% degli arrivi e il 16,3% delle presenze
posta elettronica e le video chiamate, di gestire il proprio dell’intera penisola nel 2007.
conto corrente attraverso i servizi di home banking, di È da dire che nella nostra regione il panorama dei luoghi
relazionarsi con la Pubblica Amministrazione. della cultura appare particolarmente ampio e diversificato:
Purtroppo, però, nel nostro Paese tutte queste opportunità nel 2006 in Veneto gli istituti di antichità e d’arte attivi non
non sono ancora molto sfruttate, non solo per un problema statali sono 327, il 7,2% del totale italiano, a questi, inoltre,
di carenza infrastrutturale, ma anche perché mancano le ne vanno aggiunti altri 14 tra musei e circuiti museali,
necessarie alfabetizzazione informatica e cultura dei nuovi monumenti e aree archeologiche statali. Considerando
strumenti telematici: nel secondo trimestre 2008 il servizio poi il valore complessivo degli introiti dati dai biglietti
di ADSL copre il 94% della popolazione italiana, ma solo d’ingresso in questi istituti, escludendo comunque sempre
20
22. consentito al settore turistico di continuare a svilupparsi,
PtRC come spazio di ricerca – i territori naturali e
dell’abitare. i paesaggi della mente nonostante la congiuntura negativa e le difficoltà
internazionali manifestatesi in maniera evidente nel corso
dell’anno. I risultati del settore nel 2008 sono stati infatti
sostanzialmente allineati con il 2007, il numero di arrivi nelle
strutture ricettive è stabile (-0,2%), mentre si è verificato
un contenuto calo delle presenze (-0,9%), a conferma della
tendenza ormai generalizzata alla diminuzione della durata
della vacanza.
Il 58,9% del flusso turistico regionale proviene dall’estero,
settore che ha maggiormente risentito della difficile
situazione economica: i pernottamenti sono infatti diminuiti
dell’1,2% rispetto al 2007, che rappresenta comunque
un anno record, mentre il numero di turisti è diminuito
del 2,2%. Sul fronte del turismo domestico si evidenzia
invece una sostanziale stabilità delle presenze (-0,5%) e un
aumento degli arrivi (+3,1%).
Nel complesso del turismo internazionale, il Veneto riesce
a contenere bene le difficoltà registrando comunque
contrazioni meno significative rispetto sia al contesto
italiano sia a paesi concorrenti quali Francia e Spagna8. I
Fonte: Regione Veneto, PTRC - Assessorato alle Politiche per il
Territorio - Segreteria Regionale all’Ambiente e Territorio - Direzione veneti che soggiornano in località della propria regione,
Pianificazione Territoriale e Parchi
secondi solo ai tedeschi, nel 2008 aumentato ancor di più
(+6,4%), anche se il soggiorno in media diminuisce.
La continua riduzione della permanenza media nelle località
il patrimonio statale, quelli venduti in Veneto rappresentano di villeggiatura, rispecchia nuove tendenze in atto: conta
il 22,7% del totale nazionale. meno la durata della vacanza e il lungo periodo di ferie
Il Veneto, poi, è la regione italiana che più si caratterizza per viene magari sostituito da brevi vacanze fatte in tutto
la presenza di dimore patrizie, fenomeno nato e sviluppatosi l’arco dell’anno e/o dai week end fuori città. Altre tendenze
durante i secoli della Serenissima Repubblica; le Ville sono individuabili a livello di scelta della struttura ricettiva
Venete sono in questo momento al centro dell’interesse in cui soggiornare: sul fronte della ricezione alberghiera si
regionale anche come oggetto di uno specifico “piano di osserva uno spostamento della domanda verso le categorie
valorizzazione”, concepito a fini di sviluppo turistico, con più elevate. E oltre all’ambiente confortevole, si apprezza
l’obiettivo di posizionare il ‘prodotto culturale ville venete’ sempre più la possibilità di immergersi in spazi naturali dove
nei principali mercati turistici di riferimento. Nel territorio passeggiare, fare sport, rilassarsi, divertirsi, conoscere le
della regione si contano complessivamente circa 3.791 tradizioni, la storia e le caratteristiche dei luoghi visitati. In
edifici o complessi qualificati come ville venete, di queste questo contesto vanno annoverati i parchi veneti e l’offerta
300 circa visitabili e sono 25 quelle organizzate per offrire agrituristica, che esercita un’attrattività in rapida crescita.
servizi di didattica, destinati al mondo della scuola.
Anche lo scenario dello spettacolo dal vivo nella nostra La ricchezza del territorio
regione è sicuramente straordinario, così come la qualità Infatti negli ultimi 25 anni, pur assistendo ad una
dell’offerta culturale – musica, opera lirica, teatro, danza, “rivoluzione” che sta indirizzando l’agricoltura verso nuovi
arti visive e cinema - destinata ad incontrare e soddisfare scenari (calo di aziende e relativo aumento dimensionale),
un sempre maggior numero di fruitori. Nel 2007 in Veneto, cresce la multifunzionalità delle aziende che ampliano la
gli spettacoli teatrali rappresentati e i concerti di musica - loro offerta con agriturismi, fattorie didattiche, agriasilo,
classica, leggera e jazz - hanno visto la partecipazione di producendo e vendendo prodotti tipici e di qualità,
oltre tre milioni di spettatori. promuovendo un’agricoltura eco-sostenibile, utilizzando e
La cultura, gli spettacoli, le bellezze naturali hanno quindi producendo fonti rinnovabili di energia.
8
Fonte CISET.
21
23. Sintesi
diversificate che all’interno dell’Unione Europea la posiziona
PtRC come spazio di ricerca – i territori del
produrre. Veneto… di qualità al primo posto quanto a certificazioni di qualità, con ben
177 prodotti DOP e IGP, e anche il Veneto apporta il proprio
contributo con ben 26 prodotti a marchio. Sulla scia della
forte vocazione della nostra regione e tenendo conto
dell’importanza sempre maggiore del binomio territorio-
prodotto, sono nate le Strade del vino e dei prodotti tipici,
con ben 19 itinerari eno-turistici che si snodano tra vigneti
ed aziende produttrici, punto di contatto fondamentale per
questa importante forma emergente di turismo.
Ed è proprio in ambito vitivinicolo che il Veneto segnala
risultati da primato: primo produttore italiano di vino a
denominazione d’origine e ad indicazione geografica e
prima posizione tra le regioni italiane nelle esportazioni
vinicole, aggiudicandosi un valore superiore al 25% del
totale nazionale.
Non è certo trascurabile anche la sicurezza di quanto viene
portato in tavola: in Italia e nel Veneto, grazie al “pacchetto
igiene”, ogni anno vengono effettuati scrupolosi controlli
su tutta la filiera produttiva, per assicurare la massima
qualità di ciò che viene portato a tavola.
In questo senso, anche la foresta ha assunto negli ultimi
decenni un ruolo cruciale nella politica ambientale divenendo
una risorsa nella soluzione dei problemi ambientali come la
perdita di biodiversità e il cambiamento climatico globale.
Fonte: Regione Veneto, PTRC - Assessorato alle Politiche per il Quella veneta, con i suoi 414.894 ha censiti nel 2000, e
Territorio - Segreteria Regionale all’Ambiente e Territorio - Direzione
Pianificazione Territoriale e Parchi pari al 22% della superficie totale, viene da tempo tutelata
attraverso azioni di difesa idrogeologica, conservazione
del suolo e dell’ambiente naturale, valorizzazione del
Per quanto riguarda alcune peculiarità dell’offerta patrimonio silvo-pastorale, produzione legnosa, tutela del
aziendale, è ormai chiaro che l’agricoltura biologica non è paesaggio, recupero alla fertilità dei suoli depauperati e
più una novità o una moda nel nostro paese: lo confermano degradati, al fine di un armonico sviluppo socio-economico
il permanere del primato italiano in Europa quanto a e delle condizioni di vita e sicurezza della collettività.
superficie destinata con oltre un milione di ettari, più di In questo contesto risulta strategico il nuovo Piano
50.000 operatori coinvolti, dal processo di produzione Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto9,
fino a quello di trasformazione, e la continua crescita dei redatto a vent’anni di tempo dal precedente, che si è posto
consumi alimentari bio che solo nel confronto 2008-2007 nell’ottica di interpretare il cambiamento della regione
guadagnano in quantità ben il 4,5%. avvenuto nel corso degli anni ed ha fissato alcuni grandi
Anche in Veneto la situazione non è immobile: la superficie obiettivi di assetto spaziale e di uso delle risorse, guardando
investita (sia in conversione che già destinata a produzioni in avanti ed offrendo una prospettiva per il futuro.
bio) segnala un aumento superiore al 37% dal 2000 al 2005 Abbiamo potuto constatare che il Veneto costituisce un
raggiungendo i 18.000 ettari ed il numero di operatori è punto di riferimento di grande importanza per tutto il
in crescita del 24% fra il 2000 ed il 2007 con oltre 1.500 Paese, non solo per il rilevante contributo alla produzione
soggetti. della ricchezza nazionale, o per lo straordinario patrimonio
La presenza di produzioni agroalimentari tipiche è un ambientale, storico e culturale che racchiude, ma perché
fattore particolarmente importante della storia italiana è una delle regioni che si misura più direttamente con le
e ha permesso la creazione e il mantenimento nel tempo nuove sfide della modernizzazione. Sfide che riguardano la
di tra¬dizioni colturali, gastronomiche e culturali molto capacità di dare risposte a nuove esigenze in un quadro
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Si riportano alcune elaborazioni cartografiche e considerazioni tratte dai materiali inerenti il Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Veneto.
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