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qui ci vuole spartaco




  Antoni Scurati,
  42 anni, ha appena
  pubblicato La
  seconda mezzanotte,
  (Bompiani).


82 gioia
antonio scurati
se a san marco
      arrivano
   i gladiatori
 2092: dopo un’inondazione biblica, Venezia è diventata
              un protettorato cinese, con al centro l’arena
    di feroci combattimenti per divertire turisti e potenti.
  Non è la trama di una fiction, ma il nuovo, apocalittico
         romanzo dello scrittore. Partito dai nostri incubi
                 per lottare contro il futuro che predicono
                               di Ilaria Solari - foto di Maurizio Camagna




                                                                     gioia 83
«Ma io che cosa posso dire alle               tutto, stiamo attraversando: se c’è un        ha infestato il Novecento: pensavamo di
   lettrici di Gioia?». Lo scrittore Antonio     luogo al mondo che è simbolo della de-        averlo consegnato al passato, ma il suo
   Scurati si accomoda sullo spigolo del         cadenza, quello è proprio Venezia. Proi-      fantasma è ancora tra noi. Quello che
   suo divano, a significare il senso di ina-    bitiva, per chi abbia aspirazioni artisti-    invece personalmente mi inquieta è l’ir-
   deguatezza. «Tendo a pubblicare libri         che, perché è la città più dipinta, più       reversibile, la violenza che infliggiamo
   piuttosto virili», si schermisce accen-       scritta e raccontata. Ma è anche il posto     all’ecosistema ci spinge verso un punto
   dendo una sigaretta. Non arretro. Non         in cui sono cresciuto. La mia città.          di non ritorno. I conflitti, anche quelli
   mi sono arresa del resto nemmeno di           E l’altra immagine?                           etnici, appartengono alla storia, ma c’è
   fronte alle pagine dense di maschie ten-      Attraversando un giorno piazza San            un punto in cui rischiamo di uscire dal-
   zoni e sbudellamenti che infittiscono la      Marco si è prodotto in me una specie di       la storia ed è il rischio rispetto al quale
   trama del suo ultimo romanzo: La se-          corto circuito: tra Roma, e il Colosseo,      siamo più inerti, come se non ci riguar-
   conda mezzanotte (Bompiani), appena           dove i miei studi sulle rappresentazioni      dasse.
   uscito in libreria. Perché in quella visio-   della violenza mi avevano appena por-         Da qui l’immagine dei gladiatori?
   ne apocalittica del nostro futuro prossi-     tato, e Venezia trasformata in un parco       Si definivano morti viventi, perché si
                                                                                                           erano già votati alla morte.
                                                                                                           Fuor di metafora?
                                                                                                           Questo gusto per la violenza
                                                                                                           spettacolare ci tocca. I gladia-
                                                                                                           tori sono ancora oggi, per chi
                                                                                                           studia il mondo romano, una
                                                                                                           specie di scandalo: non riuscia-
                                                                                                           mo a capire come la civiltà che
                                                                                                           ha fondato il diritto, che ha po-
                                                                                                           sto le fondamenta dell’Europa,
                                                                                                           potesse coltivare questa passio-
                                                                                                           ne brutale per spettacoli così
                                                                                                           sanguinari, atroci.
                                                                                                           Siamo anche noi, in fondo,
                                                                                                           grandi fruitori di panem et
                                                                                                           circenses.
                                                                                                           Con una fondamentale diffe-
                                                                                                           renza: il gladiatore è un morto
   “Ho rievocato Spartaco, l’archetipo dell’uomo in rivolta,                                               vivente in una chiave eroica.
                                                                                                           Anche noi conviviamo spesso
   sovversivo per esuberanza giovanile. Ma anche brutale.                                                  con la sensazione di essere so-
   Pensavo risultasse ributtante, invece le donne lo trovano figo”                                         pravvissuti alla fine del nostro
                                                                                                           tempo, ma la accogliamo or-
                                                                                                           mai con un’inerzia un po’ vi-
   mo (o post-apocalittica, come dice lui),      giochi dei turisti del terzo millennio.       le.
   lo si vedrà, ci siamo dentro tutte fino al    2092: perché è andato così lontano?           Sopravvissuti e gladiatori del suo ro-
   collo.                                        È il punto di arrivo del mio immagina-        manzo si ribellano sotto la guida di
   Nova Venezia, 2092: la città sulla lagu-      rio. Il romanzo precedente, Il bambino        un nuovo Spartaco. Per lui è una spe-
   na, o quel che ne resta dopo un’inonda-       che sognava la fine del mondo, lo toccava     cie di revival: lo sa che gli hanno de-
   zione biblica, è diventata un protettora-     fin dal titolo. Qui ho deciso di affrontar-   dicato anche una popolare fiction?
   to cinese, immerso in una geopolitica         lo di petto. È una storia di collasso del     L’ho vista. Ma Spartaco è soprattutto
   che pare uscita dai nostri peggiori incu-     nostro mondo: Nova Venezia è l’Italia di      una figura storica, protagonista della
   bi. Piazza San Marco, isolata climatica-      oggi spinta un passo più in là dell’abisso.   più importante rivolta servile, che ha
   mente da una cupola trasparente, è di-        Ma c’è anche un respiro epico, quello         messo severamente in crisi Roma. È di-
   ventata l’arena dove si consumano com-        che inseguo nei romanzi storici: uomini       ventato l’archetipo dell’uomo in rivolta.
   battimenti tra feroci gladiatori per il di-   e donne che si oppongono al senso del-        Dopo averlo rievocato, mi ha colpito la
   vertimento di turisti e potenti, Mentre i     la fine. Più donne, per la verità: è un       reazione femminile al personaggio.
   sopravvissuti, condannati all’estinzione,     mondo virile, ma le figure più eroiche        Cioè?
   languono in cattività.                        sono quelle femminili.                        Temevo risultasse un personaggio ribut-
   Da quale allucinazione è scaturito            Per rendere l’idea dà corpo alle no-          tante. Invece tra le donne che hanno
   tutto ciò?                                    stre peggiori ansie: catastrofi climati-      letto il libro in anteprima l’aggettivo più
   Dalla sovrapposizione di due immagini.        che, l’asservimento economico e poli-         citato era: “figo”.
   E dalla necessità di non voltare le spalle    tico alla Cina, lo spettacolo della vio-      È il solito equivoco, diciamo che fa
   al presente: avevo bisogno di fare i conti    lenza, la decrescita demografica. Che         una gran tenerezza.
   letterariamente con questo fortissimo         cosa fa più paura?                            Ecco, vede? Perché è l’uomo non arre-
   senso di declino, farmi carico della crisi    Ciò che collettivamente ci spaventa di        so, non per la sua conoscenza delle co-
   che noi occidentali, gli italiani soprat-     più è lo spettro della guerra etnica che      se, ma per una sorta di esuberanza, per

84 gioia
un’oltranza giovanile. Non si rassegna trei che amare quel tipo di donna.                 dell’instabilità sociale, dice lei.
   alla brutalità del mondo in cui vive.         Un bel conflitto.                           Di tutte le precarietà che scontiamo la
   Intende dire che è l’uomo che ci man- Come scrittore, ho dedicato un libro di peggiore è quella sentimentale: forse la
   ca?                                           seicento pagine alla questione. La pro- più dolorosa, eppure la meno affronta-
   Noi della gioventù coltiviamo il fetic- tagonista di Una storia romantica è l’ar- ta. In realtà, c’è un dilagare di chiac-
   cio, svuotato della sua vitalità eroica e chetipo della donna emancipata, che chiere su questo, pensi a tutte quelle pa-
   trasgressiva: viviamo in una specie di con la libertà politica rivendica quella gine di posta del cuore, ai programmi
   idolatria per i giovani, che dopo il ’68 sessuale. Le eroine risorgimentali che si del pomeriggio dedicati alle coppie. Ma
   sono diventati anche un fondamentale spingevano sulle barricate suscitavano quei discorsi lì servono soltanto a mette-
   segmento di mercato. Se non hai la ma- un grande fascino, ma mettevano in cri- re a tacere l’argomento. Anche perché
   grezza dei vent’anni non riesci più a tro- si i loro compagni. Noi siamo ancora di solito adottano un punto di vista fem-
   vare un paio di calzoni che ti stiano be- dentro a quella storia lì.                      minile. Quando si tratta soprattutto di
   ne. Hollywood ci propina ormai solo E come uomo, l’ha affronato quel con- un problema maschile.
   film per adolescenti.                         flitto?                                     Insomma, una questione di educazio-
   Nel libro mette in scena la “società Vorrei lasciar fuori la mia vita personale, ne sentimentale: dove la si impara?
   bordello della fine dei tempi”, in cui ma se lei ne conoscesse i dettagli capi- Una volta, in famiglia, ma non era un mo-
   un presidente del Consiglio italiano rebbe tante cose. Del resto, l’unica vera dello particolarmente virtuoso. Non lo
   viene ucciso da una prostituta.               alternativa è il modello del puttaniere.    rimpiango neanche nella sue versione
   Siamo all’esplicito fallimento di aspetta- L’instabilità affettiva è il fondamento matriarcale, la mater dolorosa che si sacri-
   tive secolari, di tutto il movi-                                                                   fica per i figli.
   mento di emancipazione del-                                                                        Classificato Spartaco come
   la donna, dell’idea ottocente-                                                                     un giovanotto esuberante, il
   sca che quando uomini e don-                                                                       vero eroe del suo libro è in
   ne si fossero finalmente libe-                                                                     realtà un uomo maturo, che
   rati da pregiudizi e oscuranti-                                                                    decide di diventare padre.
   smi avrebbero goduto gli uni                                                                       Uno che compie l’unico atto
   delle altre, liberamente e in                                                                      davvero sovversivo.
   modo paritario. Tutto ciò è                                                                        Gli uomini hanno molti modi
   miseramente fallito, sono tor-                                                                     di mettersi in contatto con il fu-
   nate forme di servaggio ses-                                                                       turo, l’arte è uno di questi, la let-
   suale, spesso riproposto in ver-                                                                   teratura un’altro. Ma la via pri-
   sione soft: pensi ai centri di                                                                     vilegiata è la voglia di fare figli.
   massaggi cinesi, a tutti i pre-                                                                    Il principale sintomo della no-
   stanti quarantenni che si in-                                                                      stra sfiducia nel futuro, del sen-
   contrano in compagnia di gio-                                                                      so di sfinimento, di questa man-
   vani escort la sera nei ristoran-                                                                  canza di passione erotica è pro-
   ti di Milano.                                                                                      prio il calo demografico. È an-
   A proposito di costumi, in                                                                         che, in parte, il motivo della no-
   un’intervista di qualche an-                                                                       stra crisi economica. Si tende
   no fa ammetteva di essere                                                                          ad attribuirlo a un eccesso di
   spaventato dall’uso che cer-                                                                       edonismo, io credo si fondi, in-
   te donne fanno della pro-                                                                          vece, sull’assenza di piacere, di
   pria libertà sessuale.                                                                             energia.
   Basta sostenere una cosa un                                                                        Fare figli però è una scelta te-
   po’ controversa e la sparano                                    tornano gli                        meraria, quando si sa già co-
   nel titolo. Dissi allora, e lo ri-                              dei dell’arena                     me va a finire.
   peto oggi che sono diventato                                     In principio fu Kirk Dou-         Aspetti, anche questo è un
   padre, che sono stato a lungo                                   glas a vestire l’armatura          equivoco: La seconda mezza-
   spaventato, per dirla in ma-                                    del trace che guidò nel 73         notte è un libro post-apocalit-
   niera semplice, dalla figura                                    a.C. la prima rivolta servi-       tico, racconta la condizione
   della donna emancipata. Mi             le della storia. «L’archetipo dell’uomo in rivol-           di chi è sopravvissuto alla fi-
   sono anche accorto che quel-           ta», così lo descrive Antonio Scurati, che l’ha rie-        ne. Proprio come 1984, di
   la figura sollecitava in me un         vocato nel suo ultimo libro. Dopo di lui ne sono            George Orwell, il modello di
   fondo di misoginia, molto ra-          venuti altri, fino ad Andy Withfield (sopra) pro-           tutto il genere, che è in realtà
   dicato. La sua collega omise la        tagonista dell’omonima fiction sul mondo dei                un libro militante, per niente
   seconda metà della frase, direi        gladiatori, stroncato da un tumore a 39 anni,               rassegnato o arreso. Così il
   cruciale, facendomi fare la so-        pochi giorni fa. Il successo della serie ha convin-         mio romanzo è un tentativo
   lita figura del cretino.               to il produttore Sam Raimi a girare un prequel              letterario di lottare contro
   La dica ora.                           Gli dei dell’arena (nel riquadro, Dustin Clare), in         quel futuro cupo che predice.
   Sono un uomo del mio tem-              onda dal 25 agosto su Sky1..                                Ancora non lo sappiamo co-
   po: nonostante tutto, non po-                                                                      me va a finire. n

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Se a San Marco arrivano i gladiatori???

  • 1. qui ci vuole spartaco Antoni Scurati, 42 anni, ha appena pubblicato La seconda mezzanotte, (Bompiani). 82 gioia
  • 2. antonio scurati se a san marco arrivano i gladiatori 2092: dopo un’inondazione biblica, Venezia è diventata un protettorato cinese, con al centro l’arena di feroci combattimenti per divertire turisti e potenti. Non è la trama di una fiction, ma il nuovo, apocalittico romanzo dello scrittore. Partito dai nostri incubi per lottare contro il futuro che predicono di Ilaria Solari - foto di Maurizio Camagna gioia 83
  • 3. «Ma io che cosa posso dire alle tutto, stiamo attraversando: se c’è un ha infestato il Novecento: pensavamo di lettrici di Gioia?». Lo scrittore Antonio luogo al mondo che è simbolo della de- averlo consegnato al passato, ma il suo Scurati si accomoda sullo spigolo del cadenza, quello è proprio Venezia. Proi- fantasma è ancora tra noi. Quello che suo divano, a significare il senso di ina- bitiva, per chi abbia aspirazioni artisti- invece personalmente mi inquieta è l’ir- deguatezza. «Tendo a pubblicare libri che, perché è la città più dipinta, più reversibile, la violenza che infliggiamo piuttosto virili», si schermisce accen- scritta e raccontata. Ma è anche il posto all’ecosistema ci spinge verso un punto dendo una sigaretta. Non arretro. Non in cui sono cresciuto. La mia città. di non ritorno. I conflitti, anche quelli mi sono arresa del resto nemmeno di E l’altra immagine? etnici, appartengono alla storia, ma c’è fronte alle pagine dense di maschie ten- Attraversando un giorno piazza San un punto in cui rischiamo di uscire dal- zoni e sbudellamenti che infittiscono la Marco si è prodotto in me una specie di la storia ed è il rischio rispetto al quale trama del suo ultimo romanzo: La se- corto circuito: tra Roma, e il Colosseo, siamo più inerti, come se non ci riguar- conda mezzanotte (Bompiani), appena dove i miei studi sulle rappresentazioni dasse. uscito in libreria. Perché in quella visio- della violenza mi avevano appena por- Da qui l’immagine dei gladiatori? ne apocalittica del nostro futuro prossi- tato, e Venezia trasformata in un parco Si definivano morti viventi, perché si erano già votati alla morte. Fuor di metafora? Questo gusto per la violenza spettacolare ci tocca. I gladia- tori sono ancora oggi, per chi studia il mondo romano, una specie di scandalo: non riuscia- mo a capire come la civiltà che ha fondato il diritto, che ha po- sto le fondamenta dell’Europa, potesse coltivare questa passio- ne brutale per spettacoli così sanguinari, atroci. Siamo anche noi, in fondo, grandi fruitori di panem et circenses. Con una fondamentale diffe- renza: il gladiatore è un morto “Ho rievocato Spartaco, l’archetipo dell’uomo in rivolta, vivente in una chiave eroica. Anche noi conviviamo spesso sovversivo per esuberanza giovanile. Ma anche brutale. con la sensazione di essere so- Pensavo risultasse ributtante, invece le donne lo trovano figo” pravvissuti alla fine del nostro tempo, ma la accogliamo or- mai con un’inerzia un po’ vi- mo (o post-apocalittica, come dice lui), giochi dei turisti del terzo millennio. le. lo si vedrà, ci siamo dentro tutte fino al 2092: perché è andato così lontano? Sopravvissuti e gladiatori del suo ro- collo. È il punto di arrivo del mio immagina- manzo si ribellano sotto la guida di Nova Venezia, 2092: la città sulla lagu- rio. Il romanzo precedente, Il bambino un nuovo Spartaco. Per lui è una spe- na, o quel che ne resta dopo un’inonda- che sognava la fine del mondo, lo toccava cie di revival: lo sa che gli hanno de- zione biblica, è diventata un protettora- fin dal titolo. Qui ho deciso di affrontar- dicato anche una popolare fiction? to cinese, immerso in una geopolitica lo di petto. È una storia di collasso del L’ho vista. Ma Spartaco è soprattutto che pare uscita dai nostri peggiori incu- nostro mondo: Nova Venezia è l’Italia di una figura storica, protagonista della bi. Piazza San Marco, isolata climatica- oggi spinta un passo più in là dell’abisso. più importante rivolta servile, che ha mente da una cupola trasparente, è di- Ma c’è anche un respiro epico, quello messo severamente in crisi Roma. È di- ventata l’arena dove si consumano com- che inseguo nei romanzi storici: uomini ventato l’archetipo dell’uomo in rivolta. battimenti tra feroci gladiatori per il di- e donne che si oppongono al senso del- Dopo averlo rievocato, mi ha colpito la vertimento di turisti e potenti, Mentre i la fine. Più donne, per la verità: è un reazione femminile al personaggio. sopravvissuti, condannati all’estinzione, mondo virile, ma le figure più eroiche Cioè? languono in cattività. sono quelle femminili. Temevo risultasse un personaggio ribut- Da quale allucinazione è scaturito Per rendere l’idea dà corpo alle no- tante. Invece tra le donne che hanno tutto ciò? stre peggiori ansie: catastrofi climati- letto il libro in anteprima l’aggettivo più Dalla sovrapposizione di due immagini. che, l’asservimento economico e poli- citato era: “figo”. E dalla necessità di non voltare le spalle tico alla Cina, lo spettacolo della vio- È il solito equivoco, diciamo che fa al presente: avevo bisogno di fare i conti lenza, la decrescita demografica. Che una gran tenerezza. letterariamente con questo fortissimo cosa fa più paura? Ecco, vede? Perché è l’uomo non arre- senso di declino, farmi carico della crisi Ciò che collettivamente ci spaventa di so, non per la sua conoscenza delle co- che noi occidentali, gli italiani soprat- più è lo spettro della guerra etnica che se, ma per una sorta di esuberanza, per 84 gioia
  • 4. un’oltranza giovanile. Non si rassegna trei che amare quel tipo di donna. dell’instabilità sociale, dice lei. alla brutalità del mondo in cui vive. Un bel conflitto. Di tutte le precarietà che scontiamo la Intende dire che è l’uomo che ci man- Come scrittore, ho dedicato un libro di peggiore è quella sentimentale: forse la ca? seicento pagine alla questione. La pro- più dolorosa, eppure la meno affronta- Noi della gioventù coltiviamo il fetic- tagonista di Una storia romantica è l’ar- ta. In realtà, c’è un dilagare di chiac- cio, svuotato della sua vitalità eroica e chetipo della donna emancipata, che chiere su questo, pensi a tutte quelle pa- trasgressiva: viviamo in una specie di con la libertà politica rivendica quella gine di posta del cuore, ai programmi idolatria per i giovani, che dopo il ’68 sessuale. Le eroine risorgimentali che si del pomeriggio dedicati alle coppie. Ma sono diventati anche un fondamentale spingevano sulle barricate suscitavano quei discorsi lì servono soltanto a mette- segmento di mercato. Se non hai la ma- un grande fascino, ma mettevano in cri- re a tacere l’argomento. Anche perché grezza dei vent’anni non riesci più a tro- si i loro compagni. Noi siamo ancora di solito adottano un punto di vista fem- vare un paio di calzoni che ti stiano be- dentro a quella storia lì. minile. Quando si tratta soprattutto di ne. Hollywood ci propina ormai solo E come uomo, l’ha affronato quel con- un problema maschile. film per adolescenti. flitto? Insomma, una questione di educazio- Nel libro mette in scena la “società Vorrei lasciar fuori la mia vita personale, ne sentimentale: dove la si impara? bordello della fine dei tempi”, in cui ma se lei ne conoscesse i dettagli capi- Una volta, in famiglia, ma non era un mo- un presidente del Consiglio italiano rebbe tante cose. Del resto, l’unica vera dello particolarmente virtuoso. Non lo viene ucciso da una prostituta. alternativa è il modello del puttaniere. rimpiango neanche nella sue versione Siamo all’esplicito fallimento di aspetta- L’instabilità affettiva è il fondamento matriarcale, la mater dolorosa che si sacri- tive secolari, di tutto il movi- fica per i figli. mento di emancipazione del- Classificato Spartaco come la donna, dell’idea ottocente- un giovanotto esuberante, il sca che quando uomini e don- vero eroe del suo libro è in ne si fossero finalmente libe- realtà un uomo maturo, che rati da pregiudizi e oscuranti- decide di diventare padre. smi avrebbero goduto gli uni Uno che compie l’unico atto delle altre, liberamente e in davvero sovversivo. modo paritario. Tutto ciò è Gli uomini hanno molti modi miseramente fallito, sono tor- di mettersi in contatto con il fu- nate forme di servaggio ses- turo, l’arte è uno di questi, la let- suale, spesso riproposto in ver- teratura un’altro. Ma la via pri- sione soft: pensi ai centri di vilegiata è la voglia di fare figli. massaggi cinesi, a tutti i pre- Il principale sintomo della no- stanti quarantenni che si in- stra sfiducia nel futuro, del sen- contrano in compagnia di gio- so di sfinimento, di questa man- vani escort la sera nei ristoran- canza di passione erotica è pro- ti di Milano. prio il calo demografico. È an- A proposito di costumi, in che, in parte, il motivo della no- un’intervista di qualche an- stra crisi economica. Si tende no fa ammetteva di essere ad attribuirlo a un eccesso di spaventato dall’uso che cer- edonismo, io credo si fondi, in- te donne fanno della pro- vece, sull’assenza di piacere, di pria libertà sessuale. energia. Basta sostenere una cosa un Fare figli però è una scelta te- po’ controversa e la sparano tornano gli meraria, quando si sa già co- nel titolo. Dissi allora, e lo ri- dei dell’arena me va a finire. peto oggi che sono diventato In principio fu Kirk Dou- Aspetti, anche questo è un padre, che sono stato a lungo glas a vestire l’armatura equivoco: La seconda mezza- spaventato, per dirla in ma- del trace che guidò nel 73 notte è un libro post-apocalit- niera semplice, dalla figura a.C. la prima rivolta servi- tico, racconta la condizione della donna emancipata. Mi le della storia. «L’archetipo dell’uomo in rivol- di chi è sopravvissuto alla fi- sono anche accorto che quel- ta», così lo descrive Antonio Scurati, che l’ha rie- ne. Proprio come 1984, di la figura sollecitava in me un vocato nel suo ultimo libro. Dopo di lui ne sono George Orwell, il modello di fondo di misoginia, molto ra- venuti altri, fino ad Andy Withfield (sopra) pro- tutto il genere, che è in realtà dicato. 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